LA CITTÀ DI EMONA NEL T ARDO ANTICO E SUOI RUDERI PALEOCRISTIANI LJUDM ILA PLESNIČAR-GEC M estni m uzej, Ljubljana G razie alla posizione geografica Todierno territo rio sloveno assunse nel T ardoantico partico lare im portanza: il declino dell’ Im pero rom ano porta alla ristru ttu razio n e dele frontiere italiche increm entando con ciò il valore econo­ mico e strategico delle regioni lim itrofe. Ed Emona, ubicata agli estrem i m argini italici, testim one degli avvenim enti m ovim entati del T ardoantico e delle m igrazioni di eserciti, di certo ne subisce l’influenza assum endo in seguito un ruolo im portante n ella lotta fra Teodosio e Massimo, quando quest’ultim o p ro ­ clam ato im peratore dalle legioni britanniche, mosse in m arcia attraverso la G allia e l’Italia, superò A quileia, puntò verso la Pannonia e passando per Emo­ na la strinse d ’assedio proseguendo da qui p er Siscia dove si scontrò con la ca­ valleria di Teodosio che lo sconfisse e m ise in fuga le sue m ilizie.1 Lo scontro decisivo avvenne nel 388 nei pressi di Poetovio e segnò le sorti di Massimo che cercò scampo ad A quileia,2 m entre Teodosio si levò al suo inseguim ento scen­ dendo la vecchia strad a m ilitare Celeia—A trans—Emona. R isulta da fonti sto­ riche che gli a b itan ti em oniensi trib u taro n o a Teodosio al suo arrivo, accoglien­ ze di massimo fasto,3 m a dalle stesse fonti non è deducibile se Massimo, d u ran ­ te la m arcia di avanzam ento o nel ripiegam ento prese possesso della città: con ogni probabilità Emona, come Poetovio, scampò il pericolo senza subire di­ struzioni. A qu ell’epoca le robuste m ura em oniensi si presentavano solide e ben m unite, può ben d arsi che proprio in quel periodo vennero tu ra te le porte secon­ darie. D urante gli scavi che si svolsero nel 1961-62 sulle fortificazioni emoniensi settentrionali pervennero alla luce due porte secondarie tu ra te a m u ratu ra nel Tardoantico ripetendo il noto aspetto delle conservate m u ra a mezzogiorno sterrate a suo tem po da W. Schm id.4 Si può dare p er scontato che Massimo, cingendo d’assedio Emona, d u ran te la sua avanzata alla volta di Siscia e il successivo ripiegam ento su A quileia (dopo la battaglia di Poetovio vinta da 1 J. K lem enc P tu js k i grad v kasni 3 Pacatus, 37. antiki, D ela 1. raz. SA ZU 4 (1950) 62. Lati- 4 W. Schmid, Emona, Jahrb. f. A ltk - ni Pacati panegyr. Theodosio dictus, 34. de 7 (1913) 67. 2 O. Seeck, G eschichte des U nter­ gangs der a n tiken W elt 5 (1913) 215. Teodosio), non ne risparm iò i dintorni nè l’abitato dislocato o ltre le m ura. La scoperta delle rovine di due edifici ubicati fuori dall’area u rb an a e nei pressi della strad a aquileiese,5 6 cui rep erti tro v a ti tra le m acerie possono essere col­ locati nel 4° see. assiem e alle m onete di Teodosio coniate tra il 375 e il 383 ivi giacenti, stanno ad argom entare la supposizione che il sinistro che colpì i due edifici, a seguito della coincidenza degli avvenim enti, può v en ir posto in con­ nessione con l’epoca burrascosa della g u erra civile fra Teodosio e Massimo divam pata tra il 383 e il 388.8 Le scoperte archeologiche che si susseguono negli ultim i anni riescono a piano a piano e con certezza a d ar corpo alle conoscenze storiche fin qui perve­ nute sugli avvenim enti tum ultuosi del periodo irrequieto degli inizii del 53 e forse anche del 6° see. com pletando al contem po l’aspetto urbanistico