ANNO XII Capodistria, 16 Luglio 1878 N. 14 DELL' ISTRI A Esce il 1" ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gra- ' tintamente. Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Effemeridi delia città di Trieste e del suo Territorio Luglio j 16. 1377. — Il veneto senato delibera d'inviare due provveditori a Trieste per esaminare e riferire a qual punto siano giunti i lavori dei castelli e per licenziare i soldati superflui, dando loro le paghe di diritto. - IO, II, 279. 16. 1494. — 11 capitolo della cattedrale ed i Minori di San Francesco in Trieste, appianano certe differenze, si scambiano delle possessioni e dei j capitali livellari. - 44, J5. 16. 1642. — Ottantotto soldati tedeschi si rifiutano di montare il naviglio, pronto a veleggiare per Napoli, ove non si dia loro prima il soldo; alle pretese seguono i fatti; la città è funestata da feriti e morti. - 1, IH, 252. 117. 1583. — Il comune risponde all'arciduca di non poter erogare stipendio alcuno a prò' degli archibugieri, posti là ove lo stato tagliava i boschi in Istria e sul Carso. - 20. 17. 1774. —Il vescovo Ferdinando di Herberstein con- sacra coli'assistenza di Aldrago Autonio de' Piccardi, vescovo di Pedona, la chiesa della | B. V. del Soccorso in Trieste. - 23, II, 39. 18. 1406. — Il duca Ernesto comanda al capitolo della cattedrale di non esercitare l'antico diritto di eleggersi il vescovo senza una di lui licenza. - 1, II, 178. 18. 1518. — Il notaio Aurelio Vergerio detta i preliminari di pace tra i comuni di Trieste e Capodistria; il vice-capitano Pietro Bacchino ed i giudici -rettori li accettano da parte della città di Trieste, ed altrettanto fà Nicolò Vida delegato da Francesco da Mulla, podestà e capitano di Capodistria. - 16. j 18. 1550. — Viene arso vivo sulla piazza un sacrilego per aver rubato in San Giusto il tabernacolo (la pisside?) ; le di lui ceneri sono quindi gittate in mare. - 8. 1-9. 1370. — Venezia sospende il podestà Pietro della Fontana e Vito Guido Trevisani capitano di Trieste dalle loro cariche per abuso dei loro officii, condanando il primo a 100, il secondo a 200 ducati di multa. - 10, lì, 259. 19. 1617. — La ctf.tà di Trieste allestisce tre barche armate che assieme a quelle del Ferleticb, p capo di 300 Uscocclii, muovono verso la de- liziosa riviera di Palestrina per saccheggiarla, ma colte a mezza via da furiosa tempesta sono necessitate di ritornare in porto. - 1, III, 208. 19. 1841. — Vengono benedetti il civico ospidale e 1' anuessa cappella. - 8. 20. 1512. — La città manda ambasciata a Matteo Lang, vescovo di Gurck, perchè volesse interessarsi presso il doge di Venezia, che nella pace da conchiudersi venisse annullatala taglia dei 15 mila zecchini, importagli da ser Bartolomeo Liviano per non essersi tantosto consegnata nelle di lui mani. - 5. 20. 1544 — Damiano de Orzoni vice-capitano ed i giudici-rettori eleggono a console per la città con la sede in Piscaria nelli Abruzzi il triestino Gian Giacomo de Patronis. - 16. 21. 1287. — L'esercito patriarchino è di ritorno a Monfalcone dopo un inutile assedio del castello di Moccò. - 25, XXIV 463. 21. 1422. — 11 maggior consiglio elegge una commissione, perchè esamini i danni portati da certe persone ai beni spettanti alla chiesa triestina ed alla mensa vescovile. - I, II, 214. 21. 1629. — Trasazione conchiusa tra il vescovo Ri- naldo Scarliccbio ed il Comune di Trieste in materia di giurisdizione. - 1, III, 236. 22. 1478. — Un corpo di 30 mila turchi percorre la strada di Prosecco per andare nel Friuli. -40, VII, 118. 22. 1567. — Pio Papa V conferma la nomina sovrana di Andrea Rapicio, dottore iu ambe le leggi e consigliere aulico a vescovo di Trieste. -24, I, 436. 