ANNO XI Capodistria, 16 Aprile 1877 N. 8 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso li Redazione. NUOVA SERIE di Effemeridi Giustinopolitane (Cont. V. n. 7) Aprile. 16 1222 II vescovo Assalone consacra la chiesa di s. Giorgio in Pomignano. - 11, - 429. 17 1433 Ducale Foscari che assegna al capitano scla- vorum 40 lire mensili coli' obbligo per altro di mantenere due cavalli. - 1, - 15> 18 1661 II patrio consiglio delibera, che il medico ed il pubblico precettore debbano essere del tutto fo-rastieri, ne avere in città parentela od affinità. - 12, - 208. 19 1657 Si accorda al medico ed al pubblico precet- tore un aumento di paga con le rendite del dazio dei vini. - 12. - 179. 20 1452 Ducale che permette al comune di ritirare dal Friuli per via di mare legna da tuoco e da costruzione, doghe e vasellame per i vini. - 1, - 127. 21 1451 Ducale che elegge Andrea de Tarsia, cognato di Santo Gavardo, a capitano sclavoruvi, ove Nicolò de Petrogna ne dovesse venir destituito. - 1, - 126. 22 1484 II pod. e cap. Nicolò Pesaro compie i se- dici mesi di sua reggenza. - 1, - 240.i 23 1664 Annibale Verzi, capitano in Cattaro, enco- miato per il suo zelo da ser Faustino de Riva, proveditore straordinario di detta città. - 4, -42. 24 1640 II vescovo Morali benedice la chiesa votiva della Beata Vergine delle Grazie, eretta nella contrada Semedella. - 11, - 414. 25 1558 II patrio consiglio vota il dazio sulle frutta, vendute al minuto sulla pubblica piazza, a fine di sopperire alle spese del predicatore quaresimale. - 12, - 165. 26 1452 Ducale che accorda al comune i dazii della muda verso l'obbligo di riparare le strade, alzare le mura, ultimare la rocca in Musella, tenere in buon ordine la fontana ed il porto e provedere al Castel Leone. - 1, - 127. 27 1471 Ducale Moro al pod e cap. Girolamo Diedo Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. perchè accetti ser Marco Coppo quale castellano di Moccò dandogli dalla civica camera quattro mesi anticipati di paga (lire 400) e così ogni quarto mese. - 1, - 210. 28 1423 Almerico figlio di ser Giovanni Bratti viene aggregato al corpo dei nobili del patrio consiglio. - 1, - 43. 29 1482 Pasquale Ingaldeo conestabile autorizzato a formare un corpo di 110 pedoni e ad istruirli per passare quindi a Chioggia. 1, - 230. 30 ^ 1445 Ducale che conferma certe determinazioni, votate dal patrio consiglio in rapporto al fon-tico, perchè di tornaconto al comune. - 1, -109. DIETA PROVINCIALE Nel giorno 5 m. c. ebbe luogo l'apertura della nostra Dieta in Parenzo e la sua prima seduta alla presenza di 23 deputati. Il commendatore Francesco dottor Vidulich accennava nel suo discorso alla riconferma dell' onorifico incarico avuto di presiedere all'alta Assemblea, Constatato quindi il buon numero di deputati accorsi per corrispondere al loro mandato, dichiarava la grande opportunità di occuparsi nel corso della sessione dell'agro nostro e del mare sui quali si muove e dispiega l'attività istriana, nonché di affrettare la diffusione dell' istruzione quale fecondatrice di quella. Accennava quindi alla nuova elezione della Giunta provinciale, dai cui membri si deve esigere, oltrecchè cognizioni specialissime e costanza di attività, anche la virtù del sagrificio, dovendo essi abbandonare il proprio domicilio e perfino la cura dei propri interessi, per curare quelli dell'intera provincia. Accennato quindi ai bilanci provinciali, constatando che il credito della provincia è intatto ed integro, e che aumentarono le attività dei fondi e ne diminuirono i passivi, dichiara aperta la sessione. I deputati presenti prestano indi la promessa solenne; ed è scusata la non comparsa degli onorevoli Mons. vescovo Dobrila, Pietro Sbisà, Marchesi, ed Eluschegg. II presidente dà comunicazione dei varii atti presentati alla Dieta, e delle relazioni già distribuita agli onorévoli rappresentanti provinciali. Dopo di ciò, non stando alcun oggetto all'ordine del giorno, viene levata la seduta. La seconda seduta è aperta il giorno 6 alla presenza di 25 deputati. Vi presentano la loro promessa gli onorevoli Pietro Sbisà,Dorcich e Marchesi. A segre-tarii risultano nominati gli onor. Silvestro avv. Venier e Don Carlo Fabris; a rèvSori gli onor. Marchesi, Corazza, Zamarin, avv. Fracesco Venier e Dorcich. Aperta la discussione sulla relazione della Giunta provinciale intorno alle elezioni dei deputati; l'onor. dr. Lion, I. E. medico distrettuale, prende la parola per difendere l'elezione del collegio forese di Pisino, e domanda che vengano passati alla Commissione proposta dalla Giunta- per l'esame delle elezioui contestate. L' I. R. luogotenente del Litorale, baron Pino, rammenta alcuni passi della relazione giuntale a suo carico, tenta scusare la sua condotta e spera che la Dieta sarà persuasa aver egli fatto il suo dovere. Chiusa questa discussione vengono approvate 27 elezioni, e sono accolte pure le proposte per la nomina di una Commissione di 5 membri allo scopo di esaminare e riferire su due elezioni contestate, e perché sia interessata l'I. E. Luogotenenza a rilasciare le opportune istruzioni onde in avvenire non abbiano a rinnovarsi i difetti rilevati nelle elezioni dei collegi di città nel dist. poi. di Capodistria. Procedutosi all'elezione, la Commissione riisce composta dei signori avv. Basilisco, avv. Vergottini, dr. P. Sbisà, Don Andrea Sterk, ed Edoardo Terdich: Stanno all' ordine del giorno le relazioni della Giunta sui varii c.mti presentati. Esse sono attribuite pel relativo esame al Comitato finanziario, composto dei signori avv. Scampicchio, march. Polesini, dr. Cech, avv. Venier Francesco Sbisà, Bar. G. Lazzarini, D.r A. Spincich. I due progetti di legge, annunciati nella seduta precedente, vengono passati allo studio della Commissione eletta per la verifica delle