ANNO HI._Capodistria, 1 Ottobre -1869. N. 19. '„."•• ..-, .. _; '' " ' 1 ' . ?- ''L. ' ktint*IfrT>r?t ■ntnxùriof i GIORNALE DEGLI INTERESSI CIVILI, ECONOMICI ED AMMINISTRATIVI ; * 5 8ta-«Hi!» D E L L'ISTRIA * u 1 XI X il,. Esce il 1 e& il- t6 d'ogni mese; ASSOCIAZIONE per un anno f.ni o;. semestre e qsarlri-. mestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. 1a statistica beel istria. Uno dei principali argomenti, su cui nel nostro programma abbiamo richiamato l'attenzione dei pa-triotti istriani, fu quello interessantissimo della statistica. Quale ragionamento invero, che non abbia a versare soltanto sulle generali^ e a ripetere, forse, cose già universalmente risapute, può mai mettersi innanzi intorno alle nostre questioni economiche, senza il fondamento di cotesti dati di fatto? Non viene che da essi il senso pratico, il linguaggio opportuno e incalzante per qualsiasi proposta, la sicurezza di critcrii positivi a bene apprezzarne il valore, il fermo indirizzo ad uno scopo che sia vero- e concitelo, c non illusorio e fantastico. Vano sarebbe indugiarsi a ricercare il motivo, per cui,, a fronte dell' urgente bisogno di tali illustrazioni del nostro paese e delle relative disamine, così generalmente riconosciuto, non siasi ancora posto insieme nulla di veramente degno cibi nome di una Statistica dell' Istria. Se noi avessimo a metterci su questa investigazione, ci sarebbe impossibile, pur troppo, non cavarne ragione eli biasimo per tutti. Nè autorità, nè privati fecero in ciò' il debito loro. Quello stesso lavoro, che fu impreso da un i. r; reggente della nostra provincia, ed era, a dir vero, assai poca cosa, se ne rimase manoscritto, nè dal tradurlo e pubblicarlo ora. dopo tanti rimutamenti delle nostre coudizioni, e tanto progresso della scienza delle cifre statistiche, sarebbe a trarre vantaggiò adegualo alla fatica e alla spesa. A chi si prenderà- davvero la cura di dare all' Istria il libro di cui parliamo, quel tentativo arretrato servirà bensì, poiché lo sappiamo custodito ad uso pubblico, quale fonte non del tutto spregievole per alcuni termini di confronto col. passato. Nè delle altre prove sullo stesso teina intendiamo parlare, perchè, anche allora che sono buone per esattezza di notizie e accompagnate di saggie riflessioni, sono troppo frammentarie-, per meritare il ca- Articoli comunicati d'interesse generate si stampano gra-ruitamente; gli altri, e nell'ottava pagina soltanto, asoldi 5 per linea. — Lettere e denaro franco alla Iteda/.ione. — Pagamenti antecipati. 'All' s jpirtHC^ iJti ^Jitf f/fo'jfci'XMfit rjvaìm <1 errcg-io t ratière pur di un Semplice saggio, atto a servire di efficace avviamento all' opera desiderata. V'è dunque da lavorare, a ciò, sino dalle fondamenta, ed anzi a portare sul luogo pressoché tutti i materiali di costruzione. Sìa come provvedere all'uopo? Noi altra volta avevamo proposto, che questa o quella delle nostrane autorità o corporazioni provinciali, come, la Giunta di Parenzo, o la Camera di commercio di Rovigno, si facesse centro dell' impresa, servendosi dei proprir poteri legali e della propria influenza morale, per costituire, in ogni capoluogo degli antichi distretti, comitati statistici, i cui mèmbri avessero ad essere gli uomini più intelligenti del luogo, particolarmente Ira' r proprictarii, i negozianti, i direttori d'industrie. Per lunga esperienza, prodottasi dappertutto, non ci era ignoto, quanto le raccolte ufficiali di prospetti statistici, fatta eccezione di quelli, la cui compilazione è il risultato delle registrazioni autentiche di appositi uffizii, so-glìariò essere il lavoro disattento, capriccioso e irrisorio di un impiegato qualunque, per lo più subalterno, delle affaccendate e indolenti cancellerie podestarili, e, per quelle tra esse, dove nemmeno cosi si sa mettere in carta cosa alcuna, di qualche impaziente aggiuntò dell' autorità politica, sotto la dettatura di un suo fiduciario, a cui non è raro che manchi là fiducia di tutti gli altri. Non ci poteva quindi non apparire manifestò l'errore di seguire lo stesso metodo falsissimo anche da parte nostra. Ma nel proporre questa associazione di lavoro, sotto la direzione di un nostro uffizio centrale, <-quindi su tavole comuni, ridotte in sulle prime alle rubriche più essenziali, e tenute conformi a quelli che valgono pegli studii statistici