ANNO XI Capodistria, 1 Dicembre 1877 N. 23 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso li lied azione. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 22) Dicembre 1 1430 II vescovo Servandi devolve alla mensa vesco- vile la decima ed i terreni, situati in Monte Moro, per non essersi il vassallo ser Giacomo Spellati presentato a tempo debito per la rinvestitura. - 10. 2 1438 Ducale Foscari che officia il pod. e cap. Ni- colò Sorauzo ad imporre al podestà di Portole il rilascio delle multe al comune pel riparo delle mura, come lo esige lo statuto. - 1 - 82b 3 1576 Gregorio XIII nomina Giovanni Ingenerio, professore di diritto nell'università di Pavia, a nostro vescovo. - 11, - 101. 4 1422 II vescovo Geremia Pola investe Francesco, vulgo Facina del fu Odorico Spellati, della decima in Albuzano presso Corte d'Isola, e di un terzo di quella di Ceruscolo. - 10. 5 1742 II pod. e cap. Pietro Donà prende possesso della carica rassegnatagli dal suo predecessore, il pod. e cap. Cristoforo Doltìu. - 10. 6 1516 II patrio consiglio, presieduto dal pod. e cap. Sebastiano cav. Contarmi, aggiudica le acque di tutti i civici torcbii alla fabbrica del Duomo. - 10. 1 1480 Ducale Mocenigo che officia il pod. e cap. Domenico Morosini ad indurre lo scutarino Giovanni Ducaino ad accettare la castellania di San Servolo cui aveva rinunciato Filippo del fu Castellano Minio. - 1, - 226. 8 1500 Damiano de Tarsia, castellano in Castel Novo sul Carso, informa il pod. e cap. Pietro Que-riui sullo stato dell'armata turca. - 30, -1, - 156. 9 1423 II vescovo Geremia Pola investe Variento del fu Nassinguerra de Tarsia del feudo della decima in Villa Dolo, Cubilaglava e Laura. - 10. 10 1386 II capitolo della cattedrale condona a Fra Benvenuto da Forlì, priore della civica chiesa di S. Martino, i censi arretrati, iu considerazioni dei danni molti sofferti da detta chiesa nell'ultima guerra (1380) e delle molte spese che egli dovè incontrare per ripararla assieme Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. alle case, e ciò purché entro otto dì paghi i soliti 18 grossi per l'anno in corso, e così per gli anni avvenire. - 29. 11 1454 Ducale Foscari che officia il pod. e cap. Ni- colò Trevisani di sborsare al Podestà di Portole, Gasparo Contarmi, lire 150 in risarcimento dei danni molti ch'ebbe nell'incendio del pubblico palazzo. - 1 - 139. 12 1483 II pod. e cap. Nicolò Pesaro richiama alla me- moria di Giovanni di Verzi, podestà di Due-Castelli, la terminazione del 1475, 10 marzo, circa la residenza. - 1, - 238. 13 1422 II patrio consiglio dei Quaranta sceglie dal suo seno nove soggetti per rivedere l'antico statuto ed adattarlo ai tempi. - 1, 36b 14 1467 Ducale Moro che officia il pod. e cap. Giovanni D.r Alberti a prosciorre una volta per sempre le monache di S. Chiara dall'obbligo delle tre moggia di sale allo Stato. - 1, - 195b 15 1385 11 convento di S. Giorgio Maggiore in Ve- nezia consegna al nostro capitolo marche quattro in argento, pari a lire 37, soldi 7, qual censo di quattro anni per la chiesa e [possessioni di S. Maria in Monte. - 29. --h<>--- Un giudizio erroneo Nel rapporto che il signor G. Bolle, dirigente dell' I. R. Istituto bacologico di Gorizia, ha presentato ali» eccelsa I. E. Luogotenenza in Trieste, e che venne inserito nel N.° 11 del pregiato giornale della Società agraria in Rovigno, abbiamo letto con sorpresa e rincrescimento ch'esso signor relatore nel dimostrare le ragioni degli scarsi risultati dell'Osservatorio bacologico di questa città, crede poterle ' trovare, oltreccbè nella novità dell' istituzione, nell' indolenza dominante specialmente nel territorio. Non vogliamo mettere in dubbio l'utilità degli Osservatore bacologici come vennero da poco organizzati ; sono istituzioni che giovano sempre; ma crede forse l'onorevole signor Bolle che le cognizioni del buon al- levamento dei bachi, e dell'esame del seme, sieno per noi cose nuove, il cui insegnamento si debba attendere dalla istituzione qui posta di recente? Le sono cose, se ne persuada, che per molti dei nostri possidenti hanno, come si suol dire, tanto di barba. Sono anni ed (anni, molti,'più che non ne abbia 10 stesso signor Bolle, che nel nòstro territorio si allevano bachi, quantunque in proporzioni ristrette, e con metodi buoni appresi dall' aurea guida dell' illustre conte Freschi, che tra noi è popolare, e dalla viva voce e dalle pratiche del marchese G. Andrea Gravisi, che negli ultimi anni di sua vita si era dedicato interamente all'esame microscopico del seme, la cui importanza è ormai assai apprezzata. Il sig. Giuseppe de Gravisi, zelantissimo dirigente dell' Osservatorio, potrà bensì divulgare sempre più i buoni metodi, potrà tenerci a giorno dei progressi della scienza, ma la sua istruzione non vien fatta in terra di ciechi, ed egli più che tutti ne deve esser buon giudice e rallegrarsene. Ma ciò che non possiamo perdonare all'onorevole signor Bolle, gli è di aver tacciato d'indolenza la nostra classe agricola. Egli non conosce, bisogna dire,i nostri agricoltori, e la nostra agricoltura. Ed ecco che ci viene 11 destro di far vedere perchè, purtroppo spesse volte, le istituzioni relative alle industrie agricole che vengono organizzate dai governi, riescano infruttuose e si screditino: perchè sono dirette da persone le quali, quantunque zelanti e studiosissime, credono sufficiente limitare la loro operosità nel loro gabinetto, e far conoscere la teoria che hanno appreso, senza