ANNO IX Capodistria, 1 Ottobre 1875 N. 19 LA PROVI DELL' ISTRIA, organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. S; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana OTTAVO CONGRESSO GENERALE DELLA SOCIETÀ AGRARIA ISTRIANA tenutosi nella città di montona nei giorni 6 7 settembre 1875 Per deliberato del settimo Congresso generale era stata eletta la città di Montona a sede dell' ottavo Congresso, ed in seguito ad invito della Presidenza del 1 agosto 1875 n. 562, si raccolse colà nei giorni 6 e 7 settembre a. c. circa 80 membri della società agraria a generale riunione per trattare, colla riserva del capo secondo del § 39 degli Statuti sociali, gli argomenti del seguente Ordine del giorno 1. Inaugurazione del Congresso. 2. Resoconto morale della Società. 3. Lettura ed approvazione del verbale del settimo Congresso generale. 4. Resoconto economico (consuntivo 1874 e conto di previsione del 1876). 5. Proposta di modificazione allo Statuto sociale presentata dalla presidenza per deliberato del II Congresso generale. 6. Nomina del presidente, del vice-presidente e di tre direttori alle condizioni del § 18 degli Statuti sociali. 7. Nomina di 16 membri di Comitato. 8. Nomina di tre revisori di conti da scegliersi tra i soci effettivi, esclusi i neoeletti membri della presidenza e del Comitato. 9. Nomina di soci onorari. 10. Determinazione del luogo di riunione della IX generale adunanza. 11. Lettura dei referati sulla bachi-e gelsicoltura, ed eventualmente sulla viticoltura. 12. Eventuale deliberazione sopra oggetti non annunciati nel presente Ordine del giorno, di cui fosse però votata l'urgenza. Alle ore 10 antimeridiane del giorno 6 settembre venne solennemente inaugurato il Congresso in una sala terrena dell'edificio comunale, gentilmente messa a disposizione della società e fregiata dello stemma della Provincia e delle principali città dell'Istria. Occupava il seggio presidenziale l'egregio sig. presidente D.r Gerolamo Manzutto, assistito dal vice-presidente sig. Antonio Cecon e dal segretario sig. Luigi Hasch. Intervennero a rappresentare l'Eccelso Ministero d' Agricoltura, l'i. r. Capitano distrettuale di Parenzo cav. Enrico de Clesius, e la Provincia, il Capitano provinciale Comm. D.r Francesco Vidulich. Rappresentarono inoltre : Il sig. presidente — il consorzio agrario di Trento e l'i, r. società agraria di Gorizia; — il direttore sig. Tommaso Sottocorona, l'i. r. società agraria di Vienna e di Piovereto; il direttore sig. Matteo Rismondo, la Camera di Commercio e d'Industria dell'Istria; il bar. G. Paolo de Polesini, l'i. r. società agraria di Graz; il sig. Nicolò Bartolomei, la società agraria di Trieste, ed il segretario sig. Luigi Hasch, l'i. r. società agraria di Lubiana e di Linz, ed il consorzio agricolo di Czernowitz. Il sig. presidente apriva il congresso col seguente discorso: Illustre Congresso! Ecco di bel nuovo riuniti in fratellevole geniale convegno i figli solerti dell'amata Istria nostra, pronti sempre a convenire in buon numero quando interessi vitali della Patria li chiamano. È questo segno non dubbio ma palese ben manifesto che nel petto Istriauo sempre più forte ribolle il sentimento di Patria, il quale fa riunire, da tutte le parti convenendo, i loro figli per trattare, giulivi e nel santo amor di patria abbracciati, sui mezzi che meglio convengano a rialzare sempre più le condizioni economiche della nostra provincia. E lo dico con vera soddisfazione dell'animo mio; ben pochi dei signori componenti il Vostro comitato mancavano all' appello della Vostra presidenza, che anzi, la maggior parte degli eletti, postergando i proprii affari, e per nulla curando i disaggi de'viaggi, pronti tutti vi accorrevano, e con tauto calore e con sì rara intelligenza le questioni singole importantissime trat- tavano, da rendere ben soddisfatto chi, anche qual' o-spite ambito, a qualche seduta assisteva. Oh potessi dire altrettanto dei vostri comizi ai quali col cuor sulle labbra dietro incarico vostro due parole di eccitamento indirizzava; ma pur troppo, mi duole 1' animo il dirlo, tutti ancora non corrisposero completamente alle forse troppo esigenti nostre aspettative. Si come già lo dissi, ripeto di bel nuovo: Sono i comizi quella tanto bella altrettanto utile istituzione che sorta dal numero di tanti preclari ingegni dagli stessi viene sorretta coi più illuminati consigli, coi più assidui efficaci aiuti. Sono i comizi che agitar devono l'intiera provincia, precedendo coli'esempio nella miglioria dei campi, col diffondere i dettami della scienza già dalla pratica agricola cresimati, facendo scomparire quei vieti principi, quei pregiudizi inveterati, che tanto all'economico avanzamento si oppongono. L'anione concorde, vibrata di tutti i comizi soltanto operar potrebbe veri portenti, superando tutti gli o-stacoli che al progresso agricolo "si frapponessero. Non un scoraggio però che l'amor di patria in tutti io scorgo, l'attività proverbiale, l'ingegno svegliato dell'Istriano anzicchè scemare mai sempre avanza: un risveglio potente, un eccitamento ultimo, solenne, tutto ecciterà la forza dei comizi, che de' loro benefici raggi sapranno e vorranno illuminare la patria. Questo eccitamento solenne venga da Voi o prestantissimi signori ;, la voce vostra benevola, amorosa, stringente più che la mia debole e fiacca saprà scuotere ogni fibra; questa invoco, reclamo, meco unitevi in questi istanti per proclamare troppo benefica, sommamente patriottica l'azione dei Vostri comizi per augurare a questi vita novella, rigogliosissima, ricca di pratici risultamene, che con tutto l'ardor dell' animo mio desidero fortunosamente lo sia. Ma altri dati sicuri noi abbiamo per ripromettersi lieto e forte prosperamento di questa nostra patria istituzione. L'augusto Monarca toccando le soglie di questa terra con senso squisitissimo di simpatia volle la società nostra onorata e con parole ben sentite augurava a ben prosperare. L'istituzione della cantina enologica e quella di frutticoltura proposta nel secondo congresso agrario, caldeggiata con