ANNO XII Capodistria, 15 Ottobre 1878 N. 20 LÀ PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Effemeridi della città di Trieste e de! suo Territorio Ottobre 16. 1509. — Il consiglio manda ambasciata al duca di Brunswick per dirgli, che i Boemi hanno deliberato di abbandonare la città non avendo le paghe. - 5. 17. 1428. Il maggior consiglio delega i tre giudici e il consiglio minore a scoprire i cittadini che sviarono i mercadanti di vini, consigliandoli di rivolgersi a Muggia per 1' acquisto della ribolla e del moscato, e li autorizza a bandire contro di essi un castigo proporzionato. - 13, 54\ 17. 1428. — Il maggior consiglio riconferma Benedetto mastro balestriere per altri tre anni con la solita paga di annui ducati 16 d'oro e l'abitazione gratuita, assicurandolo che il comune acquisterebbe ogni anno quattro balestre nella festa del Corpus Domini, due a lire dieci l'una,edueaun ducato ciascheduna. - 13,541-. 17. 1499. — Il patrio consiglio, consenziente il civico capitano, vieta ai soldati tedeschi di portare schioppi o lancie, ma la sola spada mentre vanno per la città, tranne quelli che si recano alla custodia delle porte, e ciò in seguito ad un tumulto accaduto. - 10, V, 351. 18. 1496. — Muore il civico capitano Gasparo Rauber; i suoi visceri vengono sepolti nella cattedrale di S. Giusto, il suo corpo è portato a Lubiana. - 8. 19. 1300. — Il vescovo Arrigo de Puppis investe il giustiuopolitano ser Andrea de' Giroldi del feudo di Calisedo, situato nella diocesi pa-rentina - 5. 19. 1303. — I triestini venuti alle mani con Dietalmo signore di Duino, lo uccidono e con lui cadono il signore de Vinchenstayn, dieciotto nobili della Carintia e molti altri; vittoriosi s'impadroniscono delle armi nemiche e di 152 cavalli. - 25, XXXI, 171. 19. 1334. — Il maggior consiglio autorizza il proprio podestà, ser Federico Dandolo e i cittadini Boba (Zorobdbele) de' Leo ed Amizzo Mostel-lo a comperare in Venezia delle granaglie. - 5. 19. 1334.—Ilmaggiorconsiglio nomina un'ambasciata per portarsi a Venezia dal Doge ed ultimare certe questioni col comune di Capodistria riguardo la strada che conduce nella carniola e la fovea in Zaule, cioè la Grotta di San Servolo. - 5. 20. 1288. — La Repubblica di Venezia lascia libero il passaggio agli Anconitani che conducevano in patria cento tavoloni di quercia per costruire delle barche da opporre a que' di Trieste che corseggiavano nelle acque dell' Adriatico. - 6. 20. 1370. — I duchi - Alberto e Leopoldo cedono in perpetuo, con atto stipulato in Lubiana da Giovanni de Ternavia loro plenipotenziario, alla Repubblica veneta tutte le loro azioni e ragioni che potessero vantare sopra la città di Trieste e luoghi a lei spettanti. - 19, III, 239. 21. 1499. — La curia vescovile condanna a lire 400 il canonico don Giovanni Battista de' Cancellieri per avere ferito il canonico decano don Leonardo de' Bonomo. - 8. 22. 1329. — L'ambasciatore del comune triestino do- manda al parlamento generale del Friuli, radunato in Udine, dei suseidii in grano, del quale la città aveva sommo bisogno. - 29, IV, 278. 22. 1518. — Carlo V e la regina Giovanna accordano ai naviganti e commercianti Triestini nel regno di Napoli gli stessi privilegi, goduti dai Fiorentini. - 22, 68. 22. 1842. — Il civico magistrato, patrono della cat- tedrale di San Giusto, abroga 1' antica concessione dell' uso delle banche in essa chiesa a certe famiglie benemerite. - 8. 23. 1452. — Gabriele de' Gabrieli vescovo di Capodi- stria conferma con delegazione papale la sentenza pronunciata contro don Martino de Los, investito dai Signori di Duino della pieve di Torre Nova (Dorneg); minaccia i Valsee e don Martino della scomunica, ed ove perdurassero nell'opposizione ai diritti del vescovo di Trieste invoca l'aiuto del braccio secolare in appoggio della sentenza. - 10, IV, 238. 24. 1428. — 11 minor consiglio assieme ai tre giu- dici condannano alla prigionia i cittadini Giusto de Vida sive de Praga, ser Nicolò de Villaco e ser Antonio de' Vrisingoi, i 24 25 25. 25. due primi sino alle feste del Santo Natale, per avere sviato dalla città i mercanti d^. vino e per averli suggeriti di portarsi a1 Muggia per l'acquisto della ribolla e de?' moscatello, il terzo sino li 11 del prossimo novembre per essersi espresso che non avrebbe nessuna difficoltà di accompagnare i detti mercadanti sino a Muggia. - 13, 54.b 1668. — Collocato ch'ebbe Eugenio Gasparini di Padova, mastro organista, l'organo della cattedrale di San Giusto, la città di Trieste gli sborsa lire 7000 pari a 700 scudi. - 8. 1422. — Il maggior consiglio accorda al piranese ser Almerico de Petrogna, incarcerato per sentenza del vicario per ducati 125 d'oro che doveva a ser Francesco della Fontana da Pordenone, di far valere iu appello i suoi , diritti per non marcire in prigione. - 13, 37.b 1615. ■— L'armata veneta invade e saccheggia le ville di Cernicale, di Cernotti e di Terpze, soggette alla giurisdizione di Trieste. - 14,117. 1813. — Le truppe francesi si ritirano da Trieste, consegnano la città agl'Inglesi ed agli Austriaci, i quali ultimi riserbansi il solo governo civile. - 23, I, 173. 26. 1362. — Il comune di Trieste si obbliga di sborsare a Giovanni de Stenberg (Arensberg, Po-stoina, Arae Postumiae) marche 1100 di frisachensi, dovutegli da alcuni privati. - 5. 26. 1615.--Il provveditore dell'Istria, ser Bernardino de Lezze, manda buon numero di soldati veneti a saccheggiare la villa di Cornegliano, soggetta al Triestino Benvenuto barone de' Petazzi. - 1, III, 165. 1202. — Arrigo Dandolo doge di Venezia obbliga la città di Trieste all' antico annuo tributo. - 19, III, 423. 