ANNALES 3/'93 izvirno znanstveno delo UDK/UDC 949.713 Šišanj SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI Barbara BURŠIČ GIUDICI, master in filología romanza, assistente per la lingua italiana, Facoltá di Pedagogía di Pola, C R O mag., asistent za italijanski jezik na Pedagoški fakulteti v Pulju, 52000 Pulj, C R O SINOSSI Sulla strada che, come continuazione della Decumana, si dlparte dal Foro di Pola, spingendosi in linea retta verso il Quarnero, si trova il paese di Sissano. Dista tre chilometri dal Quarnero e dieci dall'antica Nesazio, centro principale degli Histri, abitanti dell'etá del ferro. Sulla strada che, come continuazione della Decu­ mana, si diparte dal Foro di Pola, spingendosi in linea retta verso il Quarnero, si trova ¡I paese di Sissano. Dista tre chilometri dal Quarnero e dieci dall'antica Nesazio, centro principale degli Histri, abitanti dell'etá del ferro.1 Le pertinenze del comune di Sissano, sede di una sors Sissanum2, si estendono da Punta Zuffo verso l'in- senatura di Porto Badó al Monte della Madonna verso Lisignano, fino a Orcevano, Turciliano, Sichici e Giadres- chi. La sua posizione in una zona nell'entroterra polese ricca di boschi, di campagna féconda ed il mare adj­ acente, vi favorî l'insediamento di comunità d'abitato fin dai tempi più remoti. Non lontano da Sissano si eleva dolcemente a 88 m una collina chiamata Monte Bianco o Monte della *5 Madonna , castelliere preistorico di considerevoli di- mensioni ed a duplice cinta. Se Sissano fosse stato abitato già al tempo dei Castellieri, non possiamo dirlo con certezza, per mancanza di reperti, anche se l'ubicazione su quella dolce altura, circondata da fertili campi, puô suggerire una tale possibilité. I siti archéologie! sparsi un po' dappertuto lungo la costa da Punta S. Stefano a Medolino sono espliciti esempi della presenza della cultura romana che ivi fiori dopo la caduta di Nesazio ( nel 177 a. C.) e l'ocupazione dell'lstria. Dopo la sconfitta dei Romani alie foci del Timavo nel 178 a. C., il comando delle due legioni reclútate proprio per la guerra contro gli Histri fu affidato al consolé Claudio Pulcro.4 Giunto sotto Nesazio giá assediata dai due consoli del 178 a. C., sciolse il loro esercito e con le nuove forze condotte strinse piú da vicino la cittá cercando di espugnarla con l'impiego di macchine da guerra. Lungo le mura di Nesazio scorreva una grossa vena d'acqua che finiva nel porto di Badó: ai Romani era d'impedimento perché non permetteva loro di awicinare le macchine alie mura, mentre ai difensori offriva l'acqua da bere. I Romani ne deviarono ¡I corso. I difensori di Nesazio, quando salirono di buon mattino sulle mura e videro scomparsa l'acqua che ser- viva loro di difesa e di vita, furono presi da un enorme terrore, credendo che ció fosse opera dei loro dei. Benché disperassero non vollero arrendersi neppure allora, e preferendo di veder morti sotto i propri occhi e per le loro stesse man i le mogli ed i figli piuttosto che lasciarli in schiavitü, mentre i Romani si appres- 1 K. M ihovilič, Nesazio nell'Archeologia e arte dell'lstria, M useo Archeologico dell'lstria, Pola, 1985, p. 46. 2 B. Schiavuzzi, Attraverso l'agro colonico di Pola, AM SI, Vol. XXIV, Parenzo, 1908, p. 144. 3 C . Marchesetti, I Castellieri preistorici di Trieste e della regione Giulia, "Italo Svevo Trieste, 1981, p. 105. 4 B. Benussi, Saggio d'una storia dell'lstria dai primi tempi fino all'epoca della dom inazione romana, Trieste, 1986, p. 75. 