Anno I. N. 11. Si pubblica il 1° e 16 d'ogni mese. Abbonamento annuo Cor. 4.— ; Singolo numero Cent. 20. Era Nuova Organo del partito democratico istriano. Inserzioni a prezzi da convenirsi. Redazione ed Amministrazione : TRIESTE Via S. Maria M.sup.N.1 II piano. Croazia popolare Da qualche tempo noi ragioniamo coi nostri socialisti per convincerli ad abbandonare nei riguardi nazionali il comportamento da essi finora tenuto, e probabilmente non saremo riusciti a modificare in nulla il loro modo di pensare. Tuttavia, a questo, in fine, riusciremo : a dimostrare, eh' essi hanno torto a non lasciarsi persuadere da nessun ragionamento. E sebbene il nostro desiderio di conchiudere sia grande, nondimeno è necessario prima di giungere alla conclusione, divagare ancora. Bisogna osservare ancora, da vicino, il popolo che combatte l'italianità nostra; bisogna abbandonare la teoria e venire al caso concreto, per giudicare se sia possibile una conciliazione fra noi e gli slavi o in quanto sia possibile e se il patto di conciliazione, comunque stipulato, sia per riuscire a detrimento nostro o se questo patto sia poi per essere lealmente mantenuto. Per questo gioverà, come dicemmo, conoscere la moralità e la civiltà dei croati, che rabbiosi agitatori irritano e spingono contro di noi. Ebbene, si può senza esagerazione asserire, che il croato è un popolo inferiore pelei viltà non solo ai popoli latini, di civiltà antica, ma anche agli altri ed agli stessi popoli slavi di civiltà recente. Ognuno conosce il nostro contadino slavo, che gli agitatori pretendono nella massima parte croato, e che croato non è, perchè in parte non è stato croato mai e perchè in parte si è imbastardito troppo. La stampa croata usa con molta compiacenza accusare nói dello stato in cui si trova il nostro contadino slavo, al quale, essa dice, abbiamo rifiutato scuole per la cultura e aiuto per lo sviluppo economico. A provare che questa stampa è, forse a proposito, male informata, non occorre ricordare le scuole istituite dagli italiani per i contadini slavi, nè ricordare che, mercè gli italiani, il contadino slavo è padrone della sua terra; basta osservare, che i croati della Croazia, dove essi sono, dopo gli ungheresi, padroni e che i croati della Dalmazia, dove essi spadroneggiano, sono inferiori agli slavi dell' Istria in grado di civiltà. Il nostro contadino slavo è padrone del proprio campo, il contadino croato della Croazia non può invece nè vendere nè ipotecare quanto eredita dal padre; la terra viene a lui come una specie di fide-commesso ; il governo vigila eh' egli non possa toccare che il frutto di quella terra; quel contadino, quel popolo è minorenne fino alla morte. Bisogna dividere i croati della Dalmazia in due classi; quelli che vivono sulle isole o alla costa e quelli che vivono in montagna. Quelli delle isole e della costa hanno subito più a lungo e più profondamente il contatto con Venezia e sono croati perchè parlano il croato, sebbene molto, diremo così, italianamente e perchè essere croati è colà di moda, e sono perciò i meno croati dei croati. Quelli della montagna, i quali ebbero più superficiale il contatto con Venezia, che in altri tempi li faceva volentieri impiccare, perchè ladroni, sono indolenti, vivono in tuguri miserabili, aperti d'inverno a tutte le intemperie e d' e-j state a tutti gì' insetti, e si può dubitare che | essi ignorino 1'esistenza del sapone. Le loro donne ungono, anche d'estate, i capelli con del burro cotto, deliziosissimo all' olfatto. Essi potrebbero vivere discretamente bene, perchè provvisti di pascoli e di terreni abbastanza i fertili, ma non amano il lavoro. D'inverno rubano la legna nei boschi comunali per accendere quindi il fuoco e dormirci accanto e d'estate si sdraiano all' ombra, lasciando che il gregge si sparpagli come e dove vuole. Sono quindi pieni di debiti, tutti, e non se ne liberano mai, prima perchè gli usurai non lasciano facilmente la preda, poi perchè sono perfidi pagatori. Per questo, fra di loro non esiste e non può esistere una cassa rurale. In qualche comune la scuola, invano obliga toria, è frequentata da appena dieci fanciulli. Multare i genitori? E come cavar loro denaro? Metterli in carcere? Ma essi ci vanno volentieri, perchè vi si mangia e si sta in ozio a spese del comune. Il vestito è anche un indice della civiltà di un popolo. I veri croati di Dalmazia portano alla cintura un vero arsenale di armi: pugnali coli' impugnatura di ottone battuto, coltelli e pistole grandissime. Parrebbe ch'essi dovessero percorrere regioni infestate dal malandrinaggio. Portano una giacca senza maniche, di panno scarlatto, e vi appendono delle monete d'argento, specialmente talleri di Maria Teresa, che passano di generazione in generazione ; più vi sono talleri, più l'individuo è benestante. Amano anche i gioielli, ma... d'ottone. Gli anelli nuziali sono anch' essi di ottone. Parecchie volte, a questi gioielli essi applicano una gemma, che consiste in una moneta da 10 centesimi. Segno che la moneta di nikel è loro piaciuta; del resto e nel resto essi non conoscono che la zvanzica e a zvanziche vendono e comperano. Quanto lavoro educativo avrebbero gli agitatori croati -da compiere in casa loro ! E non solo per sollevare il popolo loro al livello della civiltà moderna, ma anche per insegnargli un po' di moralità. Per esempio, il matrimonio è in decadenza presso questo popolo. Le unioni fra maschi e femmine si chiamano colà ratti, ma impropriamente. In realtà, senza cerimonia alcuna, la ragazza va ad abitare insieme all' amante e la famiglia è formata. Rare volte viene simulata un