III. ANNO. Sabato 2 Dicembre 1848. M 68-69. Esame di fatti lisici. Condizione sanitaria deli Istria. (Continuazione— Vedi i numeri 60—61, 64, 66). IV. II mare — L' istmo deli' Istria a seMentrione, la punta estrema al mezzogiorno, a guisa di grandi catene di montagne, di continenti assai vasti, penisole, isole, in amendue gli emisferi, rivolte dal N. al S.; tali le Cordi-gliere, V Alt ai, 1' Himalaya, 1' Africa, le due Americhe, 1' Indostan, il Kamlschalka, Korea, la Groenlandia, la California, le Floride, Madagascar (o Malekassar), la Sardegna, la Corsica: forte indizio di grandi disciogli-menti avvenuti nella direzione medesima; de'quali 1'1-stria, avvegnache piccola" terra,' non pdo non avere par-tecipato, o non esserne effetto. A11'E, al S, all'W di questa penisolelta, non piu lunga di 30, non piu larga di 22 leghe, il mare. Piu esteso dalla parte meridiona-le, il mare deli'Istria avrebbe confini nella costa orien-tale d'Italia e nel Iittorale ungarico-dalmato; se non che segnare confini, ove correnti, venti, maree, agitano grande massa d' acqua, apporta illusione, perche il mare e continuo; e ci contenteremo dire che il mare istriano, dal lato di sua maggiore ampiezza, attraversa diagonal-mente la penisola italiana, utile diga fra l'Istria e la costa settentrionale del continente africano, come vedremo in appresso. Annotiamo alcune idee generali che gioveranno alla idea della localita. Men della terra si riscalda il mare, cagione la grande copia di acqua evaporante, e la penelrazione al fondo dei raggi solari si che minor effetto lascino alla superficie. Piu lento della terra il mare nel raffreddarsi, dappoiche gli strati suoi superiori, nel perdere calorico, addensano e prenddno la via del fondo. Nella torrida boreale, sopra 1000 miriametri qua-drati di superficie, la terra sta al mare come 197 a 803, e quanto alla temperatura, fra mezzo ai due tropici, quel-la deli'aria e, in generale, meno alta che alla superficie marina; d'altronde, nelle zone da 10° a 20° di latitudi-ne tanto boreale che australe, la temperatura deli' aria e del mare supera quella che mostra la zona piu propria deli' equatore. Se facciam confronto colla zona nostra, sopra lo stesso dato di 1000 miriametri quadrati, la terra sta al mare come 559 a 441; e troviamo che, fino al 48° di latitudine, la media termica della superfi- cie marina e sempre superiore a quella deli' atmosfera. E dunque vero che l'acqua e 1'aria rendono piu uniforme la distribuzione del calore, e mescolano, a cosi dire, le temperature diverse; sorgenti dali' assorbimento ed e-manazione calorifica, sempre ineguali alla superficie dei continenti, composti di masse eterogenee, non miste ed opache, d'una capacita pel calorico che varia alPinfinito. Veniamo al Mediterraneo. In questo, la media an-nuale della superficie non offre differenza, di confronto ali'aria. Non va ella cosi la media delle stagioni: quella deli' aria e superiore al mare, nella primavera e nell' e-state; inferiore, nell'autunno e nel verno. La e poi una sicurezza (eccezione fatta di straordinarii sconvolgimenti) che la temperatura della superficie marina nonjvada al di sotto di -j-10° in inverno, e nella state, possa giugnere al -(-26°; sia, inoltre, molto piu alta alle coste che al largo, durante il giorno, ed abbassi talvolta di notte. Inegualmente profondo il Mediterraneo si che, per le fatte investigazioni, possa dare dai 203 ai 1740 metri; questa profondita diversa non e sempre mallevadrice di conservata temperatura, la quale meglio avremo, nella sua porzione Adriatica, molto meno profonda. Per cio che interessa 1' Istria piu da vicino, la profondita del-1' Adriatico, dal Iittorale della Dalmazia agli sbocchi del Po, non oltrepassa 44 metri; circostanza che favorisce la conservazione della temperatura, ed allontana le occa-sioni di sensibili differenze. Cosi per una regione ma-rittima della nostra zona, cessa la probahilita degli estre-mi, dannosi sempre; e molto piu per 1'Istria, la cui po-sizione, nella zona istessa, non oltrepassa il 46° di latitudine. Circondala dal mare, sarebb'essa, nella sua posizione geogralica, al pericolo deli' estremo caldo; ma e appunto il mare che assicura non tutto il giorno estivo sara molestato dal caldo; il quale avra il suo maximum prima del mezzogiorno, e, passato questo, le brezze marine abbasseranno la temperatura in maniera ristora-trice e piacevole, Le maree. Non e 1' Oceano, il mare deli' Istria, da rendere grandioso il fenomeno nella periodicita sua; 1'Adriatico, ed il Mediterraneo ancora se vogliasi, e picciol bacino, avvegnache d i minori ve n' abbia, ove le maree sono meno sensibili. Sien le minime quotidianet le maggiori delle quadrature, e le piti rilevanti ancora delle sizigie, 1' alta e bassa inarea, sulle coste deli' Istria, non influiscono molto sulla temperatura; la quale offrira grandi mutazioni se il livello del mare verrž innalzato invece da venti fierissimi, siccome il ponente ed il libec~ cio fra le due punte (di Saltore e di Promontore), nella primavera e nell' autunno, frequenti. Nei mari che hanno stretti confini, le secche delle coste sono sorgenti di me/iti, d' una 'esalazione che cresce nella diretta della temperatura; e