1152. Alessandro papa III conferma al monastero di San Giorgio Maggiore di Venezia la donazione della chiesa dei Santi Martiri presso Trieste, donazione fatta già dal vescovo Ar-tuico nel 1115 li 12 ottobre. - 40, IV, 251. 1386. — Il comune di Udine scrive al Doge di imprigionare Boinasutto della Terra d'Isola, accusato di voler consegnare Muggia ai Triestini. - 10, V, 309. 28. 1414. — Il patrio consiglio delibera di incantare per anni dieci le rendite delle saline del coni uue, situate fuori della porta di Riborgo presso le civiche mura, e la fornace in Valeteli vo, coll'obbligo che il deliberatario debba circuire le saline di arginatura, scavarvi i fossi e mantenerle in buon ordine. - 13, 6.b 7.a 1426. — Il vescovo Marino de' Cernotis, appianate le differenze col clero e col consiglio, entra in città e celebra la prima messa solenne in San Giusto. - 1, II, 225. 1413. — Il maggior consiglio accetta per anni due qual maestro balistario certo Marco in luogo di mastro Giovanni de Spaleto; gli assegna 24 annui ducati coll'obbligo di fabbricare balestre pel tiro al palio nelle solennità dei Santi Patroni della città. - 13,4.a 30. 1369. — Il comune d'Udine manda due fide persone verso Trieste per rilevare la verità dell' approssimarsi di truppe venete e di soldati 27. 28. 28. 28 29. del duca d'Austria alla città. - G. 30. 1509. — Il duca di Brunswick raccomanda alia città di Trieste a mantenersi forte ed animosa contro il nemico, nou potendole mandare soccorso alcuno, perche impegnato nella custodia di Gorizia, di Oormons e di Tolmino, e molto più per essere il di lei soccorso appoggiato al vescovo di Lubiana il quale tiene a sua disposizione per questo fine 200 cavalli e 800 pedoni parte della Carniola e parte della Stiria. - 5. 31. 1450. — Papa Nicolò V delega il vescovo di Ca- podistria ed il canonico don Giovanni Rim-niza pure di Capodistria, perchè pongano fine ai defraudi commessi da donna Caterina vedova d'Ungerspach e da altri a danno del capitolo di Trieste. - 6. 31. 1463. — Il comune d'Udine elegge ser Nicolò Passerini a capitano delle cèrnide per andare contro Trieste, e gli assegna un mensile di 20 ducati. - 6. 31. 1809. — Il tribunale militare francese, residente in Trieste, condanna alla pena di morte Giovanni Le Terrier de Manteau (detto Mon-techiari) ed altri otto suoi compagni, colpevoli di ribellione e di brigantaggio, e di aver tentato di sorprendere ed invadere la Terra d'Umago. - 7. num. 88. CORRISPONDENZE Rovigno, 12 ottobre 1878. Il nostro Consiglio Comunale dopo la rinuncia del signor Pietro Angelini dai posto di podestà in snstitiu-zione del pure rinunciante Dr. Matteo Campitelli ha rassegnato in massa le proprie dimissioni, dichiarando di non voler fare un'elezione contraggenio. In seguito a ciò si vocifera che iu base allo statuto della città, quelli che verranno eletti nou rimarranno in carica che soltanto pei soli sei o sette mesi che mancano all'espiro del triennio. Conoscendo questa circostanza, il consiglio, a parer mio, non doveva sì tosto dimettersi, ma bensì andare avanti alla meglio, sino a che fosse stato legalmente e naturalmente compiuto il suo mandato. E questa anche pare fosse stata dapprincipio l'opinione più generale, senonchè ha mutato di avviso allorché le migliori persone declinarono la candidatura, ed esso, il Consiglio, non voleva andare avanti col provvisorio mediante il sostituto del podestà, signor Federico Spongia, che sarebbe stato posto a capo dell'amministrazione. Se in fatto poi il Consiglio voleva rimanere in carica sino la fine del triennio, avrebbe dovuto prima concertarsi bene sulla persona da eleggersi e non fare quella strana votazione, in seguito alla quale nessun cittadino poteva accettare una carica; per cui il signor Angelini dovette rinunciare un posto al quale veniva eletto con 11 schede bianche dopo tre votazioni nulle. Il Dottor Campitelli però, secondo l'opinione di molti, anche tra i suoi aderenti, non doveva scegliere un simile momento per abbandonare il suo seggio, ma doveva farlo o subito quando venne per la terza volta eletto, oppure aspettare la fine del triennio cbe poi non era molto lontana. Comunque sia, noi ora ci troviamo in piena crisi municipale. Dopo otto anni è venuto finalmento l'istante in cui il Dottor Campitelli, chiamato un tempo dall' unanime voto dei cittadini ed eletto podestà fra il plauso generale, deve lasciare la scranna podestarile; e tutti gli uomini spassionati devono riconoscere il bene incontestabile ch'egli ha fatto alla sua città natale; benché di più avrebbe fatto, se fosse stato sorretto nel suo bellissimo e vasto programma di miglioramenti della città. E poi, noi dobbiamo in gran parte al Campitelli se nello scorso inverno molte famiglie non sono state prossime a morir di fame; al Campitelli, che ha saputo trar profitto dalle sue aderenze e da peculiari condizioni per ottenere al paese la fabbrica dei tabacchi, che dà lavoro a quasi un migliaio di persone, in specie del sesso femminile ; e cosi pure col mezzo suo, Rovigno ha un tronco ferroviario che altrimenti forse non avrebbe avuto. Del resto è inutile far qui gli elogi di lui, chè non ne ha di bisogno. Il miglior elogio per un galantuomo, sta nella propria coscienza e nella gratitudine degli onesti. Ora che avverrà? Ecco la domanda che molti si fanno. Il paese stanco ormai dello sterili lotte assisterà forse indifferente e alla elezione del nuovo Podestà e alla conseguente caduta del Magistrato. Così deve succedere sempre là dove i migliori se ne stanno in disparte e il popolo credenzone si lascia condurre pel naso da pochi mestatori, che vogliono salire. Passando ad altro, come già saprete il Comitato della Società agraria istriana ha creduto bene, 3tante le luttuose circostanze in cui si trovano non poche famiglie della nostra provincia a cagione della guerra, di rimandare ad epoca indeterminata (probabilmente al prossimo Decembre) il Congresso che si doveva tenere in questa città nella seconda quindicina del mese corrente. Ed ora finisco, salutandovi. s. Pregati, pubblichiamo: Dall' Istria, nell' ottobre. Quel valoroso ingegno che fu Ippolito Nievo, in una noterella del suo romanzo II conte pecorajo, dice a un dipresso le seguenti parole: "Moltissimi sono appo di noi coloro, che pur avendo su per le dita la geografia e la storia de' più remoti paesi, non conoscono menomamente la terra che li vide nascere e ne ignorano del tutto i fasti.