della nostra nazione, non ci siamo mai dissimulato il pericolo, che .indie di tal guisa potesse il lavoro muoversi assai lento, e a lunghe intermittenze, d'ozii, disuguale fra. Inogo e luogo secondo il diverso volere e potere degli anzidetti comitati, e cadere fors' anco, in ultimo, intieramente di mano sotto un potentissimo sonno. Gli è perciò che abbiamo sempre caldeggiato il partito, che a tutto questo congegno si aggiungesse una forza motrice più valida a farlo andare senza interruzioni e regolarmente. Questa forza dee fornire tale uomo, che, distinto per pregi di mente e d' animo, prenda sopra di sé il carico di recarsi sopra luogo nei varii distretti, di adunarvi i comitati statistici, di tenere con essi quante conferenze occorrano a bene appurare la verità, di tentare ogni mezzo possibile a risolvere gli eventuali dubbii, ponendosi a contatto con chiunque sappia giovarlo, d'ogni classe di persone, di spingere in persona le minori rappresentanze dei cornimi a dire ciò eh' esse non sono in grado di scrivere e forse nemmeno di pensare, senza esservi tratte a forza da quesiti semplici ed evidenti, posti in modo che alla misura della loro intelligenza bene si adattino. Senza questo corriere della statistica (ci si passi la parola), fu sempre nostro fermo avviso, che non avremmo potuto riuscire presto e felicemente ad alcun effetto. E però ci è grato 1' udire, che 1' onorevole nostra Giunta provinciale sia animata dallo smesso concetto, e intenda affidare il geloso mandato ad uno dei nostri più colti ed operosi patriotti. Noi non ne antecipiamo il nome, per sentimento di delicatezza assai facile a comprendere; ma non ci rimaniamo dallo esprimere a chi pensò a lui le nostre lodi più cordiali, e dal congratularci colla nostra provincia, la quale di tal modo avrà, senza dubbio, una completa e bene coordinata collezione delle notizie statistiche che la riguardano, da aggiungersi a quella, che su di alcuni argomenti, come p. e. la popolazione, l'istruzione, la beneficenza, le imposte, il movimento marittimo, le inscrizioni ipotecarie ecc. ecc., può aversi dagli uffizii governativi e comunali. Nè crediamo di lusingarci invano, se confidiamo, che anche il nostro periodico coglierà subito profitto non piccolo dal pubblicare, di quando iu quando, alcune delle più notevoli risultanze del lavoro in corso, tenendo così sempre sveglio il sagace interesse di tutti i buoni, che dovrà accompagnarlo. " alai i" /,.• i, rk oìii'» ..■ ■ APERTURA DELLA DIETA PROVINCIALE ISTRIANA. (?) Il 22 fu aperta la nostra Dieta senza il consueto ceremoniale di campane, di musiche, d'invocazioni, ma con un gravissimo e nobile discorso del Capitano provinciale, nel quale toccando per sommi capi di quanto fu operato nell'anno di amministrazione, pone innanzi la noa lieve messe di lavori, che attendono dui senno de' rappresentanti del paese assiduo esame e opportuir sviluppo, affinchè non sia mendace o fatua la nostra autonomia, nè sieno luce di meteora, o canto di sirena le libere istituzioni costituzionali. Recherò qui due passaggi del detto discorso, che paionmi altamente significativi. Il primo questo: » lo •non richiamerò la vostra attenzione sulle grandi questioni che si agitano nelV Austria, e che potrebbero portare a cangicu&mti nel sistema di governo della cosa pubblica; non la richiamerò sulle gravi quistioìii che. commuovono i suoi popoli per causa di nazionalità , e di confessione religiosa fra ior distinti e diversi. Qui siete voi chiamali ad usare del vostro diritto d'iniziativa. Usale francamente di questo diritto e nelle grandi quistiom dello stato, e rapporta alla pratica applicazione delle leggi generali con riguardo ulle speciali condizioni, alla slovia, agl'interessi dell' Istria. Il paese che dietro a lungo impostogli servaggio, sia chiamato a vita libera ed autonoma, e non s ppiu propugnare i suoi diritti imprescrittibili, combattendo unito le aspirazioni di chi aneli a dividerlo per dominarlo, quel paese non ha diritto ad esistenza propria; esso resta da altri assorbito, e lor schiavo. » L'altro: « Deploro vivamente che non sia presidio alla provincia f illuminalo e zelante appoggio dei reverendissimi monsignori Vescovi nell' importantissimo ramo deWistruzione. E tanto più lo deploro, dappoiché la unità nella fede professala da quasi tutti i provinciali, può facilmente scuotersi, e