L' ASS0C1AZI0HE per un anno anticipati f.- 4. III. ANNO. Martedi U Settembre 1848. Ritardato per la speranaa di assumere le nomine al Consiglio Municipale. 52-53. Al Sig. Luigi Gravisi Lessi nell' Appendice delt Osservatore del 7 settembre 1848 N. 108 le vostre parole = dovete sapere che questo Signore (Dr. Kandler) per certi suoi piani, ha voluto rappresentare 1' Istria in una sua carta geo-grafica (Vedi foglio i Istria N. 9 del 1846) in molto piu ampio spazio che i confini naturali e le istoriche memorie noi comportano, e che quindi ampliando il do-vette fare appunto verso Settentrione ed Oriente =. Vi invito a manifestare in quel modo che piu vi aggrada, purche sia pubblico, questi miei piani di cui avete conoscenza, e pei quali sembra mi vogliate trasportato dal tavolo letterario ad altro laboratorio. Vi invito a fornirne le prove, perche i tempi nei quali si potevano dire cose fra i denti od ali' orecchio sono passati. Attendero una settimana la vostra manifestazione e comprovazione, mancando le quali, dovrei ritenere che non abbiate dette quelle cose di vostra scienza. Ouanto al tuono che prendete con me, non me ne adonto; col titolo di gentiluomo che čredo vi era proprio per nascita, ne avete anche deposto i modi. Al pubblico fo sapere che non conosco punto la vostra persona. P. Kandler. Triestini aH' assedio di Duino nel 1547. Molte volte ci e accaduto di udire in volgari e nobili parlari chc Trieste non prestava e non presta nulla per la difesa militare dell'Iinpero e quasi gallina bianca pretenda che le sue uova sieno preferite a tutte le altre; ci 6 accaduto di udire che Trieste non voleva saperne di armi, e che anzi reclamava esenzione odiosa agli altri. Oggidi, a dir vero, le cose sono arrivate a punto non lieve di confusione per cui noi stessi non dovremmo piu sapere ne cosa e nostro diritto, ne cosa 6 nostro debito, perchč i pensamenti divergono assai, fra quelli che deli'antico vorrebbero i privilegi favorevoli, e formare del rimanente questa citti a modo loro, e quelli che non vorrebbero scomposti gli elementi so-ciali, e soltanto applicata loro la novella liberta, e quelli che vorrebbero profittare delle convulsioni inseparabili dali' introduzione del novello ordine di cose per rido-nare il febbricitante a quella salute che intendono. Molto si parlo della milizia di Trieste e fu questa perfino argomento di gelosie; noi avremmo desiderato di trovare vere alcune asserzioni divulgate colle starn-pe; ma sia la cosa come si vuole, essa verra in chiaro, e verra a sapersi in quale modo i Triestini soddisfarono al debito loro militare, se sia vero che anche altri li abbiano in cio aiutati; c se Trieste ne vada esente, e stia a miglior condizione assai delle provincie vicine. Non parleremo dei tempi presenti o vicini; daremo invece documento del secolo XVI del quale e chiaro che i Triestini non ricusavano il servigio militare. "Noi Giudici et Conseglio della citta di Trieste facciamo fede con le presenti nostre, che siamo stati ri-cercati questi giorni passati dal magnifico signor Chri-stoforo Chilenberg regio vicedomo in Crain, in esecutio-ne d' una lettera della Sacra Regia Maesta signor nostro clementissimo, che li dovessimo prestar conseglio, et aiuto per assediar il Castello di Duino, et prender Mat-thias Hoffer capitanio di quello: Noi come obedienti es-secutori di quella volentieri l'habbiamo fatto, e di que-sto a Noi non e stato possibile, perche mandato a tal effetto con esso signor Vicedomo e circa 300 de Nostri huomini, ma per essere detto Castello ben fornito d' ar-tiglierie cosi di quelle, che appartiene al Castello, come e di quelle che pertinivan alla Fusta Reggia: Le quali per il passato furono consegnate per il signor Nicolo della Torre al detto Hoffer in detto Castello, le quali esso Hoffer ha adoprato, et tirato molti colpi contra detti nostri huomini, li quali non havevan artiglieria da bat-ter detto Castello, come haveria bisognato a far 1'effetto della captura per tal cause. Et massime per esser venu-to in soccorso del delto Castello il signor Nicolo della Torre Capitanio di Gradišča con vinti cavalli, et vinti archibuseri a pie circa, nel qual Castello era Misser Francesco della Torre del q.m Misser Zuanne de Gorizia con suoi servitori, et due boinbardieri salariati da Sua Maesta condotti li drento per il prefato Misser Nicolč; la detta nostra gente havendo stato li alquanti giorni con non poca sua incommodita, et spesa di que-sta citta, s'ha levata dali'impresa, et tornata a časa, e per il prefalto signor Vicedomo ne ha richiesto, che vo-lessimo lassar 80 huomini ali'assedio del detto Castello. Noi considerando, che li voria grande numero di gente a far tal assedio, per esser detto Castello sitto in loco di tal sorte, et per havere appresso un Borgo molto spatioso, et murato provisto d' artiglierie, et huomini, et bombardieri, et massime del soccorso ut supra condot-togli: Et considerando etiam che a volerlo perfetlamen- te assediar vi voria gente per mare, etiam per terra, et addesso per essere 1' Inverno regnano in quel Iocco venti grandissimi, ita che mal la gente potria accamparsi per terra, et peggio per mare, per le fortune che sogliono usare, et considerando che il detto Castello e vicino per inezzo miglio todesco a' lochi Veneti nostri naturali ini-mici. Et che detto Hoffer ha con loro grandissima aini-citia, et parentella per haver maritate tutte sue sorelle a suddili Veneti; per tal cause ne ha parso che delta nostra gente ut supra resisteria li senza profitto alcuno, et con pericolo evidente d' esser una notte assaltati al-1' improvisa, et morti tutti. Percio habbiamo pregato la Signoria d'esso signor Vicedomo, che vogli accettar que-sta nostra risposta in bona parte, offerendosi che ogni volta, che sara messo buon ordine di poter condur a eseculione tal impresa, o altra, che sia d' honor et utile a Sua Maesta, non siamo per sparagnar la vita, ne le povere nostre faeolta, alla quale si