„ Quest' accusa del Nievo noi dobbiamo invece rivolgerla a molte scuole della nostra provincia. Difatti è qui che i bambini principiano ad apprendere i rudimenti di geografia e storia universale, e vi sapranno dire con molta scioltezza quale sia •il maggior fiume d'America, quale la più alta catena dei monti dell' Asia, dove scaturiscano, come si chiamino i confluenti del Danubio e del Reno; ma ignoreranno i limiti dell' Istria, non sapranno indicarvi le fonti de' suoi piccoli fiumi, e rimarranno a bocca a-perta all' udire i principali suoi prodotti. D'altra parte essi sapranno enumerarvi la serie degl' imperatori del Sacro Romano Impero, o vi narreranno per filo e per segno le imprese di Serse o quelle di Alessandro, le vicende della guerra dei trent' anui, ma non sapranno dirvi per esempio i nomi dei più celebri patriarchi e marchesi che dominarono l'Istria, le loro imprese, ed ignoreranno affatto l'epoca interessante della repubblica veneta. Ma di chi la colpa? È certo che i bambini i-gnorano la struttura e le vicissitudini della loro patria perchè nessuno si curò mai di fargliela apprendere. Eppure quanto importante sia d'introdurre nelle scuole istriane cotesto insegnamento non vi dovrebbe essere alcuno che lo neghi. Ciò non ostante io so esservi ancora di quelli le mille miglia lontani dal sentirne l'importanza e la necessità. Per essi la conoscenza del luogo natio sembra doversi succhiare col latte materno, epperò la trascurano, riputandola studio inconcludente. Ma chi pensa al glorioso nostro passato, ai suoi splendidi periodi, ricchi di fatti e di consolanti deduzioni, non sconsiglierà i giovanetti dall'applicarsi a studio sì nobile ed interessante. D. Il merito dell'iniziativa di questi congressi è interamente dovuto ad una nostra città consorella, alla città di Gorizia. Nell'autunno del 1870 quella benemerita Società Agraria ha invitato i bacologi italiani e gli austriaci a riunirsi per iscambiare le lore opinioni sulle malattie che da tanti anni scemano i raccolti dei bachi, scoprirne le cause e studiarne tutti i mezzi possibili per combatterle e vincerle. Il primo congresso bacologico ebbe infatti luogo a Gorizia, dove il concorso dei bacologi fu numeroso e superò la generale aspettazione per l'importanza degli argomenti che vi si tennero. Dopo Gorizia, la città di Udine aperse un secondo Congresso nell' anno 1871; quindi Rovereto nel 1872; due anni dopo esso ebbe luogo in Francia a Montpellier ; nel 1876 a Milano, e nel settembre di quest'anno nuovamente in Francia, nella sua capitale. Presidente della prima seduta fu il Ministro d'a-gricoltura, il dotto Teysseranc de Bort, che pronunciò uno splendido discorso per ringraziare i membri, intervenuti a trattare sopra un téma che tanto interessa la scienza, l'industria, l'agricoltura e la prosperità di tutti i paesi sericoli. Dopo questo discorso, l'oratore invitò la presidenza del Congresso a prendere il suo posto, che fu occupato per la massima parte da italiani: Cor-nalia, Martelli, Bolognini, Cantoni, Levi, Susani, e Bolle; tre francesi: Dumas, Pasteur, Perrier. La prima questione fu rivolta alle due grandi malattie del baco : pcbrina e flaccidezza. Per ciò che riguarda la prima, i Congressi precedenti hanno rico-, nosciuto e stabilito che „la presenza dei corpuscoli nelle farfalle e nelle sementi è un indizio certo della sua esistenza; di maniera che evitando di mettere a riproduzione farfalle infette, e ad allevamento semente infetta si evita pure la propagazione della pebrina." Per ciò che spetta la flaccidezza non si hanno dati concreti e precisi per conoscerla preventivamente; comecché l'illustre Pasteur abbia asseverato che la flaccidezza e ereditaria e che se ne trova il germe negli organismi di fermentazione della foglia del gelso, esistenti nel canale intestinale del baco. Opinione combattuta da egregi bacologi italiani. Ma il punto importantissimo era di sapere se vi fosse correlazione fra quegli organismi prodotti dalla fermentazione nel canale intestinale dei bachi e la flaccidezza, perchè se per avventura si venisse a questo convincimento, si potrebbe in avvenire scemare e fors'anco togliere i danni della flaccidezza, evitando di mettere alla riproduzione quelle farfalle che provengono da bachi aventi nel canale intestinale di tali organismi; il che si rileverebbe anche coll'esame delle dejezioni fecali. Altri quesiti importantissimi sono: conoscere le circostanze nelle quali „si sviluppa la flaccidezza; i mezzi preservativi e curativi; i caratteri che devono avere le farfalle riproduttrici per evitarla e dar seme sano e robusto; in fine alcune questioni d'embriologia." Eeco press'a poco gli argomenti del Sesto Congresso, che furono discussi principalmente da Pasteur, da Yerson, da Vlacovich, da Susani e da Cantoni; non però in modo da esaurirli a pieno per la somma loro difficoltà. Il settimo Congresso avrà luogo nell'anno 1881 in Italia, e precisamente a Siena. q. 7. il fondcTdì beneficenza della Scuola Reale Superiore di