rilussure, al riconoscere che il clero diserti il campo e si sottragga alla corresponsabilità nel condurre il popolo al suo perfezionamento. Noi pertanto tenteremo da noi soli la difficile via, colla intenzione e colla volontà ferma e decisa a cercare il meglio. Che se per isventura porremo il pie" in fallo, ci conforterà la coscienza che noi in noi portiamo, di non aver mai nutrita la vana pretesa alla infallibilità degli umani giudizi. » Vennero indi consegnate al banco presidenziale alcune proposte governative, che saranno susseguite da altre, e delle quali terrò parola in seguito secondo l'ordine della loro peritrattazione. Nella seduta del mercoledì si costituirono i Comitali della Camera, cioè un comitato politico legale e delle petizioni; uno in oggetti scolastici; un terzo di cojìc agrarie; il ([«arto di fiuanza, e il quinto de' revisori de' rapporti stenografici. Furono finalmente lette alcune proposte della Giunta, che si trovano stampale in una interessante sua Relazione, e rimandala al di 28 la nuovi seduta. Parenzo, settembre. ■SULLA GRAN QUESTIONE DELL'UTILE SPERABILE NELLE SPECULAZIONI SUI BF.STIAKK ED IN PRIMO LUOGO SULLA CONVENIENZA DELLE MAND1ÌE DI VACCHE (Continuazione vedi n. 18j Un mio amico, uomo eccessivamente prudente, forse un po'troppo meticoloso, faceva le viste di censurarmi perchè io aveva di botto offerto di esporre ij! pubblico l'esito della contabilità della mia maudra. L-gli voleva ch'io, avessi in prima pregalo il signor 0;- lavi di presentare la sua, dicendomi : « Voi dovete ca-« pire che il sig. professore, il quale, dopo avere di-« chiarato che la sola contabilità c una contabilità i severa, regolare, inflessibile, può risolvere il proble-* ma, e pronunciare un giudizio inappellabile, ac-« cernia che, di questo ramo si occupa moltissimo e « teoricamente e praticamente', e per suo conto e per « conto altrui; voi dovete capire che il sig. professore « si trova ben munito di note, di memorie e di prove «d'ogni sorta, e perciò egli è sicuro del fatto suo; e « quando avrete messo in mostra le vostre carte sarà «per lui un mero trastullo il darvi scacco inatto.» Forse saravvi qualche cosa di vero wi questa severa rillessione del mio amico, ma sembrami poter vedere le cose un po'più in rosa;, e mi lusingo che-da una discussione fra due coltivatori, i quali non hanno altro scopo che il progresso della patria agricoltura, dovranno scaturire belle e buone verità a vantaggio di tutti, e senza scapilo per le parli contendenti (1). La mia contabilità fu da me combinala per illuminarmi e guidarmi nelle mie operazioni, non mai per essere resa pubblica. Presentandola ora, non credo di offerire un'opera completa ed irreprensibile; ma gioverà per quel che varrà', nella discussione della questione presente, e quando il sig. professore avrà presentata la sua, che sarà certamente meglio combinata e più completa, egli sarà ben contento ch'io me ne valga per migliorare la mia. Ma siami lecito intanto di presentare un'osservazione sulla contabilità rurale in generale, la quale mi sembra mollo opportuna nel caso presente, dovendo servire a rettificare un'idea erronea, che facilmente polrebbesi da alcuni, poco esperti, accettare. La contabilità è come la lingua d'Esopo, la migliore e la peggiore cosa del mondo; essa è la più preziosa, la più sicura guida dell'amministrazione rurale; la preserva dagli scapili, conducendola con mano ferma sulla via degli utili. Ma guai a- chi, dominato da idee preconcetto, da predilezione per tale o tale altra speculazione o da spirito di giustizia riparatrice verso colture, secondo lui, più utili di ciò che lo accenni la sua contabilità; guai a chi in tali disposizioni di spirito, si crede di poter impunemente correggere o modificare il valore di un prodotto, ed attribuirgli mi prezzo diverso da quello del suo costo. Da quel punto egli è fuorviato, cade di errore in errore e la sua contabilità alterata, corrotta, invece di guidarlo, lo segue, e con esso cade. In quest'ordine d'idee vi potrebb'essere per avventura chi credesse che un coltivatore, in gran vi- (t) Io mi affretto a dichiarare avere la ferma sperane» di trovarmi molto frequentemente io. pieno accordo coli'egregio sig. professore Ottavi. Me zie dà quasi la certezza quel medesimo numero del suo giornale, nel quale a pag. 170 vedo proclamato e quindi abilmente