i Soldi IO al numero. L'arretrato soldi SO L'Associazione è anticipata: annua o semestrale • Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 76 — 25 settem. 77 importa fior. S e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore V integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 25 novembre 1799 — Nasce a Como Aurelio Biauchi-Giovlni — (V. Illustrazione.) Di alcune basi di progresso trascurate In nessuna epoca come nell' attuale s'è parlato tanto di progresso che se ne ha in tutti i tuoni, e progresso e progressisti ne troviamo dappertutto a bizzeffe. Progresso nelle scienze, nelle lettere, nelle arti, nell' industrie, nei commerci, in ogni ramo dello scibile. Di fatto, che che ne dicano i nemici delle attuali migliorie, è impossibile sconfessare il bel passo innanzi che la società fece nella via del suo sviluppo economico e morale. Nè per noi sarà possibile negare un tal fatto, quando volgendo uno sguardo alle cose nostre istriane vedremo su pei greppi, dove una volta a stento s1 arrampicava 1' animale da soma, tagliate ora comode vie, che in varie località costituiscono un' estesa rete di facili comunicazioni fra le diverse borgate, — i casolari di campagna coperti di paglia, ora pulite abitazioni sufficientemente assicurate dai rigori delle stagioni — ai falsi sistemi di coltivare i campi sostituiti metodi più razionali -- al lento e spesse volte impossibile tragitto di barche, lesti vaporetti che formano dei vari luoghi della costa quasi una sola città — ai rozzi costumi più civili inclinazioni — alla vita ristretta del singolo individuo o del campanile, 1' amore all' associazione mercè il quale possiamo enumer are l'esistenza di parecchi sodalizi di vantaggio e decoro. Che tale sia progresso, è indiscutibile, come è del pari certo che dall' aualisi di questi fatti risulta la convinzione restare ancor molto da fare per raggiungere quel grado di relativo benessere economico e morale a cui deve aspirare un popolo civile. L' enumerazione dei fatti ci palesa molte cose imprese in questi ultimi tempi con splendido successo, altre con esito mediocre, parecchie con incerto indirizzo, ed altre ancora del tutto sbagliate; e una gran parte della società, qui come dappertutto proclive alla fa- APPENDICE. IL CABECILLA HOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata dall' Alte und Neue Welt tradotta da GIOVANNI de F. Anzitutto stabilì di fare una ricognizione. Prese per punto di partenza quel sito ove la sentinella aveva detto di avere veduto le due persone; si fece indicare la direzione nella quale erano andati, e si mise ad ispezionare attentamente il dintorno, visitò ogni albero ed ogni cespuglio, e così facendo giunse al luogo nel quale sboccava il corridoio della cantina. Sulle prime la bocca del corridoio gli apparve solo come il buco di una pietra mancante, essendo chiuso da un folto cespuglio e gli sarebbe certo sfuggita come era sfuggita ai soldati se non l'avesse esaminata con tanta attenzione. Trovò alcuni rami del cespuglio piegati, cile censura, sorpassa sai benefìci delle prime, parla delle seconde, grida delle terze, e fa il diavolio sulle ultime. Deplorando tale sistema non canteremo certo osanna al mal fatto, ma accenneremo a ciò che secondo il nostro parere si potrebbe fare di meglio. Per l'istruzione, quale fattore di miglioramento morale del popolo, oggi si pensa e si spende assai, ma è dubbio se si raggiunga lo scopo, quando scorgiamo, meno rare eccezioni, crescere ii popolo colle solite ubbie e coi soliti pregiudizi di un tempo, sprezzando molte volte chi procura di giovarlo e facendosi invece pecora degli scaltri che impinguano alle sue spalle. Il solo saper leggere e scrivere, quando manchi la facoltà di sceverare il buouo dal tristo, può essere secondo noi più pericoloso che utile. Gioverà perciò far precedere all' istruzione, e curare assai più, 1' educazione prima, quella che si compie nella famiglia; ed a ciò fare la via non è certo nè breve nè facile, ma vi si potrà giungere quando si farà il passo secondo la natura del terreno, e quando per volere il meglio non si procederà a balzi, lasciando negli spazi le male erbe che j invadono poi anche il seminato migliore. Un più rigoroso sindacato su certi pseudo conservatori per bambini, ed in quella vece l'istituzione di qualche asilo infantile secon-1 do i più recenti sistemi, servirà certamente a coprire una sentita lacuna nel campo della prima educazione. E così pure al miglioramento delle condizioni materiali del popolo, e particolarmente degli abitanti della campagna, non ci sembra segua di pari passo il loro sviluppo morale, perchè vediamo in molti luoghi trattata la donna più quale serva che quale compagna; in gran parte trascurata l'educazione dei figli ; allo scambio del reciproco affetto tra parenti e famiglie anteposte brighe e puntigli di meschino interesse; la puntualità degl' impegni assai trascurata, ed altre altri rotti, e dal concorso di altre tracce ancora ne tirò netta la conclusione che da poco tempo qualcuno dovesse essere uscito da quella cavità.- vana poi sarebbe stata la ricerca per accertarsi se qualcuno invece vi fosse entrato, poiché tanto la direzione dei rami contorti e delle leggiere orme conservate dalla terra u-mida, dinotava chiaramente che per di là erano uscite delle persone. Terminate ch'ebbe queste osservazioni, penetrò nella cavità, il cni spazio pareva consistere in una piccola rotonda del diametro di tre metri, senza uscita ; ma quando gli occhi del capitano s'abituarono all'oscurità, scoperse in fondo un' apertura che metteva in un buio perfetto. Allora gridò al posto di dare l'allarme; alla chiamata della sentinella venne subito una pattuglia dal castello. Fu portata una fiaccola e alcuni soldati con alla testa il capitano entrarono nel corridoio. S'avanzavano con cautela, rimanendo poi molto meravigliati di non trovare altro che una grande quantità di botti e arnesi d'uso casalingo. Peraltro pochi passi innanzi trovarono