elezioni protestate, e così pure il Rescritto ministeriale sulla necessità di costituire la Giunta in conformità alle disposizioni del Regolamento provinciale. Eletto poi il comitato scolastico nelle persone del d.r Belli, Franceschi, avv. Scampicchio, dr. Vatta ed Eluschegg, vengono al medesimo attribuite tutte le proposte dell' i r. Consiglio scolastico provinciale, nonché il conto di previsione per -l'anno 1878 del fondo scoi, provinciale. Esaurito l'ordine del giorno, il presidente si riserva di fissare il giorno ed il programma della seduta prossima, avvertendo però per gli opportuni concertamene che vi sarà compresa la nomina della Giunta (vedi Notizie del presente Num.) e quella dei due membri dimissionarii della Commissione prov. del censimento. La seduta è levata. Scrivono all' „Unione": Graz 26 marzo (y) Mi affretto di trasmettervi una notizia la cui importanza non occorre far notare. I sette memoriali *) che la Dieta triestina ha fatto passare uno dopo l'altro sotto ilSemmering, acciocché ci venisse accordata una facoltà legale in lingua italiana in una delle città italiane dell' impero, hanno finalmente prodotto qualcosetta; hanno dimostrato la verità dei pulsate et aperietur vobis. *) I memoriali inviati sono anzi otto. N. d. B. Infatti la Dieta triestina pulsò sette volte a lunghi intervalli, sette volte percosse sommessamente colle nocca l'uscio ministeriale, ed ora i battenti (oh gioia ineffabile!) cominciano a muoversi per [asciar passare da una fessura la risposta (la cui grande probabilità ho attinto da persona bene informata) trovarsi opportuno di mettere a disposizione degli studenti italiani di Legge Inesistente -corso parallelo italiano all'università di Innsbruck, togliendo ad essi il diritto di fare gli esami nella loro lingua materna presso le università di Vienna e di Graz. E si crede che le facoltà legali di queste due ultime università sieno già state invitate a esternarsi sopra tale imminente proposta. A chi vuol perdere tempo, i commenti! Note sopra i Castellieri o Rovine preistoriche della penisola istriana del capitano R. F. BIJRTOX, vicepresidente della Società Antropologica di Londra, e console di S. SI. Britannica in Trieste Prima versione acconsentita dall'ardore di N. M. G. istriana. Parte II. VISITA AI CASTELLIERI (Cont. V. N. 7) A Rovigno, la più grande città istriana, celebre per la moderna chiesa dedicata ai santi Giorgio ed Eufemia, (anno 1725), venne ultimamente fatta una scoperta in una grotta che racchiude avanzi romani. Questa scoperta fu inviata al cavaliere Luciani, il quale occupa in cotesto regioni la stessa posizione da se acquistata che ha in patria il mio amico Giorgio Petrie di Kirkwall (Orkneys). Di là per una via stranamente serpeggiante, formata dai rientramenti del canale di Lemo (C'ullaeus Limenis) che attende ancora il suo traghetto, ci avviamo per Parenzo, sede attuale della Dieta Istriana. Lo scopo mio nel visitare questa città fu per chiedere il permesso di copiare la Rete dei Castellieri lasciata inedita dal defunto dottor Kan-dler. Mi affretto a dire che il mio desiderio fu sollecitamente appagato. Il Capitano provinciale dell'Istria, signor dottor Francesco Vid.ulieh, il Vicecapitano, signor dottor Andrea Amoroso, e il segretario della Dieta, signor Carlo de Franceschi, — un archeologo continuatore dell'opera del dottor Kandler, — mi diedero commendatizie per la signora Giovannina Kandler - Branchi, l'unica figlia del venerato antiquario. Nel giorno successivo al nostro arrivo a Trieste le carte furono di già a mia disposizione. La loro grande dimensione, una fotografia della mappa catastale, e la complicazione dei dettagli, le rendono poco adatte alll' uso popolare. Io pregai perciò il signor dottor Angiolo Quarantotto d'inserire ciò eh' è necessario nella mappa stampata dell'Istria e che vi ho accompagnato a questi fogli. Parenzo però merita di essere visitata per se stessa, evidentemente eli' e' la città più romana della penisola; La Cloaca Maxima, alta circa 5 piedi scorre sotto la strada principale che è regolare e giace parallela alla marina ; i templi di Marte e di Biana esistono ancora ; e due p:azze conservano il nome di Practorinm alquanto corrotto, e di Marforio o Forum Martis. Tutto all'intorno vi sono traccio di occupazione romana ; scogli di pietra calcarea sono scavati in sarcofaghi, parecchi dei quali prospettano ad est-ovest, e son quei bacini quadrati e bassi (Vasche) che in Siria ' si riconoscono per torchi antichi ad olio o vino, o per tini fatti per la liscivia. Non è piccola sorpresa di vedere ancora il podere di Claudio Pansa, come se quel t grande fosse or'ora passato a vita migliore. 1), A Parenzo io fui fortunato d'imbattermi nel sig. dottor Scampicchio e nel sig. Antonio Covaz. Il pri-L mo mi presentò ad un suo parente, il sig. marchese Giampaolo de Polesini. Stabilimmo in fretta una escursione, e al dopopranzo dello stesso giorno sortimmo per visitare Moncastello (Monte Castello) nella possessione di Cervera 2) appartenente al sullodato sig. marchese. Andando in carrozza lungo la costa, noi giungemmo in mezz' ora al luogo designato, ed una passeggiata di pochi minuti sopra un terreno basso e sopra una piccola altura ci condusse al Castelliere. Il piano qui unito (Vedi nel testo inglese la traccia dell'antico Castelliere chiamato di Moncastelli nel circondario di Cervera, proprietà del sig. marchese Giampaolo de Polesini) che io debbo alla cortesia del proprietario, mi fa astenere dalla poco piacevole necessità di una descrizione. Qui la cosa principale si è che i romani evidentemente occupavano parte dei luoghi preistorici, mentre che il nucleo è indicato con chiarezza dalla collina divisa in prominenze o in rialzi. La mattina seguente divisammo recarci a Santan-gelo, situato circa 