dimostrato : che il miglior modo di trar parlilo del letame ti è quello d'impiegarlo a favore dei foraggi. Io sono C09Ì persuaso di questa verità, che tale è la mia pratica da parecchi anni, nè una sol forcata di letame viene somministrata direttamente al grano, nei miei poderi. Io mi unirò con tutte le mie forze al. sig. professore per proclamare, diffondere, ed universalizzare consimili ottimi priucipii ; egli mi troverà spesso al suo fianco nell'ardua missione di persuadere gli agricoltori a smettere le pratiche irrazionali, e sostituirvi quelle che la ragione e l'esperienza hanno dimostrate inigHori. cinanza di una ciltà ricca e commerciante, possa addebitare alle sue vacche tutti i suoi foraggi al prezzo che ne ricaverebbe se li vendesse nella città, argomentando cosi: Se, invece di mantenere vaccheio vendessi il mio fieno in città, ne ricaverei un prezzo e-levato a vantaggio dei miei prati, e sarebbe ingiusto lo attribuire a questi un prezzo* minore, qualunque sia il prezzo di costo. Ciò detto, il suo fieno, che, per modo di dire, gli avrà costato L. 4 il quintale, egli 10 addebita L. & alle sue vacche, e ciò per non far torto ai suoi prati. Ma si rifletta bene che l'agricoltore deve- ricavare 11 suo utile dal complesso delle sue operazioni; che il mento di una buona combinazione sta per l'appunto nel saper introdurre tali colture che, oltre al proprio prodotto, benché- talvolta tenue, giovino al miglioramento del suolo,, o ad altre colture;, e che, per conseguenza, non si dovrà andare in cerca di un utile riferibile ad ogni appczzamento e ad ogni coltura, ma bensi, come dissi, nel risultato finale dell'intiera complessiva speculazione. Egli è per ciò che tutti i trattatisti in contabilità rurale insistono e ripetono a sazietà, che nei conti dei magazzini nei quali sono introdotte tulle le derrate prodotte sul podere, sia notato il prezzo di: costo e nessun altro; avvertendo che il benefizio non si trova,, che all'atto della vendita, e perciò non si può registrare prima che questa sia avvenuta. Onesto è tanto più vero per quei prodotti, i quali, come i fieni e le paglie,servono- di materia prima o vengono tramutati in altri prodotti;, e sono soltanto questi prodotti finali,, che essendo poi venduti, possono dare un utile od uno scapito^ Il coltivatore che si trova presso ima città cospicua, consumatrice di foraggi e produttrice di concitili,. vedrà dalla sua contabilità, se gli darà maggior utile la vendila di fieni sul mercato, comprando i concimi, o pure il mantenimento di vacche. Egli troverà eziandio che se il numero delle vacche, che si trovano ad una determinala lonlananza dalla eitlà,.non supera quello necessario per la produzione di quella quantità di latte, che facilmente si può vendere in natura, ad allo prezzo, nella città stessa, vi sarà profitto nel mantenimento delle vacche; altrimenti no. Similmente se un discreto numero di quelli che ora nutrono bestiami,, volesse un bel giorno godere del prezzo elevato del mercato, ciò basterebbe per immediatamente scemare il prezzo, per la maggiore offerta avvenuta.. Certo che se il portare in debito, al prezzo del mercato, i foraggi che i bestiami consumano,. è cosa lecita ad un coltivatore, lo sarà egualmente a tutti gli altri. Se lutti adunque facessero quella finzione nei loro conti, si troverebbero tutti perdenti in quella speculazione; e secondo le regole della logica, loro dovrebbe tosto venire in mente,, di non voler più perdere e di portare perciò i loro foraggi sul mercato. Ciò riuscirebbe quando si trovassero in numero limitalo, proporzionalmente alla importanza degli affari della piazza. Ma supponiamo che un numero più considerevole di quei coltivatori si porti cosi sul mercato, si manifesterà subito una notevole diminuzione nei prezzi. Se poi tutti vi si portassero, in allora pochissimi troverebbero a vendere, se non a prezzi ridoni; e la maggior parte se ne tornerebbe a casa, con migliori disposizioni verso i loro bestiami. Risulta [quindi evidentemente, che il prezzo del mercato noe. è reale che per quelle derrate che realmente ed effettivamente vi furono vendute.; clie varierebbe se variasse il numero degli accorrenti a vendere; e chq queste variazioni sarebbero immancabilmente proporzionali al variabile numero dei nuovi venditori. Si noli ancora che quando uu agricoltore avveduto, riconoscesse