po' di violenza, che dovrebbe giustificare la qualificativa del ratto. E, per esser sinceri, rare volte il maschio scaccia di casa una femmina ; avviene anzi, assai più spesso, il contrario, cioè che la femmina abbandoni il maschio. E i figli che nascono, numerosi, e da queste unioni temporanee e da altre più brevi, si chiamano, chi sa per qual ragione, figli del re. Avviene un matrimonio ? In tal caso, l'intero villaggio, si può dire, si ubbriaca. Alla cerimonia nuziale interviene un numero infinito di gente. Ci sono, almeno, sette paraninfi o compari. Poi, i paraninfi dello sposo vanno alla casa della sposa e ne segue una commedia grottesca. Verranno, essi dicono — e si tratta di contadini — verranno trecento cavalieri ed altrettanti paggi ed un gran numero di rispettabili persone, alle quali voi preparerete un sontuoso pranzo e mescerete vino squisito in quantità grande. Il padre della ragazza continua la commedia e risponde : si vede che voi siete poveri ; noi aspettavamo maggior numero di persone; e guai se tutte le vivande e tutto il vino non verranno consumati. E s'incomincia a bere. Poi, più tardi, all' indomani nuova commedia, nella quale lo s-poso finisce col riscattare, cioè col pagare con alcuni fiorini la sposa. E quando Dio vuole gli sposi vanno alla chiesa e si viene al pranzo, anzi all' ubbriacatura. Si beve appena il corteo ritorna di chiesa, dopo la minestra, subito si cominciano i brindisi, con bicchieri di mezzo litro l'uno e nessuno de' banchettanti può esimersi dal rispondere al brindisi e dal vuotare completamente il bicchiere, accada questo quante volte si voglia. E però lecito vomitare al banchetto, anche in faccia alle persone ; anzi queste ci ridono sopra. Alla sera si parte, non senza aver chiesto il permesso al padrone di casa, al quale dicono di dover andare a letto perchè sono ubbriachi. Per strada si beve, e arrivati a casa dello sposo, si torna a bere. Poi mettono gli sposi a letto e spiano che cosa costoro fanno, ciò che diventa argomento di lezzi e di risa. All' indomani la sposa mesce ancora vino agli invitati, dà ad ognuno di loro un bacio e da ognuno di loro riceve denaro e regali. E si beve ancora e si torna a bere e si replica la bevuta. Non per nulla, 1' eroe nazionale Kraljevič non montava a cavallo se dalla sella non pendevano due otri di vino, uno da una banda ed uno dall'altra! E che cosa è la moglie, poi, per il contadino croato ? Niente altro che una bestia da lavoro. Il marito è il padrone assoluto, la moglie è la schiava. Il marito cammina e la moglie lo segue un passo indietro ; se andassero assieme, egli non sarebbe più uomo. Per questo, forse, quando il contadino croato parla di sua moglie, egli incomincia così, invariabilmente, sempre : con rispetto parlando mia moglie ! I nostri contadini slavi sono più avanti ; assai più avanti, benché, come dicono gli agitatori, sieno oppressi. I croati della Croazia sono minorenni, quelli, veri, della Dalmazia sono quali li abbiamo studiati e costoro devono assieme formare il grande regno ! Se un croato della costa dalmata fosse in un momento di sincerità richiesto della sua opinione in proposito, risponderebbe nel suo purissimo dialetto croato : Slaba speranza! DIETA PROVINCIALE DELL' ISTRIA Ecco, in riassunto, il resoconto della seduta che ebbe luogo il giorno 30 luglio m. s. : Presenti : il Capitano provinciale comm. Cam-pitelli, l'i. r. Commissario governativo cav. Fabiani, 14 deputati italiani e 9 slavi. Ordine del giorno : 1. Comunicazioni; 2. Elezione dei due segretari dietali ; 3. Elezione dei revisori ; 4. Presentazione degli atti ; 5. Nomina delle Commissioni dietali ; 6. Risoluzione di rinuncia alla percezione della tassa indipendente provinciale sugli spiriti per la durata in vigore della nuova legge dell'Impero sull'aumento della relativa imposta erariale ; 7. Prima lettura del Piogetto di legge con cui vengono modificati alcuni paragrafi della legge provinciale 30 novembre 1874 sulla regolazione dei rapporti di diritto del personale insegnante presso le scuole popolari publiche ; 8. Ripresentazione del progetto governativo di legge per la riforma dei §§ 9 e 16 dello Statuto provinciale. Il Presidente, aperta la seduta, comunica che Mons. vescovo di Trieste e Capodistria non verrà in Dieta per ragioni del suo ministero spirituale ; che alla prima seduta non intervennero i deputati Kompare, dott. Venier e dott. Cambini, perchè impediti, da malattia i due primi, da urgente affare altrove il terzo, ma si scusarono a tempo ; che oggi mancano in causa di malattia gli on.i Tamaro e Doblanovich e, per assenza dall'Istria, il dott. Costantini. Dà lettura poi della dichiarazione della minoranza che noi abbiamo già riportato integralmente nel N. 9 del nostro giornale. A segretari vengono nominati con 14 voti gli on. Vareton e Ventrella. Nove voti ebbero gli on. Kompare e Trinaistich. Viene letta ua mozione d'urgenza dell'ou. Cosulich e consorti che fa la proposta: 1. Di invitare il Ministero, all'atto della rinnovazione dei trattati di commercio scadenti il 31 decembre 1903, ad estendere il dazio d'entrata generale di f. 20 in oro, ai vini di tutte le provenienze, abolendo la clausola esistente nel trattato con l'Italia, e ad aumentare il dazio d'entrata sulle vinacce portandolo allo stesso livello di quello sui vini. — 2. Di emanare uua legge contro la fabbricazione dei vini adulterati. Caduta l'urgenza, la mozione sarà passata a una delle Commissioni da eleggersi. A revisori riescono eletti a primo scrutinio gli on. Tornasi, Tamaro, Canciani, Cleva e Cher-sich. Il Presidente vuol passare a nuova votazione per