Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 76— 25 settem. 77 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore L'integrità di un giornale consiste nell'attenersi, con costanza ed energia, al ter9, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO 11 gennaio 1801 — Muore Domenico CI mar osa — (V. Illustrazione.) QUESTIONE DI CIFRE (Dal Nuovo Tergesteo del 3 corr.) Trieste è una città italiana: questo si sa da tutti, anche da quelli che vogliono far le finte di non saperlo e ci battezzano per ottentotti magari piuttosto che quel che siamo. Trieste è una città italiana per storia, per lingua, per costumi ; e per giunta, la statistica, questa fredda statistica alla quale pure i tedeschi fanno tauto di cappello, ci vien dicendo che anche pel fatto dei suoi commerci Trieste è essenzialmente italiana. La statistica che non più lontano di ieri, ha pubblicato 1' ufficio della Borsa ce lo dice infatti abbastanza chiaramente. È una statistica questa della navigazione nel porto di Trieste nel 1876: vi troviamo gli arrivati e i partiti secondo bapdiere e secondo i porti dai quali venivano e ai quali andavano le navi; e fra le bandiere quasi tutte quelle del mondo, a cominciare dalla possente inglese e a finire dalla innocente Sa-miotta, e fra i porti quelli di quasi tutti gli Stati dei due mondi: dal nostro Litorale alle due Americhe, a Tunisi, alle Indie. Ma un fatto cade tosto sott' occhio a chi considera questa filza di cifre con occhio di economista e, s'è permesso di dirlo, con intento di filosofo. E il fatto è questo: fra tutte le bandiere estere dei velieri quella che ha la prevalenza è l'italiana, e vi va aggiunta per parecchie frazioni la nostra marineria, italiana di stirpe in gran parte anch' essa ; fra tutti i porti esteri il più rilevante commercio marittimo ci viene fornito coi velieri, da quelli del Regno italiano, ai quali considerando naturalmente la cosa dal punto di vista etnografico, va aggiunto il Litorale italiano dell' Impero austro-ungherese. APPENDICE. IL CABECILLA NOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata dall' Alte und Neue Welt tradotta da GIOVANNI de F. La nostra libertà e la nostra vita dipendono dalla tua volontà, e come tu ne voglia approfittare me lo dinota la sentinella posta nel cortile. Se la sentinella rimano ancora a quella porta, non è più in tuo potere di mutare il nostro destino. — Tu dimentichi sempre la differenza della nostra posizione. Tu appartieni al popolo, io all'esercito : a noi incombe fare la guerra, non a té. Quello che fate è spionaggio, e temo che tuo padre non solo spii. ma faccia aperta ribellione. Se vuole combatterci, entri nelle file dell'esercito spagnuo-lo ; ci venga incontro coli'arma del gentiluomo, senza ipocrisie, e non ci combatta da tergo come un brigante ... — A tali parole Maria sorta impetuosamente colle guance infuocate e cogli occhi splen- Vediamo gli approdi: la bandiera delle navi a vela austro-ungherese, che ha però si noti, per centri precipui l'italiana città di Trieste e l'italiana isola dei Lussini, ci da un contingente di (mettiamo cifre rotonde) 160,000 tonn,, l'italiana del Regno viene subito dopo con 100,000 tonn. ; la greca, la più rilevante di quelle che vengono dopo, quanto non dista ! Ella figura per sole 33,000 tonn. ; e la inglese non ne ha che 4000, 1' americana 8000. l'ottomana 7000; la germanica non si fa viva che con 5000 tonnellate ! Vediamo la partenza delle navi a vela: austro-ungarica 156,000, italiana 100.000; si corre all' ingiù per la greca con 33,000, l'ottomana e la svedese con 6000, l'inglese cou 4000 ! E anche qui la germanica non ne ha che 4000. I porti di provenienza delle navi a vela ci presentano il medesimo fatto, dall' Inghilterra 50,000 tonn., dagli Stati Uniti 30,000, dalla Turchia 22,000. dalla Russia 14,000, dalla Grecia 10,000, dal Brasile 5000, dall'Italia regno 70,000 ! I porti austro-ungarici figurano per 100,000. tonn. ; noi però considerando la cosa non dal punto di vista politico, ma da quello etnografico, potremo calcolare ben 65,000 di queste ultime tonnellate come provenienti da porti etnograficamente italiani perchè appartenenti al Litorale italiano dell' Impero E provenienti dal Litorale unga-ro-croato e dal dalmato, ove pure la lingua della civiltà e della marineria è italiana, resterebbero sole 40,000 tonn. La Germania, si noti, brilla con un magnifico zero. Par la partenza dei velieri si dica lo stesso: Austria-Ungheria 110,000, delle quali però ben 64,000 del nostro Litorale ; regno d'Italia 66,000. E poi ma molto poi, vengono Grecia 26,000, Turchia 14,000, Stati Uniti 10,000; le partenze per la Francia che ascesero a 69,000 tonn. non si possano dire nor- mali, perchè dipendenti dal capriccioso commercio delle doghe. Nel movimento delle navi a vapore la navigazione coi piroscafi del Lloyd e delle piccole Società istriane è uu gigante in paragone di tutte le altre: negli approdi e nelle partenze 400,000 sopra 650,000 ! Dunque q»i pure la prevalenza è della marineria austroungarica e precisamente della triestina, che per linguaggio e per missione civilizzatrice è italiana. E vi vanno aggiunte 80,000 tonn., tanto all'arrivo che alla partenza, della marina del Regno d'Italia. Piroscafi tedeschi niente. La statistica non dice di più: ma dice già molto, e dimostra così come anche per la natura dei suoi commerci e della sua navigazione Trieste sia italiana. A