la sua località appropriata per nuli ire una mandra di vacche, egli, nell' ordinare la coltura dei vari-i suoi appezzamenti destinerebbe alcune terre alla produzione delle radici, di panica, di loglio, di vecce ed avena in verde, di segale da foraggio, di medica e di trifoglio, ecc., ecc.; lulte cose che troverebbero difficilmente un esito profittevole sul mercato; anzi le erbe verdi da tagliarsi mattino e «era, senza vacche sul podere., non avrebbero più la loro ragione di essere, e verrebbero tosto abbandonale. Eppure tulle queste colture, ottime e convenientissime per tutte quelle ragioui da accennarsi, parlando degli avvicendamenti (1), sarebbero eziandio grandemente ulili al nutrimento delle vacche, e per le qualità proprie di ognuno di quei prodotti e pel vantaggio es-senzialissimo di poter in tutte le stagioni mantenere la varietà nel nutrimento; e perciò esse contribuirebbero a rendere assai più proficuo 1 uso dei fieni dei piali. Tulio tende adunque a provare all'evidenza che non si può prendere in considerazione un prodotto isolalo, trovandosi tutte le operazioni e speculazioni intimamente collcgate; e ciò tanto più accade in agricoltura, che in qualunque altra industria, per che essa è la più complicala di tulle. Terminerò quella digressione colle parole del sig. Lecouteux, il quale fa autorità presso quelli che sanno apprezzare l'esattezza delle sue sentenze, eminentemente pratiche: « 11 meglio si è, affinchè ciascuno dei due grandi in-« teressi, il bestiame e le colture, conservi la verità « della parte che deve rappresentare, di slimare i fo-« raggi al prezzo di costo qualunque esso sia. Il vo-« stro podere diventa un mercato di foraggi: i be-« sliami sono i compratori, e le colture i venditori. « Ora queste parti sono passive, esse non possono di-« battere i loro interessi reciproci; tocca adunque al « capo dello stabilimento di fissare il prezzo delle der-« rate ch'esse scambiano, ed affinchè questo prezzo « non sia fissalo arbitrariamente devesi adottare il *• prezzo di costo. In questo modo sa prassi realmente « (pianto costa la produzione dei concimi nel podere, e la proporzione a darsi tra l'estensione dei prodotti da « consumarsi in natura e quella dei prodotti di vendita. » Chiarito questo punto importantissimo sulla contabilità rurale, applicabile particolarmente a quella «delle mandre, passerò ora a parlare delle mie vacche, Qui io dovrei dare alcuni cenni sulle condizioni cli-matologiche, telluriche e commerciali del uiio podere, - ii (1) Il bestiame, ed in special modo, le vacche esercitano un'influenza grandissima sull'accrescimento di fertilità del suolo, in quanto ohe, per amore di esse, l'agricoltore viene stimolato alla coltura delle radici e di altri foraggi, da alternarsi coi cereali mezzo infallibile per raccogliere un maggior numero di ettolitri di grano sopra un minor numero di ettari di terra. E quale conseguenza diretta di questo razionale sistema di colture alternate, e del miglioramento della terra, offresi l'accrescimento in quantità, e sopratutto in qualità, dei prodotti animali: per tui questi vengono a formare una parte considerevole dell'utile, destinata a ricompensare gli studi e le onorate fatiche dell'agri-colture, che vede un po' più in là di un raccolto isolato. poiché tutti i risultamene economici, da quelle debbono in gran parte dipendere; e senza della loro conoscenza non puossi giudicare dell'opportunità dei mezzi impiegali, uè lame l'applicazione ad altre località. Dovrei pur dire, porchè scelsi vacche piuttosto che .altri animali; a quale razza diedi la prelèrenza e per quali motivi.; quali perfezionamenti io pensi di ottenere all'avvenire e quali mezzi io adoperi per giungervi. Tutto questo è necessario a sapersi dal lellore, poiché si sa che nel .primo iniziare una speculazione, egli è impossibile di ottenere successi brillantissimi, i quali si debbono aspettare dall'esperienza c dal tempo, demento essenzialissimo in tutte le cose che riguardano l'agricoltura. Epperciò nel portare giudizio sul merito della speculazione e sulla scelta dei mezzi, debbesi tener conto non solo dolio stalo presente delle cose, ma ben anche dei progressi che si stanno f. -cendo e di quelli che nell'avvenire, sembrano probabili o sicuri. Ma uu articolo di giornale deve soddisfare la curiosità dei lettori, anzi che rigidamente