Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 78 — 25 settem. 79 importa fior. 3 e s. SO ; La semestrale in proporzione. Fuori idem Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia i/r\io\i; CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vongono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favente è l'amministratore ---- __ ( l'integriti di un giornale consiste nell'attenersi, con coetanea ed energia, al vero, all'equità, alla moderatela. ANNIVERSARIO — 31 Marzo 1875 — Muore Maurizi» Ruttiliui — (V. Illustrazione). Realismo e Idealismo Tutti i periodici, i grandi ed i piccini, quelli che vivono di pensiero e i vegetanti, tutti hanno detta la loro riguardo ai due sistemi lettararii chiamati l'uno Realismo (o Verismo) e l'altro Idealismo, ora divenuti scuole belligeranti: anche a noi quindi, piccini e vegetanti, corre l'obbligo di fare altrettanto, per tenere informati quei lettori, certo pochissimi, che per caso (possibile ma poco probabile) si limitassero, o pei economia o per deficenza di tempo, a scorrere la sola Unione, dopo la lettura del giornale politico. Ma l'indole affatto popolare del nostro foglietto non ci consente, di spiccare un volo tanto alto da poter spaziare tra le nubi della filosofia ; ed anzi dobbiamo essere riconoscenti a tale indole, poiché così non saremo costretti di smascherare tutta la nostra dappocaggine, che è quella stessa cui taluni celano ingegnosamente col fingersi modesti. Per conseguenza saremo prudenti ; ci terremo ad una altezza proporzionata alla forza delle nostre alucce, guarentendo per tale modo i pietosi lettori dal raccapriccio di vederci capitombolare; diremo dunque anche noi la nostra opinione, procurando di non riuscire vuoti cianceri : la sarà forse incompleta, certo ovvia e vecchia come l'uovo del nostro celebre Genovese, ma avremo fatto il nostro dovere. Cominciamo ab ovo. Quali devono essere gli scopi della letteratura? Gli scopi della letteratura devono essere l'educazione e l'istruzione. Il diletto non deve essere già fine a sè stesso, non si deve dilettare per dilettare; esso va soltanto adoperato come mezzo, cioè un letterato saggio non scriverà all' unico scopo di far ridere (chè la sarebbe invero una missione insulsa) ; ma saprà destramente su- APPENDICE Avventure del viagatore D'AlMs (discorso da lui tenuto in Beno alla "Società Geografica, il ti dicembre p. p., e riportato dal "Bollettino,). Amanti scrupolosamente della pulizia, le loro ville e le loro case sono nette e ben tenute, tanto da poter far arrossire di vergogna popoli che pretendono aver raggiunto il massimo grado di civiltà. Le case, benché fatte di legno e di foglie, potrebbero bene spesso esser chiamate palazzi, per il gusto, l'arte, l'architettura e le decorazioni. Quale differenza fra questa gente che noi chiamiano barbara e selvaggia, e gente che possiede leggi, antica religione ed antica civiltà! Quale contrasto si presenta alla mente del viaggiatore che pensa alla degradazione morale di molti seguaci di Maometto, al sudiciume, all'abbrutimento in cui questi vivono; e fa il confronto col benessere di cui godono i così detti selvaggi di questa parte della Nuova Guinea! E se non temessi di suscitare contro di me l'ira di molti, vorrei aggiungere che quei scitare il buonumore per avvincersi l'attenzione dei lettori e la loro simpatia, e quindi condurli e trattenerli sul sentiero dell'educazione o dell' istruzione. L'educazione comprende tutto il lavoro con cui si tende al miglioramento morale e, fino a un certo punto, al miglioramento materiale della società; comprende per conseguenza il disporre gli animi ai più generosi sentimenti, ad affratellarli, il destare iu essi sensi di affetto e di gratitudine, ed incitarli a magnanimi imprese. L'istruzione ha in mira di fornire ai singoli individui tutte quelle cognizioni atte in gran parte a porgere loro occasioni di porre in atto l'educazione ricevuta, a procurare loro tutto quelle migliorie con cui vivere vita comoda, lunga e utile. Qualunque ramo dello scibile, se esposto in modo piano, attraente, senza mire nascoste di monopolio scientifico, può essere letteratura. L' unico ramo forse che non si potrà mai ridurre a letteratura si è l'algebra : anche l'aritmetica e parte della goometria potrebbero essere esposte letteriaramente. L'astronomia, per esempio, la fisica, la paleontologia, l'igiene, l'economia la chimica, sono già tema letterario. Ora, la letteratura propriamente detta, quella cioè che non si occupa di sminuzzare e semplificare la scienza onde renderla pane per tutti i denti, tende soltanto ad educare: a questa appartengono i così detti "letterati, nel stretto senso della parola; ed i loro mezzi, i loro lavori, tanto in prosa che in versi, sono le favole, i racconti, i dialoghi, i drammi i romanzi ; e quelli soltanto in versi sono i sonetti, le satire, le canzoni, le tragedie, i poemi ecc. E questa letteratura si trova ora divisa in due campi, nel Realismo (o Verismo) e nel Idealismo. Tutti e due questi campi o, come abbiamo detto, queste due scuole, hanno selvaggi sono non poco superiori, moralmente e fisicamente, anche alle basse classi che appartengono alla religione cristiana. Se il tempo ed il luogo lo permettessero, io potrei dimostrare, come