i Soldi IO al numero. IT arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale • Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 76 — 25 settem. 77 importa fior. 3 e s. SO ; La semestrale in proporzione. Fuori idfm. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I I/UNION CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte, il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costania ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO — 12 Agosto 1833 — Nasce il pittore Federico Faruffini (m. 1870 — (7. Illustrazione.) Ora che tutto induce ad avere speranza che in breve venga messo ad esecuzione il pensiero, quanto commendevole altrettanto equo, di erigere qui, nella sua patria, un monumento all' illustre istriano Gian Rinaldo Carli, a mezzo di soscrizioue nazionale, acciocché la Penisola tutta possa concorrere a tributargli, su questo lembo estremo, la meritata ricompensa di gloria, stimiamo essere il caso di darne oggi breve cenno biografico, rendendolo così noto a quelli che per avventura ne avessero scarsa contezza, e rammemorandolo agli altri. mAW ©UH nacque agli 11 aprile dell' anno 1720 dal conte Rinaldo e dalla signora Cecilia Imberti, e presso i Padri delle scuole pie cominciò a dare opera allo studio ne' suoi primi anni, nei quali tosto scattò una scintilla del suo grande ingegno, giacche ancora dodicenne compose un dramma. Indi venne affidato all' abate Bini, uomo di lettere e vicario a Flambro nel Frinii, ove imparò la fisica e prime nozioni di varii altri studii. A diciannove anni, poco prima di recarsi a Padova per attendere alla giurisprudenza e in seguito alle matematiche, e in modo particolare alla geometria, istruendosi in pari tempo nella lingua greca e nell' ebrea, scrisse una dissertazione sull' Aurora Boreale, diverse poesie, ed un' egloga in lode del Patriarca Dolfin. E qui troppo lungo sarebbe il porgere relazione cronologica dei numerosi e svariati suoi scritti: ne daremo piuttosto in fine del cenno catalogo esatto e completo. Prima di compiere gli anni ventiquattro egli aveva già scritto il Ragionamento sulle antichità di Capodistria — la traduzione della Teogonia di Esiodo e di alcune scene dell' 26 APPENDICE. IL CABECILLA NOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata dall'Alte und Nette Welt tradotta da GIOVANNI de F. Era questi uno dei quattro soldati che avevano portato lungi dalla mischia il capitano.— Ah! sei tu valoroso Francesco? disse Valliers. Procura di riunirti ai tuci camerati. — No senza di lei, capitano, disse un secondo soldato che teneva dietro al primo. Se avanziamo di cento passi, siamo fuori di pericolo, giacche ci troviamo all'estremo della zona del combattimento. Andrea ha riconosciuto la posizione, efra poco i Querrilleros dovranno darsi alla fuga. Intanto s'erano avvicinati anche gli altri due soldati, e Andrea raffermò le asserzioni del camerata: infatti se essi volgevano a sinistra si sarebbero approssimati al castello, e in breve sarebbero stati dietro la linea francese. Ifigenia di Euripide — l'Indole del teatro tragico antico e moderno — L' Ifigenia in Tauride — le Osservazioni sulla musica antica e moderna — la Spedizione degli Argonauti in Coleo, opera quest' ultima (stampata nel 1744) di grande dottrina, che attirò 1' attenzione e suscitò 1' ammirazione di tutti gli eruditi; in cui ferma l'epoche dell'antica cronologia; vi ragiona sulla antica astronomia, e oppugna la credenza che i Colchi sieno stati gli aborigeni dell' Istria. Il Carli insomma, come si vede fin d' ora, fu un vero prodigio d'ingegno vastissimo e acuto. Nel 1744 il governo veneto, non tardo ad avvedersi quale uomo egli fosse, gli affidò la sorveglianza di quel famoso arsenale, in cui egli si diede tosto a istruire, a consigliare, a proporre innovazioni, tra le altre un suo