degnera Sua Signoria di raccomandarci. "In quoruin fidem has seribi iussi-mus, ac publico Civitatis Tergesti sigillo muniri manda-vimus. Data Tergesti die 11 mensis Decembris 1547. Joannes Marin Basileus Tergestinus Not. Publicus de mand. seripsi, et subscripsi„. • Dell' antico Episcopato di Ilovigno or soppresso. Diremo poehe parole sopra il veseovato di Rovi-gno, piu ad eccitamento per migliori notizie, di quello che ad illustrazione di uua chiesa da molto tempo sop-pressa, e. troppo--dimenticata od ignorata. Antichi autori deli' epoca romana, ed il Prete Gui-do da Ravenna che copio antichi itinerari e portolani (del quale allra volta ci accadde di parlare) memoraro-no tra le isole istriane quella di Cissa, superiore alle altre certamente per grandezza, per importanza nelle navigazioni, ed aggiungeremo per appariscenza sia a chi la guardasse da terra, sia a chi i' inconlrasse navi-gando. Non piu del nome dissero i geografi; altre memorie posero in questa la tintoria della porpora, cioe la Notitia utriusque Imperii, confermata da lapida rinvenuta alla Punta Barbariga, detta anche Cissana, o come qualcuno volle anche Pisana. II nome non e soltanto di un' isola istriana, altre ve ne erano di simile od eguale nome sulla costa Li-burnica, e S. Girolamo parlo della Liburnica quando disse di Cissa (Ep. 33). II Fabrizi, nella sua Geografia Tomo V riportato dal Portinari, fa menziono di lettera di-retta da Decimo Secondino ai procuratori e difensori Cissensi, e vi aggiunge che questi Cissensi erano popoli deli' Istria. Non sapremmo cosa giudicare, non cono-scendo ne P opera, ne la letlera. I nostri geografi furono assai diseordi nel ricono-scere quale fra le isole istriane fosse la Cissa degli antichi; noi seguendo P importanza materiale e maritti-ma, diremmo essere questa il S. Andrea presso Rovigno, isola che unita aH' allra di S. Giovanni prima che il ter- reno s' abbassasse (di che si hanno assai prove sul litorale istriano) conteneva spazio non mediocre, di gran lunga maggiore a tutti gli altri isololti, che dicono scogli. Illustre autore penso di ravvisarla nella cosi detta Minore dei Brioni, ma quell' Arcipelago forma gruppo di isole si vicine, che sarebbe arduo il volerne staccare una per darle importanza da se, mentre quell' isole si dissero in numero plurale Pullariae. La credenza che Cissa fosse Minore venne da lapida tratta dalle rovi-ne della Punta Barbariga; pero questa lapida non parla deli'isola, sibbene del Baffio o Tintoria; non parla del Baffio come esistente tra le rovine dove fu rinvenuta, anzi 1' indicazione che la meinoria alzata al Patrono del Baffio Cissense fa ritenere che noi fosse nel luogo ove la lapida fu originariamente posta, e che sembra essere quel medesimo ove fu ritrovata; non essendo costume di indicare i nomi dei luoghi se le lapidi venivano coli locate in questi luoghi medesimi, ed essendo invece costume di indicare la citta dalla quale si rilevava la carica, se il monumento venisse pošto fuori del territorio della citta. La Punta Barbariga era entro il territorio di. Pola. Diamo 1' inserizione la quale stava gia nel Museo Nani di Venezia, ora Dio sa dove. 0 • C • PETRONIO • M • C • PETRONII • F • VI • VIRO • AVG PROČ • BAPHII • CISSAE • HISTRIAE • ET • COLLEG PVRPVR • CISSENS • HISTRIAE • PATRONO T • CORNEL • CHRYSOMALVS • PVRPVRARIVS • AVG • LIB La quale leggenda ci avverte come a "Ouinto Cornelio Petronio, Seviro Augustale di Pola, Procuratore o Capo della Tintoria di Cissa, e Protettore del Collegio dei Por-porari di Cissa, un liberto di imperatore del principio del III secolo, di irortie T. Cornelio Crisomalo, porpora-rio esso pure, alzasse memoria,,. Ed e riinarchevole come il luogo di Cissa, per distinguerlo da altri di eguale nome, si dicesse CISSA HISTRIAE, il che meglio persuade che il monumento fosse alzato fuori di Cissa medesima. I ruderi antichi che si veggono alla Barbariga potrebbero far pensare che su quella punta stasse il Baffio, ma gli avanzi da noi veduli posti a confronto con altri poste1-riormente esaminati ci persuadono che fosse piuttosto am-plissitna fornace da mattoni, se non sola, certamente precipua, poiche gli indizl di questa sono frequenti e certi, scarsi ed incerti quelli che si riferiseono a tintoria siccome amplo stabilimento. Ouest' officina di mattoni sarebbe stata di A.FAESONIO. II nome di Punta Cisana o Česana che ha il pro-montorio oggidi detto punla Barbariga ha fatto propen-dere per Minore siccome P isola piu prossima sila Punta. Leggemmo scritto il nome anche Pisana volendolasi detta cosi da possidenza della nobile famiglia Pisani; ma seguendo le migliori e piu ripetute autorita dovrebbe ri-tenersi Cisana o Cissana. E questo il promontorio il piu rilevato della costiera da Fasana fino a S. Andrea, dal quale promontorio si vede benissimo P isola, anzi figura come punto rilevatissiino sull' orizzonte. Non sarebbe improbabile che per la stessa causa per la quale si intitolarono le porte delle antiche citta ed anche delle moderne dalla citta piu prossima cui si va dalla porta, si dicesse punla Cissana, non gia perche stčsse nell' agro od in prossimita di Cissa, ma sulla via marina verso Cissa. Se la notizia di lettera diretta ai procuratori e di-fensori Cissensi fosse sincera, e se potesse riferirsi alla Cissa istriana, converrebbe dire che formasse comune da se, Comunque cio sia, egli e cerlo che Cissa rimaneva esclusa dali' agro, non solo colonico, ma anche del giu-risdizionale di Pola, il quale terminava al braccio set-tentrionale del porto di Vislro, ed era lontana dali'agro colonico e dali' agro giurisdizionale di Parenzo. Non e fuor di ragione che P isola di Cissa accogliesse non solo il Baffio che da lui prese il nome, cenlro di quelle agenzie che si stendevano per tutta la costa delPAdria-tico superiore ma altri caseggiati, quasi punto precipuo di quelle abitazioni che non mancavano sulla costiera. Corre voce che sull'Isola S. Giovanni stesse 1'antico castello