eleggere il mancante sesto revisore. L'on. Laginja crede che nel caso concreto debba aver luogo l'elezione ristretta fra i due della minoranza ohe hanno riportato 9 voti per cadauno, al che il Presidente risponde che anche altri candidati hanno ottenuto 9 voti, 8 il dott. Venier, 3 il dott. Gambini. Preferisce una nuova votazione che sarà — dice — viti noiosa e niente altro. Si passa a nuova votazione benché l'on. Kompare gridi: Non è lecito! Con 12 voti viene eletto a revisore l'on. Depangher. (Entrano gli on. dott. Gambini e dott. Rizzi). A membri della Commissione di finanza — secondo quanto annuncia il Presidente dopo ricevute e riscontrate le relative schede — riescono eletti con 24 voti gli on. Doblanovich e Venier, con 23 voti l'on. Bubba, con 15 voti gli on. Depangher, Rizzi, Scampicchio e Vidulich. Spincich dice alcune parole in slavo. Presidente. Correggo, non erano 24 le schede ma 18. (Ci congratuliamo col sig. Presidente che a 73 anni ha imparato lo slavo. N. d. R.) Si passa all' elezione della Commissione scolastica; schede deposte 19; 4 bianche. Eletti: Bennati, Costantini, Ghersa, Glezer e Tamaro. Della Commissione agraria, con 15 voti (3 schede bianche) riescono eletti: Canciani, Doblanovich, Scampicchio, Venier e Vergottini. Il Presidente comunica gli atti pervenuti alla Giunta, i resoconti di vari fondi provinciali, le relazioni della Commissione di imboschimento, dell'Istituto agrario, ecc., le leggi non sanzionate, che devono essere modificate, nonché varie istanze di sussidi, fra cui uno del Pio istituto per domestiche disoccupate di Trieste ; ricorsi di privati contro deliberazioni della Giunta, fra cui uno dell' avv. Laginja contro 1' acquisto della casa della Società operaia polese da parte del Municipio di Pola, ecc. ecc. Propone di assegnare i diversi argomenti alle varie Commissioni e la Dieta approva. L'on. Chersich, relatore per la Giunta, motiva una risoluzione di rinuncia sulla rifusione della tassa indipendente provinciale, g à pagata su quei quantitativi di bevande alcooliche che sottostanno alla nuova imposta si abilita dalla legge generale del 4 giugno 1901. Chiede che il progetto sia rimesso alla Commissione politico-economica. L'on Rizzi propone invece che, riconosciuti i vantaggi della nuova legge, si passi addirittura all'approvazione della risoluzione anche in seconda e terza lettura e all' uopo chiede 1' urgenza. L'on. Chersich crede che non occorra votare 1' urgenza. L'on. Rizzi insiste volendo che la risoluzione sia trattata come una legge. La sua proposta è accolta. Laginja. Per votare tale risoluzione occorre una maggioranza di tre quarti del numero totale dei deputati. Perciò la votazione è irregolare. Presidente. Io credo di no. Laginja. Io invece credo di sì. Io credo in Dio e al Regolamento. Ne legga l'art. 37, lett. h. Presidente. (Dopo compulsato il regolamento). L' on. preopinante potrebbe aver ragione. Allora passeremo la risoluzione alla Commissione. Il Presidente propone di rimettere alla Commissione scolastica il progetto il quale regola i rapporti di diritto degli insegnanti provinciali, con le modificazioni introdottevi dalla Giunta. Comunica che, riguardo tale progetto, sono pervenute alla presidenza varie petizioni di maestri e corporazioni, chiedenti modificazioni al progetto stesso. Inoltre gli on. Spincich e consorti, hanno presentato una proposta d'urgenza sull'argomento. La proposta suona: „Sia incaricata la Giunta di elaborare un nuovo progetto, che regoli i rapporti di diritto non già, come nell' attuale progetto, in base alle località, ma con riguardo agli anni di servizio, omettendo la distinzione tra maestro e sottomaestro e pareggiando le maestre ai maestri. Con riguardo poi al tempo occorrente per 1' elaborazione del progetto e per ottenerne la sanzione, considerati gli urgenti bisogni dei maestri, invita la Giunta a concedere, fino all' entrata in vigore della nuova legge, dai maggiori redditi provinciali un aumento di paga a tutti i maestri, a partire dal 1° luglio 1901 o dal gennaio 1902." Presidente. Si potrebbe passare questa proposta alla Commissione scolastica. Chiede all'on. Spincich se insiste su l'urgenza. Spincich comincia a parlare in islavo. Prende la parola l'on. Laginja e dice in italiano : La mozione doveva esser letta nell'originale (rumori), come è nostro diritto. La traduzione non è esatta. L'originale non parla di ^sconvolte condizioni" della provincia, ma dice ^tenendo conto degli attuali mezzi di comunicazione". (Ilarità). Bennati: Si scrive in italiano! (Applausi). Presidente: Correggeremo. Laginja rivolto a Bennati : Impari lei il croato. Segue uno scambio di apostrofi tra alcuni deputati italiani e gli slavi, durante le quali la galleria destra rumoreggia e zittisce. (Quella di sinistra tosto evacuata fu chiusa —. d' ordine del Presidente — col catenaccio). Il Commissario governativo si agita nervosamente sulla sua sedia. L' on. Bennati coglie un momento di calma per gridare : Chiedo di parlare ! Presidente: Parli. Bennati. Io non intendo di parlare a porte chiuse (applausi). La Dieta deve tenere le sue sedute publiche, non segrete. Presidente. Ma sono publiche. Continuando il publico della galleria di destra a far rumore, gli slavi escono dalla sala e il Presidente leva la seduta per difetto del numero legale. Dalla galleria di sinistra parte un fischio, mentre la galleria di destra rumoreggia, fischia e zittiscè. Il Capitano provinciale ordina lo sgombro della galleria di sinistra, al che 1' on. Mandich grida: „manda fuori il popolo tranquillo e lasqia i signori far bordello." L'on. Spincich ricomincia