quei selvaggi sono morali senza religione, ed onesti senza leggi. Potrei infine dimostrare che essi uscirono buoni dalle mani della natura forse come tutto il resto dell'umanità ! E direi che tali si conservano, perchè seguono i dettami della natura in luogo di leggi assurde e tiranne. Ma non è questo nè il tempo nè il luogo per siffatte discussioni. Basti il dire che essi sono gente felice. Forma certa di governo, vivendo tra essi 10 non potei scorgere; se una ve n'ha, la chiamerei feudale. I capi possiedono la terra, gli altri la coltivano, dividendone ugualmente 11 prodotto. Si potrebbe dire anche un sistema di associazione: il proprietario mette il capitale, gli altri contribuiscono col lavoro. Le donne hanno molta autorità, sono esse che comandano. Questa cosa del resto non è nè nuova nè strana. Io credo che sia così in quasi tutto il mondo. La differenza sta che tra la gente di cui parlo ciò avviene palesemente, in altri lo stesso scopo; rendersi utili all'umanità, educaudo. A questo punto fa d'uopo rispondere ad altre due interrogazioni: che cosa vuol dire Realismo e che cosa Idealismo ? S'appella Realismo il sistema di quei letterati che sostengono utile il riprodurre, e che in fatto riproducono, la realta delle cose per quanto trista o laida od oscena essa sia, con continui slanci di scetticismo e che vogliono abbatterò le credenze religiose, surrogandovi il nulla-L'Idealismo invece, come lo si sente nel suono della parola, è il sistema di coloro, per for tuna non pochi, i quali s'attengono all' idea, che è il risultato delle senzazioni ricevuto dall'animo ; di coloro i quali pertrattano le di lei sublimi bellezze, onde ammigliorare gh. individui coll'innamorarli di tutto ciò che mauifestaziono o causa di bellezza e bontà. Giustificano i realisti il loro sistema coli' affermare che ali'idea non volgono il tergo, ma che è dovere dell' arto il rappresentare nella sua intera realtà il male mascherato da b°-ne, il riprodurre tutti i lati della vita reale, e il descrivere le ingiustizie sociali; anzi eccovi un periodo di uno Studio pubblicato dal sig. Ragusa - Moleti di Palermo. Egli dice: "li realista, parliamoci chiari, vuol disporre la coscienza pubblica a non tollerare più tante vergogne, tante ingiustizie, tante prepotenze, tante facchinate, tanti dolori che, da secoli, i forti, i ricchi, gli astuti, i militari, gli uomini politici, i filosofi, i sacerdoti, fan soffrire a tanta parte dell'umanità.,, E questo si chiama proprio parlare chiaro : è un periodo che schizza fuoco esangue; ed ora i lettori ne hanno abbastanza (riteniamo) per formarsi un giusto|concetto del Realismo. 11 trionfo dei realisti del calibro del sig. Ragusa - Moleti sarebbe un quid simile del trionfo della Comune parigina. Poniamo che il trionfo violento di tali concetti realistici paesi invece per intrighi e sotterfugi. 11 risultato è quasi lo stesso. Le donne però col loro coraggio, col loro lavoro si acquistano l'affetto e il rispetto degli uomini e vivono con essi in buona armonia. Ciò dicendo non voglio dire d'aver trovato alla Nuova Guinea la donna perfetta; e spesso fui testimone di piccole scene coniugali, piccole miserie della vita, nelle quali le prime a menar le mani erano le donne. Ed appunto osservai non di rado, che erano le donne che battevano i mariti. Non esprimerò la mia idea su questo punto; non avendo moglie, forse io non sono giudice competente ; e poi potrei trovarmi in contraddizione con coloro che vantano la civiltà dei paesi nei quali sono gli uomini che battono le donne. Nello gite che feci in terraferma, vivendo nei villaggi dei nativi, ho potuto formarmi un' idea abbastanza esatta delle loro qualità morali e delle loro abitudini ; e potei convincermi che, intelligenti come sono, laboriosi ed amanti delle loro famiglie, potrebbero fare presto passi giganteschi verso la nostra civiltà, solo che fossero ben diretti. Ora, non per principi ma fosse già avvenuto"; che ne risulterebbe? Nuli' altro che un'effetto effìmero ; ben tosto le più o meno reali "ingiustizie sociali,, sarebbero nuovamente padrone del campo, imperocché come a questo mondo ci saranno sempre le malattie fìsiche, ci saranno pure sempre le malattie dell'animo, vale a dire i difetti morali, dipendenti o da viziata educazione o da prava natura. Tali realisti sono in grave errore: essi pretendono togliere le "ingiustizie sociali,,, le quali più che da sistemi difettosi provengono dalla fatale imperfettibilità degli individui, col seminare l'odio tra le classi sociali ; ma i pensatori calmi tendono invece a spianare la via ad una educazione potente e diffusa onde ammigliorare gl'individui, e possibilmente a segno da rendere loro necessaria la soddisfazione della propria onestà. Ma per buona ventura, non tutti i realisti sono feroci al pari del sig. Ragusa - Moleti ; il quale non dimeno ne rappreseuta un numero non tanto esiguo. Come molti di essi accettano parte dell' idealismo, così gl'idealisti saggi ritengono u-tile parte del realismo. Infatti il descrivere, per esempio, le sofferenze che hanno per scena la capanna e la soffitta, i dolori che sorgono negli ergastoli del delitto e in quelli della lussuria, lo smascherare le ipocrisie in qualunque luogo avvengano; insomma il riprodurre