modello per una nave di settantaquattro cannoni, che venne approvato; e la nave, seguita in appresso da altre della medesima costruzione, solcò il mare col nome, datole per studiata consonanza, di S. Carlo, non avendo il nostro modesto concittadino acconsentito eh' essa col suo si appellasse ; e poi lo chiamò alla nuova cattedra di scienza nautica ed astronomia all' università di Padova. Intorno a quell' epoca venne eletto principe de' Ricoverati, elezione che apportò grande incremento all' accademia, e che dimostra come sapesse appaiare costantemente lo studio delle belle lettere a quello delle discipline esatte. Nel 1747 s'impalmò con Paolina Rubbi di Venezia, mortagli dopo due soli anni di connubio felicissimo, giovane ornata di doti eccellenti, e dalla quale ebbe un figlio, che fu il conte Agostino, erudito perspicace e di memoria sorprendente, nato a Capodistria, che venne nominato commeudatore da S. M. Vittorio Amedeo III, e che fu bibliotecario ai Frari di Venezia e scrittore di molte lettere storiche. Poco dopo, brighe di economia domestica lo trassero in patria: venne accompagnato dal celebre naturalista Vitaliano Donati, i cui pregevoli lavori, senza la sua protezione, sarebbero forse ancora ignorati ; indi passò a Pola a studiarvi le antichità. L'anno 1752 s' unì in secondi voti colla signora Anna Maria Lanfranchi, di Siena, vedova Sanmartini. Ebbe enorificenze e frequenti attestazioni di simpatia e ammirazione; fu tenuto in grande pregio dal pontefice Benedetto XIV, e in modo particolare dall' imperatrice Maria Teresa, dagli imperatori Giuseppe II, Leopoldo II e Francesco II, e da varii celebri ministri francesi e austriaci; fu consigliere intimo di stato; e tenne vivo carteggio cogli uomini distinti della sua epoca. Recatosi nel 1753 a Torino gli vennero conferite da S. M. Carlo Emanuele 111 le insegne dell'ordine dei SS. Maurizio e Lazzaro, e nell' ordine stesso egli fondò uua commenda patrimoniale perpetua intitolata di S. Nazario. In tale occasione fu consultato dal Re e dai ministri che volevano trattenerlo presso di sè. Più tardi, chiamato instantemente a Vienna dal principe Kaunitz e dal conte Fir-mian, con lui organarono il Supremo Consiglio di pubblica economia per la Lomdardia, e lo fecero presidente; e Maria Teresa gli accoppiò la carica di Decano del Tribunale lombardo degli studii. A Milano fu anche collaboratore nel Caffi; dei Verri. Ben meritevole di nota è ivi uno dei suoi articoli intitolato Della patria degli Italiani, in cui con argomenti storici e sociali, fingendo scena accaduta in un caffè, svolge l'idea dell' Italia uua, ed augura che le Provincie "benché di-„ vise in Dominj diversi e ubbidienti a di-,, versi Sovrani, formino una volta per i pro-;, gressi delle scienze e delle arti un solo si-„ stema ; e 1' amore di Patriottismo, vale a „ dire del bene universale della nostra Na-„ zione, fia il sole che le illumini e che le „ attragga. „ Tre sopra tutte sono le opere,| che — Capitano, potrebba ella muoversi sostenuto da' noi ? domandò Francesco. — Mi proverò rispose egli; e cercò di rizzarsi; ma per lo sforzo fatto il sangue corniciava a stillare di nuovo dalla ferita. — Peccato che io non abbia il mio zaino colle bende ! osservò Andrea mestamente. — Che mai ! pigliò a dire Francesco: c'è rimedio pronto: non siamo stati per nulla ad Aspern e Austerliz ! Voltosi quindi a donna Maria con tutta la galanteria propria dei Francesi esclamò: — Madama! ella mi vorrà perdonare se la sua presenza non mi trattiene, ma questo non è certo il momento di tenere sotto l'ascella il galateo! E in un così dire, levatosi il cappotto si strappò dalla camicia una lunga striscia, parte della quale ridotta a compressa, la bendò strettamente sulla ferità: cosa che fu l'affare di pochi minuti. — Ecco fatto, capitano, soggiunse