Anno I. N. 9. Si pubblica il 1° e 16 d'ogni mese. Abbonamento annuo Cor. 4.— ; Singolo numero Cent. 20. Era Nuova Organo del partito democratico istriano. Inserzioni a prezzi da convenirsi. Redazione ed Amministrazione : TRIESTE Via S. Maria M.sup. N.1 II piano. LA DICHIARAZIONE E L'ESODO della maggioranza dietale istriana -a/V- L'improvvisa convocazione della Dieta istriana a Capodistria suscitò malcontento non lieve in provincia non già o meglio non tanto, perchè il luogo dell'adunanza riescisse mal gradito, ma piuttosto pel fatto che il Governo assicurò, per quanto si afferma, sino all' ultimo momento i nostri deputati a Yienna e le autorità provinciali interessate che la convocazione della Dieta sarebbe — di conformità allo statuto provinciale — avvenuta nella sua sede legale, a Parenzo, e quindi fece legittimamente supporre che, ordinandola improvvisamente altrove, mirasse a secondare i deputati slavi. Si attendeva per questo generalmente e con curiosità speciale il giorno dell'apertura della Dieta, discordi essendo le voci in corso sul presumibile contegno tanto della maggioranza che della minoranza e sapendosi in antecedenza che non tutti i deputati italiani, s'anco concordi nell'idea di reagire, consideravano la situazione sotto il medesimo punto di vista. A porre un termine all'aspettativa generale ed alle varie previsioni venne, addì 20 giugno scorso, la dichiarazione della maggioranza, che noi riportiamo integralmente nelle seguenti colonne e l'esodo di lei dall'aula dietale. Non avendo la maggioranza nella dichiarazione in discorso fatto cenno alcuno delle sue intenzioni rispetto un' eventuale futura partecipazione ai lavori dietali, e non potendo l'esodo avvenuto dopo la lettura di cotesta dichiarazione, apparire necessariamente la conseguenza rigorosa della medesima, ma piuttosto una manifestazione occasionale e precaria, la Dieta venne naturalmente convocata ad una seconda seduta, e, andata pur questa deserta, per l'assenza di tutti i deputati italiani, meno i quattro membri della Giunta provinciale, chiamati ad intervenirvi quali Assessori dal Capitano provinciale, si dovette aggiornarne le tornate ad epoca indeterminata. Noi ci asteremmo per ora, e volentieri, dal giudicare l'opportunità dell'atteggiamento assunto dalla maggioranza dietale italiana, perchè non sapendo quali misure sia per prendere di fronte a tale atteggiamento il Governo e non conoscendo tutte le ragioni che lo originarono, il giudizio nostro potrebbe riescir prematuro e fors' anco infondato, ma tuttavolta ci sia lecito rilevare che mentre la dichiarazione della maggioranza sembrò a molti forte, dignitosa, nobilissima, all'altezza delle circostanze, e l'esodo de' deputati il logico, naturale suo complemento, ad altri e l'una e l'altra manifestazione parvero deficienti e punto connesse tra loro in modo da escludere interpretazioni diverse. Sono — sentenziano — mezze misure tendenti ad accontentare Dio ed il diavolo, le quali invece conseguiscono precisamente lo scopo opposto. La maggioranza infatti vede nel contegno del Governo „un'offesa della dignità propria, „una studiata dimostrazione di spregio verso j „la Bappresentanza provinciale, ed un incer- i I „tezza di criteri direttivi.... che riesce preqiu-| „dizievole al retto funzionamento dell' amministrazione 'provinciale,1' e però eleva semplicemente ,,a tutela della propria dignità e del „prestigio dell' alto Consesso solenne atto di „protesta contro siffatto inqualificabile contegno „del Governo che dà la vera misura del come „esso sappia e voglia tutelare gli interessi ci-„vili, materiali e politici della nostra Provincia." Di futura astensione dai lavori del Parlamento provinciale la maggioranza nella sua dichiarazione non fa cenno o parola. Ora, posto che essa ravvisi nell'azione del Governo tante e siffatte colpe, crede che una semplice dichiarazione di protesta, quale quella presentata, basti a ricondurlo sulla retta via ed a salvaguardare in avvenire i nostri diritti? E se non lo crede e per viste di opportunità, che non vogliamo discutere, non ha ritenuto di adottare provvedimenti più energici, chiamandone responsabile il Governo dinanzi agli elettori e al paese, a che allora l'esodo non annunziato e la successiva non annunciata nè motivata astensione dalle tornate di una Dieta, in cui alla fine dei conti essa maggioranza è e rimane pur sempre padrona? Sinceramente, nel comportamento della maggioranza dietale noi non riusciamo a scorgere nè coerenza di programma, nè conseguenza necessaria di un atto governativo ostile. Non coerenza di programma, perchè abbiamo veduto altre volte i medesimi deputati sedere in Dieta fuor della legale sua sede, respingendo proposte di opposizione a tempo ben più chiare, esplicite e vigorose, non conseguenza necessaria di un atto ostile del Governo, perchè in tal caso assai più franca, recisa, significante avrebbe dovuto suonar la risposta. Onde noi confessiamo che non ci sentiremmo davvero il coraggio di condannar troppo severamente quei tali che in proposito nutrono opinioni pessimiste. Non ve li autorizzano forse gli apprezzamenti diversi de' giornali istriani, che ispirati dai pontefici massimi attuali vanno per la maggiore ? Non chiede l'uno se il Governo farà tesoro delle lezioni di educazione e di logica dategli dalla maggioranza e rimediando al mal fatto le spianerà la via perchè senza nocumento del proprio decoro possa ritornare in Dieta, mentre l'altro avverte che è con l'astensione dei deputati italiani dai lavori dietali che va completata la dichiarazione di protesta? E il terzo, il portavoce ufficiale — dopo il Piccolo — della Società politica istriana, non evita cautamente lo scottante terreno, racchiudendosi nel proposito in un misterioso silenzio? A che e perchè organi dello stesso partito, che attingono in politica il verbo dalle bocche stesse, sono sì