il male per quanto sconcio, laido, orribile esso sia, al nobile scopo di affrettare riparazioni e rimedii, è certo opera umanitaria, e perciò utile, anzi necessaria; e per avere iniziato tanto proficua innovazione nella letteratura, ai realisti spetta la generale riconoscenza. Peraltro giova distinguere. Tanto il lavorio per distruggere le credenze religiose, quanto la musa sensualista che trionfa sfacciata sul cocchio di una poesia purtroppo affascinante, sono i due turpi e perniciosi difetti di quella scuola. La credenza è l'origine, è la base, è il mantenimento del bene; rendere incredulo un giovane è il maggior danno che gli si possa fare : gli si toglie la quiete dell' a-nimo ; e si assicurino quei tali realisti che moltissimi giovani fanno gli spiriti forti perchè si vergognano di essere sinceri : fingono. E rendere incredulo un vecchio, se pure è possibile, è barbarie : lo si fa morire disperato. Colla poesia sensualista poi, che canta le trecce morbide, le pupille fiammeggianti, le braccia tornite, i seni nivei ; che riproduce la voluttà in tutte le sue procaci manifestazioui' e nei suoi febbrili istanti; essi fanno fremere la gioventù, e anticipando in essi la concupiscenza, ne snervano il corpo, ne affievoliscono la mente. Ecco l'umanitaria e patriottica opera che si affaticano di compiere : preparare generazioni di libidinosi cretini; e questo al per natura, sono materialisti. Pare che pensino che la vita è breve e che conviene goderne finché c' è tempo. Perciò non agognano ad ammassare grandi ricchezze, ma ad usare profittevolmente di quando possiedono, lavoraudo, solo quanto è necessario per vivere. Favoriti dalla fertilità del suolo, possono risparmiare molto del loro tempo per i piaceri della vita. Per essi le caccie e le pesche sono fonti principali di piaceri; le feste, i balli, i grandi pranzi, ai quali reciprocamente si invitano intere tribù, sono mezzi di solito impiegati per passare il tempo. Oltre di ciò amano viaggiare. Vivendo onestamente, non hanno rimorsi e senza temere o sperare in una vita futura che non conoscono, pensano solo al presente. Poche sono le loro ambizioni, limitati i loro desideri. Si fanno belli nella persona per piacere alle loro donne e s'abituano al maneggio delle armi, per lo più la lancia, per proteggerle. Non hanno altre aspirazioni. Alcuni mi diranno : questa è la vita degli animali. Nonio negherò, ma lasciatomi aggiungere : animali sì, ma felici, il che vale forse più che il vivere da uomini, ma da uomini miserabili. solo scopo di mostrare la loro potenza artistica. Sono veri Erostrati! Ma i partigiani del realismo a tutta oltranza, vanno già, grazie al buon senso nazionale, perdendo terreno; e, al vedere e all'udire, non deve essere lontano il nascimento di una nuova scuola, la quale, informandosi a sistema eclettico, saprà far suo il meglio delle due scuole attuali, e compiere missione veramente educatrice. Pel bene della patria auguriamoci che nasca presto e che divenga numerosa. Ed ecco così alla buona, come per noi è stato possibile, finito il nostro odierno assunto. Pietro Fan fan P La mattina del 4, alle ore 2 ant., moriva in Firenze nell' età di circa 64 anni, Pietro Fanfani. L'illustre letterato è morto all'improvviso. Da vario tempo lo travagliava una malattia di cuore. La uotte i suoi sonni erano spesso interrotti, era costretto ad alzarsi, a sedersi sopra una poltrona per respirare più a suo agio. Una notte o l'altra — ei diceva sovente — ho paura di rimaner soffocato. Il lunedi era uscito, aveva parlato con molti suoi amici, non era più abbattuto, uè più in vigore dell'usato. La sera, prima di andare a letto, scrisse un biglietto ad un rilegatore di libri pregandolo a rinviargli certi volumi, che gli faceva desiderare da un pezzo, e concludeva il biglieto con queste parole: "Lei mi vuol far morire di.... bile!, Pietro Fanfani è stato uno dei letterati più operosi e più infaticabili (*) Si computano a centinaia i volumi, gli opuscoli, ove la sua penna ha gettato prefazioni, note, correzioni. Ha scritto anche molte cose originali; vocabolari, disquisizioni filologiche, novelle, romanzi, poesie, libri scolastici, In un suo volume curiosissimo pubblicato nel 1874 sotto il titolo la bibliobiografia di Pietro Fanfani, egli diede l'indice dei suoi lavori d'ogni genere: arrivavano già al numero 164; ed allora non era ancor cominciata la famosa campagna contro l'autenticità di Dino Compagni, nè era così vivace l'altra contro 1* Accademia della Crusca che gli fecero versar tanto inchiostro. Il Fanfani ebbe infatti spiriti battaglieri e fondò varii giornali, in cui difese le sue , idee letterarie con baldanza giovanile, con soperchiante vivacità, sino all' ultimo momento della sua vita. Poiché egli è morto sulla breccia, sul campo di battaglia, è morto mentre non *) Dall' Illustrazione Italiana. —- Riproduzioni autorizzate. ') Nacque il Fanfani nella campagna pistoiese il 21 aprile 1815. Suo padre era fattore e volea farne un prete. Sono poligami, ma un uomo non ha mai più mogli di quante ne può mantenere, e seguendo questo principio, la povertà è esclusa dai loro paesi. La donna è considerata come il sostegno della famiglia; perciò il padre che dà sua figlia in moglie ad un uomo, esige da questo