occuparsi delle condizioni dei paesi dove si tratta di applicazioni pratiche, sempre difficilissime. Facciamo punto a questa digressione, per ripetere che il sig. Bolle nou conosce assolutamente le nostre condizioni, e pure si permette farne un giudizio, il quale acquista valore dalla posizione che esso occupa; e da quelli che 11011 conoscono, nè cercano conoscere a fondo le cose, viene creduto per buona moneta, e ci procura una taccia poco onorifica, e che può riuscirci anche dannosa. Possiamo assicurare l'onor. sig. Bolle, senza taccia di esagerazione, che l'attività e lo spirito di intrapen-denza sono tali nella nostra classe agricola, che iu ben pochi territorj si possono riscontrare gli uguali; e per metterlo sulla strada delle ricerche, lo invitiamo ad informarsi della enorme massa di letame che viene ogni anno, recata dalla vicina Trieste a queste rive, e s'informi della abbondanza de prodotti di erbaggi, di legumi, e di frutta, che partono da qui per Trieste, e per molte piazze della monarchia; s'informi a qual grado di produttività il nostro campagnolo sa portare il suo campo, lottando con le avversità del clima, che spesso distrugge le sue fatiche, con una perseveranza degna di esempio. Il signor Bolle, eh'è incaricato di riferire sullo stato della bachicoltura nella nostra provincia, con lo scopo di svilupparne l'industria, si addentri un po'nei nostri sistemi di azienda rurale, jjella divisone delle proprietà, nelle particolari circostanze [di clima e di suolo, e con questo corredo di studii, pensi al modo ed alla convenienza di allargare l'industria dell'allevamento dei bachi, o ne suggerisca la via pratica da seguire e gliene saremo grati davvero (r.) -^- COR RISPONDENZE (Istria) Monte Tajano nel dicembre Sebbene confinato in queste povere alture, sento anch'io col massimo piacere quanto si opera in provincia per l'istruzione femminile, e faccio di continuo voti perchè alla cosa pubblica sieno preposti uomini consenziosi, intelligenti, e veramente pratici. E per ritornare all'istruzione femminile, nel mentre applaudo di tutto cuore a quello che ormai fu fatto dalla zelante e benemerita nostra Giunta provinciale, nonché dai principali nostri Municipii, vorrei richiamare 1' attenzione di cui spetta, sopra un congresso di donne tenutosi non ha guari in Inghilterra, per gli argomenti che vi furono trattati sull'istruzione femminile, che per analogia e colle debite modificazioni potrebbero essere messi in pratica anche tra noi. Il qual congresso fu aperto a Birmingham nella Contea di Warvick, che è distante 164 chilometri da Londra. In esso non si disputò di bloomerismo o intorno al modo di conseguire le patenti di dottoresse o di scienziate, ma si discusse, così alla buona, intorno ai mezzi con cui assicurare alla donna un' istruzione soda, efficace, che la renda veramente utile alla famiglia e per conseguenza alla società. Si convenne sopratutto di estendere il grado di coltura delle scuole femminili, e di estenderlo nell' insegnamento delle dicsipline che hanno uno scopo pratico ; vale a dire che sieno per essere d'utilità immediata alla donna tanto nubile che madre di famiglia. Il congresso fu aperto da una rispettabile signora, miss Kenrik, presidentessa alle Sezioni dei lavori ad ago. Ella parlò dei vantaggi del cucito, e mostrò i progressi che nelle scuole inglesi si eran fatti in questo ramo d'insegnamento, raccomandandone la diffusione in ogni scuola popolare. CTn' altra miss parlò della grande utilità pratica derivante dall' istruzione nelle varie specie di panni e di tessuti e della loro composizione, ed accentuò sul bisogno che la donna sappia scegliere gli oggetti di vestiario per conservare l'igiene della famiglia. L'oratrice sostenne con efficacia d'argomenti la preferenza da darsi alle lane ed ai colori chiari. Miss Kesser lesse un discorso sulla l'isio-ogia, perchè anche le donne, diss'ella, non devono ignorare la costituzione fisica dal corpo e le sue varie funzioni vitali. Raccomandò poi 1' ampiezza e la nettezza dei locali scolastici come fonte precipua di sanità. La benemerita signora Gladstone propugnò l'istruzione della cucina siccome il mezzo più efficace per migliorare l'i-giene pubblica e la costituzione fisica dell'uomo. Come vedete, tutti i discorsi del suaccennato congresso, furono rivolti a quell' utilità pratica che è sempre il precipuo argomento delle discussioni in Inghilterra; ma io non intendo con ciò di restringere tutta l'istruzione femminile all' ago e alla cucina ; sibbene vorrei che si desse anche tra noi più importanza a cotesto ramo d' insegnamento, perchè, vogliasi o non vogliasi, esso sarà sempre uno de' principali bisogni della donna istriana. E qui finisco, salutandovi. N. Una proposta Riportiamo dall' Unione del 25 decorso, la seguente proposta, alla quale noi ci associamo di molto buon grado, tanto più che il nostro periodico ha espresso altra volta il desiderio di queste doverose e gentili manifestazioni verso i nostri illustri istriani, eh' ebbero bella fama anche fuori della provincia: Dall'Istria, novembre 1877 (G. P. D. F). Propongo . . . non un monumento, nemmeno un busto, ma una semplice inscrizione. Il velo dell'obblio si solleva; si rivendica la fama dell'istriano Besenghi. L'illustre Giacomo Zanella ha letto quest'anno, nel "R. Istituto Veueto di Scienze, Lettere ed Arti una memoria intitolata Della vita e degli scritti di Giuseppe Pasquale Besenghi degli Ughi, memoria ricca di episo-dii finora