della città di Emona. D alla pianta cittadina em erse così u n gruppo di edifici pubblici che nel Tardoantico dovevano essere destinati n ella vita quotidiana a funzioni di centro urbano. I lavori di scavo dell’ultim o quinquennio hanno portato nel punto più alto dell’ area cittadina, che coincide con l’incrocio di Cardo e D ecum anus M a­ ximus, alla scoperta del centro am m inistrativo emoniense con la basilica e il m ercato e dalla successiva analisi risultò che nei see. 2° e 3° la basilica stava addossata agli edifici del m ercato posti sul fianco orientale del Foro e che, la stessa basilica, in seguito ristru ttu ra ta , era ancora in uso nei secoli 4° e 5° assistendo certam ente all’ingresso vittorioso di Teodosio nella città e forse anche all’incursione delle trib ù unne. Dopo la catastrofica devastazione che investi Em ona e il suo centro am m i­ nistrativo, sulle m acerie sgom berate e spianate, sorse u n nuovo edificio circo­ lare dalle m u ra spesse 1,50 m e dal diam etro di 15 m, costruito con m ateriali reperiti in loco sulle rovine dove da cava di p ietra fungevano i relitti del Foro, ma si atten d e ancora conoscerne la funzione e allo scopo serviranno forse anche i due capitelli di pilastro del Tardoantico tro v ati accanto al m uro della rotonda, sfru ttati ancora n e ll’opera m uraria di u n edificio del 19° secolo, che però già d’ora stanno a dim ostrare che l’area del Foro venne riedificata nel 6° secolo colm andoci la lacuna che sem brava profilarsi a cavallo tra il Tardoantico e il Medioevo.7 I rep erti degli scavi delle insule X X X e XXIX a ridosso delle m ura p eri­ m etrali a settentrione dell’ insula XV n e ll’angolo sud-orientale dell’Emona ro ­ m ana provano con certezza che vi fù v ita dopo la distruzione della città,8 ma dai focolari a nuovo e re tti e dalle ricostruzioni delle case risulta che la riedificazio­ ne dell’abitato fu m olto modesta. Sui resti delle m acerie di Em ona sorse L jubljana m edioevale: lo provano le scoperte di num erose costruzioni em oniensi che fungevano da stru ttu ra portante agli edifici e re tti in seguito. Questi in terv en ti m u rari m edioevali ostacolano 5 R. Ložar, G la s n ik m u z. d ru š. za S lo v e n ijo 14 (1933) 37. 6 Lj. P lesn ičar-G ec, Z aščitno izko­ p av an je rim ske sta v b e ob T ržaški cesti v L ju b ljan i, A rh . v e s tn ik 17 (1966) 435-463. 7 I più p rossim i affini capitelli di p ilastro sono: il capitello di v ia M edo- lino a Pola (B. M arušič, K a s n o a n tič k a i b iz a n tin s k a P u la [Pola tard o an tica e b i­ zantina] [Pula 1957] T. 13: 2) ; il capitello di V irunum (R. Noll, F rü h e s C h r is te n tu m in Ö s te r r e ic h [1954] A bb. 22). 8 Lj. P lesničar-G ec, J a k o p ič e v v r t (1968). 24 A r h e o lo š k i v e s t n i k 369 fortem ente il lavoro di una precisa docum entazione sullo stato della fase edile finale dei fab b ricati rom ani che a ll’epoca quando subirono l’intervento em er­ gevano dalla superfice, tanto più perchè non furono rep eriti in loco nè accessori nè oggetti m in u ti di ausilio a una possibile datazione dei resti ricostruiti. M entre il m ateriale accessorio che accom pagna la catastrofica distruzione di Emona risulta copioso e giace nello spesso strato di bruciato e sotto questo: num erose le fibule bulbose originarie del periodo a cavallo tra i see. 4° e °5, lucerne e scodelle vetrate, rim boccate verso l’esterno, basse