un compenso per lo più fisso, una specie di dote intesa appunto a risarcirlo per la perdita della figlia. I faticosi lavori della terra sono sopportati dagli uomini, tutti gli altri minori dalle donne. Io non credo che la donna di quei paesi si possa dire, come quella di altri, una bestia da soma. Lavorano forse più degli uomini, ma certo meno della donna delle basse classi tra certe nazioni civili. Bastino questi brevi cenni per dare un' idea di quella gente. I primi due o tre mesi vissuti nell'isola Boro passarono tranquilli e non ebbi occasione di lamentarmi dei naturali. Essi invece ebbero ragione più volte di lagnarsi, per furti patiti da parte della mia gente, ciò di alcuni Polinesi che avevo a mio servizio. Più d' una volta anzi corsi pericolo per questo di veder turbate le no- aveva ancora finita l'ultima sua pagina j senza mai lasciare un istante la sua arma, la penna; con la quale aveva fatto molte ferite. Giovanissimo pubblicò i Diporti filologici, ]1847 ; nel 1848 fu a Curtatone e a Montanara, e fatto prigioniero dagli Austriaci dovette passare qualche tempo alla fortezza di Theresienstandt in Boemia. Ebbe poi dal Gioberti un posto onorevole a Torino nel Ministero della pubblica istruzione, ma vi stette poco perchè il ministro Franchiui, che era un pistoiese, lo richiamò in Firenzo dandogli un impiego che egli seppe mantenersi anche negli anni della restaurazione Lorenese. Negli anni 1851-52 pubblicò un periodico mensile, \'Etruria, tutto consacrato a studi di filologia, di letteratura, di pubblica istruzione e di belle arti; fondò poi iusieme a Raffaello Foresi ed Antonio Fantacci il Passatempo, altro giornaletto letterario, che non ebbe lunga vita; poi ancora col compianto Raffaello Foresi il Piovano Arlotto di celebre ed argntissima memoria ; quindi il Borghini, che gli è sopravissuto, il Giusti, 1' Unità della lingua, altro periodico che visse di onorarissima vita. In tutti questi periodici egli propugnò strenuamente, caldamente la causa della buona lingua. Quei periodici da lui fondati furono palestra ai migliori fra i giovani ingegni, che il suo esempio infervorava all' amore dei classici. Nel 1859 Pietro Fanfani fu nominato Bibliotecario della Marucelliana e da quell' epoca è sempre rimasto in quell'ufficio onorevolissimo e pienamente conforme alla qualità dei suoi studi. Egli ha posto il suo nome in testa a molte opere ricercatissime dagli studiosi: il Vocabolario della lingua italiana, che rimane il ,suo capolavoro ; il Vocabolario dell' uso Toscano, il Vocabolario della pronunzia Toscana, il Vocabolario della lingua parlata (in cui ebbe a collaborare il Rigutini), il Lessico della corrotta italianità (con C. Arlia). Nei lavori di fantasia, il Fanfani riuscì poco felice. Per tacere della sua Bambola e della sua Paolina — lavori infantili — il Cecco d'Ascoli, romanzo, è una svigorita imitazione del romanzo del Grossi; pure gli Scritti capricciosi si leggono anche oggidì con gusto. Sono lodati il Plutarco femminile, e il Plutarco maschile, le sue edizioni di classici, e molti libri scolastici. Il Fanfani non credeva molto a certe peregrine sottigliezze della critica moderna: era un po' scettico e soltanto si persuadeva alle evidenze del paragone. Così la sua critica, se non ha mai spiegato alti voli, è giunta però a scoperte molto sicure. A lui si devono mirabili edizioni dei classici della nostra lingua stre buone relazioni, e riuscii solo ad acquetarli col punire i colpevoli e pagare il mal tolto. Ma la condotta della mia gente, il male esempio posso dire, mi nocque anche di più, come si vedrà da quanto sto per narrare. La salute del mio compagno e concittadino lo obbligò a tornarsene presto in Europa ed io rimasi solo nell'isola. Dovendomi spesso recare sulla terraferma, la mia casa restava affidata a due giovani Singalesi. Ora accadde che una sera, tornando io da Naiabui, essi mi vennero incontro, e piagendo mi dissero che gl'indigeni avevano saccheggiata la mia casa. Pur troppo era vero! Ad eccezione di una cassa di riso, forse perchè troppo pesante, o perchè i nativi non sapessero che farne, e delle armi e munizioni che avevo avuta la precauzione di nascondere, tutto mi era stato involato. Fosse stato di giorno, non so che cosa avrei fatto, ma essendo già notte, nuli' altro potei fare che darmi pace e studiare con calma il mio piano sul modo di farmi restituire ogni cosa. Il mattino seguente feci chiamare tre o — citerò fra tutte quella della maggior opera del gran padre della prosa italiana. La lotta, che ha sostenuto contro l'autenticità della Cronaca di Dino Compagni, lotta da lui combattuta a colpi di volumi, dimostra di quale salda erudizione egli fosse agguerrito. L'età, l'esperienza lo avevano guarito persino da quella certa aridezza di pedanteria, che è propria, specialmente in Italia, agli uomini che seguono la professione cui egli applicò l'ingegno e rivolse gli studi Aveva fatto molte concessioni alle nuove idee; aveva capito prima di tutti che un soffio nuovo avrebbe ravvivato lo stile della nuova letteratura e ci aveva richiamato, con grande autorità e cou convinzione profonda, alla fonte purissima della lingua viva, parlata. Da varii anni deplorava le grettezze iu cui si vogliono sciupare da alcuni le menti giovanili