Pirano L'istituzione dei fondi di beneficenza per studenti poveri è, secondo noi, una tra le più nobili e proficue che abbia ideato la moderna filantropia, perchè con essa si stende la mano soccorritrice a que' giovani, che spinti da vera vocazione per lo studio, andranno un giorno ad ingrossare la falange de' benemeriti cittadini e saranno così di lustro al loro paese. Anche la Scuola Reale Superiore di Pirano, che indubbiamente occupa un posto distinto fra i ragguardevoli istituti della nostra provincia, ha aperto, or non è molto, uno di questi fondi, e il merito precipuo è dovuto alle zelanti prestazioni del professore Don Nicolò Spadaro, coadiuvato dai professori Pietro Petronio, e Michele Dottor Supancich, che ne rappresentano in pari tempo il Comitato. Un semplicissimo statuto (Y. più sotto) approvato dal Consiglio scolastico provinciale, ne prescrive le modalità perchè l'istituzione mantenga salde radici. Noi nutriamo ferma lusinga che la novella fondazione abbia ad attecchire, sorretta com'è dal valido appoggio della inclita Giunta provinciale, e di parecchi municipii istriani, ai quali vogliamo sperare si uniranno degli altri generosi, specialmente fra privati, che coli'incoraggiare e soccorrere gli studenti poveri, saranno da essi retribuiti col lavoro indefesso e coli'onestà de' propositi. Ora ecco lo Statuto di questo pio fondo: Capitolo L Scopi e modi di raggiungerlo. §. 1. L'istituzione ha per iscopo di sussidiare poveri e meritevoli scolari dell'i, r. Scuola Reale Superiore di Pirano. a) Col pagar loro la tassa scolastica per il primo semestre del primo anno esclusivamente. b) Col fornirli dei libri e requisiti necessari alla scuola, come pure col distribuire loro oggetti reali, eventualmente offerti in dono al fondo. c) Col somministrare loro sussidi in danaro. Capitolo II. Mezzi. §. 2. I mezzi verranno forniti: A) Da un fondo iu danaro, alla formazione e mantenimento del quale serviranno: a) le offerte pecuniarie di enti morali 0 di privati; b) i redditi di eventuali trattenimenti (pubbliche prelezioni, letture ecc.); c) gì' interessi dei capitali del fondo stesso. B) Da oggetti reali (libri, requisiti scolastici, vestiti ecc.) provenienti: a) da offerte di benefattori; b) da acquisto. Capitolo III. Rappresentanza ed amministrazione. §. 3. Il Direttore dell'i, r. Istituto rappresenta l'istituzione di fronte all'Autorità ed al pubblico e pone il visto agli atti relativi. §. 4. La gestione amministrativa è affidata ad un comitato di tre membri eletti annualmente dalla conferenza del corpo docente fra i docenti eflettivi, uno dei quali riceve dalla stessa l'ufficio di cassiere. — La conferenza nomina contemporaneamente due revisori della cassa e dei conti relativi. §. 5. Il cassiere, dietro deliberazione della conferenza, investe i capitali, facendoli vincolare a nome del fondo di sussidio dell'i, r. Scuola Reale Superiore di Pirano. §. 6. L'importo delle offerte (2 A, a — B, a) e dei redditi pecuniari (2 A, b) del primo anno costituisce il fondo stabile originario. §. 7. Gl'introiti degli anni successivi, per il primo decennio vanno per una metà ad incremento del fondo stabile e l'altra metà viene impiegata in sussidi (semprecchè i benefattori, la cui volontà è da osservarsi puntualmente, non avessero a disporre diversamente): risultando un civanzo viene pure capitalizzato. I capitali sono da investirsi iu obbligazioni di stato vincolato al nome della fondazione. §. 8. Dopo il primo decennio il corpo docente decide in quali proporzioni sarà da provvedere al fondo stabile ed ai sussidi. §. 9. Il cassiere oltre all' osservanza delle norme statutarie è obbligato ad una regolare ed evidente tenitura d'un apposito libro d'entrata ed uscita, i IO. L'amministrazione verso la fine d'ogni anno scolastico presenta alla conferenza del corpo docente il resoconto della gestione amministrativa approvato e firmato da due revisori. Il medesimo viene poi pubblicato nel programma scolastico insieme al nome dei generosi oblatori. Capitolo IV. Distribuzione dei sussidi. 11. Le offerte saranno da distribuire secondo i bisogni eventuali e con l'osservanza delle norme dello statuto. |, 12. Le sovvenzioni vengono accordate dalla conferenza del corpo docente dietro proposta del Comitato amministrativo, sopra domanda in iscritto a lui presentata, i. 13. La povertà dello scolaro dovrà essere evidente o da apposito attestato di povertà o da altra frova attendibile. I pronunciare sul merito dello scolaro spetta ai docenti del rispettivo corso, j. 15 Le sovvenzioni non potranno essere concesse a scolari, che godessero d'uno stipendio od altro annuo sussidio maggiore di Sor. 50. j. 16. I libri o requisiti scolastici conservabili, somministrati durante l'anno scolastico, dovranno essere restituiti all' amministrazione alla fine del medesimo. Capitolo V. Disposizione finale. f. 17. Il corpo docente si riserva, il diritto di potere, in base ad esperienze fatte, riformare il presente Statuto coli'approvazione superiore. (. 