45 minuti al sud-est di Parenzo, ' sopra un'altura alquanto discosta dalla strada romana. Tilsso è rimarchevole per le rovine di una chiesa comparativamente moderna, dedicata all'Invocazione, che le dà il nome. Questo Castelliere ha gl'indizii normali: erbose discese, crosta di terra, terreno nero, copia di rottami di stoviglie ; ma qui si rinvengono alcune novità di dettaglio. L'altipiano piatto e roccioso, fiancheggiato da burroni, sopra cui ergevasi la chiesa, era, da quanto appare, un'acropoli o campidoglio, che non richiedeva una difesa artificiale, e il solo indizio di cinta, è sul pendìo più basso che finisce in un uguale terrapieno. Al nord era un resto di entrata con quattro lastre ^ di pietra poste per gradini, i quali però possono essere stati fatti à comodità dei pellegrini; ma le traccio di un^ portone sotto la crosta di levante fanno supporre un'origine più antica. Fu rinvenuto un sarcofago (scoperchiato) tagliato sull'orlo della roccia dell'acropoli, che prospettava ad est - sud-est, ovest-nord-ovest; in lunghezza 1.80 m., nella maggiore larghezza 0.60 m., e nella minore 0. 51 m. Questa parte della costa istriana è un gentile ed uguale pendio, sparso ovunque di tumoli naturali di terra rossa, e coperto di pietra cretaceo - calcare improntata forse di un' azione glaciale. Il paese, dicesi, vada gradatamente cedeudo, ma a me non fu possibile di constatarlo. 3) La più vicina prominenza al nord porta il nome di Mordali«, e qui le moderne cave di pietra hanno cancellato molte traccio dell'amico Castelliere; il cono nocchioso apparisce in distanza un grande forte moderno. A sud-est s'aderge pure il tumolo di Pizzughi, i cui contorni addentellati e le terrazze ascendenti rivelano subito ad un occhio sperimentato le loro qualità. Il dottor Kandler poneva altri "Campi romani» a Mon-ghebbo e a San Servolo, quest' ultimo un quarto tumolo, ma il sig. marchese Polesini, a cui è famigliare la località, nega assolutamente che si possano quivi rinvenire segni o traccio di abitazione: lo stesso dicasi della Punta Grossa, il quarto capo a sud-sud-ovest di Parenzo lungo la spiaggia, e dell'attiguo capo meridionale ove giace BCa$telleria„. Noi ritornammo a Trieste assai contenti della nostra escursione: ed io raccomando d'imitarci a tutti que' miei concittadini che possono sopportare un po' di disagio, pel difetto che liavvi nella stagione invernale di focolari e di fuochi. Il clima che io sperimentai quivi nei mesi di agosto e di dicembre è salùbre, fattane eccezione di pochi luoghi; dapertutto però temperato, siccome cauta un poeta persiano : "Na garmi' sh garm o na sardi' sh sard' Il suo caldo non è caldo il suo freddo non è freddo. E come lo descrive l'Anonimo (Scymnus ?) (a. 382). Ou yàp V£9£TU?Y); où5 àvav l'|uv|j.évo;. "Non nivosus enim neque uimis frigidusB. Le strade sono in complesso eccellenti, e si possono trovare cavalli e muli per le strade secondarie. Nelle città principali, il cui aspetto odierno è quello delle antiche città venete, conservando anche l'apparenza rustica e romanzesca che contraddistingue le fortezze a piramide dei più alti Appennini, si ritrovano alberghi di qualche specie. Nelle campagne invece scarsezza di letti, e un niente in risposta alla domanda: cos'è da mangiare? A Caufanaro sollanto l'oste e l'ostessa, malgrado i nostri rifiuti, ci offersero lo spazioso loro letto matrimoniale. Il contadino per altro si distingue ovuuque e per la sua civiltà col forestiero e per la sua temperauza e buon ordine. Esso va notato aticora per la varietà dei tipi e pe' suoi costumi pittoreschi che mutano a seconda delle località. Non è difficile col soccorso di matura sperienza e con un po' d'immaginativa di ristabilire l'antica selvaggia condizione dei Castellieri di pietra, ed il viaggiatore, in ispecio quello dell'Africa, ha il vantaggio di rivivere nei tempi preistorici. Tacito dice dei Germani :„ Urbes habitari satis notum est . . . vicos locant, non in nostiuin morem, annexis et coliaerenti-bus edificiis; suam quisque domum spatio circnmdat» ma qui noi dobbiamo ammettere soltanto dei passaggi fra le case. Vi sono ragioni per ritenere che il villaggio era di legno e di paglia piuttosto che di pietra "iuibrem culmo aut fronde defendunt, (Senec. de Prov.) e „casae more Gallico strameutis tectae.,, Noi dobbiamo prescegliere le capanne di forma conica, a guisa d'alveare, delle razze inferiori,- alle quadrate o paralellograme che s'avvicinano di già un gradino alla civiltà. Le muraglie della cinta o delle cinte saranno state sei. o sette piedi alte all'esterno, e tre o quattro all'interno, permettendo ai guerrieri di usare delle loro treccie, dei giavelof ti e delle fioiide ; rr^en-tre uno spazio sgombro ove i giovani facevano la gì :-dia con issare, con lancia e con mazza sej ràva . ■ capanne dal baluardo..- L' entrata' o le pjjh. .. d. 1 coitile sarebbero .state, -chiuso, da. ùsciué di spinC'fdeila specie della .Spina Maruca (F^l*«1'1^ aculei^i's), Cium Ghaylan (Mughilan) degli Arabi, le cui spine ritorte le rendono una vera barricata (wait'- a - bit) spalleggiata da tronchi d' alberi formanti forti palizzate. Tomasìni ammette trincee e palizzate di legno, ma quest' ultime non sono necessarie. L'area abitabile avrà misurato nell' interno 24,000 (-200 da 120) piedi quadrati, assegnandone 200 ad ogni capanna ; il villaggio avrà contenuto un totale di 120 focolari. Riducendo questo numero a 100, perchè vi possa essere luogo per cortile e passaggi che prendano le veci di contrade, e dando a ciascuna famiglia un minim um di cinque individui, noi abbiamo pel nostro villaggio un' adunanza di circa 150 guerrieri dell' età di 18 a 55 anni. Siccome il territorio di Albona contiene circa venti Castellieri, la popolazione dell' Istria orientale non avrebbe contenuto meno