cose molte che palesano necessità di dirozzamene. Perciò ai mezzi peli'incremento del benessere materiale, converrebbe provvedere di pari passo a buoni educatori che parlino al popolo la necessità del rispetto e dell affetto reciproco, suggerendo l'esercizio di tali sentimenti prima nel seno delle famiglie, e poscia verso la società, la quale in cambio dei molti benefici che da esso riceve si fà potente sostenitrice de' suoi bisogni. Scorgiamo ancora in parecchie imprese della giornata l'idea del grande, del sublime, del sollecito, spinta agli estremi e spesso anteposta al calcolo il più esatto, tanto necessario per il risultato pratico d' ogni faccenda. E siccome spesse volte il meglio è nemico del bene, e le disillusioni creano tristi conseguenze, vediamo attutire le più belle forze, ed ai promettenti slanci seguire quell'apatia che interdice poi l'eseguimento anche delle più solide e garantite imprese. Non è quindi che i mezzi a far bene facciano difetto, ma è la scelta che talvolta ne paralizza il successo. A convalidare l'asserto, un recente esempio di slancio lo abbiamo veduto in una cittadetta a noi vicina, dove, con zelo degno di miglior sorte, costituivasi un'associazione con forze proporzionatamente rilevanti per un'impresa, che avuto riflesso all'origine dei mezzi costitutivi, come il fatto lo provò, fu soverchiamente arrischiata. Quelle medesime forze quanto meglio avrebbero corrisposto guidate con un indirizzo meno pomposo e più positivo ! Le grandi e promettenti imprese sono cose belle e buone, ma a nostro modo di vedere non adattabili in ogni luogo. Ogni piccolo luogo di provincia provvederà assai meglio al proprio interesse, se potendo mirerà all'istituzione di un giardino infantile, di una società di mutuo soccorso, di una banca popolare o di un monte a pegni, che liberi il povero dal cadere nelle spire degli ingordi una scala che il capitano ascese fino ad una porta la quale gli sbarrò il passo; attraverso alcuni fessure del legno penetravano insieme al chiaro voci umane : ascoltò bene, e udì parole francesi; e trovata una fessura più comoda capì subito dove metteva la porta: essa metteva nel cortile del castello. Stette un momento a pensare sul da fare portando l'indice sul naso, mentre un sagace sorrisetto gì'increspava le labbra. Quindi disceso tranquillamente, ingiunse ai soldati di non lasciarsi scappare nulla della circostanza. La prima cosa che fece quando fu di nuovo nella sua camera, fu di ordinare un nuovo posto nella corte, coli'ordine di invigilare chi andava e veniva dalla cantina, e ad ogni muta di sentinella di rapportare. A tale ordine curioso i soldati scuotevano il capo, ma il comando doveva essere eseguito ; infatti dopo dieci minuti un francese passeggiava la corte col fu-cille sulla spalla. L' ordine aveva recato sorpresa non soltanto ai soldati ma anche alle dame,-e a queste per di più dello sgomento. A mezzogior- usurai. Alcuni di questi sodalizi vivono in provincia di vita prospera ed arrecano ottimi frutti. Lasciando ad altri l'amore dei pronti e facili guadagni, procuri chi può di aumentare con cura solerte il numero di tali benefiche istituzioni, le quali certamente saranno anche solida base della migliore concordia cittadina, arma potente a combattere il pregiudizio, ed a spianare la via, alla vera educazione del popolo, ora in gran parte ancora teorica. C—l. Imbattutici più fiate in alcuni nomi di paesi del Regno, i quali consuonano perfettamente o in parte con altri dell' Istria, ci venne l'idea di farne la raccoltina che qui pubblichiamo. Questo curioso riscontro potrà forse destare riflessioni al filologo, al precursore dello storico, poiché ad esso le consonanze e le analogie di radice dei vocaboli, sieno di dialetto o nominatori, riescono talvolta nel pelago tenebroso dell'antichissima storia, fari che gettano qualche sprazzo di luce sul cammino, sulle soste e sulle irradazioni dei varii popoli. Albonese (ab. 1000) nel circ. di Morta-ra, prov. di Pavia: Albona (ab. 2000) città dell' Istria. Ancarano (ab. 1400) nel circondario di Teramo, Abruzzo Ulteriore: Ancarano contrada campestre di Capodistria. Antignano (ab. 1600) nel circ. di Asti, Piemonte: Antignano villaggio nel territorio di Capodistria ; Antignana borgata dell' Istria. JBarbania (ab. 1700) nel circ. di Torino; Barbana presso Aquileia: Barbana borgata dell'Istria. Buia (ab. 4400) nel circ. di Gemona : Buje (ab. 2400) città dell'Istria. Brione (ab. 500) nel circ. di Brescia ; Briona (ab. 1000) circ. di Novara: Brioni isola dell'Istria di fronte a Fasana. Caldiero (ab. 2000) prov. di Verona): Caldier villaggio dell'Istria nel territorio di Montona, e i monti Caldera. Castagna ora Castelcastagna (ab. 1000) nel circ. di Penne, Abruzzo Ulteriore; Casla-nia, ora Castel' Umberto, (ab. 2200) nel circ. di Patti, prov. di Messina : Castagna villaggio dell'Istria nel terr. di Buje. Cervara (ab. 1400> nel circ. di Roma: Castello di Cenerà e Porto di Cervera nell'Istria, terr. di Parenzo. Cittanova (ab. 11000) nel circ. di Palmi, prov. di Reggio Calabria: Cittanova (ab. 1400) città dell' Istria. Corr i do (ab. 600) nel circ. di Como : Corridico villaggio dell'Istria nel terr. di Pisino. Dignano (ab. 1800) prov. di Udine : no, quando il capitano presentò ad esse i suoi omaggi, venne assediato da domande sul motivo di quella misura. — Io mi mostrerei indegno della confidenza del mio distinto Ospite (rispose il capitano Valliers con un grazioso inchino) se lasciassi senza difesa le dame, private come sono, in causa del viaggio, del loro naturale difensore. — Oh capitano, disse donna Camilla, non si prenda pensiero per noi. Ci sono già i posti intorno al « astello. — Ciò è ben vero, ripigliava il capitano, ma quelli stanuo lì per la sicurezza del distaccamento ; questo invece serve ad assicurare la loro, ed io non posso dispensarmi dall'usar cavallerescamente l'arma in difesa della debolezza e della beltà. Donna Maria si fece rossa, e donna Camilla si morse le