scodelle cilindriche a cotto rosso-grigio,9 cocci di bicchieri vitrei verde chiari dalla bocca svasata e ampolle dal v en tre sferico e a fondo concavo.1 0 A provare resistenza di v ita nel Tardo- antico in Em ona sta indubbiam ente l’esem plare d’orecchino d ’argento guarnito da un cubo argenteo massiccio, rinvenuto durante gli scavi operati sull’insula XV e giacente sotto un cumulo di terriccio spesso una sessantina di centim etri a cui non è stata però applicata la prova stratigrafica.1 1 U na visione definitiva dell’aspetto di Emona nel Tardoantico scaturirà appena dopo l’elaborazione sistem atica dei m ateriali m inuti e lo studio analitico dei rep erti architettonici dello stesso periodo nonché dei m ateriali epigrafici dell’edificio paleocristiano venuto alla luce di recente e a cui, non ultim a, contribuirà l’elaborazione di studio dei num erosi rinvenim enti num ism atici pervenuti a noi d a ll’ultim a fase edile (demolizioni-costruzioni) emoniense. B aluardo della Praetentura Italiae et A lpium Emona svolse il suo grande ruolo ai confini dellTm pero già nel 2° see. e grazie alla relativam ente breve distanza chei la separava da A quileia ne subì la forte influenza economica e culturale già dal 1° see. (rispecchiabile dalla cultura m ateriale) con conseguenza d iretta dell’espansione del cristianesim o da queste p arti ancor prim a che la nuova religione raggiungesse le regioni confinarie dellTm pero a settentrione. La prova dell’esistenza della com unità cristiana em oniense (di certo molto più vecchia delle prim e prove scoperte) la forniscono gli scritti di San G erola­ mo (dal 350 al 419 ca)1 2 e le sue lettere, di cui una dedicata al m onastero fem ­ m inile di Em ona e u n ’altra al monaco Antonio. Nel 381, il vescovo emoniense M assimo,1 3 prese p arte al Concilio di Aquileia; e ancora, al Sinodo gradese svolto tr a il 571 e il 577 l’allora vescovo emoniense Patrizio1 4 appose la propria firm a sul protocollo conclusivo. P rim a delle invasioni slave doveva spegnersi la vita di Em ona giacché la popolazione fuggi tra il 587 e il 590 guidata dal proprio vescovo G iovanni, cercando scampo nella cittadina istrian a di C ittanova come lo sta in seguito a dim ostrare Paolo Diacono.1 5 Da num erose fonti storiche, 9 T ipo di ceram ica p resen te in tu tte le fasi d el T ard o an tico e a E m ona in uso d al 3° see. 1 0 S. P etru , A ntično steklo iz do ­ len jsk ih grobov, R azprave 1. raz. S A Z U 6 (1966) 176. I p iù prossim i affin i di a m ­ polle h a scavato nello strato T ardoantico I. M ikl-C urk a B reg vicino Poetovio. A rh. v e stn ik 15-16 (1964-65) T. 1: 8 e 3: 15. 1 1 L. B olta, N écropole du b a s-em p i­ re à R ifn ik p rès de Š en tju r, In v e n ta ria arch. 12 (1969) Y 115, 1. B. M arušič, A rh. v e stn ik 6 (1955) T. 3:9. 1 2 S v. H ijeronim a Izbrana pism a 1, ed. F. L u k m an (1941) 272. J. Sašel, E m o­ na, RE Suppl. X I (1968) 568. 1 3 J. Sašel, op. c. 568 (S. A m brosii opera, M igne P L X V I col. 934. 59 et 939, 76). 1 4 J. Sašel, op. c. 576 (M GH LL3 II. 588). F. Kos, G radivo za zgodovino S lo ­ vencev 1 (1902) št. 85. 