poi ; come si trova adesso? — Grazie!grazie! meglio di prima certamente . . . addio Maria, mormorò a bassa voce stendendole la mano, mentre s'incamminava appoggiato ai soldati. .. addio questo nostro ritrovo fu tristo e beato ad un tempo. — Addio, amico mio, rispose Maria piangente, stringendogli la mano . . . voglia Iddio che ci possiamo rivedere presto per non separarci più. A queste ultime parole di Maria tenne dietro la scarica che i Querrilleros avevano fatto sopra i Francesi irrompenti, e a questa seguirono le grida, la stamburata, e tutto quello che già sappiamo. Visto ella da una parte i Querrilleros correre giù dall'altura e i Fransesi che sostenevano il capitano sparire nel buio dall'altra, fuggì in dietro. In tale modo era avvenuto che il Cabecilla non trovasse più alcuno nel cespuglio. Poco dopo donna Maria, imbattutasi in un gruppo di Querrilleros sbandati, s'unì ad essi; e finito il combattimento fu ritrovata dal padre e della zia. Le due donne, per ordine del Cabecilla, siguirono il pelotone dei feriti. Il capitano coi quattro soldati giunsero felicemente fuori della zona del combattimento in conformità al calcolo fatto da Andrea: per essi era cessato ogni pericolo. gli valsero fama europea, facendolo conoscere profondo economista, storico ed antiquario, cioè : Le monete e le secche d'Italia, opera giudicata dal Muratori quasi insuperabile, appellata classica da tutti i dotti, ed a cui di poco sta dietro il Saggio di economia politicapel quale il Pecchio nella sua storia economica lo definisce scrittore chiaro, logico, acuto ; Le Lettere Americane tradotte iu più lingue: con erudizione vastissima tratta prima la storia, cioè gli usi, i costumi, le religioni, ed i governi possessori, confutando vittoriosamente le Eeclierches philosophiques sur les Americains del Paw ; e poi ragiona sulle ipotesi concernenti le comunicazioni di quei popoli col nostro continente; opera di grande mole; e le Antichità Italiane; in queste l'Istria ebbe larga illustrazione e cresima d'italianità. Fu modesto, di tratto, dolcissimo, rispettoso coi grandi ma non cortigiano, religioso e benefico, magistrato zelante e giusto. Morì a Milano il 22 febbraio 1795 rassegnato e faceto ; fu seppellito a Cusano, borgata nel circondario di Monza, sua prediletta villeggiatura. II Bossi, nelle cui braccia spirò, così lo descrive nM'Elogio storico: "Fu graude e ben fatto ,, della persona,, di una costituzione solida e „ robusta, e di bella vantaggiosa presenza, „ conservata fino agli ultimi suoi giorni. Ebbe „ occhi vivaci quanto mai ; guardatura piace-„ vole, aria maestosa ed imponente." €?&t&!@g@ cieli© opere» del Conte Carli secondo l'ordine in cui si trovano nella Collezione stampata in Milano nel-l'Imperiai Monistero di S. Ambrogio Maggiore. 1784 al 1794, in 8.° grande. Il titolo è il seguente: "Delle Opere del sig. Commendatore „ Don Gian Rinaldo Conte Carli Presidente ,, Emerito del supremo Consiglio di Pubblica „ Economia, e del Regio Ducal Magistrato ,, Camerale di Milano, e Consigliere intimo „ Attuale di Stato di S. M. I. R. A. „ Tonio I. Sull'impiego del denaro (lettera). — Breve ragionamento sopra i bilanci Economici delle Nazioni. — Del libero commercio de' Grani. — Il censimento di Milano. — Saggio politico ed economico sopra la Toscana. Tomo II. Delle monete e dell'instituzione delle zecche d'Italia, dell'antico e presente sistema di esse, e del loro intrinseco valore e rapporto con la presente moneta dalla decadenza dell'Impero fino al secolo XVII, per utile delle pubbliche e delle private ragioni. Lo stesso argomento continua nei Tomi III, IV, V, VI e VII. Tomo Vili. Osservazioni Preventive al Piano intorno alle monete di Milano. Tomo l.