ANNO Vili. Capodistria, 16 Luglio 1874. N. 14. giornale degli interessi civili, economici, amministrativi DELL' ISTRIA, ed organo ufficiale per gli atti della Società Agraria Istriana. Esce il lu ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Atti ufficiali della Società agraria istriana. Associazione marittima istriana. Conforme alla deliberazione presa nell'ultimo congresso ch'ebbe luogo il 31 Marzo a. c., la Direzione raccoglieva i Signori azionisti a seduta la sera del 4 coir., nella sala della Borsa alle ore 7. — Malgrado il caldo soffocante, il concorso fu numeroso : erano presenti 72 azionisti, dei 84 iscritti, rappresentanti N. 996 azioni. — La Direzione dava lettura del rapporto seguente, compilato d' accordo con la commissione eletta nell' ultimo congresso : Onorevoli Signori ! Nel Congresso Generale tenutosi li 31 Marzo del corrente anno, venne data alla Direzione della Società la facoltà di procedere, d' accordo colla Commissione speciale da esso nominata, qualora questa il credesse opportuno, alla vendita dei due Bastimenti sociali "Capodistria,, e "Favilla, alle migliori condizioni possibili, e di procedere inoltre, sempre in unione alla detta Commissione, allo studio delle misure d'interesse sociale le più opportune, per poi riferire in un prossimo Congresso. A disimpegno del primo incarico, fu riconosciuta per conveniente e come tale anche accettata, l'offerta fatta dal Sig. Lazzaro Cetcovich del prezzo di f. 45,000 per il Bark "Capodistria,, ed in seguito alla stipulazione del relativo Conti atto, venne esborsato dal Sig. acquirente il prezzo di acquisto coi detti f. 45,000 — i quali vennero depositati presso le Banche,meno l'importo occorrente per far fronte agl'impegni della Società. E così pure, considerando che per rimettere il Bark "Favilla, in condizione da poter riprendere i viaggi transatlantici e del Pacifico a cui è adattato per la sua portata, e dai quali soltanto era da attendersi buoni risultati, non sarebbero al certo bastati da 10 - 12000 fiorini, abbisognandogli pure la nuova fodera di metallo ; venne riconosciuta per opportuna, e come tale accolta, 1' offerta fatta per quel bastimento dal Sig. Giorgio Milossevich del prezzo di f. 54,000— ed in seguito alla sottoscrizione del Contratto effettuato 11 giorno 27 Aprile p. p. venne esborsata dal compratore la detta somma che si depositò pure a frutto. Esaurito così il primo Compito, I' esponente Direzione rivolse, sempre in unione alla Commissione speciale, i suoi studi alle indagini delle misure che potessero favorire l'interesse sociale. Che in tale proposito ogni loro studio fosse diretto principalmente a rinvenire i mezzi più efficaci per far continuare e sviluppare maggiormente l'Associazione, non fa mestieri di dichiararlo. Diffatti starebbe nel vivissimo desiderio di ogni socio lo sviluppo di una Società, la quale fu avviata sotto auspici così fausti e colle più splendide speranze; di un'Associazione che corrisponde essenzialmente alla posizione della provincia istriana ed all' indole de' suoi abitanti, e che dovrebbe servire d'impulso per lo sviluppo dello, spirito patrio di associazione in una provincia la quale tanto ne abbisogna. Ma per quanto tutte le preaccen-nate considerazioni fossero sempre presenti alla Direzione ed alla Commissione speciale, ciò non di meno queste non potevano pascersi d'illusioni nè rispetto alla situazione presente, nè sulle prospettive future, e tanto meno poi potrebbero illudere gli azionisti che ad esse si affidarono. Ed in vero fermando l'attenzione sulla situazione presente, si si trova di fronte alle condizioni della Società già scossa da una serie di rovesci, forse senza esempio negli annali delle Associazioni marittime. Si si trova di fronte al fatto della vendita dei due maggiori bastimenti sociali, ed alla conseguente impossibilità di tenere iu vita con profitto e decoro l'Associazione coi tre Navigli minori che ancora lo rimangono, essendo evidente e notorio che i piccoli Navigli non possono oggi giorno sostenere la concorrenza della navigazione a vapore la quale va conqui- stando il campo assegnato anche ai velieri di maggior portata. Ed infine si si trova di fronte ad una manifestazione implicita