labbra. Che quel posto fosse levato, si rendeva assolutamente indispensabile, ed esse non avevano ancora lasciata la speranza di persuaderne l'officiale. Questi passò tosto ad altri argomenti del tutto indifferenti, ehiaccherando tranquillamente con donna Maria, mentre donna Camilla era in traccia di nuovi spedienti per sollecitarlo a togliere quel posto. Dignano (ab. 4700) città dell'Istria. Fiano (ab. 800) nel circ. di Torino ; Fiano (ab. 600) nel circ. di Roma : Fianona (ab. 1300) città dell'Istria. Fratta, ora Umbertide (ab. 10.000) nel circ. di Perugia (Umbria) ; Fratta Fodina (ab. 1200) idem; Fratte, ora Ausonia (ab. 3000) nel circ. di Gaeta; Fratte Rosa (ab. 1600) nel circ. di Pesaro; Fratta di Rovigo ("ab. 3000); Fratta Maggiore (ab. 10.000) nella prov. di Napoli: Fratta villaggio dell'Istria nel terr. di Parenzo. Gallese (ab. 1000) nel circ. di Viterbo, prov. di Roma: Gallesano borgo dell'Istria nel terr. di Diguano. Grimaldi (ab. 2800) nel circ. di Cosenza Calabria citeriore ; Grimalda villaggio dell'Istria nel terr. di Pisino. Grisignano (ab. 1500) nel circ. di Vicenza : Grisignana borgata dell' Istria. Lentie (ab. 1800) nel circ. di Torino : canale di Lente o Lento in Istria, e villaggio di S. Michele di Leme. Lupara fab. 1900) nel circ. di Larino, Napoletano: Luparo villaggio nel territorio di Capodistria. Manziana (ab. 1100) nel circ. di Civitavecchia, prov. di Roma: Manzana villaggio dell' Istria nel terr. di Pola, e Marnano villaggio nel terr. di Capodistria. Marzano (ab. 493) nel circ. di Pavia ; Marzano Appio (ab. 4200) nel circ. di Gaeta ; Marzano di Nola (ab. 1200) nel circ. di Avellino, prov. di Napoli : Marzano villaggio dell'Istria nel terr. di Dignano. Matera (ab. 14000) nella prov. di Potenza, Napoletano: Materia villaggio dell'Istria nel distretto di Castelnovo, e Materada villaggio nel terr. di Buje, Medolla (ab. 3700) prov. Modena : Me-dollino villaggio dell' Istria nel terr. di Pola. Montecchio (ab. 4300) nel circ. di Reggio d'Emilia; Montecchio Maggiore (ab. 5000) e Montecchio Precalcino (ab. 1700) entrambi nel circ. di Vicenza : Monticchio villaggio dell'Istria nel terr. di Pola. Montone (ab. 2200) nel circ. di Perugia. Umbria: Montona (ab. 1200, città dell'Istria.) Pagnano (ab. 500) nel circ. di Lecco, prov; di Como: Paugnano villaggio nel terr. di Capodistria. * Piraino (ab. 3500) nel" circ. di Patti, prov. di Messina : Pirano (ab. 7700) città dell' Istria. Polla (ab. 5500) circ. di Salerno, prov. di Napoli: Pola (ab. 10.000) città dell'Istria. Rovegno (ab. 1800) prov. di Pavia: Rovigno (ab. 9000) città dell' Istria. Sissa (ab. 4500) prov. di Parma: Sissano villaggio dell'Istria nel terr. di Pola. Torre (ab. 800) circ. di Prosinone, prov. — Signor Capitano, esclamò dopo qualche tempo donna Camilla, devo confessarle che questo posto mi reca grande dispiacere; ed anzi le dico francamente che le sarei molto tenuta se lo ritirasse. La buona armonia che regna nel castello fra la sua gente ed i nostri, fa che si maligni di noi : per ciò appunto desidererei che ella non mostrasse per noi troppe premure. •— S'acquetino signore mie, rispose il capitano. Io non ho nulla in contrario che si dica che il posto nel cortile è messo appositamente per sorvegliarle; ciò contribuirà non poco a proteggerle dalle maliziose dicerie. — Quasi quasi mi sembra che il posto abbia in realtà lo scopo ora da lei accennato. In tale caso sarebbe lecito chiederle il motivo di tale precauzione straordinaria? — Ella, graziosa signora, non ha da conoscere altro scopo che quello da me esposto. — Tuttavia signor Capitano, continnò donna Camilla irritata, è ben cosa amara 1' essere in sospetto di tutti due i partiti, avendo la coscienza netta. — Ciò detto s'alzò e s'allontanò tronfia dalla terrazza, gettando di Roma : Torre villaggio dell' Istria nel terr. di Cittanova. Treviso (ab. 24.000 ; Treviso (ab. 594) nella prov. di Brescia: Treviso villaggio dell'Istria nel terr. di Pisino. Tribuno (ab. 3400) circ. di Conselve, prov. di Padova: Iribano contrada campestre di Capodistria e Tribano villaggio ,nel terr. di Buje. Borutta ab. 500.) nella prov. di Sassari : Borutto villaggio nel distretto di Pisino. Caresana (ab. 3000) nella prov. di Novara ; Caresana villaggio nel distretto di Trieste. Iasana (ab. 1400) nel circ. di Adria; Fasano (ab. 13000) nel circ. di Bari: Fasana borgata dell'Istria. DKSCItITTfONE della Provincia dell' Istria di Nicolò Manzuoli (V. i N.i 2 e 3) Isola lontana da Capo d'Istria miglia cinque anticamente detta Alieto è sopra vn scoglio, eh» s'unisse con Terra l'erma mediante vn ponte in luoco allegro in saluberimo aere et di bella vista Fu edificata questa Terra al tempo di Capo d'Istria com» dice F. Leandro. Hà vna villa sotto di se detta la Corte. Fà bonissimi vini, ribole, ogli et melloni eh» hanno le sceme senza scorza. Hà di notabile vna Fontana, et vna valle vicina alla terra tutta piena d'oliui, che sembra un bosco di Pallade. Il suo Territorio è così bene tenuto che pare un giardino. S. Mauro et S. Dopato sono i suoi confaloni. Nella chiesa maggiore sono tre bellissime Palle d' Altare di mano del Palma Pittor famoso, et in S. Francesco sono l'infrascrite reliquie oltra molt' altre. Della Croce, di N. S, Della Croce di S. Andrea et del suo Braccio, Della Veste et del Vello della Madona, dell» Teste di S. Pietro Apostolo, di S. Anania, di S. Lucia et di S. Cattarina, del piede di S. Lorenzo del braccio di S. Matteo Apostolo et del Sangue delle undi-cimille Vergini. Di questo luoco fu un Francesco Egidio huomo di gran littere latine et Greche, Et un altri» Pietro Coppo pur litterato, che scrisse molto,et hà fatto un operetta della descrittione dell' Istria, et un altrai posta in luce sotto il nome d'altri. Et à dì nostr fiorì Christoforo Hettoreo Cancelliero celeberimo. Pirano discosto da Isola miglia cinque » una Terra honorata. fà cinque milla anime, et è posta in bonissimo aere. La communità hà cinquemille ducati d'entrata-all'anno. Hà sotto di se Castello Venere, et in una contrà detta il carso sono molte belle possessione et il territorio è ben tenuto. Fà sali il doppio più di Capo d'Istria, Capo d'Istria il doppio di Muggia et Muggia il doppio di Trieste. Hà bellissimi porti atti à capir ogni gross a armata pieni sempre di Vascelli et di Caliere, Hà il Torrente Dragogna, che sbocca in Sizzuole, che nasce dalli monti di Capo d'Istria. Neil'entrar in Porto si passa fià due Torri come in quello di Muggia. 