le alte maree, sebbene talfiata contribui-scano ad alimentar Ia sorgente, per esalazioni novelle alla secca che seguira, diluiscono, stemperano, lavano, correggono quelle sostanze che, sotto la forma densa primitiva, avrebbero peggio influito sulla natura organica circostante. Cosi avviene in piu luoghi deli'Istria, ed in ogni stagione. L' atmosfera. Elastica, comprimibile, densa in ragione del peso che la comprime, 1' aria e sempre eguale, nella sua composizione, dal livello del mare alle piu grandi altitudini. Noti i principali componenti, non abbiamo d'uopo che rammentarne la proporzione, secondo 1'analisi piu recente: in volume, ossigeno 20,81, azoto 79,19; in peso, ossigeno 23,01, azoto 76,99. II vapore acquoso, 1' acido carbonico ed altre sostanze accidental-mente unite, non hanno che fare colla composizione di essenza, sebben riguardata, piuttostoche combinazione chimica, una pretta mescolanza dei due gas primitivi. Ricordiamo pure il peso medio d' una colonna d' a-ria, dal livello del mare ali' estremo di sua altezza, cor-rispondente al peso d'una colonna di mercurio = 0"',76, oppure a quello di una colonna d' acqua = 10m,5 al livello medesimo. Densa 1' aria, come dicemmo, in ragione del peso che la comprime, la densita decresce colla ele-vazione; ed e di tutta importanza il saperlo, dacche 1' uomo p. e. stanziato al livello del mare, tutto il peso ne porta; e sempre minore di mano in mano che ascende lino alle maggiori altezze del globo. La superficie del-1'organismo umano calcolata = l'",5 a un di presso, por-terebbe (stando 1' uomo aH' infima superficie della terra) un peso non minore di 15,000 kilogrammi, e con sensa-zione di benessere, quando i fluidi organici reggano a contrabbilanciare quel peso colla interna pressione nella ordinaria salute. L' incredulo non avrebbe che salire nella nostra Europa il Monte bianco, la cui altezza e = 4810m per non andare piu oltre; e provando 1'amba-scia, il palpito, il vomito, Ia prostrazione delle forze e qualche emorragia ancora, si accorgerebbe, che col salire, la pressione deli' aria decresce e 1' equilibrio del-1' insieme organico si confonde, si perde. Dal peso del-F aria, ch' e tutto alle coste marittime, deduciamo uno dei principali elementi favoritori la robustezza organica; carattere che, a circostanze pari, troviamo nelle regioni marittime della temperata, ne manca, anzi e eminente in ambedue le coste deli'Istria. Sul malessere organico che si accorda colle variazioni barometriche, avremo a dire in seguito, ed a suo luogo, quali sieno le osservazioni pratiche fatte e da farsi. Fin qui sulla essenziale composizione deli' aria e sul peso medio, come a guida per saper delle variazioni; il vapore acquoso, 1' acido carbonico ed altre sostanze accidentalmente unite, non hanno che fare colla essenza, come dicemmo piu sopra. La incessante evaporazione dei suolo e delle acque mantiene perpetuo, nell' aria, il gas aci/ueo, da non essere giammai 1' aria assolutamente pri-va. II gas acido carbonico, prodotto dalla respirazione animale e dalla combustione, entra in un volume d' aria per una media di j^jj® la qule e tratta dalle variazioni diurne—notturne di questo gas, che aumenta nella notte, e diminuisce nel giorno; inoltre, dalla sua proporzione accresciuta a suolo secco, dirainuita a suolo umido, dacche Ia umidita il sottrae ali' aria. 0 uesti dati sono ap-prezzabili, perche docili al calcolo; malagevole sarebbe il valutare la maggior quantita di acido carbonico che sogliono dare di giorno, i venti forti, agli strati d' aria inferiori, da t ogliere pressoche tutto quell' incremento, ch'e sicuro nelle notti tranquille. Sostanze mol tissime, e varie, si mescolano ali' aria, per quel circolo eterno che venne dali' impulso della creazione. Gli animali, bruciando carbonio, idrogeno, am-monio, esalano acido carbonico, acqua, azoto, ossido d'aminonio; i vege tali decompongono 1'acido carbonico, ne fissano il carbo nico, ne svolgono 1' ossigeno, suoi componenti; decompongono l'acqua, appropriandosi 1' idrogeno, svolgendo 1'ossigeno; sottraggono 1'azoto ali'aria ecc-; di maniera che potrebbesi conchiudere che quanto gli animali danno aH'atmosfera le piante riprendono ; donde la grande idea che, in riguardo agli elementi organici, i vegetali e gli animali derivano dali' aria, e sono real-mente aria in uno stato di condensazione. Uno dei piu illustri chiinici di Europa; per dare una idea del come fosse costituita 1' atmosfera avanti che si formassero i primi esseri organici alla superficie del globo, insegnava si restituisce aH'aria, a mezzo del calcolo, 1'acido carbonico e 1'azoto, di cui le piante e gli animali si ap-propriarono gli elementi. Ne basta ancora. L' azoto, che passa alle piante, non e soltanto quello che sottraggono aH'aria; altro ne hanno dali'ossido d' ammonio, dali'acido nitrico, sostanze che si formano nell'aria, nelle burrasehe, a mezzo delle scariche elettriche, piu o meno sensibili, in ogni modo frequenti, e finiscono col produrre il nitrato d'ammo-niaca, grande concime ai vegetali, e prodigiosamente u-tile. Non allrimenti potreinmo comprendere la rigogliosa vegetazione della torrida, ove sono d'abitudine le grandi evoluzioni elettriche, e