Soldi 10 al numero. L'arretrato soldi 20. Abbonamento anticipato per questo ultimo trimestre 1874: in città, franco al domicilio, soldi 80; fuori idem. Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia. Li i i CRONACA C APO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è I' amministratore. // integrità di un giornate consiste nelV attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNÌVERSARIO. — 9 dicembre 1608. — Wasce Giovanni Milton. — (V. Elustrazione). Sulla educazione popolare . (V) Dalla divisione delle materie d'istruzione in due gruppi : linguistico e reale, ci riprometteremmo buoni frutti per le scuole popolari. In primo luogo avremmo maestri migliori. Cbi ba veduto i libri di lettura prescritti per la III e IV classe, dovrà convenire, che ci vuole una coltura non comune per ispiegare i brani relativi a fanciulli, e questa coltura manca assolutamente alla grande maggioranza dei maestri. È ben vero, che gì' istituti magistrali ammaestrano i giovani nella fisica e nella storia naturale, ma gli è forse d' aspettarsi che i maestri portino dalle scuole l'occorrente corredo di cognizioni? Nelle scuole s'apprende a conoscere la materia e a studiarla, ma chi vuole anche saperla, deve rendersela oggetto di studio speciale, e senza di questo il docente rimane sempre incapace d'insegnare, od almeno d'insegnar bene l'oggetto che tratta. Ne questo diciamo solamente per l'importanza che hanno le nuove materie per lo sviluppo mentale dei fanciulli; anche indipendentemente da ciò, riesce della massima importanza pegli scolari, che abbiano chi loro spieghi i brani letti, acciocché non si avvezzino a leggere senza intendere, ed è della massima importanza pel maestro il trovarsi in istato di rispondere alle domande che dagli scolari gli vengono fatte, e il non essere costretto, per nascondere la sua ignoranza, di dare sulla voce a chi gli chiede una qualche dilucidazione. Altro vantaggio deriverebbe agi' ispettori, i quali nelle loro visite saprebbero chi chiamare responsabile del poco profitto che osservano sia nella parte linguistica, sia nella realistica, il che, come stanno presentemente le cose, sembra facile in teorìa, ma è difficile assai nella pratica. Supponete, che l'ispettore entrato in iscuola, trovi il maestro occupato colla storia naturale, veda lo zelo che ba, il progresso dei fanciulli, l'amore che seppe loro APPENDICE. INNANZI ALL'ULTIMA CASA racconto di OTTILIA WILDERMUTH. Traduzione dftl tedesco di ANNA P. (V) Chiara dagli occhi neri, si trovò come per caso nel corridoio, quando passò; e Paolina sedeva sotto il pergolato e piangeva. Con quali occhi si guardarono i due amici quando si rividero nella sala del giudizio ! Come era svanita tutta quella allegria, nella quale il vino aveva avuto tanta parte, ispirare per questo studio, potrà l'ispettore non sentirsi tratto a lodarlo? che se questi medesimi fanciulli non corrisponderanno tanto bene nella lingua italiana, nell'aritmetica, o in qualche altra materia, egli farà notare al docente il poco progresso, ma non saprà seriamente rimproverare un uomo che tanto si presta per isviluppare i suoi allievi. Nè altrimenti accadrà, se gli scolari saranno bene istruiti nelle teorìe grammaticali e nella loro applicazione e poco nel resto. Quando invece i maestri sono due ed ognuno di essi ha il suo compito, a chi visita la scuola è facile confrontare la loro attività, il loro metodo, i risultati del.loro insegnamento, ned è possibile il caso che il visitatore si trovi molto con-teuto della capacità e diligenza del maestro, mentre pur poco contento si trova del progresso che hanno fatto gli scolari. Crediamo dunque che la divisione delle materie in due gruppi sarebbe di grande vantaggio alle scuole popolari. Ma che ne direbbero i municipii? Dappoiché questa divisione non importa aumento di personale insegnante, i municipii ne saranno contenti e tanto più per la non irragionevole lusinga che maestri appositi di scienze naturali abbiano ad occuparsi di raccolte d'oggetti e formare così dei piccoli gabinetti. Né alcun aumento di personale richiede la progettata riforma restringendosi le materie prescritte per scuole di una sola classe alla religione, alla lingua ed all' aritmetica ed a far conoscere per quanto possibile qualche oggetto tecnico. Nelle scuole di due, o più classi riesce assai facile il riparto delle materie in due gruppi. (Continua) G. F—A. Ad alcuni dei nostri operai. Domando un posticino nell' Unione, e spero mi verrà concesso. Premetto anzitutto che non è mia intenzione di scrivere dalla e quale feccia amara v' era restata ! Con quale interna umiliazione Paolo dovette addurre la sua ebbrezza come unica scusa del delitto commesso ! L' impiegato, uomo ragionevole ed umano , riconobbe ben presto l'innocenza di Helm-stàtt, e tutte le ragioni mitiganti pella pazza violenza di Paolo. Ma la guardia campestre era ancora in pericolo di vita e fino a che non avesse essa pure subito l'interrogatorio o chela morte non facesse ammutolire la sua accusa, l'inquisizione di Paolo non poteva essere portata a termine, nè