e aveva chiesto libertà dalle ferule di certi filologi, indipendenza dalle verghe d'oro con cui battevano il gusto i linguaioli di mestiere. Nulla potè mai trattenerlo dall' esprimere francamente i suoi pensieri. Le lettere erano per lui la vita; la sola cosa, pur troppo, a cui credesse questo scettico eruditissimo. Nè persuasioni di intimi amici, nè autorità di uomini gravi gli seppero impedire certe rappresaglie. Così per una parola, per un accento, per uua virgola., per ì' interpretazione di uu testo ruppe vincoli di antiche relazioni, suscitò sdegni, che non gli perdonarono mai, mai, e che non perdoneranno oggi neppure alla sua morte. Se ebbe aversari, ebbe però molti amici. In fatti, nella Lombardia e nelle provincie meridionali ricevette vere ovazioni, allorché vi si recò, chiamato, invitato dai letterati, che avevano per lui le maggiori simpatie. Gli furono offerte pure cariche cospicue, onorevolissime, che egli rifiutò, prediligendo il soggiorno di Firenze. Per quarantacinque anni non ha passato, si può dire, un giorno in ozio. Pochi fra gli scrittori viventi, forse nessuno, hanno fatto lavorare i tipografi al pari di lui. Il suo nome era talmente incarnato con il bel parlare e il bello scrivere, che si citava sempre da tutti, iu simile proposito, come un oracolo. , Di umore gaio, festevole, difficile agli entusiasmi, trascorreva da varii anni una gran parte della sua vita in una villetta, che aveva comperata col frutto delle sue fatiche, a Castello. Straordinaria (prosità letteraria Con grande compiacenza ricordiamo qui tutti i lavori finora pubblicati dal celebre educatore "Vincenzo de Castro, nostro comprovinciale, a cui la patriottica Pirano si onora di quattro dei capi, e pacatamente rimproverai ad essi la loro azione; e sotto pena di diventar loro nemico, diedi ad essi tre giorni di tempo per restituirmi quanto mi avevano tolto, aggiungendo : Niuno, cui sia cara la vita, s'arrischi di passare a tiro dalla mia carabina nè di notte nè di giorno, finché non mi abbiate restituito ogni cosa. Allora solo saremo amici ! Mi fecero molte buone promesse ma, non ne mantennero alcuna. I tre giorni passarono. Al quarto giorno, un poco prima dell'alba, un rimbombo, iforte come di una cannonata e ripetuto dall'eco delle montagne, svegliava improvvisamente gì' indigeni, che erano accampati alla spiaggia. Alla detonazione seguì una pioggia di fuoco, per mezzo di alcuni razzi a colori che io avevo mandati in direzione dell'accampamento. La detonazione era stata prodotta dallo scoppio di alcune oncie di dinamite rinchiuse in una cassa di lata ben saldata. Si può immaginare l'effetto che questo scoppio deve aver fatto sull'animo di quella gente, la quale, all'infuori del tuono, non aveva inteso mai rumore più forte. Finalmente spuntò il sole; sulla mia avere dato i natali. Li abbiamo trovati in calce al Bozzetto biografico fatto da Nicola Gaetani Tamburini, bozzetto che non possiamo pubblicare. 11 primo ha la data del 1832, l'ultimo pubblicato quella del 78. È una lunga serie di lavori che di pochissimi se ne può citare 1' eguale ; ed essa verrà certo acresciuta, perchè la fibra dell' egregio uomo è ancora robusta. Versi one poetica dell'Elia di Ladislao Pyr-ker — delle Gemme dell'Antico Testamento dello stesso (1 voi.) — Traduzione del Manuale della letteratura classica an tica del Ficker (3 voi.) — Traduzione della "Guida allo studio della letteratura classica antica», dello stesso (2 parti). — Versione della Griselda, poesia drammatica di Halm — Feste Cristiane — Atlante storico universale — Il giovinetto italiano (6 vol.) — L'Educatore (4 voi.) — Guida allo studio della Letteratura classica antica — Ermeneutica generale e speciale, applicata ai classici antichi — Estetica — Delle condizioni della Filosofia italiana nel XIX secolo iu generale, e in particolare dell'opera „Saggi sulla Scienza" di Giuseppe Bianchetti — Estetica — Il Bello — Corografia dell' Europa (2 voi.) — Geografia storica universale (3 voi.) — 11 Trentino, il Litorale, l'Istria, e la Dalmazia — Atlante geografico e storico dell'Italia — Atlante universale antico e moderno con 80 carte — Del metodo mnemonico — Traduzione con note del „Corso di diritto naturale privato e pubblico, del prof. Ahrens (2 voi.) — Traduzione, con prefazione e note della »Storia del diritto" di Lerminier — Vita e commennti italiani a „Cornelius nepos" — Vita e commenti italiani a "De Bello Gallico» di C. J. C. — Studi poetici—"Parole di attualità.,, discorsi politici tratti dai giornali il Pio IX e 1' Avvenire d'Italia — Vita di Ugo Foscolo, susseguita dalle "Poesie varie, — Della vita e delle opere di V. Carpaccio e della sua scuola — Traduzione con discorso, della "Medicina delle passioni,, — Commemorazione di Antonio Cresseri, di Margno fucilato dagli Austriaci nel 1848 — Discorso letto nel circolo popolare di Brera — Catechismo politico pel popolo — Storia anedottica - politico -militare della guerra dell'indipendenza italiana nel 1859— Sillabario figurativo — Sillabario graduato — Del rinnovamento educativo delle scuole rurali — Dell' istruzione primaria in Lombardia — Varie Relazioni (in diverse epoche) sullo stato dell' istruzione primaria in diversi Circondarti — Delle missionidel sacerdozio italiano