1252. Piranesi sup-plicorono il patriarca d' Acquilea che li desse un Podestà, et esso li concesse Gauauero Gillalto nobile di Capo d'Istria. Poi 1283. andarouo alla diuotione del Dominio Veneto. Quando Genouesi presero Capo d'Istria, et la detero al Patriarca d'Aquilea. essi con Parentini et altri luochi dell' Istria andarono con l'armata Venetiana alla recuperati one. Et quando Carlo Zen Capitano del Mare andò sotto Marano, Piranesi andarono con molte barche armate à quell'impresa et à quella del Polesene. Cinque miglia a donna Maria un'occhiata, colla quale le voleva significare che ora stava in lei il raggiungere l'intento. Maria avrebbe seguito di gran cuore la zia, ma pensava che suo padre sarebbe stato perduto se fosse ritornato per la cantina senza sapere la novità. Il motivo che aveva indotto la zia, contro le consuetudini spagnuole a lasciarla sola col capitano non era stato certo piccolo, poiché ella in più incontri aveva assai biasimato che il marchese suo fratello facesse giuocare alla figlia una parte non troppo in armonia colla decenza; anzi se avesse potuto sospettare le conseguenze pericolose pel cuore di Maria, ella vi si sarebbe decisamente opposta, tanto più che il tempo aveva fatto diminuire di molto l'avversione pei forestieri intrusi, almeno per quanto concerneva il capitano Valliers. Maria però teneva gelosamente custoditi i di lei sentimenti, certa che in causa del livore nazionale le sarebhe toccata la maledizione paterna. Con tutto ciò sperava sulla fine della guerra e sullo spegnimento degli odii; ed il marchese intanto era contentissimo dell'astuto comportamento di sua figlia. {Continua) s lontano da Pirano è Saluori, done i nostri Signori ruppero Otthone Figliuolo di Federico Barbarossa, che perseguitava Papa Alessandro III. abbadonato da tutti li Prencipi Christiani, per il che s'era redotto incognito à Venetia nel Monastero della Carità, ma Venetiani che sono stati sempre difensori di S. Chiesa tolsero animosamente la protettione del Papa, dal che sdegnato esso Imperatore che era à hauena mandò Otthone sudetto contro Venetiani, et la guerra fù fatta à Saluori, doue fù preso Otthone, il qual fece venire il padre à Venetia à chiedere perdono al Pontefice, et il Papa in ricompensa di tanti meriti confermò alla Republica il Dominio del Mare. L'Istoria di questa guerra nauale è sopra vna porta della Chiesa di Saluori in un pietra in questi versi. Ce «a Heus populi celebrate locu que Tertius olim Pastor Alexander donis coelestibus auxit: Hoc etenim Pelago Venetae Victoria Classi Desuper eluxit, ceciditque; superbia magni Induperatoris Federici, reddita Sanctae I » HS Ecclesiae Pax tuncq; fuit. Ccelo idm tepota mille Septuaginta dabat cetu septemp; supernus Pacifer adueniens ab origine carnis amictae. La Santità di N. S. concesse gran Giubileo »Ila detta Chiesa di Saluori per memoria di tale vittoria, et nelle feste delle Pentecoste si fà fiera et è il perdono. Nella Terra di Pirano è vn Monasterio de S. Francesco di minori conuentuali et fuori di essa terra due miglia ue ne è vn altro di Zoccolanti et iui sono quattro Fornace, che sempre lauorano. Il suo confalone è S. Zorzi, nel qual giorno si fà fiera, nella cui Chiesa sono dell'ossa di S. Massimiliano Vescouo et M. del quale scriue il Candido così. Massimiliano Imperatore venne in Italia per andar sotto Acquilea, et giunto ad una Città d'Italia nel piano à pè del-PAIpi posta non longi da Postema Terra, doue Massimiliano Vescovo fu martirizato, il cui corpo ho-norasi nella Chiesa di Pirano ma hora non s'attroua tutto il corpo, ma parte di esso, et nell'istessa Chiesa sono anco le seguenti reliquie, Vna parte di Mascella della Testa de S. Zorzi in vna testa d'Argento, et vna parte del schinco dell' istesso Santo posto in vna gamba d' Argento. La Mascella tutta, cioè la parte di sotto di S. Stefano Prottetore posta in vna Mascella d'Argento, Vn osso del braccio di S. Leon Papa tutto intero, Vn dente di ,S. Martino Vescouo posto in Argento, Vn osso della Scliena di S. Eusebio Confessore, Ossa delli SS. Innocenti, Ossa di S. Orsola et delle S. Vergini, Ossa delli Santi 40 Martiri, Vn poco del Legno di S. Croce, vna particella del velo della Madona, et alquante reliquie di S. Pele-grino martire. In questa terra la famiglia di Castri hà prodotto in Armi huomeni di gran valore et hoggidì in lettere fioriscono Nicolò Caldana et Francesco Vernerò Dottori di legge. Ilvuiago distante da Pirano miglia X. è poco habitato rispetto all' Aere, et di qui sino a Puola, saluo eh' à Rovigno 1 luochi à marina sono poco ha-bitati per i venti del Mare, Ostro siroco et garbino. Ha di notabile il porto et il territorio è bello et piano. Ha tre Ville. Matarada, S. Zuane della Corneda et 8ipar, et ha molti boschi Questo luoco andò alla diuotione della R publica 1269. 3. Decembrio hauendosi prima fatto tributario, vedi Trieste. Et sotto Andrea Contarmi Doge circa a gl'anni 1370. fù abbruggiato da Genouesi insieme cou Grado et Caorle. Nella Chiesa maggiore sono alquanti nobili altari, et nell' altare della Madona sono le Reliquie di S. Niceforo confessore fù Vescovo di Pedena, la cui festa si celebra alli 30. Decembre, et sono anco le Reliquie di S. Massimiliano martiie suo Diacono, la festa del quale si fa il primo di Settembre, et S. Pellegrino è il suo Confalone, la cui Chiesa è poco di là dà Hvmago in Campagna ; poi segue S. Giouani della Corneda delli Verzi, et dopo Dalia delli SàETnt^'etlioco di la èTCit-tanoua. ~ ~~ " ~ " Cittanoua (per la rouina d' Emonia eh' è à man sinistra caminando longo il Quieto) fù fondata dai Pannoni come dice il Candido citato da F. Leandro. Questa città è lontana da Hvmago miglia 14 et da Emonia miglia quattro, stà alla marina et è poco habitata pt-r l'aria. Andò alla diuotione de' Venetiaui 1270. 