\. Della Geografia primitiva e delle Tavolle Geografiche degli antichi. — Dissertazione epistolare sopra la magia e stregheria. — Ragionamento sulla Teoria del sig. cav. Rosa prof, nell'università di Modena, contenuta nelle cinque lettere stampate sopra alcune curiosità fisiologiche. — Delle Triremi, (dissertazione epistolare). — Delle navi turrite degli antichi. — Sopra uno scarabeo appartenente ai sette a Tebe, creduto etrusco. — Della patria degli italiani. Tomo X. Della spedizione degli Argonauti in Coleo, (libri quattro). Tomo XI. Delle lettere americane. Continuano nei Tomi XII, XIII e XIV, nel quale ultimo havvi inoltre: Osservazioni sulla musica antica e moderna. Tomo XV. Notizie compendiose intorno Pietro Paolo Vergerio vescovo di Capo d'Istria condannato da Paolo III quale apostata ed eretico, (lettera). — Del diritto ecclesiastico metropolico in Italia, e particolarmante di Milano e di Aquileja, e delle elezioni e dipendenze de' Vescovi (dissertazione) — Dell' antico Vescovato Emoniese, e particolarmente di S. Massimo Vescovo e Martire. Tomo XVI. La teogonia, ovvero la generazione degli Dei d' Esiodo Ascreo. — Intorno alla difficoltà di ben tradurre, (lettera). — Intorno ad Esiodo, (lettera). — Intorno alla teogonia, (lettera). — La Teogonia. — L'Andro-pologia, (tre canti). Tomo XVII. Dell'indole del teatro tragico antico e moderno, (discorso). — La Ifigenia in Tauri.— Osservazioni intorno all'Ifigenia di Euripido, (lettera), con la traduzione in versi italiani delle scene più interessanti. Tomo XVIII. L'uomo libero, ossia Ragionamento sulla libertà naturale e civile doli' uomo. — Nuovo metodo per le scuole pubbliche d' Italia. — Elementi di morale per la gioventù. Tomo XIX. Della memoria artificiale e dei professori di essa, (dissertazione). — Della disuguaglianza fisica, morale, civile fra gli uomini, ossia Ragionamento sopra l'opera di Rousseau : Discours sur l'origine Jet le fondemens de l'Inegalitè panni les hommes. — Della scoperta dell'America, (confutazione). — Della incertezza delle epoche intorno la nascita e morte di G. Cristo S. N., (dissertazione epistolare). — Lettere due sulla podagra. — Sopra l'elettricità animale ossia sull'Apoplessia. OPERE STAMPATE SEPARATAMENTE Lettera dell' abb. Giuseppe Bini sulla Dissertazione delle Masnade di Monsig. Fon-tanini — Dissertazione sulla declinazione dell'Ago Magnetico. 4.° — Vita della contessa Paolina Carli nata Rubbi, fol. — Delle Antichità Italiche. Parte I, II, III, IV — Molte poesie stampate occasionalmente in diverse Raccolte. MANOSCRITTI Prolusione accademica da lui recitata nell'apriinento della nuova cattedra in Padova di scienza nautica e d' astronomia — Osservazioni sopra l'orologio francese ed italiano e la misura del tempo — Relazione del Commercio e dei debiti delle Comunità della Lombardia austriaca — Moltissime consulte politiche ed economiche, relative al suo ministero — Lettere a diverse celebri letterati, iisguar-danti per la maggior parte materie scientifiche e d' erudizione. (Questo catalogo fu e-stratto dall' Elogio storico del Bossi, Venezia, Carlo Palese, 1797). NB. Nel secolo decorso, poco dopo la morte del Carli la Stamperia Governiate di Trieste prometteva con manifesto la pubblicazione di tutti i di lui lavori postumi insieme all' epistolario, cioè dieci volumi iu 8° gr. Questo progetto non fu ancora mai effettuato da alcuno. LIBRI CHE PARLANO DEL CARLI Oltre a tutti i trattati recenti di economia, alle enciclopedie ed ai dizionarii biografici v. Bussi, Elogio ecc. — Biographie universélle, voi. VII — Ersch e Gruber Enciclopedia delle scienze e delle arti sez. I, vol. XV — Ugoni, Letteratura ital. vol. II. pag. 125-ll!4 — Struvio. Bibliotbeca voi. Ili, parte I. pag- 257; par, II, pag. 200 — Zaccaria, Lett. ital. vol I, pag. 5 e 8 ; vol. II pag. 5 e 6 — Giornale dì Gottinga, 1788, pag. 545-553 — Bonzine, Manuale per la storia, vol. II, pag, 10 — Tipaldo, Biogr, degli italiani illustri, vol. V, pag. 336 — Teatro Universale di Torino, tomo III, n. 97 — Coquelin e Guillaumin, Dizionario di Economia Politica, tomo I, pag. 453 — Say, Traitè d'economie politique, toni. I pag. 31 — Dandolo, Gli ultimi cinquanta anni della Repubblica. — Stancovich, Biografie — Prof. V. De Castro nel Monumento di Carità, Trieste, Weis, 1857 — C. A. Combi, Porta Orientale a. I — Nuova serie di Effemeridi Giustinopolitane (Dalla Provincia — V. il N. 7, e seg.ti dell' Unione) Agosto 1 1380 Vittore Pisani affida la città a 350 uomini del luogo ed a poca milizia; pone però buona guardia in Castel Leone, rimasto fedele a Venezia con Rizzolino Azoni da Treviso anche durante 1' occupazione della città per parte dei Genovesi. - 8, - XV, -770. 2 1422 II senato appoggia la domanda del cittadino Zanoue de' Gallis capitano delle truppe pedestri del duca di Milano, ed ordina che sia arrolato assieme al padre sei-Gregorio del fu Giovanni al civico patriziato. - 1, - 35. *2 1642. Il Comune e Coloni sono sciolti da ogni prestazione di animali per conto dell' arsenale. 3 1449 Ducale che permette all'ebreo Abramo del fu Michele d'Ancona di trattenersi assieme alla famiglia nella nostra città, e di mutuare ai soli cittadini ed alla gente del distretto a tre danari per lira. - 1, - 115.k 4 1461 Ducale Malipiero che avvisa il nostro comune e quelli di Pirano, d'Isola e di Mug-gia ad approntare delle barche a fine d'impedire ai triestini ogni commercio per la via di mare. - 1, - 174.b 5 1595 Ducale Grimaui che innalza a cavaliere il dottore in legge ser Antonio del fu Valerio Fini. - 4, - 33. *5 1584. La Carica della nostra città è costituita a giudicare in appellazione ogni atto e civile e criminale dell'intera provincia. 6 1349 II veneto senato aderisce alla deliberazione dei commissarii delegati di costruire in città a porta Musella uu castello. - 16, - 7 1493 II pod. e cap. Nicolò Contarmi fa il suo solenne ingresso. - 1, - 270. 8 1391 II comune stipula certo contratto cogli ebrei Veuinar e Salamone Crucilach. -1, - 58. 9 1421 Ducalo Mocenigo che ordina al pod. e cap. Nicolò Coppo di scegliere tra i nobili del patrioconsiglio i due podestà per Pinguente e per Portole, assegnando al primo lire 600, e lire 500 al secondo. - 1, - 34. *9 1412. Il Comune muove contro il Castello di Buje, di ragione del patriarca, lo asssedia e l'obbliga alla resa. 10 II vescovo fra Tommaso Stella consacra la chiesa collegiata d'Isola. - 15, - II, - 117. 11 1426 Ducale che grazia Pietro Barberio, custode in Castel Leone, con soldo mensile di lire cinque per aver sottratto con pericolo della vita uu quantitativo di polvere al fuoco, accesosi per scoppio del fulmine. -1, - 63. 12 1398 Ducale Venier che proibisce al pod. e cap. Lodovico Morosini di promulgar leggi per favorire i cittadini con danno delle ville. - l,-28.i» *12 1536. Il re Ferdinando raccomanda a Paolo III P. P. Vergerio perchè si compiaccia trasferirlo dal vescovato di Modiussa in patria sua. 13 1414 Ducale Mocenigo che autorizza il pod. e cap. di poter allontanare dal Castel Leone gli stipendiarli surrogandone altri senza dipendere da quel castellano. - 1,-31. 14 1425 Ducale Foscari che conferma i patti stipulati dal comune con gli ebrei li 8 agosto 1391 e nel 1409 li 11 aprile. - 1, 58.k *14 1680. Francesco Zeno, nostro vescovo, passa a miglior vita in Venezia sua patria, ed è sepolto a S. Francesco della Vigna. 