le burrasehe frequenti, dacche le dirotte pioggie di semplice acqua non basterebbero; di fatto l'acqua di pioggia contiene sempre ainmoniaca, e piu nella state che nelle altre stagioni, e piu ancora se con burrasca, preceduta da lunga e prolratta siccita del suolo; circostanza che meglio favorisce la forma-zione deli' acido nitrico, il quate non istara molto ad u-nirsi e produrre il nitrato rf' ammoniaca. Cosi un'ab-bondante e rapida vegetazione della torrida e sorgente feconda di ossigeno che viene alla temperata colle cor-renti mosse dalla rotazione della terra ; la temperata, a compensazione, manda alla torrida 1'acido carbonico; svoltosi in gran copia nei Iunghi inverni, nutrimento alle piante stesse che diedero la ingente massa di ossigeno ; ed il manda, con movimento retrogrado delle cor-renti stesse che le portarono quest'aria vitale. Per ultimo, a finire quanto concerne le sostanze diverse che possono trovarsi nell' aria come accidentali, e buono il ricordare che 1' aria, sovrapposta immediata-mente al mare, non ne va esente. Facile n'e il saggio colla soluzione di nitrato di argento che ne rimane sempre intorbidata; e quell'aria marina, caricata di clo-ruri di sodio, polassio e magnesio, di solfalo di calce ec., disciolti o sospesi nel vapore acqueo in proporzioni re- lative, va a scaricarsi sulla terraferma, a mezzo delle correnti, perpetue di giorno e di notte. Tali nozioni di fatto sull'atmosfera dei continenti e del mare, sorreggeranno lo argomenlare sulle circo-stanze di localita, e varranno alla spiegazione di cio che riguarda PIstria piu da vicino, tanto pel suo clima fisi— co, quanto per la sua posizione astronomica e pel mare che la circonda. I Venti. Premettiamo una idea, che vedremo svi-lupparsi meglio in progresso, sulla origine della elettricita atmosferica. Evaporate acqua distillata purissima, e, nelPatto della evaporazione, non avrete segno di elettricita; evaporate acqua che tenga in dissoluzione un a-cido, un alcali, un sale o qualunque allra sostanza che possa stare coll'acqua e renderla impura, vedrete non solo segni di elettricita, ma copiose correnti, sempre pero in ragione della massa e della superficie evaporante. Suc-cedera che il vapore ascendente andia carico di elettricita posiliva, ed il vaso in cui si opera la evaporazione ne rimarra caricato di negativa. Applicate il principio al suolo ed alle acque del globo; comprendete, nella ve-duta generale, Ia vegetazione ancora; troverete una sorgente perenne di elettricita; e quando, nel pensare alla causa della evaporazione, la scorgerete necessaria-mente nel calorico, confesserete causa mediata dello sconvotgimento elettrico la temperatura. Ora, i fisici annunziano ogni movimento deli' atmosfera doversi ad una grand' estensione di superficie u-mida, ad una temperatura elevata, ad una vicinanza di colline, montagne, alberi; e tutte cause precipue, delle quali gli efletti sono varii e diversi. Ed accennano: il cumulo di elettricita negativa alla terra, di positiva nel-F aria; il passaggio della negativa ali'aria, della positiva alla terra; le neutralizzazioni elettriche fra le molecole deli'aria; le conibinazioni deli'aria e la formazione di vapori; le rarefazioni atmosferiche; i movimenti deli'a-ria con velocita variabilissime; gli abbassamenti delle colonne termometrica e baroinetrica. Di fatto, le montagne, gli alberi, le foreste, hanno sempre, al paro della evaporazione marina, dato un gran cumulo di elettricita, donde i) movimento deli'aria accusato da queilo della colonna barometrica; e le rarefazioni atmosferiche pro-dotte dai calori estivi straordinarii furono nunziatrici di burrasche piu o men forti ed eslese: le quali sopravve-gnenze, giammai smentite nel corso di secoli, conducono alla causa di prima impulsione, al calorico, vogliam dire; posciache, senza P aumento della temperatura, non av-verrebbe evaporazione, ne svoglimento di elettrico, ne scambio di queslo, conseguenza di quello. Ouesta, in brevi parole, e la base d' una teoria dei venti, che diremo elettrica ed unica, perche la sola che .regga alla inchiesta dei fatti; ned altra puo darsi, che non venga da fonte ipotetico, malanno delle scienze fisiche. Alla superficie del globo, e negli strati inferiori deli'atmosfera, elettricita negativa; positiva, negli strati superiori: conduce seco la necessitš che v' abbia un limite per P una e per 1'altra, nel quale una delle due debba essere quasi insensibile, e 1'altra incominci a di-venire sensibile. Al di sopra di questo confine aumentera la tensione positiva, siccome al di sotto dovrebbe cre-scere la tensione di elettricita opposta; se non che, a trovar questo aumento c' impedisce la terra: ond' e che il maximum di tensione negativa ed il minimum di tensione positiva si troveranno bensi alla superficie terre-stre; ma il maximum di tensione posiliva ed il minimum di negativa non potranno determinarsi, dappoiche, collo innalzarsi nell'atmosfera, si trova P aumento di questa tensione. Un cielo sereno, con aria tranquilla ed asciutta, abbassa il limite della elettricita positiva; ciocche avvie-ne egualmente, quando cresca nell'atmosfera la quantita deli' elettrico, siccome nelle circostanze di grandi