a favore dello scioglimento fatta dalla maggioranza degli Azionisti nell'ultimo congresso col non respingere l'idea della vendita dei due Bark "Favilla, e "Capodistria*. Volgendo poi l'attenzione dalla situazione attuale alla prospettiva dell' avvenire, questa non si presenta più favorevole per un ristabilimento delle sorti della Società. — Ed infatti basta porre mente alla circostanza che, in un' epoca iu cui tutto favoriva lo sviluppo delle Associazioni ed in cui anche la nostra Società versava in prospere condizioni, la seconda emissione di 3000 nuove Azioni ebbe un risultato notoriamente meschino e sconfortante, che 1' Associazione fn colpita da gravi danni e che anche in generale lo spirito di Associazione fu ferito quasi a morte da una crisi mondiale spaventevole. Per tutte queste considerazioni la Direzione della Società d'accordo pienamente colla Commissione speciale opina, che 1' unica misura util.e, conveniente e decorosa stia nello scioglimento dell'Associazione, valendosi nella sua esecuzione del termine abbreviato contemplato nell'Ordinanza Imperiale 24 Giugno 1873 N. 144 giusta la quale quando viene sciolta una Società per azioni, fuori del caso di concorso, la ripartizione della sostanza consorziale rimanente, dopo sodisfatti od assicurati i creditori della Società, può eseguirsi già dopo la decorrenza di tre mesi calcolati dal giorno in cui avvenne per la terza volta la relativa notificazione ne'pubblici fogli a ciò destinati con indicazione del suddetto termine abbreviato. Ciò premesso e ritenuto ; la Direzione, d' accordo colla Commissione speciale, si trova con gravissimo suo rammarico obbligata a proporvi e propone quindi che piaccia agli Azionisti dell'Associazione Marittima Istriana radunati in Congresso generale; 1° Prendere notizia della seguita vendita dei Bastimenti sociali "Capodistria* e "Favilla*. 2° Deliberare lo scioglimento dell'Associazione Marittima Istriana. 3° Affidare la liquidazione, oltreché alla Direzione della Società, ad una Commissione composta di cinque membri da nominarsi tra gli Azionisti, coll'in-carico di effettuarla a termini delle leggi vigenti e segnatamente colle norme contemplato nell' ordinanza imperiale 24 Giugno 1873 N, 144. Gli intervenuti, presa notizia della vendita dei due bastimenti "Favilla e "Capodistria* ed approvata ad unanimità la proposta dello scioglimento della Società, passavano a discutere l'altra proposta per la elezione di una commissione di 'cinque membri in assistenza alla Direziono nel procedimento della liquidazione. Il socio Sig. Filippo Artelli loda la Direzione di aver presentata una tale proposta, ma crede che basti limitare a due i membri della commissione, certo che per tal modo andranno assai più sollecite re operazioni di liquidazione. — L' avv. Gallo appoggia invece la proposta della Direzione e propone la rielezione di quei stessi azionisti che costituivano la commissione la quale d'accordo con la Direzione aveva compilato il preletto rapporto. Però la proposta del Sig. Artelli veniva accolta da 38 azionisti rappresentanti 155 voti, di contro a 31 azionisti con voti 72; e furono eletti ad assistere la Direzione nei lavori di liquidazione i signori S. Clescovich ed A. Bascovich. In seguito il Sig. Avv. Gallo proponeva che, s& la liquidazione non fosse compiuta in tre o quattro mesi, la commissione liquidatrice venisse abilitata a ripartire tra gli azionisti pro rata l'importo a sue-mani ; la quale proposta venne accolta ad unanimità. Vennero quindi a grandissima maggioranza eletti a formare il comitato revisore del prossimo bilancio-i Sigg. Camillo Türck, Ferdinando Bosenzweig e Pietro Miovich. E così ebbe fine la seduta. (r.) (ORRISPOJfDEJfZE. Montona 25 Giugno. L'articoletto del vostro giornale, N. 12 di questo anno, che ho letto appena l'altroieri, che si occupa delle strade consorziali, è svolto con le ragioni le idi» evidenti. La è una bisogna di somma importanza che reclama da moltissimo tempo degli energici provvedimenti ; se dalle strade principali viene ordinariamente misurata la portata della civiltà della provincia, dalle strade consorziali, relativamente, si deduce quella delle popolazioni agricolo e della loro prosperità economica. Lo