299 ANNALES 3/'93 Barbara BURŠIČ GIUDICI: SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI, 299-304 tavano all'ultimo assalto, incominciarono ad uccidere le donne ed i figli, e gettare giù dalle mura i cadaveri, spettacolo miserando agli stessi nemici. Il re Epulone si trafisse con la propria spada: gli altri o perirono o furonofatti prigionieri.5 Triste e miserabilescena. Hanno preferito la morte alla schiavitù. Lucano: ignoratque datos ne quisquiam serviat enses . E che dire di Numan- zio in Ispagna? Tanto era l'orgoglio dei Numantini che tutti fino all'ultimo cittadino si toise la vita negando il trionfo al console romano. Coll'eccidio di Nesazio l'Istria venne a far parte dello Stato Romano. I Romani trasformarono un terzo delle miglîori terre in agri pubblici chevennero popolati con i coloni romani e quelîi romanizzati e con i veterani, che diffondevano la propria civiltà lasciando impronte ben visibili tut- t'oggi. Attratti dalla fertilité del suolo, dalla ricchezza dei boschi, dalla bellezza délia costa, corne pure dalla vicinanza délia colonia di Pola, fondarono nell'agro nu­ meróse ville rustiche. I resti nel territorio di Sissano sono stati trovati a M. Madonna, S. Martino, S. Lorenzo, S. Giovanni e S. Stefano.7 Qui si scorgono le mura délia vasta chiesa, le ruine di qualche casa e certi sot- terranei a volta. La chiesa di S. Stefano venne officiata fino al secolo scorso ed il comune prowedeva l'olio perché una lampada ardesse giorno e notte, come sím­ bolo di fede e corne segnale propizio aile navi.8 Qui difatti sfoggiavano il lusso dell'opulenza e si davano ai beati ozi délia campagna le famiglie dei Flaminii, dei Crassi, degli Antonii, dei Flavii, dei Giulii ecc. Da questi territori il vino, i cereali e l'olio d'oliva andavano in grande abbondanza a riempire le già ricche casse dei Romani. Una vita quieta e relativamente ricca duro per una gran parte della popolazione fino all'inizio del IV sec. d. C. II tramonto del mondo antico in Istria è caratterizzato da fondamentali cambiamenti sociali, amministrativi e culturali, nonché da una forte pressione di nuovi po- poli.9 Agli Eruli e Rugi tennero dietro i Goti, a questi i Bizantini. I Longobardi, non potendo avere l'lstria, se ne vendicarono saccheggiandola e gli Slavi misero tutto a sacco ed a fuoco. Le cronache di quel tempo non sanno che ripetere la frase lugubre universa caede et igne consumunt .10 Nel 489 l'lstria viene annessa dai Goti orientali al loro stato con sede a Ravenna. Sotto la dominazione bizantina la provincia dell'lstria viene governata da un duca (dux) e da un maestro dei milití (magister militum), i quali si divisero l'autorità giudiziaria, amministrativa e militare. Alla fine del VI sec. la provincia viene ridotta, per il pericolo dei Lon­ gobardi che miravano ad l'impossessarsene, a distretto militare. Come altrove, cosí anche a Pola, comune autonomo, esisteva un proprio consiglio municipale, che estendeva la sua giurisdizione sulle ville. I numerosi ed estesi beni patrimoniali delle famiglie dei cesari ed i migliori fondi erano passati nelle mani del fisco e venivano coltivati da coloni. A Sissano apparteneva al fisco anche la casa Zerontiaca nei Saranzani. II titolo Saranzani o Carsi di Saranzan ci da motivo a ritenere che dove stava la villa di S. Martino fosse stata la Casa Zerontiaca, di cui nel Plácito di Risano si dice che il duca Giovanni se ne appriopriô. Si trova sopra una sors, che il Kandler intitola Zartian (Zartianum). 