1 5 J. K lem enc, Z godovina Em one, Zgodovina L ju b lja n e 1 (1955) 356. J. Rus, Joannes z ad n ji škof p an o n sk i a p rv i is tr ­ ske Em one, G lasnik m u z. druš. za S lo ­ venijo 20 (1939) 152 ss. ŠOLA MAJDE VRHOVNIK" LJUBLJANA, GREGORČIČEVA UL. ULTIMA FASE EDILIZIA, FINE DEL IV. E INIZIO DEL V. SEC. ZADNJA GRADBENA FAZA, N KONEC IV. ALI ZAČETEK V. ST. 0) di cui abbiam o m enzionato solo alcune, è evidente l’intensa v ita cristiana degli abitanti di Em ona. Ma dagli scavi archeologici che W. Schm id condusse alla vigilia della G ran d e guerra, quando riuscì a riportare alla luce quasi tu tta la parte m eridionale della città rom ana comprese le m ura perim etrali, tranne alcuni oggetti rin v en u ti databili alla prim a m età del 4° see., nulla stava a di­ m ostrare resisten za di fabbricati dediti al culto cristiano; alcune lucerne con il m onogram m a di Cristo W. Schm id trovò nell’insula XII, il grande candelabro bronzeo anch’ esso m unito di cristogram m a (oggetti ora conservati a Vienna) non erano la prova valida per sostenere la tesi dell’esistenza di una cappella in casa priv ata,1 6 fungente da luogo di raccolta dei fedeli, form ulata a suo tempo dal prof. J. K lem enc.1 7 G li scavi operati nel 1961-62 n ell’angolo nord-ovest della città i q u ali portarono alla luce n ell’insula XXX un vasto vano con l’ipo­ causto e dove venne tro v ata ancora u n a lucerna paleocristiana portavano alle stesse dubbie constatazioni.1 8 Un volto del tu tto nuovo e di p er se completo dell’arch itettu ra paleocristiana em oniense si rivelò all’ ultim azione degli scavi condotti nel 1969-70. Dalla pianta cittadina balzarono fuori dei resti di edifici pubblici dislocati a nord-ovest del Foro in prossim ità delle m ura p erim etrali a ponente a cui doveva essere stato affidato un ruolo prom im ente nella vita civica del Tardoantico. I resti delle fondam enta di uno degli edifici originariam ente a uso privato appartengono al tem po della p rim a fabbricazione dell’area cittadina al 1° see.; m entre la prim a m aggiore trasform azione della p ian ta originaria avviene agli inizi del 4° see. e l’edifico ristru ttu ra to in bagno term ale addiviene pubblico, rim andando a noi i resti di due vasche e dell’ipocausto; m a la grande e funzionale trasform azione la subisce n ella seconda m età del 4° oppure agli inizi del 5° see. quando il fabbricato viene adibito a luogo di radunanza di fedeli, tanto che sul lato delle vasche viene costruita un ’abitazione la quale poteva essere stata usata per sede diocesana, e accanto al cortile centrale, conservando la p ianta prim itiva, sorge u n b attistero quadrangolare (di m etri 10 X 10 per lato) con vasca o tta­ gonale al centro e il pavim ento m usivo che porta i nomi dei donatori e infine, addossato al lato m eridionale del battistero, si erge un portico (di m etri 16 X X 3,5) con conservato mosaico policrom o e didascalia. Il pavim ento musivo del b attistero recca in prevalenza nom i di donatori, cittadini emoniensi, come U r s u s , A r c h e l a u s e t H o n o r a ta , M a r c e l li n a e t T h e o d o r a ; m entre la didascalia m usiva del portico parla del fondatore a r h id ia c o n o A n t i o c o b a t t e s t e r i u m e t p o r t i c u s c u m g l o r i a e t l a e t i t i a p e r f e c t u m e s t. L a p arte alloggiativa del complesso edilizio che si presum e dedicata a sede diocesana e u b icata a nord-ovest del battistero era pavim entata a mosaico policrom o e d o tata di ipocausto, m a opere m urarie posteriori hanno arreccato distruzioni al pavim ento tanto che sul posto non è rim asta conservata che solo una superfice di circa 3 mq di mosaico policromo a ornam ento floreale. 