generalmente sconosciuti, e scritta con quell' acume proprio all' insigne letterato. I brani di poesie «del Besenghi, letti dallo Zanella (come fu scritto nell' appendice della Gazzetta di Venezia n. 170 dell' anno corr.) "destarono ammirazione degli uditori, a molti „ dei quali era ignoto persino il nome del Besenghi, „ destino frequente de'migliori scrittori in Italia,---- La memoria dello Zanèlla, stampata negli Atti dell' I-stituto summenzionato, venne anche pubblicata nell' U-nione cronaca capodistria.na, e nella Provincia dell' Istria. Ora l'illustre Zanella s'adopera per la pubblicazione degli scritti del Besenghi presso l'editore Barbèra di Firenze. L'Istria deve perciò gratitudine infinita a chi restituisce in fama uno de1 suoi più distinti poeti, e, sotto l'egida del suo nome immortale, lo addita all' Italia come uno de' migliori del nostro secolo. Al riconoscimento di questa gloria istriana provvediamo, per quanto è possibile, anche noi Istriani. Assisteremo spettatori freddi e indifferenti al culto dei nostri uomini illustri? Dal castello di Trieste, ove soventi volte solo e meditabondo s'aggirava il poeta istriano, egli guardava con animo commosso al mare, e poi lontau lontano il suo sguardo errava sulle spiaggie istriane, e si fermava lungamente su un gruppo di case nascoste nell' ombra dei colli; egli guardava con animo commosso alla "seminascosa Isola sua„, alla città dove nacque, dove passò felici gli anni della fanciullezza. In quella città, sulla casa ov'egli nacque, vorrei collocata un'iscrizione, semplicissima, all'incirca così concepita: In questa casa nacque ^ . v addì 4 aprile 1797 il poeta Pasquale Besenghi degli Ughi Propongo .. . non un monumento, nemmeno un busto, ma una semplice iscrizione. Propongo infine che cosa? una piccola manifestazione d'amor patrio. M• -iT.a l'è © © © © u-tfa ® jì % ì per la conoscenza delle cose istriane. (V. Provincia pag. 170) Memorie antiche della Nobile Famiglia Carli *) III. Decreto dell'Eccellentissimo Senato di Venezia 3 Marzo 1716 In Pregadi Sono presenti sempre alla grata memoria del Senato i lunghi pontuali ed arrischiati servizj resi per il corso ormai d'anni, 46, dal fedelissimo Dragoman Pubblico Rinaldo Carli, reso debol e stanco più dalle continue fatiche ed agitazioni sofferte sempre con intrepidezza e costanza, che dall'aggravio degli anni vicini ai 70, e tutto distintamente raccoglie nell'esatta sua scrittura il Dilettissimo N. H. Cav.r Menimo ultimo ritornato dalla Porta, che sotto gli occhi proprj ha compatito gli strazi sofferti dal benemerito e Fedelissimo Ministro nell'in- (* Questo è il solo titolo, che doveva essere apposto anche ni documenti, de' quali si fa cenno nella Nota 4, pagina 1G2 e 1»>3 del Numero antecedente del nostro periodico. dividuo con prigionie crudeli e nelle sostanze tutte rapite e dispersegli; motivi ben forti che chiamano l'equità e grazie pubbliche ad estendersi sopra la di lui persona e Casa. Mentre però suggerisce il Bailo Cavalier predetto vacante il posto di Dragoman grande per la morte colà del fedelissimo Tomaso Tarsia, si annuisce giustamente a sostituir nel Carico stesso con tutti gli onori e preminenze del Grado il fedelissimo Dragoman medemo liinaldo Carli, senza però in presente accrescergli gli assegnamenti che gode, riservandosegli quei del nuovo carico al mutarsi delle cose correnti. Essendo pur giusto alcun onorevole testimonio d'aggradimento alla di lui fedelissima Casa in Capodistria, pur essa di molto soccombente per le sciagure e perdite del benemerito Ministro, sia il fedelissimo Stefano di lui fratello con i figli e legittimi Discendenti in perpetuo decorato del titolo, grado e preminenze di Conte, onde si rimarchino in sì degna Famiglia successivi gli atti di pubblica retribuzione e munificenza. Marin Angelo di Negri Segretario IV. "Dispaccio dell'Eccellentissimo siguor Giovanni Emo, Bailo alla Porta Ottomana, scritto all'Eccellentissimo Senato di Venezia. Serenissimo Principe Arrivarono a tale le infermità successive del povero Dragoman Grande Carli, che formatasene piaga interna ebbe jeri a finir di vivere. Fu assistito nella malattia con grandissima cura dalla capacità di questo D.r Franceschi, con il consiglio ancora de' Conigliani come medici esecutori. Come visse, morì, con sentimenti di perfetta cristiana Pietà, e munito di tutti i sussidj della Chiesa. — Alla Serenità Vostra offerì cinquantaquattro anni in attuale servizio, per le cui fatiche, viaggi, prigionie, e vicende avea assai tollerato, sempre con egual fede, attività e zelo; ma la complessione ne risentiva gli effetti forse ancora più che del peso degli anni. La soddisfazione ed aggradimento che la Munificenza pubblica aveva sempre palesate di lui, lo sosteneva. Solo negli estremi momenti s' è determinato a disponere il poco che possedeva al Nipote, giudicando di leggiero momento qualunque altra sollecitudine dopo che si scorgeva con la Casa sua Erede d'una onorata memoria, per cui non potevano mancarle i soliti effetti della pubblica Carità e Clemenza. Certamente il caso 11'è degno. Oltre il compatimento generale di tutte queste Nazioni, non devo tacere, che li Ministri principali della Porta l'udirono con dimostrazione di dolore, ed il Chiajà del Vezir in intenderlo languente disse queste precise parole: esser peccato di'un uomo tale mancasse. Ho fatto somministrar al Dragoman Brutti, qual è l'esecutor testamentario, giusto al praticato, piastre 90, per l'onore delle funzioni