1 Succeduto al governo bizantino il franco (nel 788), anche nell'lstria viene introdotto il sistema feudale. In questo periodo è aumentata di gran lunga la coloniz- zazione dei popoli Slavi, di cui parla il Plácito di Risano (804).13 L'agro giurisdizionale di Pola contava 72 ville ed era diviso in tre grandi feudi: quello del vescovo di Pola, quello della chiesa ravennate o feudo di S. Apollinare e quello della chiesa parentina. I vescovi di Pola pos- sedevano la contea di Pola che comprendeva la città ed il territorio rimanente. Secondo le acute osservazioni del Benussi, Pola alla fine del IX e all'inizio del X sec. doveva formare una contea laica, che abbracciava bu- ona partedell'episcopato. Quando poi ¡I potere comitale passo nelle mani del vescovo, si sciolse il nesso tra città e contado. I cittadini, non ¡mmemori dell'antica grandezza del loro comune, esautorarono i vescovi dap- prima del potere sulla città, poi, a poco a poco, sub- ordinarono a questa anche il contado. Ma come i vescovi s'awidero che il comune tentava 5 T.Livio , Storia di Roma dalla sua fondazione, p. 4 1 .1 1 4 1 .1 3 ; B.Benussi, L'lstria nei suoi due milleni di storia, Trieste, 1924, p. 43. 6 V . G irardijurkic, L'lstria in epoca romana nell'Archeologia e arte dell'lstria, M useo Archeologico dell'lstria, Pola, 1985, p. 54. 7 R. Matijašič, Ageri antičkih kolonija Pola i Parentium, Latina et G raeca, Knjiga VI, Zgb., 1988, pp. 3536 . 8 V . Monti, Cenni storici di Sissano, Parenzo, 1911, p. 16. 9 B. M arušič, L'lstria in epoca tardoantica e altom edievale nell'Archeologia e arte dell'lstria, M useo Archeologico dell'lstria, Pola, 1985, p. 100. 10 Benussilve, Storia e dialetto di Rovigno, Trieste, 1888, p. 36. 11 B. Schiavuzzi, op. cit., p. 144. 12 B. Benussi, L'lstria nei suoi due milleni di storia, Trieste, 1924, p. 99. 13 P. Tedeschi, Del decadim ento dell'lstria, Capodistria 1880, p. 29. 300 ANNALES 3/'93 Barbara BURSlC GIUDICI: SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI, 299-304 la loro completa esautorazione, preferirono ¡nfeudarne una parte a Ruggero Morosini, conte d'Ossero e di Arbe, che allora (1198) fungeva da podestá di Pola.14 Questo feudo, conosciuto col nome dei Morosini, com- prendeva terreni e rendite anche a Sissano, Guargnano e Orcevano. Poco piu tardi i vescovi alienarono anche il rimanente dell'antica contea, cedendo ai patriarchi di Aquileia, divenuti marchesi d'lstria, le undici ville che costituirono la Regalía, tra le quali erano Sissan e Turcilian. Né i successori di Cario Magno, i re italici ed i signori tedeschi, né i loro rappresentanti, cioé i governatori duchi e marchesi elettivi ed ereditari, si curarono molto dell'lstria: vivevano troppo lontani, troppo implicad nei disordini beüici che agitavano la Germania e l'ltalia, per occuparsi di questa provincia. Pola aveva raggiunto la sua completa autonomía, quando l'imperatore Ottone IV infeudó la Marca d'lstria a Volchero di Colonia, patriarca di Aquilea (1209). Grave detrimento derivó a Pola dal nuovo governo che la privó dei diritti giurisdizionali. A Sissano erano sitúate proprietá terriere che fa- cevano parte del feudo Morosini, conferito dal vescovo Ubaldo alia famiglia omonima.1 Nel 1285 il vescovo Matteo di Castropola glielo tolse e lo concesse ad Andrea di lonata.16 La signoria di Venezia intervenne per difendere i diritti dei Morosini, ma appena nel 1309 Donato Morosini poté essere in­ vestida nuovamente del feudo, che dopo tre anni ven­ derte a Sergio Fiorella e a Nascinguerra VI dei Castropola. Sono queste le cause delle discordie