15 1589 Ducalo Cicogna che accorda al comune di Cherso di ricorrere nelle appellazioni criminali alla nostra carica. - 12, - 186. *I5 1651. Il Comune esborsa 1000 ducati alla Camera fiscale di Venezia per ottenere che uno del suo Consiglio sia Podestà a Due-Castelli. m ©3rìmm Prima passeggiata 28 luglio Esordio di stagione — Risoluzione energica — La fuga di un prigioniero — In cerca di lettori — Entro in materia — Un corriere dei bagni di là da venire — Promessa di un sonnifero — Spiego ii mio programma — Volo pindarico — Il convoglio si muove — Un uomo di spirito — Un piatto singolare di maccheroni — Una calza di seta — La mia padrona di casa — Dialogo interessante — Il cane di un giornalista — Prima fermata. (L. M.) La guerra - non arricciate il naso, che non intendo parlarvi di politica - la guerra voleva dire, che ci fa questo caldo indiavolato, e la pigrizia, mia fida ed inseparabile compagna, m'hanno finora impedito di farmi vivo. In oggi però, che il caldo sembra voglia... continuare, e ch'ò presso a scadere il termine da voi prefissomi per questa corrispondenza, piglio il mio coraggio, a dne mani, mi caccio un calamaio dinnanzi, allungo l'inchiostro che si era seccato .... di starvi rinchiuso, e aveva preso il volo iu più serene regioni, e.....vi scrivo. Però, dovete convenire, che ci vuole proprio il mio coraggio, uu coraggio a tutta prova per darsi il matto piacere di malmenare degli articoli di giornale a questi lumi di sole, col solo scopo e poco umani- toio davvero, di trovare cinque anime caritatevoli che ve li leggano. Ma ohimè! m'è scapata una promessa, e, bene o male, conviene che la mantenga ; per cui non mi rimane proprio altro che vuotare il calice e .. entrare in materia. Ma su che cosa dovrò intrattenere le mie lettrici? — chè di lettori, spero di non averne punto ~ Vorrei poter ammannire a queste gentili un qualche argomento piacevole, spiritoso, refrigerante, (ahi) un corriere dei bagni a cagion d'esempio, scritto dopo una passeggiata sulle incantevoli spiaggie di Viareggio, dell'Ardenza, o sotto le profumate magnolie di Monsummano e di Montecatini, ispirato da quei luoghi d'incanto, ove accorre il fino fiore della società toscana e dove la nostra gioventù dorata fa le sue piove. Ma ... . non licet omnibus adire Corinthum; e quindi per questa volta, benevole lettrici, fate conto d'averlo letto; Dio è grande però, e questo inverno, alla stagione dei ghiacci ... chi Iosa; — Ad ogni modo, tenterò di compensarvi, statene certe, chè sarei ben disgraziato se lambiccandomi un po' il cervello non mi riuscisse di apprestare quattro chiacchere per . conciliarvi, se non altro, il dolce sonnellino del dopo ! pranzo. Se non vi spiace adunque, noi non usciremo da i Firenze, ed in una serie di passeggiate che faremo J assieme e nelle quali io sarò il vostro Cicerone, la ] percorreremo tutta; ma, bene inteso, non la Firenze artistica, che questa probabilmente avrete veduta, e che in ogni caso non è la mia penna che potrebbe ritrarvela, ma la Firenze del popolo, la Firenze delle piazze, la città dei fiori, la città delle belle damine a dei giovanotti eleganti, il grande centro ove accorre la bohème artistica del freddo settentrione per chiedere al Chianti (ma invano) la scintilla del genio che animava Dante, Michelangelo e Galileo. In queste passeggiate vi farò gustare quanto di originale mi sarà dato di scorgere; rideremo assieme o assieme s.'annojeremo. Siete pronte a seguirmi? Si —- Allora in marcia. — Eccoci in piazza della Signoria ; ammiratela se ciò vi garba, ma levatevi dalla mente ch'io vi faccia la descrizione dei capilavori di cui va adorna, giacché non è per farvi vedere la torre di Arnolfo o la loggia dei Lanzi ch'io qui vi trassi; v'ho condotte semplicemente ed unicamente per comodo mio ve lo confesso con tutta ingenuità, per soddisfare ad un capriccio, ad una curiosità che da molto tempo mi sta fitta in corpo. Assidetevi su questa panchina, ed attendetemi un momento, un minuto solo, vi prego......Ora ripigliamo il nostro volo e statemi ad udire che vi narrerò il motivo della mia breve assenza.L'inverno passato costà al vostro Caffè della Loggia, mi trovava impegnato in una partita