che aveva nome di Rovigno, e corre voce che se ne vedessero in tempi addietro le rovine; indizi di abbassamento del suolo maggiore che altrove, non man-cano qui. Le quali voci autorizzerebbero a pensare che sull' isola, fosse una, o fossero le due di S. Andrea e di S. Giovanni, P uno capo fosse Rovigno, P altro Cissa, nome nobile questo, volgare 1'altro, e che piu tardi a-vesse prevalso quello di Rovigno siccome quello del popolo che e duraturo, a quello di Cissa dato alla parte ove risiedeva il governo, e P industria speciale insigne. Non sarebbe nuovo in Istria 1'esempio di citta o castel-la che avevano dupjice distinta condizione, e nome di-verso nelle varie parti; ne sarebbe contro la pratica deli' Istria il vedere pianlate borgate e citta in isole, anzi le isole, o pressocche isole,. furono preferite, siccome Capodistria, Alieto, Sipar, Umago, Cittanova, Parenzo, e lo stesso Rovigno moderno. Gli alti ecclesiastici della provincia Aquileiese re-gistrano due vescovi di Cissa, che erano indubbiamente deli'Istria, 1'uno Vindemio del 579, P altro Ursino del 679. Non erano questi Corepiscopi, ne Secundi Throni, perche sedevano nei Sinodi, erano Vescovi di rango pari agli altri sei. della penisola. Ouesti, noi diremmo, essere stati deli' isola di Cissa, o di Rovigno, ed il pen-sainento e sulfragato da molte ragioni. La tradizione vorrebbe 1' antico Rovigno sulPisola di S. Giovanni; noi collocheremmo. Cissa sulPisola di S. Andrea, e penseremmo che il vescovo fra i due nomi di Cissa e Rovigno, assumess.e il piu nobile, siccome fecero i Vescovi di Cittanova che si dissero sempre Emonienses. Dislrulta P antica Rovigno e per conseguen-za Cissa, locche avvenne intorno P anno 800, la serie dei Vescovi Cissensi fu rotta, non cosi 1'episcopato, il quale rimase nella sua integrita. Altrettanto avvenne a Capodistria che fu in commenda dei Vescovi di Trieste fino al 1186, altrettanto avvenne piu tardi del Vescovato di Cittanova che fu dato in commenda ai patriarchi di Ve-nezia, senza che ne Capodistria, ne Cittanova avessero mai cessato di essere Episcopati. Corre tradizione che nelPottavo secolo il corpo di S. Eufemia approdasse a Rovigno; ci pare di avere udi-to che prima di giungervi avesse toceato un' isola, e se la memoria non ci tradisce, che avesse toccato S. Andrea. Ouesta tradizione ci avvertirebbe come Rovigno al pari di Parenzo e di Pedena non avesse santi municipali e martiri propri ed al pari di quelle chiese li avesse da altre parti, non gia nell'800, ma nel sesto secolo, nel tempo della fondazione dei vescovati istriani, o poco dopo, quando le relazioni con Costantinopoli divennero pili frequenti, o piu addietro ancora quando nel IV secolo i cristiani alzarono pubbliche chiese. Parenzo, Pedena, Rovigno avrebbero avuto i loro corpi santi da lontane provincie di la del mare. La tradizione avvertirebbe come il corpo santo fosse dapprima approdato al-1'isola di S. Andrea, ali'isola di Cissa, e piu tardi nel secolo VIII fosse passato nell' odierno Rovigno rifatto cogli avanzi di Cissa e di Rovigno in isola. Le quali cose non intendiamo dette in diminuzione delPapprodo miracoloso, ne per Rovigno, ne per Parenzo, ne per Pedena; noi pensiamo che la tradizione collochi la narra-zione fra le pie credenda; pensiamo che le congetture storiche non detraggono punto alla venerazione verso la Santa. E qui notiamo cosa che forse non e da nulla. Ove erano chiese di primo o di secondo ordine, le abbazie furono prossime. In Rovigno non vi e memoria di ab-bazia che fosse sulla terra ferma, bensi abbazia sull' isola di S. Andrea; potrebbe essere che 1'abbazia antica si fosse fondata nel luogo stesso ove risiedeva P Episcopato. L'approdo del corpo santo sarebbe a noi indizio che P episcopato prendesse sede in Rovigno, nell' ottavo secolo dopo i rovesci sofferti da Cissa; pero vescovi non vi furono piu od almeno sono ignorati. Come avviene in simili časi, il vescovato di Cissa destituto dei propri vescovi venne dalo in commenda ad uno dei vescovi pros-siini, al vescovo di Parenzo, e la commenda passo col decorrere dei tempi in aggregazione, o come oggidi si direbbe, in fusione. E adonta di cio rimasero assai indizi della primitiva condizione. Fino a giorni nostri o prossimi a noi, assai tiaccie duravano nei secoli decorsi troppo inavvertite e neglette. Si vorrebbe che Carlo Magno abbia fatto inenzione del vescovato di Rovigno, ma la carta che si produce, e una frode del nodaro aquileiese Bellone, fatta ad istan-za e pagamento degli Udinesi, e non potrebbe che aver-si come falsa atteslazione di cosa che pur era vera. Ma ali' incontro si hanno altre cose : "II palazzo che il vescovo aveva in Rovigno presso la chiesa, pel terreno del quale anche tuttogiorno pagasi canone alla Mensa vescovile di Parenzo. "L'obbligo che aveva il vescovo di Parenzo di ri-siedere in Rovigno la meta deli'anno. "La presenza nel Medio Evo di un Arcidiacono in Rovigno. "La presenza di un Vicario generale in Rovigno che duro fino al secolo passato, poi convertito in officio di Auditore Generale che cesso appena nel 1810; di un Vicario che aveva giurisdizione (non sappiamo se anche la polizia del clero) giudicava le cause matrimoniali fino a' tempi recenti, ed aveva P uso di un proprio sigillo vescovile. "La Prepositura antica, che e indizio come Rovigno fosse chiesa da se degna di proprio superiore, la quale Prepositura prese sede nel palazzo vescovile. "II Capitolo colle insegne della zanfarda, insegne che si dicono proprie dei capitoli cattedrali. "L' antichita della controversia sui vescovato, e la credenza che se i Rovignesi fossero riusciti di levare a Parenzo la sedia del vescovo, Rovigno sarebbe stata re-sidenza costante„. Da secoli, non da giorni soltanto si ritenne che Rovigno avesse proprio Vescovato e cid fu argomento di questioni e di gare troppo antiche, troppo durevoli, per non avere fondamento in tradizione antica e costante. Li quali indizi sarebbero completi se