Anno I. Trieste-Capodistria, 17 Luglio 1901. N. 10. Si pubblica il 1° e 16 d'ogni mese. Abbonamento annuo Cor. 4.— ; Singolo numero Cent. 20. Era Nuova Organo del partito democratico istriano. Inserzioni a prezzi da convenirsi. Redazione ed Amministrazione : TRIESTE Via S. Maria M.sup.N.1 II piano. U italianità Ecco una domanda ai nostri socialisti : amano essi l'Italia? non s'affrettino a rispondere di no. Sotto questo nome non intendiamo la impotente Italia politica dell'oggi, non quella che sdilinquisce dietro le pornografiche preziosità eròiche di d'Annunzio, non quella di Pelloux e di Macola, non quella di Casale e di Musolino, ma intendiamo l'Italia ideale, erede del genio, della genialità, della tenacia, dell'eroismo italico, conservatrice delle buone qualità della razza, quell' Italia ideale, alla quale appartengono, ad onta dei vari confini politici, tutti coloro che parlano italiano e italianamente sentono. Ora, ammesso, poiché li crediamo ragionevoli, che i socialisti rispondano di sì, noi faremo loro un'altra domanda: amano essi questa, che noi per non offendere nessun orecchio e non destare nessun sospetto chiameremo italianità, più per esempio dello slavismo o del germanismo ? Ancora una volta non si affrettino a rispondere di no. Senza negare il sentimento umano che anima i socialisti, senza far torto alla loro educazione politica, noi li riteniamo uomini al pari degli altri, con le doti e i difetti comuni alla generalità. Per gì' interessi — e non solo morali — di quanti sono italiani è innegabilmente vantaggioso che l'italianità sia quanto più possibile estesa. Il vantaggio generale non può non essere pure un vantaggio per un partito politico, anche se esso sia teoricamente disposto a spogliarsene a beneficio di terzi ; pertanto è utile al socialista italiano che sia vasta la patria sua e vasta l'influenza della patria, così che egli possa correre ampie regioni in cerca di lavoro, senza uscire dalla patria e senza uscire dai confini entro i quali la patria sua è rispettata e la lingua ch'egli parla compresa. Ma l'influenza italica che prima si estendeva a tutto il bacino del Mediterraneo, ma l'italianità che prima occupava ambedue le sponde dell' Adriatico, sono in questi ultimi decenni considerevolmente diminuite, se pure per molti riguardi non sono nulle. Non è molto tempo che la caccia all' italiano era in tutto il mondo di moda e non è improbabile che la moda si rinnovi. Ma, senza andar fuori delle provincie nostre, guardate un po' la Dalmazia. In quella provincia trent'anni fà tutto era italiano : italiana la Dieta, italiani i comuni, le scuole, i tribunali, italiana la lingua parlata dalle classi più agiate e dagli artigiani. E in trent'anni, questa italianità che durava da secoli fù quasi interamente cancellata; e poiché a sopprimere ivi ogni traccia ed ogni istinto d'italianità furono usati tutti i mezzi, anche gli illeciti, anzi a preferenza gli illeciti, e poiché in buona parte si riuscì anche a sopprimere, resta nondimeno ancora vivo l'odio, anzi l'accanimento contro l'italianità. La lingua e la coltura italiana hanno contribuito potentemente, se non forse esclusivamente, allo sviluppo della civiltà dalmatica, eppure vi esistono colà dei comuni dove alla lingua italiana si applica comunemente l'aggettivo di maledetta; : dove chi conosce l'italiano o si vergogna o teme ; di parlarlo. Voi, socialisti, volete in buona fede la conciliazione nazionale e volete anche che sia conciliazione equa? Ahi, ahi, i preti slavi politicanti non si conciliano neppur coi cadaveri, per paura forse che il miracolo di Lazzaro si rinnovi. E abbiamo letto in uno degli ultimi numeri del Dalmata che a Spalato, patria di Baiamonti, non si può parlare italiano senza correre il rischio di essere provocati. Ora, voi, socialisti italiani delle nostre provincie, voi sapete quanti operai disoccupati che non conoscono altra lingua che T italiana, vanno dall' Istria, da Trieste, dal Goriziano a cercar lavoro in Dalmazia? E voi comprendete, non è vero, a quali avvilienti condizioni morali l'operaio italiano affamato può trovar lavoro colà? \Toi comprendete, non è vero, la realtà triste dei fatti, la dolorosa espiazione di non vecchi errori e di non vecchie debolezze, che incombe a tutti, senza distinzione di