18. In caso di scioglimento dell'istituzione i fondi sussistenti dovranno passare al Municipio di Pirano, il quale dovrà impiegarli nella formazione di stipendi da conferirsi a poveri studenti piranesi. NOTÌZIE Nell'ordine del giorno della VII seduta, la Dieta provinciale di Gorizia, approvò il conto preventivo pel 1879 del fondo dell'Istituto comprovinciale dei sordomuti proposto dal comitato di finanza: con un introito di fior. 8,688.26 Hi (fior. 5,406.76 a favore della provincia di Gorizia e fior. 3,281.50 a favore dell' Istria) ; con m esito ordinario di fior. 17,573.5 ed un esito straordinario di fior. 3,495.57; quindi con un esito complessivo di fior. 21,068.63 l\t (fior. 12,185.38 ^ a carico della provincia di Gorizia, e fior. 8,883.25 a carico dell'Istria); e con uu deficit risultante di fior. 12,380.37 da supplirsi con 3|3 dalla provincia di Gorizia e con da quella dell' Istria. Il fondo di beneficenza, istituito nella Scuola Reale di Pirano con decreto 12 maggio del Consiglio scolastico provinciale, ricevette da generosi oblatori l'importo di fior. 387, ripartito così: Dallo spettabile Municipio di Pirano fior. 100 » di Pola „ 50 » „ „ di Lussinpiccolo „ 15 » „ d'Isola „ 12 Dalla spettabile Giunta provinciale „ 100 „ „ Amministrazione del Consorzio dei sali in Pirano fior. 100 Dal sig. Ispettore scolastico provinciale _10 Totale fior. 387 La consacrazione del vescovo di Parenzo ebbe luogo nella Metropolitana di Gorizia alla presenza di quell' arcivescovo, dei vescovi di Trieste, di Lubiana, e dell'arcivescovo cattolico di Costantinopoli. L'associazione forestale, convocata quest'anno a Trieste, discusse, fra altri argomenti, se sia consigliatile nelle condizioni attuali del Carso, la divisione tra privati dei boschi e pascoli comunali, e quali metodi sieno, sulla base delle fatte esperienze, da preferirsi per l'imboscamento del Carso. È aperto il concorso a tutto il 18 ottobre ad un posto di maestra 0 di maestro di scuola civica popolare pel secondo gruppo, nella città di Rovigno. Come pure è aperto concorso al posto di maestra superiore di Ia Classe a Capodistria. È aperto altro concorso sino al 10 novembre al posto di maestro stradale a Fianona. A Trieste venne sciolta dall'i, r. Luogotenenza l'Associazione tipografica, per aver essa "oltrepassati i limiti della sfera d' azione assegnatale dai propri staiuti sociali. „ Al congresso della Società italiana di Scienze naturali ch'ebbe luogo a Varese, il professor Callegari pronunciò applaudite parole in nome della società veneto-trentina di Scienze naturali. La cittadella di Castelfranco (Veneto) inaugurò il dì 5 del corrente, con tutta solennità, una grandiosa statua all'insigne suo concittadino, il pittore Giorgio Barbarella detto Giorgione. Per tale circostanza venne composta la seguente iscrizione: Giorgio Barbarella — detto Giorgione di Castelfranco — di — colorito vigoroso e magico — superò — tutti gli emuli — negli effetti del chiaroscuro — sollevando — i sensi a serafica idealità. Vedi »Provincia", 16 aprile 1877, N.° 8, pag. 63. _ Cose locali La spettabile Direzione del periodico aL' Unione,, consegnò al Municipio fiorini cento, iu uuo al pubblicato resoconto amministrativo del IV auno, 9 ottobre 1877 — 25 settembre 1878, ed ai documenti relativi. La spesa preliminata per l'amministrazione delle strade comunali ruotabili della regione stradale di Capodistria peri' anno 1879, è di f.ni 6261, che siproponedi coprire: I. Col presumibile civanzo-cassa del 31 dicembre 1878, di — fior. 3000. II. Con le addizionali del 9 per cento sopra le dirette e bellica dello Stato dell'intera regione stradale sopra la prescrizione dell'anno di fior. 60000; della regione il 9 per cento fior. 5400 ; dei quali il presumibile incasso sulla base dell'incasso dei decorsi anni sarà di circa — fior. 1800. III. Collo sperabile incasso di vecchie restanze degli anni precedenti, di circa — fior.1400. Totale degli incassi preliminati — fior. 6200. Questo incasso, di confronto alla spesa preljminata, presenta un deficit Ai — fior. 61; che si propone di coprire coll'economia da tenersi su tutte le strade amministrate ; trovandosi tutte in buon ordine è quindi sperabile che non vi sarà bisogno di straordinarie riparazioni. Distinta della spesa per il p. v. anno 1879, di confronto a quella dell'anno 1878. anno 1878 anno 1879 Al Titolo I. Stradini, fior. 2256- 1356-„ „ II. Assistenza „ 1520- 1250-„ „ III. Ghiaja „ 1990- 1595- „ „ IV. Lavori d'arte, „ 800- 800-„ „ V. Rimunerazione „ 60- 60-„ „ VI. Spese d'amministrazione, affitto locali, spese di cancelleria indennizzi di via ai membri del Comitato. „ 600- 600-„ „ VII. lmpreve- dute e straordinarie spese „ 600- 600-Totale della spesa prelimi-nata fior. 4825- 6261-Colla riduzione di spesa pel p. v. anno 1879, il Comitato ritiene di poter far fronte alla gestione stradale coll'importo preliminato e propone un' addizionale sopra le indirette e bellica dello Stato del 9 per cento, anzicchè del 12 per cento come per gli anni addietro, salvo però sempre eventuali straordinarj disordini elementari. _ Appunti Bibliografici Pasquale Villari. Niccolò Machiavelli e i suoi tempi illustrati con nuovi documenti. Vol. L Firenze. Successori Le Monnier 1877. Il Machiavelli è un autore di moda. Gli studi, le critiche, le raccolte di documenti più o meno nuovi, gli opuscoli, i libri si succedono uno dopo 1' altro. Ed è naturale. Fatta l'Italia si prediligono quegli scrittori che prepararono i nuovi tempi ed educarono il sentimento nazionale : tra questi primo nel suo secolo il Machiavelli. A ciò si aggiunga il concorso a premio, aperto da non so qual istituto letterario od accademia fiorentina: premio che due anni or sono non fu ad alcuno aggiudicato. Solo si ebbe allora una menzione onorevole a titolo d'incoraggiamento Carlo Gioda, attuale provveditore agli studi in Padova, pel libro: Machiavelli e le sue opere, Barbera. Firenze 1874: lavoro paziente, erudito, ma troppo analitico e laudatorio. Ed ecco ora il Professore Pasquale Villari che viene a dire forse 1' ultima parola nella grave questione. Certo in questi ultimi anni, dopo la Storia di Firenze dell'illustre Gino Capponi, non è uscita nessun' altra opera più grave e pensata di questa in argomenti storici: nè meno era ad aspettarsi dalla dottrina e dall'ingegno del chiarissimo professore. Di quest' opera è uscito per