differentemente intuonati? E sono vere certe richieste della maggioranza al Governo, senza che la maggioranza intera le abbia deliberate ? Noi reputiamo che anche oggi si voglia da qualche parte mantenere 1' equivoco, con niuna prospettiva di bene. Chi vivrà, vedrà. Noi, per ora, non abbiamo altro da dire. N. B. Croazia infantile Ognuno sa che i nemici del nome e della coltura italiana in Istria sono croati, ma pochi lettori e pochi, crediamo, degli stessi nostri colleghi della stampa, sanno con precisione alcunché di vero sui croati, quelli, intendiamoci, della Croazia. Ciò non è bene, per parecchie ragioni ; come non è bene aver dei croati 1' idea che par lecito farsene, leggendo le gesta che soldati croati compirono nell'alta Italia durante la dominazione austriaca. Gioverà, dunque, imparare a conoscerli, quando se ne dia l'occasione ; i lettori italiani costretti da tanto tempo alla lotta contro il croatismo, ne avranno il vantaggio di poter calcolare il valore dei nemici, in nome dei quali preti e maestri slavi aizzano la plebe della campagna contro l'italianità. Noto è che i contadini slavi delle nostre campagne sono poco suscettibili di civilizzazione e parecchio anche, ad onta delle scuole pagate da noi, in gran parte. La cosa non è diversa in Croazia, intenta, a quanto assicurano, a divenire grande. Giudichino i lettori. Una rivista, si noti bene, una rivista bimensile di molte pagine, che si publica a Zagabria, trova opportuno di scrivere un lungo articolo sui Romani e il loro impero. E qui convien tradurre letteralmente, domandando antecipatamente scusa per la noia, inevitabile, che procureremo. Coraggio, adunque: „Penso — cosi quella rivista — che non vi sia „nessuno de' nostri lettori, il quale non abbia ^sentito dire, che vi è in qualche luogo di questo „mondo la città di Roma. E ogni nostro lettore „sa anche, che a Roma siede o troneggia il pri-„mo capo della chiesa cattolica, il papa, e che „per questo anche la religione cattolica si chiama: „romana o romana-cattolica. Questa città di Roma „sta in una parte d'Italia ; all'Italia si congiunge „la nostra Istria, che da tre parti è bagnata dal „mare". Anche se costretto di dare ai propri lettori delle lezioni così elementari di geografia, lo scrittore croato non dimentica di far entrare nel suo discorso _ l'Istria e di aggiungervi il pronome : nostra. E davvero un' ossessione, che parlando di scrittori croati incontreremo spesso, troppo spesso anzi, per non dubitare della serietà dei pochi colti in mezzo ad un popolo, come si vede, d'ignoranti. Ma continuiamo : „In questa città sono vis-„suti i Romani, dei quali vi dirò qualche cosa. „Voi tutti sapete, che il prete nel servizio divino „della chiesa cattolica non parla nella lingua „croata, ma in un'altra. Quale è questa lingua ? „Quel!a è la lingua romana, quella è la lingua „parlata dagli antichi Romani e si chiama anche „ latina. Se andate in una farmacia, e leggete „che cosa è scritto sui vasi e sui cassetti, nei „quali stanno le medicine, voi non comprendete „nulla, perchè vi è scritto in lingua romana o „latina. Se voi avete qualche figlio che va alla „scuola maggiore, egli vi potrà dire, che vi si „impara la lingua latina." E sufficiente ? Crediamo di sì, perchè non disponiamo di tanto spazio da poterlo usare inutilmente. L'articolo continua colla stessa forma, con l'identico stile, per parecchie pagine, consigliando i lettori a farsi dare spiegazioni dai figliuoli che vanno eventualmente alla scuola maggiore — il ginnasio — sulla storia e gli uomini e la guerra romana, conchiudendo col raccontare, che i Romani erano i padroni del mondo e col deplorare che i croati non sieno ancora tali. Già, nient'altro. Ma se un popolo ha bisogno di riviste scritte in tal modo, non vi par lecito giudicare ch'esso abbia altrettanto bisogno di scuole normali ? Noi, anzi, incliniamo a credere che nei nostri giardini froebeliani non si parli diversamente coi bambini. Un giornale di Trieste publicava giorni fa un telegramma da Spalato, annunziante un articolo dell' Jedinstvo che invitava i deputati slavi della nostra Dieta ad abbandonare la politica d'astensione. Per chi non sa, l'Jedinstvo è il croa-tissimo fra tutti i giornali croati dell' universo orbe. Senza scherzi, la Croazia per lui rappresenta il mondo, paradiso e inferno compresi. Ora, quell' articolo suo non meritava di essere rilevato, che per le buaggini in esso contenute, e noi lo rileviamo appunto perchè così serve allo scopo che oggi ci siamo prefissi. Conosciuta, almeno un po', la coltura d'un popolo che alcuni vogliono lanciare alla conquista, gioverà conoscere un po' anche la coltura degli educatori di questo popolo. In quell'articolo infatti troviamo asserzioni, come queste: „Gli sioveni sono ora a Trieste numerosi, „forti ; con loro bisogna far i conti ; in questi „giorni gli sloveni di Trieste hanno dimostrato „ciò che vogliono e ciò che possono ; là, in quella „grande città, dove tutto è contro di loro, gli ^sloveni lottano da eroi, così che nella lotta per „la V Curia gli italiani hanno vinto per pochi „voti, e ciò in merito dei socialisti." Proprio così, nient'altro che così. Poi : „Noi abbiamo a suo tempo deplorato, che „nessuno de' nostri fosse presente alla prima „seduta della Dieta istriana dopo 1' assassinio di „Monza. Come gli italiani hanno saputo appro-„fittare della circostanza per vantare l'Istria ^esclusivamente italiana, lo abbiamo rilevato „dai giornali europei ! Ma se allora vi fossero „stati i nostri deputati, essi avrebbero espresso „le loro condoglianze sulla tomba onorata del re „Umberto come croati, in nome dell'Istria croata, „e allora la cosa sarebbe apparsa diversa agli occhi „del mondo." Continua poi col raccontare una lunga litania di oppressioni, che i croati debbono subire da noi. Il vescovo Plapp li opprime in chiesa ; le elezioni si fanno come in nessun