meno che non ci mutino di stirpe e di linguaggio quei 25 bastimenti tedeschi che in tutto e per tutto capitarono nel nostro porto, e quelle 486 tonn. di commercio marittimo che v'ebbero nel 1876 tra la seconda Venezia e l'anseatica Amburgo ! denti fierezza, esclamò : Ritira quello che dicesti , . . mi hai offesa nel più profondo dell'animo; ritira quelle parole o altrimenti udrai cose per te spiacevolissime. — Ho detto la verità, disse a mezza voce Vittorio. — No, che non dicesti la verità ... io te la voglio dire la verità ... il vostro Imperatore fu un ipocrita, che con arti ingannevoli finì col calare qui attirato dalla sete del sangue come un masnadiero ... — Maria! gridò Vittorio. — Tu hai chiamato mio padre ipocrita e brigante, e tu devi udire, dove sia veramente reperibile tal fatta di gente. L'intera Spagna si è sollevata: il cittadino ha abbandonato le sue pacifiche occupazioni per difendere la sua casa ed il suo onore minacciato; chi può portare il fucile vi combatte; donne e fanciulle entrano nelle file; a JBajadoz ragazzi dodicenni e fanciulle portavano ristori e munizioni sotto una pioggia di palle : così si difende un popolo contro un' irruzione di masnadieri ! — Se alcuno ti ode mi è impossibile di essere mite. — Ritira quelle parole pronunciate contro mio padre gridò Maria con insistenza, od io rinunzio alla BKSCBITTIOXE della Provincia dell' Istria di Nicolò Manzuóli (V. i N.i 2, 3, 4 5 e 6) Capo d'Istria vien chiamata dalli Scrittori Pallade, Egida, et Capraria. Fauoleggiano li Poeti, che Nettuno sdegnato perseguitasse Pallade, si per esser stato da essa superato nel dare il nome ad Athene, come perchè portaua nel suo scudo la testa di i Medusa già sua fauorita, hora Arma della communità; onde essa fuggendo si posse stanca alle sponde del , nostro Forinione, doue sopragiunta da Nettuno fuggì, et nel fuggire le fù tolto dall' onde del mare esso scudo, che dicono esser il scoglio fatto à guisa di vero scudo, sopra il quale è edificata la Città; Et perchè questo scudo di Pallade era coperto di vna pelle di capra che in greco si chiama Egis, per questo la Città hà preso il nome di Egida, et di Capraria, Et quindi nasce che gli inuidiosi della sua grandezza chiamano i suoi abitanti caurisani. Ma lasciando le fauole, et venendo alle cose vere dico, che Capo d'Istria vien detta Pallade, per che il scoglio della Città era tua mitezza ... Va, consegnami alia tua guardia, fa verso di me ciò che io non ho fatto verso di te, e allora avrai fatto ciò che è degno di un Francese! Dacché ti amo non ho osservato in te che l'uomo; mostrami ora che l'uomo si cambia in un Francese ; così strapperai dal mio cuore l'amore e ti potrò odiare. — Popolo fanatico ! disse fra sè Vittorie», e poi a Maria : E tu voresti farmi credere che tutto questo amore non era una buffoneria, e che il tuo primo bacio nou era il sibilo del serpente che incanta la sua vittima ? — Dissi il vero: ammirai ed amai in te l'uomo di nobili sentimenti e di animo fedele; ad esso ho donato il mio cuore e ad esso sono stata sincera e fedele. Seppi distinguere il conte Vittorio de Valliers dal capitano dell' armata francese, e l'amore del mio cuore non ha deteriorato l'entusiasmo per la patria. Ti promisi amore e fedeltà, e, quantunque tema di averlo fatto contro la volontà di mio padre, sono intenzionata di conservarti l'uno e l'altra; ma la promessa non risguardava l'armata francese e quando ti'giurai fedeltà non ho rinnegato la mia patria. — (Continua). dedicato ad essa Pallade, et quella Giustitia che è nel mezzo del Palazzo fra le due Torri era la sua Statua et il Palazzo il suo Tempio. Vien chiamata anco Giustinopoli e Capo d'Istria. Giustinopoli percheda Giustino Imperatore fù fatta Capo et Metropoli dell' Istria, et anco perche sempre è stata Città di Consideratone, che cosi anco scriue il Biondo dicendo. Tra le altre Città, che nell'Istria sono Giustinopoli è la principale, et Ortelio dice. Celeberrima est Justinopolis, quam vulgo caput Istriae vocant, Plinius Aegidam. Dice anco Pietro Paolo Vergerio il primo che Capo d'Istria hà preso questo nome dal Fiume vicino Formione, il quale vua volta soleua esser principio dell'Istria. Hor venendo all'edificatione delia Città dico, che ella fù edificata dai Colchi prima di Roma 500 anni, che tanto è della venuta di essi Colchi in Italia, come dice il Mutio in alcuni suoi scritti di penna, et l'Istoria della loro venuta è questa. Giasone andò in Coleo Regione di Scitia in Asia all'impresa del vello d'oro, doue col mezzo di Medea figliuola del Rè Acete ottenne l'intento suo, et di là partendo menò seco anco Medea, per il che il Rè sdegnato mandò i suoi Colchi à seguire Giasone, et gii Argonauti (detti così dalla Naue che fù chiamata Argo che vuol dire veloce) con espressa commissione che non tornassero senza la figliuola, ma essi al fine stanchi di far viaggio, et priui della speranza di trouar Medea si fermarono in Istria doue vennero per il Danubio et fondarono Capo d'Istria, Emoniaet Puola et furono dette Quies Colcorum : di queste cose ne tocca vn poco Plinio nel lib. 3. cap. 19. et Trogo nel libro 32, et poi aggiunto Parenzo furono habitate da Cittadini Romani con nome di Colonie. Per le guerre et rouine che patì l'Istria, come dissi da principio di questa historia, questa Città restò dishabitata per molto tempo, et per questo nella guerra con Romani T. Liuio non; fa mentione di Capo d'Istria, ma