funebri, quali per tutte le rimostranze avrò cura che sieno quali si convengono ad un così degno Ministro di Vostra Serenità. Pera di Costantinopoli 28 giugno 1722. V. Scrittura del Regimento Eccellentissimo all'Arsenal Serenissimo Principe Neil' aver partecipato 1' Eccellentissimo Signor Capitano di Raspo con sue lettere a questo Regimento sin dalli 4 Maggio passato essere state già compite nell'ultima decorsa invernata dalla pontualità 9 diligenza del Sopraintendente Co. Stefano Carli le curazioni de' Boschi nella Provincia dell'Istria, non ha lasciato nel tempo istesso di render giustizia alla plausibii di lui attenzione e fervore, non meno eh' alle particolari cognizioni che lo distinguono in materia de' Boschi, ed al vero zelo con cui supplisce alle proprie inspezioni. Corrispondono veramente tali accreditati riscontri a quell'aspettazione che aveva di lui concepita il Regimento sin d'allora che restò prescelto esso Conte Carli nel Carico, che lodevolmente sostiene, avendo auche nell'anno decorso 1761, adempito colle più desiderabili avvertenze alla commessagli straordinaria general visita di tutti i Boschi della Provincia, particolarmente del primo e secondo Ordine, della quale ne avanzò a questo Regimento il più distinto ragguaglio, con sua diligente Relazione, coli'aggiungere quei suggerimenti che la di lui cognizione ha considerati utili e conferenti al miglior pubblico servigio, e che furono in parte da questo Regimento adottati. Come però in una tal estraordinaria Incnmbenza eseguita con molta fatica e col travaglio di molti giorni nel vasto giro di quella Provincia, ha dovuto incontrare vario indispensabili spese, le quali rilevano la somma di lire 1209 : 6, valuta di piazza come spicca dall'annessa Nota che ci fu da lei accompagnata, nell' atto medemo che Noi le rassegnamo alla pubblica approvazione per il giusto di lui rimborso, lo reputiamo altresì degno del Sovrano compatimento, e di potei-meritarsi un qualche atto della pubblica riconoscenza in premio delle benemerite sne fatiche, onde animare una persona così utile e necessaria al pubblico servigio a prestarsi con zelo e fervore sempre eguale nell' importante suo Officio, Grazie ecc. Dal Regimento all' Arsenal li 3 Settembre 1762 Anzolo Marcello prov. Alvise Mocenigo iv prov. Giacomo i>a Riva prov. Vincenzo Tron prov. LancilottoM.Renier prov. Giacomo Zusto prov. Il Senato con Parte presa in Pregadi ai 23 decembre 1763, approvò quanto' è stato ordinato dal Regimento dell'Arsenal, e commise al Sacro Cassier di pagare al Co. Carli, oltre le lire 1209: 6, ducati 100. vai. Corr. per le giornate 50, da esso consumate nel giro della Provincia. COSE VECCHIE ISTRIANE OT rifcQSQFQ II1SI4I® DEL SEC. XVI. Di Francesco Patrizi da Cherso, appartenente alla famiglia degli attuali Petris, nato nell'anno lo29 e morto nel 1597, abbiamo già riportato quanto disse V Unione cronaca capodistriana, nel N.° 22 dell' anno III. Apprendiamo ora dallo stesso periodico come si conservino nella Regia Biblioteca Estense 'di Modena, alcuni autografi di queiristriauo, e precisamente: Quattro lettere dirette alla celebre letterata di Modena, Tarquinia Molza. Una lettera al cardinale Cornelio Bentivogllo di Ferrara. Cinque lettere ad Alfonso II, duca di Ferrara. Due foglietti scientifici intitolati Be' Corpi e ìel Cielo. A Padova, a Ferrara e a Eoma si potranno forse rinvenire altri scritti del nostro istriano, perchè ivi dimorò gran parte della sua vita, e specialmente » Roma dov'ebbe cattedra di Filosofìa Platonica e dove strinse amicizia con Torquato Tasso. Le opere poi che si conoscono del Patrizi, già pubblicate, e che ameremmo potessero essere raccolte, pali cimelii istriani, nella biblioteca provinciale, sono : Della Storia, (*) dialoghi X, in IV0, Venezia an. 1560. Furono tradotti in latino da N. Stupano, e ristampati nel 1576 a Basilea. Della rettorica, Venezia, au. 1562. La Milizia Romana di Polibio, di Livio, e di Dionisio d'Alicarnusso, in IV0, Ferrara, an. 1583. Venne tradotta in latino da Kuster, e inserta nel Thesaur. di Grevio. I Paralleli Militari, in foglio, voi. 2, Roma, 1594-1595. Della Xuova Geometria, L. X, in IV0, Ferrara, in. 1587. Discussionum peripateticarnm, |T. 4, in foglio, col ritratto dell'autore, Basilea, an. 1581. Di questo stesso Patrizi leggesi nel Bizionario Universale di Geografia e Storia, diretto da Gustavo Strafforello e L. Grimaldi Casta, Milano, fratelli Treves editori, 1874, Serie X: Patrizi Francesco, filosofo, nato a Cherso in Dalmazia (sic) nel 1529, insegnò per 14 anni a Cipro (?) poi fu chiamato da Clemente Vili ad insegnar filosofia i Roma. Giovò ad abbattere l'autorità di Aristotele, e scrisse : Della Rettorica II Trimerone Nova de uuiversio pkilosopkia Discussiones peripateticae Dialoghi della Storia di Venezia La Milizia Romana ecc. ecc. ___X. *) Vedi, Unione ecc.," 25 an. corr., e ^Provincia ecc.,„ 1 lettembre an. corr. Un pregiudizio È volgarmente creduto che la luna abbia influenza nei cambiamenti del tempo, e spesso si odono queste esclamazioni: Abbiamo un tempo diabolico, sempre burrasche, sempre pioggie ; fortuna che siamo alla fine della lunazione ; colla luna nuova il tempo si darà al buono. Meno male se questo pregiudizio fosse invalso soltanto nel popolo che abita le città, nelle quali si può lavorare anche col tempo brutto, ma pur troppo la stessa credenza la trovate presso la nostra gente di mare, per la quale la questione del tempo ha tutt' altra importanza, e