ANNALES fl/ % izvirno znanstveno delo UDK 902.3:912(497.5 Dalmacija)"! 6/17" 912(497.5 Dalmacija)"] 6/17(l:902.3 LA CARTOGRAFIA VENEZIANA COME FONTE DELLA TOPOGRAFIA ARCHEOLOGICA DELLA DALMAZIA* Anie MILOŠEVIČ archeoiogo, direttore del Museo dei monumeriti archeologici croati, HR-Z1000 Split, S. Gimjače b.b. arheolog, ravnatelj Muzeja hrvaških arheoloških spomenikov HR-21000 Split, S. Gunjače b.b SINTESI Nel contributo si richiama l'atíenzione sui dati (omití dalle carte topografiche del periodo delle demarcazioni veneto-ottomane nella Oalmazia a cavallo dei secoli XVli e XVIII. L'esame prende lo spunlo e l'esempio da una fonte storica che istruisce per iscritto sulla demarcazione, nonché dalia sua interpretazione cartografica. Ambedue i documenti risalgono al 1699 e si ricollegano al ripristino detla pace dopo la guerra di Motea. Particolare attenzione viene posta sui cumuli di ierra o di pietra di nuova costruzione che della demarcazione in questione sono il segno confinado piü frequente, nonché sul fatto che oggi sul territorio interessato é impossibile distinguere i tumuli preistorici da i cumuli confinan eretti nei secoli XVII e X'VIII senza effettuare ricerche arc.heoiogiche o seriza una ricognizione dettagliata del delto confine. Parole chiave: topografía archeologica, cartografía veneziana, Dalmazia Ključne besede: arheološka topografija, beneška kartografija, Dalmacija Questa breve relazione sulla cartografía veneziana come fonte delía topografía archeologica é nata dal tentativo di acquisire dati quanto piü compíeti per la topografía archeologica deila regione dalmata della Cetina. Nell'ordinare e sistematizzare tutti i dati disponibili per questa topografía si é cercato di tncorporarvi turto ció che fino ad oggi é stalo pubblicato nelle riviste scientitiche, specíalizzafe ed attre, come puré sulla stampa quotidiana, cid che finora aítri hanno esaminato e raccolto ma non pubblicato (soprattutto dai dati da archivi e inventari di museo piü datati), e naturalmente anche tutti gli altrí dati e fonti che offrivano materia archeologica rilevante1 Ma come quasi tutti i lavori archeologici anche questo presenta qualche ¡acuna, dovuta in primo luogo alta mancanza di mezzi che nel caso dell'elaborazione * Su questo tema l'au tore ha tenuto una relazione al convegno internazionale "l'archeología urbana e paesaggistica" tenutosi a Medo-lino presso Pola. (7-10 die. 199SÎ. La reíazione vena pubbíicata in croato e in versions ridotta negli Atti del convegno. Su iniziaíiva del Centro di studi di Kortina presso Sv. Anton pubblichiamo qui una versiorte integraía della detía refazione. ¡í contributo dei suo autora rappresenta una novità metodológica nell'ititerpretazione dei resti preistorici nelí'area deila Dalmazia centrale. I risultati e la metodología andranno temrti in conto anche per quanto riguarda l'ístria, soprattutto Jungo l'ex confine austro-veneziano. ¡n.d.r.) 1 Parlando in termini di territorio, la topografía archeoiogica di Cetina copre l'area dei corso superiore e centrale del fiume Cetina, vale a dire quetla della Zagora dalmata dalla sorgente deí fiume Cetina fino al suo ingresso nel canyon, s sud di Trilj. Dal punto di vista amminislrativo, oggi quest'area rappresenta il territorio d«i común i di Kijevo, Civljane, Vriika, Hivace, Otok, Trilj e Dicmo nonché la zona della ciuà di Sinj. Finora si è riuscito a raccogliere e sistematizzare i dati per quasi 550 zone archeologiche di tutti i penorfi archeologici, t'acendo cosi di questa parte della Dalmazia una delle poche aree della Croazia che abbiano un quadro più o meno ordinaio del proprio patrimonio archeologico. 