solo di quelle tre Città principali Mutila, Faueria et Nisatio hora incognite. Ma 18. anni innanzi 1' auuenimento del Signore, il scoglio quasi tutto ripieno di Arbori à rihabitarsi da Pastori fù incominciato, et fatteui molte habitationi fu la Città come prima dai Latini Egida, et dalli Schiavi Copra nominata. L'anno poi della nostra salute44. il popolo di Capo d'Istria dal vero lume celeste illuminato, lasciate le Idolatrie alla vera et vnica fede di Oiesu Christo Sig. N. si conuertì, et in quel tempo si fabricò la Chiesa Ca-thedrale in nome di Maria Vergine, et doue era il Tempio di Pallade fù fatto il Palazzo Pretorio et gli Idoli furono gettati a terra, et conuertiti iu .altro vso. Vna Porta della detta Chiesa Cathedrale verso Ostro la maggiore fù fatta dalli sassi di una sepoltura d'vn supremo Sacerdote della Dea Cibele. Le colonne della qual Porta stano sopra due Leoni, che hanno due teste di Vaccha nelle mani in vno de quali sono queste parole. L. Publicius Syntropus ArclUgallus V. F. Sibi H. M. H. N. S. che vuol dire. L. Publicius Syntropus Archigallus viuens fecit sibi hoc monu-mentum, haeredibus non suis. Et per dichiaratone del resto dico, che Cibele prese il nome del monte Cibe-lo, doue fù alleuata, et per esser stata nodrita dalle fiere, dice Diodoro che le vengono dati i Leoni, ouero erchè fece divenir Leoni Hippoinene et Atalanta per auersi goduto insieme in vna Selua à lei consecrata, et volle che dopoi tirassero sempre il suo carro. Vien anco dipinta questa Dea sopra un carro tirato da Due Vacche, per che gli Egitij essistimauanocbe vna vacca fosse il suo animale, et per questo in Germania si costumaua tirare il suo carro da due vacche: cosi fecero i Romani quando della Frigia à Roma fù portato il suo simulacro, il quale fu tirato da due vacche fino al Tempio, et gli sacrificarono vna Giouenca indomita. I sacerdoti poi di Cibele si chianiauano Galli, perche erano castrati come fù castrato Ati. Ati giouane amato grandemente da lei fù posto alla cura delle sue cose sacre, con patto che egli douesse con-seruarsi vergine, come con giuramento si obligò, ma inamoratosi d'vna Ninfa figliuola di Sagari Fiume godè souente dell'amor suo, di che la Dea sdegnata fece morire la Ninfa, et scacciò il giouane da se il qual rauedutosi del peccato commesso venne in tanto lurore che andaua come pazzo per li monti gridando, ferendosi in ogni parte del corpo, et con acutissime pietre si tagliò il membro, et si voleua ammazzare. Alla fine Cibele vinta da pietà cangiò il giouane in un Pino, et per sua memoria volle esser coronata dei rami di questo Arbore : Et ordinò, che per l'auenire i suoi Sacerdoti fossero castrati con vna acuta pietra nel modo, che Ati si castrò da sè, et che nelle sue feste aggirando et dibattendo il corpo come forsennati andassero gridando et ferendosi il corpo come fece Ati. Furono anco Galli chiamati da un Fiume della Frigia di questo nome, che im-pazziua chi delle sue acque beuea, et era buono all' hora da seruire alla Dea, perche arditamente face-ua tutte lo pazzie sodette. Nel Vescouato anco era un marmo sacrato ad Iside moglie d' Osiri, la cui fauola non racconterò per esser poco honesta, et però sauiamente fù leuato, et in suo luoco postone un altro con vna memoria in honore di Papa Gregorio XIII. et è questa. Io. Ingenerio Episcopus lustinop. Sublato hinc lapide Idolis sacro aliud sempiternum Greg. XIII Max. et Qpt. Pont, memoriam reposuit, CL)I;yXXCIII. Et la statua di Pallade, che era come Idolo incensata et adorata fu fatta in forma di Giustitia con la spada et le billancie. et posta nel mezzo del Palazzo come ho predetto, con questi versi in memoria del sopra esposto iu littere as-ai antiche: Palladis acteae fuit hoc memorabile saxum Efflgies quondam, clarahaec Urbs dam Acgida mynsit A Capris Divae sic tum de pelle vocata. Quae quoniam reliquos semper superaverat lstros. Artibus ingvnii. semper caput esse de-corum Promeruit patriae, cui tot hoc praesti-tit una. Itide a Justino, mox Justinopolis ul-tro Principe, et a Venetis dieta est Caputhi stria tandem Auspiciis quorum vivat per sae-cula tuta. Fondata poi la fede Chatolica et distrutte le vane memorie dei falsi Dei, l'anno del Sig. 210, furono fatte molte altre chiese et edificij temporali, et in particolare il castello discosto dalla città cento passa, con la strada che va in terra ferma con i ponti. Di questo castello trouo anco nella cronica di S. Nicolò di Lido di Venetia, che al tempo di Stefano Vesco-uo di Aquileia gli Istriani guauemente afflitti per le incursioni de'barbari si ritirarono nell'Isola di Pallade; oue fabricarono habitationi et un Castello. La Terra all' hora non passava i volti sopra i quali fecero le Chiese che tuttavia si vedono, perche cosi anticamente era Costume di fare esse Chiese 'sopra le porte delle citta. Poi l'anno 528. Papa Giouani primo figliuolo di Costanzo (che morì prigione in ltaue-na sotto Teodorico Rè degli Ostrogotti di setta Ariana^ richiesta di Giustino vecchio XV. Imperatore di Costantihopoli ordinò il Ves.couo di Capo d'Istria et cosi la città andaua sempre crescendo d'habitationi et d' edificij. aggiungendovi i Borghi che sono dalli volti in giù. Che la città poi fosse riedificata da Giustino II lo dice il Biondo da Forlì nelli suoi commentari dell'Italia illustrata in queste parole. Giustinopoli è la principale città dell'Istria Regione, d'Italia la quale fù riedificata da