tra i Castropola e i Gionatasi, che portarono alia cacciata della famiglia dei Castropola da Pola. La comunita rurale di Sissano, come tutte le ville della Polesana, aveva da tempi remotissimi un'ammi- nistrazione propria. A capo della villa stava un meriga (l'anziano piu saggio e rispettato del borgo), che rac- coglieva l'adunanza generale dei capi di famiglia (vi- cima), in cui si discutevano gli interessi della comunita e si prendevano le deliberazioni che dovevano venir approvate o dal vescovo, o dal podestá di Pola o dalla Regalía, o infine dal Conte di Pola, quando il dominio veneto occupó la térra. A lato del meriga stavano i dadodici, la cui carica si trova citata molto frequente- mente nellefonti d'archivio. Negli atti del paese, risalenti al XVI sec., si riscontra l'attiva opera dei dadodici e dunque la loro importanza. Ancor'oggi il cortile della casa dei Frezza é chiamato la corte dei Dadodici. Insieme con i merighi si radunavano a consiglio ristretto, assis- tevano alie adunanze del popolo ed avevano parte negli atti piu rilevanti déla comunita. Venivano nominad a vita, tra i più vecchi e pratici villici (vicini), che avevano manifestato rettitudine e capacita nella molteplica dire- zione della comunita in qualitá di merighi. Interno al 1500 troviamo due merighi. Essi rappresentavano il co- mune presso le autorità: si recavano a prestar omaggio 0 chieder favori al doge, trattavano col notaio e col- l'awocato e prowedevano alla tranquillité del paese. Raccoglievano e versavano in denaro o in natura le imposte al conte e al vescovo, si curavano della con- servazione e della retta amministrazione dei beni. Giá al principio del 1400 iniziava ¡I lungo periodo di deiezione che portó a decadenza la penisola istriana. Le lotte intestine, le guerre e i saccheggi si alternavano con le pesti, e talora in concomitanza rovinarono il paese. Le lunghe lotte combattute da Venezia contro 1 Patriarchi, contro Genova, contro il re Sigismondo e le sue bande scorazzanti, la quotidiana guerra di rap- presaglie per la liberta dei commercio e quella col- l'imperatore Massimiliano I esercitarono un effetto dis- astroso che impoven il paese, disertó le terre fertili, annientô l'industria non dispregevole. La peste dei 1347 e 1348 riusci micidialissima, e a questa ne seguirono altre nel 1361, nel 1413 e nel 1427, cosí che la po- polazione ne fu ripetutamente decimata. Sissano fu tra i paesi della Polesana forse il più for­ túnate. Aveva fino al 1631 il suo capitolo con numeroso clero, le sue case eran fornite di quanto abbisogna a gente civile, e la foggia di vestire in rascia o in morello e più spesso in panno nero e talora in longario o pig- nolato, con ampie guarnacche, e le fibbie d'argento e i bottoni e i cingoli di qualche valore, indicavano una modesta agiatezza, che perô non ebbe lunga durata.17 Il Senato rilevô con rammarico il depauperamento dell'lstria in generale e di Pola in particolare, poichè dei quindici luoghi abitad fino al 1150 fra Pola, Sissano e Medolino, e cioè: Arano, Azano, Barbolano, Cime- lione, Cuves, Lisignano, Medolino, Norniano, Pomario, Pompignano, Quarniano, Sissano, Taviano, Turciliano, Urcivano, non ne esistevano più di quattro: Sissano, Lisignano, Medolino e Pomario. Per ripopolare l'Istria si decise allora di creare nel 1556 un Magistrato sopra Beni inculti con sede a Venezia, la cui opera perô riuscî inefficace.18 Verso la metà del XVI sec. giunsero in Istria numerosi 14 C . de Franceschi, Il com une polese e la Signoria dei Castropola in Atti e M em orie, XVIII, 1902, p. 169. 