di 10000 anime, se tale termine si potesse applicare ad uomini che fossero stati ombre e non anime. Gli abitanti, benché fossero una razza alpestre e feroce, si dedicavano ad una specie di agricoltura ; i daini, gli orsi, i lupi non erano rari nelle montagne, e le lepri, le volpi, i tassi e le martore (Mustela foina) erano comuni nelle pianure come lo sono anche in oggi. Non havvi indizio di templi; secondo Luciani gì' istriani adoravano tronchi d'albero e roccie del puro feticismo. Forse come i Germani di Tacito, essi adoravano la Terra, o come quelli di Cesare veneravano il Sole, la Luna ed il Fuoco („Vulcan, Agni devta,, eco.) Essi avranno avuto una fede più spiegata a seconda che progredivano nella civiltà. Finalmente secondo Giustino (IX ?) l'Istriauorum Rex attaccò gli Sciti e li costrinse a chiedere soccorso a Filippo il Macedone. Mar-tianus Heraclensis parla inoltre dei "Thraces, Histri dicti," e noi sappiamo da Erodoto, che i Traci dopo gl'indiani erano la più grande fra le nazioni barbare. Essi tenevano chiuso il loro bestiame fra le mura e-sterne od interne, la cui entrata o entrate bloccavano con ugual cura. Una totale mancanza di conduttura d'acqua dimostra che i giorni dell'assedio regolare non erano spuntati, e che il semplice atto di rifugiarsi entro la cinta determinava la ritirata degli assedianti. V' invito ora ad entrare con me nella capanna preistorica. È una capanna indiana o della forma di pane di zucchero, col tetto di quercia abbattutadal fuoco, e preparata col lento e faticoso lavoro della scure di pietra. L'uscio di strada è senza imposta e serve come camino pel fuoco che fa fumo, il quale col tempo umido è acceso in ogni parte del suolo. La fiamma geniale veste la interna paglia di una leggera mezza tinta e di lunghe stalattiti di fuliggine, che pendono in via d'ornamento. Ella serve a purificare il suolo, il quale, senza un'accidentale copritura di cenere, sarebbe su-cido da non potersi tollerare. Quivi non v'hanno divisioni che separino i genitori dai figli; ma il nostro selvaggio, che senza dubbio è un poligamo, mette la sua progenie quand'è adulta fuori l'uscio; le sue mogli sono forse di abbastanza buona condotta, ma meno che diciamo intorno alle sue figlie è meglio. Dalle muraglie pendono le armi, la mazza, la lancia, 1' arco e la sua freccia, colla quale egli ammazza il pesce, ed il suo catamaran di tronchi di faggio legato con striscio di pelle, gli serve per canotto; le sue lenze sono intrecciate dalle donne, forse coi capelli, più probabile col lino o fibre d'albero. Il suo pestello di pietra mostra la conoscenza di qualche grano eh' egli pesta e mischia coli'acqua simile al gofio dei Guanches.4) La sua saliera o vasetto di sale è il mare ; le sue masserizie fanno supporre 1' uso del latte e del latte quagliato, dell' olio, del vino, e forse del sidro, o vino di pomi e dell'»idromele", fermentazione di mele con acqua. Egli non serba provvigioni ; neppure pesce disseccato al sole o affumicato: è imprevidente quanto è onnivoro, talora gozzoviglia colla selvaggina, coi rombi, e coli' aristocratico palinurus di questi mari ; in altre stagioni sostenta la vita con chiocciole, con corteccie triturate e con quaut' altro sia buono a mangiare. È assai probabile che sia un cannibale. Tutte le razze primitive erano secondo la tradizione di antropofaghi eccetto un villaggio preistorico della Scozia, il cui nome non rammento, ma che è stato acclamato (dagli Scozzesi) come un' eccezione alla regola generale. 5) Quando la fame ve lo costringe, egli divora soltanto i corpi morti de' suoi nemici. Il bestiame e le capre, fors'anco pecore lo provedono di letto o talora di cibo ; egli e la sua famiglia indossano la pelle colla parte vellosa nell'interno, non nell'esterno com'è oggi la moda assurda dei popoli civili ; e si screzia a colori scalfendosi specialmente il petto e lo stomaco (tatuaggio). I suoi soli ornamenti sono i denti de' suoi nemici e palle d' argilla rossa portate a mo' di collana, la forma primitiva della perla bucata 6). Le sue donne non sono affatto ignoranti della filatura, e così fanno reti per la pesca. Ei consuma il suo tempo sonnecchiando al sole o dormendo accanto al fuoco ; eccetto quando astretto dalla lame va o a mietere il grano, o a cacciare o a rubare il bestiame del suo vicino, pel qual delitto, se è preso, viene battuto per bene sul capo o mangiato. Una condizione consimile si può vedere ancora fra gli Orbii o montanari dell'Usagara orientale : questi però hanno tralasciato l'Antropologia, ed hanno appreso il modo di usare il metallo." '"" "' ''" Poscritto Appena terminato questo lavoro, il barone Carlo de Czoernig (junior) Consigliere di Finanza e Presidente del Club Alpino-Austriaco - Sezione Litorale - mi favorì le bozze di un dotto articolo col quale egli contribuì alla Transazione del Club Alpiuo Germanico. E intitolato : Rundtour um den Monte Maggiore, Die Kohlengruben von Carpano, geschichtliche und vorge-schichtliche Notizen. Von Cari Freiherrn von Czoernig„ ; e fu pubbicato nel : Zeitsclirift des Deutschen Alpen vereins. Eedigirt von Dr Karl Haushofers. Iahr-gang, 1873, Band IV, Heft 2, Munehen, 1873. Così noi abbiamo scritto simultaneamente e dipendentemente l'uno dall'altro sopra lo stesso tema dell'Istria preistorica; comechè il barone de Czoernig visitasse qne' luoghi innanzi alla seconda mia escursione. Nello stesso tempo io rendo grazie al distinto mio collaboratore della copia del suo piano del Castelliere di Cunzi, perchè così sono in grado di metterla a confronto colla mia, che ora presento ai lettori dell'Antropologia. 1) Il sito preciso è la moderna Cervera (latino Cervaria^) Il dottor Kandler pone - Figlinae arnplissimae patrimonii Caesa-ris - sulla costa settentrionale del Castelliere dove viene trovata grande quantità di stoviglie rotte, utili se! paragonate ai frammenti preistorici. Infatti l'intera Istria occidentale abbonda di uFiglinaeB. 