Giustino figliuolo et successore nell'imperio di Giustiniauo I Imperatore detta già Isola Capraria et più anticamente Pullaria luoco singolare, oue gli huomini erano sicurissimi da ogni incursione de' barbari. Et nel supplemento delle croniche si ha cosi. Giustino Imperatore il giovane o minore fabricò in Istria vna città, et la chiamò de suo nome Giustinopoli. hoggi detta Capo d'Istria, la quale fù da lui fatta in luoco fortissimo, per raffrenar con questa 1' escursioni de' barbari, et acciò fosse difesa de suoi popoli, et per maggior chiarezza di questa verità ne fi fide la seguente inscrittione descritta anco da F. Leandro, et da Volaterano già posta in vn Marmo, et hora nel nostro statuto registrata. D. N. Caes Justinus. P. Sai. Foelix, Pius. lnclitus ac triumphator semper Augustus. Vont Max. Frane. Max. Got. Max. Vandal. Max, Cons. III. Trib. P.II hnp. V. conspicuam hanc Aegidis Isulam ad intima Adriatici Maris commodiss. interiectam venerandae Palladis sacrarium quondam, et colchi-dum Argonautarum persecutorum Quieten, ob gloriavi. propagandam hnp. S. C, in Vrbem sui no-minis Jixcelent issi ini nuncupandam honestis. P. P. P. designauit, fundauit, ciuibus. Ro. Po Q. et gente honestissima refertam. Ecco dunque con l'hautorità di tanti scrittori et memorie esser vero che Capo d'Istira fu riedificata da Giustino Imperatore, et che prima fù fondata dai Colchi come anco si caua da Lucano nel 4. libro. Et finalmente che Capo d'Istria fosse hahitata da nobilissimi Cittadini Romani lo dice Plinio nel libro 3. della sua naturale Historia, doue citando Tudiano che domò gli Istri, dice che esso nella sua statua scrisse queste parole: Da Aquileia al Fiume Titio vi sono ducento mille stadij, nel qual spatio vi è l'Istria Pronincia de'Romani, oue sono Egida, Parenzo et Puola colonie. Distrutta di nuouo da Visigotti l'Istria et Capo d'Istria insieme, vn certo tempo dopo, alcuni Giustiniani del Sangue di Giustiniano Imperatore di Costantinopoli scacciati da Greci d'vna casa de' Belli potenti vennero nel colfo Adriatico, et rinouarono Capo d'Istria, et perche il conditor hauea nome Giustiniano fù chiamata di nuovo Giustinopoli, ma dopo la venuta di Athila Flagellimi Dei fù abbandonato il luoco et essi Giustiniani si partirono andando chi in qua et chi ili là, et poi furono fatti nobili Vene-tiani. Quando questa Città era alla deuotione del Patriarca di Aquileia, si gouernaua come Republica, et mandaua de suoi cittadini in Regimento in di-uersi castelli, et così fù osseruato fino gli anni 1421. et 1423. come ne fanno fede le lettere Ducali registrate nella Cancellarla nostra del Sindicato nel registro vecchio delle Ducali à carte 9. et 10. dogando Thomaso Mocenigo et Francesco Foscari. nelle quali vien commesso col Senato al Podestà di Capo d'Istria che mandasse in Reggimento delli nobili di detta Città à Pinguènte, à Portole, à Buie et à Dui Castelli. Tutte l'entrate della camera fiscale erano in com-munità, con la decima dei i sali, con le quali entrate sono state fabricate tante nobilissime chiese, Mona-sterij et edificij. Si dice che il Monasterio di S. Chiara era il Palazzo delli consoli, et ancora hoggi si vedono sopra esso Monasterio tre Armi, che si hà per traditone che fossero di tre consoli. I Cittadini nobili portauano uii'habito lungo, nero, ò pauonazzo con le maniche larghe, con la beretta tonda et con la stola, et insomma vestiuano in tutto come vestono i grandi di Venetia, et questo vestito fù portato da Roma jda quei primi Romani, che vennero |ad habitar Capo d'Istria, et fino à giorni nostri cosi si uestiua, et io mi ricordo veder in vesta negra nell' habito descritto Aluise Puola che morì V. Domino, con la zazzera come portauano tutti,et hò inteso da vecchi che'Nicolò Manzuoli mio bisauolo vestiva di Pauonazzo nel modo sodetto. (continua) Coerenti al nostro assunto (riepilogato nel secondo titolo del periodico) di raccogliere tutto quello che concerne in particolare la città, ci procuriamo il piacere di riportare dalla Provincia del 1 corr. le nuove "Effemeridi Giustinopolitane,, dell'abate Marsich. innestandovi, segnate con asterisco, quelle già stampate dal nostro laborioso concittadino. Così eviteremo ai lettori interessati l'incomodo di rendersi più completa la nuova serie coli'andare iu traccia dei libri contenenti le altre; e le riporteremo successivamento alla loro pubblicazione nella Provincia. Nuova serie di Effemeridi Giustinopolitane A questo lavoro (lavoro di pazienza e nulla più) intorno a fatti che risguardano la città di Capodistria, mia patria, furono occasione lericerche che fui in necessità di fare per conoscere l'esatta serie dei veneti podestà che la ressero per stabilire 1' anno dell' entrata ed uscita loro dalla reggenza, e possibilmente anche il giorno preciso in cui entrarono nella carica o ne sortirono. È questo intento che spiegherà e giustificherà non poche delle date da me registrate che altrimenti si mostrerebbero quasi indifferenti e spoglie d'importanza storica. Mosso dalla suespressa idea ed inoltre dall' invito fattomi di voler cooperare in qualche modo alla raccolta per la compilazione del Saggio di Bibliografìa Istriana, annotai ne' miei scartafacci ogni data che mi schieravano dinanzi e polverosi manoscritti, e pergamene, e libri a stampa, i quali o trattano diffusamente dell'Istria nostra, o solo per incidenza ne danno qualche notizia. Da questi scartafacci traggo oggi