1 6 R. Noll, Z w ei unsch ein b are K lein ­ funde a u s E m ona, A rh . v e stn ik 19 (1968) 79-88, sl. 6. A i g ià n o ti re p e rti p aleo cri­ stian i em oniensi, R. N oli aggiunge u n a p ia s trin a di bronzo, fin o ra ignorata, p ro ­ bab ilm en te risa le n te al 4° see., che e ra fissata con due chiodini a u n oggetto sm arrito e su cui si tro v a la scritta P ar­ dus vivas in Deo. 1 7 J. K lem enc, K rščan stv o v Emoni, N ova pot 14 (1962) 349-360. 1 8 J. K lem enc, op. c. 359. A nord del battistero doveva tro v arsi in precedenza un g ran d e vano a p a­ vim ento m usivo policrom o con non rilevabili dim ensioni a causa delle distruzio­ ni e m ultilazioni p atite in seguito alla costruzione sovrastante dello stesso b a t­ tistero a cui in seguito prestava ancora funzione quel tanto che rim aneva sfru- tabile del mosaico. L a p arte sud del portico è rim asta inesplorata causa i lim iti im posti da ragioni edilizie in questo luogo e solo con il beneplacito del proprietario del­ l’area furono resi possibili sondaggi m inori da cui risultò che a certa profondità esistono e u n ’ipocausto e parti di pavim ento musivo i quali p er composizione ornam entale e stratigraficam ente vanno collegati a quello del battistero e p o r­ tico. Secondo afferm azioni fatte dal proprietario del fondo, nel 1909 durante lavori di costruzione di u n ’edificio residenziale, distante solo 8 m etri dal portico, venne alla luce un pavim ento m usivo che dovrebbe essere stato conservato al Museo N azionale di L jubljana, dove effettivam ente esiste un mosaico pavim en­ tale da quella data, m a sprovvisto d ell’indicazione dell’area di ritrovam ento emoniense. I lavori di ricerca archeologica program m ati p er il futuro dovranno dare una risposta definitiva, afferm ativa o negativa che sia, su ll’esistenza di una basilica paleocristiana nel luogo trattato . P er ora abbiam o provato di connettere la datazione del complesso edilizio paleocristiano (battistero, portico e abitazi­ one) con gli oggetti rinvenuti, ap p arten en ti all’ultim o periodo dell’esistenza dei fabbricati ossia al tem po della catastrofe dem olitrice, e con il num eroso m ate­ riale num ism atico scoperto dentro il battistero. L’analisi com parativa e stili­ stica con oggetti e pavim enti sim ilari, sia quelli esistenti nella regione alto- adriatica o qu elli dell’area transalpina, dovrebbe servire ad arricchire i fatti fondanti esclusivam ente sullo studio dei resti m ateriali. In questo luogo noi ci lim iterem o però solo all’analisi della datazione degli oggetti tra tta ti. Come già detto sopra, nello spesso strato di bruciato che accom pagna la catastrofica distruzione di Emona com preso il fabbricato di cui si parla, furono trovati in g ran copia oggetti ap p arten en ti al periodo transitorio dal 4° al 5° see.,1 9 m entre a com pletarne il quadro si aggiungono i num erosi reperti num i­ sm atici. Nello stesso battistero, nel cum ulo di m acerie tro v ate sotto il pavim ento musivo, venne scoperto un deposito di 74 m onete sparse com poste da centeni­ onali e m ezzicentenionali b a ttu ti alla fine del 4° see. L’ultim a data di conio le tta su una m onettina risulta l’anno 393, da cui il prof. E. Pegan (che ebbe cura di studiare questo denaro) presum e che il deposito doveva essere stato in terrato poco dopo tale data. Da ciò si può supporre che i lavori di costruzi­ one del battistero probabilm ente causarono danni al deposito