serbare l'ordine logico nella esposizione delle materie; quindi è che, avendo di già annunziate le mie cifre nella dispensa del mese passato, sembrami non dover aspettare maggiormente ad esporle, riservandomi «ì dare dipoi tulle quelle spiegazioni e schiarimenti, che saranno necessari per portare uu retto giudizio. (Continua) E. DI Sambiy. Capodistria 26 settembre 18G9. La «era del 23 settembre si raccoglievano nella sala della Loggia i soci della Società che da questa prende il nome e quelli della Filarmonica a geniale divertimento. Consisteva questo nell'esecuzione divari e scelti pezzi di musica per orchestra e per piano, coli'intermezzo di un gioco a sorteggio, opportunamente disposto, per mascherale il riposo dei filarmonici. Apri il divertimento l'orchestra colla sinfonia della Norma, eccellentemente eseguita; a questa tenne dietro un pezzo per piano (La Cascade des Roses) di Asclier. in cui .la tredicenne giovinetta Vittoria Ber-lam sorprese l'uditorio per agilità, forza e squisita intuizione del bello musicale, veramente rari all'età sua. La canzone del telo nel Voti Carlo di Verdi diè campo all'orchestra di distinguersi. Come eccellente suonu-trice si appalesò la signorina Anna de Posarelli col vincere le gravi difficoltà ed interpretare tutta la potenza di affetto, che sono raccolte nelle frasi della Lucia di Laxnerrnoor adattate per piano dall' Ascht r. Le due gentili sonatrici. degne allieve dei maestri Czastka e Saunig eseguirono colla stessa fortuna altri due pezzi per piano intercalati olle sonate d'orchr-strà, e precisamente la signorina Berlam. delle stupende variazioni di l\osellen sull'aria napoletana Santa Lucia, e la signorina Posarelli una brillantissima II-luslration puur J'iano di Ascher sui motivi della Mar-la. Furono colmate d'applausi i quali devono aver sonato lusinghieri al loro orecchio, se e vero che sia dolce la lode, quando si ha la coscienza di averla meritata. L'orchestra fece echeggiare la sala delle melodie dell'immortale Bellini, il quale seppe così bene trovare la via del cuore, che chi ha cuore, nell'udirle, si dimentica per un po' di tempo di avere cervello e non perde assai (checché ne dicano i Wagneriani), ed il Donizelti robusto e soave ed il Verdi, che dalla fredda sapienza musicale non vuole soffocalo il potente battito del suo cuore italiano ed il Mayerbeer, fornirono bel tema alla nostra orchestra ed occasione di applàuso. Dire dettagliatamente delle vinte difficoltà di esecuzione dei varii pezzi sarebbe lunga cosa e, per chi scrive, difficile; basti osservare che non uno appartiene a quel genere che raggiunge il mollo effetto col poco merito e che alcuni, fra i quali in prima linea la Cavatina e Finale del Roberto il Diavolo di Mayerbeer, per spezzature, recitativi, varietà di intonazioni e complessiva tessitura, sono tali da far onore a quella qualunque orchestra che li eseguisca a dovere. Colle frasi stereotipe brillante illuminazione, scelta società ed eleganti toilettes, avremmo finito bene o male questa succinta relazione della serata del 23 settembre, e chiuderemmo, se non ci premesse di fare alcune considerazioni che, ci sembra sia giunto il tempo di esporre. Pochi anni or sono, Capodistria non aveva, nonché un orchestra, nemmeno una banda musicale. Rari, anzi rarissimi, erano quelli che coltivavano singolarmente e con assiduità quest'arte;; un quartetto era impossibile. Ad onorar Dante nel 1865 tu necessario stipendiare un concerto triestino! La prontezza e generosità nel provvedere a tutto ciò, che può riescire di decoro alla città nostra, rese possibile la istituzione di una Società Filarmonica alla cui orchestra di mano in mano si ascrissero volonterosi giovani che sanno, come, coltivando un'arte bella si nobiliti il cuore e si spenda bene quei ritagli di tempo i quali altrimenti rimangono sprecati o pur troppo spesse volte assai male impiegati. Dopo varie vicende, fortuna volle che nella persona del Sig. Giuseppe Cznstko si presentasse e fosse accettato un maestro, di cui parlar bene è dir poco, perchè nè fatiche nè studio a lui parvero incresciosi purché riuscisse, nel coreo di soli due anni o poco più a creare, nello stretto senso della parola, una banda musicale di circa 40 suonatori ed un orchestra ili oO, la quale composta, all'infuori di tre o quattro eccezioni, di allievi esclusivamente suoi, fosse