la di lui stretta prigionia mitigata, nè permesso agli amici di vedersi senza testimoni. Lunghe e lente passavano le giornate e le settimane. Il trattenersi coli' amico in presenza di testimoni riesciva a Paolo piuttosto di tormento che di sollievo. Negli interrogatori, unica interruzione della sua vita di prigioniero, doveva sempre cattedra, ma così alla buona dire quello che penso, col solo intendimento di poter giovare alla moralità ed al bene del popolo. Ho fiducia che il tasto eh' io mi prefiggo di toccare non sarà stuonato; se peraltro non riescissi a toccarlo con quella maestria di piano e forte che si deve, domando venia; mi legga chi vuole, e si persuada che il suonatore fa quello che sa. Ci siamo intesi e tiriamo ^innanzi. E ormai provato come quattro via quattro fan sedici che il tempo è denaro — chi perde tempo perde moneta. Prima di colpire dove ho mirato chiedo permesso di fare un pochino di conto : l'eloquenza delle cifre è incontestabile. Un anno è composto di 365 giorni che moltiplicati per 24 ore 1' uno mi danno 8760, delle quali per lo meno la metà deve venir impiegata a soddisfare alla necessità di riposo e ad altri bisogni della vita. Nel corso dell' anno abbiamo le inevitabili 52 domeniche, e in monte un altra quindicina di feste, assieme 67 giornate, che, sulla scorta della metà risultatami dalla prima sottrazione, moltiplicherò per 12 ore ciascuna, e avrò 804 ore ; aggiunte queste alle 4380 mi daranno la cifra di 5184 ore, ch'io sottrerò dalle 8760, avendone poscia 3576 rigorosamente dedica-bili al lavoro. La è una proporzione abbastanza meschina, dalla quale però non ci si scappa, ed io credo che il più attivo lavoratore non giunga in media ad utilizzare all'anno un'ora di più. Le 3576 ore mi rappresentano 149 giorni; dunque il più attivo individuo (e purtroppo di questi ne son pochi) utilizzerà tutt'al più cinque mesi all'anno per l'opera sua. Se questo calcolo vale per tutti, deve in particola!' modo valere per l'operaio che vive della giornata. Ma purtroppo tutti non la pensano a questo modo, e non poca parte degli operai hanno oggi il vizio di prolungare le solite feste in modo molto deplorevole. A torre ogni dubbio avverto che parlo di noi : trovarsi in faccia alla desolata moglie ed ai figli piangenti della sua vittima, sentire la descrizione di tutto quello che la ferita le faceva soffrire; e tutte queste impressioni dolorose lo seguivano ostinatamente fino jnella solitudine della cella ; ed invano impiegava tutte le forze del suo animo per sottrarvisi. Egli si dibatteva contro il dolore e contro il rimorso, nè la grave lezione ricevuta gli aveva ancora giovato. Non vi aveva imparato a conoscere tutta l'importanza della vita, nè appreso ad imputare a sè stesso il fallo e le sue conseguenze, ad accusare nel cuor suo sè medesimo, e ad assoggettarsi alle conseguenze del fallo come ad una meritata penitenza. Sopportò tutto con rabbia impotente, come un fanciullo colpevole. Una sola luce splendeva nella sua prigione : la snella ed agile figura della bionda fanciulla, che leggera e pura, come un raggio di sole, passava pel giardinetto ed alzava verso di lui ed infatti da qualche tempo nelle giornate di domenica subito nelle prime ore del pomeriggio incominciano certi schiamazzi che significano assai più eh' allegria, e che si prolungano alle più tarde ore di notte. Se ciò bastasse, meno male, ma invece (e qui la cosa incomincia ad assumere un carattere veramente serio) si trova la frazione che prolunga il suo chiasso al lunedì, e non è tanto piccola che non faccia un rumore quasi pari a quello della domenica, e non tramandi qualche suo ributtante avanzo a gozzovigliare anche al martedì. Oltre alla perdita del tempo si hanno con ciò a deplorare altre tristi conseguenze, fra le quali le frequenti risse che per io più finiscono a danno della salute, della moralità, e tut-t' assieme poi a turbare la pubblica quiete; ed il pacifico cittadino non può a certe ore traversare la via feenza correre il rischio di pericolosi investimenti, non può frequentare un luogo di pubblico ritrovo senza timore di molestia, e non può, che è ancor peggio, in casa propria, nel proprio letto, prendersi quel riposo che è necessario a chiunque voglia essere regolarmente pronto alle proprie faccende. A questa gente che sciupa il tempo a danno suo e degli altri vorrei chiedere, se rubando alle 3576 ore, 52 ed eventualmente 104 giornate pari a 1248 ore, e quindi potendo disporre di sole 2328, si possa ragionevolmente pretendere di vivere un anno lavorando soli tre mesi. M'è accaduto più volte d' udire dei lagni da parte della classe operaia, e non voglio asserire ora che sieno stati sempre ingiustificati ; ma per un individuo che perde meschinamente ogni anno un migliaio d' ore e più di lavoro non trovo scusa o compatimento. Perdere un migliaio d'ore equivale in media per l'operaio alla perdita di lOO fiorini, e nel corso d' un anno, poniamo il caso che 50 individui perdano questa somma, si giunge all' ingente cifra di 5000 fiorini, coi quali si potrebbero fare delle bellissime