9. Nouembre. Hà bel terrettorio piano con due ville Torre et Verteneggio, et tre boschi. Bosco Caual-lier, bosco Perer et bosco di Monte, Questa Città ancor essa ribellò, et promise nella pace oglio et soccorso. 11 Fiume Quieto tanto nominato è vicino alla città mezzo miglio, si chiama dai scrittori Istro, Danubio et Nauporto, et dicono che i Colchi seguitando Iasone, che hauea inuolata Medea figliuola del loro Rè, et col mezzo di lei rubbato il vello d' oro, naui-gando entrarono nel Fiume Danubio, et poi nella fcìaua, et finalmente depressi per la fatica et vinti dal dolore et vergogna della perduta et non ritrouata Regina deliberarono di non far più ritorno alle case loro, et così discessero nel mare Adriatico per vn ramo di detto Fiume che vogliono sia il Quieto che sbocca nel mare, et per questo chiamano il Quieto Danubio, et Istro perchè con nome più antico così si chiamava esso Danubio. Lo chiamano anche Nanporto, perchè altri dicono, che non credettero che il Dauu-bio entrasse nel Quieto, ma fosse da esso poco lontano, che i Colchi poste le Naui sopra le spalle nel Fiume Quieto le portassero, et di qui nasce il terzo suo nome di Nauporto. Ma noi siamo molto lontani dal Danubio, et il Quieto riceue il suo principio dalli monti sopra Pinguente et non dal Danubio, si «he et l'vna et l'altra esposizione de' Scrittori sono false, per essere stati mal informati. Sono fauole che i Colchi portassero le Naui sopra le spalle nel Quieto. Può ben essere che essi Colchi lasciate le naui nella Sana eh' entra nel Danubio, vicina a Noi 50. miglia venissero in Istria per terra, et stanchi del viaggio qui si fermassero et dessero il nome all'Istria dall' Istro Fiume, doue navigarono lungamente, essendo verissima la loro venuta come scriue il Mutio citando sopra questo molti auttori, et dice che Giustino Isto-rico, Strabone et Plinio scriuono di questa venuta, et che Eusebio scrittore Ecclesiastico chiama Istoria la cosa delli Argonauti, et che egli et Mariano Scotto et altri autori fanno fede della loro navigat one. Di questa Citta è Pastore Francesco Manini che ha rino-uato il Vescouato et fatto altre buone opere, et può hauer d'entrata 1200 ducati all'anno. S. Massimo Vescouo et S. Pel agio Diacono Martiri sono i confaloni della Città. Sotto il Choro della Chiesa Cathedrale vi è vn Arca sopra quattro colonne di Marmo, d'una parte della quale, cioè verso Oriente vi sono scolpite queste littere. Anno Domini Incarnationis 1146. Sexto idus Octobris Recondita sunt haec Sauctorum corpo» Pel-lagij et Manimi tempore Domini Adami Episcopi. Il martirio di questo S. Massimo sarà descritto al suo loco appresso le vite et martirij de gli altri Santi. Vi sono anco in detta Chiesa delle reliquie delli Santi Antonio di Viena et Vitto, Andrea et Mattheo Apostoli, Lorenzo et Agapito Martiri, delli Santi Innocenti, et una spina di N. S. che sia sempre Benedetto. Parenzo è Città antichissima già colonia de Romani, dai Colchi edificata, discosta da Cittanoua miglia sette, Qui et a Puola si vedono fuori della Città sepolture assai antiche, et entro essa Città sono alquanti, casamenti alti et assai bel Domo, con vn Monasterio di S. Francesco, ma per essere molestata dall'aria è poco habitata. Questa Città dice il Sabelico fù la prima che in Istria andasse volontariamente alla diuotione della Republica, per che essendo questa Provincia trauagliata dai Corsari Narentani, l'arenzani mandarono Ambasciatori, con quelli di Dalmatia et della Liburnia al Prencipe per soccorso contro questi barbari, ofFerendossi pronti di viuer alla diuotione della Republica. Il Prencipe accettò volentieri l'inuito, et andò in persona à Parenzo, doue fù incontrato dal Vescouo, dal Clero, et dalli Cittadini et smontato in terra subito andò a visitar il corpo di S. Mauro, et così Parenzani si diedero in fede à Venetiani et fù l'anno 1267, à i 5. Luglio. Et di là il Prencipe andò à Puola, chc fece il simile. Poi 1354. Secondo il Corio li Genouesi leuarono di Parenzo li corpi di S. Mauro et di S. Eleuterio, ma per gratia del Signor nella Chiesa Catedrale si ritrouano ancor nell'Aitar grande li corpi delli gloriosi Santi Demetrio et Iuliano, et nell'Aitar appresso la porta della Sacrestia sono quelli delli Santi Proietto et Acolito. Di tutti questi Santi à suo luoco si farà degna memoria. Il territorio di Parenzo è piano, bello et vtilo ma poco habitato, non hauendo solo che ciuque ville Maggio Frata, Abriga, Foscolin et Villanoua. Qui et à Rouigno per esser bouissimi porti l'inuerno si leuano i Peoti per con-dur le Naui à Venetia. Nel statuto della Città si troua che il Podestà soleua menar seco Vicario per giudicar le cause civili et criminali, dal che si caua che fosse Città molto populata et honorata. Per mezzo essa Città sono alquante isolette, come l'Isola di S. Nicolò, doue è un monasterio di frati di detto Santo, et vha Torre rotonda antica già faro del Porto, et ne sono anco quattro altre Isolette ò vogliamo dire scogli. Di questa Città è Vescouo Monsignor Tritonio, la cui Chiesa Cathedrale fù consecrata à richiesta di Otton Imperatore, nella quale ripossano li corpi delli Santi Mauro, Iuliano et Demetrio come ho predetto et delli Santi Proietto et Acolito ritrouati l'anno 1361. 