oltre la gente di mare la trovate anche in certi scienziati meteorologisti, i quali ritengono fermamente che la luna abbia influenza sul tempo e perciò fanno annotazioni delle sue fasi in margine ai loro registri di osservazione ; nulla poi diciamo dei raffazzonatori di certi almanacchi i quali danno ad intendere che le loro predizioni sono basate sopra lo studio dei movimenti lunari; mentre chi bene osserva, vedrà, ch'essi annunciano sulle generali il bel tempo e qualche uragano nella bella stagione, la pioggia e le nebbie nella cattiva. Se la luna abbia veramente influenza ne' cambiamenti del tempo, lo ha dimostrato con rara evidenza nel passato ottobre l'astronomo, signor Taye, in una splendida lettura fatta all' Istituto di Francia, la quale ci piace qui riportare ne' suoi punti più salienti : „1 pronostici del tempo nelle fasi della luna sono un pregiudizio tutto moderno, il quale proviene da una falsa analogia fra l'atmosfera e l'Oceano, di cui gli antichi, chiusi nel bacino del Mediterraneo, non conoscevano le maree che per averlo sentito dire. I navigatori moderni conobbero verso il secolo XV l'universalità di questo fenomeno, ed è a quest' epoca che faccio risalire il pregiudizio che combatto. E non pertanto sono quegli stessi navigatori che ci hanno fatto conoscere tutte le meraviglie del globo, la cui sola enunciazione serve a riprova della mia tesi. Per esempio, non ci sono mai uragani nè a Lima, nè a Sant'Elena; dall'altre parte del continente americano e dell'Atlantico non s'intese mai lo scoppio del fulmine, mentre tuona quasi tutti i giorni alle Molucche ed alle isole della Sonda: e non pertanto la luna cambia e per gli uni e per gli altri. Nell'alto Egitto non piove mai, e non pertanto la luna, come da nói, percorre tutte le sue fasi. Per contrario la marea nell'Oceano si alza e si abbassa dapertutto a seconda della luna. Dunque i due fenomeni, la marea universale, e gli accidenti meteorologici dell' atmosfera non hanno nessun rapporto fra di loro. Un grande scienziato, il Laplace, arrivò a questa conclusione che la marea atmosferica deve far variare periodicamente d'un centesimo e mezzo di millimetro l'altezza del barometro. Oggidì che le burrasche sono meglio conosciute, io mi dimando se sia mai possibile di attribuire a questa piccola azione le depressioni di molti centimetri di mercurio che le variazioni del tempo producono bruscamente. Non contento di questo risultato, Laplace pregò il suo amico Bouvard, direttore dell' Osservatorio di Parigi prima di Arago, di ricercare se nelle osservazioni meteorologiche, allora esistenti, non si trovasse qualche tràccia di queste impercettibili variazioni. Bouvard lo tentò, ma invano. Egli volle non ostante esaminare se la luna come si assicura, non avesse influenza sulla pioggia. Spogliando le osservazioni di un intero secolo, contò quanti giorni di pioggia corrispondessero a ciascun dei quattro quarti. Il risultato fu semplice e decisivo. La pioggia s'era ripartita in modo uniforme in questi quattro periodi. È il risultato che sarebbesi ottenuto col calcolo delle probabilità, se si fosse cercato, per esempio, all'appoggio di una statistica di cento anni, quanti buoi vi sieno nel macello pubblico, o quanti passanti sul Pont-Neuf a cia-scuua delle fasi della luna. Si sono contestati questi ragionamenti e questi risultati; non si tratta, dicesi, del numero dei giorni di pioggia, ma dei cangiamenti di tempo. Quanto al modo d'azione, non si osa di precisar nulla, ma si fa osservare che se il calore della luna non giunge sino a noi, questo potrebbe dipendere da ciò, che il calore potrebbe per avventura essere assorbito dagli alti strati dell' atmosfera ove esso senza dubbio contribuisce a dissipare le nubi. Si dice che la luna le mangi.„ Fortnnatamente, la scoperta delle leggi delle tempeste ci fornisce un argomento decisivo che ho riserbato per la fine. Esso ha il merito d'essere stato e-messo da un abile marinaio; cosa che Io farà forse accettare con maggiore benevolenza dagli uomini di mare ed ha di più il vantaggio di mettere i partigiani dell' influenza lunare nella condizione piuttosto imbarazzante di uno spadaccino che riceva in mezzo al petto un colpo ben aggiustato senza possibile risposta, ciò che per il pubblico chiude necessariamente il combattimento. "Non si sa forse, dice il comandante Bridet, che un ciclone viaggia per dieci, quindici ed anche venti '• giorni per compiere il suo corso totale, e che lo " stesso ciclone può, per conseguenza, colpire una nave " in nuova luna, uua seconda nel primo quarto, ed " una terza in luna piena? Ciascun capitano di queste " tre navi avrebbe allora il diritto d'attribuire ad uno " di questi tre quarti della luna il disastro che l'a-" vrebbe colpito, e tuttavia sarebbe lo stesso fenomeno " che, nella sua corsa normale e perfettamente regolare " avrebbe incontrato queste tre navi, una dopo l'altra, " sulla via che egli naturalmente era chiamato a per-" correre.