in grado di eseguire in modo da strappare l'applauso, pezzi di non comune bellezza e difficoltà. Ed ora maestro e cittadini raccolgono il frutto de' sacrifici fatti, chè l'uno non può fare a meno di gioire della straordinaria riuscita dell'opera Sua, uè gli altri peccano d'orgoglio se si rallegrano di a-ver contribuito all'opera o col dispendio, o con quella e questo ad accrescere il lustro della nostra città, rendendo possibile e prospera una istituzione che è fonte di nobilissimi trattenimenti, segno di avanzata cultura ed efficace cooperatrice all'educazione del cuore. Noi siamo più che a mezza via, curiamo di non retrocedere, chè l'aver dimostrato di poter far bene, se è argomento di lode, stabilisce altresì l'obbligo di perseverare, perchè è degno di compatimento chi, non potendo, non fa; ma merita severo biasimo colui che si appalesa capace e per incostanza di propositi o per renitenza al sacrificio non riesce ad impedire che rovini l'opera incominciata. Società' Agraria Istriana. Verbale di seduta del Comitato, tenutasi in Rovig.no il giorno 6 agosto 1869. -cts^ ò"'^ ÌT-i.^bà. iiKiyJi'iVt -Ju-.&oa -bztamtb .9&\j$ (Continuazione vedi N. 18J. Il dottor Campielli propone di omettere pel momento il pckno argomento dell' ordirne del giorno. Non elevandosi eccezione. il presidente passa alla pertrattazione dei numeri II e IH. Dopo discussione viene ridotta l'età prescritta dal § 2 pei tori da premio a soli due anni e me<7.zo. § 4. Viene mantenuto colla omissione delle due condizioni che le vacche non sieno pregne e non abbiano figliato. §.12 Viene omesso tutto quello che si riferisce agli mimali pecorini e vieite incaricata la presidenza di unire lo studio delle pecore con quello tendente ad ottenere l'incremento dei relativi prodotti e di preparare tW rapporto speciale intorno al miglioramento delle pecore e dei loro prodotti. 15. 11 primo premio per tori viene ridotto a f.ni 90 ed il secondo elevato a f.ni 60. 14. Io luogo di due premi per tori di f.ni 100 l'uno ne vengono stanziati tre, cioè: il priuio di f.ni 80, ed <1 secondo ed il terzo di fui 60. § 16. In luogo di un premio per tori di f.ni 100 ne vengoce stabiliti due, cioè: uno di f.ni 70 e l'altro di f.ni 50. Con ciò vi»n» ridotto il premio di vacche a soli f.ni 30. § 18. Si aggiugne nn premio per vacche di f.ni 50. §. 19. L'indennizzo di viaggio elevasi a f.ni 1. 20. Alle parole «possessore di un toro premiato» v» sigienti «nell'anteriore esposizione». Alle parole « consegnerà;; vi costituito «proporrà». All'intero paragrafo va aggiunto il segante capoverso: «questo premio potrà essere al caso diviso in da» premi di f.m 25, qualora speciali condizioni sembrassero richiederlo». § 22. II presidente propoue di omettere interamenU la lett. b, giacché l'esperienza della prima esposizione ha dimostrato essere indispensabile l'intervento di un veterinario, il quale dovreb-b' essere presso tutti i giurì una soia persona. Propose pertanto la presidenza, che l'importo di f.ni 432. 55 avanzato quest' anno dalla sovvenzione dello Stato per animali utili all' economia rurale, venga accresciuto a quel!' importo chi- per lo stesso oggetto sarà assegnato alla nostra provincia dal Ministero per l'anno venturo. Con questo importo si dovrebbe coprire le spinse occorrenti per l'intervento di un veterinario ai vari giurì di e-sposizione. Per tal mezzo otterebbonsi due scopi : l'tino di avere una persona intelligente, la quale mirerebbe a premiare le qualità intrinseche dell'animale che lo rendono veramente utile alle condizioni dell agraria nostra: l'altro di avere un parere tecnico complessiva a completamento del parere amministrativo dei rappresentanti sociali. Io seguito a qualche discussione viene sostituita alla parola « veterinario» quella di «persona intelligente » implicando essa, nel suo senso generico, quello di persona che non professi veterinaria: ma che avendo tutti i requisiti desiderabili, lascerebbe alta presidenza maggiore libertà di azione. Accettata tale modificazione si sostituisce alla lettera b il seguente capoverso : « di una persona intelligente scelta dalla presidenza della società agraria per rappresentare successivamente presso tutti i giurì dietro speciali istruzioni l'elemento tecnico». §.24. Alla parola « rappresentanza » si sostituisca «deputazione». Si omettono le parole «o della parentina», essendo quest* ultima società già tramutata in comizio agrario. §. 