cose. L' esempio di quanto può il paziente e rigoroso risparmio, ce l'oftre la nostra Società di mutuo soccorso, che annualmente spende circa un migliaio di fiorini in sussidi di malattia economizzandone altri mille. Anche questo sodalizio non procede come dovrebbe, perchè di 400 e più individui inscritti nei suoi registri, ne figurano oggi appena 200 paganti, ed anche questi non tutti di soddisfacente puntualità. Chi sciupa tanto tempo in bagordi a scapito della saccoccia, della salute, e della moralità, rifletta alle cifre che ho esposte distesamente, pensi con serietà alle conseguenze, e si ravveda. (r. Cobol lo sguardo innocente e pietoso. Paolina era una di quelle figure poetiche, che simili a leggiadra apparizione, si trovano in mezzo ad una sfera molto inferiore al loro essere, e ci ricordano la natura nella sua originale bel-tade e purezza. Ogni suo movimento era pieno di grazia, nel suo contegno nessuna traccia di quella goffagiue e di quell'imbarazzo, che rende di solito sgraziata l'età di passaggio delle fanciulle dalla puerizia alla giovinezza ; essa, come la rosa, era leggiadra in ogni stadio del suo sviluppo. Paolo non le aveva mai parlato. L1 amico che fin al termine dell' inquisizione restava prigioniero sulla parola, prendeva parte alle serate musicali della famiglia, a somma -soddisfazione della signora Hiller, che avrebbe volontieri permesso lo stesso a Paolo, se non le fossero state troppo a cuore le convenienze, per permettere ad una sua figlia di entrare nel di lui carcere, benché Chiara avesse I)i Giuseppe Bianchetti (1791-1873) nei " Discorsi sullo scrittore italiano„ (Continuazione. Vedi il N. 3.) Chi si è data la pena di scorrere le poche linee del numero antecedente, avrà già compreso come l'opera di Bianchetti, non tratti un' educazione comune, ma invece elevata, alla quale non tutti sono chiamati, educazione diretta a formare degli uomini che sentano, pensino ed abbiano intendimento di farsi nelle lettere correttori dei costumi, rappresentanti del bello, del buono, dell'utile, propugnatori del vero, sostenitori delia virtù : è un intero sistema di educazione del cuore svolta accanto all'educazione letteraria. Egli è perciò, che se tutti non sono chiamati alla prima, ognuno però può trar profitto dalla seconda, ed il libro non è così ristretto alla piccola cerchia degli eletti. L'autore premette un capitolo d'introduzione, il quale serve a fissare la strada, ch'egli intende percorrere ed in cui, quale prima condizione si richiedono dai giovani le quattro qualità, che più sopra accennai. Entra poi col secondo capitolo in argomento. "Basi dello scrivere,, die' egli "sono : l'osservazione, la meditazione, il diseguo ed il colorito,,, "L'osservazione serve a trovare ed a raccogliere la materia delle idee,,. Non si andrà però a cercare questa materia delle idee nelle opere di un altro, abbia pur egli dimostrato ingegno non comuue ed aggiustato criterio, le idee devono essere invece raccolte col mezzo dell' osservazione da un solo libro, dal libro sempre nuovo, sempre bello della natura, aperto in ogni tempo ed in ogni luogo agli occhi di chi vede e vuol vedere L'osservazione della natura per chi ambisce il titolo di buon scrittore ed originale, è dunque la sola fonte di pensieri, a questa ricorsero i meglio scrittori d'ogni nazione. "Per qual ragione,, così l'autore "Guicciardini e Macchiavelli poterono render notevoli le loro opere, con sì tanti, sì veri ed utili pensamenti, fra l'interminabile schiera dei parolaj del cinquecento ?„ Perchè di biblioteche intere sono così pochi i libri che vengono letti ? Perchè gli autori di questi pochi li informarono al modello della natura, perchè a questa soltanto domandarono idee ed immagini, perchè essi soltanto, che han studiato l'originale, hanno proprie idee e nuove, sviluppate con quell' intimo convincimento, con quella forza, con quel calore, eh'è tutto lor proprie e che invano si domanda da copie. Nelle loro opere fan viver il lettore della propria lor vita, gli agitano il cuore cogli stessi sentimenti dei quali essi erano agitati, e gli fanno uscire spontanea di bocca una parola di ammirazione, quando dan vita e colorito a avuto grande voglia di farlo. La sola Paolina accompagnava talvolta la madre quando questa recava il pranzo al detenuto. Un cielo di bontà e d'innocenza leggevasi negli occhi cerulei che la piccina alzava pieni di compassione e di tristezza sopra di lui. Paolo non osò mai rivolgerle la parola, ma tendeva l'orecchio ogni qualvolta risuonava la di lei voce, che accompagnava sommessamente il canto vibrato della sorella, o udiva il di lei riso. La signora Hiller si era rappattumata col nostro giovine, dacché questi le si mostrava più accessibile, cosa che faceva principalmente per avere notizie del ferito; Helmstàtt occupava però il primo posto nelle di' lei grazie. Gli ultimi giorni dell' autunno erano venuti; anche le foglie rosse erano cadute, deserti stavano il giardinetto ed il pergolato, e Paolo"vedeva ben di rado il suo giovine fiore. La notizia dell'accaduto era giunta nella di lui patria