gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 184 GRADIVO Michele Tavola, Milano ALCUNE NOVITŔ PER ALMANACH Sono solamente due le opere attribuite ad Almanach con il conforto dei documenti, e parlano lingue differenti. I Giocatori di carte (I) e il Giovane con tacchino, citati nell’inventario delle opere del barone Marx Anton di Billichgrätz, redatto nel 1731,1 divergono sensibil-mente per impostazione e per stile. Il primo riecheggia le scene di ta-verna dei caravaggeschi nordici e, seppure presentando un’originale interpretazione, si rifŕ a schemi compositivi ampiamente codificati a partire da Bartolomeo Manfredi. Il secondo č invece di una veritŕ scon-volgente, dialoga con la realtŕ quasi senza filtro e si pone come uno straordinario precedente delle prove piů alte di Giacomo Ceruti. Queste due tele, pur stilisticamente distanti tra loro, costituiscono la chiave di volta per la ricostruzione del corpus di Almanach. Con due pietre di paragone di tal fatta č inevitabile che il catalogo del nostro pit-tore, per quanto sia ancora estremamente esiguo, risulti disomogeneo. Si stenta a credere che le superfici polite, i colori smaltati e il sapiente tocco scenografico nella composizione dei Giocatori di carte (II) siano opera dello stesso autore della Famiglia di contadini,3, apparentemente priva di disegno, dal sapore antiaccademico e dalla stesura pittorica veloce ed espressiva, che sbalordiva anche Federico Zeri per la brutale e feroce deformazione delle anatomie.4 1 Jože Šorn, Nekaj gradiva za študij našega baroka, Zbornik za umetnostno zgodovino, n. s. V-VI, 1959, p. 449. 2 L’opera, conservata presso la Galleria Nazionale di Lubiana č stata attribuita ad Almanach da Mauro Natale e, indipendentemente, da Klara Garas, sulla scorta dei Giocatori di carte (I). Per questo dipinto si veda Ksenija Rozman, Slikar Almanach. Odkupljena slika kvartopirci II, Ljubljana 1996; Klara Garas, Deutsche Meister und Werke des 17. Jahrhunderts: Der Barock in Mitteleuropa, Bulletin du Musée Hongrois des Beaux Arts, XXXVI, 1997, pp. 41-58. 3 La tela, conservata nella Galleria Nazionale di Lubiana, č stata attribuita da Anica Cevc. Federico Zeri ha successivamente confermato la pro-posta: “L’attribuzione ad Almanach (proposta verbalmente dalla Dr. Anica Cevc) va accettata, anche per il positivo confronto con il Giovane con tacchino [...]”. Federico Zeri, Tuji slikarji od 14. do 20. stoletja (Pittori stranieri dal XIV al XX secolo), Ljubljana 1983, p. 163. 184 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 185 GRADIVO La quasi totale assenza di dati biografici rende ulteriormente complicata la ricostruzione della sua vicenda artistica. Per quanto con-cerne la sua formazione si possono avanzare solo congetture, mentre non si hanno notizie sulla durata del suo soggiorno sloveno e del probabile, ma non documentato, viaggio in Italia. Sono quasi del tutto assenti appigli cronologici per la sua attivitŕ; l’unica data certa č il 1676,5 anno in cui si trovava in Carniola e dipingeva i ritratti del barone Johann Daniel Erberg e della sua consorte, ma le opere, purtroppo, sono andate perdute e non possono quindi giovare alla definizione di quel periodo della produzione di Almanach. Nessuno dei dipinti noti č databile con precisione, ma solamente su base stilistica sono riconducibili al terzo o all’ultimo quarto del XVII secolo, con approssimazione troppo vaga per permettere di individuare un’evoluzione nello stile del pittore. In questo contesto ogni approccio di carattere filologico all’argomento risulta particolarmente problematico. Occorre quindi procedere con estrema cautela nel giudicare l’autografia dei dipinti e nel proporre nuove attribuzioni. Di contro, il ritrovamento di opere inedite risulta indispensabile per cercare di sciogliere i nodi critici ai quali si č