OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 disposizione una fonte come quella kandleriana contribuisce certamente a rivisitare il suo passato con maggior facilità, portando ulteriori chiarezze e tasselli alla cono-scenza storica, rileggendola alla luce dei nuovi e continui ritrovamenti. E questi stessi ritrovamenti possono contribuire alla rilettura degli studi già pubblicati. Denis Visintin Gaetano Bencic. LA VALLE DEL QUIETO. Trieste, Circolo di cultura istro-veneta "Istria", 2006, pp. 126 "Vi racconto il mio Quieto. Quello che mi piace di questo fiume intorno al quale non mi stanco mai di passeggiare." Sta tutta qui la filosofia di una vita e di una ricerca. "Il mio Quieto", non quello degli altri, non quello che non si nota. Non quello che viene devastato o sfruttato. Non quello che non si vede. Ma quello che esso e, che deve e che dovrebbe essere. Quello che esso dovrebbe significare, e ció che dovrebbe essere salvaguardato. Gaetano Bencic conosce a memoria il Quieto e la sua valle, passo per passo, pietra per pietra. Qui egli e nato, alla sua foce s'immergeva come il fiume nelle acque adriatiche. Un fiume, il suo paesaggio, ed uno studioso, che l'ha studiato a fondo, piu d'ogni altro. Seguendo questo percorso, pacato, come il decorso fluviale, e venuto fuori un libro in cui la fantasia di chi lo legge e percorre il fiume a volte si distanzia dalla realtá e dall'obiettivitá geografica e ambientale del presente, portando alla con-templazione ed all'esternazione degli stati d'animo interni all'essere umano che, liberi da qualsiasi peso, mentre osservano il fiume si esternano con il paesaggio geografico, dando ad esso forma con la parola e con la narrazione. Ed e questo che fa Bencic con questo volume, raccontando il suo Quieto, ció che egli vede e vuole vedere, il modo in cui lo vive. Per cui giustamente avverte il lettore a non aspettarsi dal volume un qualche cosa che non s'addice alla sua metodologia narrativa ed alla metodica della sua indagine. "Studiosi ed esperti non adiratevi quando leggerete questo libretto. Turisti non cercatevi una guida". Questa e una storia, una geografia del paesaggio e delle civiltá che l'hanno contraddistinto. Come un novello Kandler, lo studioso s'e adden-trato nella descrizione storica del suo paesaggio, delle sue testimonianze LA VALLE DEL QUIETO CIRCOLO DI CULTURA ISTRO-VENETA "ISTRIA" TRIESTE 2006 413 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 orali, scritte e materiali. Sulla scia del D'Ambrosi ne ha dato un'articolata e minuta descrizione strutturale. Ricostruire la storia di un fiume, della sua valle e delle sue civiltà non è cosa facile. Lo hanno provato in tanti nel passato e tra le descrizioni e le ricerche fatte spiccano certamente quelle di Pietro Kandler, che riscoprono l'importanza che il fiume aveva nelle epoche preistoriche ed in età romana. Non è un caso se qui si svilupparono alcuni tra i più importanti castellieri istriani. Non è un caso se qui si svilupparono tutta una serie di importanti località, alcune scomparse, altre tra-sformatesi e tuttora in continuo sviluppo. Non è un caso se nelle sue vicinanze si svilupparono importanti signorie feudali, sia laiche sia ecclesiastiche, o comunali, o importanti castelli. Gaetano Bencic ci guida alla scoperta di questo paesaggio, dalla sorgente del fiume, nell'Istria centrale, lungo il suo alto e medio corso, per giungere alla sua foce, l'Antenal, dopo aver imbarcato l'acqua dei suoi diversi affluenti, incontrato numerosi centri abitati ricchi di storia e di cultura, attraversando l'Istria pedemontana e collinare, con le sue vallate, i suoi terrazzamenti, le sue amene collinette e le distese pianeggianti incontrando civiltà, lingue e parlate diverse. Alcune scomparse, altre succedutesi o evolutesi. Incontrando un paesaggio dal carattere agrario, in continua evoluzione, oggi ecologicamente depauperato, un po' meno nella sua parte centrale, dove la tradizione è portata avanti dalle giovani generazioni, decise a ritornare alle origini, arroccandosi dietro gli impianti tradizionali dell'agricoltura istriana e del suo paesaggio: vite ed ulivo. Gaetano Bencic, con l'aiuto delle scarne testimonianze a disposizione, ci spiega il passato ed il presente di questo paesaggio, delle civiltà che l'hanno abitato, delle culture che lo hanno caratterizzato, della ricchezza che questo ambiente ha signi-ficato, rappresenta, e dovrebbe rappresentare. Guardando anche al futuro: "Il Quieto diventi metafora di dialogo, diventi limes, linea di demarcazione flessibile e per-meabile che non compromette i contorni delle varie identità linguistiche e culturali, che sono la ricchezza dell'Istria. Diventi finalmente questa piccola terra un grande parco della concordia, dell'alleanza". Che è uno degli impegni che il Circolo "Istria" sta portando avanti fin dalla sua fondazione. "Inizino i giovani, che non sono figli di bandiere colorate, a scrivere la pagina del domani, coltivino tutta l'eredità, anche quella triste, perché un domani, sicuramente irto di dure prove, sprofondino nel fango coloro che seminano la discordia, l'ingiustizia, e risorga il paesaggio della fratellanza, della concordia". Che è un im-pegno civile che oggi molti stanno portando avanti, e che la storia, maestra di vita, dovrebbe perseguire. Con un appello: "Per favore, non resti solo parola scritta, non diventi vuota retorica". Dopo l'Invito naturalistico alla Valle del fiume Quieto e alla foresta di Montona, edito dall'IRCI nel 1996, e l'importante Dolina Mirne u Antici (La Valle del Quieto 414 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 nell'Antichita) di Ivan Milotič, scritto pochi anni fa, ecco ancora un altro notevole contributo volto alla conoscenza storica di un fiume e di una vallata, culla della civilta istriana. Denis Visintin Giulio Roselli: DRAGA PARENZANA!: Spomini, slike in dokumenti železniški progi Trst-Poreč. Trst, Bruno Fachin Editore, 2002, 317 str. Giulio Roselli je avtor več del na temo - v Istri dobro poznane - železnice med Porečem in Trstom, ki so rezultat njegovega večletnega posvečanja tej tematiki. Knjiga 'Draga Parenzana', ki jo želimo na tem mestu predstaviti prav zaradi tematskega sklopa, ki mu je posvečena celotna pričujoča številka revije, je v ita- natis v italijanščini) paje dočakala leta 2002. - mentarnega gradiva o 'Porečanki', železnici, po kateri je leta 1935 še zadnjič peljal vlak. Rosellijevo pisanje združuje tako občutno nostalgijo kot zgodovinska dejstva različnih obdobij, ki so vsaka na svoj način zaznamovala to 123 kilometrov dolgo železniško progo. Načrti za izgradnjo 'Parenzane' so veliko obetali in vzbujali pričakovanja vseh vrst. Državna železnica v habsburški monarhiji je bila od njene prestolnice do Trsta dokončno izpeljana leta 1857 (Južna železnica), nanjo pa so želeli proti koncu stoletja navezati še en krak, ki bi tekel po istrskem polotoku. Temu so botrovali predvsem ekonomski interesi, saj naj bi železnica olajšala transport istrskih proizvodov v notranje dele habsburške monarhije. V času razmaha industrializacije je namreč naraščal tudi nabor istrskih izdelkov za izvoz (tistega časa je v Rovinju denimo cvetela proizvodnja Ciulio Roselli Parenzana! 415