di discorso con un vostro egregio concittadino ; si parlava di Firenze e delle sue mille rarità artistiche. Io che sono entusiasta di qnesta città per avervi fatto in altri tempi lunga dimora e che sono artista nell'anima, come lo siamo dal più al meno tutti noi italiani passava in rassegna i diversi lavori dei nostri maestri non stancandomi di rilevarne lo subblimi bellezze ed il inerito sommo. Correndo da l'uno all'altro, mi fermai su quel giojello del Gian Bologna che è il ratto delle sabine; un gruppo espresso con un concetto così nuovo e con un gusto artistico sì perfetto da riuscire una delle più belle creazioni del genio umano. Nel mentre che io cercava d'infondere al mio interlocutore una parte dell'entusiasmo che in quel momento mi animala, m'è sembrato d'intravedere sulle sue labbra un sorriso di canzonatura che mi fece morire le parole in gola. Caro Sior Luigi, proruppe egli ridendo tutto ad ini tratto : "La gavarà un mar de rason: el lavor sarà belo, per-feto, amirabile, ma vorla che diga francamente Vim-pression ch'el me ga fato quando za oto anni •ion sta a Firenze? El ma parso — no la se staga inquietar — el ma parso una pironada colosso! de maca roni,„ Santi Numi, rimasi di princisbecco! Sorrisi, ma l'irriverente paragone mi scandolezzò, e giurai meco stesso, la prima volta che fossi passato da Firenze di verificare quanto ci fosse di vero in quella espressione. Ed ecco, amabili lettrici perchè vi condussi in piazza della Signoria e perchè vi lasciai per accostarmi alla loggia dei Lanzi. Ora vedo che sarete desiderose di conoscere il risultato delle mie osservazioni,- ohimè! debbo proprio confessarlo? lo spiritoso capodistriano aveva ragione; la sua similitudine, lo dico con rossore, mi parve appropriata, Sì una forchettata di maccheroni, ma bontà di Dio, quali maccheroni ! una pietanza, ve lo assicuro io (specialmente nella parte femminile) di uua apparenza tanto appetitosa, da far venire 1" acqua in bocca anche ad uu maestro di rettorica sudicio di tabacco ... Ma permettete che interrompa il mio discorso, che non vorrei ci sfuggisse un quadro veramente delizioso. Volgete presto il capo lì a sinistra: osservate quella fattorina ohe scantona lesta lesta la via; ammirate il piglio elegante con cui solleva di fianco la sua linda vestic-ciuola di percallo; perchè credete che lo faccia? per preservare forse la sua povera veste dal fango della strada? per porre in vista il breve piede, degno dei baci di Fidia e di Prassìtele? ohibò, e la sua calza colorata, la sua bella calzettina di moda elio le è costata tre lire, tre giorni di fatiche, eh' ella vuol far vedere ad ognuno, e di cui va superba più, oh! assai più che della sua splendida giovinezza. — Ma con queste chiacchere intanto abbiamo fatto molta strada, e siam giunti quasi senza saperlo vicino a casa mia. Volete, tanto per fare qualche cosa, che vi presenti la mia padrona? Alzate il capo guardate lì al primo piano quella graziosa testa di v'ecchierella dai bei capegli bianchi, dal volto placido e sereno. Voi vedete in eolei il vero tipo della piccola borghesia fiorentina, un po'ignorantuccia, un po' divota, un po' superstiziosa, ma affettuosa, piena di cuore e di gentilezza. Volete conoscere più a fondo la buona vec-chierella? udite un dialogo ch'io m'ebbi con lei il primo giorno ch'entrai in casa. Ero in camera mia che sbrigava alcune faccende; entrò la buona donna, non mi rammento più per quel motivo; mi guardò a lungo con interesse, poi esclamò affettuosamente : — Ma lei è malato povero signore. — Io malato? manco per sogno. — Ma pure .... — Ah ! ho capito. Gli è una scommessa, veda, che ho fatto, di starmene così per una ventina di anni ancora. — Oh! stia zitto, la prego, che il Signore potrebbe castigarla e mandarle di peggio. — Uhm, peggio di così .... — Dia