partito, i lavoratori italiani in terra già italiana ? E quindi lecito ragionare così : se l'italianità di Dalmazia non fosse stata soppressa o quasi, l'operaio italiano che adesso non vi trova lavoro, o lo trova a prezzo di continui sacrifici della propria dignità, quell'operaio, ripetiamo, non si troverebbe più straniero ma a casa propria. Ed è lecito conchiudere: se voi, socialisti italiani, permetterete che in Istria succeda altrettanto ; se voi con l'indifferenza o con l'azione contraria all' italianità favorirete il trionfo degli avversari nazionali, voi, in nome del dogma viennese, aprirete la porta del vostro non ricco paese ai laceri rifiuti della pastorizia e dell' agricoltura ultramontana, i quali entrano già ora abbastanza numerosi dalle finestre; voi, in nome di una teoria finora assurda, preparate un' eredità d'inedia ai lavoratori dell' avvenire, ai figli e ai nepoti vostri. Non vi è, noi crediamo, nessun socialista fra gli italiani, il quale osi rispondere : perduta una patria ce ne faremo un'altra: diventeremo slavi. No, no; né 1'anima umana può essere così sozzamente abbietta, né la natura dà all' individuo la possibilità di essere così perversamente versipelle. Mutare partito nazionale, in quanto esso è partito politico, può ognuno ; ma mutare nazionalità non si può altrettanto facilmente. Ma i socialisti rispondono : noi educheremo i proletari di ambedue le nazionalità a definire essi la questione, auspice la solidarietà umana. Ebbene, noi abbiamo già detto, che il ragionamento è sbagliato e la tattica anche ; che, così operando, si arrischia la patria e non si assicura il pane. Infatti, non è possibile educare a queste idee in eguale misura e nello stesso tempo i proletari italiani e quelli slavi; e mancando l'equilibrio del tempo e della misura si danneggia necessariamente l'una o l'altra parte dei contendenti, nel caso concreto l'italiana. I fatti provano le asserzioni nostre. Nelle nostre provincie il maggior numero di socialisti si recluta fra gl'italiani; fra gli slavi, socialista è qualche operaio che vive in città. Ma nei contadini slavi, nella regione Giulia e in Dalmazia, non ve riè uno socialista. E si comprende: i contadini slavi sono analfabeti, e sono religiosi, anzi superstiziosi. Il prete, pertanto, li domina ; e i socialisti sanno qual nemico loro sia il prete. E se anche presso i contadini slavi non ci fosse il prete che li foggia a piacer suo, meglio che se fossero d'argilla, le teorie socialistiche troverebbero opposizione nella deficiente o nulla educazione dei contadini e nella loro istintiva ripugnanza alle novità. Intanto la propaganda socialista delle nostre provincie ha avuto e avrà questo risultato : di guadagnare cinque aderenti slavi per ogni migliaio d'italiani. Sono tutti i socialisti, a qualunque nazionalità appartengono, egualmente convinti dei dogmi del partito, e sono essi risoluti a non tradirli mai, a nessun patto e a nessun prezzo ? Ammettiamo pure di sì. Noi, pertanto, non dubitiamo della sincerità dei socialisti slavi, ma permetteteci di non dubitare neppure della loro intelligenza. Essi, dunque, sanno di non arrischiar nulla nella lotta. Il ragionamento eh' essi possono fare è facile assai : se vincono i socialisti, essi sono sicuri dal punto di vista materiale ed anche dal punto di vista nazionale; se vincono gli slavi, sicuri altrettanto, se non più. Essi, in quest' ultimo caso, potranno fruire della vittoria dei contadini, condotti dai preti politicanti, fanatizzati all' idea dello sterminio, e potranno restar slavi 6enza sacrificare nessun ideale. Essi formeranno anzi la generosa minoranza che combatterà per i diritti degli italiani e predicherà umanità ; ma se la maggioranza sarà di parere contrario, se un altro Bianchini manifesterà il mite desiderio di cacciare in mare gli italiani, se a costoro venisse un po' alla volta rubato tutto : patria, scuole, uffici, chiesa, focolare, essi — i socialisti slavi — evoluzionisti e non rivoluzionari, potranno protestare contro gli spietati usurpatori, ma non mica per questo far le barricate. E se gli italiani fossero costretti all' esilio, essi che dovrebbero pur mantenere le loro famiglie non potrebbero mica rifiutare di lavorare nel posto lasciato libero dagli italiani. I socialisti vedono, che noi