intanto a parlare slavo. Il Presidente tra l'ilarità generale minaccia di sgombrare anche la galleria scelta e, continuando in essa- i rumori, ordina sia evacuata. All' ingiunzjQne il publico di questa parte esce, cantando : Nella patria de Rossetti non s'è parla che italian, poi rientra subito. Chiede allora il Presidente all'on. Spincich, se abbia ritirata la sua mozione d'urgenza, ma ha in risposta „che non ritira niente." Per voto della maggioranza la mozione è rimessa alla Commissione scolastica Il Presidente comunica un dispaccio del governo dd. 17 corr. riguardante la ripresentazione del progetto di legge per il trasferimento della Dieta e degli uffici provinciali. Un altro dispaccio — aggiunge — mi pervenne in via d'appendice del primo, con cui si informa la presidenza, che il governo sottoporrebbe la legge alla sanzione sovrana anche qualora, in luogo di Pola, la Dieta desse la preferenza a Capodistria o a Rovigno. Mandich: Oh, oh! a Rovigno! Spincich : L'unica città rimasta fedele nel '48. Laginja: La porteremo a Lanischie. Trinaistich: 0 a Ciana. I commenti seguono ai commenti, e intanto uno dei segretari, d'ordine del Presidente, legge la seguente mozione dell' on. Laginja : „La Dieta, in virtù dell' art. 19 della legge fondamentale 21 dicembre 1867, rimette al Parlamento di regolare la questione della Dieta, prendendo in considerazione le sconvolte condizioni della provincia, e il suo stato economico." Respinta. Seduta del 2 agosto Viene aperta alle 10 ant. Presiede il comm. Campitelli, rappresenta il Governo il cav. Fabiani, sono presenti 18 deputati italiani e 6 slavi. L'ordine del giorno è il seguente: 1. Lettura dei verbali delle 3 precedenti sedute. — 2. Comunicazioni. — 3, Relazione della Commissione politico-economica sulla risoluzione di rinunzia alla percezione della tassa indipendente provinciale sugli spiriti. — 4. Relazione della Commissione scolastica sul progetto di legge riflettente gli emolumenti del personale insegnante nelle scuole p. p. ecc. ecc. II Presidente, essendo stati diramati in stampa, dà per letti ed approvati i verbali delle tornate precedenti e fa alcune comunicazioni. Ordina indi a un Segretario di leggere varie interpellanze. Sono degli on. Bennati, Scampicchio, Kompare, Ghersa e riguardano : Un avviso di concorso publicato dalla Luogotenenza nel quale, a coprire un posto di guardiano forestale in Istria, non si pretende che eventualmente la conoscenza della lingua italiana; la solita alterazione eufonetica di nomi italiani nei libri delle matricole ; la mancata istituzione di una scuola elementare rumena a Frascati ; altretauto su di una scuola slovena a Plavia ed infine l'abuso dello stemma istriano oprato dalla Collegiata di S. Gerolamo a Roma. L'on. Kompare e C.i presentano una mozione d'urgenza che incarica la Giunta di aiutare i Comuni danneggiati dalla grandine. Urgenza e proposta vengono accolte a quasi unanimità. L' on. Ventrella e C.i propongono sia studiato il modo di venir in soccorso ai piccoli possidenti della provincia, danneggiati sì spesso, con soccorsi pecuniari da trarsi da contributi loro e da addizionali provinciali, verso eventuale presentazione di analogo progetto di legge. La mozione viene rimessa per esame e riferta alla Commissione finanziaria. Su riferta letta dal dott. Ventrella viene approvata la rinuncia al III punto dell' ordine del giorno. Durante la discussione della medesima parla tra rumori in slavo 1' on. Mandich. L'on. Bennati legge la relazione al IV p. dell' ordine del giorno e nella discussione generale parla slavo l'on. Spincich. Nell'articolata discorrono in italiano Laginja, Cosulich, Glezer, Rizzi, Vareton ed applaudito il relatore della Giunta dott. Gambini contro una emenda voluta dell'on. Spincich e sostenuta dall'on. Laginja, perchè i Comuni — per la nomina dei maestri — siano tenuti a far proposte, non ferme, e la Giunta sia obbligata a tenersi nei limici di tali loro proposte. Combattuta da Gambini, viene anche respinta una mozione di Laginja tendente ad accordare ai Comuni un termine più lungo dell' attuale (14 giorni) per la presentazione di legge, quantunque appoggiata da oratori di ambo le parti della Camera. A ogni discussione prende parte il relatore della Commissione dott. Bennati. In fine la legge per il miglioramento degli stipendi dei maestri viene accolta a unanimità iu seconda lettura, ma non prima che siano sgomberate ambo le gallerie per rumori fatti mentre l'on. Mandich teneva un discorso slavo. Letta in chiusa un' interpellanza Kompare e consorti, la seduta viene levata per essere continuata domani alle 9 ant. Primo punto dell' ordine del giorno : il trattamento formale del progetto di legge per il trasferimento della Dieta e relativa mozione Laginja La maggioranza ha già deliberato di passare tale progetto per esame e riferta alla Commissione politico-economica. CORRISPONDENZE Umago, 22 luglio 1901. Questa Rappresentanza comunale, radunatasi domenica 21 corr. mese, in seduta straordinaria, deliberava, plaudente, per acclamazione di nominare a cittadino onorario della città di Umago l'on. deputato ed assessore provinciale dott. Pier' Antonio Gambini. 