2) L'Istria conserva ancora la parola stanzia. Nella Spagna estancia si chiama i paesi civili delle repubbliche dell' Arge-tina e dell'Uruguay. 3) Viga tuttora a Rovigno la tradizione che l'isola sopra cui inceva la citta antica di Arupinum sia materialmente sprofondata. 1 signor Luciani (L' Istria-Schizzo - storico etnografico pag. 40) pone il fatto nel 740 d.C. 4) Antichi abitanti di Teneriffe, l'isola principale dell' Arcipelago, detto Canarie, dai Cani come narra il re Tuba. Il crowdy dello Scozzese, ed il tiste dell'America centrale. C. 0. B. 5) Il capitano Burton allude qui all' opera eccellente del signor Samuele Laing — Rovine preistoriche di Calihness. — Naturalmente il risentimento fra gli abitanti dei Keis era molto forte contro la supposizione del prof. Orven, che alcuni dei loro antenati fossero stati cannibali. 6) Il signor Carlo de Franceschi mi mostrò alcuni esemplari i cui grandi buchi dimostrano essere perle primitive ; quelle con aperture più piccole possono essere state fuse come gli oggetti ancora adoperati presso diverse razze selvaggie. RETTIFICA Un dotto lettore, nostro abbonato, ci suggerisce un mutamento ad un' espressione adoperata nell' annotazione N. 3 posta in calce delle Note sopra i Castel-lieri del 1 feb., pag. 21, col II, di questo periodico : Invece di gas fulminante leggasi semplicemente di vapori e di gas. Fine delle „Note sopra i CasteUieri". Nei numeri successivi la Discussione intorno allo stesso argo-meato, e l'Appendice in forma di lettera indirizzata alla Direzione di questo periodico. Cose vecchie istriane la piccola pinacoteca istriana Fonti che servirono alla presenta compilazione: Kandler. — Manoscritto ad uso del Conservatore pel litorale. Cronico cristiano. Bernardi. — Lettere sull'Istria. Combi — Porta Orientale, strenna per 1' anno 1857. Stancovieh. — Biografia degli uomini distinti dell' Istria. Luciani. — Notizie e documenti per la conoscenza delle cose istriane. Madonizza — Almanacco istriano 1864. Tedeschi — Cenni sulla storia dell' arte cristiana in Istria. Sopra il luogo dove ora s'innalza la chiesa di I sant' Anna innalzavasi nel secolo XI quella dell' apostolo sant' Andrea, la quale, nell' anno 1093, venne donata all'abbazia di Eosacis insieme a vigne, terreni ed oliveti. Notizie del cenobio adiacente si rinvengono appena dopo il 1467, sapendosi che soltanto in quell'anno i minori conventuali ed i terziarii presero stanza presso la detta chiesa; anzi nel 1492 un ser' Antonio della nobile famiglia Almerigotti, generosissimo e piissimo uomo, donò a que' religiosi un pezzo di terra, sovra cui eressero 1' attuale cenobio, e tredici anni di poi Bartolomeo da Sonica, antistite giustinopolitano, concesse loro l'antica chiesa di sant' Andrea apostolo con orto e cemeterio, essendo cessata l'abbazia di Eosacis. Da quest' epoca prende allargamento il cenobio, quale vedasi in oggi — „bello per l'ampiezza de'corridori, per l'agiatezza delle celle, per l'orto chiuso da mura, per la vista deliziosa che si stende sopra una specie di lago limpido e tranquillo, formato da un seno chiuso di mare, e che va a rallegrarsi sopra una corona di colli." Sant' Anna possiede una piccola biblioteca in cui si custodiscono alcuni codici antichi e parecchie primitive edizioni venete e della Marca trivigiana. Vedesi tra le altre un' edizione di Padova del 1473, eh' è rarissima avuto riguardo ai primordii della storia tipografica in Italia. È noto che la |più antica tipografia italiana di cui si conservino libri è quella del cenobio di Subiaco nella campagna di Poma. Quivi fu stampato per primo il Donato, a cui successe l'edizione delle opere di Lattanzio, compiuta ai 29 d'ottobre del 1465, poscia nel 1467 1' opera de Civitate Dei del dottore sant' Agostino, e finalmente i libri de Oratore di Cicerone. L' edizione di sant' Anna è anteriore alle celebri aldine, avvegnacchè si sappia che Aldo Manuzio abbia dato principio alle sue stampe appena nel 1494. La chiesa attigua al cenobio è dedicata a Nostra Donna degli Angioli: eli'è la piccola pinacoteca dell'Istria per la raccolta dei quadri preziosissimi che contiene. Entrando per la porta principale ammirasi a sinistra una pala rappresentante. II Nome di Gesù coi santi Giovanbattista e Paolo di Benedetto Carpaccio, troppo severamente giudicata dal Bernardi: »Indegna di essere guardata alla dilunga per la sfacciataggine del colorito e la esagerazione dei movimenti ; anzi tale da dover dire del suo merito artistico: non ragioniam di lei, ma guarda e passa"; mentre all'incontro appare condotta con bel sapore di tinte ed effetto di chiaroscuro, e tale si mantiene in oggi dopo quasi tre secoli e mezzo da che è stata eseguita, perciocché Benedetto Carpaccio la di-pignesse nell'anno 1541. Di Benedetto ritiensi altra pala collocata in sito disadatto nella Concattedrale, accanto 1' organo, la quale raffigura la Presentazione al Tempio e la Strade de-gl' Innocenti, segnata semplicemente anno 1517. E ancora di lui una Madonna in san Nicolò al Porto, — la Verdine in Trono coi santi Tommaso e Bartolomeo opera del 1538. trasportata dalla soppressa chiesa di san Tommaso nella sala delle adunanze al Municipio ; come pure l'Incoronazione della Verdine pur del 1538, fatta per 1' or' soppressa chiesa della Eotonda. Anche la vicina Trieste vanta di Benedetto Carpaccio una Madonna ed un San Pietro, 1* una nella chiesa aquesto santo dedicata, 9 l'altra a San Giusto. Benedetto Carpaccio nacque a Capodistria in sullo scorcio del secolo XV, ed ebbe a padre queir insigne Vittore che assieme a Bartolomeo Vivarino ed a Giovanni Bellini (Giambellino) fece spiccare l'indole della veneta pittura, ed