„ Ora, si sa oggidì che tutti i colpi di vento, tutte le burrasche, in qualunque paraggio ci si trovi, provengono da questi movimenti giratorii che viaggiano incessantemente alla superficie del globo, produceudo qua e là i mutamenti di tempo che si attribuiscono al nostro satellite. La dimostrazione dunque completa, poiché a nessuno verrà certo in mente d'attribuire i cicloni alla luna. Questi terribili fenomeni hanno un'altra origine; essi si formano sotto l'azione del sole nelle alte regioni della nostra atmosfera. Il calore solleva periodicamente l'atmosfera al disopra del suo livello naturale ; e 1' aria, così sollevata, s' allarga e si versa sui poli a destra e a sinistra dell' equatore, formando le correnti che stanno al disopra delle nostre teste. Noi le seguiamo coli' occhio, benché esse sieno invisibili, osservando le nuvole particolari che queste correnti trascinano. Queste nubi sono le più alte, non sono formate da goccioline d'acque liquide, ì ma da sottili aghi di ghiaccio, che danno sovente al j cielo un aspetto pittoresco, e producono attorno al sole I ed alla luna de' curiosi fenomeni di luce. In seno a questi fiumi aerei si formano frequentemente dei grandi movimenti giratorii analoghi ai vortici delle nostre acque. Le spire di questi vortici aerei discendono continuamente finché incontrano l'ostacolo del suolo; imprigionando nel loro seno l'elettricità delle alte regioni mescolando le nubi ghiacciate colle nubi acquose degli strati inferiori, producendo dappertutto, sul loro passaggio, rapido come un treno diretto, l'uragano, la pioggia, il tuono, e dando talora lo spettacolo, per tanto tempo inesplicato, di masse enormi d'acqua che s'agghiacciano istantaneameute in mezzo ai fulmini, e che cadono poi sotto forma di grandine sulla terra. Recherà grande onore al XIX secolo l'avere scoperto e spiegato le leggi delle tempeste, giacché le tempeste hanno le loro leggi, alle quali obbediscono fedelmente. Non sono già malattie dell'atmosfera, ma fenomeni regolari come lo sono gli altri fenomeni celesti. La teoria c'insegna che sono le stesse leggi meccaniche che regolano i movimenti degli astri quelle che regolano le tempeste e gli uragani, come i più piccoli movimenti dei nostri piccoli corsi d'acqua. Questi stessi cicloni si riscontrano anche nell'atmosfera del sole e cogli stessi caratteri meccanici. Sarà forse necessario, dopo queste grandiose scoperte della metereologia moderna, il dire ancora una volta che la luna non c' entra per nulla? Lasciate che la luna rischiari la terra; essa ha luce sufficiente per questo; sufficiente calore perchè i fisici possano vantarsi d'averlo reso percettibile; sufficiente azione chimica per riprodurre la sua immagine sulle carte più sensibili dei nostri fotografi. C'è sicuramente un qualche vantaggio a fare scomparire un errore; ma questo non era il mio scopo principale. Io ho voluto richiamare la vostra attenzione, — preparandola, eccitandola forse» perdonatemelo, cou una piccola guerra contro un pregiudizio ridicolo, -— sulle leggi delle tempeste che non ho potuto che tratteggiare ■ qui, e che costituiscono una delle più nobili conquiste I delle conquiste umane. La migliore propaganda scientifica | non è sempre quella di scrivere de'libri; ma piuttosto quella d'indirizzarsi colla parola ad un uditorio eletto come questo, sforzandosi di comunicargli la nobile emozione che all'uomo di scienza inspira la cognizione delle grandi leggi della natura. Plinio ha detto con un nobile linguaggio che voglio provarmi a tradurre : "Se un uomo " potesse sollevarsi al disopra della sfera terrestre, e " contemplare per un istaute la bellezza suprema e il " divino ordinamento dell' Universo, ne rimarrebbe iu-" cantato ; ma la felicità sua non sarebbe completa se " non quando, rimettendo il piede sulla terra, gli fosse " dato di raccontare quelle meraviglie agli altri uomini.,, NOTIZIE Il distretto elettorale della città di Capodistria venne chiamato ad eleggere un deputato alla Dieta provinciale iti seguito alla vacanza del seggio occupato dal compianto patriotta D.r de Belli. L'elezione ebbe luogo il giorno 15 novembre, e riuscì eletto l'onorevole sig. Giacomo Babuder, cavaliere, i. r. direttore di questo Ginnasio. Il distretto elettorale della città di Capodistria è costituito in modo che assai scarsamente vi sono rappresentati gli interessi dei cittadini, perchè, per legge, vi entra il solo comune censuario che si restringe alla cerchia della città stessa; tutta la possidenza fondiaria che giace nel comune censuario di Lazzaretto, il quale fa parte del comune politico di Capodistria, vi è esclusa quantunque in mano dei cittadini. Il numero degli elettori si riduce a 183 e di questi ben 89 sono i. r. impiegati, compresi i pensionati che qui domiciliano, ed i sacerdoti; dei 94 che rimangono se si toglie il contingente degli assenti, dei domiciliati altrove, e sono parecchi, e le ditte composte di molti comproprietarj difficili ad accordarsi per autorizzare uno solo al voto, e gli indifferenti ed i timorosi, si scopre che il numero dei cittadini liberi a votare si riduce assai scarso. L'ouor. Babuder ebbe 97 voti, — 77 tra impiegati e sacerdoti, — e l'on. Giovanni D.r Manzini 31. Quando 1' ultima volta venne eletto 1' onor. Dr. Belli, non vi fu lotta, ma gl'i. r. impiegati si astennero, ed il Dr. Belli riuscì eletto a pieni voti dei cittadini comparsi; questa volta invece vi fu lotta, e assai dispiacente perchè accesa tra i cittadini stessi. Lasciamo da parte la falange disciplinata degl' i. r. impiegati e dei sacerdoti che fu gittata come un sol uomo a favore dell'onor. Babuder, per ragioni che sono facili a comprendere. Uu grandissimo numero di cittadini, che rap-preseutava l'intelligenza, il censo, i varj mestieri e le piccole industrie, scelto tra i più autorevoli, con apposito programma presentò l'onorevole d.r Giovanni Manzini come uomo integro, liberale, indipendente. Fu un'elezione bella e buona di quella parte di