eva-porazioni; ed in tal caso, gli alberi, ed altre sostanze condutlrici, servono al traslocamento delle due elettricita opposte, e preparano la neutralizzazione, che avverra a mezzo di scarica elettrica, piu o meno sensibile, secon-doche la tensione avra acquistato di forza. Ogni scarica elettrica, per quanto mite si voglia, dara combinazione deli' ossigeno coll' idrogeno; donde, din.inuzione della massa d' aria, formazione di vapori, neutralizzazione elet-i trica, innalzamento di temperatura (in cause del vapore formantesi); abbassamento di temperatura, infine, dipen-dente dali' aria che precipita dagli strati superiori, e movimento deli' aria stessa verso quegli spazii che subi-rono una necessaria rarefazione. Osnun vede da cio, che tali movimenti avranno velocita e direzione variabile, giusta la intensita del fenomeno, ed intervalli, tra azione e reazione, sempre relativi. (Continuera) Dott. Spongia. V / QuaIcosa dei comuni ecclesiastici. I comuni religiosi in Istria fino al 1000 circa erano di varie classi. Di prima classe nelle colonie formati dali'agro colonico, unitamente ali'agro giurisdizionale, necessariamente unito alla colonia, e si dicevano anche plebes primariae,e costituivano propriamente il comune ve-scovile. II clero formava congregazione, della quale quasi senato era il capitolo con alla testa un decano, formato di dieci individui di vari ordini clericali, preti, diaconi, suddiaconi. Al capitolo soltanto spettava di accogliere qualcuno nell' ordine clericale. Curato veramente si era ; P Arciprete che non sappiamo se in origine o successi-vamente venne accolto nel capitolo. I Canonici si ripar-tivano le cappelle della citta e deli' agro fra loro ed a-vevano, almeno piu tardi, P obbligo di attendere ali' amministrazione dei Sacrarnenti. I Canonici avevano distin-tivi, come sembra, a similitudine dei decurioni. Talvolta in uno stesso comune di prima classe vi aveva suddivi-sione, secondo la suddivisione civile; per cui due eleri, due Arcipreli; almeno in Trieste quella parte di citta che stava fuori delle mura della colonia formava nel secolo XIII chiesa da se (la Madonna del mare) con proprio Arciprete, e propria plebe. Certamente di rango inferiore ali' altra, senza senato clericale, pero con proprio fonte baltesimale. D' altri luoghi deli' Istria non sappiamo, ma forse simile e P origine di piu capitoli in una stessa citta, con rango differente. II Vescovo era veramente il sacerdote per eccel-lenza e si diceva anche SACERDOS; mentre presbiteri si dicevano quelli che noi diciamo preti; esso solo aveva le SACRA in tutto 1' agro colonico, giurisdizionale, e tributario di una citta; per queslo complessivo territorio era suo ministro con grandi poteri 1' Arcidiacono. Fra i comuni di prima classe vanno registrati quelli di comuni civili liberi, pero di rango inferiore i quali avevano proprio Vescovo, ed ora non 1'hanno piu per 1' abbinazione seguita di piu comuni sotto un solo Vescovo. Ouesti pure avevano il senalo canonicale forse non sempre in nuinero denario, ma proporzionato al consiglio civile che reggeva il comune. Ouesti comuni, se abbinati, conservavano un proprio Arcidiacono, se fusi cessava 1'arcidiaconato; i Canonici portavano distintivi speciali, onorifici. E questi capitoli essi soli avevano diritto di aggregare qualcuno al clero; questi comuni avevano il fonte battesimale, modellati sul tipo dei comuni di I classe per modo che vi erano equiparati del tutto, e dire si potrebbero comuni episcopali; il vescovo aveva 1' obbligo di operarvi le SACRA in certe solennita. Piu malagevole sarebbe il voler classificare quei comuni ecclesiastici alla cui testa si trova un Preposito Cparliamo di tempi antichi, dacche negli odierni il Preposito e dignita d' altra categoria). Sembrerebbe che fossero, per quei comuni che noi diciamo di II categoria, nei quali, cioe, o manco la serie dei Vescovi, od i quali non ebbero mai Vescovi propri sebbene la chiesa fosse episcopale; e supplissero i Vescovi nel potere di polizia interna, ed in qualche cosa saera di benedizione o di assoluzione. Due Prepositi troviamo nel cuore del medio tempo in Istria, quello di Rovigno, e quello di Pisino; un terzo se ne vede in tempi recenti in Altura, ma non sappiamo se sia di antica creazione, o piuttosto come ci venne detto di fondazione recente, quando cioe vennero trasfe-riti dalmati nell'Istria. V' erano poi i comuni di terza specie, quei comuni cioe, che sebbene*'civilmente alfrancati, avevano certa quale dipendenza dalle colonie, o dai comuni liberi nel civile, formavano comune ecclesiastico con proprio clero, alla testa del quale v'era Arciprete, avevano fonte battesimale , avevano capitolo, ma inferiore di numero e rango a quelli delle chiese superiori; non avevano Arcidiacono. In capo a queste chiese v' erano i Corepi-scopi, ma il potere ad saera di questi non s' estendeva che a dare gli ordini inferiori al presbiterato; il presbi-terato spettava al Vescovo soltanto. Pero i Corepiscopi avevano la polizia esterna e potevano fare leggi, per cui questi comuni come quelli delle due precedenti categorie avevano anche giudicatura. Ouesti comuni avevano fonte battesimale, per cui si dissero anche Ecclesiae baptisma-les, o