altro luogo (ed è proprio un giornale croato della Dalmazia che eleva simili proteste !) ; se i croati domandano cento scuole, gli italiani non ne danno che tre. Ed è proprio un giornale croato di Spalato, dove si rifiuta, contro legge, una scuola italiana, che si lagna ! Ma sono calunnie, che noi tutti sappiamo a memoria ! Naturalmente — aggiunge — se le elezioni fossero fatte legalmente, la maggioranza dietale potrebbe essere croata, ma non è. E anche questi pochi deputati della minoranza si ritirano, orrore !, dalla lotta per paura delle gallerie ! Ma per dare un' idea, della conoscenza che lo scrittore di questo articolo ha delle cose nostre, bisogna tradurre un altro piccolo, ultimo brano. Esso scrive : „36 anni fa in Dalmazia era dieci „volte peggio. Le strade di Spalato erano infu-„riatissime. Coltello e revoltella, sassi e bastoni „erano le armi solite di lotta." Ad onta di ciò i croati sono diventati padroni; ma che cosa sarebbe avvenuto se avessero scelto la comoda politica dell'astinenza? Ora, noi non sappiamo qual partito a Spalato adoperasse, 36 anni fà, coltelli e rivoltelle, sassi e bastoni ; certo da noi coloro che adoperano questi gingilli sono gli slavi. L'arma nazionale dello sloveno è il sasso, ha detto l'on. Hortis; a Pola i croati hanno esploso colpi di rivoltella. Ma dagli eccitamenti dello scrittore risulta oltre a ciò evidente la sua convinzione, che da noi in Istria le condizioni nazionali siano identiche a quelle della Dalmazia. Egli crede, evidentemente, che da noi nelle città e nelle borgate gli italiani intendano lo slavo e lo parlino coi contadini, che il contadino, che tutto il popolo parli comunemente lo slavo. Egli, noi crediamo, non può supporre che vi siano al mondo contadini i quali non sappiano parlare altro che l'italiano; egli, insomma, non ha nep-pu.r letto Tommaseo che racconta di aver pianto di gioia, quando, la prima volta in viaggio per l'Italia, fermatosi colla barca ai Brioni, intese i contadini parlare fra di loro italiano lavorando la terra. Tale è la coltura di questi conquistatori ; in tal modo essi conoscono le condizioni di una provincia, ch'essi assicurano appartenere loro per storia, per diritto, per numero. Essi che si meravigliano che la conquista dell' Istria anziché procedere, retroceda, si meraviglierebbero assai più dell' ignoranza propria, se per caso volessero venire di persona a fare conoscenza con noi. LA DIETA PROVINCIALE DELL'ISTRIA tenne il 20 giugno decorso la prima seduta. Eccone il protocollo officiale : Preseuti : Il capitano provinciale comm. dott. Matteo Campitelli ; l'i. r. consigliere di Luogotenenza cav. Luigi Fabiani, quale commissario governativo e 25 deputati. Ordine del giorno: I Apertura della sessione — II. Comunicazioni. — III. Elezioni dei due segretari dietali. Punto I. „11 capitano provinciale pronuncia un discorso d'inaugarazione, in cui esprime il dispiacere per la mancata convocazione della Dieta nel 40° anniversario della vita autonomica provinciale nella sua sede legale, espone il programma dei lavori da petrattarsi nell'attuale sessione e chiude con un evviva a S. M. l'Imperatore Francesco Giuseppe I. La Dieta assorge ripetendo 1' evviva. Il presidente dichiara aperta la Dieta in nome di Sua Maestà l'Imperatore e presenta all'assemblea il commissario governativo nella persona dell' i. r. consigliere di luogotenenza signor Luigi cav. Fabiani, il quale, avuta la parola, saluta la Dieta a nome del governo. L' on. dott. Bubba chiede la parola per una dichiarazione, ed, avutala, legge uno scritto firmato dai deputati presenti dott Bubba, dott. Bennati, dott. Canciaui, dott. Chersich, dott. Cleva, dott. Costantini, dott, Depangher, Dobla-novich, dott. Ghersa, dott. Glezer. dott. Rizzi, dott. Scampicchio, dott. Tamaro, Tornasi, dott. Vareton, dott. Ventrella, dott. Vergottini, Vidu-lich e dall'assente dott. Venier, in cui essi ravvisando nella replicata couvocazione della Dieta fuori della sede legale, non più giustificata dalla presentazione del progetto di legge per la riforma dello statuto provinciale circa la sede della Dieta e della Giunta provinciale o da altre ragioni, un' offesa alla dignità propria, una studiata dimostrazione di spregio verso la rappresentanza provinciale ed un' incertezza di criteri direttivi, e, rilevando il procedere del governo ostile ai voti e deliberati dietali presi negli ultimi tempi da essa maggioranza, elevano solenne atto di protesta contro siffatto inqualificabile contegno del governo. Compita la lettura i deputati presenti firmatari della dichiarazione abbandonano l'aula. Il presidente osserva essergli stata presentata ancor un' altra dichiarazione, di cui non può però dare lettura mancando il numero legale, pel quale ultimo motivo, chiude la seduta, riservandosi di convocare la prossima a domicilio. Levata la seduta alle ore 12.45 pom." Lo scritto letto dal dott. Bubba, cui allude il protocollo suona così : Col rescritto presidiale 6 agosto 1900 N. 2016 l'imperiale Governo manifestò la sua intenzione di non ripresentare alla Dieta provinciale il progetto di legge per la riforma dello Statuto provinciale circa la sede della Dieta e della Giunta provinciale e dei suoi uffici. Con questa esplicita dichiarazione il Governo dimostra chiaramente che per esso venivano a cadere quei motivi di apparente opportunità, che lo avevano indotto a convocare la Dieta fuori della sua sede legale, e per i quali la maggioranza dietale, accettando questo nuovo ordine di cose unicamente come provvedimento precario voluto forse da ragioni del momento e per non compromettere gravi interessi provinciali, si era acconciata, non senza riluttanza, ad intervenire alle sessioni di Pola e Capodistria. In assenza pertanto, oggi, degli accennati motivi e non concorrendo d' altronde altre ragioni che possano legittimare le intenzioni, qualunque esse sieno, dell' imperiale