allo zio, che gli teneva vece di certi sentimenti, che egli avea già provato, ma che non avea potuto fissare con una forma, con un'espressione adattata. Scritti di questa fatta persuadono, commuovono, correggono. Ed è questo il sommo effetto delle lettere, che han per lor base la natura. Non si deve perciò porgere orecchio a chi sostiene, non poter nessuno salire in fama di buono scrittore, senza ch'egli abbia studiato i classici — e specialmente i trecentisti, e si informi alle loro idee, alla loro locuzione, alle loro espressioni. "Questa fatica dell' imitazione "dice l'autore,, "dovete lasciarla alla infinita schiera di coloro, i quali essendo obbligati di togliere alle scuole ed ai libri le idee, le immagini, i sentimenti, sono costretti a togliervi pur anco le maniere del significarli: servile studio che tutto consiste nel cucire le frasi qua e là rubate agli autori, e nel comporre le cadaveriche sembianze di scritture, che non gradite, non lette, non conosciute dalla nazione, veugono soltanto celebrate da una setta, che sembra volere aggiunta all' Italia anche questa disgrazia e che si sbocca esaltando per eccellenti scrittori quelli che riescono meglio in tal opera della verbale memoria». Ed egli mi pare assai giusto; perchè ricorrere a copie quando si può studiare l'originale? Si studi adunque quest'originale e si lasci l'imitazione, freddura senza scopo e senza frutto. — Petrarca è il primo lirico della nazione, ma i petrarchisti uon han che meschino posto sui gradini della scala letteraria. Chi però vuol usare di quella facoltà d'osservare, di cui finora si parlò, deve por mente agli oggetti dai quali è circondato, e che, esercitando grande influenza sopra di lui, gli generano delle svariate sensazioni. Da sensazioni alle volte impercettibili, come p. e. quelle che ci son poste dal clima, dal suolo, dai cibi, nascono le buone o le cattive tendenze, i buoni od i cattivi pensieri : negli scrittori greci si trova più eleganza, miglior colorito, maggior finitezza; nei latini più forza, più virilità. Che meraviglia? Quelli ritraggono l'amena lor patria, questi la maestà del lor vasto impero. In grande i popoli, in piccolo l'individuo: spinto dalle sensazioni create dagli oggetti che lo circondano, acquista a poco a poco un modo del tutto originale di pensare e di veder le cose, e se divien scrittore, lo palesa nei suoi scritti. Queste sensazioni devono perciò essere regolate, per migliorare i temperamenti, i caratteri, le tendenze, per formare in una parola degli uomini. Ma l'autore ci dice che "ognuno è tale scrittore quale è uomo» dunque il regolare queste sensazioni servirà a formare buoni scrittori, dal momento che uomo corrotto, dissoluto, o villano e buon scrittore sono concetti in logica contraddizione. padre; le rimostranze che questi gli scriveva, non erano fatte per rallegrarlo, ed egli pensava più con affanno che con piacere alla visita che lo zio gli prometteva. — Più lunghe si facevano le notti, e più che mai pesava il tempo sul di lui animo. Helmstàtt aveva ottenuta la libertà verso cauzione e la promessa di ricomparire al termine dell'inquisizione, e così Paolo era rimasto affatto solo. Una sera tutta la famiglia Hiller si trovava ad un battesimo. Il carcere era silenzioso come una tomba, ed il nostro prigioniero stava assorto in triste meditazioni : lontano, lontano dietro a sè gli pareva vedere la propria giovinezza e dinanzi tutta la sua vita distrutta per sempre; quando d'improvviso ecco dei passi leggieri risuonare sulla scala, poi nel corridoio, ed una voce timida bisbigliare attraverso il buco della chiave : Signor Birken, è svegliato ? Stabilito e dimostrato che l'osservazione è la prima fonte, l'unica fonte alla quale deve attingere chi aspira all'eccellenza dello scrivere, sorgeranno naturali nella mente dei lettori delle domande: dove? quando? su chi? si deve dirigere quest'osservazione. L'autore risponde, in ogni luogo, sempre, su tutto, su tutti. "Quegli uomini di lettere i quali stanno perpetuamente chiusi nella loro cameretta, non s'avvisano come ci sia chi possa studiare aggirandosi tra il inondo,,. E di fatti un uomo, filosofo (filosofo però senza bisogno di occhiali e di cattedratica parrucca) trova in ogni luogo materia di pensare, di ragionare, di riflettere : Nello strepito d^lle grandi città, nella solitudine della campagna, nello sale dei re, nella capanna dei villico, in piazza, in teatro, in chiesa, all' osteria, sempre, in una parola ed in ogni luogo, pensa, ragiona, giudica e corregge. Ed è soltanto in questo modo, col praticare cioè a lungo uomini e cose che potrà adornarsi del primo pregio di uno scrittore, di piacere scrivendo, di aver quella dote, che comunemente si chiama gusto. E questo gusto non si crede di apprenderlo da un libro come s'apprenderebbe la lezione, no assolutamente; bisogna procurarselo frequentando quei luoghi dove (per usar le parole dell'autore) "il piacere altrui essendo il fine principale della maggior parte, questa materia s'è assottigliata in tutte maniere possibili e portata al sommo della perfezione,,. Falso