ammettiamo in loro sincerità e costanza d'intendimenti assai maggiore che non si riscontri usualmente nella vita, ma vedono anche, noi speriamo, che il loro comportamento politico è sbagliato e che con la tattica finora da essi seguita non si assicura il pane e si arrischia la patria. Ma, finalmente, noi chiediamo : V è forse qualche cosa d'ingiusto, qualche cosa d'immorale nella lotta nostra, così eh' essa arrechi vergogna a chi la combatte? Se è vero che le teorie socialiste segnano un progresso della coscienza umana, e se è vero, come dal comportamento dei socialisti si potrebbe dedurre, che il progresso e la civiltà mal sopportano la difesa della nazionalità, noi malediremmo al progresso umano. L'individuo che ha diritto all' esistenza, ha diritto anche alla patria. Se la patria è minacciata, egli la difende per difendere la propria esistenza : e anche i socialisti se ne convinceranno. Dunque, finche duri l'attacco, è necessaria la lotta ^nazionale, che costituisce la difesa di un patrimonio collettivo, del migliore patrimonio di un popolo : la nazionalità. Quanti sono uomini coscienti devono combatterla, quanti sono uomini saggi debbono combatterla con intransigenza, affinchè questo patrimonio rimanga intatto, fino a quando il buon senso imponga pace alla nostra lotta nazionale, come 1' ha imposta alle guerre di religione. Yoi, che invocate pacificatore il buon senso, opporranno i socialisti, voi implicitamente ammettete il grave danno che arreca la lotta inutilmente. Siate voi, italiani, più civili, ad averlo questo buon senso e componete equamente la discordia, evitando così due pericoli, o almeno due minacce : la slava e la nostra. Come, se noi difendiamo? Ma sarebbe troppo lungo continuare oggi sul nuovo argomento; a rivederci. LA COMMISSIONE D'IMBOSCHIMENTO del Carso Istriano tenne seduta qui il 15 giugno p. p. Erano presenti, personalmente od a mezzo de' loro sostituti, tutti i suoi 15 membri. Presiedeva il Capitano provinciale comm. Campitelli. Il Governo era rappresentato dal consigliere forestale G. Pu-cich, la Giunta provinciale dall' assessore provinciale dott. Gambini. Approvato il verbale della precedente tornata e prese a notizia alcune brevi comunicazioni della Presidenza, furono pertrattati i seguenti punti dell' ordine del giorno : a) Conto consuntivo prò 1899 approvato coi risultati così riassunti: 1. Civanzo col 1. gennaio 1899 fior. 816.4iy2 2. Introito nell'anno 1899 » 13103.57— Somma: fior. 13919.98Va 3. Esito nell'anno 1899 fior. 11352.71 — 4. Civanzo col 1. gennaio 1900 fior. 2667.27V2 pari a corone 5134 55. b) Conto consuntivo prò 1900 approvato colle poste finali : 1. Civanzo col 1. gennaio 1900 corone 5134.55 2. Introito nell'anno 1900 „ 23880.94 Somma: corone 29015.49 3. Esito nell'anno 1900 corone 26718 97 4. Civanzo col 1. gennaio 1901 corone c) Preventivo prò 1902-1903 approvato ne' dettagli così : Esigenza : Diarie, spese di viaggio e commisionali cor Salari..........'. . Diurni e mercedi........ Espropriazioni di terreni..... Lavori d'imboschimento.....„ Sovvenzioni per imboschimento . . „ Vivai e sementi........ Costruzioni di strade boschive . » Acquisti di attrezzi e requisiti . . . „ Ricognizioni e gratificazioni . . . . Spese di cancelleria e stampa . . . » Pigioni...........„ Esiti imprevveduti in genere . . . „ 2296.52 2000 6400 240 1200 17000 400 1200 160 800 500 200 200 Assieme cor. 30300 Coprimento : Sovvenzione dello Stato.....cor. 20000 » della Provincia. ... n 9000 „ d'altri ........ 1200 Multe per contravvenzioni forestali . » 100 Interessi di capitali fruttanti. . . . » —.— Introiti imprevveduti in genere . . » —.— Deficenza da coprirsi con risparmi anteriori .........» —.