accennato sopra e ai quali non sarŕ possibile fornire un’ade-guata soluzione fino a quando i pezzi del catalogo di Almanach si potranno contare sulle dita di due mani. Sono fondamentali gli interventi di Federico Zeri e Ksenija Rozman che, per primi, hanno indagato la sua affascinante e misteriosa personalitŕ, avanzando ipotesi sul periodo di apprendistato, suggerendo l’eventualitŕ di un soggiorno italiano e tentando di contestualizzare la sua produzione di genere nel panorama europeo. Grazie al loro prezioso contributo la fama di Almanach si č timidamente spinta oltre i confini sloveni, ma lo spunto per nuove ricerche da parte di chi scrive e di altri studiosi italiani č stato fornito dalla presenza, fortemente voluta dallo stesso Zeri, della Famiglia di contadini nell’importante rassegna dedicata 4 “[...] č tuttavia difficile citare un altro esempio analogo in cui la rappre-sentazione dell’immobilismo sociale e culturale, e dell’abbrutimento indi-viduale, caratteristici delle societŕ agricole nei loro strati inferiori, giunga ad altrettanta, terribile efficacia” (Zeri 1983, cit. n. 3, pp. 162-163). 5 Uroš Lubej, Prispevki k biografijam na Kranjskem delujocih flamskih in holandskih slikarjev druge polovice XVII. stoletja, Acta historiae artis Slovenica, II, 1997, pp. 33-52. 185 O gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 186 GRADIVO 1. Almanach, Giocatori di carte (I), Ljubljana, Narodna Galerija 2. Almanach, Giovane con tacchino, Ljubljana, Narodna Galerija 186 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 187 GRADIVO 3. Almanach, Famiglia di contadini, Ljubljana, Narodna Galerija 187 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 188 GRADIVO 4. Almanach, Giocatori di bocce, Modena, Museo Civico 5. Almanach, Giocatori di bocce, particolare, Modena, Museo Civico 188 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 189 GRADIVO alla pittura pauperistica dal titolo Da Caravaggio a Ceruti - La scena di genere e l’immagine dei pitocchi nella pittura italiana, tenutasi nel Museo di Santa Giulia di Brescia dal novembre del 1998 fino alla pri-mavera del 1999. In questo testo si vuole presentare un compendio delle nuove proposte attributive e delle novitŕ critiche emerse dopo la mostra bresciana. Nel Museo Civico di Modena č conservata una grande tela raffigurante i Giocatori di bocce, per la quale Carlo Volpe ha usato parole di commossa ammirazione.7 Sebbene l’opera non spetti a un autore lombardo, il Volpe, con una illuminante intuizione, ha creduto che potesse inserirsi nel contesto dei pittori lombardi della realtŕ.8 E Mina Gregori, nella monografia dedicata a Giacomo Ceruti, arguiva che questo clamoroso antefatto del Pitocchetto potesse essere stato ese-guito da uno straniero attivo in area lombarda. La possibile paternitŕ di Almanach per il dipinto mi č stata gentilmente suggerita da Daniele Benati, il cui aiuto č stato prezioso nel corso dei miei studi su questo pittore.10 I Giocatori di bocce costituiscono una sorta di trait d’union, 6 Ulteriori considerazioni sull’importanza della presenza alla mostra di Brescia della Famiglia di contadini e sulle positive conseguenze a cui ha portato si veda: Michele Tavola, La presenza di Almanach in un’impor-tante mostra bresciana: alcune considerazioni a margine, Acta historiae artis Slovenica, VI, 2001, pp. 175-185. 7 “Un giorno si preferiranno quadri come questo (e sapremo anche chi li ha dipinti!) a molti trionfi pittorici sventolanti la propria gloria sia religiosa che mondana. [...] La dorsale della nostra civiltŕ passa tanto attraverso Raffaello quanto attraverso solennissimi episodi come questo, moralmente vivi, nel Seicento italiano quanto in Francia un pensiero di Le Nain. Con quel vec-chio cocchiere, al centro della tela, che si direbbe visto da Courbet per di-sporlo, inginocchiato, presso la fossa dell’Enterrement; fisso invece sul punto da conquistare con la boccia nella mano mancina”. Carlo Volpe, in: Mostra di opere restaurate, secoli XIV-XIX, Modena 1980-1981, pp. 64-65. 