questa mia „Nuova Serie di Effemeridi Giustinopolitane, per presentarla al pubblico nel corso di quest' anno ogni quindicina di giorni, e Nuova la dico, perchè quasi del tutto diversa da quelle altre offerte ai compilatori del „Luna-rio per il popolo di Capodistria, ed anche stampate nell'Annata II (1869) dello stesso Lunario ed in fascicolo separato. Nè mi sembra inopportuno di far precadere alle Effemeridi l'elenco dei libri e dei codici donde le raccolsi, segnandone dei primi anche l'edizione. Ove questo mio lavoruccio fosse per incontrare nel genio di chi ama la patria storia, verrò offerendo un altro anno altre notizie istriane di altri luoghi sotto la stessa forma. Trieste, 1 gennaio 1877. Don Angelo Marsich. Fonti 1. Liber Niger raccolta Ducali e terminazioni : Codice membranaceo nell'archivio municipale di Capodistria. 2. Codice diplomatico istriano. — Trieste tip. del Lloyd. 3. Saggio di Bibliografia istriana. — Capodistria, tip. Tondelli, 1864. 4. Monumenti del nobile consiglio di Capodistria. — Venezia, tip. I. Valvassense, 1770. 5. Archeografo triestino. — Trieste, tip. G. Marenig, 1829 - 1837. 5. Francesco, co. di Manza no, annali del Friuli. — Udine, tip. Trombetti - Murerò, 1858 - 1868. 7. Porta orientale. — Fiume e Trieste, 1857 - 1859. 8. Muratori Lodovico, rerum ikalicarum scriptores. — Milano, 1723 - 1751. 9. Archiv fiir Kunde osterreichische Geschichtssquel-len. — Vienna. 10. Atti dei Vescovi di Capodistria, (conservansi nella cancelleria vescovile in Trieste). 11. Paolo Naldini, corografìa ecclesiastica della città e diocesi di Capodistri a. — Venezia, tip. G. Albriz-zi 1700. 12. Statuta Iustinopolis, metropolis Istriae. — Venezia, tip. Saleni - Cagnolini, 1668. 13. Minoto A. S., acta et diplomata e regio tabularis veneto firmiter regesta et«. — Venezia, tip. Cecchini, 1870. 14. Stancovicli canon. Pietro, biografia degli uomini distinti dell'Istria. — Trieste tip. Marenigh 1828 e 1829. 15. L'Istria, giornale. Trieste, tip. del Lioyd, 1846 e 1852. 16. Senato - misti, codici membranacei nell'archivio regio in Venezia. 17. Notizenblatt, Beilage zum Archiv fiir Kunde o-sterr. Ceschichtsquellen. — Vienna, 1850. 18. Codice diplomatico istriano, documenti inediti che conservansi nell'Archivio municipale di Trieste. 19. Curia episcopalis, folium dioecesanum tergesti- num, — Trieste tip. Wels* Amati, 1885-1875. 20. Muratori A. Lod., antiquitates itaiicae medii aevi. — Arezzo, tip. Belletti, 1773. 21. Mainati don Giuseppe, croniche ossia memorie storiche di Trieste. — Venezia tip. Picotti, 1817 e 1818. 22. Cappelletti don Giuseppa, le chiese d Italia, — Venezia, tip. Antonelii, 1844- 1859. 23. Sixt C, H., P. P. Vergerius, papstlicher Nuntius. — Brunsvic, tip, Schwetscke. 1855. 24. Theiner A., vetera monumenta slavorum meridio-nalium. — Roma, tip. Vaticano, 1863. 25. Carli co. Gian Rinaldo, opere. — Milano, tip. del monistero di s. Ambrogio maggiore, 1784. - 17 4. 26. Romanin S., storia documentata di Venezia. — Venezia, tip. Naratovich, 1848. 27. Lirutti G G,, notizie delle cose del Friuli. Udine, tip. Gallici, 1776. ' ....,, 28. Raspe, codici cartacei nel regio archivio m Vene- 29* Pergamene nell'archivio capitolare in Capodistria. 30. Esposizione di rapporti fra la repub. veneta e fli slavi meridionali, brani tratti dai diarj di Mann anudo. — Venezia, tip del commercio. 1863-1867. 31. Consiglio X — misti, codice cartaceo (copia) nel regio archivio in Venezia. Gennajo. 1 1438 (M. V.) a) Ducale Foscari che accorda alla città di ritirare dal Friuli per proprio uso legna da fuoco, botti, doghe e cerchi-1, 84 - b). *1 1803 II Collegio de' nobili, fondato nel 1699 ediretto dai Padri dellescuole pie è fatto accessibile a chiunque. 2 1431 II podestà e capitano Omobono Grit-ti arrola tra i nobili del patrio consiglio Giacomo e Nicolò di Arrigo fu Bertuccio Musela.1 - 1, - 13.* 3 1332 (M. V.) Il senato ordina al pod. e cap. d'inviare a Nona i XXV uomini a cavallo che presidiavano la città e di accettare nel loro posto XL balestrieri. - 26, - £ - 52. 4 1208 II nostro comune assistito da quello di Pirano invade Rovigno e 1' obliga alla pace. - 2. *4 1792 Ducale che concede al Comune la facoltà di convertire la chiesa e convento de'Serviti ad uso di ospedale. 5 1493 Federico III proibisce l'introduzione del nostro olio ne'suoi stati,! ove non sia prima sdaziato a Trieste o a Duino.— 2. *5 1665 II senato conferma i capitoli, ordini e regole del sacro monte. 6 1810 Bonifacio da Ponte, ultimo nostro vescovo passa agli eterni riposi. — 3, -254. 7 1485 (M. V.) I provveditori alle biave permettono alla città di ritirare dalla Puglia, ecc. e per proprio uso e per un solo anno 7.000 staja di frumento. - 1, - 247.1, *7 1457 Ducale che impone al Podestà di Portole di dover riconoscere il nostro Capitano quale suo superiore ed obbedirgli. 8 1470 (M. V.) Ducale Moro al pod. e cap. Girolamo Diedo con cui l'officia di saldare gli arretrati a Giovanni Ingaldeo, capitando Sclauorum, e di dargli quindi innanzi mensilmente la paga, - 1, - 200,' *8 1271 II Vescovo Azone, scelto arbitrio dai Comuni di Buje ed Uinago, ne appiana le differenze. 9 1342 Francesco e Giacomo del fu Giroldo si rivolgono al capitolo di Trieste, in sede vacante, per essere investiti del feudo di Calisedo o Geroldia presso Parenzo. - 2. 