il titolo della chiesa che 6 della Beata Vergine, fosse della Beata Ver-gine assunta in cielo; e se il capitolo di Rovigno avesse esercitato la polizia penale sui clero di quella che si riteneva essere diocesi di Rovigno. Ouesta diocesi, per quanto rilevammo, abbraccia-va oltre Rovigno, Valle, Due Castelli e S. Vincenti, con una estensione di superficie di cinque leghe tedesche, superficie pari a quella della Diocesi Emoniense, pari a quella della diocesi Giustinopolitana; maggiore di quella della diocesi Petenate, pari ali'agro giurisdizionale e co-lonico di Pola. Avremmo qualche dubbiezza per S. Vincenti che fu in antico abbazia soltanto; perche questo nome figura fra le possidenze dei Vescovi di Pola; qualche parte di Gemino potrebbe avervi appartenuto, poiche nel secolo XIII i Vescovi di Pedena non reclamavano contro quelli di Parenzo, tutto P agro geminese, bensi tre chiese. Ouesto agro ecclesiastico di Rovigno verrebbe mi-rabilmente a spiegare come i confini antichi della diocesi parentina e della polese, corressero nelle regioni meri-dionali al Leme in forma che non sembra corrispondere alle fisiche configurazioni ed in forma che non presenta grandi regolarita, perchč cio sarebbe avvenuto per ag-gregazione del territorio Rubinate. E questo agro era sufficientemente ampio, sparso di traccie d' antica opu-lenza, fornito di abbazie fra le quali le insigni di S. Pe-tronilla, di S. Michele di Valle, e d' altre che non oc-corre nominare. Cio spiegherebbe perche Rovigno figurasse nel pla-cito istriano come tassato con due terzi di cio che pa-gava Trieste. Ma altra irnportanza ebbe Rovigno nell' antichita, la quale forse non lievemente influi che avesse vescovato. Abbiamo sospetto che nell'agro rovignese risiedes-se qualche tempo deli'anno il procuratore romano della provincia, il governatore deli'Istria, officio che sebbene poggiato a Liberti a motivo della piccolezza della provincia, era di somma autorita. Ma queste cose abbiamo dette nella speranza che altri e migliori indizi vengano esplorati e resi noti. Le elezioni pel Municipio. Cosa del tutto nuova non soltanto per 1'attuale ge-nerazione di uomini, ma per i piu provetti, si fu 1' elezione di cariche, di deputati, di Consiglieri municipali, venute in uso dopo proclamata la costituzione. Molti vi-venti ricordano benissimo i tribunali pubblici, la discussione orale, 1 a Municipalita propria, la Guardia nazionale, e noi stessi, sebbene allora infanti, ricordiamo quanto queste forme imponessero e facessero venerata la giustizia, il governo, la forza pubblica; ma le elezioni non occupavano il popolo come oggidi. Pili addietro, quando esisteva il Consiglio patrizia-le, le elezioni erano interne di questo corpo, tanto di se medesimo quanto delle persone componenti il Tribu-nale, il Magistrato e gli inferiori dicasteri; e se la farna non suona fallace, si vuole che per le nomine di impie-ghi a cui era ammissibile qualunque senza preparazicne mediante lo studio, i brogli (cosi li chiamavano) non. fossero sempre senza danaro. II popolo veniva convocato bensi al suono della campana deli'arrengo (esiste tutto-. ra) ma soltanto per udire pubblicati dal poggiuolo an- -.. nunci straordinari, o le condanne di rei, e siccome altra campana di quella stessa torre suonava per convo-care il consiglio; e noto lo scherno che soleva fare certa persona, or defunta, che da capitano di cavalleria passo immediatamente a Consiglio di provincia, e vantava modestamente di se — io solo ho regolato tutta questa provincia — il quale soleva dire quando squillava la campana per esporre qualcuno aila berlina — ora fanno un patrizio di Trieste. Le prime elezioni nel nuovo ordine di cose furono per la Commissione della guardia nazionale; e proce-dettero con tutta semplicita e con frequenza di votanti siffatta, che pochi si astennero dal votare. Le seconde elezioni furono quelle per la commis- . sione chiamata a costituire il novello municipio, e la base fu improntata invero allo Statuto; pero al popolo che ignaro alfatto si era, e della legge e della cosa, si tac-" que onninamente quali potessero venire eletti e quali no, per cui il popolo senza esserne punto conscio trasgredi la legge, e la ratifica data aila trasgressione e prova che la trasgressione non era vietata, sebbene il popolo non la desiderasse, appunto perche ignorava la legge stessa,-Si formo allora una classe di eleggibili quelli di fiducia voce questa da lungo adoperata in luogo di quella che secoli sono si diceva bailia o balia e che non era ne piu ne meno che un potere dittatorio dato per fiducia. E molti del popolo compresero la cosa diversamente, e * credettero che la classe degli uomini di fiducia, fosse quella che altra volta si diceva dei Caporioni, dei Tribuni del popolo, dei Ciceruacchio moderni. Ouesta classe do-veva surrogare quella deli' intelligenza, della probita, e dei meriti distinti, e la doveva surrogare appunto per mettere in pratica i principi proclamati dalla costituzione che dava luogo distinto al sapere. Gli elettori ebbero le liste degli eleggibili della categoria dei possidenti, dei negozianti, dei laureati in ogni facolta e scelse fra questi; nessun proclama che chiarisse al popolo ne I'oggetto pel quale doveva atti— varsi la Commissione, ne le doti di mente che dovevano avere gli eletti. Fra gli elettori non furono compresi gli abitanti della campagna. Corre voce che qualcuno si per-mettesse non solo brogli, ma che le schede fossero sta- te vendute e comperate, riempiute a piacere..... ma que- ste devono essere voci maligne, e noi non oseremo ri-peterle, perche quando non vediamo le cose coll' assi-stenza di due testimoni che abbiano tutti i requi'siti della legge, e depongano giuratamente, noi non crediamo. Abbiamo detto altra volta, e ci piace ripeterlo, le persone elette furono buone; come abbiano lavorato noi sappiamo che dagli effetti, perche le sedute furono segrete, non pubblicati i dibattimenti in oggetto di tanto