8 “Qui il vero, anzi, č come potrŕ esprimersi con pari interezza soltanto in un Courbet: oppure, non meno integralmente, in un padano postcaravag-gesco; uno di quei lombardi, in particolare, che con questo tono dureranno ancora per un buon tratto nel Settecento [...]”, e ancora “[...] ci basterŕ in questa occasione individuare le coordinate di cultura che, ad onta dei ri-ferimenti ad personam mancanti, puntano su una Lombardia ruvida e spa-gnolesca, taciturna e piů vera del vero” (Volpe 1980-1981, cit. n. 7, p. 64). 9 Mina Gregori, Giacomo Ceruti, Bergamo 1982, p. 33. 10 I risultati delle mie ricerche su Almanach sono stati pubblicati in: Michele Tavola, Almanach, Nuovi Studi, 8, 2000, pp. 109-116. 189 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 190 GRADIVO 6. Almanach, Giocatori di carte (I), particolare, Ljubljana, Narodna Galerija 7. Almanach, Giocatori di bocce, particolare, Modena, Museo Civico 190 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 191 GRADIVO 8. Almanach, Giocatori di carte (I), particolare, Ljubljana, Narodna Galerija un passaggio intermedio tra i due registri stilistici a noi noti. Come sot-tolineava anche Volpe sono di un’intensa veritŕ, analoga a quella che si riscontra in opere come il Giovane con tacchino e la Famiglia di contadini , mentre alcune fisionomie, come quella dell’uomo in piedi al centro del quadro e quella della domestica in secondo piano, ritornano quasi identiche nei Giocatori di carte (I). Inoltre, come nel caso dei Giocatori di carte, ci troviamo di fronte a un ritratto ambientato, in bi-lico tra la ritrattistica pura e la scena di genere, peculiaritŕ che č valsa al dipinto di Modena la convocazione alla mostra Il ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti, in una sezione riservata a questo singolare tipo di rappresentazioni.11 Nella scheda di catalogo compare anche uno studio sugli abiti indossati dai personaggi raffigurati, che risultano con-fezionati “secondo una moda che segna il terzo quarto del XVII seco-lo”,12 datazione che conferma quanto suggeriscono i dati stilistici. 11 Federico Cavalieri, Il ritratto ambientato fra scena di genere e “pittura della realtŕ”, Il ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti (Castello di Ma-snago - Varese, 21-04-2002 - 14-07-2002, edd. Francesco Frangi - Ales-sandro Morandotti), Milano 2002, pp. 254-257, e scheda pp. 260-261. 12 Grazietta Butazzi, in: Il ritratto in Lombardia ... 2002, cit. n. 11, p. 260. 191 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 192 GRADIVO t S i i ¦Ai 9. Anonimo lombardo, Merenda della famiglia Lucini dopo una battuta di caccia, Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco ^ *-< — j*!^ •i ^. 8 ;JŁ'- '&>$€¦* ^¦i \mEZ&i&M 10. Anonimo lombardo, Giuseppe Maria Arconati dopo una battuta di caccia al Castel-lazzo di Bollate, collezione privata 192 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 193 GRADIVO Pur non essendoci alcuna prova documentaria della pre-senza di Almanach in Italia č molto probabile, vorrei dire quasi certo, un suo soggiorno in Lombardia. Non č purtroppo possibile ricostruire la storia del quadro di Modena e, pertanto, non siamo in grado di sta-bilire quando sia giunto in Italia o se addirittura sia stato dipinto in loco, ma sorprende come dialoghi con le opere del ciclo di Padernello del Ceruti in maniera piů immediata e diretta rispetto alle tele di Pietro Bellotti e di Monsů Bernardo. Si inseriscono nello stesso clima culturale due dipinti lombardi, che rappresentano la Merenda della famiglia Lucini dopo una battuta di caccia della Pinacoteca del Ca-stello Sforzesco di Milano