— cor. 30300 Durante 1' esame del conto, »uella considerazione che, per lo sviluppo necessario del tanto »salutare imboschimento iniziato e sì bene avviato, »era assolutamente necessario il preliminato au-»mento della sovvenzione erariale e del contri-„buto provinciale; e nella considerazione ulte-»riore che all'aumento di quest'ultimo non avrebbe »potuto forse provvedere in tempo la Dieta in »causa del noto esodo della maggioranza dei »deputati", l'assessore provinciale dott. Gambini fece proposta »fosse in tal caso pregata la Giunta provinciale di far luogo all'aumento in discorso verso sanatoria da chiedersi alla Dieta quando possibile." Questa proposta, cui fece plauso la Commissione, fu accolta ad unanimità. d) Piano di coltura prò 1900 e 1901; e) Ricorsi di vari Consorzi boschivi-, f) Cambiamento di fondi nel catasto boschivo di Terstenico ; g) Ri/erta su quello di Jelsane e Gast.ua. Presi a notizia. h) Sul modo d'iniziare i lavori preliminari sulV isola di Veglia. Si svolse su questo argomento larga discussione. Il fiduciario dei Lussini, Antonio Scomer-cich, sostenne la necessità di non pensare all'imboschimento sull'isola sino a che non ne fossero sanate le misere condizioni economiche attuali, mentre il consigliere forestale Pucich sostenne invece il contrario, cioè il bisogno urgente di provvedervi e perchè l'isola sta compresa nel territorio d'imboschimento e perchè è, specie nella parte meridionale, intersecata da molti torrenti. Dopo che anche altri presero prò o contro la parola, venne — su proposta Gambini accolla ad unanimità — autorizzata la Presidenza di comunicare ai Comuni dell'isola, siccome avea in animo di fare, eh'era disposta all'imboschimento, ove l'interessato offrisse all'uopo un'area di 10 ettari, concorresse nella spesa col 20% e assicurasse la sorveglianza delle colture da piantarsi. i) Nomina del sorvegliante boschivo a Lov rana. Su proposta Gambini da nominarsi dalla Presidenza, ove, coli' aumento delle sovvenzioni richiesto, ci fossero i fondi all' uopo. 1) Eventuali. Il consigliere forestale Pucich propose e la Commissione unanime deliberò di passare all' espropriazione dei fondi da imboschirsi nel Comune di Obrov, ove questo Comuue insistesse, come finora, nell'opporsi al loro imboschimento. Nella seduta, di cui riportammo fin qui le principali emergenze, venne pertrattata anche la relazione della Presidenza sulla sua attività negli ultimi tempi, relazione dalla quale apprendiamo che il catasto boschivo — cioè l'evidenza di tutti quei terreni, di cui la Commissione si occupa per migliorarne le condizioni e promuoverne lo sviluppo economico — venne nell' ultimo biennio ultimato per i Comuni locali di Pinguente, Rozzo, Bogliuno, Albona e Fianona, mentre quello dei Comuni locali di Castelnuovo e Matteria è ancora parzialmente in via di pertratta-zione. Per i Comuni locali di Castua, Jelsane, Cherso, Lussinpiccolo, Lussingrande ed Ossero sono già pronti i primi elaborati all'uopo, che hanno ad essere esaminati dagli interessati e dal Sottocomitato permanente ad hoc. Essendo stato poi pronto ancor prima il catasto dei Comuni locali di Dolina, Ócisla, Decani, Veprinaz, Lo-vrana e Moschienizze, non c' è che l'isola di Veglia che ha ancora bisogno d' essere presa in considerazione, onde vedemmo diggià quali sieno le pratiche preparatorie che la Commissione ha per ora deliberato di avviarvi. Nel 1899 e 1900 furono impiantate in provincia a cura della Commissione le seguenti aghifoglie : Pino nero piante 2833300 » paroliniano » 63200 » marittimo » 19100 » di Corsica » 13100 » di Aleppo » 12900 » strobo „ 500 domestico 100 39000 23500 2200 100 larice » abete rosso „ » bianco » cedro deodora » e le seguenti latifoglie : Robinia piante 24000 Acero » 5500 Codogno » 4500 Castagno „ 1100 Noce nero „ 800 Sophora japonica ,. 600 Pioppo Talee » 12000 Salice „ „ 12000 Dall'iniziamento dell'attività della Commissione nel 1888 a tutte» il 1900 furono imboschiti in provincia ettari 1046.79 ossia 80 circa all'anno. Tale successo, secondo la relazione cennata, può dirsi ottimo nei primi anni di fronte all' opposi- zione fatta all' imboschimento dalla popolazione rurale, che, contraria sempre a novità, preferiva e ancor preferisce in qualche luogo lo scarso bene attuale a ogni maggiore futuro, ma abbracciando il territorio soggetto all'imboschimento il 54% dell' area di tutta la provincia, ossia una superfice di ettari 267,482, non si può a meno di riflettere che dovendo il catasto boschivo essere formato da un'area di ettari 15846, con un imboschimento come quello avveratosi sinora di 80 ettari circa all'anno, tal catasto, per essere compiuto, abbisognerebbe di 198 anni, in cifra rotonda di due secoli ! Urge pertanto che la Commissione affretti l'opera sua in modo da poter condurla a termine al massimo in 50 anni ed urge quindi, nell' interesse del nostro popolo e della