interesse, quale si era quello di costituire il novello municipio, secondo le massime di liberta data dali'Imperatore. A questa elezione tenne dietro 1' altra, quella pel Parlamento Costituente di Francoforte, e queste elezioni mostrarono per la prima volta i modi che si dicevano di liberta, e che diedero esempio ai procedimenti futuri. Da un decreto deli'I. R. Magistrato pubblicato nel N. 45-46 apparisce che P Autorita superiore (e per questa inten-diamo il Governo), abbia disposto ed ordinato tutto cio che riguardava Francoforte; difatti lessimo proclami di Autorita superiore, ricchi di proinesse di futura prosperita, e di vantaggi incalcolate, specialmente derivabili da una flotta germanica. A nessuno veramente sembro dubbio se Trieste foi-masse parte della Confederazione Germanica, e sebbene cio fosse avvenuto senza consenso del popolo, e ne avesse avuto conoscenza soltanto quando chie-sto un Ginnasio italiano collo studio obbligato della lin— gua tedesca, ne ebbe uno tedesco collo studio libero e dissuaso deli'italiano pel motivo che Trieste apparteneva alla Confederazione Germanica (il che se non fosse stato P avrebbe avuto italiano); nonostante cio, non fu messa in dubbio la partecipazione. Per lo che a molti sembro superfluo il falso ragionamento adoperato dalPAutorita, che Trieste essendosi data ad un Principe tedesco, era per cio divenuta citta germanica; e sembrava piuttosto necessario di avvertire il'popolo che in Francoforte si sarebbe trattato di creare un nuovo impero, e cosa al--tro dovesse sortirne, per trarne la adesione a questi cangiamenti politici, che avrebbero potuto avere conse-guenze non del tutto piacevoli e vantaggiose per molti riguardi. Ed e percio che pur sospettandosi un cangia-mento, moltissimi insistevano che i diritti deli'Imperatore e delPAustria rimanessero illesi. I preparativi a queste elezioni cominciarono con articoli che spiegavano come in altri paesi si formavano per simili effetti dei club, e pur troppo e vero che in uno di siffatti articoli si diceva che altrove si usava mettere a morte od in prigione quelli che avessero opinio-ne in minorita, e di questo articolo seppimo essersi fatto un auto-da-fe in certo luogo di pubblico convegno. II cfub si formo difatti sotto nome di Giunla Centrale, ed a molti sembro una piramide che dalla cima scen-desse a terra, in luogo che da terra s' alzasse alla cima. Di seduta in seduta il numero dei partecipanti s'accreb-be, vi furono parlari frequenti, caldi, vi furono candida-ture, professioni di fede, promesse e dichiarazioni, e chiusi i dibattimenti si procedette alle elezioni. Non sappiamo se la Giunta avesse realmente poteri pubblici; certo si e che fu considerata dali'Autorita provinciale come ne avesse, e dirimpetto al pubblico agi come avesse autorita'. Parve prevalere la massima che fosse necessario a costituire la novella Germania, un legale, ed un negoziante. Grande movimento ci fu e vedemmo persone anche rispettabili muovere in giro per la citt£ a persuadere i pigri, e gli indifferenti, ed avvertendoli che da un solo voto poteva dipendere la rovina o la fortuna di Trieste. II corpo elettorale si raduno alla Bor- sa e senza intervento alcuno di autorita, fu fatta P elezione dei deputati e dei costituiti, tutti del corpo mer-cantile, compreso il legale che e addetto alla Borsa. I giudizi furono diversi; chi credette di vedere grandissima partecipazione e regolarita; chwiir incontro indifferenza della popolazione, ed operazione piu priva-ta che pubblica, ed a questa opinione propendono quelli che lessero i nomi, professione e patria degli elettori d i prima mano; vi fu chi riguardo di vantaggio gli stam-pati fatti in proposito; chi invece li trovo troppi ed anzi pel loro numero e continue ripetizioni generanti mal-fidenza nella causa, che se di tanto vantaggio patente, non aveva duopo di tante raccomandazioni officiali, se-mi-officiali e private. La terza elezione fu quella pei deputati alla Co-stituente di Vienna; questa elezione fu regolata dalla legge, dalle cui massime discordarono le elezioni fatte finora, e fu regolata dalla autorita municipale. Bensi formati i due collegi elettorali pei due circondar! in che era diviso il comune si volle che i due collegi elletto-rali si unissero in una sola congrega di privata autorita, per predisporre le elezioni, e si formo un offlcio, che agi ad imitazione della giunta, richiese candidature e professioni di fede ed ascolto promesse. La quale cosa a tutti non piacque, perche al diritto di influire procla-mato da parecchi per le elezioni di Francoforte, veniva a sostituirsi un'influenza di fatto, tanto meno necessaria, quanto che il popolo aveva gia designato quei pochi sui quali si sarebbe aggirata la scelta. E come qualcuno pel ragionevole timore si astenne dal votare per Francoforte, volendo evitare il pericolo suonato alPorecchio di quelli che si sarebbero trovati in minorita; cosi altri preferi di sottrarsi ali' elezione, per sottrarsi ad esigen-ze che la legge non imponeva, e delle quali era ignoto se emanassero da chi ne aveva legittimo potere. Seguendo P esempio dato colla Giunta Centrale, s'era formato altra Radunanza duratura al Teatro Nazionale, collo scopo di rilevare e discutere in via privata gli interessi della patria, altri mezzi non adoperando che quelli del ragionare. E poco stante altra Societa forma-vasi ad imitazione di questa, nel locale ove gia radu-navasi la Giunta Centrale e di mokissime persone che a quella presero parte. Sembrava piu adatto che in que-ste Societa si parlasse delle elezioni, perche non for-manti il corpo elettorale, e perche vi prendevano parte anche non elettori e potevano facilmente manifestare i pensamenti del popolo. Ed ambedue difatti tennero parlari, e concretarono desideri. Di una sappiamo che al suo formarsi non venne da tutti gradita, e si sparsero voci calunniose, ed anche alto personaggio ne fu male prevenuto; singolare contraddizione coi modo con cui fu