tanto amore dai deputati nostri e dalla benemerita Giunta provinciale che sempre più si anima a patrocinare ed a sussidiare la società nostra, i vari sussidi che per rialzare i singoli rami di agricoltura dall' Eccelso Ministero vengono elargiti, ciò tutto tende a rialzare sempre più la società nostra, l'agricolo prosperamento. L'istituzione degli osservatori bacologici ed i premi ai gelsicoltori varranno ad animare sempre più l'industria serica che prospera e rigogliosa sempre più tarassi, ben lucrosa nella nostra provincia. Elettrizzata dal voto unanime vivissimo sempre ed ovunque espresso di veder finalmente rialzato il credito dei nostri vini, che per la bontà del suolo e pel clima adattatissimo gareggiare potrebbero, se ben lavorati, collo altre nazioni su mercati stranieri, la presidenza vostra non si ristette dal curare, a seconda del deliberato vostro, la compilazione di un progetto di statuto enologico, che, formulato per cura precipua di zelantissimo socio, ventilato dappoi in ripetute conferenze, cribrato viemeglio in seduta regolare di comitato venne passato per ultimo a mani di ogni socio per l'eventuali osservazioni ed ammende. Spetterà ora a voi, o signo- ri, il deliberare sulle forme da prendersi in sì vitale argomento. Il foglietto sociale che sotto forme semplici ed limili a soci tutti voleste distribuito m^rcè la collaborazione di quei tanti, che forniti di bella teoria e ricchi di pratiche risultanze, sapranno e vorranno coadiuvare, diffonderà sempre più i dettami della scienza con vantaggio immancabile dell'agricolo avanzamento. Senonchè allo slancio patriottico vostro, pur proppo, non come voleva potè corrispondere il presidente vostro, il quale, non per mancanza di buon volere nè per difetto di patrio amore, ma e pella distanza della sede del vostro Ufficio, per le incessanti sue occupazioni e per difetto delle necessarie sue forze non potè meglio corrispondere alla tanto ambita vostra fiducia. E se pur qualche cosa si fece lo si attribuisca a merito precipuo del collega mio carissimo, del vostro zelantissimo vicepresidente che con amore stragrande, ardentissimo si occupava dei vostri interessi, coadiuvato mirabilmente sempre dai prestantissimi signori che composero la direzione vostra, ai quali tutti io iu questo solenne momento devo tributare i sensi della mia più sentita riconoscenza. ________________ Ora che sto per cedere a mani più vigorose e forti l'officio vostro, eutusiastato dal magico panorama che dall'alto di questa gentile città si para innanzi e sembra voglia salutare e stringere il suo cuore l'amata nostra penisola mi sia concesso nella foga dell'animo e dell'amor mio di esclamare a tutta voce : Sacro, solenne sia il patto che in oggi rinnoviamo per rialzare in tutti i modi le sorti che ardentemente desidero alla diletta terra nostra sempre più prospere felici e di esclamare col cuore sulle labbra, Evviva 1' Istria. — Evviva questa patria nostra Istituzione. — Evviva la geniale gentil Montona che con tauto di cuore ci ospita. Con queste espressioni sincere del mio cuore ho frattanto 1' onore di dare a voi tutti, onorevolissimi signori, il mio cordiale saluto nel mentre dichiaro aperto l'ottavo generale congresso della Società Agraria Istriana. Accettato tale discorso con prolungati e ripetuti applausi, l'illustrissimo sig. cav. de Clesius rivolge al congresso un saluto a nome "dell' Eccelso Ministero d' Agricoltura, e promette il costante e valido suo appoggio alla società iu tutto che può riescire di vantaggio per la patria agricoltura. Presa indi la parola il capitano provinciale comm. D.r Francesco Vidulich pronunciava il seguente discorso: Spettabile Congresso! Alla società agraria Istriana, radunata oggi per 1' ottava volta in generale congresso, porto a nome della provinciale Rappresentanza un fraterno saluto. Riconoscendo nell' agricolo elemento il fattore precipuo da cui l'Istria pressocchè tutta può essere portata a prosperità, v'ha obbligo in entrambe di coltivare con amore questo elemento, perchè sempre più fiorisca, cresca e viva di vita rigogliosa. E mi gode l'animo di poter porre in rilievo che negli otto anni di sua attività la società agraria abbia atteso solerte a tale intento, e che ad opra sua noi già vediamo in ogni parte introdotti notevoli miglioramenti nella coltura de' campi, nell' allevamento degli animali, nell' industria serica, nel provvedimento di acque potabili, ed in altre opere accessorie che la naturale produzione sempre più favoriscono. I suoi conati per migliorare il prodotto principale e più importante, il vino, ebbero un primo successo ad opra della provinciale Rappresentanza e col provvido e generoso concorso dell' imperiale Governo, e vogliamo nutrire la fiducia che la stazione enologica teste attuata in Parenzo saprà corrispondere pienamente agli scopi per cui fu istituita. Anche l'assicurazione del credito fondiario, zelan-. temente propugnata dalla società agraria, giova lusingarsi che in breve venga fondata nella provincia, per offrire agevole modo al possidente di provvedersi de' mezzi necessari alla coltura dell' agro, quando, per sinistri elementari inevitabili, o per altra stringente necessità, ne avesse a provare momentaneo difetto. La regolazione da essa favoreggiata di alcuni più importanti corsi d' acqua, ed il bonifico di terreni per impaludamento sottratti all'agricola economia, trovansi ancora allo studio, ma v'ha motivo a sperare non tarda soluzione. Perseveri pertanto la società agraria nel suo benefico proposito di ammaestrare colla parola e coli' e-sempio, inspirando uegli animi de' coltivatori la virtù del lavoro, resa forte dalla fede che delle loro fatiche ritrarranno larghi compensi. Dalla vetta del colle su cui graziosa s'erge la gentile Montona che oggi ne ospita, noi, per quanto l'occhio arriva, ammiriamo nella sottoposta valle e nelle circostanti colline una continuità di terreni atti alle più svariate colture, ed in qualche distanza si presenta al nostro sguardo tracciata una via a guide di ferro sugli elevati pendii che segnano a oriente