25. Alla parola « rappresentanza » si sostituisca «deputazione.» §. 28. Omesso interamente. §. 29. Suonerà così: «le prestazioni dei fiduciari sono gratuite.». §. 31. Si aggiunga «e del delegato tecnico». §. 33. Non si terranno esposizioni nè a Volosca nè a Lus-sinpìccolo. Si aggiungono inoltre tre altri paragrafi concernenti il nessun effetto eia nullità dell'operato del giurì qualora esso divergesse dalle norme fissate dal presente regolamento; il diritto di esso giurì di eleggere il proprio presidente dai membri che lo compongono; il diritto spettante alla presidenza della Società agraria di nominare uu fiduciario comunale senza precedente proposizione, qualora una deputazione comunale non lo proponesse entro il termine fissatole, oppure il proposto fiduciario non accettasse l'incarico. Con tali modificazioni ed aggiunte viene accettato ad unanimità l'Avviso di concorso 20 aprile 1869 N.9 127-13.7, ed autorizzata la Presidenza di fissate le giornate di esposizione con riguardo alle condizioni di Castelnovo, ove l'assenza di molte greggi discese a svernare nella bassa Istria richiede nello studio intorno alle pecore speciali considerazioni. fi » Uo'I .Of .a ì7!!) onu'i.o 07, iiM ^i^^iKffHi -S ìa.i «ami «ì^às*!»*» •<• ?f '■* IL CONGRESSO PEDAGOGICO IIAMA 1(6 A TORDO. l'I i1 .: DM •• VtpTISWa(rt$tfl !/.• . :.- y Una lieta e tranquilla solennità in ouore dt uua povera e benemerita classò di cittadini, si sta ora festeggiando nell'antica capitale del Regno. Gli insegnanti italiani si sono radunali in Congresso, per discutere su varii argomenti die riguardano gli sladj primarj e secondarj. La solenne inaugurazione ebbe luogo il 5 corrente, nella grande arala dell' Università. Vi intervennero. S. A. il principe di Carignauo e S. A. la duchessa d'Aosta, e non meno di mille educatori, i mille soldati della pace clic concorrono per prestare la loro opera alla redenzione morale delle plebi italiane. Dopo uno splendido discorso del Sindaco di Torino, con cui egli dava il benvenuto ai membri del congresso, il cjv. Sacchi, a nome dei pedagogisti italiani, ricordò i titoli di storica benemerenza che ha la città di Torino verso l'educazione nazionale, e citò i primi corsi di pedagogìa quivi latti dall'illustre Ferrante Aporti. L'assemblea procedette quindi all'elezione del suo seggio, alla cui presidenza fu nominato per acclamazione il Conte Carlo Buoncompagni. Nel giorno successivo si apri uua esposizione didattica alla quale presero parte con nobile emulazione quasi tutte le Provincie italiane. Ben diecissette sale del palazzo Carignano, già sede del Parlamento, sono aperte a questa esposizione, ivi in bell'ordine sono collocati i più belli e svariati lavori degli alunni delle molte scuole e stabilimenti del Regno. Qui si ammirano i disegni topografici e di macchine eseguiti dagli alunni del Convitto nazionale di Torino, là le stoffe fabbricate nello Stabilimento dell'Albergo di virtù, i saggi calligrafici o di disegno degli allievi di qualche altro istituto; da un lato fanno bella mostra di se i tessuti, i fiori, i lavori di cucito e di maglia eseguiti in qualche educandato femminile, dall'altro i lavori ed i saggi di alcune modeste scuole serali. Una sala intera è destinata alla città di Genova e vi si ammirano molli cartelloni o sillabar] usciti dalla tipografia, dei sordo-muli. Questa informe e fuggitiva rassegnai varrà se non ad altro a convincere il lettore che- l'esposizione didattica di Torino ò mi fatto che deve esser preso in seria considerazione, skttome quello che segna uu vero» progresso di civiltà. 11 Congresso Pedagogico tenne- fino ad ora parecchie sedute, e si incominciò di già con. vivo interesse la discussione dei varii temi proposti. Essi sono divisi in due categorie, nel modo seguente : Categoria dei studj primarj. t. Tema. Stud j solla questione dell'insegnarneu lo. obliga torio nelle scuole primarie. 2. Tem.x DelL'accordo possibile e necessario dell'opera educatrice delle famiglie nelle scuole. 5. Tema. Dei mezzi alti a promuovere efficacemente l'istruzione nei paesi agricoli; del governo, delle associazioni educative e dell' uso dei sussidj nazionali e provinciali. 4. Tema. Se e quali apparati didattici riescano u-tili nell'insegnamento primario. Categoria degli studj secondarj. \