riguardata la Giunta Centrale, cui era subentrata 1'al-tra; singolare contraddizione che non dovrebbe cercarsi ne nella diversita di oggetto che ebbero a trattare, ne nella forma, o tuono, o principi adoperati. Ambedue le Societa stamparono i loro programmi non gran fatto diversi nei principi, pero diversamente accolti; e corse voce che anche la Commissione Municipale avesse. det-tato programma, ma convien credere che la voce fosse falsa, perche il programma asserto non comparve per le stampe. Le elezioni procedettero regolarmente, coll' assi-slenza delPAutorita, in luoghi designati da lei, ed a porte aperte. L'elezione, la quale il popolo attendeva impazien-temente e ii lungo, si era quella del Consiglio Municipale, rifornrato sulle basi delia novella liberta. Ed il popolo s' atlendeva che la repentina dissoluzione del vec-chio Consiglio da essolui ne chiesta ne provocata, venisse seguita da sollecita ricoinposizione, desiderata grandemente; venne 1'annuncio, ma si secco, si gretto che multi pensavano, la legge elettorale essere lo statuto del Comune, molti ammiravano che al novello Consiglio venisse data la direzione deli' amministrazione, come 1'Editto diceva, ne comprendevano chi avesse da esercitare 1' amministrazione, e troppa cosa sembrava che il consiglio non dovesse avere norma di suo agire. II tempo assegnato alle elezioni fu poi si ristretto (come altra volta) che non dava possibilita piu che di copiare schede che gia fossero preparate. E faceva meraviglia come per atto di tanta importanza, ne- si pubblicasse la legge, ne al popolo si tenesse pubblica parola sull' importanza delle elezioni, e non si chiarissero a lui le cose contro ccrte consueludini perniciose e contrarie a liberta. La Societa dei Triestini ottenne che la legge venisse pub-blicata; ma degli schiarimenti al popolo non ottenne che poche indifTerenti parole. La sola lista dei possidenti e negozianti eleggibili era stata pubblicata, ed era ben facile che il popolo ignorasse perfino 1'altra categoria degli eleggibili, quel!a cioe dei graduati e degli intelli-genti, e continuasse a pensare che questa categoria fosse quella dei fiduciarl; molti credevano che i sedici a-vrebbersi dovuti prendere fra i contadini, voce certamente non nata spontanea. La lista dei graduati, che si diede dal Magistrato per le elezioni della Commissione non venne data per la elezione del Consiglio; quel-la dei distinti per intelligenza e probita e meriti non venne data ne questa ne quella volia, ne in verita poteva farsi senza toccare troppo da vicino ed incerta-mente le personalita. Le due Societa credettero di poter raccomandare agli elettori alcune persone, in forma pubblica, che e quanto dire indifferente. Prima a radunarsi si fu la Giunta, alla quale pero non intervennero il piu dei suoi soci, che fatta causa separata, si radunarono in stanze priva-te, dando cosi a vedere che non voleva cosa comune colla Giunta. Pure la Giunta sorpasso come fosse inos-servata la defezione di chi altra volta non isdegno la Giunta come ausiliatrice. La Societa dei Triestini imito la Giunta e volle essa pure raccomandare al pubblico i suoi. Per la quale triplice raccomandazione fu calcolato che il popolo avendo sotfocchio tre liste e di diverse persone, e calcolato che nessuna delle tre liste potendo piacere a tutti, ne verrebbe che il popolo sarebbe chia-mato ad attenzione, ed in luogo di copiare una scheda altrui leverebbe dalle tre proposizioni quei nomi che a ciascheduno meglio sembrasse. Ne candidature, ne pro-fessioni di fede, ne oziose promesse vennero fatte. E queste tre raccomandazioni, due delle qua)i furono mo-dificate, come si dice, dagli originali, diedero occasione ad altre raccomandazioni. Le due Societa non pensaro- no ai villici; a questi una raccomandazione comparve quasi fosse influenza, per la poca o niuna esperienza che hanno di cose siffatte, era meglio che si muovesse-ro per proprio impulso, ma corse voce che si fossero loro fatti suggerimenti e riempiute le schede; da chi noi diremo, e corse pur voce che fossero stati tratti in errore sulle qualificazioni richieste per gli eleggibili di seconda categoria. La pubblicazione della legge che costituisce il Comune, nella forma in che fu pubblicata, cioe a dire, col testo intero come fu dato nel 1838; colla legge elettorale del 1848 che la modifica, e con un Editto il quale dichiara non tutta questa legge elettorale avere forza, ma soltanto cio che riguarda il modo di elezione ed il,' numero dei componenti il Consiglio (noi vi aggiungiamo anche la durata in carica) non pote dare al popolo pre-cise notizie sulla Municipalita, sulle attribuzioni e sulle qualificazioni degli eleggibili. Persone esperte in cose sifatte pensarono che il testo del 1838 era alquanto si-billino anche nell' anno stesso in cui fu pubblicato, e che in quel testo si fecero delle scoperte, e se ne potrebbero fare ancora; pensarono che il porre in concordan-za la legge organica colla legge elettorale era cosa ri-servata ad esperti legali, che sarebbe stata necessita di risparmiare al popolo questa fatica, esponendo a lui sommariamente cio che desso avrebbe dovuto fare per elfiggere secondo Io statuto; lasciato poi ai Consiglieri eletti 1'azzuffarsi per comprendere la legge, e per co-noscere quali sarebbero state le loro incoijibenze, e quale-f attivita e posizione del corpo municipale. Cio alineno.. avrebbe schiarito il dubbio se ogni autorita di legge sia to 1 ta, e vi subentri il volere soltanto rovesciando 1' esi-stente; o se P autorita della legge era mantenuta, e la legge avrebbe elfetto. II moviinento e P esito delle elezioni, alcune dis- • positive non del legislatore, ma deli' amministrazione mostrarono, che se moltissimi credettero doversi man-dare ad effetto la legge; altri credettero poterlasi sor-passare e modificare con che fu dato esempio, e sproue ali' arbitrio. La legge elettorale non aveva cangiato il disposto della legge organica del Comune