in ordine all'educazione ed istruzione del popolo - L'eco del Mella (giornale) — Discorso sull'educazione del popolo — Prelezione ad un corso libero sui prolegomeni alla filosofia dell' arte, letta nella r. Università di Torino. — "Dell'arte,, lezioni lette nella stessa Università (1862-63) — Manuale di storia della letteratura latina -- Guida geografica, storica, artistica ed economica dell" Italia — "Lezioncine per gli Asili infantili — Quaderno -sillabario - Sillabario fonico - figurativo — Lo scolaretto — Il buon giovanetto — Il buon figliuolo — L'uomo e il cittadino — Guida teorica e pratica per l'insegnamento della lingua italiana — Il nuovo Aporti — Asilo e Scuola — Ferrante Aporti e Federico Frobel — La madre educi»trice(discorso)-- Idoveri della madre (id.) — La scuola popolare — Il rinnovamento scolastico — L'educazione moderna — L'igiene del corpo umano — Florilegio di dodici canti ginnastici — Biblioteca educativa per il popolo (voi. 24) — Apparato meccanico "Vittorino da Feltre, — Piccolo alfabettiere — Scritti vari di educazione e istruzione — Diversi Resoconti morali di scuole — Delle associazioni educatrici italiane —Profili biografici — Giuseppe Regaldi e la poesia contemporanea (in corso di stampa) — Vittorino da Feltre, (periodico in continuazione), Szeghedino la prospera e industriosa città dell'Ungheria di 70.000 abitanti, fu distrutta il 12 corr. dalle acque del Tibisco, che, rotta triplice arginatura, si rovesciarono veementi su di essa, allagando all'ingiro ottanta leghe quadrate di fertile territorio. Inutile riuscì il febbrile lavoro di migliaia di braccia; indarno per otto giorni tentarono cosolidare gli argini esistenti e costruirne di nuovi. Nelle parti basse della città l'acqua giunse all'altezza di trenta piedi. Di seimila case, appena trecento poterono resistere all' irrompente fiumana ; le altre crollarono, e non poche divennero tombe. I giornali riportano scene strazianti avvenute in quella orribile catastrofe. La maggior parte della popolazione si lasciò illudere dalla speranza che, non infondata, nutrivano i tecnici ; ma l'improvviso imperversare di un uragano fu decisivo. Tenuto conto dell'esteso e fertile territorio guastato, delle case crollate, del commercio interrotto, il danno vieue calcolato approssimativamente a cinquanta milioni di fiorini. ; Nelle capitali europee si sono già costi-j tuiti comitati per sovvenire quella infelice popolazione. casa sventolava una bandiera nera. Un poco dopo, ecco una lunga fila di gente comparire sulla spiaggia ai piedi della collina. Naimi, il capo di Mou, marito di Pirro, la donna, che prima avevo salutata al mio giungere nell'isola, era alla testa di tutti. Attaccata alla sua lancia sventolava una delle mie bandiere, che mi era stata rubata colle altre cose. Gli altri che lo seguivano, tutti portavano qualcuno degli oggetti che mi avevano preso. E Naimi principiò a chiamarmi dicendo: "Noi siamo i vostri amici, permetteteci di venire fino a voi, togliete la bandiera nera, lasciate che i vostri amici vengano sino a voi ! „ La bandiera nera fu abbassata, ed in sua vece ne fu innalzata una tricolore, quella che usavo nella mia canoa. Allora lenti lenti i nativi vennero alla volta della mia casa. Quando arrivarono, li feci schierare tutti in riga e deporre ai loro piedi le loro lancio e ciò che mi avevano portato. Tanto tremavano dalla paura, da farmi pietà; e Naimi andava ripetendomi: "non ci uccidete, non fate morire i vostri amici !» Li rimproverai in generale per quanto Fanfani ad un Istriano Il bravo maestro Francesco Marinaz, nostro comprovinciale di Pinguente, ora domiciliato a Trieste, ricevette dal Fanfani la seguente lettera inserita nel Mente e Cuore. avevano fatto, presi nota di quanto mi restituivano e dissi quanto ancora mancava. Dichiarai che non sarei stato loro amico, finché tutto non mi fosse stato restituito, e così li congedai. Essi fecero molte promesse, dissero, contro il vero, che ad altra gente appartenevano i ladri, e descrivendo il terrore delle loro donne, imploravano pietà per esse. Ma alle promesse non corrisposero i fatti. Furono presti a rubare e lenti nel restituire. Le ostilità per tale ragione continuarono circa quaranta giorni, durante i quali gli oggetti derubati venivano portati a poco per volta. Le ostilità consistevano nel proibire colla mia carabina il passaggio alle canoe che cercavano andare alla pesca e nell'impedire alle donne di lavorare nelle piantagioni. In questo modo riuscii ad ottenere tutto quanto mi avevano rubato senza far male a nessuno, usando però tutti i mezzi per fare ad essi paura. Dopo la tempesta viene la calma, dopo la guerra la pace, e passato il periodo che ho chiamato delle ostilità, fummo più imici di prima e non ebbi più a dolermi di quella buona gente. Pregiatissimo signor Marinaz, Ho sempre creduto che l'insegnamento della lingua debba farsi per mezzo di regole brevi e semplicissime; supplendo al rimanente con assidui esercizi sulle medesime. Le grammatiche grosse sono da pedanti e formano dei pedanti. Ella ha mostrato di pensare come me facendo il libretto degli Esercizi pratici; i quali sono frutto, come si vede chiaro, di perfetta cognizione della materia, di lunga esperienza, e non potranno non riuscire a