e che per l’even­ tuale scopritore di allora le m onete non destavano piu interesse dato che il loro corso cessò nel 410 e in tal caso il b attistero e il portico furono eretti posterior­ m ente a quell’anno; m a può anche d arsi il caso che si tra tti di denaro sm arrito e sparso d u ran te i lavori di spianam ento della superfice di m acerie per la p re­ parazione del sottofondo al pavim ento musivo, cosa questa che sposterebbe la data del complesso edilizio paleocristiano anteriorem ente all’anno 410. 1 9 T ipo di ceram ica p resen te in tu tte le fasi del T ardoantico a Em ona. P oznoantična in starokrščanska Em ona R azgibano obdobje pozne antike, ra z n i vojaški p rem iki so b rez dvom a vplivali tu d i n a Em ono, k i je b ila s svojo lego n a ro b u Italije p riča vsem d o g ajan jem tistega časa. D ve ra z ru še n i stav b i izven m esta ob cesti za A kvilejo z n ajd b am i, ki ju d atirajo v konec 4. stol., in z novci Teodozija, k o v an i m ed leti 375—383, k i so bili v ruševinah, so opora za dom nevo, da je b ila ra z ru šite v obeh stavb v zvezi z držav ljan sk o vojno m ed T eodozijem in M aksim om od le ta 383 do 388. A rheološka o d k ritja zad n jih let počasi, ven d ar zanesljivo d o p o ln ju jejo dosedaj poznano u rb a n istič n o shem o poznoantičnega m esta. N a n a jv išji točki m estnega področja, na sečišču osrednjega k a rd a in dekum ana, smo v zad n jih p etih letih odko­ pali em onski u p ra v n i cen ter s sodno baziliko in tržnim i prostori. R ezu ltati teh izko­ pav an j so pokazali, da je bila1 v 2. ali 3. sto letju na trž n e zgradbe, ki so se razp ro ­ stirale ob vzhodnem ro b u forum a, p rislo n je n a bazilika, k i je — p red elan a — o p rav ­ lja la svojo fu n k cijo še v obdobju 4. in 5. sto letja te r dočakala zm agoslavni prihod Teodozija in m o rd a še vpad h u n sk ih plem en. P o k a ta stro fa ln i razru šitv i Em one in m ag istratn eg a cen tra je zrasla n a sp lan i- ra n ih in ponovno p o rab ljen ih ru šev in ah nova stavba okroglega tlo risa, s prem erom 15 m (debelina zidov 1,50 m). D va poznoantična k ap itela pilastrov, n ajd e n a ob sam i rotundi, b o sta m o rd a pripom ogla k ra z re šitv i nam em bnosti poznoantične okrogle stav b e n a n e k d a n je m forum skem pro sto ru . P ra v gotovo sta oba dokaz, da je bil v 6. sto letju ta p ro sto r obnovljen. K o t trd n ja v a v sklopu p re te n tu re Italiae et A lp iu m je E m ona že v 2. stoletju ig rala vlogo m e jn ik a Italije. R azm erom a m ajh n a oddaljenost od A kvileje je bila tu d i vzrok, da je b ila že ta k ra t pod n je n im m očnim ekonom skim in k u ltu rn im v p li­ vom, k a r se m očno odraža v m aterialn i k u ltu ri. N jen v pliv je im el za posledico tu d i to, da se je k ršč a n stv o v Em oni razširilo m nogo 'prej k ak o r v p o k ra jin a h ob severni d ržav n i m eji. O bstoj cerk v en e občine, ki p a je b ila gotovo starejša, dokazuje korespondenca sv. H ijero n im a iz d ru g e polovice 4. stoletja. Izk o p av an ja W. Schm ida m ed p rv o svetovno vojno, ko je sk o raj v celoti odkopal južni del m esta z obzidjem , niso — ra z e n n ek ate rih predm etov, k i izpričujejo k rščan ­ stvo v Em oni v obdobju p rv e polovice 4. sto letja — dokazala obstoj cerk v en e a rh ite k ­ ture. N ekaj o lje n k s K ristusovim m onogram om , ki jih je Schm id n ašel v insuli X II, te r b ro n a st svečnik, p ra v tak o s kristo g