333 ANNALES 8/'% Ame MtLOÍíVlC: LA CARTOGRAMA Vf NÊ7JANA COME FONTE DE! LA TOPOGRAFIA AROlEOiOCiCA DELL A OALMAZIA, 333-3*8 della topografía archeologica di Cetina i! piú deile volte é risultata nelhmpossibiiita di una coerente verifica su) territorio dei dati archeoiogici noti gia in precedenza. Ció vale soprattutto per queili riferitl a Cetina superiore, specialmente attorno alia sorgente de! fiume Cetina, e alie piane di Cetinsko polje e Paško polje, per cui gli storži sono stati spesso índírizzati alia ricerca. di nuoví siti, per lo pitJ ai margíni delf'odiemo lago di Peruča e nei dintomi della piana di Sinjsko pGlje, con esiti a quanto sembra rnolto positívi, soprattutto per quanto riguarda l'accertamento di nuovi siti preistorici. Durante i lavori e stato scoperto un numero rilevante di siti preistorici fino ad ailora sconosciuti. Si é trattato per lo piu di castellieri e di cumuli di pietra sparsi in gran numero in tutta l'area di Cetina, Per le caratíeristíche esteriori, oggí comunemente acceda te e riconoscibíli, di questi tipi di zone areheo-logiche (ció é cumuli e castellieri), tutti questi siti della topografía archeologica di Cetina sono stati condizio-natarnente definiti come preistorici sebbene non senipre confortati da una testimoniarla archeologica diretta, come ad esempío quella di reperti archeoiogici mobili. Anzi, in alcuni c.asi si nutrono dei seri e fondatí dubbi, ma ritengo che per il momento, almeno fino a quanrJo non vi saranno stati effettuati dei sondaggi archeoiogici di prova, questi siti debbano rímanere collocati neí periodo suggerito. Lo dico soprattutto perché per alcuni di questi sití archeoiogici, oggi evidentemente preistorici a giudicare dalle caratterístiche esterion, a volte possono esistere anche delle soluzíoni diverse. Una di queste potrebbe forse essere rappresentata anche dalla cartografía veneziana della fine de! Seicento e dei primi decenni del Settecento, e visto che le cono-scenze acquisite durante ¡I lavoro d¡ sistematizzazione dei dati per la topografía archeologica di Cetina potreb-bero in questo senso gíovare anche agli altri, soprattutto in Dalmazia, ritengo opportuno paríame brevemente ¡n quest'occasione. Per fare un esempío, con la fine della guerra di Morea e la pace di Srijemski Karlovci (Carlowitz) del 1699, Venezia conquisto in Dalmazia alcuni nuovi territorí stabilendo con Tlmpero ottomano un nuovo confine oggi noto come la linea Grimani. Questo confine delimilava grosso modo la Zagora daimata da Karlobag a nord-ovest a Klek a sud-est e fu tracciato collegando con una linea retta le fortezze di Zvonigrad (nel cañón dei fiume Znrtanja), Knin, Vrlika, Sini e Zadvarje in Dalmazia e quelle di Vrgorac e Citluk in Erzegovina. Inoltre a ciascuna di queste fortezze fu ag-giunto íin territorio semicircolare largo un'ora di cammino dalle rispettíve fortezze, territorio ottenuto di regola a danno di quedo rimasto ancora sotto i! dominio ottomano (Fig. I).2 Note fínora anche delle istruzioni scritte per la determinazione di questo confine,3 mentre per la zana di Cetina esíste anche una rappiesentazione grafica dettagíiata, opera dell'agrimensore venezíano Emilio Alberghetti è oggi custodita nella biblioteca marciana di Venezia {Fig. 2). L'ímportanza per l'archeologia delle succitate istruzioni scritte e dei da ti contenuti nefla carta topográfica dell'Alberghetíi sta in quanto segue. Netle istruzioni scritte e nella descrizione della cosiddetta linea Grimani il confine viene definito se-guendo sul territorio gli efementi topografía ciistinguíbili (come ad esempío colíi, pozze ecc.), laddove invece questi elementi mancano, il più delle volte viene eretto un cumulo di pietre o di terriccío. Nella demarcazione in question« fu eretto un gran numero di cumuli di questo tipo. Inoltre fu contrassegnato con un nuovo cumulo di pietra anche, per esempío, i¡ punto di con-giunzione della linea retta di confine che partiva dalia fortezza di Knin e dell'inizio della linea semicircolare che partiva a nord della fortezza di Vrlika. Nelle istruzioni scritte per la determinazione della linea Grimani, sull'argomento fra l'altro si legge: Daifa detta Massiera di Slrasgna Sianizza ... e safio la Boscaglia in terra arativa s'è fatta Maniera, sotto la quale è una massrera vecchia. Di là pas sata Vue ¡a Slanizza in mezzo al primo alla destra della s irada che conduce à Knin à Verilea s'è Zafío cumulo di terra e sassi. Oí là sopra detta strada a sinistra s'è toi ta per segno Massiera Vecchia, ossia vHicus naturale in un boschetto... Seconde queste istruzioni scritte e la suddetta rappresentazione cartográfica dell'Alberghetti, nel 1699 ben ventidue di questi cumuli furono ereüi solo su! confine