perciò che il gusto consista esclusivamente nella purezza della lingua, e più falso ancora che si possa acquistare imitando questo o quell'altro autore, i quali piacquero generalmente e furono acclamati eleganti e di gusto. A tal uopo sarà senza dubbio di maggior profitto, frequentare una società colta, educata e disinvolta, che consumare la propria vita sui libri o vagare per le selve in cerca di una Nice o di una Clori. "Le muse hanuo un bel cantare le greg-gie, i campi e le selve: ma una musa che fosse, rimasta sempre fra la greggia, fra i campi e le selve sarebbe mandata via da ognuno come rozza, montanina o campagnuola„. E qui l'autore aggiunge delle altre considerazioni sopra questo gusto nelle lettere, e precisa due generi di conversazioni che possono riescire molto profittevoli ai giovani, quella cioè coi letterati e colle donne. La brevità di questi cenni in' impedisce di estendermi d' avvantaggio su questo argomento. (Continua) C. E. Kersevany Illustrazione dell' anniversario. Anche oggi dovremmo cominciare come l'altra volta, cioè col giustificarci dicendo che il formato del foglietto ci obbliga a restringere in pochi periodi argomento vasto -, ma pure, per quanto brevi ed aridi sieno i cenni, ci lusinga la speranza che non ricevano il battesimo d'inutili, giacché per quelli che conoscono appieno ogni volta il s- ggetto della nostra illustrazione, essi riesciranno almeno di utile stimolo alla loro memoria che tenderà a compierli ; a molti di quelli che lo conoscono poco o nulla, essi potranno eccitare il desiderio di prenderne più ampia cognizione; e d'altronde ci sembrano sufficienti a formare od accrescere una erudizione sociale, ed a fornire materia quando languisce la conversazione. Nacque Giovanni Milton a Londra. Studiosissimo fino dall'adolescenza, cominciò a verseggiare in latino con rara leggiadria, ed a comporre in inglese parecchi poemetti di circostanza, dei quali vanno specialmente ricordati l' Allegro, il Pensieroso, il Como (scene di maghe) ; sopra tutti il Lycida, Ncritto in morte di un suo amico. Nel 1638 si mise a viaggiare, andò a Parigi e poco dopo venne in Italia. A Firenze potè più volte conversare con Galileo. Tra le lingue ohe avea già apprese conosceva bene l'italiano, e nelle accademie delle varie città che visitava, leggeva di frequente delle sue poesie italiane, riscuotendo plauso festoso. Fu anche a Roma, ove venne accolto da Urbano Vili (pont. dal 23 al 44). Da Roma passò a Napoli ; ma mentre progettava di visitare la Sicilia e la Grecia, la meta del suo viaggio ridivenne improvvisamente la patria, essendogli giunte notizie che ivi cominciavano a manifestarsi delle turbolenze, quelle turbolenze dalle quali sviluppossi la famosa rivoluzione inglese, potentissima perchè fu l'effetto della lega necessitata dei riformatori religiosi coi riformatori politici, il di cui scopo comune era la conquista della libertà. Milton fu un ardente protestante ed un ardente repubblicano. Rimpatriato, pubblicò uno scritto suir Episcopato, un altro sul Governo della Chiesa, e in un terzo trattò Velia riforma ecclesiastica. Nel 1648 si congiunse iu matrimonio, ma siccome in quel-l'epoca di fremito le opinioni politiche della sposa, devota al re, non concordavano colle sue, egli la repudiò, dopo che ella lo aveva già abbandonato. A giustificazione di un tale passo scrisse La dottrina e disciplina del divorzio, con cui ne dimostra la necessità. A questo tempo pubblicò pure un Trattato sull'educazione. Coli'importantissima pubblicazione 1 ' Areopa-gita, egli divenne il primo sostenitore della libera stampa: la sostenne con argomentazioni ed eloquenza stringentissime. Poi scrisse quattro libri sulla Storia d'Inghilterra, ed altre opere minori. Nel 1649 accettò 1' ufficio di segretario del Consiglio di Stato, che gli venne affidato in seguito alla risoluzione presa sotto Croinwell di corrispondere coi gabinetti in latino. Le veglie e l'indefesso studio, che ancora in gioventù gli avevano indebolito la vista, finirono col renderlo cieco completamente. Trovandosi in questa misera condizione colle tre figliuole avute dalla prima moglie, pensò di riammogliarsi, e la donna che raccolse tutti i suoi affetti fu la figlia di un capitano: un anno dopo ella morì di parto, e il povoro Milton rimase di nuovo senza i conforti di una compagna. Ciò nonpertanto il suo ingegno non languiva : dettò la continuazione della Storia d'Inghilterra, il Thesaurus linguae latinae, e lo stupendo poema epico il Paradiso Perduto. È diviso in dodici libri, e con grande sublimità fantastica d'invenzione, di concetti, d'immagini, tratta sulla crea/ione del mondo e dell' uomo, della caduta degli angeli ribelli, della felicità del paradiso terrestre, del peccato, della promessa di un riparatore divino, e della condizione degli uomini fino alla sua venuta. Secondo quanto riferisce Voltaire, il Milton, nel ritornare iu patria, assistette a Milano alla rappresentazione di un dramma di certo Audreini, concernente Adamo ed Eva, e da quel momento concepì l'idea del Paradiso Perduto; ma varii