economia publica in generale, che Governo ed Erario provinciale le forniscano annualmente i mezzi occorrenti a farlo. Quod est in votisi * * * Ancora due righe sopra un argomento importantissimo per i selvicultori. La Dieta provinciale, nell'esaminare la relazione sull'attività della Commissione dal 1888 al 1897, mentre constatava con soddisfazions l'opera di lei ben solerte e ben progredita, accentuava — per bocca del proprio Comitato agrario — la necessità di limitare gli impianti di pino nero perchè, a suo parere, compromessi sinora su larga scala dalla retinia buoliana e di sostituirvi varietà meno soggette come il pino marittimo, quello d'Aleppo, il paroliniano e le abietine confacenti al nostro clima. Interpellato in proposito l'ispettore forestale della provincia rispose : Essere l'invasione della retinia buoliana bensì dannosa sino ai 15 o 20 anni di età della pianta, ma non in modo tale da compromettere gli impianti di pino nero, i quali .danno brillantissimi risultati, se si ha cura di distruggerne la larva, come si fa annualmente. Essere poi il pino nero la pianta quasi unica, che si presta mirabilmente per l'imboschimento del Carso, senza che però si ommetta di utilizzare anche altre specie, quali le accennate dalla Dieta, là ove lo permettono le condizioni climatiche e locali. Questo il giudizio dell' organo tecnico dirigente, giudizio cui la Commissione si è associata, provvedendo nel 1899 e 1900 all'impianto di quasi tre milioni di piante di pino- nero e curando anche altri impianti, siccome prima vedemmo. In quanto alla retinia buoliana — dice la ripetuta relazione — è una farfalla giallo-rossastra, colle ali superiori a striscie argentine. In luglio la si trova sui pini, tra le gemme terminali de' quali depone le uova. Le larve si sviluppano in settembre e crescono, svernandovi, colle gemme, cui rodono il midollo facendo incurvare i getti che, differenti dalle guide diritte, si riconoscono e vanno in maggio e giugno raccolti a abbrucciati. Le larve in giugno si mutano in crisalidi alla base del getto perforato ed un mese dopo n' esce la farfalla. Avviso a chi tocca! Parenzo, 6 luglio 1901. DIETA PROVINCIALE DELL'ISTRIA --vv- La scorsa settimana il Presidente della maggioranza italiana della Dieta inviava ai colleghi deputati il seguente invito: „In seguito ad invito dell'Ili. Capitano » Provinciale, si sono riuniti quest' oggi qui a »Parenzo F ufficio di Presidenza della mag-»gioranza dietale, e 1' onorevole avv. Bennati, »quale Presidente della Società Politica Istria-„na, ed esaminata, in concorso anche dei si-»gnori assessori provinciali qui presenti, la » situazione della maggioranza, quale viene » oggi a presentarsi dopo le dichiarazioni avute »da S. E. il sig. Luogotenente e in via ri-» servata comunicate dall' 111. Capitano Provin-»ciale, si dovette riconoscere la necessità che »la maggioranza abbia ad esaminare e di-» scutere l1 eventualità di riprendere 1' attività » dietale nella presente sessione tuttora aperta. " „A quest'uopo mi pregio di invitarla alla »conferenza che viene fissata per Martedì p. r. v16 corr. alle ore 10.30 ant. nei locali della »Spett. Società Filarmonica di Trieste." „Xel Suo illuminato patriottismo Ella, „ Onorevole Collega, comprenderà come l'importanza speciale dell'argomento esiga, che .„ nessuno dei componenti la maggioranza diesale manchi alla conferenza; locchè appunto „mi dispensa dal f'arLe particolare raccomandazione pel di Lei puntuale intervento" La conferenza così fissata ebbe luogo e durò quasi cinque ore. Vi pareciparono tutti i deputati provinciali, meno gli onorevoli dott. Silvestro Venier e Sabino Vidulich, il primo in causa di cura medica, cui è soggetto, il secondo per ragioni di distanza. Il Capitano provinciale espose la situazione comunicando che il Governo attendeva che la Dieta si mettesse a funzionare regolarmente, come di suo dovere, entro il luglio corrente e facendo presenti i gravi danni morali ed economici che poteano derivare dalla sua inazione. Aggiunse che il Governo avrebbe presentato il progetto di legge per il trasferimento della sede della Dieta e uffici dipendenti e sciolta la Dieta, ove la maggioranza entro il mese non ne rendesse possibile il regolare funzionamento. Avere il Luogotenente dichiarato essere intenzione