11 Podestà sig. Francesco de Franceschi, aperta la seduta alle 10.30 ant., si rivolgeva al Consiglio con appropriato discorso, in cui con eloquenti parole rilevava quanto il dott. Gambini fece per la provincia ed in particolare per la città ed il Comune di Umago. Chiudeva il suo dire colle seguenti : ^Preclaro per virtù cittadine; dotato di rara ^intelligenza dedita tutto al benessere ed alla „prosperità della nostra terra ; impareggiabile ^difensore della nostra avita nazionalità, amico ^sincero e disinteressato d'Umago, cui con affetto „di figlio ha maisempre dedicato gran copia del „suo ricco sapere — eccovi, o Signori in brevi ^tratti, delineata la figura dell'on. dott. Gambini. „E vecchia e nobile costumanza di onorare „gli uomini benemeriti della Patria ed del Co-flmune, offrendo loro in dono la cittadinanza „ onoraria; ond'io, cui incombe l'obbligo di tennero sotto ogni rapporto alto il prestigio del ^nostro Comune, memore di quanto andiamo debitori a chi tanto strenuamente si è per noi ^adoperato, ho creduto mio dovere di chiamarvi „in oggi onde proporVi di nominare l'on. dott. „P. A. Gambini a cittadino onorario d'Umago „ed addimostrargli così la nostra gratitudine per „quanto Egli per noi fece. ^Finisco facendo voti acche ancora per lunga „serie d'anni l'on. Gambini possa dedicare le „rare doti, che adornano il suo spirito, al benessere ed alla prosperità della nostra diletta „Istria." Su proposta degli onor. membri della Giunta comunale Antonio Tomizza fu Gregorio ed Antonio Mitrovich venne pure per acclamazione deliberato di dare incarico al Podestà di presentare personalmente, assieme a due consiglieri, un diploma d'onore al dott. Gambini e di comunicargli subito telegraficamente 1' onorificenza conferitagli col seguente dispaccio : „Rappresentanza comunale radunata oggi „seduta straordinaria unanime nominava su pro-sposta del sottoscritto Vostra Signoria Illustrissima cittadino onorario questo Comune per riconoscenza gratitudine Vostre speciali benemerenze in prò Umago diletta nostra provincia. ^Fidenti vorrà onorarci accettando questo tenue ^tributo di stima ai Suoi meriti colla più alta ^considerazione Francesco de Franceschi - Podestà. Rispondeva il dott. Gambini : „Ill.mo Podestà — Umago „Profondamente commosso alto onore conferitomi porgo Vossignoria, Deputazione, Rappresentanza vivissimi ringraziamenti." In tutto il Comune si fece plauso meritato alla nobile risoluzione della Rappresentanza comunale. In città vi fu, in segno di festa, concerto musicale, che il passsro pettegolo intendeva di turbare. Fiutate le onoranze, con cui sarebbe stato accolto, restò a casa, preferendo sfogarsi nelle colonne di un giornale triestino. Tacca-bianca arri....vederci. R. IL PANAMINOJDI VERG-ORAZ (Continuazione vedi N. prec.) Fatto richiamare dall' avvocato Salvi rientra il medico dott. Giurovich, che ad analoghe interroghi fa un tristissimo quadro delle condizioni psichiatriche della famiglia del podestà Pervan. Una sorella dell' accusato nlorì imbecille. Una figlia di lei dà spettacolo di sè, scema, a Vergoraz. L'accusato, potatore emerito, in con- seguenza delle abitudini alcooliche e dell' età gravissima, è privo di forza, di volontà e di pensiero. La di lui moglie, nevrastenica, con assalti epilettici, è anche potatriee é fabbricatrice di cerotti miracolosi. La figlia è affetta di manìa religiosa. Il figlio invece cambiò confessione religiosa. Acc. Pervan. Dichiara che il popolo lo faceva bere. Era un dovere della carica ! Ante Ghergliavicli. Per entrare nelle guardie campestri donò al podestà un prosciutto. Mancata la nomina gli fece la petizione. L' avvocato Bulat fa constatare che relativamente ad alcune partite ieri accennate dal P. M. il suo difeso Marco Jovich non può esser chiamato a rispondere. Tutte quelle poste furono approvate dalla perizia contabile. Sebbene lo sapesse, per eccesso di scrupolo coli' aiuto del giudice istruttore e di un perito volle rivedere le pezze d'appoggio disponibili e così vide che quasi tutte le quietanze sono estese da altre persone e che il suo cliente non c' entra affatto. P. M. Conviene e riconosce che non di ciò sarà chiamato a rispondere il Jovich. Udienza del 15 maggio. E fatto entrare l'on. dott. Giulio Ferri che si qualifica difensore penale e candidato d'avvocatura a Vienna, deputato. Si è imposta una calma maestatica e vuol mostrarsi pieno di magnanima oggettività. Però, salva la forma, dice cose gravissime. Quale aggiunto a Vergoraz ebbe che fare colle cose del Comune che davano gran contingente di lavoro. Tenne molti dibattimenti per usurpo di fondi comunali. Le quistioni in tale riguardo pullularono. Il notaio Selem gli raccontò avergli il Ku-kulj offerti f. 300 perchè non estendesse procure elettorali in favore del partito avverso al Comune. Il podestà Pervan mostrava di non conoscere 1' andamento degli affari. I contatti fra il Kukulj e don Luetich erano assai frequenti. Quest' ultimo riceveva visite di persone altolocate. Il teste avea preso parte a votazioni in Vergoraz in epoca di lotte elettorali, perciò aveva desiderato d'andarsene da quel paese perchè — sentenzia — „il giudice deve godere la fiducia di tutti" (e saperla ispirare mostrandosi diseiplinato ed ossequente alla legge ed alle disposizioni delle autorità preposte, diciamo noi). Prodotto 1' atto d'accusa in questo processo, il teste assieme ad altre persone chiese alla eccelsa Luogotenenza lo scioglimento del Consiglio. L' esito è noto. Anche al vescovo, durante l'istruttoria, avea chiesti provvedimenti, indarno. Assistette alle elezioni comunali, vide in qual modo arbitrario ed ingiusto si procedeva. Il capitano distrettuale Scarich dirigeva l'atto elettorale e voce principale aveano l'Andriasse-vich, il Jelavich e Mate Pervan. Visti i sospetti che correvano, si era adoperato perchè al Comune fossero chiamati anche elementi d'opposizione, pel controllo ed a dissipare male interpretazioni. Nè lui, nè altri riescirono. Dice che il Kukulj viveva modestamente, tenendo gente a costo. Egli prestò denari alla di lui moglie per spese