a cui 1' arte ha obblighi grandissimi. L'illustre storiografo della pittura, Luigi Lanzi, dice di Benedetto, che sebbene poco noto, ei non cede a molti altri dipintori nel sapore delle tinte, nella e-videnza dei volti, nell' effetto del chiaroscuro. Più innanzi alla sullodata pittura di Benedetto Carpaccio, sempre a sinistra, trovasi una grande tela isolata, che rappresenta Nostra Donna col Bambino, attorniata da quattro sante Verdini, opera di Girolamo da Santa Croce, lodevole per correzione di disegno e vaghezza di prospettiva. Il Santa Croce, veneto, è degno di ricordo perchè più d'ogni altro accostossi alla maniera di Gior-gione e di Tiziano. E chi ha veduto in Venezia il suo Cenacolo (così il Banalli) dipinto nella chiesa di san Martino, la figura del Salvatore in san Francesco (della Vigna, e il martirio di San Lorenzo, conoscerà ch'ei camminò alla pari con Giovanni Bellini in ciò che spetta alle principali proprietà della scnola veneta, e gli andò innanzi per alcune bellezze di altre scuole, come per lo studio assai commendevole di scorti e d'ignudi, e per una grazia di composizione non consueta ne' veneti dipintori. Il Selvatico nella sua Storia delle Arti Belle lo dice „buon coloritore piuttosto che corretto disegnatore e che tentò rallargare colla giorgionesca la maniera di Bellini. La terra d'Isola vanta pure del Santa Croce una Madonna. Sull' altare a destra del presbitero ammirasi La deposizione della Croce. La scena è rappresentata a' piedi del Calvario. Nel mezzo del quadro la Vergine accoglie sulle ginocchia il corpo morto di Cristo. Le sta a destra una delle Marie, un' altra appresso che protendesi più dinanzi, in ginocchio. A sinistra v' è la terza delle Marie, prostesa ella pure, e vengono lor dietro a chiudere la pietosissima scena la pentita Maddalena in atto di levare un piede al Redentore; Giovanni, diritto della persona, con le mani piegate sul petto, e uu po' più addentro Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo. Nulla di più delicato, dice il Bernardi, dell' intero svolgimento che diede il pittore ad un fatto, che valse alle più grandi ispirazioni del genio. V' ha una filosofia la più bella nella disposizione delle figure, v' ha una preziosa correzione di disegno, una perfetta unità ed un sentimento di dolore che nel quadro tutto passeggia, e dal quadro trasfondesi pegli occhi nell' a-nima degli spettatori. Ma niuno de' moltissimi che visitarono questa tela pronunciò il suo giudizio sul nome dell' autore. L'opera è certo de' tempi classici, o ritiene tuttavia alcuna cosa delle forme greche ; se non fosse altro i cerchi a doratura, che servono di fondo alle teste. Il Tedeschi e il Madonizza attribuirono questa pittura e l'antecedente a Girolamo da Santa Croce ; anzi il primo asserisce di aver letto sopra un' etichetta dipinta in un angolo del quadro la seguente scritta: Hieronimus a Santa Crune pinxit. Altra pittura di qualche interesse nella chiesa di Sant'Anna è San Diego di Pietro Mera fiammingo, il quale, secondo il Bernardi più citato, non ha nulla da meritare qualche speciale riguardo, mentre v' ha chi lo trovò di certo pregio. Ma la poca luce in che venne collocato e le tinte di „ colore oscuro,, lo rendono a mala pena visibile. Del Mera fiammingo, pittore che visse intorno il 1570, ha Venezia un san Teodoro nel tempio di san Salvatore, il Battesimo di Cristo in san Giovanni e Paolo, e varii altri santi nella chiesa della Madonna dell' Orto. Neil' altare dello stesso santo e precisamente alla base della pala di san Diego stavano un tempo incastonati tre pregiati quadretti, (e non quattro come si ritenne da taluno), i quali di presente si veggono conservati in una sala terrena del monastero, e ciò perchè nel luogo primitivo, coperti quasi sempre dai sacri arredi, occultavansi alla vista del devoto. Il pi imo di quei quadretti rappresenta La Vergine, ed è lavoro che pel colorito e per le forme, volge assai all'indole greca. L'altro è San f.ioncchiii», a mezza figura, con mia fascia che gli pende dagli omeri, la quale si ripiega e alle estremità si rivolge. Vi si leggono le parole: dilecta filia mea est gloria Eierusalem, laetitia Israel, Ho-norificentia populi nostri. L'ultimo rappresenta Sant'Anna nel medesimo atteggiamento di San Gioacchino e adorna di simile fascia, sopra cui legge-si Tota pidclira es, filia mea, Maria, et macula o-riginalis non est in te. Il Naldini nella Corografia scrive che nella chiesa di sant' Auna dipinsero i famosi maestri Zambellini ed il Cima da Conegliano, e v' ha chi attribuisce i tre quadretti sudescritti al pennello del Cima, ritrovandosi tutto il fare del coneglianese. Ma sopra quanto s' è fin' ora descritto deve arrestare veramente il riguardante la stupenda tavola del coro nota sotto il nome di Ancona del Cima, opera di Giovanni Battista Cima da Conegliano. Ella è divisa in quattordici scompartimenti, i quali uniti con un attico a doratura, occupano per gran tratto 1' ampia parete del coro. La figura dominatrice è la Vergine, seduta su di un trono elevato con sulle ginocchia il Bambino. Sul plinto, che serve di base, v'hanno due angioletti toccanti l'uno la lira, e 1' altro la cetra. Nel campo sovrastante si mostrano fra le nubi due messaggieri celesti in atto di chinarsi alla Vergine ed al Bambino; e nella regione più alta appariscono tre teste di serafini. Nelle nicchie laterali ci stanno le immagini di alcuni santi tra cui sant' Anna, san Girolamo e san Nazario. L' ultima grande nicchia, che abbraccia tutta la tavola superiore, contiene le immagini del Redentore, di san Pietro e di sant' Andrea. Il Redentore è in atto di benedire, e i due fratelli posti al suo lato, che tolti alla barca peschereccia si fecero suoi discepoli, potrebbero essere un' allusione alla confraternita dei pescatori, che