Governo che lo determinarono a far convocare nuovamente la Dieta fuori delia sua sede legale, maggioranza dietale, in codesto ingiustificato contegno del Governo, contrario allo spirito dello Statuto provinciale, e certo non informato a quei riguardi di civile convenienza, a cui la maggioranza — in un paese che dicesi retto a sistema costituzionale — ha pur diritto, ravvisa un' offesa alla dignità propria, una studiata dimostrazione di spregio verso la Rappresentanza provinciale, ed una incertezza di criteri direttivi nell' opera del Governo, che riesce pregiudizievole al retto funzionamento dell'amministrazione provinciale. Per queste ragioni in principalità, e per l'ulteriore considerazione altresì che il Governo, in questi ultimi tempi, con un procedere ostile ai voti e ai deliberati della maggioranza, ha in modo evidentissimo dimostrato di non voler assecondare 1' azione della Dieta intesa a curare e promuovere .i veri interessi della provincia, rendendo così vana ed illusoria l'attività del Parlamento provinciale con discredito della sua autorità legislativa e con grave danno degli interessi economici del paese, i sottoscritti componenti la maggioranza dietale, a tutela della propria dignità e del prestigio di quest'alto consesso legislativo, elevano solenne atto di protesta contro siffatto inqualificabile contegno del Governo, che dà la vera misura del come esso sappia e voglia tutelare gli interessi civili, materiali e politici della nostra Provincia. Questa dichiarazione fu compilata per incarico della maggioranza dietale da una Commissione ad hoc composta dagli onorevoli dott Bennati, dott. Bubba, dott. Cleva e dott. Rizzi. L'altra dichiarazione, di cui parla il protocollo, fu presentata dalla minoranza della Dieta ed è, tradotta dal croato, del seguente tenore : Eccelsa Presidenza della Dieta provinciale del Margraviato d'Istria! Quantunque anche nell' occasione della penultima sessione dietale si sia dimostrato che non ci si riconosce il più santo dei nostri diritti, quello di servirci imperturbatamente nella Dieta della nostra lingua e quantunque le numerose nostre domande pel miglioramento materiale e morale dello stato della popolazione croato-slovena dell'Istria, che per lunga serie d'anni abbiamo avanzato, non abbiano trovato ascolto, avevamo nonpertanto deciso di prender parte già ai lavori dietali dell'anno scorso coli'intendimento di provar nuovamente di cooperarvi a seconda delle forze nostre ed in base del nostro diritto. Ma questa nostra buona volontà è stata frustrata quando vedemmo allora, che il foglio ufficiale pel Litorale austro-illirico di Trieste portava la Sovrana Patente di convocazione della Dieta soltanto in lingua italiana e quando, a rendere l'offesa ai nostri diritti linguistici ancora maggiore, immediatamente dopo la publicazione di quella Patente stampava pure soltanto in lingua italiana l'invito da parte della Presidenza della Dieta ai singoli deputati d'intervenire alla fissata sessione. Quest'anno la Patente Imperiale dd. 8 giugno 1901, con cui resta convocata la Dieta provinciale pel giorno 21 giugno 1901 a Capodistria, essendo stato stampata nella parte esterna del succitato foglio ufficiale (Osservatore Triestino N. 134 del 14 giugno corr.) anche nella lingua nostra e dei nostri elettori, viene così riconosciuto uno dei più fondati diritti linguistici della nostra popolazione croato-slovena nel Litorale austro-illirico ed indicato a noi nella nostra lingua il giorno ed il luogo in cui la Dieta si raduna. In considerazione di questo fatto siamo decisi di tentare nuovamente di prendere parte agli affari puhlici dell' Istria, in quanto riguardano la Dieta, attendendo che si vorrà in realtà riconoscere 1' eguaglianza di diritto della nostra lingua colla lingua italiana e rendere così possibile l'attività dietale di tutti i figli di questa provincia per la sua prosperità morale e materiale. Preghiamo la Presidenza dietale di voler compiacentemente comunicare questa nostra dichiarazione in originale all' Eccelsa Dieta ed al rappresentante dell' i. r. Governo e, se crede, in traduzione italiana. L'on. deputato dott. Pier Antonio Cambini non fu in caso di assistere alla prima seduta della Dieta, perchè citato dal Tribunale di Ro-vigno a comparire personalmente nella mattina del 20 giugno decorso in causa propria. Durante la relativa pertrattazione egli ricevette il seguente telegramma da Capodistria : Avvocato Gambini, Tribunale Rovigno „Domandiamo vostra adesione telegrafica atto „solenne protesta deliberato maggioranza." Bubba. A questo telegramma rispondeva 1' on. dott. Gambini per filo : Dott. Bubba, Capodistria „Non rilevando da vostro dispaccio natura „atto di protesta deliberato, impossibile esternarmi „telegrafo. Se consiste protesta lesione Statuto, ^diritti nostri aderisco pienamente." Gambini. Una seconda seduta della Dieta fu fissata pel di 27 giugno decorso, col seguente programma : 1. Comunicazioni. 2. Elezione dei due segretari dietali. 3. Elezione dei revisori. 4. Presentazione degli atti. 5. Nomina delle commissioni dietali. 6. Risoluzione di rinuncia alla percezione della tassa indipendente provinciale sugli spiriti per la durata in vigore della nuova legge dell' Impero sull'aumento della relativa imposta erariale. 