cittadini che rappresentauo veramente l'opinione pubblica; ma non erano elettori. Abbiamo combattuto l'onorevole Babuder, per le stesse ragioni che abbiamo combattuto tutti i candidati ufficiali, nelle ultime elezioni dietali, perchè riteniamo che un i. r. impiegato non possa godere la piena indipendenza necessaria nel trattare gli affari della provincia, spesso in contrasto con le disposizioni delle autorità governative, che vi sono preposte. Sfortunatamente — per la questione insorta — 1' onorevole Babuder, oltrecchè essere I. E. impiegato è anche nostro concittadino, cresciuto tra noi, e che ha saputo pei suoi meriti accaparrarsi molte simpatie, e per la sua posizione stringere relazioni amichevoli con le famiglie che hauno i figli nel ginnasio. Ad esso spettava davanti allo spettro della lotta fraterna, rinunziare alla candidatura, che, come egli disse, gli venne offerta, e rimanere al suo posto dove una importante e santa missione gli è affidata. Forse non ha potuto. Per noi fu cosa rincrescevole l'oppugnarlo, ma necessaria; molti non ebbero il c oraggio di farlo, coraggio che bisogna avere quando si tratta di principii che devono rimanere incrollabili. Egli stesso, l'ouor. Babuder, saprà riconoscere le ragioni della nostra opposizione e rispettarle se non dividerle; si guardi egli bene d'intorno ed osservi la natura delle discrepanze che ha suscitate la sua elezione, tra i cittadini ; pesi il valore dei voti ricevuti e rifletta con quali conseguenze egli sia riuscito eletto deputato della città di Capodistria. La Delegazione municipale triestina ha stabilito l'onorario di 2000 franchi in oro al professore Torquato cav. Taramelli della Regia Università di Pavia, per la descrizione geologica del bacino idrografico del fiume Recca, fatta in base a studi sopra luogo, per incarico del Municipio. In Trieste cessava teste di vivere Agostino Pa-vani, uno dei veliti della grande Armata di Napoleone I. Egli fece la campagna della Russia, era della Guardia Reale Italiana, fu alla battaglia della Moscova ed alla entrata vittoriosa in Mosca superò fortunatamente la Beresiua. Fregiato della Croce di cavaliere dell'antico ordine della Corona Ferrea e della medaglia di Sant'Elena; morì a 87 anni. Il periodico della Società Agraria Istriana, N. 11 sortito il 25 novembre p. p., contiene: l'avviso di concorso ai premi per tori e vacche ed il rispettivo regolamento; — l'attività degli Osservatorj bacologici dell'Istria, relazione del sig. B. Lion dirigente l'Osservatorio di Pisino, e del sig. de G. Gravisi dirigente 1' Osservatorio di Capodistria, indirizzati all'istituto bacologico di Gorizia; — rapporti alla i. r. Luogotenenza in Trieste del sig. G. Bolle, dirigente dell' I. R. Istituto bacologico di Gorizia; — pubblicazioni officiali dell'i, r. ministero d'agricoltura sulla Doryphora, scarafaggio delle patate, detto Colorado, (con incisioni) ; — esposizione — fiera di Vini in Venezia; — varietà; — prezzi correnti delle sementi e piante da ortaglie vendibili presso la Società Agraria in Rovigno. - (FiUBM di Vini in Venezia Il periodico della Società Agraria Istriana, 11., nel riportare l'appello del Gomitato per 1' Esposizione - Fiera di vini che avrà luogo in Venezia nel carnevale prossimo, vi aggiunge il seguente invito ai produttori della provincia, eccitandoli a prender parte all' Esposizione: La Circolare del Comitato per l'Esposizione - Fiera di vini che avrà luogo nel Carnovale a Venezia iute-ressa molto davvicino i riproduttori di vini dell'Istria. Anche noi abbiamo bisogno di far conoscere i nostri vini al grande commercio e non dobbiamo trascurare ocsasione alcuna che ci venga posta per raggiungere tale intento, por cui speriamo che buou numero dei nostri vinicultori vorranno prender parte coi loro prodotti alla Esposizione - Fiera di vini e liquori nella vicina Venezia e ohe l'Istria per conseguenza vi sarà condegnamente rappresentata. La Società Agraria Istriana pertanto non mancherà di porsi in relazione col Comitato promotore, dal quale ritirerà le condizioni è le norme che saranno fissate, nonché ogni altra necessaria informazioue per rendere poi il tutto di pubblica ragione mediante il proprio periodico o con altro mezzo a comodo dei produttori di vino dell'Istria che vorranuo concorrere alla suddetta Esposizione, e che sperasi saranno in Jael numero, Crediamo opportuno di ripubblicare 1' appello del Comitato, la cui pubblicazione fu già fatta nel N° 20, a. c., del nostro periodico: Il Comitato pel Carnovale 1878 venne in pensiero di affidare ad uu sub-Comitato l'incarico di promuovere a Venezia per quell'epoca una Fiera ed esposizione di vini, nelle quali fossero accolti tutti i tipi migliori delle Regioni Vinicole d' Italia, costituendo poi per quelli della Regione Veneta, più bisognosi d'incoraggiamento, oltre che il diritto d'ammissione al concorso generale, anche un separato e speciale Concorso a premi. Si è inoltre deciso di aggregare all'Esposizione di Vini una separata sezione per l'jEsposizione di Liquori, aprendo anche per questo importante ramo d'industria un apposito Concorso a premi. Inutile sarebbe l'enumerare qui i vantaggi che possono derivare da questo progetto, qualora venga (come sarà attiva cura del Comitato) convenientemente posto in esecuzione, — vantaggi di cui godrà non solo Venezia, ma eziandio in generale la produzione vinicola italiana, e più specialmente poi quella della Regione Veneta, la quale se non è pur troppo ancora (meno rare