inglesi, tra i quali spiccò Samuele lohnson, negarono con veemenza il riferito aneddoto. Il Malfei poi osserva che deduzioni non refutabili renderebbero lecita la supposizione che Milton rimanesse colpito dalla lettura dell' Angeleide (I Ed. Venezia 1590) di Erasmo di Valvasone (poeta friulano 1523-93), nella guisa medesima che Virgilio dalla lettura di Ennio. E il prof. Babuder (negli Atti del nostro Ginnasio. Capodistria, Tip. Tondelli, 1873) ove pertratta il poema epico con particolare riguardo alla Pugna angelorum del nostro concittadino Cesare Zarotti (1610-70 circa), forma una interessante e persuadente conghiettura, validata con raffronti di squarci, secondo la quale il poeta inglese avrebbe ricavato qualche sprazzo anche dal poemetto ora citato del medico capodistriano, il quale alla sua volta, come dice il Babuder, desunse la sua Pugna dall' Angeleide, secondo indizii non dì'b'jì. 11 contratto fatto dal Milton coli' editore Sy-mons per la sua prima edizione del Paradiso, porta la data del 27 aprile 1667, e la prima edizione del poemetto del Zarotti ha quella del 1642 a Venezia: dunque ne viene la grande probabilità che e L'Angeleide e la Pugna Angelorum sieno state le due piccole faville che occasionarono l'inestinguibile fiamma Dopo il Paradiso perduto compose il Paradiso conquistato in quattro canti, il quale, essendo di gran lunga inferiore al primo, fu dimenticato. L' immortale poema venne tradotto in greco, in tedesco, in francese, in latino, in portoghese e in olandese : gì' Italiani fecero parecchie traduzioni, delle quali le migliori sono ritenute quello del Papi (ni. 1834) e di Andrea Maffei. (1 Ed. 1857): tutte e due in versi sciolti, e quest' ultima riportò la palma. Il grande uomo morì nel 1674. (La biblioteca civico-ginnusiale *). Questo che stiamo per esporre è il terzo progetto fatto nel presente secolo dal nostro Comune per instituire una biblioteca; e tutti e tre naufragarono senza sua colpa. (V. notizie in proposito nel I programma (1858) del nostro ginnasio pag. 39 — nella Provincia Anno li pa?. 83, 84, 85, 86, 91, 92, 93 — Anno V pag. 771 e 879 A.). Ai 11 dicembre dall'anno decorso il consigliere municipale Dr. Niccolò del Bello, a tale uopo delegato dall'illustrissimo Podestà di allora Cristoforo Dr. de Belli, veniva a conferenza col direttore del Ginnasio, il sig. professore Giacomo Babuder e col sig. prof. *) Queste righe furono ominesse l'altra volta dal Big. proto, che, in causa della sovrabbondanza di materiale, diede la preferenza a quelle della Statistica, non avendogli permesso 1' incalzante urgenza d'U' impaginatura di chiedere istruzione, Sono ancora opportune, don Giovanni canonico de Favento - Apollonio, allo scopo di gettare le basi di un preliminare accordo, con cui in seguito erigere, dopo fatti gli opportuni passi, una biblioteca nella sala maggiore dell'istituto, da chiamarsi ci-vico-ginnasiale. E sull'esito della conferenza veniva compilato un protocollo, firmato da tutti e tre i membri. Le principali norme dell'accordo erano le seguenti: ciascheduno dei tre proprietarii (Ginnasio, Comune e Pio Istituto Grisoni) custodirebbe i suoi libri nei rispettivi armadii con appostovi il nome, provvedendo ciascheduno alla conservazione ed all' incremento della sua libreria ; si compilerebbero i tre inventarli; la direzione del Ginnasio sorve-gliatrice e responsabile d' ogni guasto o smarrimento : un docente ginnasiale effettivo il bibliotecario ; aperta solo nei consueti giorni di vacanza; le spese ordinarie (circa 300 fiorini annui) incomberebbero per metà all'Erario, e per metà al Comune. E il progetto aveva ottenuto la piena approvazione del Consiglio scolastico provinciale. Ai 21 di ottobre dell' anno in corso (come comunicò l'illustrissimo sig. Podestà nella seduta dei 6 p. p.) l'inclito Municipio ricevette dall'i, r. Direzione del Ginnasio un atto, nel quale essa gli partec'pava che S. E. il sig. Ministro non ebbe ad approvare il combinato progetto "non trovando ammissi-„bile che una biblioteca ginnasiale possa ve-„nire, contrariamente alla sua destinazione, „conceduta ad uso pubblico, fosse anche in „modi più o meno limitati, perchè non vanno »preteriti quei riguardi che hanno dato morivo all'istituzione di biblioteche speciali per „gl' istituti d'istruzione,,. La risposta di S. E. è giusta nella massima; ma nel caso nostro peraltro ci sembra che un' eccezione sarebbe stata opportuna, equa, necessaria. Secondo noi S. E. doveva argomentare a un bel circa così. Capodistria, cittadella di settemila abitanti, dei quali una grandissima parte sono agricoltori, pescatori ed operai, non manderà certo nella biblioteca civico-ginnasiale una romorosa onda di cittadini, (nè ci saranno da temere gl'inconvenienti dei grossi centri di popolazione) ma la media di cinque o sei persone studiose e tranquille, bene conosciute dai professori — e probabilmente amiche di essi per la simpatia che sempre si genera in un piccolo luogo tra quelli che danno opera allo studio — ; saggie sono le restrizioni proposte; nessuna disposizione vi osta in via assoluta ; la