ora il primo volume, diviso in tre parti: Introduzione. Libro primo (Dalla nascita del Machiavelli alla sua destituzione dall'ufficio di segretario dei Dieci). Appendice di documenti. L'introduzione è divisa in quattro capitoli: 1. Il rinascimento 2. I principali stati italiani 3. Letteratura 4. Condizioni politiche dell' Italia alla fine del secolo XV. Questa introduzione da per sè forma come un capitolo di storia letteraria, il quale mentre giova allo storico per la conoscenza dei tempi, reca non poco lume ali uomo di lettere per lo studio dell' intricatissimo quati trocento. Non è adunque il solito sguardo ai tempi dg discorso accademico e della lezione; ma è parte di uì tutto, che sta all' opera come il pronao alla cella d un tempio. Nel primo libro si discorre del Machiavelli nellj varie sue legazioni, quindi più dell'uomo politico e prai tico che dello scrittore ; pure quanto ne dice 1' autori basta a farci travedere nel secondo volume le concia sioni. Fino dalle prime pagine di fatto spicca netta i distinta la figura del segretario fiorentino co' suoi grana difetti e con le sue grandi virtù; non qui detrazioni ni panegirici importuni; il Villari s'innalza a più spirabili aere, e al lume della scienza, senza studio di parti, senzi invidia e pietà ci presenta il Machiavelli quale lo rej sero le sue inclinazioni, gli studi ed i tempi, e ne rilevi stupendamente il carattere. Vedasi in particolare ci{ che l'autore ne dice a pag. 481, toccando del Decen^ naie primo; e più ancora a pag. 519, dove incalorend« lo stile esalta il principale merito di lui nella provvida e santa istituzione della milizia fiorentina. Ecco il brano bellissimo del Villari: — "Calunnia atrocemente il Machiavelli, o non lo conosce punto chi dice che egli non ama e non ammira la virtù. Non bisognerebbe es> sere nati d'uomo, ripete egli più volte, per non amarla, non ammirarla ; e le parole con cui la esalta hanno spesso tanta eloquenza, che nessuna rettorica potrebbe mai suggerirle, se non venissero veramente da una grande convinzione. Ma la morale era per lui, come pel secolo in generale, un affare del tutto individuale e personale; l'arte di governare, di comandare, di dominare non era fn opposizione ma inch'pernfente affatto (fa essa. L'idea d'una coscienza e moralità pubblica, intelligibile solo, quando s'abbia già il concetto della unità e personalità sociale, che ci fanno comprendere chiaramente come non solo per gl'individui, ma anche per le nazioni, il vero governo sia il governo di sè stessi, e come esso porti inevitabilmente seco una propria responsabilità; questa idea mancava affatto al secolo XV, e non fu mai chiara neppure dinanzi alla mente del Machiavelli. Singolare secolo di fatto questo del rinascimento. Dopo tanti studi, dopo tante ricerche, molte ma molte questioni rimangono ancora insolute; c' è una questione morale specialmente, ed una di lingua. A spiegare la prima, cioè il fatto della grande civiltà e della grande sceleraggine del secolo XV il Villari scrive: ;'I1 fatto principale del secolo XV è questo che le istituzioni medievali avevano in Italia prodotto una società nuova ed un progresso civile tale, che esse si trovarono a un tratto divenute insufficenti o anche dannose. Una radicale trasformazione e rivoluzione era quindi inevitabile. Or fu nel momento appunto in cui questo generale svolgimento sociale segui va nella penisola, che gli stranieri le piombarono addosso, e le resero impossibile l'andare innanzi., E questa è luce, specialmente poi per quanto il chiarissimo autore vi aggiunga subito sulla natura delle istituzioni feudali. Pure la questione più che sciolta appare accennata ; vi è luce vivissima sì, ma come di lampo che abbaglia e rende poi più oscuro il sentiero. Perchè rimane sempre a domandare come le istituzioni medievali dopo aver eccitato un tanto progresso'abbiano a un tratto mancato all'officio loro, e si siano trovate inette a dirigerlo.E quali istituzioni ? Forse quelle chia- te altrove (pag. 32) nebbie dall'autore, l'abbandono le quali ridusse gl'Italiani allo studio della realtà? rto nella vita possente, piena del trecento ci doveva ere qualche principio regolatore, diciamolo pure iaro, il grande principio cristiano da non confondersi i la scolastica, con le esagerazioni e coi disordini Roma papale; l'abbandono del quale si ritiene da liti causa prima della corruzione e dei disordini sociali 1 secolo successivo. Rimane poi un altro dubbio, se |la ttuta dello straniero, cioè, meglio che causa, come vuole Villari, non sia stata effetto della corruzione medena, specialmente qualora si rifletta che il chiamatore un italiano e che senza la corruzione già preesisten-degl'italiani non avrebbe potuto porre ad effetto i oi malvagi disegni. Una più chiara spiegazione del Ito altri trova nel noto passo del Machiavelli stesso ve incolpa la curia romana della pessima vita e dei sordini in cui erano condotti gl'Italiani. Toccando poi della questione letteraria laddove »mina le opere del Pontano, il chiarissimo autore irive: "Qui si osserva lo stesso fenomeno che nel oliziano ; un gusto classico, finissimo; uno stile ludo, evidente, spontaneo, come di chi usa una lingua iva : perchè anche qui la nuova dote del latino nasce ill'innesto di esso col linguaggio parlato dall' autore ie pero non è il fiorentino, ma un italiano napoleta-izzato. "È molto, ma non è ancor l'ultima parola, questo latino vivo, fresco, più che la società d'allora, un rappresentava il mondo delle accademie e dei dotti., come una lingua morta diventava così fresca ad un atto ? "Il periodo letterario più spiccio e alla mano in proviene forse, per tacere di altre cause, dall'ab-indono dell'imitazione del Boccaccio, che, tornata ad (ore nel secolo d'oro, ci regalò le prose pesanti del ambo, del Loilio ¥„ Insomma troppi misteri, troppi fenomeni ; da un illari il lettore ha diritto di attendere anche la spie-izione del numenon. Un' altra osservazione, e dal lato storico, vorrei re all'autore : osservazione che è d'interesse speciale ir la nostra Provincia. Leggesi a pag. 55: „Primi il secolo XV a sentire le unghie del Leone di san [arco furono i Carrara, signori di Padova, che finirono Irangclati. 