10 1426 (M. V.) Ducale Foscari che officia il pod. e cap. Giorgio Soranzo di iscrivere tra i nobili del consiglio Nicolò Agresta, qui in guerris nostris fidéliter et laudabi-liter se exercuit acriter fauciatus in peri-culo mortis. - 1,-64. *1© 1531 La Dieta di Lubiana permette ai nostri di recarsi uel Cragno per vendere il superfluo e comperarvi il necessario; e ciò a fronte d'ogni divieto del Comune di Trieste. 11 1502 Marc' Antonio D.r Grineo da Ferrara manda in sua vece ad istruire la'nostra gioventù, Giacomo Cotorneo di Udine, stipen- diandolo per un anno con XXII. zecchini e franco del viaggio. - 2. 13 1445 (M. V.) Ducale Foscari che domanda al nostro pod. e cap., se i civici dazi dell' anno 1444 furono affittati più o meno di 12.586 lire, affitto dell' anno corrente. - 1, - 145. *Ì2 1573 Ducale che approva il deliberato dal Consiglio 25 aprile 1568 riguardo l'istituzione d'un officio a tutela dei possedimenti della Comunità. 13 1238 Bertoldo patriarca d'Aquileia e Mai-nardo conte di Gorizia s'accordano di nou convenire isolatamente col nostro comune, ove questo non abbia prima soddisfatto ad ambe le parti. -17, - VII, - 281. 14 1754 Gian Rinaldo conte Carli ascritto dal re di Sardegna, Carlo Alberto, tra cavalieri di Ss. Maurizio e Lazzaro. - 4,-63. *14 1751 La Giustizia Vecchia proibisce di portare il pesce all'estero, massime poi a Tieste. *14 932 Trattato di Alleanza segnato in Capodistria tra questo Comune e Pietro Cau-diano II, Doge di Venezia. 15 1462 11 comune esonera da ogni contribuzione il neo- venuto Alessandro, mastro-calafatto, nato in Verona e desideroso di fermarsi nella nostra città. - 1, - 178. a) (M. V.) I (More Veneto) È da »notarsi che Venezia "incominciava il suo nuovo anno col dì 1 marzo, sicché l'anno nostro solare 1439dal 1.gennaio a tutto febbraio dicevasi in Venezia ancora 1438. b) Il primo numero arabico indica (l'opera, il codice o la pergamena da cui fu tratta ogni singola data e che si trova riportata nel premesso elenco delle Fonti, il romano ed il secondo arabico ne danno il volume e la pagina, foglio e colonna. sui quali erano basate le operazioni del maggiore commercio. Ora i it. 107 ridotti in chili ci danno la cifra di 5993 ed una piccolissima frazione, vale a dire chili 59 o decagrammi 93. In cifra rotonda quindi sessanta chili corrisponderanno all' orna vecchia, e vendendo p. e. oggi 1' olio a fiorini quaranta al quintale, pari a soldi quaranta al chilo, moltiplicato tale importo per i sessanta chili vedremmo subito corrispondere questo prezzo a quello di fiorini ventiquattro all'orna; e così conteggiato a f.ni 38 al quintale corrisponderà a f.ni 22,80 all'orna, a f.ni 36 fiorini 21.60. Ciò premesso, per le frazioni dell'orna che sono le lire, riesce facile il confronto, perchè vedremo le 50 lire che costituivano la mezza orna pesare 30 chili., 25 lire 15 chili, 10 lire chili 6, 5 lire chili 3, 1 lira decagrammi 60; e la riduzione del prezzo s' otterrà ugualmente moltiplicando i 60 decagrammi, che formano la lira, peli'attuale valore del chilogramma o quintale. Per facilitare maggiormente a coloro, che hanno interesse nella riduzione sopra accennata, le rispettive operazioni facciamo qui seguire due tavole che a colpo d'occhio presentino il confronto. TABELLA di riduzione dalla vecchia alla nuova misura Le misure nel nostro commercio dell'olio L'aver altre volte parlato a seconda dell'occasione dell'uso dei nuovi pesi e misure qui introdotte ancor dal principio dell'anno scorso, ci persuade ora che coli' apertura dei torchi d'oliva si fa qui commercio d'olio, a spendere due parole relativamente al sistema adottato nella vendita degli olii. In un prospetto tabellare di confronto tra le nuove e le vecchie misure pubblicato da noi tempo fa, avevamo presentata la relazione tra l'orna vecchia di funti cento e sette e 1* ettolitro qual nuova misura prescritta pei liquidi. Quel confrouto se poteva giovare qual norma pei venditori al dettaglio obbligati a servirsene del litro, non può servire così per coloro che dalli torchi vendono il loro olio ai compratori all'ingrosso, i quali sull'esempio del mercato di Trieste adottarono l'acquisto del liquido a peso. Tale sistema presenta per le vendite all' ingrosso il doppio vantaggio della maggior sollecitudine e precisione. Tutti sanno che il peso specifico tra il litro e chilogramma si basa nel contenuto d'acqua distillata, ed è pur noto che l'olio a paragone di questa è assai più leggero. Ne risulta perciò che, se cento litri d'acqua che formano 1' ettolitro pesano esattamente i cento chili che costituiscono il quintale, non sarà così dèli' olio che varia altresì a seconda della sua qualità. Un ettolitro del nostro olio comune pesa chili 914°.Zoo; ed è appunto per questa risultanza di peso frazionato, la quale ili grosse partite avrebbe portato una conteg-giatura viziosa e seccante, che il commercio all' ingrosso abbandonò la misura di capacità per uniformare le sue operazioni a peso. Come dicemmo prima, tale disposizione si basa su di una grande sollecitudine ed e-sattezza. Quale punto di partenza per il confronto tra la nostra orna vecchia ed il quintale ora in uso, gioverà accennare che 1' orna si divideva in cento lire che servivano per la vendita al dettaglio, ed in fuuti cento e sette Orna t di «.107, riduzione esatta in peso nuovo riduzione in cifra rotonda --! lire ! Chili Deca frazioni 1 C Chili Deca V. Y) 29 96 » 30 1 n 59 93 » 60 2 1 19 96 1 20 3 l 79 79 1 80 4 2 39 72 2 40 5 2 99 65 3 » 10 5 99 30 6 » » 15 8 98 96 9 20 11 98 61 12 » 25 