plebes secundae, ritenute le due prime classi per chiese della medesima categoria. Ouando parliamo di fonte battesimale intendiamo di edifizio proprio, a cio destinato sotto 1' invocazione di S. Giovanni Battista, non gia di vaso semplice, quasi sur-rogato, nell' interno della chiesa. E tolti i corepiscopi 0' ultime traccie da noi sono del IX secolo), e riservato al solo Vescovo il potere che questi esercitavano, rimasero i capitoli per la polizia esterna. Ouestre tre specie di comuni non ebbero suddivi- sioni interne che per il servigio delle anime, queste sud-divisioni non costituirono chiese proprie, nome che si diede alle comunita eristiane. Le decime assegnate alle chiese (fossero decime vere o quartesi) non vennero assegnate che ad ogni singolo comune ecclesiastico entro il proprio territorio, non gia comulativamente a quel complesso di chiese, fossero abbinate o sottoposte, che si chiamo col nome di diocesi; ed anche allorquando si costituirono le parrochie la chiesa dalla quale vennero queste staccate, oltrecche in altri segni, ne conservo la prova nelle esazioni. In Istria non e difficile di risalire da quella pianta che avevano le chiese prima delle recenti novazioni, e da queir ordine gerarchico che esisteva prima che si trapiantassero da altre provincie nomi di dignita, che da noi ebbero sempre significazione di officio diverso da quello di oggidi; a riconoscere quello stato che aveva la provincia tutta anche in secoli remoti del eristianesi-mo, e da questo stato a risalire pili addietro. II Carso di Trieste, 1' agro di Capodistria mostrano qualche diver-sita dali' Istria media ed inferiore, ed e testimonio a nostro avviso di una rivoluzione avvenuta per irruzione di popolo pagano, dopo fissata fra noi la chiesa caltolica, pure se gli ordinamenti di governo ecclesiastico cessa-rono, e vennero in altra forma che non 1' antica riatti-vati, non cessarono gli scompartimenti di terreno man-tenuti nelle tradizioni e nella giurisdizione. Pero al di la della Dragogna rimasero assai traccie deli' antico; e se non e ultimo vanto quel!o di appartenere a comuni cattoliche, e facile ad ognuno la soluzione del quesito a quale categoria di comuni ecclesiastici ognuna appartenga. Ed a tali ricognizioni giovano moltissimo le indi-cazioni nelle quali vennero composti quei comuni ecclesiastici che oggidi ši dicono parrocchie, e che non ri-salgono sia nelle citta, sia nelle campagne al di la del 1000, parrocchie che si identificarono poi colle pievi. Vi hanno invero indizi per riconoscere che queste parrocchie sono recenti in ci6 che il diritto di patronato spetta al comune politico medesimo, e dicendo patronato non intendiamo gia quella disponibilita dei benefizi che venne introdotta dopo il 1814, ma quell'ingerenza che prese il comune laico nell' accettazione del proprio parroco. Imperciocche le collazioni che dicono ordinane, o quelle che partono da collegi clericali di chiesa, siccome da capitoli, sono indizio di creazione piu remota di parrocchie. Bel suffragio si avrebbe dali'indicazione della ori-gine di ogni singola parrocchia. Chiess di I rango in Isria. Trieste Episcopale, Tempio dedicato alla Beata con proprio Vergine assunta in cielo, poi Vescovo cangiato nella Concetta. Bat-tistero. Capitolo denario. Arcidiaconato. Arcipretura. Capodistria Episcopale Tempio alla Beata Vergine con proprio Assunta in cielo, Capitolo Vescovo denario, Battistero, l'Arci-pretatura sparisce, Arcidiacono. Cittanova Parenzo Pola Pedena Rovigno Albona Umago Pirano Castel S. Giorgio o Nesazio Muggia Buie Montona Episcopale Tempio aila Beata Vergine . con proprio........Capitolo Vescovo denario, Arcipretura, Arci-diaconato, Battistero. Episcopale Tempio dedicato aila Beata con proprio Vergine Assunta in Cielo, Vescovo Capitolo denario, Arcipretura, Arcidiaconato, Battistero. Episcopale Tempio aila Beata Vergine con proprio Assunta in Cielo, Capitolo Vescovo denario, Arcipretura, Arcidiaconato, Battistero. Episcopale Tempio aila Beata Vergine con proprio Assunta in Cielo, Capitolo Vescovo denario, Arcipretura , Arcidiaconato, Battistero. Chiese di II rango. Episcopale. Tempio aila Beata Vergine . Cessati i pro-........Capitolo pri Vescovi, con segni onorifici, Arcidia-con residenzaconato, Arcipresbiterato, Giu-temporanea risdizione propria, Battistero del Vescovo in apposito edifizio. di Parenzo Episcopale Tempio aila Beata Vergine senza proprio . . * , . . Capitolo Vescovo, con denario, Arcidiaconato, Arci-residenza pretura ? Giurisdizione pro-temporanea pria, Battistero. del Vescovo di Pola Episcopale Tempio a S. Maria Assunta in senza propri Cielo, Capitolo con segni di-Vescovi, vi stinti .... Arcipretura, provvedeva Battistero. il Vescovo di Trieste Episcopale? Tempio a S. Maria Assunta in senza Vesco- Cielo, Capitolo con segni di-vo proprio, stinti, Giurisdizione propria, vi provvedeva Battistero, Arcipretura. il Vescovo di Capodistria ? ?????? Chiese di III rango. (Ecclesiae baptismales) pieve Tempio aila Beata Vergine nata, Capitolo, Battistero. pieve S. Servolo, Capitolo .... ? S. Stefano, Capitolo con Giu-risidizione, Battistero. S. Lorenzo ? tempio e S. Martino, Capitolo, Battistero. Canfanaro pieve