biblioteca, in tale guisa accresciuta, tornerà pure di vantaggio ai corpi insegnanti delle altre scuole che ivi hanno sede ; al governo d' altronde spetta di procurare tutti i mezzi onde agevolare 1' incremento dell' istruzione nou solo nelle scuole, ma possibilmente anche tra i cittadini; quindi in via di eccezione — essendo anche eccezionale il ginnasio, poiché la città, oltre che fornire gratuitamente l'edificio, sostiene per metà la spesa dei restauri, ed esborsa annua somma, — si conceda di effettuare il progetto, che è il più pratico modo di formare colle librerie dei tre corpi morali un'utile biblioteca, e si appaghi così l'ardente desiderio di Capodistria, Noi abbiamo la viva speranza che l'inclito Municipio vorrà assoggettare agli illuminati riflessi di S. E. il Dr. Stremayer una rimostranza corredata di acconci argomenti. A chi è chiamato a presiedere il culto e l'istruzione in uno stato di trentatre milioni, non è umanamente concesso di conoscere appieno tutte le peculiari coudizioni di ogni luogo. C' è adunque tutta la ragione da ripromettersi ch'egli, uomo sagace, ritornerebbe con aggradimento sul deliberato, quando vi venisse indotto dalla voce della Deputazione Municipale. (Esami di abilitazione per le scuole popolari, generali e civiche). Dal 20 al 25 | del p. p. novembre in questo Istituto magi- strale funzionò la Commissione esaminatrice a tenore della legge 14 maggio 1869, modificata dall' ordinanza ministeriale 15 novembre a. s. e secondo le Transitorie vigenti in forza di ministeriale Dispaccio fino a tutto 1' aprile p. v., si presentarono 7 candidate eli candidati, e tutti hanno dato l'esamo con buon successo. Ecco i loro nomi. Nicolina Bartole; Giuseppe Bascar ; Domenica Carbonajo; Giovanni Cosulich ; Battista De Medici ; Pasquale Depoli; Nicolò Derossi; Maria Felicita Des-sardo; Giuseppe Genzo; Nicolò Jederlinich; Pietro Jussa ; Nicolò Lucacich ; Antonio Ma-ligoi ; Matteo Milos; Ersilia Rizzi; Battista Segalla ; Elena Scoc; Maria Sponza: Giuseppe Udina; Giuseppina Verbitz; Antonio Za-ratiu. Quest'ultimo ebbe l'attestato N. 1; i .signori Bascar, Depoli, Jederlinich e Segalla l'attestato N. 2; tutti gli altri l'attestato N. 3. (La questione ferroviaria triestina) — Questo titolo diede il solerte Cesare Combi al suo ultimo lavoro testé pubblicato (e dispensato gratuitamente), che chiude la serie dei suoi scritti di oltre tre anui sopra tale vitalissimo argomento. È un opuscolo di grande formato, di pag. 68 con una vasta carta dei varii progetti. Raccoglie, ordina, analizza e commenta fatti "reali„, da cui balza nitido Vergo che se a Trieste non si fornirà e presto una ferrovia che possa fare concorrenza efficace alla Sùdbalm, il suo commercio, già volgente all' occaso, andrà del tutto in precipizio. E il patriota triestino manda perciò un potente allarme. (Teatro Sociale) — La critique est aisée, et V art est difficile — Momèsetai tis màllon e mimèsetai. Questi due motti, 1' uno di De-stouches, autore e comico francese del secolo passato, l'altro che il pittore ateniese Apol-lodoro, il maestro di Zeusi, soleva apporre sopra i suoi dipinti e che tradotto suona: alcuno potrà censurare più facilmente che imitare — questi due motti, diciamo, ora che ne corre il dovere di fare una breve relazione critica della serata dei 29 p. p., si danno, come sempre, la briga di ronzarci nelle orecchie, cagionandoci una mescolanza di perplessità e imbarazzo da impacciare il nostro povero pensiero; e qualora il lettore non om-metta di riflettere che i comici sono dilettanti, e che dalla nostra penna nou potrà gocciolare lode piena, egli sarà certo costretto di commiserarci nel capire come in questo momento noi ci troviamo inchiodati sopra una seggiola infuocata. E la celebre e coltissima Giuseppina Biagini-Pescatori, adesso maestra di drammatica a Trieste, che condusse su queste scene alcuni de'suoi allievi a recitare il dramma Miss Multon, il quale — lo diciamo senza ambagi che queste ci rubano spazio — fu una scelta cattiva assai, che spiacque al nostro pubblico abituato a gustare i capolavori del teatro nazionale. Questo dramma nulla moralizza, è pieno d1 incongruenze, dipinge con colori molto sbiaditi le conseguenze dell' ab-bominevole delitto, dell' adulterio, la lubrica arena nella quale armeggiano molti autori francesi, comportandosi spesso da avvocati, sempre da pacieri. Una madre divenuta adultera e poi ritenuta morta in una catastrofe ferroviaria, ritorna dopo alcuni anni sotto il nome di Miss Multon e non conosciuta, presso suo marito, passato a seconde nozze, in qualità di governante dei suoi due figli, dei quali ella è madre. L'aio la riconosce ma tace; e dopo sei mesi la signora ed il signore scoprono il vero, perchè la sorprendono in uuo slancio di affetto materno. Che ne nasce? Suo marito la manda nel mezzogiorno della Francia, stabilendo che l'aio di tratto in tratto le condurrà i figli. Ecco una chiusa discretamente mite, mentre ce l'atterdevamo tristissima come l1 apertura. Siamo peraltro ben lieti di poter constatare che tutti i signori dilettanti recitarono