30 14 98 26 15 r> 17 97 92 18 V 35 20 97 57 21 ti 40 23 97 22 24 y> 45 26 96 88 27 n 50 29 96 53 30 » 55 60 32 96 18 33 » 35 95 84 36 y> 65 38 95 49 39 r> » 70 41 44 95 14 42 75 80 94 80 45 » 47 94 45 48 85 50 94 11 51 V 90 53 93 76 54 » 95 56 93 41 57 V 100 59 93 | 06 60 w TABELLA di ridazione dulia nuova ulla vecchia misura filili Orna di U 107 riduzione esatta Orna di 107 riduzione a cif. rotonda lire cent, di lira lire qnarti ottavi 1 1 66 1 V. 2 3 33 3 7* » 3 4 99 5 » n 4 6 66 6 V, 5 8 32 8 T » 10 16 64 16 V, % 15 24 96 25 » n 20 33 28 33 rt 25 41 60 41 .7* 30 49 92 50 9 yt 35 58 24 58 >1* 9 'Is 40 66 56 66 h 45 74 88 75 r> V 50 83 30 83 V Per quei luoghi poi che praticavano nel tempo scorso le loro vendite d'olio a centiuajo come i vicini paesi d'Isola e Pirano, servirà la medesima base di riduzione. I funti 100 corrispondono a chili 5601, e quindi in cifra rotonda chili 56. Moltiplicati questi per il valore odierno del quintale, si avrà la risultanza del prezzo della vecchia misura, ed ugualmente s' otterrà nelle frazioni, basandole sul peso di 56 decagrammi per il funto vecchio. _ C-l. Illustrazione dell' anniversario Patria di Domenico Cimarosa fu la piccola città di Anversa nella provincia d'Aquila, ove nacque nel 1754 da poveri genitori. Divenuto orfano, venne affidato all'organista di un convento, il quale prendeva diletto a cantare nella propria cella sonando il buo-naccordo. Per tale circostanza fattasi palese Ih, grande disposizione di Cimarosa per la musica, fu accolto in uno dei collegi di Napoli. Nel 74 a vent' anni musicò a Roma V Italiana a Londra, il Vittore parigino e i Due Baroni, argomenti giocosi di esito felicissimo, che iniziarono la lunga serie di lavori tanto faceti quanto serii e di chiesa. Annuì alle chiamate di Torino, di Milano e di Venezia. Caterina II lo volle maestro del teatro impe-periale di Pietroburgo; ma dopo quattro anni non potendo più oltre la sua costituzione tollerare il rigido clima, passò a Vienna presso Leopoldo II coli' appannaggio di 12.C30 ducati. Dopo pochi mesi amor di patria lo ricondusse a Napoli ; e lì compose il celebre Matrimonio segreto, opera giudicata imperitura. Tanto fu lo fascino provato a Vienna da Leopoldo lì nell'udire la prima volta questo lavoro, che dopo la rappresentazione chiamò a cena i cantanti e i suonatori, e poi li rimandò in Teatro a ripetere l'opera. Cimarosa fu allegro, arguto, dolce, modesto. Morì a Venezia nella ancor fresca età di quarantasette anni. Ci scrivono da Montona che il primo del »lese corrente vi morì improvvisamente Pietro Tomniasi d' anni cinquantaciuque. Era patriotta fervido, padre affettuoso, amico leale: l'Istria perdette in lui uno dei suoi migliori figli. II Comitato stradale. — Preventivo pel 1877 approvato nella seduta del 24 novembre p.p. Spese: stradini fiorini 2040 — assistenza ai stradini per frane e scavo di tombini fior. 1600 — pietrisco, ghiaia e spargimento fior. 2300 — lavori d' arte fior. 750 — rimunerazione agli impiegati steuruli f. 60 — spese d' amministrazione e imprevedute fior: 1200 — rifusione di anticipazione f. 400: Totale fior. 8350. Introiti: presumibile civanzo di cassa alla fine del 1876 fior. 3000 -- addizionali del 12 sulle dirette comprese le addizionali dello stato sopra la prescrizione di fior. 59000 pel Distretto Giudiziario che darebbe fior. 7080: presumibile incasso fior. 3200 — vecchie restanze fior. 1900 — economie durante 1' anno sulle varie partite fiorini 250. Totale e pareggio fior. 8350. Cancelleria Municipale. — L'ottimo e benemerito concittadino Giovanni D'Dandri, che fungeva da Cancelliere, del Comuìie, passò a Venezia quale amministratore del Pio Istituto Colletti. A sostituirlo interinalmente venne chiamato il sig. Domenico Steffè. La sua ì partenza recò vivo dispiacere a tutta la città. Monte Civico.— Sovvenzioni verso pe-1 gno nel IV trimestre 1876 : Introito nei mese di ottobre fior. 1995; in novembre f. 1890; in dicembre fior. 1559 ; insieme fior. 5444. — Esito: nel mese di ottobre fior. 1656. 50; in novembre fior. 1888. 50; in dicembre f. 1829 ; insieme fior. 5374. Nel corso dell' anno 1876 le sovvenzioni ascesero a fior. 17587. Monte M. P. Grisoni. — Sovvenzioni verso pegno nel IV trimestre 1876: Introito nel mese di ottobre fior. 3571.90 ; in novembre fior. 2268 ; in dicembre fior. 2658. 70 ; insieme fior. 8498.60. — Esito: nel mese di ottobre fior. 3305. 40 ; in novembre f. 2245 ; in dicembre fior. 3006. 70; insieme f. 8557.10. Nel corso dell'anno 1876 le sovvenzioni ascesero a fior. 29652. 20. Il locale Ufficio Telegrafico nell'anno decorso spedì 1854 telegrammi, e ne ricevette 2040. ELENCO dei signori che nella ricorrenza del Capo d'anno elargirono le sottospecificate offerte a beneficio del civico Ospedale, onde esimersi dalle visite e dall' invio dei biglietti : Giannandrea Apollonio e famiglia fior. 2 — Tipografia Appolonio (Capodistria) 2 — Direttore Giacomo Babuder 2 — Giuseppe Barega 2 — Antonio Bartole 2 — Cav. Giorgio de Baseggio 1 — Nicolò de Baseggio fu Nic. 1 — Santina de Biseggio 1 — Dr. Cristoforo de Belli e famiglia 5 — Iohli Bishop 1 — Andrea Bratti e famiglia 3 — Marco Cadamuro Mor-gante 1 — Giorgio Calogiorgio e famiglia 2 — Ing Gregorio Calogiorgio 1. — Giorgio Cobol 2 — Cristiano Colcuc 2. — cav. Alberto Conti 2. — Carlo Coverlizza 2 — Antonio Dainianovich 1 — Nicolò Dan d ruzzi 1 — Pietro Debellich 1 — Dr. Nicolò Del Bello 1 - Avv. Pietro