18. Nou. come questa memoria ne fà fede. M.CCC.LXI. Die XVIII. Nouembris Nouem Inuenta Fuerunt Beata Corpora Sanctorum Martirum Proiecti et Acoliti In Altari Sanctae Anastasiae Ecclesiae Parentinae tempore Sanctissimi D. Innocentij PP.VI. ac Reuerendi D. Fratris Ioris Episcopi Paren-tini, atque Nobili et potentis D. Nicolai Alberto ho-norandi Potestatus Parentij, post Quorum Inventionem Sanctorum, Pestis et mortalitas, quae tunc vndique iminebat, totaliter in ciuitate Parentina cessauit, et multa alia miracula facta sunt ad honorem Altissimi, qui terram et omnes regat feliciter Amen. (Cont.) soam^i Il maldicente L'intero dì al Caffè col gazzettino, Fumando e sputacchiando a tergo e innanti Col naso all'aria, su questo l'occhialino, Gli piace malignar su tutti quanti : Cajo ridotto è all'ultimo quattrino Dall' onestà di due virtù danzanti ; Tizio odia l'acqua e beve solo vino, Chè puzza tosto vengati davanti; La tale fa felice il signor tale Ch'è uu imbecil che non si dà l'eguale; Un altro ruba; un altro giuoca grosso E debiti ha dippiù che peli addosso. Insomma gonfia, ingrassa ed è contento Se può mostrar così il suo talento. Il giuocatore d'azzardo Cangiar color il vedi: or bianco or rosso. Tremante ha il polso, il volto contraffatto ; Or cupo or sorridente d'un tratto, Secondo i punti eh' ei notò sul bosso. Perdente impreca, chè ha il demonio addosso, Ma spera tuttavia partir rifatto ; Superstizioso, incolpa il miagolar d'un gatto Se dalla ria fortuna fu percosso. Ma dalle vene ormai questa cocente Febbre di giuoco non si discaccia ! Dell'oro a lui torua la speme ardente: Le poste il vedi fissar a due braccia; Vince, perde, raddoppia, perde ancora . . . E al tavoliere la sua vita sfiora. Alessandro C. — Oggetti dell' epoca priestorica in Istria. — Bullettino di Paleoetnologia. (Parma). — Pubblicazioni del Cap. M. Burton — sui Castellieri dell'Istria — sul porto di Trieste antico • moderno — su alcune antichità della Dalmazia. (Londra). — Studi di M.r Fruman — su Trieste, Pola, Parenzo (Londra). Neil' ultimo fascicolo del Bullettino di Paleoetnologia italiana che si stampa a Parma sotto la direzione dei professori G. Chierici. L. Pigorini e P. Stro-bel (an. II n.ri 11 e 12) trovansi due notizie che riguardano l'Istria. La prima è che il Museo civico di antichità di Trieste possiede già da due anni due esemplari di un martello-scure di bronzo simile ad altri due esistenti a Torino, 1' uno nell' armeria Reale e l'altro nel Museo Nazionale di artiglieria. Il capitano Angelucci, direttore del Museo di artiglieria, dandone la descrizione e il disegno, nel 2° n.* del Bullett. Paloetn. di quest'anno, lo intitola anchs scure d'arme o da guerra e mazzascure, lo attribuisce alla seconda epoca dell' età del bronzo, e lo pone fra le rarità della specie per la sua forma ricercata, nuova e straordinariamente bizzarra. 11 signor Carlo Kunz, direttore del Mnseo di Trieste, dissentendo in un punto dall' Angelucci, inclina a creder» che tali oggetti sieno istromeuti fabbrili piuttosto eh* armi, forse ascie per isquadrare legnami, persuato a ciò dalla linea molto obbliqua del taglio, dallo sperone sporgente verso il mezzo, e dal peso (chil-: 1,250 1,2(50 1,330.) troppo grande per arma eh* deve maneggiarsi con destrezza. E dalle notizie dell'Angelucci poi, e da quell» del Kunz risulta, che tanto le due armi o stromenti di Torino, quanto le due di Trieste sono provenute, secondo ogni probabilità, dalla Dalmazia. Finalmente in una nota alla comunicazione del Kuuz, la Direzione del Bullettino aggiunge, che un arma consimile si conserva nel Museo di Lubiana, trovata con altre 19 fra Castel Lastua e Spizza, una seconda nel Gabinetto Imperiale di antichità in Vienna proveniente .dell'Albania, ed una terza nel Museo di Agram raccolta nel Montenegro. Nei Musei di Lubiana, di Vienna, di Agram sono anche molti oggetti preistorici, romani, medioevali dell'Istria. Sarebbe utile che sempre se ne notassero con precisione le provenienze, chè a questa condizione soltanto le Collezioni e i Musei possono recare efficace e leale aiuto alla storia e alla scienza. La seconda notizia è, che nel territorio di Albona,. presso il Castelliero Cunzi, uno dei più importanti dell' Itria, è stato recentemente trovato un coltello-pugnale di bronzo somigliante a taluno di quelli che rinvengonsi nelle terremare dell'emilia. La notizia è stata data alla Direziona del Bullettino dai nostri comprovinciali cav: Tomaso Luciani e Avv: Antonio Scampicchio, dai quali la Direzione stessa spera (ripetiamo le sue parole) di avere fra non molto più estesi ragguagli sulle antichità di quella interessante penisola (l'Istria.) Non è la prima volta che il Bullettino di Paleoetnologia italiana si occupa delie cose istriane. Nella sua prima annata, a pag : 32 annunziò il ritrovamento di un martello di pietra levigata in Albona, e a pagg : 70-72 diede una. breve ma succosa relazione del dotto ed interessante lavoro del Cap: R. Burton sui nostri Castellieri,. relazione che fu riprodotta dalla Provincia nel suo n." 14 dell' anno 1875 paggjs 1685. e 86. Il Bullettino di Paleoetnologia italiana ricco di studi, d'insegnamenti, di notizie, di fatti e illustrato a quando a quando da tavole, meriterebbe di essere più conosciuto anche nella nostra provincia, dove lo si può avere franco a domicilio colla tenue anticipazione di annue lire italiane 7. Allo stesso prezzo si possono acquistare anche le due prime annate compiuta coli' aggiunta di Strenne che versano sullo stesso argomento. Esso Bullettino tratta con dottrina ed amore delle cose preistoriche, e tien dietro con particolare premura alle relative scoperte e pubblicazioni, di modo che k) si deve ritenere più che utile necessario a chiunque voglia seguire i progressi di cotesta scienza eminentemente e praticamente rivelatrice. Anche il bel lavoro del Burton sui nostri Castellieri (.