bene-fizii efficacissimi degli studiosi. Molti e molti anni sono, io stesso provai efficacissimo l'esercizio di dettare alcune proposizioni dove fossero errori della regola insegnata, e farli correggere allo scolare. Ciò serve mirabilmente a ribadir nella mente la regola; assottiglia l'ingegno dei giovani, e serve anche loro di spasso. Glielo accenno, se mai, in una seconda edizione, volesse provarlo anche Lei. Mi perdoni questo sdottoreggiare, accetti i più vivi ringraziamenti, e mi creda Suo aff.mo Fanfani Illustrazione dell' anniversario Insigne medico, nato a Cesena, che attinta dottrina vasta alle celebri cliniche del Rasori, del Loca-telli, del Palletta e del Monteggia, divenne il notissimo caposcuola contrario al vitalismo c al sistema di Brovvn. Eloquentissimo, e scrittore leggiadro, si dilettava di poesia, di musica e di letterature straniere. In sulle prime fu bersaglio a diverse disgrazie famigliari, poscia all' invidiala compagna immancabile della gloria; alla fine trovò meritata quiete a Firenze quale clinico; ed ivi faticò lungamonte insegnando,curando, e tenendo carteggio. Moltissimo scrisse di medicina; non poco di letteratura, di politica e specialmente di educazione. Il Le Montiier raccolse in un volume i snol scritti non medici, dai quali pure emerge quanto fervidamente amasse il bene dell'umanità. Fulminò l'abuso del salasso ; s' attenne, vivamente consigliandolo, all'oppio nel tetano, e lo impiegò con buon successo in altre malattie ; e molto prima dell' Idroterapia suggerì le docce pel tifo. Visse regolato assai, sì da toccare la tarda età di 88 anni, quantunque da giovane fosse stato travagliato da lunghe malattie. La nuova Imputazione Comunale si compone dai signori: Giuseppe Pellegrini, Podestà ; avv. Pier' Antonio Gambini - Pietro Longo - Nazario De Mori fu Nazario, Consiglieri. (Pubblica seduta del 12 marzo). Prossima pubblicazione. — Il eh. professore de Pavento (col Manifesto d'associazione d. d. Id marzo corr., che i nostri associati troveranno incluso, unitamente alla Scheda nell'odierno numero) annuucia che ha in animo di pubblicare quei suoi manoscritti che gli servirono di guida per l'istruzione religiosa, e dedicarli ai suoi amati discepoli. Tale pubblicazione è destinata ad essere un'opera in quattro volumi, aventi per titolo: il I. le prove che la cattolica è la vera chiesa cristiana; il II. la dottrina dommatica della chiesa; il III. la sua dottrina morale; il IV. la storia ecclesiastica. Ogni volume costerà fiorini 1.30, pagabili al ricevimento; ed il ricavato netto, detratte le spese tipografiche, andrà in aumento del Fondo beneficenza del nostro Ginnasio. Non astruserie metafisiche, non polemiche piazzaiuole, non razzi; ma dottrina soda, piana, suasiva, discussione calma e garbo continuo: ecco a larghi tratti i principali pregi di questa opera, che raccomandiamo a coloro che sentissero il bisogno di consolidazione, e a tutti quelli che desiderassero una memoria del loro antico maestro, e concorrere a sempre più invigorire un Fondo di Beneficenza,, la cui importanza ogni patriotta deve facilmente inferire. Società Cperaia. (anno IX d'istituzione.) — Oggi all' una pom. ha luogo nel Teatro Sociale la generale adunanza, col seguente Ordine del Giorno. — 1. Lettura dell'anteriore protocollo. — 2. Comunicazioni ufficiose. - 3. lallazione sul movimento della Società durante l'anno. — 4. Nomina della nuova Direzione, di due consiglieri, e di tre revisori. — 5 Esame del Resoconto generale e lettura del rapporto dei revisori. — 6. Lettura della dimostrazione matricolare. — 7. Discussione sul conto preventivo per l'anno 1879. Assegni dotali (Avviso). "La mattina del 3 maggio 1879 avrà luogo la pubblica estrazione dei sei assegni dotali a fiorini 210 l'uno, derivati dalla fondazione Mariana contessa Pola-Grisoni. Le aspiranti, nate nell' anno 1858 e pertinenti a questo Comune, vengono diffidate ad insinuarsi presso l'Officio Parrocchiale, non più tardi del 15 aprile 1879. " Dimostrazioni. — La vigilia del natalizio del Re d'Italia fnrono qui sparsi in gran copia per le vie motti e scritti incendiarii, chiusi in busto da lettera. Perquisizione personale. — Mentre il sig. Paolo Pizzarello, nostro concittadino, usciva la sera del 14 corr. dal vaporetto cbe era giunto, come di consueto, da Trieste, venne invitato a rientrare ed a scendere sotto coperta da un i. r. gendarme, il quale lo perquisì minutamente sulla persona senza alcun risultato. L'avere il sig. Pizzarello un fratello disertore ed un altro bandito, e più ancora la sua specchiata onestà, fece subito arguire trattarsi di perquisizione politica. Finora egli non ha potuto ottenere dall'i, r. Autorità alcuna dichiarazione riguardo a tale fatto. L' „Isonzo" sospeso. — Negli scorsi giorni fu perquisito alla lunga a Gorizia l'alloggio del sig. Enrico Jurettig, redattore dell' Isonzo, che venne poscia arrestato; ed il suo difensore, l'avv. Paolo Frapporti, rende noto che per ora la pubblicazione del giornale è sospesa ; e l'Amministrazione, con circolare d. d. 19 corr., assicura gli associati "che essa non mancherà di risarcire, mediante opportuni supplementi, le ora mancate pubblicazioni." La piccola Ristori. — Scrivono da Genova al Monitore dei Teatri. Finalmente 1' abbiamo