eccezioni) che ai primi suoi passi, è per giunta, salvo eccezioni ancor più rare, quasi completamente ignorata, e non ha potuto finora dischiudersi le vie del grande consumo commerciale, vera fonte di perenne ricchezza. Primo pensiero del Comitato teste costituitosi, fu quello di dare avviso del progetto ai principali vinicultori A! Italia e specialmente poi a quelli del Veneto, nella cui categoria andranno compresi, per ragione d'affinità territoriale, anche i produttori vinicoli del Trentino e dell' Istria. La presente circolare ha quindi per iscopo d'invitare tutti i vinicultori italiani ed i fabbricatori di liquori a voler fare buona accoglienza all'appello che loro dirige il Comitato per la Fiera ed Esposizione di Vini e Liquori, che si terrà in Venezia nell'ultima settimana del Carnovale 1878. Il Comitato spera che pronte e numerose adesioni rispondano al suo appello, e si riserva poi di minutamente informare gli aderenti tutti sulle condizioni e norme che verranno con diligente studio fissate, e nelle quali si avrà in mira di ottenere per gli Espositori le massime facilitazioni e di assicurare loro quanti più vantaggi risulteranno possibili. Venezia, scalo naturale dell'Europa verso l'Oriente, può divenire un importante centro pel commercio e 1' esportazione dei vini, ed il Comitato nell'attuazione della sua impresa, non perderà di mira il proposito che la festa da lui organizzata possa essere madre, e per Venezia e per la produzione vinicola italiana di cospicui futuri vantaggi. Venezia, li 25 Settembre 1877. Il Comitato Coni. A. Blumenthal — Dott. G. de Breganze — S. Battaggia — Prof. G. B. Cedetti — L. Dondi — Bar. L. Franchetti — Dott. D. Fadiga — Cav. A. Gidoni — Cav. A. de Manzoni — Conte N. Pa,-padopoli — Cav. A. Radice — Conte A. Da Schio — Conte D. Serego degli Allighieri — Conte L. Valmarana. Pubblicazioni L'Italiano a Parigi. È un giornale fondato a Parigi dal milanese Ferdinando Fontana, poeta di vaglia, il quale si propone lo scopo di rendere maggiormente stretti fra le due nazioni sorelle, i veri legami che devono unire tutti i popoli civili; cioè quelli del lavoro, rappresentato dalle Arti, dalle Industrie e dai Commerci. L'Esploratore. Questo periodico viene pubblicato mensilmente dalla tipografia Lombarda, ed il suo titolo accenna da per se il largo campo de'suoi studii. L'Esploratore oifre un mondo di notizie geografiche, che tengono il lettore al corrente delle scoperte e delle ardite escursioni dei viaggiatori più celebri, e le illustra con opportune incisioni e con ispeciali carte geografiche. Illustri scienziati vi collaborano, fra i quali, Negri, Palmieri, Stoppani, Lioy, Lecchi, Mantegazza; ed è diretto da Camperio. Gran carta postale d'Italia. Lo stabilimento litografico Doyen di Torino sta pubblicando questa gran carta, ridotta coi metodi più recenti alla seala da 1 a 400000, basata sul meridiano di Roma e in 15 fogli. —• j Essa segna tutti i Comuni del Regno, le ferrovie in-e-sercizio ed in costruzione, le distanze in chilometri fra Comune e Comune, i fiumi, i laghi, i monti, riprodotti in diversi colori per l'intelligenza di essa. Per esempio sono in rosso i Comuni muniti di uffici postali, in nero gli altri, in turchino i fiumi, i laghi, in altro colore le montagne. I documeuti che servirono alla compilazione di questa carta, furono tolti al Ministero dei Lavori Pubblici; le distanze al Genio civile delle diverse provincie. Le Orazioni di Demostene tradotte da Filippo Mariotti, vol. III0. Con questa pubblicazione si ha l'opera completa. Essa contiene le Orazioni che si attengono a materia civile, e di notevole specialmente ha la raccolta delle leggi civili degli Ateniesi, che il Mariotti ha con studio e fatica ordinata, affinchè possa servire di commento giuridico alla Orazioni. Orlando Furioso con note di Giacinto Casella. Firenze, tip. Barbèra. L'edizione è correttissima, e il testo in essa seguito è quello che fu riprodotto dalla stampa del 1532, la quale fu riveduta dall'Ariosto medesimo. Le note del Casella sono chiare e complete, perchè dilucidano tutti i passi del poema, con un richiamo alla storia, alla geografia, alla mitologia. — Agli studiosi e ammiratori dell'Ariosto riuscirà quindi gradita questa nuova edizione. Nuova enciclopedia italiana di scienze, lettere, arti, industrie, ecc. compilata dal professore Gerolamo Boceardo. E la sesta edizione, ampliata nelle parti scientifiche e tecnologiche e accuratamento riveduta in ogni sua parte secondo i più moderni perfezionamenti. È inoltre corredata di numerose incisioni in legno nel testo, e di tavole in rame. L'opera intera consterà di venticinque volumi in 4.°; ventiquattro di testo di circa 1200 pagine cadauno, illustrati con incisioni e con tavole; si distribuirà a dispense di 80 pagine e sarà pubblicata una dispensa ogni dieci giorni al prezzo di lire due. Vocabolario metodico fi«:nrato di R. Altavilla e Mannaie di nonienclatnra di Clorinda Ravasio. Questi due libri hanno lo scopo di facilitare la conoscenza di molti di que' vocaboli proprii a vari usi famigliari, alle arti, ai mestieri, e che con tanta saviezza si trovano ordinati nei lavori speciali del Tommaseo, del Carena, del Fanfani. Rivista triestina di scienze, lettere ed arti, diretta dal professore Carlo Treche. Costa per Trieste fiorini 8 annui, per l'estero annue lire 20. Esce una volta al mese iu un elegante fascicolo di almeno 64 pagine. Ufficio d'amministrazione in Trieste, via delle Acque, n. 20.