sbilancio che ne risente in tutti i riguardi l'economia pubblica del disordine delle strade consorziali credo che tutti lo vedono. Il progresso agricolo ristagna, dappoiché da strade quasi intransitabili tutto viene ritardato; ed ogni ritardo è perdita di tempo, e il tempo è denaro. Ritrovatemi, fra quel laberinto di strade campestri, che si chiamano strade perchè saltellando le si transitano, ma che meglio si potrebbero qualificare per burroni e torrenti, ritrovatemi, dico, un sol catnpicello lavorato con metodi razionali fecondato dagl' indispensabili concimi, e che offra il reddito che dar dovrebbe ? — Dove il carro non transita senza difficoltà, ma il somarello soltanto, e impiegandovi il doppio tempo, e non di rado depositando il carico per via per gli ostacoli che incontra, è in qualche modo giustificata la poca coltura, perchè vi ha un tramite troppo potente per sorpassare lo stadio adamatico, ed il coltivatore avrà sempre delle ragioni buone per dire *così faceva mio padre". Da tutto ciò la conseguenza di un reddito minore dalla terra con impiego maggiore di tempo — la cosa inversa del sistema attuale della tariffa sulla rendita del suolo. È verissimo che i Municipi sono chiamati a provvedere pel sostegno dei vitali interessi dei suoi amministrati, ma i Municipi sono, per così dire, paralizzati in questo riguardo nella loro azione, di maniera che ogni loro ordine consegue un disordine. Dunque, ci vorrebbe appunto, come dicea il vostro articolista, una provvida legge provinciale ; ma una legge viva, severa, assoluta, e che non avesse soltanto con altre leggi a far numero; ma obbligatoria ai Municipi per la pronta sua attuazione, sotto comminatoria di multe, e, per incalzar sempre più, tenuti i capo-comuni a rapportare annualmente alla Giunta provinciale in quanto avessero incontrato la disposizione della legge. All' ombra di tali leggi i Municipi sono sempre più forti, perchè lavorano sotto un salvocondotto, perchè sicuri di avere un'immediato ed autorevole sostegno. L'articolista mette in campo una legge, fatta dalla provincia di Gorizia, per la manutenzione di strade consorziali, e senza mutamenfi sostanziali la vorrebbe applicata alla nostra provincia. Non ho letto quella legge, e mi rincresce. Non dubito punto chg per strade consorziali saranno intese le strade comunali campestri, strade che serpeggiano qua e là per le campagne, e quantunque d'uso immediato di pochi, di quelli cioè conterminanti coi loro fondi, libere a tutti, perchè strade che non hanno il fine che sull'in-crociainento di altre strade. Di queste, adunque, intendo io parlare, lo quali soltanto producono un utile immediato generale all' agricoltura ; che so poi anche per aggiunta vi fossero contemplate le strade cosidette consortali, che servono ad uso dei tre o quattro possidenti soltanto,* non la sarebbe opera sprecata. Voi direte : trattandosi di strade comunali i Municipi istessi hanno una legge che li obbliga a mantenerle, ed occorrendo migliorarle, mediante la concorrenza. La è così; ma le comuni forensi censuarie, aggregate in comune locale coi centri più forti, di quali migliorie dalla loro aggregazione in poi, in riguardo a strade ed acque, sono avvanzati ? Di nessuna; anzi sono peggiorate le condizioni delle strade sì che di strade molte non conservono ancora che il solo nome. Le vene economiche di questi comuni aggregati non funzionano che lentamente, e reagiscono sulle popolazioni nella lore vita industriale-agricola; acconsentitemi il secentismo. Dunque, quand' anche un pleonasmo, una legge siffatta la sarebbe molto utile, e di un' utilità che rifletterebbe immediatamente il bene pubblico ; che se altrimenti non la sarà fatta, o in altro modo provveduto, peggiorando invecchieremo, perciocché dai Municipi non sarà mai fatto niente, e col niente le difficoltà future saranno sempre maggiori. D' altronde i Municipi hanno bene il loro da fare, soltanto per esaurire gli affari di ordine ; nè vi ha da sperare sul loro concorso perchè bastantemente stremano le loro finanze cogli oggetti di polizia, sanitari e cento altre diavolerie. E pertanto senza onta alla legge comunale, la potrebbe essere questa una legge speciale che determinerebbe