e Giuseppe Maria Arconati dopo una battuta di caccia al Castellazzo di collezione privata,13 giŕ erroneamente attri-buiti a Carlo Cane e databili poco dopo i Giocatori di bocce. Come ha evidenziato Federico Cavalieri, l’anonimo autore di questi due interes-santi dipinti, che sembra subire il fascino di Almanach, č “a suo modo, un pittore della realtŕ, anche se sgrammaticato [...] eppure la Merenda si fonda su un saldo equilibrio fra particolare e generale e, nel suo insieme, č un’opera riuscita e accattivante, arricchita dal pungente realismo di alcuni volti, costruiti con luci fredde, intense, contrastate, che hanno fatto evocare (Gregori) anche il clima dei Giocatori di bocce del Museo Civico di Modena”.14 Tra gli inediti di Almanach recentemente segnalati va ricordata la Vecchia con tegame, di ubicazione attualmente ignota, di cui ho reperito una fotografia nella fototeca della Fondazione Roberto Longhi di Firenze, catalogata come di “scuola tirolese”:15 definizione coniata dallo stesso Longhi che denota la necessitŕ di ricercare l’autore in un’area di confine, nell’intento di coniugare ascendenze nordiche al 13 La tela raffigurante Giuseppe Maria Arconati dopo una battuta di caccia al Castellazzo č stata esposta alla giŕ citata mostra tenutasi al Castello di Masnago (Varese) su Il ritratto in Lombardia da Moroni a Ceruti, proprio accanto ai Giocatori di bocce di Almanach, mentre la Merenda della famiglia Lucini dopo una battuta di caccia č stata recentemente esposta alla mostra Grandezza e splendori della Lombardia spagnola 1535-1701, Milano 2002. 14 Federico CaVALIERI, in: Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco, III, Milano 1999, pp. 337-338. La prima a scorgere un nesso stilistico tra la Merenda e i Giocatori di bocce č stata Mina Gregori nella monografia sul Ceruti (Gregori 1982, cit. n. 9, p. 33). 15 Tavola 2000, cit. n. 10, p. 111. 193 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 194 GRADIVO 11. Almanach (?), Vecchia con tegame, ubicazione ignota 12. Almanach (?), Vecchia che mangia un pesce e unaltra vecchia che lava i panni, col-lezione privata 194 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 195 GRADIVO territorio italiano. Il volto dell’anziana donna che tenta di scaldarsi le mani con un piccolo tegame, segnato impietosamente dal tempo, richiama inequivocabilmente quello della vecchia della Famiglia di contadini della Galleria Nazionale di Lubiana, ma non avendo potuto vedere l’opera, se non tramite una riproduzione, il giudizio sull’auto-grafia rimane inevitabilmente sospeso. Merita attenzione anche un’opera di soggetto analogo pub-blicata da Luciano Anelli e ascritta emblematicamente a una non meglio definita “scuola di area danubiana”. Si tratta della Vecchia che mangia un pesce e unaltra vecchia che lava i panni di collezione privata veneta, di cui esistono due copie parziali (o forse una sola copia, successivamente tagliata in due), di mediocre fattura, nel Museo Brukenthal di Sibiu.17 In un primo momento, pur riconoscendo una certa consonanza con le opere di piů crudo realismo di Almanach, ho creduto che la tela spettasse a un suo anonimo collaboratore.18 Mauro Lucco, invece, non ha esitato a proporre con forza l’attribuzione ad Almanach, sulla scorta del confronto con la Famiglia di contadini. La bella fotografia a colori pubblicata dal Lucco, nel volume La pittura nel Veneto - Il Seicento, rende giustizia alla notevole qualitŕ dell’opera che giustifica pienamente le parole entusiaste con cui lo studioso introduce l’argomento: “Ma l’incontro piů emozionante, in questo contesto, č stato per me con una tela che ho studiato, in collezione privata padovana, sul finire degli anni Ottanta, quando portava il nome, indicativo della caratura qualitativa, ma sbagliato di piů che mezzo se-colo, di Giacomo Ceruti”. E’ quindi opportuno ripensare il rapporto tra la Vecchia che mangia un pesce e unaltra vecchia che lava i panni e la produzione di Almanach alla luce delle novitŕ emerse, anche se mi sembra problematico, ad oggi, esprimere un parere definitivo. A mio avviso non č invece condivisibile la proposta del Lucco di inserire nel catalogo di Almanach il Giramondo della National Gallery di Londra, attualmente considerato di mano di Pietro Bellotti. 