15 B. Schiavuzzi, op. cit., p. 144. 16 V. Monti, op. cit., p. 23. 17 Ibid., p. 32. 301 ANNALES 3/'93 Barbara BURSlC GIUDICI: SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI, 299-304 Morlacchi Maurovlahi, originariamente di stirpe rum- ena, dopo si erano tutti slavizzati19 , sfuggendo le crudeltá del giogo turco dall'entroterra dalmato ed al- banese. Pastori ed agricoltori, ma anche briganti ribelli ai Turchi (hajduci), organizzati in famiglie patriarcali, nominalmente sudditi della Serenissima, vennero tras- feriti in modo organizzato ma arrivavano anche spon- taneamente, e presero possesso delle terre abbandonate con ¡I consenso del governo che assegnó loro inoltre strumenti agricoli, sementi e sussidi.20 Sull'altura di S. Martino che a 63m sul livello del mare domina la con- trada detta Saranzani si trovava nel medioevo una villa. Abbandonata dagli antichi abitanti, venne nel 1587 data in usufrutto ai Morlacchi di Zara. Ora la villa é ridotta 21a rovme. Sissano poteva allargare i suoi confini quando le vicine ville di Orcevano e Guargnano andarono deserte d'abi- tanti. Pietro Contarini, conte di Pola, decise il 3 maggio del 1528 che la villa abbandonata di Orcevano col suo territorio venisse annessa al comune di Medolino. Protestarono i Lisignanesi, i Sissanesi, rappresentati dal loro awocato Metello de Metellis da Capodistria, ed il comune di Pola. La lite duró otto anni e il 5 aprile 1536 il Capitano di Raspo in qualitá di giudice delegato del doge Andrea Grisi, pubblicava la sentenza nella quale un terzo della contrada di Guargnano veniva annessa a Sissano, il resto con Orcevano veniva asseg- nato ai comuni di Medolino e Lisignano.22 Sissano contava allora 86 famiglie. I Proweditori in- contrarono gravissime difficoltá per l'opposizione dei legittimi proprietari, i quali vedevano malvolentieri dis­ tribuid i loro beni patrimonial! a gente venuta da lontano. Eppure, intorno al 1580, i Morlacchi, i Greci, i C¡- prioti, i Napoletani ed alcune famiglie della Contea di Pisino ottennero l'investitura di molti campi a Pola e nei dintorni. Frequenti erano le risse ed i motivi di litigio, e non pochi Greci e Cretesi, soprawissuti alie pestilenze, abbandonarono l'lstria. A sostituirli giunge- vano alia spicciolata altri Morlacchi, che accontentan- dosi del mínimo lavoro agricolo che dava loro il diritto di conservare i beni ricevuti dalla generositá del governo veneto, si davano piú volentieri alia devastazione dei boschi e vivevano di pastorizia, commercio e contrab- bando. Nicoló Salamon, proweditore dell'lstria, nella sua relazione del 5 marzo 1588 tra l'altro esponeva: Sono últimamente venute 27 famiglie di Morlacchi dai terreni di Zara, Sebenico e Trau. A 4 di queste furono assegnati terreni nelle pertinenze di Sissano e Lisignano, non volendo andaré a Medolino. Furono collocate anche alquante famiglie d'lmperiali, gente con- simile ai Morlacchi, robusti e molto atti all'agricoltura. 