retta a me, la si ponga setto uua cura. — Ma se ci sono già sotto quella della Badia e ci ho in giunta il curato eh'è mio amico. — Oh ! ma la smetta questi discorsi e faccia da uomo ; consulti un medico, o meglio ancora vada per codesto a Livorno, dove ora per le bagnature e' è un buscherìo di dottori di tutte le nazioni, inglesi, lombardi, bavaresi che guariscono in un fiato da ogni male . . . sono sicura che mi ritornerebbe senza cotesta gambiera. — Ma se non posso allontanarmi da Firenze. — Ma la festa almeno la è libero. Senta me, domani è domenica; pigli il treno indiretto, di piacere straordinario, che parte alle otto e ritorna a notte a Firenze. -- Domani sono occupato. — Allora ascolti ; vuole che chiami la Cencia qui del vicolo accanto che dice le parole contro le malattie ? — Piuttosto, ma mi fido poco; ho paura.del diavolo. — Non abbia timore, che la Cencia è un a donna per bene ed ha risanato di molta gente e di fresco anche qui vicino un cane d' un giornalista che s' era spelata la coda. — Allora è un altro pajo di maniche; chiami pure la Cencia. — Ma vedo che il Direttore mi fa gli occhiacci, e mi fa comprendere che sarebbe ora di finirla. Vi lascio dunque gentili lettrici, ma per rivederci presto. N. 29 iati sovra nn piedestallo ben lavorato, aventi fri le zanne una testa di vitella coronata di pino ; in uno piò che nell'altro pregiudicata dal tempo. SOCIETÀ' ALPINA ISTRIANA P. T. La Direzione sociale decise di organiz- j zare nel corrente mese d'Agosto uua gita ! sociale al Monte Maggiore fissando all' uopo il seguente programma: Partenza da Pisino (luogo di convegno) Giovedì 33 Agosto col treno ferrov. alle ore 8,50 pom. per Lupoglav. Da Lupoglav la sera stessa i gitanti si porteranno a Vragna. Venerdì 24 escursione sul monte — al dopo pranzo, escursioni nei dintorni a piacere. Sabato 25 alle ore 1 antimer. partenza per Lupoglav; da Lupoglav partenza per Pisino alle ore 2,41 antim. Arrivo a Pisino alle ore 4,5 antim. Speciale comitato prese l'incarico di provvedere per quanto i luoghi visitati lo permettono agli agi dei Sigg. gitanti. Le spese verranno ripartite fra gli intervenuti. Quei Sigg. soci che intendono prender parte alla gita sono pregati di darne avviso almeno 8 giorni prima alla scrivente onde si possan iu tempo utile prender le necessarie disposizioni. Pisino il 1 agosto 1877. DALLA PRESIDENZA NB. Per quei Sigg. gitanti che desiderassero di fare la sera di Venerdì 24 ritorno a Pisino, saranno, semprechè dieno previamente avviso alla scrivente, disponibili particolari vetture. Delle antichità di Capodistria Ragionamento di Gian Rinaldo Carli (F. il JST. 10 e seg.ti) XXIX Ora ritornando a noi, rifletter primieramente possiamo, che ove era Archigallo ivi era collegio de' Galli, e dove i Galli ivi il tempio di Cibelle, e dove il tempio, ivi simulacro di lei; e poscia conchiudere che in Egida questa dea avesse tempio, adorazione e Sacerdoti; ritrovandosi quivi memoria d'un Archi-gallo. Ed in vero nella seconda guerra cartaginese come scrive Livio (1) essendosi da Passinunte trasportata in Roma la statua di Cibelle, la quale però al dire di Cicerone presso Olao Borricchitt (2) era informe, potè benissimo passare il suo culto nel municipio nostro d'Egida. Ed infatti io m'induco a creder così non tanto sull' iscrizione dell' Archigallo, quanto dal vederla incisa alla parte d' uno de' due antichi leoni, che servono di base alla porta australe del nostro duomo, e sono questi che qui esponghiamo, sdra- Questa è la regina di tutte le nostre antichità. Non v' a dubbio che questi sieno i leoni di Cibelle ; lo dimostra l'inscrizione dell' Archigallo ivi incisa all'opposta parte del leone ove termina la figura dell' animale ; e la loro bene espressa venerabile antichità. Da' leoni invero era portata tal dea. Xévsvis; jj.lv