Del Bello 1 — contessa Teresa Del Tacco 1 — G. Battista De Ri ri 5 -Ing. Francesco De Rin 1 — Caterina Pellegrini Dol-nitcher (Trieste) 4. — Carlo Dragovina (Trieste) 20 — Francesco Dragovina 1 — Prof, don Giovanni de Fa-vento-Apollonio 1 — Pietro Floriani 1 — Avv. Augusto Gallo e famiglia 2. — Pietro Gallo 1—Pietro Garbini 1 — Cav. Giovanni Genzo 2 — Famiglia del fu march. G. Andrea Gravisi 2 — march. Anteo Gravisi e famiglia 2 — march. Giuseppe Gravisi 2 — march. Vincenzo Gravisi2 —Cavaliere Giorgio Gut-mansthal Benvenuti 2, — Dr. Zaccaria Lion 1 — Pietro Longo 2 — Nicolò de Madonizza e famiglia 5 — Cav. Rodolfo Mahoritsch 1 — Dr. Giovanni de Manzini 1 — D. Manzoni 2 — Prof. Carlo Mason 1 — Prof. Francesco Merkel 1 — N. N. 1.50—Antonio Orbauich 1 — Ferdinando Orbameli e Consorte 2 — Francesca Orbameli 1 — Giuseppe Pellegrini 2 — bar. Vittorio Puthon 5 — Laura Regancin 1 — don Giovanni Revelante 2 — conte Girolamo Rota 2 — Pietro Rozzo 2 — Dr. Achille Savorgnani 2 — Errino Schmarda 1 — Giulio Schnabl 1 —Antonio Stef-fanuti 1 — Andrea Tommasich 1 — Fratelli conti Totto 5 — contessa Maria Totto (Trieste) 2 — Leonardo Venuti 1 — Francesco Vicich 5 — Giovanni Zanella 1. _ Giornali. — Il Mente e Cuore, periodico mensile (Trieste, Corsia Stadion n. 29) entrò nella IV annata, migliorato nella forma ed accresciuto. L'associazione è rimasta inalterata; cioè fior. 4 all'anno; e per gli studenti fior. 2. È una pubblicazione pregevole e molto istruttiva. Una circolare-programma rende noto che il Goriziano, finora periodico bimensile di Gorizia, uscirà quotidianamente eccetto il lunedì, propugnando „la causa che sta in cima ai pensieri degli onesti e provati patrioti,. L'abbonamento annuo di fior. 14 si pagherà posticipatamente alla fine di ogni trimestre. Un barometro a buon prezzo (Dal periodico settimanale L'ora di ricreazione n. 1 ; Torino, tipogr. Speirani ; L. 7 annue per "'estero). — Da un giornale agricolo appren-! diamo il seguente modo di avere un barometro con poca spesa: „ Prendete, egli dice, mezzo gramma di canfora, altrettanto di salnitro e di sale ammoniaco. Sciogliete separatamente nell' acquavite pura le tre sostanze. Per la canfora farete leggermente scaldare 1' acquavite immergendo il vaso nell' acqua calda. Mettete le tre soluzioni insieme in una bottiglietta lunga come quelle per l'acqua di Colonia; turate con sughero e ceralacca e (sospendete a settentrione il vostro strumento. Se il liquido rimane limpido indica bel tempo, se si turba segna pioggia, se gela al fondo indica aria pesante e ghiaccio. Le stellette nuotanti nel liquido predicono tempesta, grandi fiocchi pronosticano tempo coperto o neve, filamenti nella parte superiore segnano vento, i piccoli punti segnano l'umido o il variabile. Quando i fiocchi salgono, indicano che il vento sarà nelle alte regioni, e più monta il ghiaccio dal fondo in su, maggior sarà il freddo. Alberi giganteschi della California (Dal Giornale della Società di Farmacia di Torino; novembre). — Un botanico della California mandò alla Rural Press la misura esatta dei famosi big trees o alberi giganti di quella regione da lui studiati. Il "Padre della foresta,, il quale dicerasi risalire all'epoca del diluvio, conterebbe oggidì circa 1500 anni. Il suo diametro non è già come taluni dissero di 18 metri, ma di 7 soltanto. II suo tronco è caro, ed in essa cavità dieci cavalli possono penetrare e rimanervi senza troppo disagio. Dalle misure eseguite dal detto botanico, diversi alberi esistenti nel Sout Park Grove hanuo diametro superiore a quello del Padre della foresta ; così il Trapper Smith ha 30 metri di diametro. Trovansi inoltre nel South Park Grove pressoché 500 alberi la cui dimensione varia da 4 a 6 metri di diametro, Libri nuovi. — Purificazione dei morti per mezzo del fuoco considerazioni, sperimenti e proposte di Paolo Gorini — Milano, Battezzati: in; 8. pag VIII — 228. L. 3. 50. Vagine di storia contemporanea del risorgimento italiano di Enrico Zanoni. — Torino Unione tipografico-editrice ; in 16. pag. 412-L. 3. Bollettino statistico municipale di Decembre Anagrafe — Nati (Battezzati) 30 ; fanciulli 14, fanciulle 16; morti 26; maschi 11 (dei quali 5 cavcerati), femmine 7, fanciulli 4, fanciulle 4. — Matrimonii 0. Polizia. Denunzie in linea di polizia sanitaria 3, per contravvenzione al regolamento sui mercati 1, per iurto 1. — Arresti per vagabondaggio 3, per ferimento 1 — Sfrattati 13. — Usciti dall' i.r. carcere 16, dei quali, 4 istriani — 7 dalmati — 3 triestini — 1 tirolese ed 1 del Regno. I.icenze d'industria di osteria 1. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie compagne 9, per Ettolitri 98 lit. 86, prezzo al Litro 36-40 — Certificati per spedizione di vino 156 ; Ett. 231.47 — di pesce salato 7 ; Recip: 62 Chil. 2790 (peso lordo) — di olio 7 ; recip : 16 Chil. 7782 (peso lordo.)—Animali macellati Bovi 71 del peso di Chil. 14544 con Chil. 1397 di sego — Vacche 10 del peso di Chil. 1493 con Chil. 154 di sego — Vitelli 43; Castrati 99. Corriere dell'Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) Albona Casino di Società (III anno) — Isola Domenico Ravasini (li sem. del II anno) — Pisino. Casino di Società (III anno) — Seghetto. G. B. de Franceschi (idem) Trieste. Annotta Depase (I s«in del III anno) ; Maria Marsich-Morsan (idem) Venezia G. Pietro de Venier (idem). II 'GiiiNitnopolL conti una l'orario del I Novembre (V. il N. 3.)