16 Luciano Anelli, Pietro Bellotti 1625-1700, San Zeno Naviglio (Brescia) 1996, pp. 272-273, 400. 17 Anelli 1996, cit. n. 16, pp. 272-273, 398. 18 Tavola 2000, cit. n. 10, p. 111. 19 Mauro Lucco, “Foresti” a Venezia nel Seicento, La pittura nel Veneto -Il Seicento, Milano 2001, pp. 509-510, 514. 20 Lucco 2001, cit. n. 19, pp. 509-510. 195 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 196 GRADIVO 13. Almanach (?), Ritratto di un bravo, collezione privata 196 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 zPage 197 GRADIVO Da ultimo si deve prendere in esame una piccola tela (cm 50,5 x 39) recentemente apparsa in una mostra milanese, il Ritratto di un bravo, considerata di autore anonimo della fine del XVII secolo.21 E’ sorprendente l’intensitŕ dello sguardo del bravo, solenne e austero come i Giocatori di bocce, e allo stesso tempo con la fronte corrugata e i muscoli del viso contratti, quasi in una smorfia, che ricordano, sep-pure lontanamente, l’uomo in secondo piano sulla sinistra della Famiglia di contadini. Anche in questo caso il dipinto č a metŕ strada tra il ritratto vero e proprio e la testa di genere. La stesura pittorica piů sciolta e liquida, rispetto a quella di Almanach, suggerisce perň una certa prudenza nell’attribuzione, per quanto sia accostabile piů al suo nome che a quello di qualsiasi altro pittore lombardo del secondo Seicento o dell’inizio del Settecento. Si sente ormai il bisogno di una mostra monografica su Almanach che raccolga le opere certe, quelle di attribuzione tradizio-nale e le nuove proposte, affinché si possa rileggere tutta la sua pro-duzione e si possano valutare in maniera piů rigorosa e serena la tela di Modena, la Vecchia che mangia un pesce e unaltra vecchia che lava i panni e il Ritratto di un bravo. Solamente osservando i dipinti uno accanto all’altro si potrŕ avere un’idea piů chiara della personalitŕ del nostro pittore. Un’antologica dedicata ad Almanach potrebbe anche consentire un confronto diretto tra la sua produzione e le opere dei pit-tori lombardi della realtŕ ai quali č tanto affine, confronto che forse agevolerebbe una comprensione piů profonda dei rapporti e degli scambi culturali intercorsi tra Carniola e Nord Italia sul finire del XVII secolo e agli albori del XVIII. 21 Grandezza e splendori della Lombardia spagnola 1535-1701 (catalogo della mostra), Milano 2002, p. 14. 197 gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 198 GRADIVO UDK 75.034.7: 929 Almanach NEKAJ NOVOSTI O ALMANAHU Samo dve sta dokumentirani deli skrivnostnega in fascinantnega slikarja, znanega z vzdevkom Almanach, Kvartopirci (I) (Veselo omizje) in Mladenic s puranom; ti sliki sta navedeni v inventarju barona Marksa Antona Polhograjskega iz leta 1731. Gre za slogovno razlicni sliki in zato je slikarjev katalog, ki je sicer izjemno skromen, zaradi dveh tovrstnih preizkusnih kamnov videti neenoten. Težko je verjeti, da so gladke površine, sijoce barve in domiselna scenografija v kompoziciji Kvartopircev (II) delo avtorja Kmecke družine, ki je dozdevno brez risbe, naslikana v antiakademskem slogu, sestavljena v naglici in ekspresivno, brutalna in okrutna skaženost anatomije pa je osupila tudi Federica Zerija. V tem pogledu je vsak filološki pristop k tej tematiki še posebej problematicen. Zato moramo biti pri presojanju avtorstva slik in pri pripisovanju novih atribucij izjemno previdni. Po