7. Prima lettura del progetto di legge con cui vengono modificati alcuni paragrafi, della legge provinciale 30 novembre 1774 sulla regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante presso le scuole popolari publiche. Il protocollo ufficiale dd. 27 giugno 1901, che rivela la sorte di codesta seconda seduta, è scritto ne' termini seguenti : „11 Capitano provinciale visto che coi deputati comparsi non viene raggiunto il numero legale constata l'impossibilità di tenere l'odierna seduta. Aggiunge poi alcune comunicazioni, nel corso delle quali compariscono, chiamati dalla Presidenza, i membri della Giunta provinciale e dopo fatto l'appello nominale dei 14 deputati presenti chiude riservandosi di convocare a domicilio la prossima seduta." Per quanto sappiamo noi, una terza seduta della Dieta sarà fissata soltanto nel caso che v' intervengano i deputati della maggioranza. Non ommettiamo di notare che alla seconda intervennero tutti i deputati della minoranza. COSE SCOLASTICHE All' ordine del giorno della seduta dietale fissata pel dì 27 giugno decorso a Capodistria stava la prima lettura del progetto di legge per il miglioramento degli stipendi de' docenti delle scuole popolari dell' Istria e la modificazione di alcune altre disposizioni attualmente vigenti, onde non sarà certo discaro ai nostri lettori, specie al benemerito ceto dei maestri, tra cui contiamo molti amici, di conoscere la sorte finora corsa da quel progetto, la cura datasi dalla Giunta provinciale per farlo tradurre in legge, gli ostacoli che incontrò per via ed infine le condizioni nelle quali oggi si trova. In proposito parla eloquentemente la relazione che ne sarebbe stata fatta dalla Giunta ove la suddetta seduta non fosse andata deserta per difetto di numero legale, relazione che riportiamo qui sotto, come ci fu cortesemente comunicata ; Alla nota 22 settembre 1900 N. 6641, con cui la Giunta provinciale inoltrava alla Presidenza della i. r. Luogotenenza in Trieste, pel conseguimento della sovrana approvazione la legge votata dalla Dieta nella seduta dell' 11 agosto 1900 al punto IX dell' ordine del giorno sulla regolazione dei rapporti di diritto nel personale insegnante delle scuole popolari pubbliche dell'Istria, in seguito a pratiche avviate presso il competente Ministero perchè ne sollecitasse la sanzione, rispondeva, in data 7 marzo 1901 N. 474—1610, la seguente nota di S. E. il Luogotenente : „11 signor Ministro del culto ed istruzione, appar dispaccio del 29 novembre 1900 N. 31938, non è in grado di appoggiare la sanzione del disegno di legge nel suo attuale tenore, votato dalla Dieta provinciale nella seduta dell'11 agosto 1900, riflettente la modificazione delle leggi provinciali dell'8 novembre 1874 N. 30 e 14 dicembre 1888 N. 1 ex 1899 sui rapporti di diritto del personale insegnante delle scuole popolari pubbliche, frapponendosi a ciò varie difficoltà e segnatamente il disposto del § 12 in merito al coprimento dei posti di docente, che esige una riapertura del concorso, o il trasferimento d' ufficio di altro docente al posto vacante, disposto che involve una restrizione essenziale dei diritti delle Autorità scolastiche dello Stato. „11 signor Ministro, pure apprezzando i vantaggi derivanti alla casta insegnante dal progetto di legge, prima di prendere una risoluzione definitiva circa all' implorata Sanzione dello stesso, vorrebbe conoscere se la Dieta provinciale fosse propensa, allo scopo di ovviare ad una durevole e del tutto inammissibile sospensione del coprimento di un posto definitivo di docente, di modificare e rispettivamente di completare il § 12 del progetto nel senso, che la riapertura dell'avviso di concorso possa venir chiesta soltanto una volta. ^Inoltre avverte il signor Ministro che la Dieta provinciale dovrebbe desistere dal parere richiesto dal § 30 del progetto, da emettersi dalla Giunta provinciale in questioni della competenza d'alloggio del personale insegnante, e ciò tanto più che la Provincia non va annoverata in tali questioni fra i fattori obbligati alla concorrenza. „Egli è perciò che ho il pregio di interessare cotesta Giunta provinciale a voler esternarsi quanto prima sulla attendibilità di una riforma del disegno di legge in parola da parte della Dieta provinciale." La Giunta provinciale, preso analogo conchiuso, inviava a S. E. il signor Luogotenente la seguente : „Si ha l'onore di comunicare all' Eccellenza Vostra, che per sollecitare — nell' interesse dei docenti delle scuole popolari pubbliche — la sanzione del disegno di legge sui rapporti di diritto dei medesimi votato nella seduta dietale dell' 11 agosto 1900, la Giunta provinciale ha — con odierno conchiuso — stabilito di corrispondere ai relativi desideri di S. E. il signor Ministro del culto ed istruzione e quindi di fare — nella prossima sessione — formale proposta alla Dieta provinciale, che sarà, non dubitasi, propensa ad accoglierla, di modificare e rispettivamente di completare il § 12 di quel disegno di legge nel senso, che la prevedutavi riapertura del concorso possa venir richiesta soltanto una volta, e che, nel secondo capoverso del successivo § 30 sieno addirittura cancellate le parole : attingendo il parere della Giunta provinciale." „Pregasi pertanto 1' Eccellenza Vostra di innalzare la presente dichiarazione, con cortese sollecitudine, all' i. r. Ministero, perchè si possa procedere alla corrispondente riforma del suddetto disegno di legge nella prossima sessione." In seguito perveniva alla Giunta provinciale, in data 9 aprile p. p. N. 2478, 1' ulteriore nota luogotenenziale N. 731 del tenore: „Nel prendere a notizia il contenuto della sua nota del 12 marzo 1901 N. 1610, concernente il disegno di legge della Dieta provinciale sui rapporti di servizio e di diritto del personale insegnante delle scuole popolari pubbliche, il signor Ministro del culto ed istruzione, appar dispaccio del 30 marzo 1901 N. 7616, mi incaricò di render attenta codesta Giunta provinciale sulla circostanza, che non si possa rimettere nella facoltà della Giunta provinciale di provvedere al coprimento in via definitiva di un posto di docente mediante l'eventuale trasferimento d'ufficio d'altro docente, essendo fuor di dubbio, che già per la natura della cosa stessa non si possa acconsentire ad un tale disposto (§ 12 del progetto di legge) spettando soltanto all'autorità di servizio, rispettivamente scolastica, una ingerenza decisiva in merito ad un trasferimento