23 Nel 1641 il conte e proweditor di Pola venne in- caricato di accogliere 600 Hajduci, i quali furono prov- visti di bestiame e investid di terre immuni da con- tribuzioni, site nel territorio di Pola e di Sissano. Gli indigeni ne rimasero dolorosamente colpiti. Scoppia- rono gravi lid e gli Hajduci abbandonarono il paese. Allora Sissano (26 setiembre 1697) riebbe i terreni che il capitano di Raspo, Francesco Querini, aveva loro accordato.24 Una lunga lite inizió a causa della Ducale del 20 marzo 1638, quando ai Promontoresi venne dato in usufrutto il bosco di Sissano. Scoppió un malcontento. I Sissanesi basavano le loro ragioni sul fatto che i boschi di Cedrina e Monte della Madonna, essendo prostimi, non potevano essere usufruiti da altri. I Promontoresi, dall'altra parte, si appellavano alia Ducale. Nei lunghi anni che duró la lite, i boschi vennero danneggiati piü volte. Odi e vendette si susseguivano fino al 1763. Presso il Magistrato Eccellentissimo dell'Avogaria di Ve- nezia, i dadodici sissanesi Zuane Tromba e Giacomo de Campo e il meriga promontorese Tone Slipsevic vennero ad un accordo. I Sissanesi vennero riconosciuti padroni dei due prostimi Cedrina e Bosco della Maon- toresi venne concesso l'uso di tagliarsi legna per fuoco e pali. Pero, la lite continuó ancora per cinquant'anni.25 La legenda narra che numerosi Uscocchi sbarcarono un giorno nel porticino di Malagatta e assalirono il villaggio di Sissano. II terroredegli abitanti venne repres- so dall'inteligenza dei capi della comunitá, i quali, con­ vocad gli abili alie armi, li guidarono con audacia contro gli invasori. La lotta fu breve ma cruenta, e awenne in una radura chiamata ancor'oggi il campo della bat- taglia. Gli Uscocchi, battuti, potevano a stento salire sulle navi e prendere ¡I largo. Sissano, sottomettendosi al dominio veneto nel 1331, si obbligó di offrire alia basílica di S. Marco due mire d'olio. Tutti i beneficiad e gli abad dei monasteri do- vevano versare al vescovo un importo annuale, che si chiamava cathedraticum oppure cerca, per i benefici 18 M . BertoSa, Mletacíka Istra u XVI i XVII st.,I, Pula, 1986, p. 83. 19 B. Benussi, Spigolature polesane in Atti e M em orie, Vol.XXIII, Parenzo, 1908, p. 388. 20 Benussilve, op. cit. p. 129. 21 B. Schiavuzzi, op. cit., p. 144. 22 V . Monti, op. cit., p. 36. 23 C . de Franceschi, L'lstria, note storiche, Parenzo, 1879, p. 361. 24 V . Monti, op. cit., p. 43. 25 M . BertoSa, op. cit., p. 273. 302 ANNALES 3/'93 Barbara BUR$IC GIUDICI: SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI, 299-304 che godevano e che venivano considerad come beni vescovili.26 I canonici di Sissano pagavano un importo maggiore degli altri collegi canonicali o rettori di chiese pievanali. Ció stava a significare che intorno al 1629 ¡I beneficio di Sissano era considérate il piu ricco del Polese. La chiesa, eretta nel 1527 é dedicata ai santi Felice e Fortunato e sorge sulle rovine d'una piü antica, che probabilmente era stata costruita sulle macerie di una costruzione romana. Prospero Petronio (morto nel 1670) la nomina di honesta grandezza.27 Fia cinque altari, dei quali due pregevoli per le sculture in legno. Oltre alia chiesa parrocchiale, il cui curato ancor nel XIV sec. godeva il titolo di arciprete28, vi erano altre piccole chiese sparse nel villaggio e nella campagna circostante: la Santissima Trinitá e la Madonna del Mon­ te che esistono tutt'oggi, mentre quelle della Madonna Nuova e dell'Annunciata, di S. Martino, di S. Francesco e di S. Elíseo non hanno resistito al logorio del tempo. La chiesa arcipresbiteriale dei SS. Felice e Fortunato ha conservato il carattere latino e le iscrizioni lapidarie sono tutte latine. Appresso la chiesa vi é una descrizione in lettere grandi e pietra largissima29: CAPRIA . L . F . RVTILA TESTAMENTO . FIERI IVSSIT ARBITRATU .FLAMINVM P . F . RVTILAE , cioé Capria L. F. Rutila ordinó per testamento che si erigesse a P. F. Rutilae, ad arbitrio dei Flamini.30 I piü antichi registri della parrocchia risalgono al 1660. II clero