23. 1784. — Pompeo conte de'Brigido, governatore in Trieste, ordina in forza di risoluzione sovrana la chiusura di dodici chiese in città. - 7, 69. 23. 1816. — Michele barone de' Brivido, vescovo di Zips in Ungheria, muore in Trieste, sua patria. - 24, I, 482. 24.- 1384, — Nicolò de' Dominici, canouico-artidia-cono, ed altri sacerdoti di Trieste quali sospetti nemici della patria, veugono messi prima alla tortura e poi giustiziati. - 4. 24. 1426. — Il comune elegge in avvocato per la città e particolarmente per i poveri ser Eomeo de Zuvensonibus di Bologna, esonerandolo da ogni prestazione e lasciandogli piena libertà di ripatriare, qualora dovesse svilupparsi la peste iu Trieste. - 13..47a. 24. 1773. — Clemente XIV, accorda al canonico-decano don Pier Cristoforo de' Bonomo ed ai futuri decani l'uso delle insegne pontificali. - 8. 25. 1428. — Il maggior consiglio delega i giudici-ret- tori della città ed il consiglio minore a sceglierei mezzi necessari per rintuzzare l'ardire di alcuni banditi che avevano deliberato di nuocere alla città e a certi cittadini. - 13, 53b. 25. 1629. —Appiauatele differenze che vertevano tra il comune, il clero ed il vescovo, questi abbandona Bisuiza ove dimorava da qualche tempo e ritorna in città. - 8. 26. 1416. — H patrio consiglio accorda a ser Giovanni de Lugo, giudice del maleficio, di recarsi per un mese a Imola e Lugo a fine di mettere in ordine certi suoi affari e gli affari del suo vicario. - 13, 12.a 26. 1421. — 1' maggior consiglio vuole che i sindachi esaminino con tutta scrupolosità l'affare di certo Sfetina da Portole, trattenuto nelle civiche prigioni, prima di eseguire la sentenza del criminale che lo aveva condannato ad penam crucis. - 13, 33a 26. 1421. — U civico cons. delibera che si fonda di nuovo la campana maggiore del duomo da un maestro campanaro che trovavasiin Trieste. - 13,33a. 26. 1486. — Concordie stipulato iu Venezia con i commissari imperiali in - oggetto di commercio tra la Carniola e la Carsia, tra l'Istria e Trieste, con il quale Venezia insiste, perchè Gasparo Kanber sia allontanato dalla capitaneria di Trieste e da quella di Pisino. - 5. 26. 1500. — La città sborsa al vicario lire 62 in risarcimento delle spese incontrate, quando andò a Venezia per ottenere la libertà di ser Antonio de' Burlo, trattenuto nelle carceri d'Udine. - 16. 26. 1803. — Si scarica una terribile gragnuola sul ter- ritorio triestino, recando immeusi danni e ferendo alcuno persone, colte sulle pubbliche strade. - 11, 1, 19. 27. 1417. — Gli amministratori dei beni della mensa vescovile, delegati dal comune, consegnano a Benvenuto ed Antonio de' Burlo, eletti a ciò dal neo-eletto vescovo Giacomo de' Bal-lardis, fiorini 50 d' oro, perchè il detto Bal-lardis possa trattenersi in Costanza sino alla nomina del nuovo pontefice - 5. 27. 1427. — Essendo Venezia ed i paesi prossimi a Trieste dominali da male epidemico, il maggior consiglio ordina ai cittadini di non dar ricetto a persone, provenienti da luogo sospetto, sotto pena di 50 lire. - 13, 51.a 27. 1509. — Nicolò Rauber, capitano di Trieste, vieto ài cittadini di allontanarsi senza un suo permesso dalla città e dal territorio. - 5. 28. 1694. — Padre Ireneo della Croce, nominato nel secolo Giam Maria Manarutta, doua al comune la prima parte della sua storia patria; Trieste delibera- di darla a proprie spese alia stampa. - 8. 28. 1695 29. 1453 29. 1493. 29. 1493. 30. 1413. 30. 1493 31. 14. . 31. 1468. 31. 1566. 31. 