chiaramente il compito di un' attribuzione demandata dalla legge comunale medesima ; un fac simile delle leggi dell' impero, che per solito lascia aspettare un'archivio di leggi particolari per iscucire una legge sola. Non bisogna- adombrarsi delle spese che accompagnerebbero un progetto di tal natura, che quantunque per verità ingenti, sarebbero nondimeno proficue, perchè sostituirebbero un capitale che darebbe un frutto immediato. Non ci sgomenti d' altra parte 1' esecuzione della legge ; per ogni comune censuario la parte attiva la darà a tre o quattro individui dello stesso comune, dei più intelligenti e onesti, costituiti in comitato, sotto la sorveglianza, direzione e responsabilità del Podestà; per le spese la concorrenza di tutti i possidenti nel comune censuario interessato. Il comitato così composto dovrebbe adoperarsi alla sorveglianza di tutti i lavori inerenti alle strade, nonché alle acque potabili ; confinare le strade istesse, proporre la rivendicazione di quelle usurpate, sorvegliare lavori ecc. ecc. Ma ora comprendo che inoltrandomi in questi dettagli, io non faccio che portar vasi a Samo, e nottole in Atene, perchè, credo abbastanza sentita da tutti la necessità di uu concorso immediato da chi è costituito a procurare il nostro meglio economico, a pro- muovere il nostro progresso morale, intendo parlar« -della nostra Dieta provinciale, ed è per questo, che pregherei i signori deputati a voler alquanto riflettere sul mio progetto, ed al caso lo ritrovassero attuabile, promuovessero nella prossima sessione dietale di Agosto un progetto di legge approntandone anche lo schema, dappoiché altrimenti la si dovrebbe procrastinare in altra epoca, ed ogni indugio sarebbe sempre dannoso. ■Pisino li O Luglio 1874. L' anno scorso il mercato della galletta in questa piazza diede funti 15 mila di gialla nostrana tra cui circa uu decimo d'incrociata, e finiti 322 di giapponese. Quest'anno non s'arrivò che a funti 11,700 pure con un decimo d'incrociata, e funti 340 di giapponese. Volendo fare le somme delle tante piccole partitelle u». annotate uei registri, si potrebbe sapere cou tutta precisione quanta ne fu la produzione di_ questo distretto i W e quanta ne venne portata dai luoghi vicini dei limitrofi distretti di Montona, Pinguente ed Aibona; però a un dipresso si può calcolare che due terze parti della galletta fosse prodotto di questo distretto ed un terzo d' altrove, mentre l'anno scorso calcolavasi la foresta a due terzi della complessiva quantità portata in mercato, da che risulterebbe il prodotto del distretto nel-l'anno scorso di fanti 5 mila, e quest'anno di funti 7,800. La differenza nella concorrenza «va attribuita al prezzo basso che non esercitò particolare attrazione oltre ai limiti del distretto. La differenza poi nella produzione dipese non già dall' essersi aumentato il numero dei bachicultori, cliè auzi molti, dopo le male andate degli anni passati, se no astennero; ma perchè i bachi, contro ogni aspettativa, riescirono molto bene, nè s'udì profferire parola di malattia. Il prezzo medio della galletta era da soldi 80 ad un fiorino per un funto di Vienna. Gli acquisti venivano fatti come qui di solito, nell'intento (uopo sperimentata praticamente la nascita aelle farfalle) di confezionare semente ; sicché la galletta che a primo aspetto non presentava i voluti indizi veniva pagata a soldi 60 il funto, e tal altra di bell'apparenza a fiorini 1:20 e sino a fiorini 1:40. I prezzi in generale andavano gradatamente crescendo in sul fine della campagna. Come tutte le industrie anche questa dipende dal presunto e calcolato tornaconto. Qui parecchi, usi a tener bachi, non ne tennero, ritraendo quest'anno più vantaggio coli'affittare i locali alla gente venata pei lavori della ferrovia. Si vide come negli anni passati a nulla valsero le ripetute raccomandazioni fatte dalle autorità anche con mezai coattivi, affinchè si piantassero più che fosse possibile gelsi, eppure in un. paio d'anni soltanto dopo che i confezionatori pagavano la galletta a prezzi straordinari, si videro piantati gelsi per ogni dove del distretto. Quest'anno poi i prezzi bassi fanno di già sottilizzare se in sostituzione del gelso non istarebbe meglio