in cio che riguarda la incapacita degli impiegati regi e comunali; la legge clie escludeva dalla Municipalita gli esteri non poteva can-giarsi se non da chi ne aveva il potere; ne sembra che la si dovesse cangiare se non ad istanza di qualcheduno verosimilmente degli esteri medesimi e per motivi di peso. Ouesta seconda legge fu cangiata per tutti gli e-steri, nella composizione della Commissione Municipale certamente di volonta od almeno di tacito assenso del Governo della Provincia; non sappiamo poi a richie-sta di chi venne modificata ammettendo i cittadini della Confederazione Germanica, e questo pure non sappiamo ad istanza di chi. Nacque dubbio in parecchi se per impiegati deb-bansi considerare quelli che esercitano un pubblico potere che e dello Stato soltanto, od anche quelli che stanno agli stipendi con paga, pensione, provvisione, u-niforme ecc. ecc.; od anche quelli che hanno locato allo Stalo ed al Comune nemmeno tutta P opera loro di scienza od arte, ma che servono i comuni come altra pri- vata persona, e che per di piu nel loro brevetto di no-mina hanno la comminatoria di non aspirare mai ne a rango di impiegato, ne a paga, ne a pensione, come e il caso p. e.. del Civico Procuratore ossia deli'Avvocato e Nodaro del Comune. A molti pareva che la dipenden-za personale di un individuo da Autorita dello Stato, sia il motivo deli'esclusione, e pensavano non essere col-piti dali' interdetto quelli che per la loro persona sono libeH da qualunque soggezione, od obbedienza. La Societa dei Triestini si rivolse ali' I. R. provinciale come a quel Dicastero cui compete la sorveglian-za dei Comuni, e 1'interpretazione della legge organica del. Comune, e chiese se i Consoli della Confederazione Gečmanica erano (Jualificati ali'elezione passiva, mentre per .la loro persona dipendavano da Governi, e per la legge di Maria Teresa del 19 gennaro 1758 Art. I § 2, concede ioro esercizio di potere giudiziario. L'I. R. Governo rispose alla Societa: che questa ed altre future domande o questioni dovesser.o tutte di-rigerisi alla Commissione Municipale. La Commissione Municipale dichiarata con questo dt?creto plenipotente in tutto cio che riguarda la com-* posizione del futuro Municipio, e come sembra inappel-labile appunto per essere Costituente, decise che i cittadini della Confederazione Germanica erano in parita dei cittadini auslriaci soggetti all'incapacita per iinpiego regio o comunale risolvendo cosi il caso proposto in termini generali, i quali abbracciavano qualunque impe-dimento siffatto; pr^nuncio piuttosto sulla legge, non decise del caso dubbio. Sembra che contro questa massima della Commissione i Consoli muovessero querela, la quale fu decisa dalla Presidenza di Governo, ammettendoli ali'eleggibilita; non gia dal Governo, cui sembra spettasse P appellazio-ne; non gia dalla Commissione la quale sembrava essere stata dichiarata unico Tribunale competente per sif-fatte questioni. E contro la decisione fu preso ricorso al Ministero deli' interno. Or diremo delle radunanze che si occuparono delle elezioni. La Giunta Triestina concreto 48 raccomandati; pero' la lista slampala contiene modificazioni della lista adottata. Una radunanza privata pubblico una lista di raccomandati, non sappiamo se originaria se modiCcata. La Societa dei Triestini non decampo punto .dalla lista fatta di primo getto, perche credette che a lei non fosse lecito, anche se in progresso, come avviene negli affari della vita,xqualcuno desiderasse farvi modificazioni; la volonta generale fu al di sopra della volonta de singoli, come era debito. La societa dei Triestini fu la sola che in parecchie pubiliche sedute parlo delle missioni della municipalita, in discorsi e dialoghi che non potevano offendere orecchie anche castissiine ed intolleranti di chississia. Nell' ultimo convegno fu indiretta lettera alla Societa che accennava a fatti, non a persone, pero si deliberava che la Societa non avrebbe dato ascolto a lettere anonime, e fu questo il primo caso che si volle fosse P ultimo di siffatte sorprese. Fu da uno detto qual-cosa sulla bandiera germanica, ma cio fu piuttosto epi-gramma, non nuovo, e siccome la persona che disse non era militare della confederazione non ledeva alcun debito suo speciale ne ledeva alcun debito di chi ascoltava, dacche questo vessillo non e ancor riconosciuto come vessillo deli' Impero Austriaco. Si fe da qualcuno colpa alla Presidenza che non tolse la parola, ma la Presidenza segui 1' esempio di altra Societa in cui la parola fu la-sciata sempre e completamente libera , ne poteva essere altrimenti, perche la legge da ad ognuno facolta di manifestare i proprt pensieri. I quella stessa sera (ed era il 20) avvenne certo trambusto, nel quale vi furono alcuni feriti, ed uno gra-vemente. Vdci maligne corsero che quel trambusto fosse ad opera della Societa dei Triestini, e come avviene in tempi di animi agitati la voce sparsa trovo credenza tanto piu facile, quantocche prima di quel giorno, mormora-vansi anche minaccie. E spiacqu<* molto di leggere come il Governatore medesimo Conte de Salm dasse troppo facile ascolto a simili dicerie; ed emanasse proclama nel quale non trepido di dire che siffatti disurdini prepara-vansi in privati convegni, nell' agitazione delle passioni, e segnava a caratteri di cartello siffatte parole, e con-fortavasi che la Guardia nazionale avrebbe saputo ope-rare. Queste parole non potevansi in vero riferire alla lettera alla Societa dei Triestini, perche questa annuncio ali'autorita la sua esistenza, presento i suoi statuti, e tenne le sedute a porte aperte per cui ognuno poteva vedere ed ascoltare; e Io stesso Governatore se lo voleva aveva possibilita di onorare la Societa, sedendo nella loggia che gli e aperta, senza mescolarsi nella platea; pero la generalita credette apertamente designata la Societa dei Triestini; e 1'eccitamento dato facilmente poteva interpretarsi da alcuni a licenza di un Auto-da-fe ; "a dirittcra. E