drugi strani pa so najdbe še neznanih del neizogibno potrebne pri reševanju kritiških vprašanj, ki smo jih že omenili in ki jim ne bo mogoce najti primernega odgovora, dokler bomo dela v Almanachovem katalogu prešteli samo na prste dveh rok. V tem kratkem prispevku želimo povzeti nove možne atribucije in kritiške novosti po letu 1999, ko so na veliki razstavi v Brescii, posveceni žanrs-ki sliki, z naslovom Od Caravaggia do Cerutija - Žanrski prizori in podoba revežev v italijanskem slikarstvu (Da Caravaggio a Ceruti - La scena di genere e l’immagine dei pitocchi nella pittura italiana), pokazali Almanachovo Kmecko družino. Po tem dogodku se je tudi v Italiji zbudilo doloceno zanimanje za Almanacha. Gotovo je najzanimivejša nova atribucija veliko platno iz Mestnega muzeja v Modeni, na katerem so upodobljeni Balinarji in ki so ga pred tem šteli za delo lombardske šole. Na tej sliki velike umetniške vrednosti, kot je poudaril tudi Carlo Volpe, je realizem živ kakor v delih, kot sta Mladenic s puranom in Kmecka družina, medtem ko so nekatere fiziognomije, na primer poteze na obrazu stojecega cloveka sredi slike in poteze služkinje v ozadju skoraj enake fiziognomijam v Kvartopircih (I). Med drugimi deli, omenjenimi v clanku, si posebno pozornost zasluži tudi platno iz zasebne beneške zbirke, na katerem sta upodobljeni Starka, ki jé ribo, in starka, ki pere perilo. Ceprav sem prepoznal doloceno skladnost z deli najsurovejšega Almanachovega realizma, sem sprva mislil, da je platno delo kakšnega njegovega neznanega sodelavca. Mauro Lucco pa ga je ob primerjavi s Kmecko družino brez pomislekov in odlocno pripisal Al-manachu. Lepa barvna fotografija, ki jo je Lucco objavil v knjigi La pittura nel Veneto - Il Seicento, v nicemer ne prikrajša visoke kakovosti tega dela. Vsa tukaj predstavljena dela osvetljujejo tesno in ocitno povezavo med Almanachovim slikarstvom in med lombardskim žanrskim slikarstvom s 198 O gradivo - tavola 184-199 23.11.2005 10:10 /Page 199 GRADIVO konca 17. in zacetka 18. stoletja. Ceprav dokumentiranih pricevanj nimamo, se skuša dokazati, da je slikar nekaj casa bival v Lombardiji. Zdaj je že cutiti potrebo po Almanachovi samostojni razstavi; ta naj bi zajemala dela, ki so zagotovo njegova, dela, ki mu jih pripisujejo po tradiciji, in nove atribucije. Tako bi lahko pregledali vso njegovo produkcijo in natancneje in bolj nepristransko ovrednotili modensko platno, sliko Starka, ki jé ribo, in starka, ki pere perilo ter druge težave z atribucijo. Samo ce si bomo ogledali slike drugo ob drugi, si bomo lahko razlocneje predstavljali osebnost tega slikarja. Z antološko razstavo, posveceno Almanachu, bi lahko tudi neposredno primerjali njegovo produkcijo z realizmom v delih lombardskih avtorjev, ki jim je tako zelo soroden. Ta primerjava bi morda pomagala bolje razumeti kulturne stike in izmenjave med Kranjsko in severno Italijo konec 17. in v zacetku 18. stoletja. Podnapisi k slikam: 1. Almanach, Kvartopirci (I), Ljubljana, Narodna galerija 2. Almanach, Mladenic s puranom, Ljubljana, Narodna galerija 3. Almanach, Kmecka družina, Ljubljana, Narodna galerija 4. Almanach, Balinarji, Modena, Museo Civico 5. Alamanach, Balinarji, detajl, Modena, Museo Civico 6. Almanach, Kvartopirci (I), detajl, Ljubljana, Narodna galerija 7. Almanach, Balinarji, detajl, Modena, Museo Civico 8. Almanach, Kvartopirci (I), detajl, Ljubljana, Narodna galerija 9. Neznan lombardski avtor, Malica družine Lucini po lovu, Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco 10. Neznan lombardski avtor, Giuseppe Maria Arconati po lovu v Castellazzu di Bolla-te, zasebna zbirka 11. Almanach (?), Starka s ponvijo, nahajališce neznano 12. Almanach (?), Starka, ki jé ribo, in starka, ki pere perilo, zasebna zbirka 13. Almanach (?), Portret placanega razbojnika, zasebna zbirka 199 O