semicircolare attorno alia fortezza di Vrlika. Sempre secondo la stessa 2 Riporto l'informazione su questo confine basaixlomi sulla carta geográfica oggi custodita nell'Arclitvio di guerra (Kriegsarchiv) di Vienna. Da notare che fra lutte le forlificazioni dalmate solo quelSa di Knin è contrassegnsts nella rappresentazione cartografía del confine in question? da una doppia linea semicircolare. Ur. fatto, questo, da non sottovalutare visto che anch'esso è una conferiría indíretta che, in coercnza con 1 risultati delta moderna storiografia croata, suil'odierna fortezza di Knin debbanu essere situate due íonificazioni: castrum Lab e castrum Knin {cfr. N. Jaksič, Iz srednjovjekovne topografije Knina, Radovi Filozolskog fakulteta u Zadru 20/1967, 27-33), p che di conseguenza gli agrimensori delle due parti dovettero, r»¡ caso di Knin, eífettuare una duplice misurazione semicircolare. 3 Le islruzioni per le zone di Knin, Vrlika e Sinj sono riportate con il triólo: Instrumenti delle confinazioni fissati negli stati della Repub-blica e in quelli tielia Porta Ottomans. Copia di questo documento dell'archivio veneciano mí fu a suo tempo ceduta dat defunto accadeatico St)epan Cunjača con il quale mi accingevo, a scopi archeoiogici, a riesaminare questo confine. La sua prematura scom-parsa ci ¡rnpecíi di farlo. 334 ANNALES 8/'% Anlí-WILOSfVK' LA CARTOGRAFIA VENEZIANA COME FONTE PELLA TOPOGRAFIA ARCHtQLQGICA DELIA DALMA21A. 333-33« Fig. 1: Carta geograftca délia costa defl'Adriatico orientale dell'anno 1699, con fa cosiddetta linea Grimant che délimita va grosso modo la Zagora dalmata da Karlobag a nord-ovest a Klek a sud-est. (Kriegsarchiv di Vienna) SI. 1: Zemljevid vzhodnojadranske obale iz leta 1699 s t.i. linijo Grimani, ki v grobem razmejuje dalmatinsko Zagoro od Karlobaga na severozahodu do Kleka na jugovzhodu. Fig. 2: Carta geográfica dei dintorni di Vrtika in Daimazia, con la linea di confine semteircolare del 1699. Fu elaborata dall'agrímensore veneziano F. AlberghettL (Biblioteca Marciana di Venezia) Si 2: Zemljevid zaledja Vrlike v Dalmaciji s polkrožno mejo iz leta 1699. Izdelai jo je beneški zemljemerec £. A/berghetti. 335 ANNALES 8/'% Arte MILOSEVIC: LA CARTOGRAMA Vf NEZIANA COME FONTE QELLA TOP0C.RAHA ARCHfiOlOCICA DFUA DAtMAZIA. J33-3 Jí Fig. 3: Carta schéma tica dei dintorni di Split. _rv Si 3: Shematična karta splitskega zaledja. - la linea del confine veneziano-ottomano del 1699 - beneško turška meja iz (eta 1699 - la linea del confine statale della Croazia con la Federazione della Bosnia ed Erzegovina - današnja državna meja Hrvaške in Federacije BiH 336 ANNALES 8/'% Ante MILQÍEVlC: t A CARTOGRAFIA VENtZIANA COME FONTE DEL t. A TOPOGRAFIA ARCHEOLOCICA DELLA DALMAZtA, 333-335 rappresentazione grafica, ¡i luogo della costruzione di questo nuovo cumulo confinarlo dovrebbc trovarsí in qualche parte delía zona di Civijane, a nord di Vrlika (nella rappresentazione cartografica di Alberghetti questo abitato porta il nome di Cíugliani). Serondo le cognizioni raccolte finora grazie ai resti "arcbeologici" sul territorio, è molto probabile che i! luogo corrisponda alla localité di Pjeskulja situata fra Civijane e KotluSa a nord di Vrlika dove ancor oggi è possibile trovare dei cumuli ií più grande dei quali fu rivangato neí 1091 dall'atlora pope di Vrlika, P. Stanitl Stando ai suoi dati, il cumulo in questione non con-teneva tombe.4 Non è da escludere perctô che lo Stanic avesse rivangato proprio il cumulo eretto durante la demarcazione ottomano-veneziana delfe fine del 5ei-cento. II fatto comunque che neílo stesso cumulo fosse stato tróvate un único ardiglione, fortemente danneg-giato, di una fibula preistorica piuttosto grande lascia spazio anche all'ipotesi che il materiale usato per la costruzione del cumulo confinado fosse stato "preso in prestito" dai vicini tumuli preistorici. Dai sol i segni este-riori e senza ricerche archeologiche, senza reperti archeologici mobili o senza una ricognizione dettagliata della linea Grimani, oggi sul territorio è impossibile distinguere i tvimuli preistorici dai cumuli eretti nel 1699, Oltre a questí, la carta citata dell'Alberghetti riporta anche alcuni