di famiglia. In un incontro sostenne che dai propri risparmi il Kukulj, il quale prima della venuta del notaio faceva un po' 1' avvocato, avrebbe dovuto avere dei mezzi. Gli si oppose eh' ei spendeva molto per erotiche distrazioni. A Vergoraz, nel corso della istruzione dell' attuale processo, venne il vice-presidente di Luogotenenza Pavich. La prima visita ch'ei fece fu pel Luetich dal quale fu ospitato ed ebbe un banchetto. Ciò fece pessima impressione. Accusato Luetich. Si meraviglia che l'onor. Ferri non abbia attinte informazioni più esatte. Il vice-presidente Pavich non prese da lui neanche un bicchier d' acqua, Si fermò alquanto, nel passaggio. Allude poi ad un attacco del Narodni List. Dott. Ferri. Scritto da me! Acc. Luetich. Il Jedinstvo disse che forse il sig. de Pavich giudicava don Jòso diversamente. Avv. Forlani. Desidera delle spiegazioni su questo dettaglio che ha dèlia importanza. Teste. Sa che si aspettava il vice-presidentè Pavich a Vergoraz. Io no! — s'afretta ad aggiungere — e quindi non lo vidi arrivare, ma arrivò tardi. Corse voce generale che ei si fosse indugiato, prima d'arrivar in borgata, presso il parroco Luetich. Si parlò di discorsi, di un sohet. Acc. Luetich. Cita Solone ed i greci. Nessuno sa ciò che gli può toccar pria di morire. Si felicita col teste che ebbe intanto la srica di diventar deputato. Teste. Non sono stato io a candidare. Continuando il suo deposto, afferma che dopo le elezioni tutti i parroci che s'erano mostrati ostili al Comune di Vergoraz vennero rimossi. Nelle elezioni del 1895 quando i „cosidetti" pravassi scesero in campo contro i „cosidetti" nazionali, il Comune a Vergoraz intendeva restare indipendente. Venne allora a Vergoraz il capitano distrettuale Blessich col decreto di scioglimento in tasca, ed il Comune dovette piegarsi. Ciò mi raccontò in quell'epoca il segretario Kukulj. Giurato de Michieli- Vitturi. Sa delle relazioni fra il deputato Vucovich e gli accusati? Teste. Sa soltanto che l'on. Vucovich fu due volte a Vergoraz e stette a pranzo dal Kukulj assieme all'Andriassevicb. Licenziato il teste, il Presidente avverte che il teste Alessandro Konig ha inviato un certificato medico, dicendosi nella impossibilità di comparire. Avv. Forlani. La malattia del Konig non è punto provata. L'attestazione è d' un privato esercente, dalla firma illeggibile. Può trattarsi della malattia di don Abbondio. Preme la personale comparsa del testimonio per sapere il motivo che lo indusse a concedere f. 6000 al Comune di Vergoraz sulla base d' un documento che ei sapeva valido quanto lo spartito di Scaramuccia. Il gran signore mandò una lettera al giudice istruttore. Non c' è dunque neanche un esame scritto da potersi preleggere. Propone che sia disposto telegraficamente perchè una commissione giudiziaria constati a Vienna se il Konig sia realmente malato. In caso negativo se ne disponga l'immediata trasferta; nell'altra ipotesi la commissione stessa raccolga il suo esame. Il difensore del Kukulj fa poi una seconda proposta che, dice, si rende necessaria dopo le gravissime rivelazioni del testimonio dott. Ferri, Giusta quanto raccontò questo teste, il capitano distrettale Blessich avrebbe avuto a disposizione un decreto di scioglimento del Comune di Vergoraz solo pel caso non appoggiasse il candidato del governo. Da quel momento almeno gli accusati dovettero avere la soscienza della propria impunità, Ci preme salvarli dalla sorte loro preparata, col chiarire questo fatto e l'altro, della visita del vice-presidente Pavich al Luetich, dopo il carcere e durante la istruttoria, quasi a convalidare in lui la convinzione della propria purezza. Convien porgere inoltre alle persone dello stesso governo la opportunità di smentire, se possibile, così gravi adombramenti. Chiede la citazione del capitano distrettuale Blessich, dell' ingegnere Descovich, presente alla minaccia dello scioglimento nel 1895, e del vicepresidente de Pavich. Dif. dott. Majstrovich. Rileva che tutte le proposte deli' avvocato Forlani trovano appoggio in quest'ala della difesa (allude ai difensori pravassi). Il difensore del Kukulj procede difatti per la retta via, cercando che vengano in luce tutte le responsabilità. Ei raccomanda entrambe le proposte avanzate ed aggiunge domanda per la citazione del commissario superiore Brilli. Avv. Salvi. Il collega volle distinguere delle ali sul banco della difesa. Gli preme affermare che non s' era accorto di questa distinzione. Credeva che, qualunque fossero i principi che nella vita esterna li ispirano, qui non ci fossero che difensori, egualmente animati dalla sola preoccupazione di giovare ai propri clienti. Quanto al modo da usare ognuno avea il diritto di valersi di quello che più gli sembrava rispondente allo scopo. Premesso ciò, egli appoggia la prima delle proposte fatte dall'avvocato Forlani. La Corte, coerente alla propria anteriore decisione sulla personale comparsa del Konig, non può accontentarsi dalla poca voglia di comparire che ha questo testimonio. Quanto alla seconda proposta del difensore del Kuku'j egli si rimette nel giudizio della Corte. ' Dif.' Munger. Si associa vivamente a tutte e due le proposte del dott. Forlani. Preme emerga il' contegno riprovevole di chi avrebbe dovuto tutelare a Vergoraz il decoro della nostra pro- P. M. Stambuk. Rinunzia alla audizione del Konig. Pei motivi già addotti dalla Corte in un anteriore incidente, s'oppone poi alla seconda propo&ta del dott. Forlani. Passano quindi i contatori delle mandrie che, autorizzati dal Comune, esentavano sè dalla tassa di depascimento e caricavano gli altri ; passano vari fornitori di prosciutti al podestà Pervan ed al segretario Kukulj. Quando il teste Petar Tolj sostiene che, per conservare una usurpazione di fondo, donò due prosciutti al Pervan, questi esclama: „eh! se fortuna avesse voluto che me li portassero!" Andrea Bilich invece diede due polli arrosti al podestà, un tacchino al Kukulj. E passano molti di coloro cui si condonò la travarina in seguito a donativi. La Corte, dopo un breve intervallo, respinge tutte le proposte della difesa colla asciutta motivazione che esse sono irrilevanti per l'esito della presente causa. Viene rassegnato il terzo elaborato, fatto d'iniziativa del presidente, dai periti contabili. Sulla base delle ammissioni del Kukulj si stabilisce : 1. Spesi a scopi elettorali .... fior. 18.821 2. Sottratti per errore......