fu spiacevole che molti sulla fede di quel proclama, si sieno compromessi o s' abbiano potuto com-promettere con parole superflue; e molti videro in esso attestate come vere le cose dette in aggravio di quella Societa assai prima che si preparassero le elezioni. Ma le cose furono presto chiarite; un proclama del Capo militare e civile del Conte Gyulai avvertiva il pubblico, che nel parapiglia avvenuto nulla c' entrava di po-litico, per modo che T'autorita ordinaria avrebbe inquisito del fatto; e la fede politica professata in questo proclama tranquillizzava i fedeli ali' Austria. La Direzione di Polizia, dichiarava solennemente per iscritto che a carico della Societa, o dei membri che ia compongono, non v'erano ne indizi ne sospetti; ed il Consiglio d'Amministrazione della Guardia Nazionale in solenne manifesto annunciava che pochissimi della Guardia avevano agito in quella sera senza incarico, e senza poteri. II quale manifesto e la lode piu bella della lealta, e del liberalismo dei membri che lo compongono ed insieme al proclama del Conte Gyu!ai giovo a cal-mare gli animi esaltati dal primo proclama, sia di quelli che videro trionfare il loro divisamento, sia di quelli a cui si fe' torto, accennando cose alle quali mai parteci-parono. II Tribunale criminale inquisisce di quei fatti, e quantunque la procedura in corso non permetta che se ne dica qualcosa prima che sia compiuta, non potra ta-cersi che nessuno della Societa Triestina vi e ne sospetto, ne indiziato, ne complice, e nemmeno vittima; prova questa del come fossero informati coloro che ne acca-gionarono la Societa. La mancanza di pubblicita nel pro- cesso pone in tensione gli animi; il pubblico e in atten-zione del giudicato, e collegandosi questi fatti con altri argoraenti di indole diversa, e possibile che le cose non si fermino a quella sentenza; ne potrebbe nmpro-verarsi a nessuno se e sollecito del proprio onore. Ouali influenze abbiano avuto questi fatti sulle elezioni, noi diremo, che facile e il saperlo; non crediamo il fatto piu che accidentale, quantunque si avesse potuto facilmente trarne profitto dali'incertezza della farna, e vuolsi che alcuni lo facessero influendo sui contadini, e sulle classi di minor intelligenza. Persone che attesero gli spogli assicurano che la lista di raccomandazione fatta dalla Societa dei Triestini non comparisce f'requo*itemente ripetuta tutta intera nelle schede date; cio sarebbe prova che la Societa come non ebbe intenzione di imporre al pubblico i propri racco-mandati, non si adopero per ottenere che la sua lista trionfasse, - come si suoi dire; ebbe soltanto in mira di fare che gli elettori fossero numerosi, e votassero secondo propria persuasione. Altri credettero di vedere nelle liste date dai vil-lici troppa uniformita di scrittura e di persone scelte per non dare peso alla voce corsa che fossero stati impressionati e votassero molti senza sapere le qualifi-cazioni volute dalla legge; il silenzio usato dal Magistrato, la mancanza totale di lista d' eleggibili della se-conda categoria, rese facile il condurli per vie loro d' altronde sconosciute perche nuove. E se veramente la scelta cadde sopra persone che non hanno le qualita volute, sia che cio avvenga per ignoranza, o per*desi-derio di avere consiglio facilmente pieghevole e pronto al dire di si, o per volonta di porre cogli effetti in de-risione le forme rappresentative di amministrazione', la nullita e indubbia, quand' anche non sieno state usate insinuazioni o peggio a cio succeda cosi; perche 1'ese-cuzione ebbe elfetto del tutto diverso anzi opposto da quello che volle la legge. (Continuera) Popolazione delle citta e borgate deli Istria al di Id di 2000 abitanti nell'anno 1845. Indigeni Assenti Forestieri ed esteri Totalc Trieste .... 58520 ignoto 605 ? 59125 Rovigno .... 10718 428 30 10320 Pirano .... 8674 340 182 8516 Capodistria . . . 6663 176 155 6642 Cherso .... 4191 64 24 4151 Dignano .... 4130 8 6 4128 Lussin piccolo . . 4484 539 18 3963 Isola..... 3689 44 9 3654 Parenzo . . • • 2510 91 17 2436 Buje..... 2059 42 27 2044 Oueste indicazioni potemmo leggere in carta pubblica. — Ouelle per Trieste nella terza colonna ci paiono fatte a caso. Alcuni elementi statistici per Trieste nel 1848. Avevamo sospesa la pubblicazione del foglio spe-, rando di accogliere domenica o lunedi, il risultato dello spoglio delle elezioni pel Consiglio Municipale. — Non essendosi compiute queste non vogliamo diferire piu oltre e diamo invece per riempitura alcuni elementi statistici per 1' anno corrente, della citta di Trieste e delle con-trade esterne pii prossime in quanto che nelle attuali confinazioni sono comprese nella citta. Ci attendiamo al-: tro rimarco pel numero dei religionari non cattolici: noi abbiamo creduto di poter sostituire altro nome invece di quello che nella pubblica anagrafi e registrato, ma non abbiamo creduto lecito di cangiare le cifre. Gli Elvetici tornano a comparire in numero piccolo; non intendiamo di assumere responsabilita. Citta Cattolici................50467 Augustani................537 Elvetici.....v . . 289 Anglicani................121 Greci.........1307 Israeliti.........3102 Sacerdoti................64 Nobili..................146 Impiegati ed onoraziori . . . 503 Negozianti, Posšidenti, Artigiani, Profess. ed Industrianti . . 3340 Agricoltori..............32 Altre classi diverse .... 14986 Nubili e Vedovi..........17805 Ammogliati..............9264 Femmine................28754 55823 Contrade esterne in quanto sono aggregate alla citta. Cattolici........8101 Augustani................29 Elvetici................24 Anglicani................43 Greci..................11 Israeliti................55 Sacerdoti................3 Nobili..................8 Impiegati................38 Possidenti, Negozianti. . . . 362 Agricoltori..............63 Altre classi diverse .... 2391 Nubili e Vedovi..........2546 Ammogliati.......1526 Femmine........4171 8263 64,086