1769. . — La comunità israelitica ottiene di poter avere pubblica sinagoga. - 23, I, 59. — Antonio de' Goppo, vescovo di Trieste, dà in feudo a Pietro, Orsato, Cario e. Benedetto fratelli Morosini di Venezia, la quarta parte della decima del castello di Muggia. - 3, Vili, 703. — Le monache della Cella impediscono al canonico Don Ambrogio da Piume di mettere pie in convento, quantunque delegato dal vescovo Acazio per avvertirle della prossima visita vescovile, contro del che la maggioranza di esse si decide di ricorrere al papa. - 44, 13. — Don Ambrogio canonico del duomo, delegato dal vescovo Acazio, minaccia della scomunica ser Domenico de Carpo, vicario del comune di Trieste, ove si immischiasse nel-1'amministrazione e nelle liti delle chiese e delle fraterne della città e del territorio. -44, 13. — Il maggior consiglio vuole che la città compri dai privati e li costringa a venderle i fondi, posti presso la chiesa di san Girolamo, fuori del forte Moncolano, ove possano fermarsi gli Sciavi già venuti o che intendono recarsi sul territorio triestino. - 13, 3.b — Il capitolo di san Giusto affitta a ser Cristoforo Wasserman per cinque anni un fondamento di saline in Zaule verso l'annua corrisponsione di ducati 28, e di altrettante staia di sale quanti sono i canonici. - 44, 15. . _ Giovanni Oranbech, capitano di Monfal-cone, notifica alla città d' Udine, che 300 Triestini in unione ad altra gente della Carniola sono pronti a muovere contro il patriarca. - 25. XVIII, 350. — La città è senza giudici-rettori in seguito alle discordie insorte tra i cittadini. - 8. — I turchi si fanno vedere nelle vicinanze di Trieste; le popolazioni còlte da panico fuggono nell' Istra, nel Friuli, a Venezia. - 8. — Solenne apertura del Lazzaretto sanitario, detto di santa Teresa; consacrazione della cappella eseguita dal vescovo di Trieste, Antonio Ferdinando conte de Herbersteiu. - 8, LETTERE su argomenti di bachicoltura del marchese GIANNANDREA de GRAVISI DA c a po d i st ria (Continuazione, vedi N.ri 10, 11 e 12\ alla presidenza della società agraria istriana Prima di riscontrare in merito la graditissima lettera di codesta spettabile Presidenza di data 30 ottobre 1872, n. 247, trovo di mio dovere ringraziarla per la fiducia dimostratami col voler sentire il mio parere sulle deliberazioni da prendersi circa il conferimento del premio da me istituito (*), come non posso che ammirare la squisita delicatezza con cui i suoi membri si schivano di farsi soli apprezzatoli delle condizioni degli aspiranti. (*) E ben noto nella nostra provincia cotesto premio, perciò mi rimango dal ripubblicare qui l'atto che lo istituiva. Esaminate, e come per me si può, apprezzate le circostanze delle partite n. 2 e 3, delle quali una venne ritirata dal concorrente, l'altra licenziata, le trovai tali da non corrispondere assolutamente alle condizioni del concorso. In quanto alla prima, presa in considerazione dalla spettabile Presidenza, debbo dichiarare che secondo la lettera dell'avviso 25 aprile 1872 n. 119 l'aspirante ha adempiuto alle condizioni volute, e che, in suo favore, sembrami applicabile l'articolo b del predetto annunzio. Corrisposto per tal modo al primo dei quesiti propostimi, circa il secondo, quello cioè che contempla il prezzo che dovrebbesi ascrivere ai 15 funti di bozzoli rilasciati dal sig. C----alla Società pel confezionamento del seme, mi sembra opportuno distinguere, se i 15 funti di galletta sieno stati prelevati, senza scelta dalla massa della maggiore partita di bozzoli del concorrente, o se le 1927 coppie di farfalle sieno state scelte e levate dal letto di sfarfallamento di mano iu mano cne uscivano dai bozzoli. _ Nel primo caso, a mio parere, il prezzo da attribuirsi a ciascheduno dei 15 funti di bozzoli dovrebb'essere pari alla media fra i tre