con brio, precisione, ed intelligenza veramente commendevoli, da sembrare buoni comici a chi non sapesse l'essere loro. E riguardo alla maestra, alla protagonista, compendieremo le nostre impressioni col dire che fu pari alla fama da lei tenuta in tutta la penisola. L'avvenente signora A. Del Giglio sostenne la difficile parte di seconda moglie.con diligente naturalezza; egualmente il sig. G. C. Ben-notto quella di marito; speciali applausi riscosse il sig. G. Morpurgo nella parte caratteristica dell'aio; simpatici e graziosissimi la giovane signorina Olga Polonio, ed il giovanetto V. Pescatori-, ed il sig. V. Borisi fu davvero un servitore modello pel contegno dignitoso e disinvolto nel tempo stesso. Dopo i tre atti del dramma, e la solita fracassosa sonata, si squarciarono le tetre nubi, ed un raggio del sole d' Ausonia, venne ad illuminare la scena; allora ci siamo trovati a casa nostra, nel nostro teatro, ora istruttivo, ora solazzevole, sempre giovativo pei costumi, sempre fattore di civiltà. Recitarono il proverbio in un atto del Martini La strada più corta, scritto iu versi martelliani con lingua pura e leggiadra. Da quei dialoghi sprizza la gaiezza; ed il frizzo, come la palla che si rimandano duo destri giuocatori, non cade mai; e scoppietta di continuo. Qui la signora maestra, smessa la veste bruna del dramma, si dimostrò valentissima nelle scene giocose, ed anche il sig. G. G. Bennotto, bucata la crisalide dell' infelice marito, uscì fuori in compagnia del sig. A. Del Giglio (personaggio nuovo e capacissimo), e quai vispi farfallini si misero a svolazzare intorno alla contessa che come una fiamma di lucerna finì coli'abbruciarne uno. Il sig. V. Borisi, il giardiniere, porse i suoi lagni alla contessa, per lo sciupio dei fiori fatto dai due cacciatori, con tutta grazia e veiità. La simpatica compagnia lasciò di sè vivo desiderio ; e noi ci auguriamo di riudirla, e di poter applaudire insieme ad essa anche l'autore. COMUNICATO. Sento il dovere di manifestare pubblicamente la mia viva gratitudine al sig. Antonio Giasche di Capodistria, e a tutti quelli che costà per sua iniziativa mi procurarono, mediante una colletta, pingue sussidio, col quale io, povero cieco, potrò campare meno disagiatamente suonando nelle nostre Provincie litorane un' eccellente armonica. Trieste, 24 novembre 1874. Niccolò Giraldi. Bollettino statistico municipale di Novembre. Anagrafe. Nati (battezzati) 32; maschi 16, femmine 16. — Trapassati 32; maschi 9 fdei quali 5 carcerati) femmine 1, fanciulli 6, fauciulle 16. — Matrimonii 10. Polizia. Arresti per opposizione-alle guardie 1 ; per schiamazzi notturni 2; per offese alle guardie 2; per recidività di sfratto 1.— Denunzie per furto 1 ; per aver tenuto pubblico ballo senza permesso 1. — Sfrattati 18. — Usciti dall' I. B. Carcere 7; dei quali 2 triestini, 1 tirolese, 1 dalmata, 1 carniolico, 2 regnicoli. Permessi di fabbrica 2. — Iiicciixe industriali 1. — Permessi dì ballo nel territori» 1. Permessi di vendita di vino al minuto a possidenti — 21 —per Eoi. 160 — Prezzi al boccale soldi 42 — 48 — 52. Certificati per spedi/Jone di vino. 97 — Em. 255 : 12 — di pesee salatoci — Barili 128 — //. 10220 (peso lordo) — ; di olio 4, recipienti 4 — //. 616 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 52 del peso di 19961 con /I 1798 di sego — Vacche 13 del peso di //. 3330 con IL 281 di sego — Vitelli 41 e Castrati 250. IV. Corriere dell' Amministrazione. (a tutto il 6 corr.) I seguenti signori abbonati pagarono il trimestre. Albona. F. Vogel— Baje. D. G. Apollonio — Caltanisetta. Prof. Pellegrini — Cormons. L. Scber — Firenze. N. De Mori — Montona. P. Tominasi — Piacenza. A. Giovaimini — Tirano. Dr. Fragia-como; Agg. Bozzo — Trieste. E. Cosciancich ; G. Da Ponte; Ab. Marsich; Maria Marsich-Morsan ; V Ste-fanutti — Venezia. Cav. Luciani. Errori di stampa nel numero precedente ne avvennero parecchi ; ma la colpa non è certo nostra, cbè chi ha provato saprà quanto stanchi 1' occhio il correggere e con fretta la bozza del testino non asciutta. Teniamo conto solo di quelli che possono trarre in errore i lettori. 11 Pag. 3 col. riga 16, si legga se viriliter habentes — III Pag. 1 col. riga ultima della nota 4a invece di 11. IX doveva essere n. LX — Nelle ultime 7 righe della stessa pag. 2 col. non Saccor-gnano ma tiavorgnano ; non Textamen ma Tenta-tem ; Coronini e non Caronini — IV Pag. 2 col. penult. peiiodo: il 9 è un ti rovesciato. NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FEA riti E STE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo EGIDA. Incominciando col giorno 1 Novembre 1874 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 aut. » » r 3'/aPom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. « r V V « 2 poin. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 91', ant. » » !2 mer. » » » 5'/*poin. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. lftl V « » » » / 2 » Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I fanciulli sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nell'Ottobre 1874. L'Impresa.