„ 1.036 3. Spese che tenta giustificare. . . „ 22 038 che concorda coli'ammanco di fior. 41.885 Nella seduta pomeridiana, poiché 1' audizione dei testimoni è finita, si dà lettura di molte lettere del Luetich al Kukulj. Vi si parla di politica, del Bianchini, degli autonomi, dei serbi, del Dalmata, del Mercussich, del Perich, degli intrighi col vescovo Nachich, dei signori Oman di Fort' Opus, del frate Toncovich che demoralizza il distretto, del dott. Bulat che senza essere spalatino comanda a Spalato, ecc. ecc. Il Dif. Manger, che non ha alcuna fiducia nei periti, sebbene questa volta — ma che combinazione! — fanno battere le cifre colla prima perizia, li vuol vedere al dibattimento. La Corte non lo ammette. Si dà quindi lettura d'una sentenza 3 marzo 1896 N. 571 della Corte di Giustizia di prima istanza in Spalato quale Giudizio di ricorso in affari contravvenzionali, che desta profonda sensazione. Giulio Franich, corrispondente del Dalmata, era stato condannato dal Giudizio di Vergoraz a 45 giorni d'arresto per ingiurie e diffamazioni contenute in una rimostranza da lui diretta al vescovo di Spalato contro il parroco Luetich. Gravatosi, la Corte di Giustizia di Spalato lo assolse. Nella motivazione sta detto : che i fatti penali vanno bensì a qualificarsi in senso al § 488 codice penale, e che il Franich ammette d'essere 1' autore dello scritto processato, ma che dalle testimonianze avviate risulta provato avere il Luetich „giuocato d'azzardo, cantate canzoni oscene, essere libertino così da passare intere notti in case disoneste, essersi recato ubbriaco in chiesa per celebrare la Messa, ecc. ecc." risaltare quindi la buona fede dell' accusato che addusse circostanze tali da andare impune. Ma più ancora di questa sentenza destano sensazione alcune lettere del deputato prof. Mercussich al Luetich in relazione alla sentenza stessa. Il Mercussich scrive d'essere stato dal vescovo ed assicura il Luetich che questi non pensa a procedere contro di lui. Scrive di aver parlato anche col deputato Vucovich e con S. E. il Luogotenente. Spera bene. Consiglia però il Luetich di venire a Zara dopo aperta la Dieta per recarsi dal luogotenente. In altra, al Kukulj, assicura che don Joso non ha nulla a temere e stia tranquillo. Il vescovo gli disse che il Luetich comanda al Comune di Vergoraz e da ciò contro di lui le ire. Io — scrive il Mercussich — gli spiegai le cose e dipinsi gli uomini. Io avvisai che, ove taluno dei nostri avesse a soffrire, sarei stato costretto di portare ed in Dieta e nella stampa gravi cose contro i frati. (Che care persone, codesti eroi del croatismo! N. d. R.) Udienza del 17 maggio. Dopo il riposo di ieri — giovedì — oggi vennero esaurite le prove. Molte altre lettere, fra le quali un telegramma del Vucovich, diretto al Luetich da Vienna, il 9 febbraio 1900, dopo l'arresto del Kukulj. L'onorevole consigliere aulico diceva: „Sulla base di telegrammi riesce impossibile al Ministero sospendere l'istruttoria. È chiesto rapporto da Zara. Telegrafo a Bulat, pregandolo intervenire e allontanare consimili episodi pregiudice voli al decoro dei Comuni. Informatemi tosto per iscritto." Dichiarata chiusa l'assunzione delle prove, vien data lettura dei 130 quesiti proposti ai giurati. L'avv. Forlani propone quindi pel Kukulj la formulazione di una questione riflettente l'errore, motivando tale proposta colla coscienza in cui l'accusato trovavasi di essere autorizzato allo sperpero del publico denaro in oggetto elettorale. Il difensore ricorda le dichiarazioni fatte nel 1885 dal defunto segretario della Giunta prete Ljubich sulla regolarità della gestione comunale di Vergoraz, poi quella del dott. Jvcevich nel 1898, ma posteriormente accentua il contegno del governo provinciale che nel 1895 voleva sciogliere il Consiglio per ragioni politiche, nulla curando il disordine amministrativo. L'oratore dice che il turbine „che monda" si scatenò dalla pianura risparmiando le vette. L'avv. Salvi chiede pure pel suo difeso un quesito sull'errore di fatto, motivandolo colla deficienza d'ogni capacità volitiva nel Pervan, e colla debolezza di mente, valendosi del parere del medico Giurovich. I difensori Manger e Bulat chiedono quesiti analoghi a quello proposto pel Kukulj. La Corte si riserva. Udienza del 18 maggio. La Corte respinge tutte le proposte della difesa, relative ai quesiti. Non è ammissibile l'errore a favore dei primi accusati, né la forza irresistibile proposta a scarico dei loro clienti dai difensori pravassi. La requisitoria. P. M. Stambuk. Se anche da non lungo tempo occupa un posto alle Procure di Stato vide passare dinanzi a sè ogni specie di delinquenti e provò ogni specie di commozioni. Ma come oggi mai. E non lo rendono perplesso il numero degli accusati, o la eletta schiera dei difensori, o la maestà della