sissanese usciva per lo piü dalle famiglie indigene, e nella seconda meta del XVII sec. troviamo un Giovanni Frezza, un Agostino Deghenghi, un Giacomo Zulliani, un Francesco Popazzi, un Horado Moreschi e molti altri. Nel libro dei defunti troviamo che il 22 setiembre 1663 morí a Sissano Fra Ambrosio Fracassini (da Brescia), vescovo di Pola dell'etá di 66 anni. Fu vescovo 5 mesi 31e 22 giorni. A Fiume istituí il monasterodelle monache. Durante la decadenza dell'lstria, quando cessó ogni industria e si spense ogni arte, altra gente giunse a Sissano e altrove dal Friuli e dalla Carnia: erano per lo piu artigiani operosi, che introdussero in Istria, dal XVI sec., le nuove tecniche di lavorazione nei mestieri piü importanti. Nel XVIII sec, la popolazione di Sissano ando diradan- dosi e dei 443 abitanti registrad nel 1763, il censimento ordinato da Paolo Condulmier, podestá e capitano di Capodistria, nel 1741 ne trova soltanto 365. II primo censimento austríaco (1850) ne enumera soltanto 218.(31) La malaria e la siccita avevano decimato la popo­ lazione. I boschi erano per la maggior parte ridotti a brugliere, i campi, a causa delle continue depredazioni, non ripagavano la fatica spesa nel coltivarli, e la miseria cresceva sempre piü. Negli ultimi decenni del XIX sec. parecchie famiglie slave vennero dal distretto di Pisino e dai comuni vicini ad abitare a Sissano, attratti dalla ricchezza dei beni comunali e dalla felice vicinanza di Pola, il cui me- raviglioso incremento arrecó benéfico influsso a tutto il territorio. Anche oggi molti sissanesi, abbandonato il duro lavoro dei campi, si recano giornalmente a Pola dove trovano lavoro nell'Arsenale o in altre imprese dell'industria polese. Ció porta ad un gradúale declino dell'agricoltura e della pastorizia in tutto l'entroterra polese. Dopo ¡I grande esodo degli optanti, awenuto negli anni immediatamente successivi alla fine della II guerra mondiale, Sissano, come altri paesi prettamente italiani, si trovó ulteriormente decimato nella popo­ lazione, il che portó ad un nuovo ristagno nell'economia tradizionale. La venuta di nuove famiglie dall'interno dell'lstria, ma anche da altri territori exjugoslavi, il ritorno in paese di molti fino ad allora residenti in città dove lavoravano, diedero nuovo impulso alia rivitalizzazione del paese grazie anche alia notevole meccanizzazione, introdotta nell'agricoltura e nell'allevamento del be- stiame. II potenziamento della rete stradale, della rete idrica e dell'elettrificazione porta ad un aumento del- l'edilizia abitazionale e ad un gradúale incremento della popolazione. La complessitá cultúrale istriana, aperta alie speranze di un futuro migliore, si puó delineare attraverso rilevanti fenomeni, come il paesaggio, le abitazioni, le attivitá lavorative, le paríate, i rapporti sociali e la vita religiosa. Famiglie abitanti la parrocchia di Sissano nei sec. XIV-XVI (dai libri parrocchiali) Agnetis(de), Albi(de), Albona(de), Altibelle(de), Anzelin de ladera. Baron, Bartuci, Brigada, Bel, Benvenuti, Bonassini, Bon- tempo, Botaconus, Botazi(Botazo, Botazzo o Botaco), 26 V . Monti, op. cit., p. 47. 27 P. Petronio, M em orie sacre e profane dell'lstria in Kandler, Notizie storiche di Pola, 1876 . 28 B. Schiavuzzi, op. cit., p. 145. 29 P. Petronio, op. cit., p. 259 30 B. Schiavuzzi, op. cit., p. 144. 31 B. Benussi, Spigolature polesane ecc., op. cit., p. 373. 