1406. Dopo di ciò fu mandato a Padova a rettore pel civile, un capitano pel militare, lasciando itatte le antiche leggi ed istituzioni locali. Lo stesso igni, o era già seguito altrove nel Friuli, nell'Istria, Vicenza, Verona, Treviso., Questo accomunamento «11'Istria colle altre provincie sorelle non è esatto, erchè le unghie del Leone qui non si fecero sentire, i invece quasi tutte le città istriane si ricoverarono itto le sue ali per spontanea dedizione. Ad eccezione i Capodistria e di Pola dove i capitani del popolo o-ìillarono fra i due partiti, patriarcale e popolare o ineto, tutte le altre città e terre si diedero a Vene-ia come a loro naturale proteggitrice, tostochè pote-rao liberarsi dall'odiato domiuio del patriarca d'A-lileja. Così Valle fece nel 1264, Rovigno nel 1266, Imago nel 1269, Cittanova nel 1270, san Lorenzo nel 271. E Pirano l'anno medesimo restringeva nel suo ggimento i poteri patriarcali, e voleva veneto il »desta. Adunque di due secoli anteriore e ben d'altra itura, è il dominio di Venezia sull'Istria, che quello i terraferma. Il primo è naturale, pacifico, antico; un'unione di vari comuni posti sullo stesso lago, uniti da interessi comuni; il secondo è aggressivo, più moderno ; e non si ha quindi a confondere col primo. Questo fatto del massimo interesse per la nostra Provincia, appare pienamente provato dalle raccolte di carte e dagli studi dell'illustre Kandler; dalle pazienti e dotte ricerche del bravo nostro patriotta Tomaso Luciani, ora R.° Conservatore delle antichità a Venezia: e più che tutto dal Prodromo alla storia dell'Istria dell' egregio professore C. A. Combi (nella Porta Orientale strenna per Panno 1857) che primo avvertì questo fatto e invitò il lettore a farne le necessarie deduzioni. Alcune sue parole vogliono essere rammentate: — „Ed è invero mala cosa vedere come molti dei nostri scrittori di storie, negletta la verità, perchè schivi della fatica di far disamina circa le condizioni e gli avvenimenti particolari delle provincie meno studiate, asseriscono conquiste della Venezia sull'Istria, tratti in inganno dalle ostilità del magistrato marchesale o da qualche passaggera dissenzione con qualche singolo comune: sciagure, pur troppo, non già per anni, ma per secoli, più frequenti e gravi nel restò d'Italia, (pag. 47). Il professor Villari, esempio di attività, non è schivo certo di fatica; piuttosto l'errore si deve ascrivere alle condizioni bibliografiche d'Italia che rendono difficilissimo conoscere ed avere libri delle provincie più lontane ed immeritamente neglette. I documenti poi raccolti in fine del volume hanno un grande interesse storico ed anche letterario, come le epistole del Buonaccorsi che ci dimostrano quanto al basso fossero caduti i costumi dei letterati del tempo, ed anche gettano non poco lume sulle relazioni del Machiavelli con la moglie Marietta. Ancora una parola sullo stile del libro. Sogliono i critici del vecchio stampo, quando si parla di libri storici instituire paragoni coi latini e coi classici del cinquecento. Un libro di storia è bello, quando si può paragonare o all'abbondanza liviana o alla stringatezza di Tacito. Niente di tutto questo : lo stile del libro che esaminiamo; stile semplice, preciso, fluido, che rende netto il pensiero è semplicemente stile Villari. Sono tanto pochi i libri che meritano una tal lode! P. T. Bollettino bibliografico Programma della Scuola Reale Superiore di Virano. Anno 1877-78. Annunciamo, piuttosto in ritardo, quest'utile pubblicazione scolastica di un importante istituto della nostra provincia; perchè appena in questi giorni ci fu concesso di averla tra mani, essendoci stata spedita dalla cortesia di quella Direzione. Noi abbiamo sempre annunciato volontieri quanto interessa la nostra provincia, e specialmente quanto riguarda la sua attività in argomento di studii; perciò diamo di tutto grado un riassunto anche di quel libro, togliendone le seguenti notizie: L'istituto piranese contava alla fine dell'anno scolastico 1877-78 scolari 102, dei quali 99 furono classificati, riportando 14 la prima con eminenza, 60 la prima, 14 la seconda riparabile, 10 la seconda irreparabile ed 1 la terza. — Gli studenti appartenevano, com'è naturale, in massima parte all'Istria; ce n'erano però anche di Trieste, di Venezia e per fino della Dalmazia. Ne furono stipendiati 9 coll'importo complessivo di f.ni 968 ; uno venne sussidiato dal fondo istriano. All'esame di maturità si presentarono 9 candidati, 5 de' quali soltanto furono dichiarati maturi, 3 rimessi a due mesi in una materia, 1 a sei mesi in tutte. L'istituto ha oltre il direttore, 10 docenti effettivi e 2 supplenti. Nel decorso anno venne pure eretto un fondo di beneficenza che si aperse subito con un importo di fni. 272, elargito in massima parte dal Municipio e Consorzio sali di Pirano, nonché dai Municipii di Pola e d'Isola. Precedono le notizie scolastiche un brevissimo scritto scientifico del Dottor Locati, direttore dell'Istituto, ed un letterario, in lingua francese, dell' infaticabile professore Oscarre de Hassek, del cui merito la Provincia ha parlato nel N.o decorso, recando il lusinghiero articoletto di un giornale