per riguardi di servizio. „Locchè ho il pregio di partecipare a codesta Giunta provinciale in relazione alla mia nota del 6 marzo 1901 N. 474 Pr. per notizia e direzione." La Giunta provinciale, tosto in possesso di questo scritto, inviatole da S. E. il Luogotenente, e con riguardo massime al tenore nè deciso nè definitivo dell' ultima nota luogotenenziale surri-portata, avviava da prima delle pratiche in via breve presso il Ministero del culto ed istruzidne, e saputo che aveva già emanata la sua decisione definitiva in merito al progetto di legge in questione, si rivolgeva colla seguente alla Presidenza luogotenenziale : „Presa cognizione della favorita 6 aprile p. p. N. 731 Pr., la scrivente interessa l'Eccellenza Vostra, affinchè voglia cortesemente comunicarle quali sieno le modificazioni che S. E. il Ministro del culto ed istruzione vorrebbe introdotte nel § 12 del noto progetto di legge sui rapporti di servizio e di diritto del personale insegnante I delle scuole popolari pubbliche in questa Pro-| vincia, in corrispondenza a quanto qui parteci-j pato colla favorita suddetta. Sarebbe necessario uno schiarimento in proposito, quale quello così sollecitato, prima della prossima convocazione della Dieta provinciale. La risposta pervenuta alla Giunta provin-' ciale addì 18 giugno 1901 sub N. 4154 da parte di S, E. il Luogotenente, suonava : „Le modificazioni che il signor Ministro del culto e dell' istruzione vorrebbe introdotte nel disegno di legge, riflettente i rapporti di diritte» del personale insegnante delle scuole popolari ' pubbliche, votato dalla Dieta provinciale nella tornata dell'I 1 agosto 1900, e segnatamente per ciò che concerne il tema del § 12 del detto disegno di legge in merito alla presentazione di nomina dei docenti definitivi, furono già esaurientemente svolte nei dispacci ministeriali del 29 novembre 1900 N. 31938 e 30 marzo 1901 N. 7616 comunicati a codesta Giunta provinciale coile note del 6 marzo e 6 aprile 1901 N. 474 e 731. „11 § 12 quindi dovrebbe avere il seguente tenore : „11 diritto di presentazione ai posti vacanti i „di docente nelle scuole pubbliche popolari e ci-„viche viene esercitato dalla Giunta provinciale „entro i limiti della terna legale proposta dalla „Rappresentanza comunale." „Nel caso in cui la Giunta non se ne valesse „per mancanza di una terna legale completa op-„pure perchè i docenti, di cui fosse composta, „indipendentemente dalle loro qualifiche legali, „non apparissero adatti per speciali condizioni »locali, a coprire il posto vacante, dovrà a sua „richiesta essere esperito novello concorso però „per una volta soltanto in ogni singolo caso." „Ove la Giunta non esercitasse il diritto di „presentazione spettantele o per i motivi sopra „fissati non richiedesse l'apertura di novello concorso entro il termine perentorio di quattro settimane, subentrerà nei corrispondenti diritti e „facoltà di lei l'autorità scolastica provinciale, „senza che contro le relative sue disposizioni sia „ammissibile alcun rimedio di legge." Esaurita così la corrispondenza necessaria colle Autorità scolastiche dello Stato „la Giunta provinciale, preso nuovamente in esame il discusso § 12 e considerato che la dizione voluta ora dall'i, r. Ministero dei culto e dell'istruzione si scostava troppo dal tenore in origine da essa proposto e da quello accolto dell'Eccelsa Dieta, riteneva di non poterla accettare ; e riservandosi di proporre in avvenire altre corrispondenti modificazioni al detto § 12, quando si procederà ad un più largo rimaneggiamento delle vigenti leggi scolastiche provinciali, credeva di dover per ora mantenere in quella vece il detto § nella forma attualmente iu vigore, coli' unica aggiunta dell' aggettivo legale dopo la parola terna, aggiunta questa che appariva giustificata dal tenore dato al precedente § 11 ed anche accolta dal Governo. In seguito a questa riduzione del § 12 si dovevano omettere, nell' ultimo inciso del § 18, le parole „nel easo previsto dal secondo capoverso del § 12u ed valtriu e nell'ultimo la frase „attingendo il parere della Giunta provinciale. " Attinta poi la convinzione che rispetto all' indennizzo di alloggio la città e luogo di cura di Lussinpiccolo, in seguito all' affluenza di forestieri ed al conseguente rincaro dei quartieri, sia da pareggiarsi alle città di Capodistria, Pisino e Volosca ed ai luoghi di cura Abbazia e Lo-vrana, la Giunta nei §§ 29 e 30 ai due luoghi di cura testé menzionati aggiungeva anche quello di Lussinpiccolo." Questa la relazione, queste le modificazioni, con cui la Giunta avrebbe presentato ed eventualmente presenterà di nuovo alla Dieta il cen-nato progetto di legge, per l'approvazione. Ove però la Dieta non tenesse più quest' anno sedute, veniva la Giunta autorizzata dalla maggioranza a sussidiare straordinariamente, d'accordo col Consiglio scolastico provinciale ed entro i limiti del preventivo provinciale, il corpo insegnante delle scuole p. p. in provincia sulla base della legge votata l'anno scorso e dal Governo non accolta e verso sanatoria da ripetersi a suo tempo. Per quanto sappiamo anche i deputati slavi avrebbero dichiarato al Capitano provinciale che aderivano a tale ben dovuto provvedimento, onde non può ornai mancare. MADDALENA Noi confessiamo che' della risposta della démi-viérge non comprendiamo certe allusioni, alle quali essa ricorre al probabile scopo di far colpo parlando oscuro, atteso che le mancano altri argomenti. Noi ci guardiamo d'attorno e non vediamo nessuno di noi che abbia avuto contatto o abbia quanto che sia con tri -| buito a corrompere la verginità morale di costei, che certe volte pretese di mascherarsi da Giovanna d'Arco. Constatiamo, del resto, che essa si è rassegnata filosoficamente al vocabolo, col quale noi la abbiamo definita. La rassegnazione può sembrare un po' cinica, ma v'è la scusa.... del mestiere. Essa però