303 ANNALES 3/'93 Barbara BURŠIČ GIUDICI: SISSANO ATTRAVERSO I SECOLI, 299-304 Botazin, Brisina, Burli. Cadenazzo, Calsier, Carnia(de), Cascaleto, Cavalieri, Cerdone, Cerniclarinus, Cucorin. Dalbi, de Albi, Dario, dei Conte, Del Furno, Furnigio, Del Laco, Del Mestro, Del Pesce, Del Pigna, Del Volpe(del Volpo, Bolpo), Del Zuveglia( Zuvegla, Zuveia, Zueia), De Moro(de Mori), Del Zuzi(de Zuci, Zuzi), Domeniguzi( Domeniguci). Facina(de), Facinotto, Facius(de), Fera, Feste(de), Forlani, Francischini, Frezza, Furlan. Galisto, Gengi, Gervasio(de), Ghiera, Cia Ghirosa, Ghig- nata, Golci, Grando, Grasso, Guestina(de la). Ho rata ( H orati). lacobuzzi, lacunicho, loannis(de). Lorenzin, Lucian(Luciani), Lunardel. Malacarno, Malusä, Meioris, Mengi(de), Menozzi, Migliorini(Miglorini, Miglurin, de Meiorino), Modruxa, Mora(de), Muoliha. Nora, Novelli. Paserin, Pasqualini, Pesse, Petri(del Piero), Pigna(del Pigna, Pigne), Pirna, Pintarella, Pirano(de), Piva, Popazo. Rastagnan, Rigo(de), Romier(Romer), Rossignol(Rusig- nol), Rosino, Rosso, Rubisin. Sachomanis, Sachina, Scaramuza, Sepa, Silvestri, Simoneli, Stendoli, Sutil. Tater, Tonso, Torneldo, Tribela(de), Toffo e de T. Urbisin. Valenti, Valentino(de), Villota, Visintini, Viviano. Zamper, Zerniclarini(Cirniclarini, Cirniclarini), Ziviera, Zon(de)(Zonus, de Zoni), Zuane(de), Zuccola, Zustini. Famiglie abitanti la parrocchia di Sissano nella secon- da metä dei sec. XVII(dai libri parrocchiali) AntonelloAllevicich. Baduin, Budicin, Bolita(Boletta), Bortoluzzi, Busletta, Bosuscovich, Bollia, Braganteda Borut, Bursetich, Blasina, Billich, Bacchiaz, Billussich da Altura, Braicovich Battilana da Albona, Burin dalla Carnia. Cura, Cossicchio, Cerlon, Chersin, Caranza, Cassiona da Dignano, Cattonar, Chiacolin, Carotin da Gallesano, Cisentino, Cucurrin da Pedena, Chiubanich, Clunich, Cecaich, Chiechenovich, Cosolich, Chialich. De Mori, de Toffi, de Facis, de Rossi, Domenigucci, de Marchi, de Zuanni, del Carro, dell'Osso, Dedi, de Sancto, de Campo, de Fabris, del Pesce. Facina, Facinotto, Furlan, Fabro, Fanicchio, Frezza. Gaiman, Giacomina, Golosetto, Gasparin, Giadresco, Glavich da Sumberg, Goitanich, Cinco da Lindaro, Gubitana, Cortan, Galdeti, Grosso. Isabetta, lanco. Larcin, Lorenzin, Lilich, Lupieri, Lombardi, Lunardon, Lupetin. Manzin, Marín, Maiorin, Moretto, Mattonicchio, Mus- carda, Mazucchio, Maricchio, Mender da Momorano, Mililibich, Milossevich, Miculizza, Marich, Medossich, Milotich, Menozzi. Nadal, Nacinovich da Fianona, Nicolucci e Nicoluzzi. Osso(dell'Osso), Olivar. Popazzi, Plasich, Petech, Possegnaca, Popovich, Premossich, de Pietro da Gallesano. Renier, Rosignol, Radeticchio, Rotta, Rimanich, Rener da Lindaro, Rabac da Predubac. Sain, Sestan, Smoglian, Sporos, Stella, Sandri dalla Car­ nia, Santolin, Siglian, Squartalupi, Slavissich, Sichich, Sticovich, Stanisich, Sepic da Bogliuno, Stoicovich, Stefina, Sirolla dall'impero, Stoglian, Suplin, Sclitazzan. Toffo, Tromba, Tarticchio, Tonello dalla Carnia, Tomicich, Tocchia. Valente, Venier, Veneruzzo, Verdolin, Vio da Burano, Vites, Verdes, Vito, Vitolovich, Vlacich, Vlassilizza, Ver- dessa da Veprinaz. Zuliani, Zigante, Zueco, Zamper, Zulin da Chersicla, Zaffarin, Zuna dall'impero, Zubanich, Zuccarina, Zup- panovich, Zuchich, Zatcovich.32 POVZETEK Cilj tega dela je oris zgodovine mesteca S/san od prazgodovine do današnjih dni. Skozi stoletja sledimo migracijam različnih etničnih skupin. Kljub mnogim migracijam in večjezičnem okolju je šišanski istriotski govor, zadnja stopnja evolucije avtohtonega istrskega romanskega idioma, se vedno v uporabi. 32 V . Monti, op. cit., p. 6567.