S. Sofia, Capitolo, Battistero. Valle — B. Vergine, Capitolo. . . . Pisino ? S. Giorgio, Preposito, Capitolo ? Bogliuno pieve S. Giorgio, Capitolo, Battistero. Momarano pieve S. Maria Madd.', Arcipretura, Capitolo? Battistero. Fianona pieve S. Giorgio, Capitolo. Ma basti cio, che il proseguire ci porterebbe a cose che per noi sono difficile a precisarsi, ma che a-gli, abitanti di ogni comune ecclesiastico, e facile a ri-levarlo. Sillabo dei Vescovi di Pola. 524 546 579 590 613 649 680 685 698 720) 725) 804 806 852) 867) 870 932 961) 965) 997) 1015) 1031 1075 1106 1118 1149 1150 1154 1166) 1177) 1180 1194 1218 1228) 1232) Anlonio protoepiscopo Venerio Isaccio Adriano Massimo Cipriano (creduto) Potenzio Ciriaco Cristoforo Pietro (creduto) Pietro Teodoro (creduto) Fortunato Andegiso W(arnerio) Giovanni Gaspaldo Bertoldo Giovanni Adamante Eberardo Ellenardo Anfredo Warnerio Redulfo Filippo Pietro Prodrano Giovanni Enrico 1238 WilIelmo 1251 N..... 1266 Taddeo 1266 Giulio 1282 Giovanni 1297) lVTatfprt 1302) MaUe° 1302 Fra Oddone de Sala, Pisano 1308 Fra Oddone Fracescano 1328 Antonio 1329 Fra Guidone 1331 Sergio 1342 F. Grazia Leonardo 135o) 1353 Benedetto 1374 Nicold 138.. Milite 1383 Fra Guidone Menimo 1409 Bartolomeo dei Ricovrati 1410 Biagio Molino 1420 F. Tommaso Tommasini 1424 Francesco dei Franceschi 1426 Domenico de Lucteriis 1451 Moise de BufFarelli 1456 Giovanni Dremane 1487 Michele Ursino 1497 Averoldo Altobello, Bresciano 1532 Giov. Battista Vergerio, di Capodistria 1548 Antonio Elio, da Capodistria, Patriarca di Gerusalemrne 1576 Mattio Barbabianca, da Capodistria 1583 Claudio Sozomeno, da Cipro 1605 Cornelio Sozomeno 1618 Uberto Testa, Veneto 1624 Innocenzo Serpa 1625 Rodolfo Rodolfi Sforza, Padovano 1627 Giulio Saraceno, Vicentino 1641 Marino Badoer, Benedettino, Veneto 1653 Alvise Marcello, Somasco, Veneto 1662 Gasparo Cataneo 1663 F. Ambrosio Fracassini, da Brescia 1664 Bernardino Corniani, Veneto 1689 Eleonoro Pajello, Vicentino 1695 Giuseppe Maria Bottari, Francescano, da S. Vito del Friuli 1730 Lelio Ettoreo Contesini, da Isola 1732 Giannandrea Balbi, da Veglia 1772 Francesco Pclesini, da Montona 1778 Giandomenico Juras, da Arbe, morto il 19 settembre 1802. Cessa la serie dei propri Vescovi. Dal 1830 impoi la chiesa di Pola viene abbinata a quella di Parenzo. Dell' Agro antico Aibonese. Nella leggenda della passionc di S. Giusto Martire nostro Protettore si legge = Eodem namque tempore directus est in ordine vicissitudinis suae, impiissimus Manacius Praefectus dioecesis Orientis, ut ipse per omnes insutas vel civilates Consulares ordinaret. .... In hac vero tergestina civitate Istriae provinciae, quae est in ricino civitatis Aquilejensis ordinatus est Manacius Magistratus. Le quali parole noi intendiamo = A quei tempi fu inviato secondo il suo turno, 1'empissimo Manacio Prefetto d'Oriente, affinche in ogni isola ed in ogni citta, ponesse delle persone con autorita consolare (di giudicare di vita e di morte). In questa citta di Trieste che e della provincia d'Istria vicina ad Aquileja fu fatto magistrato certo Manacio. Stranissima ci parve per lungo tempo quella voce di Isola, a tale da crederla errata da amanuensi; nessun dizionario anche di bassa latinita veniva in nostro aju-to, ne ci pareva vero che si creassero magistrati stra-ordinari con poteri consolari per opprimere i cristiani, per le citta e per le isole, mentre in questa Istria nessuna isola vi ha la qua!e fosse si estesa da meritare propria magistratura. Quand'ecco venire in nostro soccorso lo statuto di Albona favoritoci dal diligentissimo T. Luciani, statuto ordinato dal Patriarca di Aquileja Berlrando nella prima meta del secolo XIV. Parlando della conflnazione di Albona dice = T o ta insula Comunis Albonae incipieiulo a portu liabag versus et usque ad Častnim Albonae et quo durat vallis moleiulinorum et de Castro Albonae us-que praturn magnum et de prato mngno per valles us-que ad Ecclesiarn S. Zacchariae et quousque dnrat us-que ad portum Crapine et postea quo circuit mare insutas C07nunis predicti usque ad portus predictos. Nel quale passo ricorderemo che il Castrum Albonae non e gia P odierna citta di Albona, sibbene il Caštelliero a triplice cinta detto Gracischie scoperto dal Luciani presso a S. Ambrogio, e che meritamente si disse di Albona perche slava suj territorio Aibonese, e ne dipendeva. Dalla conflnazione data di questa isola di Albona, si vede che abbracciava poco piu di quanto e il territorio del Comune di Albona o come dicono del Capo-Comune il quale comprende Albona, Bergod, Vlacovo, Chermeniz-za, e Cerovizza in una superficie di jugeri 19000, austr., e. e che forma va il territorio proprio di Albona, che dice-vano Insula. Ne v'ha possibilita di scambio, perche ol-tre la confinazione esatta e tuttora riconoscibile delPA-gro Aibonese, questo Agro manca onninamente d' isole di mare, fossero anche semplici scogli. E nel secondo libro degli statuti facendosi novero delle contrade di Albona, sono appunto tutte quelle che si comprendono nei Sottocomuni sopramenzionati, con piu Bipenda nel quale sta appunto Gracischie. In sei saltarie era divisa quest' Isola aibonese, ognuna delle quali aveva quattro saltari sottoposti ad