il termine della magnifica vallata del Quieto, mentre all'opposto suo Iato una piccola striscia azzurra, il non lontano mare, ci richiama al pensiero. Questa bella prospettiva alto ne parla alla mente ed al cuore. Alla mente essa indica quali e quanti tesori il nostro bel suolo è atto a produrre sotto la mano di chi lo coltivi attento ed attivo, e com'essi anelino di venire diffusi nel mondo pel-la duplice via del mare e delle rotaje di ferro; al cuore essa fa presagire che l'Istria, rientrando nel movimento mondiale, ritornerà iu breve alla primiera sua gloria. II punto è dato Se ne valga la Società agraria per spingere e a questo moto maggiore, più accelerato, al cui continuo accrescimento noi tutti, e singolarmente, ed associati, e sempre concordi, vorremo la Dostra a-zione costantemente dirigere. Seguito questo discorso da applausi, il signor presidente invitava il Segretario sig. Luigi Hasch a riferire sull'attività sociale dal tempo dell'anteriore Congresso, ed egli, avuta perciò la parola, dava lettura della seguente RELAZIONE Onorevoli Signori ! Se nel decorso anno, in cui per la prima volta m'era riservato l'alto onore di fungere da Segretario al Congresso generale della Società di cui voi tutti formate parte attiva, con sommo rincrescimento mi fu giocoforza limitarmi all'esposizione di quanto venne o-perato nell' amministrazione dei fondi affidati dallo Stato, mancandomi pur troppo argomenti di qualche importanza per intrattenermi sopra 1' attività interna della Presidenza, in allora rattristata da sfavorevoli circostanze, con altrettanta soddisfazione adempio quest'anno al mio compito, inquautochè, come vedrete da quello che brevemente vi verrò esponendo, la Presidenza vostra costituita sopra base solidissima con a capo persona zelante ed attivissima che ben meritossi della stima e riconoscenza di tutti g' Istriani, seppe maestrevolmente risorgere quasi a novella esistenza e spiegare un'energia ed uno zelo che solo nei primi momenti dell'entusiasmo potrà forse trovar riscontro. Un tale progresso dunque vi sia di conforto e soddisfazione e nel tempo stesso d'incitamento ad assecondare con ogni mezzo gli sforzi della Società, la quale, sorretta e coadiuvata da quanti sinceramente amano il benessere e la prosperità della propria patria, procederà con raddoppiato ardore verso la nobile sua meta, al raggiungimento della quale devono essere rivolte tutte le nostre cure, tutti i nostri sacrifici. Adempiendo all' incarico ricevuto nell' anteriore Congresso, la presidenza si diede tutta la cura di pubblicare col novello anno 1875 un foglietto sociale mensile in sostituzione dell'Annuario dei decorsi anni, portante il titolo di "Effemeride agraria dell'Istria „. Sebbene questo giornaletto abbia cominciato e continui tuttora a tenersi fra modesti limiti, sia per mancanza di mezzi come pure per difetto d'una regolare ed attiva cooperazione dal di fuori, pure fiuo dal suo primo comparire acquistossi favore e simpatia, poiché con ciò si vide che la Società prestasi a tutt'uomo e non lascia sfuggire occasione veruna onde diffondere e popo-larizzare fra le masse le sane dottrine agrarie oggidì professate, e perchè non a torto si concepì la speranza che l'opera principiata progredirà di meglio in meglio e che col tempo giungeremo a fondare un vero giornale agrario per la provincia dell'Istria, che corrisponda a tutte le esigenze ed appaghi le brame d'ognuno. Vogliamo sperare che ciò s'avveri e si avveri presto, per cui in tale dolce lusinga cerchiamo intanto tutti a seconda delle proprie forze di prestare l'opera nostra ad innalzare questo nobile edificio, che formerà uu nuovo merito della nostra Associazione e riescirà di lustro per la provincia, la quale coi fatti alla mano potrà dimostrare che sa e vuole assecondare lo spirito progressista del secol nostro e che in ciò non vuol restar seconda a nessun altro paese. Una delle più vitali questioni di cui la presidenza siasi occupata si è quella della costituzione d' una Società enologica. Già nel VII Congresso generale di Pirano venne presa una deliberazione secondo cui, la presidenza restava incaricata di prestarsi per la costituzione d'un consorzio enologico Istriano, compilandone i relativi Statuti e servendosi all'uopo di quanto meglio credesse opportuno e corrispondente allo scopo. La presidenza, compresa dell'assoluta necessità di provveder tosto al miglioramento dei nostri vini per renderli atti ai più lunghi trasporti e procurar loro così un sicuro e vantaggioso smercio, ancora nella Seduta tenuta subito dopo il Congresso dell'anno 1874, affidò il compito di redigere un progetto di Statuto ad uuo speciale comitato composto di cinque membri. — Questo Comitato tenne in seguito varie conferenze per accordarsi circa l'adempimento del loro incarico ed infine giunse a presentare nella seduta dei IO ed 11 luglio a. c. il progetto di Statuto in parola, il quale dopo assoggettato a lunga disamina venne accettato con varie modificazioni, e passato indi alle stampe e distribuita una copia a tutti i membri della Società Agraria. Ora il piano è tracciato e non resta più che il buon volere di tutti i possidenti Istriani perchè l'iniziativa presa sia coronata di felice successo. Questa novella associazione destinata a nobilitare e perfezionare il più importante e produttivo ramo della nostra industria agricola, voglio dire della preparazione e confezione dei vini, sta ora per divenire un fatto compiuto e non è nemmeno da porre iu dubbio che anche in questo incontro come in tanti altri gl'Istriani sapranno far emergere la loro intelligenza e perspicacia. La Società Agraria poi potrà andar superba di esser stata la iniziatrice di quest'opera di rigenerazione economica del paese e quand'anche tutti i suoi sforzi sgraziatamente avessero a fallire, ciocché non è presumibile, nessuno potrà tacciarla di trascuranze, ed istessamente s'avrà acquistato diritto alla riconoscenza della provincia. L'auuo scorso venne ed a ragione lamentata la mancanza di speciali relatori per riferire sulle questioni veramente agrarie