lascia intravedere il proposito di emendarsi. La vedremo dunque battersi il petto e snocciolare il rosario? Maddalena nuova, a qual nuovo messia asciugherà essa i piedi? Oppure essa si sente vecchia e si prepara propizio il giudizio finale ? Se così, non dimentichi il tabacco da naso; un vecchio professore ci assicurava che il Trentino è abbastanza buono, inumidito con un po' d'acqua di rose. Simpatici residui della simpatia antica sono anche i buoni consigli. o IL PANAMINOJDI VERGORAZ (Continuazione vedi N. prec.) L' avv. Forlani riassume le lagnanze scritte. Le prime datano dal 1887. Nel Consiglio comunale di Vergoraz mai comparve un commissario del governo. Il difensore crede si possa sostenere essere sussistito 1' errore, che escrimina, per coloro che dirigevano la piccola Danimarca di Vergoraz. Fa la istoria della deputazione condotta nel 1887 dal Martinaz. Loda la lealtà militare del luogotenente. I delegati però nel pansare da Erode a Pilato videro mutato il tempo. Nel 1897 il rapporto del segretario della Giunta Brkljacia consigliava misure estreme, eppure il dott. Ivcevich disse in Dieta che a Vergoraz tutto procedeva in ordine. Ritiene l'eminente collega indotto in errore, che non può creder egli avrebbe scientemente mentito in cospetto della provincia perchè ne elogia le qualità. Comunque afferma che gli accusati do-veano in buona fede ritenersi impuni. Ricorda che nel 1859 la magistratura conscia a Vienna del proprio alto decoro non esitò a citare qual teste Bruck ministro in carica, che si trovò suicidato nel suo letto. Parla del processo Oppenheim. Anche in quello venne citato il ministro Banhans che giocò una triste parte in quel fatto, ed otto giorni dopo il dibattimento dovette ritirarsi. Ricorda che all' inizio del processo gli accusati chiesero telegraficamente soccorso al deputato consigliere aulico Vucovich, che rispose, mostrandosi disposto di favorirli. Conclude proponendo la citazione, quali testi, di S. E. il luogotenente David, per controllare il Martinaz, del vice-presidente Pavich, dei capitani distrettuali Luxardo, Blessich e Scarich, del dott. Ivcevich (di cui parla ancora con simpatia) dei deputati Vucovich e Mercussich, per la elezione dell'ultimo dei quali si spesero a Vergoraz fiorini 6000. Il P. M. Stambuk combatte la proposta dell' avvocato Forlani. Dice che il motto dell' accusa è frangar non fiectar. Nessun riguardo la trattenne; ma c'è materiale sufficiente. La persecuzione non si sarebbe arrestata dinanzi a titoli, se fosse sorta necessità di procedere. Il materiale di Vergoraz darà occasione ad altri settanta processi. Forlani. Non vuol essere frainteso. Non vagheggia altri accusati. Vuol solo provare che gli odierni son vittime d'un sistema falso e corrotto. E la Corte si riserva di deliberare. Udienza del 9 maggio 1901. Marco Palle,r portò al podestà del tabacco ed all'assessore Radonich un tacchino per ottener !a nomina di poljaro; mancata questa produsse petizione per indennizzo e perdette anche la causa. Viene certo Ante Bozich consigliere comunale che ha 1' originalità di difendere il Luetich ed il Kukulj e di accusare il podestà Pervau, eh' ei dipinge quale un tirauno prepotentissimo. Questo villano, che sembra astutissimo, ricorda date, cita paragrafi e detti latini, censura le disposizioni del regolamento elettorale come un curiale. Dice che nel 1884 si spesero molti bezzi per la elezione del Bianchini : (ahi ! ahi ! ahi !) per quella del prof. Mercussich la bagatella di 6000 fiorini. Fu eletto adesso membro del comitato finanziario ed avendo il tutore spirituale del Comune Pietro Andriassevich trovato nei §§ che tale ufficio può esser rimunerato, ei percepisce cor. 4 per ogni seduta. Il ricco Jovich ri- ceveva invece fior. 10 e gli aveva promessa la successione. Dal 1879 il leste si querelò cento volte alla Giunta, sempre invano. Mate Pivaz fu assessore dal 1880-83 Quando se ne andò volle una dichiarazione d' esser esente da responsabilità. Ne tiene una, che si legge, firmata dal podestà Pervan che dichiara d' esser egli solo responsabile per la gestione del triennio. Ad interroga del dott. Salvi, dice che tale dichiarazione fu dettata ad uno scrivano del Comune dal segretario Kukulj. Udienza del 10 maggio 1901. La Corte ha respinta la proposta del difensore Forlani per la citazione di alcuni membri del governo e della Giunta provinciale ; nella sua notevolissima motivazione dice: „Le circostanze sulle quali questi testimoni vennero introdotti sono già pienamente provate, essendoché dalle denunzie che si trovano in atti e che sono state dirette alle autorità preposte, chiaramente risulta che queste autorità sapevano in quale stato si trovasse il Comune di Vergoraz. Le dette persone non potrebbero dunque venir interrogate che perchè non furono adottati mezzi più energici, ma ciò non può interessare questa Corte di Giustizia non essendo questo oggetto di sua competenza." „Quanto ai testi prof. Mercussich e cons. aulico Vucovich si osserva che questi non potrebbero deporre che sulla circostanza che il Comune spendeva molto denaro per scopi elettorali, > ora ciò è provato dalla piena confessione del Kukulj e dalla attestazione di numerosi testimoni, perciò si presenta superflua la comparsa dei signori Vucovich e Mercussich." Il Presidente comunica quindi i conteggi fatti dai periti, su proposta del difensore Manger, a stabilire, in relazione agli esiti effettivi, il disavanzo nel ventennio. Da quest'ultimo elaborato peritale risulta : Un reddito di.....fior. 217.319 Un esito.......„ 148.821 Quindi un ammanco di . fior. 68.498 Il difensore Manger motiva la proposta perchè venga assunta una nuova perizia. Sostiene che anche 1' ultima è sbagliata, perchè stabilirebbe adesso un defraudo superiore di fior. 26,807 a quello già supposto. 