un Meriga maggiore; per modo che ad o-gni saltaro venivano da circa 1575 jugeri romani, cioe due Saltus di misura romana. Insula avrebbe quindi significato di comune che ha governo di se, in opposizione agli agri giurisdizionali, sui quali un comune aveva potere, od in opposizione agli agri tributari. E siccome civitas dicevano anchc un complesso di agri che avevano comune governo; il passo della leggenda di S. Giusto andvebbe inteso nell' odierno linguaggio che furono attivate magistrature tanto nei comuni che erano da se, quanto anche nelle citta che a-vevano giurisdizioni estese. Insulae dicevano infatti le frazioni di una citta che costituivano corpo di caseggiati circondati da pubblica via; insulario il fattore che vi at-tendeva. Ed ora venendo propriamente a cio che e di nostro argomento cioe ali' estensione deli' antico agro Al-bonese, fissata che fu 1' estensione del comune proprio di Albona ; diremo che posta questa in condizione distinta nei tempi romani, a segno di avere duumviri alla testa del comune ed essere aggregata ad una tribu, quindi in godimento della cittadinanza romana, ebbe al pari delle altre colonie agro giurisdizionale, e di varia categoria, cioe Castello soggetto, ville ubbidienti. Anche di Albona si verifica cio che ebbimo ad os-servare di Pola, di Trieste, di Parenzo, cioe di avere un comune che per la magistratura dipendeva da Albona, ed era questo il Castello di Fianona, 1' agro del quale misura quasi 12,000 jugeri romani, poco meno che 6000 austriaci; castello che anche nelle cose di chiesa ebbe a for-mare congregazione da se di popolo e di clero, avendo avuto proprio capitolo. E a credersi che la suprema carica del castello di Fianona fosse di elezione del comune giurisdicente di Albona, anche prima che 1'Istria venisse in potere dei Patriarchi; e che o per deiezione di ambedue comuni nei tempi di mezzo, o per essere venuta Albona in miglior condizione politica, un solo Podesta governasse tutti e due i Comuni, pero eletto dal comune di Albona soltanto. Se ne avrebbe migliore indizio, qualora il comune di Fianona avesrse pagato a41a cassa comunale di Albona, qualche censo reale, o decima. II rimanente deli' agro giurisdizionale di Albona e facilmente riconoscibile per la fisica configurazione, per le giurisdizioni di chiesa, e per le notizie storiche. Imperciocche dal Carpano (che era uno dei due porti della citta di Albona) fino al Lago d' Arsa, il fiu-micello di questo nome e la vallata segnano confine na-turale, anzi pongono fortissimi ostacoli perche v' abbia facile comunanza fra le terre di qua e di la; dal Lago d' Arsa al mare la via e breve segnata da valle aperta, i monti segnano il rimanente. II Capitolo di Albona esercitava ministero ecclesia-stico su tutto questo territorio, (eccettuata Fianona la quale sottostava non al capitolo ma ali' Arcidiacono di Albona) vi aveva 1'esclusiva cura di anime, giacche le quattro parrocchie che oggi vi sono nell' agro, vennero formate soltanto nel 1632; sopra Sumberg e Chersano il Capitolo di Albona conservo lungamente segno di giurisdizione. Chersano e Sumberg vennero staccati da Albona e dati al Conte d' Istria nel 1367 aH' occasione della pace fra Veneti e Patriarca di Aquileja con Lodovico Re di Ungheria. Per tale via si puo assegnare aH'antico Agro AI-bonese, proprio e giurisdizionale la superficie di jugeri 48,000, pari incirca a 100,000 jugeri romani, dei quali 40,000 vengono ali'Agro proprio di Albona, 10,000 ali' Agro di Fianona, 50,000 al rimanente deli'Agro giurisdizionale e tributario di Albona. Queste misure le dia- mo in numeri rotondi, mostrando cosi le proporzioni tra gli agri diversi. Ed ora che l'agro giurisdizionale di Albona e se-gnato, potrebbe questo servire di guida a rintracciare la Baronia che fino dal 1100 si diceva Corte Alba interla-tinos, il che mostra che avesse ancora altro nome cer-tamente nella lingua slava. E questa Baronia era di proprieta dei Patriarchi, e dovrebbe essere stata conter-mine a Cosliaco, pero fuori del confine di Albona; il signor Luciani potrebbe sciogliere questa dubbiezza, che cosi avrebbe compimento quel bellissimo suo lavoro di carta topografica colle traccie di antichi luoghi, della quale ci fu cortese. E se altri avessero fatto come lui, P antica geografia d' Istria sarebbe opera di poche ore. Della Costituzione provinciale deli'Istria nel IlOO. (Continuazior.e — Vedi numero antecedente.) Giacche abbiamo toccato dei Conti d' Istria, siccome Baroni maggiori del Marchesato, ed esercenti pieni poteri di governo e di giustizia, compresa la moneta, la quale pero non ebbe impronto peculiare di questa provincia come non le diedero i Patriarchi Marchesi; daremo la serie dei Conti secondo quanto potemmo recare insieme: Conti di Istria elettivi e di famiglie incerte 828 Eberardo 869. 879 Unroco. 895 Berengario. 906 Goffredo. 977 Sigardo. 990 \Variento. 1040 Wecellino. 1027 ( w .. 1030 i Ecilone" .... Guglielmo di Weimar f 1034. Conti ereditari della Časa dei Conti di Gorizia. 1112 Engelberto I. 1156 Mainardo. 1176 Adalberto. 1205 Engelberto II f 1220. 1220 Alberto I f 1250. 1250 Alberto II f 1304. 1305 Enrico f 1323. 1324 Giovanni Enrico f 1338. 