in occasione dell' annuale congresso. Difatti il porsi tutto ad uu tratto a discorrere d'un argomento o dell'altro coll'iutento di studiarlo, discuterlo e proporre dei provvedimenti senza avervi prima nem-men pensato ed esservisi applicati con speciale attenzione e comodità, è difficile che possa condurci a dei buoni e pratici risultamene. Perciò venne stabilito di scegliere di anno in anno i relatori, i quali, assunto lo studio d'un qualunque oggetto, riferiranno nelle conferenze in occasione del Congresso, avanzando tutte le proposte che crederanno migliori e di maggior efficacia a procurare incremento a quel ramo della nostra agricoltura che faranno tema di loro pertrattazione. Per tal modo, oltrecchè avere una nitida e chiara e-sposizione di quanto si riferisce agli argomenti in discussione, si risparmierà pure un tempo prezioso che altrimenti potrà essere utilizzato, ed allora si può con fondamento sperare che queste conferenze, iniziate ancora fino dai primi momenti d'esistenza della Società, non mancheranno d'esser feconde d'indubbi vantaggi per la patria agricoltura, ciocché auguriamo di tutto cuore. In quest'anno si pensò pure all'istruzione agraria e vi si presero dei provvedimenti. L'Eccelso Ministero d'Agricoltura rimise graziosamente in dono alla Società vari esemplari delle tabelle agronomiche illustrate dell'Hartinger e la vostra Presidenza fu sollecita a farne la distribuzione fra le scuole popolari dell'Istria, raccomandando caldamente ai maestri a volere, coll'aiuto delle medesime, impartire delle lezioni d'agraria, avanzando a suo tempo alla presidenza un rapporto sull'uso dolle tabelle suddette e sull'eventuale profitto ritratto dalla scolaresca. Si fece inoltre l'acquisto di varie operette popolari d'agricoltura, come ad esempio "Ricordi di Nane Castaldo., "La potatura delle piante da frutto dei fratelli Roda„ e tante altre pregevolissime che si distribuirono quale premio agli adulti che si distinsero nella frequentazione della scuola serale, sollevando così fra loro una nobile emulazione ed incoraggiandoli sempre più a dedicarsi con amore e zelo allo studio. Finora una grave mancanza si dovea ascrivere alla Società nostra, mancanza, la quale pur troppo la faceva scadere dal buon credito del forestiero che per avventura trovandosi nella sua sede avesse desiderato di conoscere tutte le sue instituzioni. Questa, appunto si era la mancanza d' un predio od orto speri-rimentale. La necessità assoluta del medesimo per esperire quanto la scienza ci apprende e porre in buon accordo la pratica con la teoria è troppo evidente perchè abbisogni di prove e son certo che nessuno di voi porrà in dubbio una tale verità. La Presidenza vostra convinta di dover soddisfare anche questo urgente bisogno, faceva analoga proposta al Comitato sociale per la locazione d'un orto sperimentale nella sede della Società, chiedendo all' uopo un adeguato sovvegno dal Ministero. Il comitato sociale diffatti approvava la proposta della presidenza e l'incaricava anzi a ricercare uu pezzo di fondo adatto allo scopo e di passare quindi, ove si mostrasse bisogno, anche tosto alla stipulazione del rispettivo contratto d'affittanza per il termine di 14 anni. Indi a poco si venne a sapere trovarsi in disponibilità un beli' orto nelle vicinanze della città, ma che per assicurarsene il possesso faceva duopo decidersi subito, senza attendere evasione dal Ministero sul chiesto sovvegno. Questa circostanza creò degli imbarazzi e la presidenza per un momento si trovò perplessa e dubbiosa non fidandosi dell'assunzione d'un obbligo che .avrebbe durato ben 14 anni senza aver sicurezza di Attenere i mezzi necessari per soddisfarvi. Ma in ultimo si venne ad una via di mezzo, che riesci pienamente; Si passò cioè alla stipulazione del contratto col proprietario a condizione, la società possa entro il primo aiino ancora, ove non le venisse accordata la sovvenzione dal ministero, dare, tre mesi prima della scadenza dell'affittanza, disdetta dell' orto in parola. Per tal guisa la società assicurandosi il possesso dell' orto in caso, come giova sperare sarà favorevole la evasione del Ministero, non si espose che con l'importo dell'annuale affitto e qualche altro piccolo aggravio, ciò che è ben poca cosa in confronto degli utili che se ne potranno ritrarre. Fino dai primordi di sua esistenza la società agraria cercò con tutti i mezzi che stavano a sua disposizione di promuovere l'incremento della bachicoltura. Sebbene il suolo quasi ovunque addattato per la coltivazione del gelso, il clima e tutto c' inviti a dedicarci a questa nobile industria, pure la bachicoltura in questa provincia fece pochi progressi e uou venne esercitata che assai limitatamente. (Continua) ------------? '- A ■! .. - DALLA VENDEMMIA ALLA SVINATURA 'a - RICORDI PRATICI AI VINIFICATORI Eccoci giunti all'autunno, all'epoca delle veudem -mie. Se ricordiamo la magnifica prospettiva che presentavano le viti nel bel principio dell'anno agrario, ci scappa spontaneo un mesto sospiro per vederci così di spesso disillusi in tutto odili parte nelle più belle speranze. Con ciò non vogliamo dire cbe le vendemmie saranno scarse, perchè anzi abbiamo dati per credere ad un buon raccolto, iu onta a tutte le vicissitudini a cui indo soggetta la vite, in quasi ogni località d'Italia. Infatti, dalle notizie che da molte parti della penisola riceviamo, la quantità in vino, se iu quest'anno non sarà inferiore a quella del decorso, non l'avremo neanche più abbondante. E ancora potremmo andar contenti se risultasse ottimo per qualità, ciò che non possiamo ammettere del tutto se esaminiamo le uve ed il loro corso progressivo di maturazione e se facciamo riflesso alle vicende meteorologiche trascorse. — La elaborazione dei principii immediati costitutivi del frutto non seguì regolare e la maturazione non sarà completa. Avremo quindi, fatte le debite eccezioni, un prodotto scadente. Ricchezza di materie albuminoidi, ricchezza di acidi e povertà di sostanza zuccherina avranno i mosti di questa vendemmia. Spetterà all'enologo adunque