ram o m — p red m eti so danes n a D unaju — še n e d okazujejo obstoj dvoranske cerk v e v p riv atn i stavbi, k je r naj bi bilo zb ira­ lišče vernikov, k a k o r je skušal dokazati prof. J. K lem enc. Podobne elem en te je ugo tav ljal p ri izkopavanjih v letih 1961—62 ob severo­ vzhodnem vogalu m esta, v in su li X X X , k je r je v velikem p ro sto ru s hipokavstom bila n a jd e n a sta ro k ršč a n sk a oljenka. Povsem novo in dopolnjeno podobo staro k rščan sk e a rh ite k tu re v E m oni so dala izk o p av an ja v le tih 1969—70. V tlo risu m esta se je pokazala sk u p in a zgradb, ki so im ele v pozni a n tik i cen ­ traln o m esto. S everovzhodno od forum a, ob zahodnem em onskem obzidju, smo od­ k rili o stan k e staro k rščan sk e a rh ite k tu re . O stanki te m e lje v prve grad b en e faze segajo v obdobje p rv e pozidave m estnega obm očja, v 1. stol. V elika grad b en a in fu n k cio n aln a sprem em ba sta v b e p a je n asto ­ pila konec 4. a li v začetk u 5. stoletja. O b jek t je dobil sa k raln i značaj. N a predelih, k je r so bili v 4. sto le tju kopališčni prostori, je n astal v e rje tn o šk o fijsk i sedež cer­ kvene občine. O b cen traln em dvorišču, k i je ohranilo zasnovo iz 1. sto letja p a je zrastel no v o b jek t, četverokotni b a p tiste rij, površine 10 m X 10 m z oktogonalno piscino in z n ap isi d o n ato rjev v m ozaičnem tlak u . Južno je na k rstiln ico prislo n jen p o rtik (16 m X 3,5 m) z o h ran jen im v ečb arv n im m ozaikom in g rad b en im napisom v njem , ki se glasi: arhidiacono Antioco battesterium et porticus cum gloria et laetitia perfectum est. S tan o v an jsk i d el v erjetn o škofijskega sedeža severovzhodno od k rstiln ice je bil ogrevan s ce n tra ln o k u rja v o in tla k o v a n z v ečbarvnim i m ozaiki. O b ru še n ju stavbe so bili m ozaiki uničeni. Z arad i o m ejen e površine, ki sm o jo sm eli preiskati, je o stal p red el južno od p o rtik a n erazisk an . Z dovoljenjem la stn ik a te p arcele smo izvršili le m a n jša so n d ira­ n ja in n ašli kom pleks cen traln e k u rja v e in kose m ozaičnih tal, k i se tako po o rn a ­ m en tu k o t tu d i stra tig ra fsk o vežejo na m ozaik b a p tiste rija in p o rtik a. D atacijo staro k rščan sk eg a k o m p lek sa s krstilnico, p o rtik o m in stanovanjskim predelom sem sk u ša la n avezati n a m a te ria ln e ostanke, ki so ostali po razru šitv i o b jek ­ ta in p a s štev iln im num izm atičnim gradivom , k i je bil n a jd e n v sam i krstilnici. V debelem slo ju žganine, ki sp re m lja ra z ru šite v Em one in tu d i tega objekta, so bogato zastopani p re d m e ti iz p reh o d a 4. v 5. stoletje. D opolnjeno sliko pa daje a n a ­ liza nu m izm atičn eg a gradiva. V sam i k rstiln ici, in sicer v ru šev in sk i p lasti pod m ozaikom je b ila n a jd e n a raztresen a sk u p in a 74 novcev, centenionalov in polcente- nionalov iz ko n ca 4. stoletja. N ajm lajši novec tega depoja je b il kovan leta 393. Ob g ra d n ji k rstiln ic e je b ila novèna sk u p in a v erjetno delom a u n ičen a in m orda za n a jd ite lja nezan im iv a, saj je b il ta d e n a r v obtoku le do leta 410. V tem p rim eru je b ila k rstiln ic a s p o rtik o m zg rajen a p o tem letu. Če pa je b ila sk u p in a 74 novcev zgubljen a in stre se n a ob p la n ira n ju ru šev in za podlogo m ozaičnih tal, lah k o rečem o, da je bil ta k ršč a n sk i kom peks zg rajen p red letom 410.