11 P. M. Stambuk si oppone. Per gli scopi dell' accusa e sufficiente che la distruzione del denaro comunale superi la cifra di fiorini 100. La Corte si riserva. Viene assunto Antonije Stralicio, redattore del Jedinstvo. Il Kukulj passeggiando la marina gli disse che gli avrebbe mandato del denaro, crede per abbonamenti. Ricevette difatti fior. 30. Gli scrisse chiedendo spiegazioni. Non le ebbe. Offerse il denaro al giudice istruttore, poi all'avvocato Forlani difensore del Kukulj. Nessuno ne volle sapere ; quindi trovasi presso di lui. Si legge una lunga lettera dello Strazicié al Kukulj. Vi si contengono istruzioni per la lotta elettorale. Si dice che per far colpo sulle autorità preposte, specie ecclesiastiche, bisogna dipingere gli avversari come turbolenti. Che questa è tattica propria dello scrittore, e non ha mai fallato. Dice di aver parlato perdendo più di un' ora con persona infiuentissima in Curia e di averla persuasa ad agire. Saprà domani se si faranno dei passi. Non risparmierebbe il papa, figurarsi poi il vescovo ! P. M. Domanda conto al testimonio di altri fior. 30 percepiti. Ella teneva corrispondenza as-siduissima col Kukulj. Le tante lettere raccomandate ricevute si riferivano a cose comunali o private ? Teste. Comunali. P. M. Nell'esame scritto aveva detto l'opposto. Viene introdotto il prete don Drazimiro Devcich, addetto adesso alla locale Pubblica Beneficenza. Fu consigliere comunale e membro del comitato finanziario. Vuol fare anche lui il Pilato. Non ricorda d'essersi accorto di irregolarità nei conti, o di errori. Non sa chi dirigesse le faccende al Comune. Il Presidente fa dar lettura d'una violentissima rimostranza prodotta dal teste e da altri cinque reverendi parroci il 23 agosto 1884 alla luogotenenza contro il Comune di Vergoraz. Contiene accuse formidabili contro don Luetich, dipinto quale lo spirito maligno del paese. Si parla del regime del terrore che domina. Presidente. Come mai, pochi giorni dopo prodotta questa rimostranza, ella vidimò i conti del Comune e li dichiarò in ordine ? Teste. Non se ne ricorda. Non aveva competenza finanziaria. Le cifre battevano. Presidente. Fa dar lettura d' un protocollo di seduta consigliare del 1888, dal quale risulta che il teste in quell' anno s' era rifiutato di fungere nel comitato finanziario sebbene ripetutamente invitato e non dimessosi. Nel momento della discussione in consiglio il teste uscì dalla sala. Perchè ? Teste. Non se ne ricorda. Presidente. Se non intendeva corrispondere al suo dovere perchè non si è dimesso ? E perchè nell' anno successivo 1889 ritornò-a vistare i conti e a darli per esatti? Il teste donabbondeggia. Si legge una risposta del Comune di Vergoraz alla rimostranza dei sei parroci. E rivolta-ali'i. r. Capitanato distrettuale di Macarsca. Lo stile polemico è vibratissimo contro i frati Rajich e Bilich e contro il prete Devcich. Si parla di fanciulle che prendevano la comunione ogni giorno senza confessione ed andavano troppo ben vestite. (!) Si asserisce che la casa parrocchiale del Raich era sede di azienda elettorale e vi si gustavano grassi banchetti. Il Presidente constata che la minuta di tale risposta si trovò scritta di carattere del prete Luetich. Si legge una lettera del prete Devcich colla quale rimprovera il Luetich d'ingerirsi, contrariamente ai patti, nella scelta delle cariche vil-liche nel villaggio ove il Devcich è parroco. Passano parecchi negozianti e fornitori che ebbero saldate dal Comune le commissioni del Kukulj. Tra questi frate Mute Simich gran maestro della pravasseria che vendette del vino in occasione di elezioni. Udienza delVll maggio. La giornata è dedicata al clero croato che brilla in questa udienza, a voce ed in iscritto. Perchè, oltre all'audizione dei vari testi, si dà lettura di insinuati, denunzie e lettere di reverendi. Non può riassumersi l'impressione che desta questo piccantissimo materiale. Dopo fra Mate Simich, vien introdotto il frate Josip Raich, vecchio, secco e fievole nella voce. Fu parroco a Vergoraz dall'84 all'88. Firmò primo la rimostranza dei curati alla luogotenenza nell'agosto 1884 onde „provocare una indagine." Di scienza sua dice adesso di saper poco degli affari del Comune e vuol togliersi d'imbarazzo, richiamandosi al prete Devcich, che viceversa s' era richiamato a lui. Dice che il podestà Pervan non era persona idonea all' ufficio. (Poiché il teste si mostra alquanto smemorato il Presidente gli ricorda alcuni passi del suo esame scritto che egli conferma). I preti andarono al potere coi nazionali. Luetich volle impossessarsi subito del sommo dei poteri. Era decano fra i sacerdoti e quindi aveva la massima autorità ecclesiastica; volle avere anche la civile, imperando al Comune. Aveva istigato tal Denovsky a sedurre una ragazza per far poi ricadere dei sospetti sul teste. Eppure — dice — fui io a salvargli forse la vita ! Ecco come. Un giorno venne a me (in cui per ragione di partito si aveva grande confidenza) un bellissimo giovine di Vergoraz e mi disse che egli, assieme ad altri due o tre, fra i più belli suoi coetanei, avevano organizzato un tranello contro il prete Luetich. Si sarebbero vestiti da pastorelle e spingendo l'armenta, a sera, si sarebbero trovati in tal costume sulla via che il parroco di Dusina doveva attraversare nell'aperta campagna. Incontratolo ed allettatolo, quando sceso da cavallo avrebbe iniziata della.... attività lo avrebbero conciato per il dì delle feste. Ma io — dice il teste — intervenni energicamente e minacciai il confidente che se azzardasse tradurre in atto il divisamento, avrei abbandonata la parte loro. Mi ubbidì e nulla avvenne. Il teste racconta come ei favorisse l'insurrezione in Bosnia-Erzegovina; ricettasse i profughi ed i volontari di passaggio ; raccogliesse e distribuisse armi. Seppe che il Luetich trattenne una parte di tali armi, offerte dalla popolazione pei combat-tenti, sostituendole con delle carabine. (Continua).