soccorrere questi mosti difettosi. Una buona vinificazione potrà rimediare in gran parte ai difetti causati dalla natura. Da moltissimi sentiamo deplorare gran quantità d'uve guaste, di acini non bene sviluppati, di grappoli affetti dalla crittogama che danneggiò assai specialmente le località dove la solforazione venne trascurata, di grappoli infine maltrattati dagli insetti e dalla grandine. — Coloro che non eseguiranno un'accurata scelta delle uve, otterranno vini scadenti a segno da doverli esitare presto ed a vile prezzo. Ben pochi aspettano di vendemmiare fin quando (l'uva ha cessato di diminuire nel suo quantitativo in acidità e di aumentare quello della materia zuccherina. E per vero vi ha un bel gridare che si raccolga l'uva quando non guadagna più nulla a star nelle viti; ma in pratica non tutti i precetti teorici, per quanto giusti, si possono ascoltare, perchè moltissime circostanze s'oppongono all'agricoltore. Quest'anno specialmente non sarà possibile dappertutto ritardare la vendemmia a beneplacito, perchè si andrebbe rischio di perder molto, od almeno di avere il rimedio peggiore del male. A dirla franca, se l'Italia avesse la fortuna di possedere le rinomate vigne di Chàteau-Lafitte, di Joannisberg ecc. potrebbe benissimo in queste vigne far lusso d'operai per le continue scelte di grappoli e di grani guasti ed imperfetti, perchè poscia andrebbe certa di ottenere del vino scelto che risulta persin 2000 lire per ettolitro. Ma quando si tratta di dover accoutentarsi, in generale del prezzo (fatte sempre le debite eccezioni) accennato, meno due zeri, oh v in questo caso le spese ci assorbirebbero le entrate ! È adunque giocoforza stare a cavai del fosso e fare il meglio possibile, rispettando sempre li suggerimenti teorici, che quantunque non si possano ovunque praticare non cessano d'esser giusti. Ciò non vuol dire però che non si possa effettuare la scelta nei limiti consigliati dalla necessità, senza della quale scelta s'otterrebbe un vino scadentis-simo. Quello che troviamo praticabile e necessario, e parliamo coli'esperienza di più anni, è ciò che si fa da molti fra i più diligenti agricoltori: vendemmiare l'uva in tre tempi. — Vendemmiar prima la guasta ed i grappoli difettosi e con questa fare un vino da esitar subito a qualunque prezzo. Fare una seconda vendemmia alquanto generosa, cioè raccogliere l'uva più scadente e con questa anche qualche grappolo discre- to, piuttosto che ne resti sul tralcio di quelli difettosi. La terza vendemmia finalmente sarà quella dell'uva eletta e questa dovrassi eseguire al più tardi possibile onde maturi completamente e raggiunga il massimo di ricchezza zuccherina. È per quest'ultima vendemmia che noi raccomandiamo tutte le cautele possibili, dalle quali si otterrà ottimo vino, quantunque l'annata, come si disse, non si possa annoverare tra le migliori. A coloro che possono tenere le uve sulle viti e facilmente difendersi dai ladri, consigliamo di ritardare la raccolta fino a quando il gleucometro Guyot cessa di indicare un aumento in materia zuccherina. Il gleucometro è una guida preziosissima, quantunque approssimativa, per il pratico; ed è appunto a quest'epoca ch'egli deve averlo sempre tra mani. Prenda ogni due o quattro giorni alcuni grappoli qua e là tra le sue viti ; dopo ben pigiati e filtratone il mosto per tela, v'immerga il gleucometro e noti il grado che segna. Quest' operazione la ripeta fino a quando il gleucometro non indica più un aumento di densità e quindi aumento di zuccaro. E naturale che questa operazione deve farla con senno per non cadere in inganno. Per i saggi deve raccogliere 1' uva, in modo che pigiatone il mosto, si possa credere sia uguale in densità a quello che si otterrebbe pigiaudo tutta la vendemmia in massa. Deve tener calcolo della temperatura e raccogliere i grappoli [sempre alla medesima ora; deve in fine aspettare sei ad otto giorni nel caso fosse sopravvenuta la pioggia. Giunta l'epoca trovata dal gleucometro opportuna per vendemmiare, se il mosto segnasse una quantità di zuccaro inferiore alle buone annate anteriori, trovandosi il produttore nella possibilità, dovrebbe adottare la pratica di recidere il tralcio fruttifero in vicinanza al cepo, lasciandolo appeso ai sostegni, siano di filo-ferro, di cane o pali. L' uva nel tralcio così reciso, si lasci, sempre che il tempo permetta, per 4 ad 8 giorni, nei quali appassisce di alquanto, perde dell'acqua, si arricchisce così in zuccaro, scema in acidità e dà un vino di gran lunga migliore e che compensa generosamente la operazione Tale pratica raccomandiamo particolarmente a coloro che hanno uve a tarda maturazione che per ciò sono sempre povere di zuccaro e ricche di acidità. Raccolta 1' uva colle debite cautele onde non ammacchi e schiacci, e portata al luogo di pigiatura, de-vesi pigiar subito senza aspettare che riscaldi e fermenti, come avviene in molti siti dove prima di pigiarla si aspettano dei giorni, cioè fino a quando il tino è empiuto colle vendemmie successive. Barbaro sistema questo, che vale a disseminare nell'uva i germi di fermentazione acetica e lattica ed a produrre un vino sempre inclinato ad acetare od a subire alterazioni peggiori. Il sistema poi di lasciar riscaldare l'uva appositamente nei tini per sino otto o dieci giorni prima di pigiarla, è assai riprovevole. Vorremmo ci si dicesse quanti vini sono privi di quantità sensibile d'aceto dopo uu anno di età tra questi fabbricati <■ >i detto'^barbaro sistema. Per ottenere vini carichi di colore, basterà unire il vino del torchio alla massa e conseguirassi meglio l'intento d'ottenere cioè un vino col pregio!? d'esser aspro e carico di tinta ! appena s'incomincia a possedere il torchio, mentre questo macchinismo do-vrebbesi trovare in ogni cantina. Pigiata adunque 1' uva, tosto giunta a posto, tan- to coi pigiatoi meccanici, quanto coi piedi, che pure funzionano bene, se rigorosamente puliti si assaggi il mosto col gleucometro; se questo indicherà essere in difetto di zuccaro, in confronto alle migliori annate, sarà necessario aggiungere