*) gioverebbe sia posto fra noi. alla portata dii tutti. Il darne la traduzione, intiera o per estratto, tornerebbe non solo utile a promuorere ulteriori studi e ricerche, ma sarebbe anche una nobile dimostrazione di gratitudine verso l'illustre straniero che si occupa delle cose nostre con dottrina rara e con zelo instancabile. Assistito dall'avv. Scampicchio e da altri egregi istriani, il Burton prosegue con alacrità giovanile le sue fàticose investigazioni e i suoi studi, e non tarderà a mandar iuori una seconda lucubrazione sullo stesso argomento dei Castellieri dell' Istria. Intanto, quasi per intermezzo fece viaggi in Isla nda e nelle Indie, e pubblicò lavori di grande erudizione e di critica soda sul porto di Trieste antico e moderno. (**) e su alcune antichità della Dalmazia (***), corredandoli di accuratissime tavole e portando nei più svariati argomenti nn colpo d'occhio sicuro, e vedute sempre larghe, spesso nuove. — Probabilmente nello stesso intermezzo il Burton avrà fatto altri lavori che, pubblicati a Londra sfuggono a noi se anche trattano delle cose nostre. Ammirabile operosità che basata sulla educatone, lo studio, pratica, e rinforzata da quell' aurea massima Inglese che il tempo è danaro, pone ogni più minuto ritgalio di questo a profitto proprio e della società e costituisce quindi la forza, la ricchezza, la gloria dell'individno e della nazione. Un altio distinto letterato inglese il sig. Fruman pubblicò non è molto, nella Pali Mail studi importanti su Trieste, Pola, Parenzo.....Sarebbe desiderabile che qualche giornale di Trieste ne regalasse la traduzione alla città e alla provincia, chè il conoscere il giudizio che fanno di noi gli stranieri, specialmente se appartengono a nazione seria o libera come la Inglese, torna sempre di giovamento per tenersi in riga o correggersi, o al caso anche rettificare i fatti e difendersi. Dall' Istria 2 novembre 1S76 (Provincia) X. *) Notes on thee . . . ossia Notizie intorno ai Castellieri o rovine preistoriche della penisola Istriana. (Londra, in 8.° di pag. 40 con 4 tavole). **) The Port of Trieste, ancient and modem. B y Captain R. Burton, Her Majesty's Consul at Trieste. (Nel Journal of the Society of arts. Londra fase, di ottobre novembre 1875). ***) The Long Wall of Salona and the Rnined Cities of Pharia and Gelsa di Lesina. By Captain R. T. Burton H. M. Consul at Trieste, (nel Iour. Antropolog. Londra). Note necrologiche La principessa Maria Vittoria, nata il 9 agosto 1847 mori a S. Remo 1' 8 corr. Figlia di Carlo Emanuele principe dal Pozzo della Cisterna (1793-1864) e di sua moglie Luigia Carolina nata contessa de Merode (1819-1868). Sposò il principe Amedeo (n. 30 maggio 1845) il 30 maggio 1867. Fu regina di Spagna dal 4 dicembre 1870 all'11 febbraio 73. Donna di cuore magnanimo e di mente acuta. Lasciò tre figli : Emmanuele n. li 13 gennaio 1869, principe delle Puglie ; Vittorio n. il 24 novembre 70, conte di Torino ; Luigi n. li 31 gennaio 73. Luigi Settembrini esimio patriotta, n. a Napoli nel 1810 m. nella stessa città il 4 corr. Nel 1837 la polizia borbonica lo colse sulla cattedra di letteratura nel liceo di Catanzaro e lo trascinò alle prigioni di Napoli, accusato di appartenere alla Giovane Italia. Uscito dopo tre anni e mezzo, campò meschinamente dando lezioni private. Nel 1848 Poerio 10 volle segretario del ministero della pub- i blica istruzione. Dopo il moto del 15 maggio j venne di nuovo arrestato con altri patriotti e i condannato nel capo, poscia graziato all' er- ; gastolo di S. Stefano, ove passò nove anni con ' Spaventa e Poerio. Ivi fece la famosa tradii- ! zione di Luciano, autore greco del primo secolo dell'era nostra. Libero, scrisse la Storia della letteratura italiana, ed altre opere ancora inedite. Il governo italiano sostenne la spesa dei funerali, e stabilì una pensione vitalizia alla vedova di annue L. 1500. Giacomo Antonelli, n. a Sonnino, prov. di Roma il 2 aprile 1806, morì il 6 novembre corr. in Vaticano. Pio IX lo creò cardinale diacono 1' 11 giugno 1847. Fu il segretario di stato e la colonna del potere temporale: alla storia il giudicarlo. Illustrazione dell' anniversario Questo arguto giornalista e scrittore ci porge un esempio dei più rari di vita tempestosa. Mazziniani, gesuiti e parteggiatiti austriaci s' erano con- cordati per muovergli Serissima guerra, ricorrendo talvolta al vile spediente della calunnia. Non va taciuto però che il liianchi-Giovini, nel dire le verità, che tanto arrovellavano gli oppositori, o nel manifestare le sue opinioni, era di frequento aggressivo e virulento: ciò fu un suo grave difetto non negato dagli stessi amici ; ma se egli tenne polemica aggressiva e virulenta, i suoi avversari furono maligni e implacabili. Auguriamoci che sorga un critico spassionato a scrivere di questo infelice lombardo, benemerito della causa della libertà e dell' indipendenza, vasta biografia ed esauriente esame delle sue opere. Finora, ma di brevi confini, si conosce la vita scritta dal sig. Enrico Montazio nella Galleria nazionale (Torino Unione tipografico-editrice, 1862). Di tre altre biografie, scritte mentre egli ancora \iveva, non si deve tenerne conto, perchè quasi vestono la natura del libello. Nel 1862 il sig. Carlo Pisani, noto pubblicista veneziano, aveva formato il disegno di effettuare tale atto di giustizia e di gratitudine : non crediamo che l'abbia compiuto. Uscito il Bianchi-Giovini dal seminario visse oscuro per parecchi anni a Milano, quale amanuense, segretario, e dando lezioni di letteratura e di lingue. Nel 1830 fu chiamato a Capolago in Svizzera a dirigere l'Ancora, il cui programma era quello di combattere le idee riformiste; caduto quel partito nel 1835, andò a Lugano a dirigere il Repubblicano ; nel 1839 espulso da Lugano riparò a Zurigo, ove campava scrivendo la Storia dei Papi, opera che gli era stata allogata ; nel 1841, dopo di avere compilato a Grouo per qualche tempo VAmnistia, giornale diretto ad oppugnare il nuovo governo elvetico, ritornò a Milano. Quivi visse sempre in uggia e in sospetto alla p< lizia, e pubblicò varii lavori, dei quali i più importanti furono : Studii critici sulla storia Universale di Cantù — Dizionario storico, filologico, geografico della Bibbia — Stor ia degli Ebrei — Idee sulle] cause della decadenza dell' Impero romano d'occidènte — Storia dei Longobardi. Nel 1847, non potendo più vivere a Milano, prese domicilio nella libera Torino, ove divenne uno dei principali collaboratori dell' Opinione (che ora si pubblica a Roma). Quel