vista Gemma Cuniberti, l'abbiamo sentita anche noi questa piccola Ristori, questo portento che a sette anni ha già fatto occupare di sè tutta Italia: e davvero che tutto quanto si è detto a riguardo di questo vero fenomeno è nulla in confronto alla realta. Bisogna vederla, bisogna udirla per essere persuasi che la penna più illustre non basta a descrivere l'entusiasmo, la commozione che fa provare questa artista, vero miracolo dell' arte. Gli stessi più scettici, diffidenti (e fra noi ce u'era qualcuno) che non vogliono credere finché nou hanno toccato con mano, rimasero stupiti, incantati, e battevano le mani con tanto fuoco, come mai ho visto per la più grande attrice dei nostri giorni. È innegabile : in quella bionda testolina da vero Cherubino, in quel fragile corpicino si racchiude l'anima di un genio; si, lasciatemelo dire, la Gemma Cuniberti è un genio. Il barba e la nevodina. La lettera de Lina e Povera Boseta, sono le tre produzioni date nelle prime tre sere; e Gemma Cuniberti con una inflessione di quella vocina d'angelo, con una moina, con un sorriso, con uno scoppio di pianto, ha commosso, ha fatto piangere, ba elettrizzato tutto un pubblico che applaudiva, appaudiva con una frenesia indescrivibile, e non si stancava mai di evocare al proscenio per una infinità di volte quel caro angioletto. Oh quante madri al certo invidiano il signor Cuniberti possessore di tanto tesoro, e come volentieri glielo carpirebbero per un istante onde stringerselo al cuore e coprirlo di baci ! LIBRI RECENTI Daniele Manin e Giorgio Pallavicino; Epistolario politico con note e documenti, di B. E. Mainieri (Milano Tipografia Bortolotti). Istoria comparata degli usi natalizii in Italia e presso i popoli Indo-Europei, di Angelo De Gubernatis (Milano Treves). Cenno istorico sidla spedizione dei fratelli Bandiera di Carlo Gemelli (Bologsa Tip. Monti). La scienza nuovissima, o filosofia del metodo sperimentale di Aurelio Tnrcotti (Torino, edit. Loescher). Il carattere nella vita italiana di Angelo Mazzoleni (Milano, Galli-Omodei). Confessioni di uno scettico di G. Trezza (Verona, edit. Druker e Tedeschi). Carlo Cattaneo, di Enrico Zanoni. V istoria di uno Zolfanello di E. Vita!«. Memorie di un soldato lombardo, di Cletto Arrighi. Del trionfo della libertà, poema postumo di Alessandro Manzoni con alcune sue lettere e con una biografia critica di Romussi. (Milano, editore Carrara,). Poesie inedite, di Tomaso Grossi (Milano, edit. Carrara). Il sistema nervoso e la coscienza, di G. Belonci. (Bologna, Tip. Azzoguidi). L'acqua. Polimetro di G. Regaldi (Torino Tip. Camillo e Bertolero; un voi di pag. 163 Lire 3). Osiride di Giuseppe Revere. (Roma, Tip. del Senato). Un po' di tutto. Note e fantasie di Ferdinando Bosio (Milano Tip. edit. lombarda.) Trapassati nel mese di Febbrajo 1871» 1 Maria Giusti, moglie di Valentino, d'anni fi9 da Udine; — 2 L. G. (carcerato) d'anni 54 da Zara (Dalmazia); — 11 G. B. ("carcerato) d'anni 34 da Danne (Istria); 13 N. V. (carcerato) d'anni 25 da Trieste; M. G. (carcerato) d'anni 42 da Gorizza (Dalmazia); — 14 S. I. (carcerato) d'anni 32 da Podbalje (Dalmazia); — 20 G. B. (carcerato) d'anni 33 da Zegar (Dalmazia); — 21 Carolina Micalich V.a Luigi nata Brumati d'anni 48; — 25 A B. (carcerato) d'anni 38 da Villa Bercica (Istria). Più 5 fanciulli al di sotto di 7 anni. Matrimonii celebrati nel mese di Febbrajo 1 Antonio Vattovaz - Anna Lonzar; Francesco Deponte - Catterina Braico; Giuseppe S te fife - Maria Gioseffa Calcagno. — 2 Giuseppe Sclaunik - Teresa Prapotnik; Antonio Genzo - Catterina Fontanotti.— 5 Nicolò Benedetti - Catterina Cosciancich. — 8 Giovanni De Stradi - Maria Stradi; Matteo Verzier - Rosa Minca. - O Giovanni Zago - Maria De Carli. - 13 Rocco Marchesich - Maria Cemivani ; Pietro Lonzar - Margherita Rasman. — 15 Lorenzo Perini - Maria Perini ; Nazario Rasman - Anna Fontanotti Biaggio Favento - Lucia De Carli;'Matteo Bertettich - Maria Poropat. — 22 Francesco Iliaca - Luigia Gregorich; Giuseppe Peharz - Anna Sav, Antonio Pizzamei - Maria Mocor; Domenico Gavinel - Cristina Minca; Giacomo Bisiac - Maria Cattunar; Francesco Budica - Fiorina Piplovich. — 23 Antonio Sandrin - Domenica Bellemo; Francesco Salvagno - Gioseffa Bacci; Nazario Totto - Maria Zetto; Giovanni Visentini - Elena Lonzar. — 24 Francesco Blasettich - Rosa Parovel. Matrimonio ommesso nel precedente elenco del N. 10. — 15 gennaio. Dr. Carlo Sperlich-Marianna Bratti. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 corr). Buje. Antonio Festi (V anno) — Trifste. D.r Giovanni Righetti (idem). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA TRIESTE-CAPODISTRIA Col giorno 16 Marzo 1879 fino a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: ORARIO partenze nei giorni feriali: Da Trieste par Capodistria Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 7i|» ant. IL » 5 pom II. „ „ „ 3i/apom partenze nei giorni festivi: Oa Trieste per Capodistria Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 7'|* ant. II. „ » » 6l/2pom.| II. ,, ,, » 5 pom Prezzo «li passaggio Per ogni persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi 20. H punto d'arrivo e partenza in Trieste è il Molo S. Carlo, ed in Capodistria il Porto. Trieste, nel Marzo 1879__L'IMPRESA