quel tanto onde acquisti il grado richiesto per ottenere un vino conservabile, assai migliore e col titolo alcoolico opportuno. Colla pratica noi abbiamo trovato che in generale il mosto non deve contenere meno del 20 per cento di zuccaro, ed anzi abbiamo fissato questo titolo zuccherino per avere vini da pasto. Se adunque quest'anno i mosti segnassero ad esempio il 17 per cento di zucchero al gleucometro Guyot, gli si aggiungeranno per ettolitro chilo-grami 8 di zuccaro puro, o qualcosa più, in proporzione all'impurità contenuta nello zuccaro stesso. Ciò diciamo per tutti, anco per coloro del mezzogiorno, che favoriti a dovizia dalla natura, ottengono mosti aventi persino il 30 per cento di zuccaro. In questo caso, volendo essi ottenere vino da pasto, dovranno aggiungere dell'acqua e diluirlo quel tanto onde venga a segnare all'accennato gleucometro dal 20 al 24 per cento di zuccaro. Non sono soltanto i paesi meridionali d'Italia che hanno la ventura di ottenere mosti persino al 26 per cento di zuccaro, ma bensì non pochi anche del settentrione, che hanno vigneti diligentemente educati, in favorevoli plaghe e con vitigni a frutto molto zuccari-no ed a maturazione precoce. Noi rispettiamo l'esperienza altrui, ma non facciamo a meno di dire, che per fabbricare vini da pasto, da poter bere a bicchieri, sie-110 vini comuni o finissimi, il titolo zuccherino dei mo-l sti non dovrebbe superare il 20 al 22 per cento. Fortunati coloro che invece di dover aggiungere zuccaro, possono versare dell'acqua, senza pregiudizio del mosto, ma anzi con vantaggio economico e con miglior riuscita. Se però le uve fossero di tal natura da somministrare mosti zuccherini (24 a 30 per cento) e deficienti in acidi e sostanze estrattive (3 a 6 per mille di acidità complessiva), non sarebbe consigliabile il suddetto battesimo, senza accompagnarlo da una debita aggiunta di acido tartarico e bitartrato potassico. Senza quest'ultima aggiunta si otterrebbero vini male riusciti e senza sapore. Tali mosti valgono a fare, senza aggiunta, dei vini liquorosi. ( Continua ) Firenze, settembre I centenari del Regno vanno succedendosi con attività quasi febbrile, ed a ragione. — Gl'Italiani risorti, dopo tanti lustri di forzato silenzio, sentono l'imperioso bisogno, dirò meglio il dovere, di rammemorare il giorno della nascita o della morte di chi cooperò a dare alla loro Gran Madre, lo splendido seggio che incontrastabilmente occupa oggi tra le nazioni civili. Non è molto celebraronsi i centenari di Savonarola, Ariosto, de' quali il vostro corrispondente ferrarese parla abbastanza estesamente; di Morgagni, di Poliziano; — or' ora celebrossi il trecentesimo anniversario di quel sommo Artefice, vero miracolo nella pittura, nella architettura, nella scultura, e di cui tutto si disse in quel verso : " Michel più che mortale angiol divino „. Che potrò io dirvi, gramo imbrattatore di carta, che non sia stato detto e ridetto su tutti i tuoni intorno a questo sommo Autore del Mosè, della Notte, della Cupola di San Pietro, delle Parche? Voi, e moltissimi de'colti vostri comprovinciali, orgogliosi delle avite grandezze, avrete oramai ammirato più e più volte qui nella mia bella Firenze e nella classica Roma gl'insigni monumenti di questo Grande, cui, il ripeto, con felicissimo bisticcio fu appellato ... "più che mortale, angiol divino.,, A me permettete soltanto il semplicissimo ufficio di relatore intorno a quanto fu fatto di questi giorni in Firenze per festeggiare la cara e venerata memoria. Inutile è premettervi che le costumanze dell'epoca riguardo le grandi festività nazionali, non si aggirano più intorno a'carri trionfali, a'canti di menestrelli, a gazzarre ; ma che il nuovo indirizzo è tutto volto al risveglio degl'interessi civili, economici, amministrativi; fonte, io reputo, di solo benessere, e quindi di sola grandezza per una nazione. Qui, qualche illuso, avvezzo a cullarsi ne' beatissimi ozi di Arcadia, potrebbe torcere il viso e darmi del positivista o peggio. Ma io a turargli la bocca gli potrei rispondere con splendidissimi esempi, citando il Belgio e l'Inghilterra; se non temessi di ripetere cose le mille e mille volte ripetute. Ed ora eccomi alle feste michelangiolesche, di cui non intendo darvi che il substrato, — passatemi la parola, perchè capisco di essere venuto a voi un pochino tardi; eh sì che non mi separava la muraglia della China! Le feste adunque ebbero principio il 12 m. c. alle 3 pom., e furono annunciate con quindici colpi di cannone. Bisogna però ricordare che fino dal mattino furono distribuiti i premi dell'Esposizione agraria ed orticoltura nel Palazzo Municipale alle Cascine. E poiché il vostro riputato giornale si occupa con lodevolissimo interesse e con instancabile assiduità di argomenti a-grarii, io vi accennerò cosa fu detto in quella occasione. Parlò per primo l'illustre nostro prefetto, e delle sue belle parole, ciò che attrasse più la mia attenzione si furono le incoraggianti e ben meritate espressioni pronunciate in lode del Comizio agrario (intendasi di Firenze!), il quale per la sua laboriosità può servire di modello a parecchi altri d'Italia. Dopo il prefetto parlò il conte Cambrai-Diguy facendo l'elogio del sistema agrario toscano e sostenendo l'efficacia della libertà e-conomica propugnata dal gran Conte. Indi lessero due discorsi i marchesi Luigi e Nicola Ridolfi, giovani coltissimi, e degni eredi del nome di Cosimo, di quel Cosimo, cui voi pure, egregio amico, avete imparato a conoscere di persona nel vostro viaggietto in Toscana. E a proposito di ciò non posso qui tacere la bellissima gita fatta assieme a voi nell'incantevole podere di Meleto. Possiamo dimenticare la cortese ospitalità del venerando Ridolfi?.. Che modi da gentlement, che fior di galantuomo! Ed oggi che resta di Lui? Tutto. — Una ricca messa di dottrine che saranno sempre il Vademecum di chi intende far progredire razionalmente il proprio paese, e sopratutto lo esempio di un iutegro carattere, di una ferrea volontà degni di un antico Quirite. — La morte dei grandi ha questo