Corte e la publica curiosità, ma l'indole della causa, È il primo processo di questo genere in Dalmazia e spera porti il germe d'una nuova èra; èra di assanamento pei Comuni. Sta nei giurati di darvi inizio. Li vuol penetrati della alta responsabilità che su di essi grava. La attuale causa penale è importante perchè apre il processo dei nostri Comuni malati. Da ciò l'interesse generale e vivissimo. Se le condizioni attuali dovessero protrarsi bisognerebbe intonare il finis Dalmatiae. L'occasione è propizia per inaugurare una opera di salute. L'autonomia del paese è concentrata nei Comuni, ma quasi varrebbe meglio non fosse stata concessa che durasse così. Qua dentro non entrano considerazioni politiche. Spera i giurati avranno scossa dai loro calzari la polvere delle passioni di parte. È grande la loro responsabilità dinanzi a Dio ed al popolo della Dalmazia. Nega che gli accusati siano uomini politici. Son gente che curvasi a chi li paga Si udì di quali mezzi ebbero a servirsi per mantenersi al potere. Parla delle denunzie calunniose rivolte contro tutti i propri avversari a tutte le autorità e conservate gelosamente assieme ai viglietti d'augurio, mentre si distrussero altre carte di importanza. (Continua) AYYISO (li ammissione degli alunni alla Scuola pratica di agricoltura -AIV- Col giorno 4 novembre 1901 prossimo eo-mincierà il XIX corso d'insegnamento e di educazione presso questa Scuola-Convitto — annessa all' Istituto agrario — Stazione sperimentale provinciale. L'istruzione è eminentemente professionale, pratica ed educativa come si conviene a figli di possidenti o agricoltori che intendono prepararsi a diventare fattori di aziende agricole od a esercitare la professione per conto proprio ; ed ha per fondamento principale l'esercitazione nei campi, nelle vigne, nell' orto, nei vivai, nella cantina ecc., alternata opportunamente, con lo studio al tavolo e nel gabinetto. E provveduto all' istruzione religiosa degli alunni. Il corso di studi ha la durata di 3 anni, ai quali può far seguito anche un 4 anno facoltativo di complemento per meglio esercitare i giovani nella conduzione dell' azienda agraria ed addestrarli nella vita pratica. Al termine del corso triennale viene rilasciato un attestato di licenza. Agli allievi che avranno frequentato il corso complementare verrà rilasciato dal direttore uno speciale attestato comprovante la pratica fatta. Le lezioni versano sulle seguenti materie: a) Materie di coltura generale : Elementi di Lingua italiana, Aritmetica, Geometria, Geografia e Storia, Disegno, Computisteria, Calligrafia. b) Elementi di scienze fisiche e naturali: Fisica, Climatologia, Chimica, Mineralogia e Petrografia, Botanica, Zoologia. c) Elementi di agraria: Agronomia, Coltivazione delle piante erbacee, Viticoltura ed Enologia, Zootecnia, Frutticoltura ed Orticoltura — Economia rurale. — Oleificio, Caseificio, Selvicoltura. d) Materie complementari: Contabilità agrariar Agrimensura, Disegno topografico e di costruzioni rurali. Gli alunni sono interni e il loro numero è limitato sia dalla capacità dell' edificio, come dalle esigenze della istruzione pratica. Per l' ammissione verrà data preferenza ai figli di proprietari agricoltori, nati e domiciliati in Istria. Le domande di ammissione devono essere presentate alla Direzione dell' Istituto agrario provinciale in Parenzo entro il 20 settembre 1901 corredate dai seguenti documenti : 1. Fede di nascita da cui risulti che l'aspirante non ha meno di 14 anni nè più di 17 ; 2. Certificato di subita vaccinazione o sofferto vaiuolo ; 3. Certificato di sana e robusta costituzione fisica ; 4. Certificato di buona condotta morale ; 5. Certificato degli studi fatti, dal quale risulti che il richiedente ha assolto con successo almeno le scuole popolari ; Atto di garanzia od obbligazione per il pagamento della retta in rate trimestrali, bimensili o mensili anticipate, per tutto il tempo durante il quale l'alunno rimarrà presso la Scuola, firmato dal genitore o da chi per lui. La retta annua è di Corone 300 per i giovani della provincia e di Corone 400 per tutti gli altri. Per nessun motivo .è concessa la restituzione di aliquota di retta per gli alunni c he lasciano la scuola nel mese già cominciato, o che ne sono allontanati. L'ammissione definitiva è subordinata alla visita del medico dell' Istituto ed all' esame di ammissione, al quale si devono sottoporre tutti gli aspiranti e che verserà sulle materie che s'insegnano nelle scuole popolari. Giovani aspiranti che potessero dimostrare d'aver una istruzione superiore a quella delle Scuole popolari, potranno esser ammessi al li anno di corso, purché si assoggettino ad un esame d'integramento in Botanica, Fisica e Disegno a mano libera. All' intento di agevolare l'ammissione di giovani appartenenti a famiglie meno agiate, ma dotati di capacità, purché nati e domiciliati stabilmente in Istria, la Giunta provinciale mette a disposizione dell'Istituto N. 6 stipendi da corone 300 ciascuno. Coloro che intendono concorrere a questi stipendi devono richiederlo allegando alla domanda, oltre i documenti accennati sopra, anche 1' attestato delle condizioni di famiglia, dal quale risulti che riuscirebbe gravoso alla stessa il mantenimento del figlio fuori di casa. La richiesta di stipendio potrà essere esaudita anche solo in parte. La definitività al godimento degli stipendi verrà assicurata soltanto dopo un periodo di 3 mesi di esperimento nell' Istituto per potersi pre-viameote accertare della idoneità degli allievi agli studi e della loro condotta. Parenzo, li 15 luglio 1901 il direttore Dott. G. B. Cucovich