radunasi a sant'Anna in cert'epoche dell'anno. Nacque Giovanni Battista Cima in Conegliano deliziosa cittadella della Marca trivigiana. Per aver egli avuto la stessa grazia, vivacità e diligenza venne spesso scambiato col Giambellino; ma lo fa scostare da questo suo maestro la minore morbidezza del colorito che avrebbe di certo migliorata se avesse avuto più lunga vita. La sua tavola del duomo di Parma, quella di santa Maria dell' Orto in Venezia, quella di Anzano presso Ceneda, l'altra di san Fiore di sopra, quella di san Leonardo in Conegliano, non possono rapire la palma all' Ancona di sant' Anna. Nulla, dice il Bernardi, di più celestiale del volto di questa Madonna, nulla di più grave, di più nobile delle teste dei santi; tutto l'insieme è un capolavoro maraviglioso per purezza di disegno, pastosità e soavità di colorito. Prima di accommiatarci dalla chiesa di sat'Ann a, che per questo rispetto merita di essere visitata dal fo-rastiero, ricorderemo alcuni illustri personaggi ch'ebbero in essa sepoltura. — A destra dell'aitar maggiore leggesi un'epigrafe al celebre giureconsulto, letterato, e filosofo Giuseppe Febeo morto nell'anno 1771, a 43 anni. Più a basso un'altra epigrafe fatta scolpiire sopra nera lapide dal fratello Francesco a Bernardo Borisi: BERNARDO BORISIO Ad copiar, moldav. suminam praefecturam Virtutein evecto Decurionibus justinopolitanis meritis Coaptato Honoribus gloria decoro Vita fuucto Franciscus Borisius mestissimus frater Summi amoris exiguum monumentum 1625 Fu Bernardo Borisi maggiordomo supremo e consigliere intimo del Voivoda di Valacchia e Transilvania, oratore reputato presso la Porta Ottomana, consigliere e generale di cavalleria del principe di Moldavia. Addì 3 ottobre 1595 venne investito dal Capitano di Raspo, delegato in materia di Beni inculti, per se e successori ,,delle terre incolte, boschive e tutte derelitte e spinose, senza roveri, nemeno bosco di legne ordinarie, sopra il territorio di Parenzo, chiamata la Contrada di Fontane acquadizza e dei monti di Pighera, e così del scoglietto nominato Riviera." X. NOTIZIE Colla risoluzione sovrana del 28 m. d. vennero riconfermati il commendatore dottor Francesco Vidulich a capitano della Dieta provinciale, e l'avvocato Andrea dottor Amoroso a vicecapitano della stessa. Nella seduta del IO m. c. alla Dieta provinciale vennero eletti ad assessori 1' avv. Amoroso, il dr. Petris e De Franceschi. La nomina del quarto assessore fu aggiornata. Nel semestre invernale l'Università di Vienna contava 3981 inscritti, dei quali 35 italiani del Regno, 106 del Litorale e non si sa quanti trentini, essendo questi compresi fra i 141 del Tirolo. Nel Collegio elettorale di Dignano fu nominato a deputato l'avvocato Ercole dottor Boccalari con 86 Toti sopra 79 votanti. Tra Opicina e Castroromano (Carso, due ore circa da Trieste) fu scoperta una grotta ricca di stalattiti e stalagmiti. La città di Trieste inviò col mezzo del signor Cesare de Combi al commendatore Cesare Correnti, preside della Società geografica italiana, la somma di lire 1125, frutto della sottosrizione colà iniziata per concorrere alla seconda spedizione in Africa diretta dall' Antinori. La locomotiva della Pontebba è arrivata a Resciut-ta, ed ora si sta per aprire il tronco di Portis a quel paese. Il 9 aprile fu inaugurato il canale Ismailia che rilega il Nilo al lago Timsah. In Isvizzera avrà luogo un Congresso Internazionale, in cui si discuterà sui danni della Filossera. Vi prenderanno parte tutte le potenze europee. In Mantova si è costituito un comitato di cittadini allo scopo di promuovere soscrizioui per un monumento a Virgilio, che si inaugurerà nel 1881, anno, in cui a detta dei più attendibili cronografi, cadrebbe il 19° centenario dell' «altissimo poeta". Il monumento a questa gloria non solo mantovana e italiana, ma di tutto il mondo colto e gentile, troverà simpatia e soscrizioni. Altro monumento ha deliberato di erigere la città di Castelfranco-Veneto al suo celebre concittadino Giorgio Barbarella, detto Giorgione, stanziando una somma nel bilancio, e celebrando con degne feste il quarto centenario della sua nascita che ricorre nel mese di settembre dell'anno corrente. Questo pittore fu molto apprezzato ai suoi tempi per il colorito dei quadri, e per quella certa libertà e risoluta franchezza di pennello, che formano il maggior pregio della scuola veneta. A Parigi, nella casa in cui Goldoni morì, Rue Saint Sauveur si pose da mani italiane, alla memoria del grande commediografo, una lapide di pietra nera eoa la segueute inscrizione in oro: lei est - decedè -le 6 fevrier 1793 - Charles Goldoni - Dit le Molière italien - Auteur du bourru bienfuisaiit- IVè à Venise l'an 1707. Le chev. A. Toffoli e le senateur Costantini poserent. Cose locali La sera del 4 corr. alle ore 8s/4, fu sentita qui una leggera scossa di terremoto ondulatori ', colla direzione di est ad ovest. Durò due minuti secondi. ( Unione) L' accademia di musica e poesia al nostro Ginnasio, già annunciata nello scorso numero di questo periodico, sarà data il giorno 25 m. c. innanzi a un pubblico composto d'invitati. Eccone il programma: Parte musicale: 1° Ouverture dell'opera Marta di Flotow. 2° Scena ed aria del Ballo in maschera di Verdi; „Ma dall'arrido stelo divulsa". 3° Quartetto del Rigoletto di Verdi. 4° Melania, polca-mazurca. 