almeno di buono in sè, che lascia ai superstiti una bella eredità di esempi da seguire ed un grande conforto che tutto non precipita nello spaventevole Nulla; e però anche dalla morte si può trar consolazioni. Ma ritorniamo ai bravi nepoti dello illustre Cosimo. Il Luigi, come v' ho detto, lesse uu discorso ricco di considerazioni pratiche, e questo ci voleva iu un paese dove la teoria è tanto saggiamente associata allo empirismo. Dette le varie ragioni dei modi adottati per l'ammissione e per la cassazione dei prodotti, parlò dell'importanza di questi in senso economico ed industriale, segnatamente rispetto alla Toscana; poi scese a parlare gruppo per gruppo con assai acconcie parole dei bovini e dei cavalli, degli ovini e dei suini. E inutile dirvi che tutti i discorsi pronunciati furono vivamente applauditi. A tutto ciò successe la distribuzione de' premi e poscia la festa ebbe fine. Nell'indomani si visitò l'Accademia delle Belle Arti, dove in oggi si conserva il David racchiuso da un'edicola avente la forma d',una croce greca. La statua del David veduta così da vicino, fra le linee d'un edificio mirabilmente proporzionato, alla luce diffusa 'e calma di-| stribuita dalle tende, che cuoprono provvisoriamente la tribuna, rifulge di maravigliosa bellezza. Dalla Accademia si passò alla casa di Michelangiolo, la quale raccoglie come a Museo, parecchie opere di Lui. A sera poi, comecché stanco ed abbattuto volli recarmi al casino Borghesi, ove la società orchestrale fiorentina, tra altri pezzi, suonò iu modo maravigiioso 1' Avemmaria di Gouuod, la cui esecuzione fe' applaudire fino alla stanchezza i difficili rappresentanti tedeschi, affascinati dalla stupenda energia, dallo slancio straordinario con cui gì' istrumenti ad arco interpretavano il cresendo di quella divina ispirazione. M'avveggo ora, egregio amico, di estendermi un po' più di quello vi aveva promesso nel principio della mia [ corrispondenza; per cui, onde i vostri lettori non mi l taccino d'indiscretezza e di prolissità nel ripetere cose 1 ormai lette, vi darò quasi a mo' d'arido elenco il prospetto delle rimanenti feste alle quali intervenni. Nel giorno 1-Jt assistetti alla riunione degli scienziati, presieduta dal principe di Carignano nell'aula del Senato. Quivi si trovavano i soci dell'Accademia della Crusca, e quelli delle Belle Arti. Parlarono in essa il prof. Augusto Conti arciconsolo della Crusca, ed il cav, de Fabris presidente dell'Accademia di Belle Arti ; anche il Duprè parlò e con accento vibrato, intorno all' eroe della festa. Fra gli uditori di rilievo uotai il venerando Capponi, cieco, ma con in volto la serenità dell'uomo grande. — Allo sciogliersi dell'adunanza il sindaco Peruzzi invitò i presenti a recarsi a visitare la | casa di Dante, della quale il Municipio ha fatto ricostruire la facciata. Immaginatevi se ce lo [siamo fatto ripetere due volte ! Infatti coli' egregio sindaco alla testa siamo andati in piazza San Martino, ove fu la casa dello Alighieri. Qui il Peruzzi pronunciò un discorso iu onore del divino Poeta, e poi la comitiva si sciolse. Il giorno 15 pranzo nella sala dell'albergo della Pace, ove intervennero i rappresentanti delle Accademie ed Associazioni di Belle Arti delle varie parti d'Italia I e d'Europa, artisti stranieri, giornalisti ecc. Io vi notai il sig. Meissouier pittore dell'Accademia di Belle Arti dell'Istituto di Francia, il commendatore Meldhal conservatore del Museo Zhorvaldsen a Copenaghen, il conte di Rosen preside della regia Accademia di Belle Arti I svedese, il sig. Lutzen prof. all'Accademia di Belle Arti di Vienna, rappresentante della libera istituzione germanica per le scienze ecc. di Franco forte, il Fraikiu belga ed altri. E una filza di nomi, lo convengo, questa che vi presento ; ma d'altra parte una grande testimo- nianza dell'altissimo conto in cui anche oggigiorno è tenuta l'Italia. Ora finisco col dirvi che la suaccennata comitiva si recò il giorno seguente a visitar Fiesole e Settigna-no, ove esistono ancora la villa Buonarroti ed i discendenti di Michelangiolo nella gentile signora Teresa ed Ettore figlio di Lei, milite valoroso nell'armata. Si visitò tutto il Palazzo e restammo ammirali nella vista del Satiro, opera ancora intatta del grande artista. Vi saluto, egregio amico, e credetemi il Vostro N: de E. G. Venezia, settembre Egregio signor direttore Tempo fa lessi nell' ottimo di Lei periodico, alcun che intorno i merletti veneziani, e se ban ricordo, Ella prese da ciò occasione per accennare ai merletti che si lavorano nella cittadella d'Isola sita presso codesta simpatica sua patria, desiderando con incoraggianti parole dar vita a questo lucroso ramo d'industria. — Voglia oggi accettare poche righe intorno al lavoro dei merletti, che incomincia ad animarsi in Pelestrina presso Venezia, e che io quasi giornalmente ho occasione di vedere. Il deposito di essi trovasi a San Moisè presso il negozio del signor Luigi Nicoletti, e la loro fabbricazione tiene occupate circa ottocento persone. La fabbrica è impegnata nello esaurire le ordinazioni avute dall'estero e da Milano. Si può davvero andar lieti del successo, e sperare che le signore veneziane, divenute amabili speculatrici, troveranno il loro tornaconto, e accorreranno dal sig. Nicoletti per l'acquisto, consideran-go che, a conti fatti, la bellissima manifattura di Pelestrina, costa meno di quella di Cantù e di quella di Francia. 