di Roma, molto apprezzato ed autorevolissimo. Piccola Raccolta di esercizii pratici di grammatica e di lingua italiana. Trieste, Stab. tip. Appolonio. — Autore, Francesco Marinali. Il docente comunale di Trieste, signor Francesco Marinaz, ammaestrato da un'esperienza di quasi vent' anni di scuola, si determinò a pubblicare una piccola raccolta di pratici esercizii di grammatica e di lingua italiana a guida degl' insegnanti ed in sussidio degli allievi delle scuole elementari. Accade talvolta che il maestro non abbia in pronto una serie copiosa, od almeno sufficiente di pratici esempj per chiarire le regole spiegate; laonde il Marinaz ha posto mano a questa opericciuola collo scopo di rimediare, per quanto era da lui, a siffatta mancanza e porgere ajuto al docente affinchè possa procedere nell' insegnamento senza intoppi, con ordine ed esattezza. Salvo brevi cenni, egli omise le regole di grammatica e si attenne semplicemente agli esercizii pel pratico apprendimento della proposizione e delle singole parti del discorso ; lasciando al discernimento dell' insegnante la scelta opportuna dei numerosi esempj prodotti ed il modo della graduata loro applicazione. Avuto riguardo eziaudio ai corsi superiori dell' ampliata scuola popolare, egli ci aggiunse un'appendice agli esercizj sulle parti del discorso, la quale tratta succintamente degli omonimi e dei sinonimi; delle figure grammaticali; del comporre; della locuzione propria e figurata; de' principali generi di componimenti, e in fine la definizione di parecchie scienze ed arti. L'autore avverte poi, che, per molte frasi, definizioni, e noto illustrative, si giovò precipuamente del Borgogno, del Puoti, del Paria, del Picei, del Fanfani, del Tommaseo e di altri insigni maestri. Dichiarando di non aver pretensioni di sorta, il Marinaz prega gli onorevoli suoi colleghi a volergli accordare il loro appoggio in questo suo primo sperimento ; poiché, conscio di non aver fatto un lavoro perfetto, sottopone, non senza trepidanza, all'indulgente giudizio del pubblico la sua compilazione. La raccolta consterà di circa 8 fogli di stampa in 8.0, ed uscirà alla fine del p. v. novembre. Il prezzo di una copia sarà di soldi 40, pagabili alla consegna del libro ; -chi intende associarsi deve firmare una scheda, che spedisce il compilatore stesso dietro richiesta, e poscia inviarla a Trieste, via S. Michele, N. 33. Gli associati fuori di Trieste riceveranno il libro franco di porto, verso rivalsa postale. È uscito in Pola coi tipi G. Seraschin un nuovo periodico col titolo il Risorgimento, ed è diretto dal signor Alfonso Pozzatti, e redatto dal signor Giorgio Barich. AVVISO AGLI AGRICOLTORI Qualche tempo fa, la Dorifora, il terribile distruggitore delle patate, era comparso in Germania. Me diante energici provvedimenti, il male fu annichilato e l'Europa consideravasi immune da quell' insetto. Pe mala sorte, ora esso torna alla carica. S'ebbe annunzio della sua comparsa nella Poloni; Russa, proprio alle frontiere dell'Impero germanico. I raccolti ne sono infetti, e colla celerità con cu la Dorifora esercita la sua azione devastatrice, ess sono attualmente quasi distrutti. I consueti provvedimenti non essendo stati, a quant sembra, usati con sufficiente energia in tal congiun tura, è ragionevolmente a temersi la propagazione del mal L'amministrazione tedesca si premunisce per im pedire l'entrata dell' insetto, dal quale il territori prussiano è direttamente minacciato. (Italie) RETTIFICHE Chi ha letto nella "Provincia* gli Appunti Biblio fici di un noto e stimato nostro collaboratore, col ti tot Gli Zinganiin Italia,si rammenterà come l'egregio autor abbia stabilito subito dapprincipio di dividere il pregevoli tema in tre parti, cioè: 1.1precursori. — II. 1 cultori. -HI. Gli oppositori. Nei Numeri 17 e 18 dello stess periodico furono pubblicate la Ia e IIa parte coli' esatt loro titolo; ma fatalmente, per una svista del correttore passò nel N.° 19, IIIa parte, quello della IIa; mentr vi andava posto il titolo — Gli oppositori — il quale come il lettore si sarà accorto, è il vero titolo appropriai dall' autore a quella parte dello scritto che tratta dei vaio rosi campioni che si oppongono alle stranezze e alle no vit; della cosidetta Boemia letteraria. * r. Anastasio Buonsenso, ossia il professor Baravalle non è 1' autore dei Paralipomeni, come si era supponi nell'ultimo articolo: Gli eingani in Italia, III, Gl oppositori. Vuoisi ne sia autore un siciliano, da qualch anno dimorante a Milano. In ogni modo, stiamo allegri chè il diavolo è morto! p. j NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FKA TRIESTE-CAP« O ISTRI A col piroscafo giustinopoli Col giorno 1 Ottobre 1878, fino a nuovo avviso, veri attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO partenze nei giorni feriali: Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 9 ant. escluso il Venerdì II. „ „ „ 12 mer. III. „ „ „ 5 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 7i|2 ant. II. „ „ IO1/8 ,. escluso il Venerdi III. „ „ „ 31/2 pom- partenze nei giorni festivi : Da Trieste per Capodistria I. corsa alle ore 9 ant. II. „ „ „ 12 mer. III. „ ,, „ 61/4 pom. Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 7i|2ant. II. „ „ „ 10X12 „ III. „ „ „ 5 Pom. Prezzo di passaggio Per ogni persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi 30. Il punto d'arrivo e partenza in Trieste è il Molo S. Carlo, < in Capodistria il Porto. _ Ricevuto il prezzo d'abbonamento dai signori: Società del Casino — Dignano — primo semestre a. c; E N. Stradi — Pirano — anno corr.; — I. R. Spedizione del Gazzette — Trieste — terzo quad. corr; — Giuseppe Kienich; — Graz — anno. corr.