aitri dati che metlono in dubbio anche le altre zone archeologiche preistoriche oggi ubícate sul territorio. Cosi, ad esempio, a sud-est di Vrlika, su un colle ad ovest del ponte di VukovíC oggi sommerso da! lago di PeruCa {sulla carta topográfica è segnato come Ponte Vucovícb),^ in quella parte della Dalmazia che con la demarcazione stabíiita dalia línea Grimani rimase neü'lmpero ottomano, l'Alberghetti iscrive ¡I topónimo Saranpà di Kogliane, accompagnandolo anche con un símbolo topográfico ad indicare che vi sí trova una piccola fortezza a forma di Stella. Secondo la carta di Alberghetti la local ¡ta corrisponde senza ombra di dubbio all'odierno colle Derven sopra Donje Koljane, sulla riva destra del lago artificíale di PeruCa. Sul colle ancor oggi si trovano dei resti che dai terrapleno di pietra tuttora conservato potrebbero appartenere ad un castelliere preístortco con un ripiano, a dire il vero, molto stretto e ripido e con una quantita irrilevante di frammenti molto mínuti di atipica ceramica grezza. Senza disporre di altri repeiti certi e senza ricerche archeologiche è impossibile asseríre con sicurezza che sí tratti dawero di un sito preístoríco. Abbiamo visto che la carta di Alberghetti offre anche una seconda possibilité, addirittura storicamente fondata. í ipotizzabile infatti che dopo la perd ¡ta della fortezza di Vrlika gli Ottomaní avessero subito fortificato, nel le sue immédiate vícinanze, una nuova posízione strategica. Non si tratterebbe ovviamente di una caso dei tutto isolato poiché anche ¡ venezíaní erano soliti agiré pressappoco nello stesso modo, come quando, per esempio, al-l'incirca nello stesso periodo si mísero a costruíre una fortificazione sul castelliere preístoríco di Gardun presso Trilj, come contrappeso alia vicína Cacvina che dalla stessa linea Grimani fu assegnata all'lmpero ottomano.6 Nonostante questa possibilité, comunque, e ¡n con-seguenza degli usuali indizí archeologici sul territorio (cioè cinte a forma di terrapleno e piccoli frammenti di atipica ceramica grezza trovad ín superficie), anche questo silo di Koljaní nella topografía archeoiogíca di Cetina rímarrá segnato come un castelliere preístoríco fino a quando non saranno effettuate delfe ricerche archeologiche. Se oltre a tutto ció consideriamo anche che in modo simile, cioè costruendo cumuli di demarcazione sulla cosiddetta linea Mocenígo, fu stabílíto anche ¡I confine turco-veneziano dopo la piccolà guerra (o guerra di Sínj) e la pace di Po2arevac (Passarovvitz) del 1718 (linea che ancora oggi segna ¡I confine di stato della Croazia con la Federazíone della Bosnia ed Erzegovina e che percorre quasí tulla la Dalmazia), allora le ragioni archeo-logiche per una ricognizione radicale di lutte queste posizioni sembrano almeno raddoppiate. 4 P. Stanič Pretpovijesm spomenici vriiške okolice u Dalmaciji, Viestnik hrvatskoga arkeologiskoga društva 14/1892, 43-50, 68-71. 5 Por quanto ci risulta, si tratta deila piu antica men z i one dt questo ponte che £ il piu grande e il pili lungo di tutta la Dalmazia (cfr. N. Katanič - M. Cojkovic, Grada za proučavanje starih kamenih mostova i akvedukata u Hrvaiskoj, Beograd-Zagreb 1972, 118-1 22). 6 Cfr. S. Gunjača, Tri preiivjeia predhrvatska toponima, I sprave i i dopune starijoj hrvatskoj hi slon j i 2, Zagreb 1973, 8-32 337 ANIMALES 8/'96 Ante MIIO&VIC: LA CARTOGRAFÍA VENEZIANA COME FONTE DELIA TOPOGRAFIA ARQUEOLOGICA DELLA DALMAZIA, 3J3-3JA POVZETEK V prispevku so nanizani podatki, ki jih je mogoče razbrati iz beneških zemljevidov iz obdobja beneško-turških razmejevanj Dalmacije ob izteku 17. in na začetku 18. stoletja. Delo je nastalo na podlagi in ob primeru zgodovinskega vira, ki vsebuje pisna navodila za to razmejitev in njihovo kartografsko interpretacijo, oboje pa je nastalo leta 1699 kot posledica vzpostavitve miru po beneško-turški vojni. Ob tem gre posebej opozoriti na zemeljske ali kamnite gomile, ki so jih ob teh razmejitvah postavljali kot mejne oznake, in na dejstvo, da brez arheološkega raziskovanja in natančnega ponovnega študija te meje danes na terenu ni mogoče ločiti prazgodovinskih gomil od mejnih, postavljenih v 17. in 18. stoletju. 338