in quel posto la vite; o se converrebbe di conservare il gelso per ritrarvi se non altro de' pali da vigna. A scusa di ciò bisogna ricordare le nostre condizioni speciali relativamente ad un industria che devesi eseguire in gran parte con opere pagate; e che perciò non può essere qui duratura che per quei pochi signori che dispongono di locali adatti e di coloni che devono lavorare verso una tanta parta 149Ìj dell'eventuale prodotto; o per quegli altri pochi contadini che nei loro tuguri abbiano opportunità di allevare anche una ventina di funti di galletta, ed ai quali il buscarsi una ventina di fiorini sia una risorsa non altrimenti conseguibile. Veglia 30 Giugno 1874. Richiamarci a memoria la notte del 28 corr. — è farsi pittori del quadro il più desolante. — All'al-* legra ed ubertosa campagna dei giorni passati, al già prossimo raccolto delle prime messi, che si credevano sicurate al granaio, l'opera nefasta dell'elemento, sterminava quasi tutto il migliore, rendendo l'aspetto tale e somigliante al più tardo autunno. Non si ricorda da un pezzo tanta distruzione, ed accennandone strazia il cuore davvero, udire il lamento del povero e sconsolato agricoltore. — Veglia e dintorni, s'ebbero la peggio, e noverando specialmente le contrade di St. Pietro in campi, St. Rocco e Zizar, tanta era la grandine, che ancor la mattina, si potevano caricare delle buone imbarcazioni; — v'erano dei pezzi che pesavano 4 lotti viennesi abbondanti. — Le scariche elettriche erano soventi, sensibili e paventose. — Il Reverendo parroco di Ponte, Don Pietro Ziz, fra gli altri, veniva visitato dal folgore, che rompendo il muro, penetrava nella sua abitazione, senza però ledere fortunatamente persona. Il danno cagionato in complesso alle campagne è rilevantissimo. — Ai frumenti sepolti, viti spoglie, agli ulivi e ficai divelti e sradicati in più siti, che più?, se non si aggiunge le tristi e pallide sembianze del padre di famiglia, che superati appena i rigori della triste invernata, — nel mentre confidava consolarsi del frutto de' suoi sudori, ed affrancarsi di qualche partita, si vedo costretto invece a contemplare altra e maggior sventura. Un nostro a^pw) ci scrive per raccomandare la riproduzione di un bellissimo articolo dell' illustre geologo Stopparli, inserito nell' Archivio Domestico di Treviso ; perchè, con 1' aggiunta delle nostre sollecitazioni, giovasse a far più vivo tra la nostra gioventù, il desiderio delle passeggiate sui monti. Anzi ci suggerisce di promuovere uua gita di studenti sul Monte Maggiore, nelle prossime vacanze autunnali. Applaudiamo di cuore alla bellissima idea, pubblichiamo la lettera del nostro amico e l'articolo dello Stoppani, e raccomandiamo l'esecuzione del progetto ai genitori dei nostri studenti ed alle onorevoli Direzioni degli istituti della Provincia ; sicuri che i nostri giovanetti non aspetteranno che glielo ripetano due volte a dir di sì, almeno se i quindici anni, oggi, valgono quelli di una volta.... assai lontana, ma che ci sorride tra le più care memorie. Ecco la lettera: Egregio amico. Ho letto nel pregievole periodico VArchivio Domestico di Treviso, l'articolo intitolato Passeggiate sui Monti dell'illustre geologo Stoppani; nel leggerlo* ho pensato ai nostri cari monti : mi si presentavano ad una ad una quelle cime ben note delle nostre colline, mi ritornavano in mente le liete memorie degli anni trascorsi nel ginnasio costì. Allora non passava giorno di vacanza, che non ci fossimo riuniti, una dozzina di noi — se ne ricorda — per intraprendere la salita di una delle cime di quelle belle colline. L& più alte erano sempre le preferite ; era una gara a chi arrivasse primo per i sentieri più difficili ; il sole di Luglio ardentissimo non ci tratteneva, su su ridendo chiassando.... oh che allegria. E quando foravamo sulla cima grondanti sudore^ ansanti, si avfehhe desiderata altrettanta altezza da montare! Di la si fissavano, con vivo desiderio di potervi salire, le cime più alte dei monti lontani, si formavano progetti, eravamo coutenti ! Il desiderio dei monti è rimasto sempre vivissi-i mo, da quell'epoca, iu me, e da quanto so, anche nei miei compagni d'allora. Uno dei più grandi piaceri,, uno dei più