migliori prezzi di galletta di quest' anno, fatti nel pubblico mercato del luogo del producente, od, in mancanza, del più vicino, esclusi però dal novero dei fattori della media i prezzi di capriccio, convenuti per singole partite, specialmente vagheggiate e destinate a particolari scopi. Nel secondo caso, considerato che, col prelevare farfalle fatte sbocciare dall'aspirante, scegliendole fra le nate, lo si priva di un più certo lucro, di una migliore merce, e si fruisce di un lavoro già da lui prestato, — il prezzo dei fuuti di galletta, corrispondente alle farfalle acquistate, dovrebbe considerarsi maggiore e precisamente, a mio avviso, almeno del IO % più alto di quello ritenuto equo pel primo caso. Il terzo quesito, concernente la ricompensa da darsi al confezionatore della semente è tale che io non posso giustamente risolverlo, poiché, quantunque non sia difficile lo apprezzare in danaro l'opera manuale occorrente a siffatta bisogna, mi sarebbe d'uopo conoscere e potere apprezzare le speciali cure usate dalla determinata persona che prestò l'opera sua, il valore dell'uso degli eventuali attrezzi acquistati e l'equo correspettivo del particolare locale occupato. Essendo d'altronde questione delicata e da risolvere secondo svariate circostanze, io non potrei definirla. Il mio parere sulla quarta domanda, che riguarda il modo di porre a disposizione del pubblico la semente ottenuta, il prezzo da attribuirsi ad ogni oncia ed il numero delle oncie di seme che può aspettarsi dalla accennata operazione, si riassume in questo, che cioè, la semente debba, secondo la lettera e lo spirito del programma della istituzione, vendersi in provincia ai più solerti e intelligenti bachicultori, — che la quantità di oncie sottili venete, la quale si speri di ricavare, sia. nel caso che le farfalle non fossero coppia per coppia scelte con cura, pari al quoziente del numero delle coppie diviso per 100, e, se le farfalle furono elette fra le migliori, pari al quoziente del numero delle coppie diviso per 50, — e che infine (quando, come risulta dalla lettera di codesta spettabile Presidenza, l'esame delle I coppie fatto a Gorizia non accerti la purezza che per 1663 e quindi il prodotto di queste sole debba porsi fin commercio) il prezzo di ciascheduna oncia di semente ; abbia a desumersi dal risultato della somma di spese per acquisto bozzoli o farfalle e di quella di compenso per la confezione della semente, divisa pel numero delle oncie di seme da porsi in vendita. Il prodotto delle settantasette coppie trovate di tenue infezione potrebbe, previo avvertimento al compratore, essere venduto a mezzo prezzo; quello delle ceutotrentaquattro coppie fortemente infette dovrebb' essere distrutto. Corrisposto così del mio meglio alle ricerche di cui volle onorarmi codesta spettabile Presidenza, non mi resta che ripetere l'espressione de' miei sentimenti di stima e riconoscenza, ed offerirmi, per quanto so e posso, a contribuire al miglioramento della bachicoltura nella nostra provincia. Capodistria, 16 novembre 1871. _ -i_ Il Commercio dei bossoli IN ISTRIA Anche quest'anno l'allevamento dei bachi nella nostra provincia ebbe un esito soddisfacente. La quantità di seme posto all'incubazione può calcolarsi pari all'anno scorso, ma superiore d'assai fu la qualità; e ce lo prova il fatto che i bollettini dei nostri mercati non ebbero a segnare che inconcludenti partitelle di bozzoli incrociati, nuli'affatto di giapponesi, e l'intera massa invece di bozzolo giallo nostrano. Le buone condizioni atmosferiche durante l'allevamento, favorirono poi in particolar modo che i bozzoli di questa preziosa qualità indigena