5° La Miomusicopea,-sinfonia giocosa. — Vi suoneranno il prof.signor Federico Simsig (I viol.), il signor prof. Stefano Persoglia (I violino), gli studenti signori de Belli (II viol.), Rizzi (I viol.), Rossman (li viol), de Scampicchio (I viol.), Longo (Viola), Tamburlini (contrabbasso), e Vicich (II viol.) Parte declamativa. „La carità del conte Francesco Grisoni, »visione composta dallo studente di Vili signor Enrico Kramer che da lui stesso verrà declamata. — „L' ultima peste di Capodistria" ballata( dello studente di Vili signor Lodovico Rizzi," parimenti dallo stesso declamata. Lo studente di IV signor Carlo Colcuc declamerà „11 vaporetto di Capodistria, polimetro capriccioso del prof. Lorenzo ab. Schiavi; lo studente di VI signor Giuseppe Vigini— „1 vini Capo-distriani„ — del sullodato prof. ab. Schiavi; lo studente di V signor Palisca — „Uiia Miomusicopea,, — autore lo stesso signor ab. Schiavi. Finirà il trattenimento accademico con un' altra declamazione dal titolo „Pa-role di scusa". BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO Erminia Fuà - Fusinato. Commemorazione di Ales-andro dottor Pascolato. Venezia, tipografia del Rinnovamento(Dono dell'egregio autore alla Redazione) L' avvocato Alessandro Pascolato di Venezia, uomo d'ingegno e avvezzo ai gentili studii delle lettere, con questa commemorazione, scritta con semplicità elegante e con senno affettuoso ha reso degna onoranza alla tomba dell' illustre donna, tolta agli studii, alla patria, al carissimo poeta che le era consorte, a tutti quelli che conosciutala di persona o per fama le tributavano reverenza d'amore. Il ricavato totale di questo bel libretto è destinato al monumento che si erigerà in Roma alla memoria della celebre poetessa e distinta istitutrice. X Un' ora serena. Carlo Baravalle, Milano. JBattezzati, 1877. Carlo Baravalle, il noto Anastasio I5uonsenso, uno de' pochi professori che non hanno posposto nelle nostre scuole l'estetica all' anatomico studio della parola ha scritto teste pochi versi, pochi ma belli! Oh! benedetta quest'ora serena che ci affida di tempi migliori E fuor dei tipi del fuggente giorno Le divine città del vaticinio Ci fa palesi....... Non arditezza, non voli, non novità inconsulte ; è un breve componimento tra il didascalico e il lirico che ci lascia nel desiderio di più largo e immaginoso concetto, ma che si legge con crescente affetto e ci rende migliori. Non è una colonna, non marmi storiati, non bronzi; è uu umile pilastrino lungo la via, ma porta incisa una scritta, e un indice cortese addita allo smarrito pellegrino la strada. Mi dimenticava una cosa essenziale per noi: il poeta fa onorevole menzione dell'Istria, come ne fa anche il Rapisardi nel »Lucifero". P, T. Rivista mensile di arti e di lettere, Trieste, Stabilimento tipografico B. Appolonio. 1877 (Dono alla Redazione). Intendimento di questo periodico è di riunire assieme, mese per mese, le relazioni di tutte le novità artistico - letterarie cho vedono la luce in quel periodo di tempo. Il 1° fascicolo contiene un lavoro di A. M. da Firenze sopra alcuni dipinti del cav. Giorgio Mignaty, un raccontino di Gino di Albanova, intitolato Un bel casetto, da ultimo una rassegna bibliografica ed ima drammatica. Il prezzo d'associazione annua di questa Rivista è per Trieste e provincie fi.ni 4, pel Re^no lire IO; — il semestre in proporzione. La vendita è presso la Libreria C. Coen e figlio, e la Direzione ed Amministrazione presso lo stabilimento tipografico B. Appolonio, in via S. Nicolò, N° 21. X I baroni di Waldsee, o Walsee, i visconti di Mels, i signori di Prodolone e di Colloredo, accenni genealogici e note storiche di Prospero Antonini. Firenze, coi tipi di M. Cellini e C. alla Galileiana, 1877. Annunciamo semplicemente quest' opera inviataci iu dono dall'illustre senatore friulano, riserbandoci di parlarne sopra gl'incontestabili suoi pregi nelnumero successivo ; rendiamo frattanto i più sentiti atti di grazie al gentilissimo donatore. Nuove buste postali Da varii giorni nel Regno la meraviglia del pubblico è rivolta alle così dette buste parlanti. Esse vengono a provedere alle diminuzioni nella tariffa postale, e servono in pari tempo ad un'estesissima »reclame" Queste buste su cui c'è già attaccato il francobollo da 20 centesimi, si venderanno al pubblico per 15 centesimi. La busta è divisa in 14 parti, ciascuna serve per un'inserzione nitidissima, che costa 10 lire e viene impressa su mille buste. Dando a ciascuno dei 14 pagatori dell'inserzione 50 buste per sole 7 lire, compreso il francobollo per ognuna da venti centesimi, è garantito che l'inserzione effettivamente si compia. Dimodoché voi sapete ormai che la vostra inserzione gira fra altri 13 compagni d'inserzione, presso cui potete verificare se il ritiro delle 50 buste sia stato fatto da parte di loro. Le 300 buste che mancano sono cedute ai tabaccai che le vendono assieme a tante altre al pubblico per soli 15 cent. (Gazzetta di Ven.) NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA fka TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo celere ad elice GIUSTINOPOLI Incominciando col giorno 1 Aprile 1877 fino a nuovo avviso, verrà attivato tempo permettendo il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 7';2 ant. » V J> V V pom. Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » M . ' » » » I Poni- per le domeniche e giorni festivi Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 71/» ant. „ » „ * 6 pom- Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » ^/spom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I ragazzi sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza da Trieste, al Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nel Marzo 1877. L'impresa. Avviso ai bachicultori Presso il sottoscritto trovasi in vendita seme bachi, selezionato al microscopio, cellulare ed industriale, della più bella razza nostrana a bozzolo giallo. Prezzi f.ni 6 v. a, il cellulare; f.ni 4 l'industriale per ogni oncia da 25 grammi. Capodistria, nell'aprile 1877 Giuseppe Gravisi direttore dell'-Osservatorio bacologico Ricevuto il prezzo d'associazione: Carlo de Franceschi — Parenzo, anno corrente ; lò de Filippini — Cittanova — anno corrente. Nico- Kj