1 prezzi fissi poi facilitano lo smercio appo tutte quelle signore, che sanno apprezzare la reale importanza. Nella lusinga, eh' Ella, signor direttore, degnerà accettare il presente breve comunicato, mi raffermo con con tutta stima obbligatissimo E. -------rt ^ T~ —--- NOTIZIE Nel dì 4 mese corrente, avrà luogo nella città di Parenzo, una Conferenza scolastica provinciale, presieduta dall' ispettore scolastico provinciale, nella quale verranno pertrattati, tra molti argomenti, anche i seguenti, della massima importanza: Quali testi e quali mezzi d'istruzione sarebbero da usarsi per mettere in atto i piani normali, e qualora non esistessero testi corrispondenti ai medesimi, quali massime sarebbero da compilarsi de'nuovi. — Quali sieno i mezzi più efficaci per promuovere la frequentazione della scuola. — Se e sotto quali modalità, si potrebbero provvedere maestri per quelle località isolate, che per la loro distanza non possono venire aggregate a veruna scuola, ne si può per esse istituire una scuola apposita. — Quale sarebbe il modo più pratico per organizzare corsi speciali d'istruzione agraria prevista dal § 10 della legge 14 Maggio 1869, congiunti alle scuole popolari nelle diverse parti della provincia con riguardo alla coltivabilità dei rispettivi terreni. A termine del deliberato dietale 30 settembre 1871 viene aperto concorso a sette stipendi provinciali maggiori per studenti di Università o di Istituti Politecnici di fior, duecento per ciascuno, e cinque di fior, cento l'uno per studenti di Ginnasi o Scuole Reali. Coloro pertanto che intendessero ad uno dei suddetti stipendi faranno pervenire le lore istanze alla Giunta provinciale dell'Istria a tutto il dì 31 ottobre a. c. corredandole de' relativi documenti. Presso il pio Istituto Grisoni di Capodistria si è reso vacante un posto di maestra di studio, coli' annuo appuntamento di fior, duecento cinquanta, alloggio e vitto nell' Istituto stesso. Il concorso resta aperto fino al giorno 15 ottobre corrente colle modalità officialmente pubblicate. Il ministro del culto e dell'istruzione in base al § 9 degli statuti della commisione centrale per i monumenti artistici e storici ha nominato a conservatori di questa commissione centrale per il Litorale : l'avvocato dottor Paolo uob. Bizzaro in Gorizia, il conte Francesco Coronini, il bibliotecario dottor Attilio Hortis in Trieste, l'ispettore scolastico provinciale Antonio Elodie, ed il dottor Pietro Pervanoglie in Trieste. Da relazione inserta del "Monitore delle ferrate,, rilevasi che 1' apertura del tronco ferroviario Udine— Gemona (ferrovia Pontebba) avrebbe luogo nel mese di novembre venturo; che l'attività nella costruzione del tronco Gemona—Ponte di Fella (o Piani di Partis) sorpasserebbe di molto le misuro presupposte e che la società dell'Alta Italia darebbe pieno effetto a'suoi impegni circa la ferrovia pontebbana. Il suacennato Monitore aggiunge poi che la locomotiva conducente un convoglio di materiale arrivò sino dal 30 agosto alla stazione di Tricesimo, e che la posa d'armamento ha già oltrepassato diecisette chilometri. Col primo venturo mese di gennajo entrano in attività i nuovi pesi e misure. Abbenchè il calcolo della riduzione sia facile, pure può esso ingenerare della confusione. Non sarebbe quindi male che alcuno si prendesse l'incarico di dare un po' di lezioni in proposito. Un signor maestro delle Magistrali di qui lo ha già fatto ; altri dovrebbe seguirne l'esempio, certi che il popolano approfitterebbe di sì favorevole circostanza. Il 20 settembre ha avuto principio in Parenzo i lavori di confezionatura del vino presso la cantina enologica. Nel 1874 Trieste ha importato per via di mare CAPODISTRIA — Stab. Tip. Appolonio e Caprin. staja 2,485,388 fra avena, frumento, frumentone, orzo, e segala, e ne ha esportate 885,903. Cose locali Cantiere Poli in Capodistria. — Della somma attività e non comune perizia dei signori Luigi e Francesco Poli, padre e figlio, il nostro periodico ha fatto cenno più volte, per cui crediamo superfluo aggiungere nuove parole di encomio. Questo solo diciamo ancora, ' che vorremmo seguito il loro nobile esempio da altri, sien pure forestieri, perchè Capodistria nou deplorerà mai a bastanza 1' estremo abbandono in cui son caduti gli altri cantieri, i quali, se affidati a gente sperta e intelligente e sicura, segnerebbero una nuova era di prosperità per la nostra patria. — Diamo frattanto l'elenco dei bastimenti costruiti nel cantiere dei sullodati signori Poli dall'anno 1870 al 1875, colla relativa capacità, nonché quello de' legni in esso riattati : Nel 1870 venne costruito il bark Capodistria (ton. 1 350), il Rebecca (ton. 935); — nel 1871 il bark Caterina (ton. 300), il Napret (ton. 430); — nel 1872 il > bark Virginia (ton. 600), lo scoouer Pola (ton. 260), il bark Virginia (ton. 350); — nel 1873 lo scooner Co- ; lombo (ton. 220); — nel 1875 il bark Lottatore (ton. 850), nello stesso anno ancora il piroscafo Aida (ton. 170. — Nel 1869-70 fu raddobbato il bark Ma Sei (ton. 6o0); nel 1871 il brigantino Polixini (ton. 237); nel 1872 il brik Penelope (ton. 345), il Giovannino (ton. 336), lo scooner Zark ("ton. 83), il bark Due Figlie, (ton. 460), il brik Ida (ton. 168), il bark Tre Re, ((ton. 353); nel 1873 il brik Emma (ton 375); — nel • \1874 il bark Ienny R. (ton. 631), il Rigeneratore (ton. 464), P Elena ('ton! 412), il Neptun (ton. 480), il brik Sollievo (ton. 351), Luigi Zigga (ton. 350), il bark Tebro (ton. 525); nel 1875 il brik Andrea (ton. 450), ed il brik Italo di tonnellate 367. Pubblicazioni Il Tevere e la campagna di Roma — Conferenza tenuta nel teatro Dal Verme a Milano il 14 luglio 1875 dal professore Quirico Filopanti ecc. L. 1. Tip. Treves, 1875. Della conferenza tenuta a Roma ne ha già parlato l'egregio nostro corrispondente da quella città; noi raccomandiamo ora lo stampato volumetto, perchè è del più alto interesse e della più attraente lettura. Nuovo sistema per iscoprire se i vini hanno il loro colore naturale. — Il notissimo enologo professor Carpane, direttore della società Enologica Trevisana in Conegliano, ha pubblicata una tavola enocromatica di paragone colle relative istruzioni per conoscere in modo pronto e facile a tutti, se i vini rossi abbiano il colore naturale, o se fossero stati falsificati con materie tintorie diverse e nocive alla salute. — Conegliano tip. Cagnani, 1875. Grammatichetta della lingua italiana in raccon-tini, lettere, descrizioni, e proposizioni, ordinata secondo i recenti piani governativi ad uso del II. e III anno delle scuole popolari di una-sei classi, di Simeone Vascotti, i. r. maestro. Seconda edizione. — Capodistria, Stabilimento Tipografico Appolonio e Caprin, 1875.