riescano d'una eccezionale consistenza e bellezza, in maniera da poter classificare, sensa timore d'esagerazione, il prodotto dell'attuale annata pari in qualità a quello dei tempi passati, quando cioè il nostro baco era immune da quello tante malattie che poscia lo flagellarono. Il merito di questa confortante miglioria va più particolarmente attribuito alle zelanti cure dei confezionatori di buon seme nostrano, sia con sistema cellulare che industriale, alle conseguenti facilitazioni del prezzo, e ad altre favorevoli condizioni offerte agli allevatori con un limitato procento sul prodotto. Da qualche anno a questa parte tale opera lodevolissima va prendendo in provincia sempre maggiori proporzioni, in modo da poter sperare in breve nella rigenerazione dell'antica nostra razza di bozzoli. Per la costanza e l'accuratezza che esige questa specie di lavoro, merita si faccia particolare menzione di coloro che s'occupano nello stesso, e presso i quali gli allevatori di bozzoli potranno ricorrere nei loro futuri bisogni con una relativa sicurezza di successo. Uno dei più solerti produttori, che da diversi anni lavora con crescente fortuua, è il sig. Sottocorona di Dignano, il quale ha organizzato coi migliori metodi suggeriti dalla scienza un apposito stabilimento per la confezione del seme nostrano a sistema cellulare, e ne produce annualmente, sotto la sua direzione, una vistosa quantità, ch'esso vende a modico prezzo, o cede verso trattenuta d'un limitato procento sul prodotto. Ci consta che l'anno scorso egli abbia confezionato ben 3000 oncie circa di seme cellulare, parte venduto per contanti, parte consegnato a prodotto nella provincia nostra e nel vicino Friuli con uu esito in complesso buono, il sig. Privilegi di Parenzo s'occupa pure da qualche tempo in questo ramo d'industria, e l'anno scorso produsse 400 oncie di semente cellulare, e 700 d'industriale, venduta o consegnata a prodotto in provincia con successo soddisfacente. Nelle uguali proporzioni lavora auche il sig. Camus di Pisino, ed ottiene qonfwtanti risultati. - Anche nella nostra città (che fu anzi la prima a dare'l'impulso in provincia e fuori al confezionamento di buona semente nostrana cellulare) abbiamo un attivo speculatore in questo ramo nella persona del sig. cav. Giorgio de Baseggio, il quale da due anni, e particolarmente dall'anno scorso, diede mano, coll'opera di un distinto confezionatore friulano, alla produzione di una significante quantità di semente nostrana cellulare, ch'esso in parte ha venduto al favorevole prezzo di f. 6 all'oncia, ed in parte consegnata a prodotto verso trattenuta del 15 per ceuto. Per essere più davvicino, possiamo segnare nei particolari i risultati di questa semente che furono, sia nella quantità che nella qualità della produzione, precisamente brillanti. Il prodotto di molte partite superò i 50 chilogrammi per oncia, e parecchi ne diedero dai 50 ai 60, ch'equivalgono in poso vecchio ad oltre 100 funti per oncia. Dai confronti che abbiamo avuto occasione di faro, traìe qualità di altra provenienza che comparvero al nostro mercato, scorgemmo in questa prodotta per cura del Bà'seggio un' assoluta prevalenza di merito, tanto ubila grana, quanto nella consistenza'del bellissimo bozzolo giallo nostrano. Questo primo successo tanto splendido ci assicura che il Baseggio, coll'iutraprendenza che gir è propria, saprà per l'avvenire allargare questa sua produzione a vantaggio generale. La quantità da esso confezionata l'anno scorso ammontò ad once 800, delle quali 200 vendute e date a prodotto nel nostro circondario ed in quello di Buje, e 600 nel vicino Friuli, e nella provincia di Udine. ■N