gruppo di scrittori era composto da Giacomo Durando, Giovanni Lanza (ora ex ministro), G. Borelli, C. Pellati, G. Cornero e N. Vineis ; ad essi s' era aggiunto il giovane Dina, adesso redattore in capo. Il primo n. dell' Opinione uscì il 26 dicembre 1847. Altre opere importanti del Bianchi-Giovini sono: La Vita del Sarpi e la Critica degli Evangeli. Dopo il 60 si recò a Napoli credendo di migliorare la sua salute che sempre più peggiorava ; ma s'ingannò ; dopo avervi per poco pubblicato il suo nuovo giornale La Patria, nel 1862, il mattino del 16 maggio, cessava di vivere. Il Re assegnò del suo peculio alla povera famiglia derelitta L. 2000 annue. I deputati provinciali eletti l'otto corr. furono i signori : D.r G. B. de Franceschi — D.r Marco Petris — Avv. Antonio Scampicchio— Avv. Francesco Venier — D.r Giuseppe Vergottini. Nel precedente elenco era stato omines-so il deputato sig. Francesco Sbisà. I Castellieri dell'Istria. — Il sig. capitano R. F. Burton, console inglese a Trieste e vicepresidente della Società Antropologica di Londra, letta tempo fa ai membri di quel rispettabile consesso di scienziati e studiosi una sua relazione sui Castellieri ossia sulle rovine preistoriche dell'Istria, la diede poscia alle stampe in lingua inglese. Ora nell'ultimo n. 22 della Provincia comparve il principio della prima traduzione italiana approvata dall'autore, fatta, come con grande piacere abbiamo trapelato, da una coltissima giovane nostra concittadina, la quale volle modestamente celarsi sotto le iniziali N. M - G. Ma l'egregia traduttrice deve tollerare che commettiamo un arbitrio, e che, affrontando la procella dei rimbrotti che ci pende sul capo, facciamo noto essere ella la signora marchesa Nicolina Gravisi nata de Madonizza. L'interessante lavoro del sig. capitano Burton è corredato di frequenti note storiche; e sarebbe ottima cosa che la traduzione italiana venisse pubblicata anche in opuscolo, onde renderla maggiormente diffusa a illustramento della nostra provincia. La Società Alpina tiene oggi il suo primo congresso a Pisino, convocata dal comitato promotore. "L'avvenire, di Trieste, in seguito all'arresto dell'amministratore sig. F. Pegan (ora a piede libero), al sequestro dei registri, e alla condanna a due mesi di carcere di chi ne aveva assunto la responsabilità, ha sospeso la pubblicazione. Il 21 corr. venne arrestato anche il tipografo sig. B. Appolonio, e dopo 24 ore lasciato in libertà verso cauzione. "La nuova Rivista degli Scacchi, è l'unica pubblicazione italiana che tratti ex professo del giuoco tanto utile e dilettevole. Esce a Livorno in fascicoli mensili di 28 pag., compilata da uua società di dilettanti; contiene partite edite ed inedite con note critiche e i con richiami alla teoria italiana e straniera -studii sulle aperture - finali - problemi - letteratura e bibliografia scacchistica - notizie - discussioni ; costa pel Regno L. 10 all' anno, al semestre 6, per l'estero L. 12 all'anno e 7 al semestre. L' amministrazione è in Livorno via Michon n. 1 terreno (palazzo Sansoni). libri nuovi. - Politica e Libertà di Eugenio Corbetta, — Milano, G. Brigola editore 1376 (in 8° pag. 600). Spiritus Asper. Viaggi umoristici per l'Italia. — Roma, cugini Rossi editori, 1876. In campagna. Versi di Adolfo Boelhouver. — Livorno. Francesco Vigo editare. Figli del secolo. Schizzi in versi di Vittorio Salmini. — Torino, F. Casanova editore. Diario del viaggio intorno al globo della regia corvetta italiana "Vettor Pisani, per il capitano Ugo Bedinello (triestino) dedicato all'Associazione triestina di ginnastica. — Trieste, Stab. art. tip. G. Caprin editore, 1876. »ISGBAŽUMEJfTO Recasi a dovere il sottoscritto di porgere, a nome di tutti i congiunti, i dovuti ringraziamenti a tutte quelle persone le quali si compiacquero assistere al funebre' ufficio divino, celebrato in questa Cattedrale nel giorno 16 del corrente mese, in suffragio dell' anima della testé defunta Catterina Mara-spin nata Pallina. Capodistria li 21 Novembre 1876. G. Pallina Trapassati nel mese di Ottobre 4 Majer Santa moglie di Paolo, d' anni 74 ; Plisca Filomena Ved. d'anni 31; D. G. (carcerato) da Verona d'anni 65. — 6 Derin Anna Ved. da Pirano d'anni 66. — io Micalich Luigi fu Antonio d'anni 53. — 11 Filippi Andrea Giusterna (Lazzeretto) d'anni 48. — 13 Funcich Santina di Giuseppe d'anni 19. — 14 Castellich Giuseppe fu Giuseppe da Cilina Camiola, d'anni 66. — 24 V. G. (carcerato) da Trieste d'anni 28. — 3S Gei-in Giovanni d'anni 84 — 39 P. N. (carcerato) da Kernovniza (Dalmazia) d'anni 25. Più dieciotto fanciulli al di sotto dei sette anni. Matriinonii celebrati nel mese di Ottobre 10 Francesco Valle con Domenica Paolettich. 14 Antonio Costanzo con Anna Apollonio; Szajer Michele con Elena Maria Zalocosta. 15 Francesco Wansch con Maria Lonzar. 38 Matteo Babuder con Domenica Padovan. Corriere dell'Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 corr.) Graz. Eugenio conte Rota (I sem. del III anno) Trieste. Carlo Dragovina (il III anno). NAVIGAZIONE A VAPORE ISTRIANA giornaliera fra TRIESTE e POIA toccando i porti dell'Istria, cioè: PIRANO, UMAGO CITTANOVA, PARENZO, ROVIGNO ed eventualmente SALVORE, OR3ERA e FASANA col piroscafo celere Aida e coi piroscafi Ca*tor e Melanira. ORARIO Partenza da Trieste e da Pola alle ore 7 ant. ogni giorno Partenza da Trieste Celere Lunedì Giovedì Sabato Ordinario Domenica Martedì Mercoledì Venerdi Partenza da Pola Oliere Domenica Martedì Venerdì Ordinario Lunedì Mercoledì Giovedì Sabato dei suddetti I viglietti si vendono a bordo piroscafi. — Ogni giorno sarà un piroscafo sotto carico per ricevere merci durante tutta la giornata. — Riguardo ai noli per le merci da convenirsi a bordo coi rispettivi capitani. Per maggiori schiarimenti rivolgersi allo scrittoio, Piazza Grande N. 2. (casa Pitteri) primo piano sopra i mezzanini. Arrivi e partenze alla Riva della Sanità L'Impresa Il "Cinstinopoli., fonti ima l'orario del 1 Novembre (V. il N. prec.)