1342 Alberto III f 1374 nel quale si estingue la linea dei Conti d' Istria. Della quale Contea diremo le parti e la provenienza per quanto venne finora a nostra cognizione. Tutto quanto e il Vescovato antico di Pedena (il quale era nel patronato del Conte d' Istria) fu antico possesso dei Conti, la provenienza del quale si ignora. Erano luoghi precipui Lindar, Gallignana, Pedena Cepich. E forse questo vescovato costituiva originariamente la Contea. Ed egualmenle e ignorata la provenienza nei Conti del Capitanato di Raspo, o piuttosto di tutto Paltipiano della Vena di Pinguente fino ai confini di Trieste, il quale si vede essere possesso dei Conti. E memorabile che in tutti due questi corpi siesi conservala la lingua romanica ben a lungo. Pinguente, Rozzo, Colmo, Due Castelli presso Se-mich, Bogliun, Vragna, Letai, Belai, Cosliaco, Cortealba; erano possessi donati dal Re a Wodalrico, da \Vodalrico alla chiesa d'Aquileja; il vederli in mano dei Conti di Istria fa supporre che provenissero dalla chiesa di Aqui-leja, la quale anche piu tardi conservo qualche percezione. I possessi nel distretto di Buie, Momiano cioe, Grisignana, Sterna, Castagna, S. Pietro di Montrin, erano della chiesa d'Aquileja e provennero da questa. Torre, Visinada, Vissignan, Mondellebotte, Montona, Antignana, Pisino, Gemino, Terviso, Padua, Caschierga, Rosario, S. Maria dei Campi provenivano per investitura feudale dalla chiesa di Parenzo; Barbana e Castelnovo dalla chiesa di Pola. Non taceremo pero correre per le stampe un diploma di Enrico del 1077 coi quale sarebbe stato do-nato al Patriarca d'Aquileja il Comitato deli'Istria in libera proprieta e disponibilita a favore di chiunque, ma quel diploma non e accettato per genuino; d'altronde non bene si ravviserebbe se questa voce Comilatus debba riferirsi alla terra, od alla carica soltanto; e pero lascie-remo la verita a suo luogo fino a che si abbiano migliori indicazioni. La Contea consideravasi in verita come provincia da se, ignoriamo se avesse rappresentanza regolare, e costante, certo e pero che il Conte aveva intorno a se nobili Cavalieri che 1' assistevano coll' opra e coi consiglio. Se vi fu rappresentanza non vi prendevano parte che i nobili, i comuni sembra che fossero esclusi, Nobili cioe possidenti di ville sia che le avessero per leudo o per proprio. Fino alla fine del Secolo XIV ebbero certa quale costituzione provinciale della quale diremo i som-ini capi. II Conte aveva P alta giustizia penale la quale si limitava ai delitti di uccisione, omicidio, agressione sulle strade, forzo di donna o di časa; la bassa giustizia penale era di ogni singolo barone sulle sue terre. I baroni non venivano giudicati da pari, ma imme-diatamente sottostavano in cose punibili ali' autorita del Conte. I baroni sottostavano alla giudicatura del Conte in ogni loro affare civile; ogni barone aveva la giudicatura civile sulle proprie terre. Le baronie potevano essere possedute dagli uomini come^dalle donne, fossero feudo o proprio. I baroni avevano debito di servigio militare gra-tuito; condotti a guerreggiare fuori di provincia avevano diritto a soldo. II diritto di accordare fiere e mercati era del Conte soltanto, non dei baroni. II contadino era libero per la persona, capace di piena proprieta; la decima era P aggravio di tutte le terre; una quarta parte si devoleva al clero. Riempiture. Prima industria in Trieste. Allorquando Carlo VI dava le celebrate patenti per P emporio di Trieste, ebbe intenzione di chiamarvi anche i manifatturieri, e le arti, e sembra che dasse gran peso e con ragione a siffatte industrie. La prima mani-fattura avviata in Trieste fu quella delle calze di seta; tre persone s'erano unite per attivarla, e vi avevano alzato edifizio su terreno donato dali' Imperatore Carlo VI. Cio avveniva nel giugno del 1736. Primo Console in Trieste. II primo Console estero in Trieste venne dali' Imperatore nominato per le nazioni Greca ed Ottomana, nel 1723, e questi si fu Liberale di Giacomo Baseo, in considerazione delle sue cognizioni mercantili, della sua onesta, e deli' avere a proprio rischio fatta la prima spedizione che da questo porto si dirigesse a Fiume. Esso era nativo da Nauplia nel Peloponneso, ed era fug-gito alla conquista fattane dal Turco. Esso, morto nel 1749, riposa nel Duomo nella navata del Santissiino. Secondo Console Greco fu il conte Cristoforo Ma-muca della Torre, Magnate di Ungheria, R. Consigliere di Commercio in Trieste, e di questo pure riposano le ossa nel Duomo, morto nel 1760. Mercanti in Trieste. Nel 1808 eranvi 102 Negozianti insinuati di Borsa : 64 Negozianti ali' ingrosso. 15 „ ali'ingrosso ed al minuto. 12 „ al minuto. Legislazione. L'Istria aveva le proprie leggi statutarie in dero-gazione parziale delle leggi generali in materia civile, pel diritto penale, e per le cose economiche. Di queste leggi furono stampate: = Gli Statuti di Trieste in due edizioni, P una in Trieste, 1' altra in Udine. = Gli Statuti di Capodistria. = Gli Statuti di Pirano. = Gli Statuti di Pinguente. = Gli Statuti di Orsera. Gli Statuti di Rovigno si cominciarono a stampare, poi si abbandono o piuttosto fu sospesa 1' impresa. Negli anni decorsi furono stampati gli Statuti di Pola e quelli di Parenzo.