ANNO XII Capodistria, 1 Maggio 1878 N. 9, DELL' ISTRIA Esce il 1" ed il 10 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso la Redazione. 8 Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. —■ Pagamenti anticipati. Effemeridi della città di Trieste e del suo Territorio Maggio. 1. 1343. — Il podestà di Pirano, Belegno, notifica a Lodovico Vitali podestà di Trieste esserglisi presentata persona, messa al bando dal comune triestino, e d'avergli offerto i suòi servigi. - 20. 1. 1508. —Bartolomeo Alviano, generale della Repubblica di Venezia, s'accampa sotto le mura di.Trie-ste e la stringe di duro assedio. - 1, III, 11. 1. 1543. — Il vicedomino della Carniola avvisa il comune di Trieste, essere, intenzione del Turco di invadere queste acque con cinquanta galere, e lo ricerca di voler provvedere la Carniola di vettovaglie. - 20. 2. 1072. — Il vescovo Adalgeri-o, quale amministratore della diocesi giustipolitana dona al convento di S.. Nico-lò del Lido in Venezia la chiesa di S. Apollinare (ora S. Nicolò d'Oltra) con terre, vigne ecc. ecc. - 5. 2. 1337. — Il podestà e comune di Trieste ed i Signori di Osterwiz e di Pistraz, radunati in Gividale, sottoscrivano una tregua. .- 9, 87. 2. 1523. -it- I commissari dell' arciduca leggono la pena di morte a. qne' triestini che osassero insultare Boncina (Otmbeno) de' Belli, Girolamo; Pellegrini, Cristoro- l-'ranjwd, Antonio Wassermau, "Glòvahiit Bdnòmò; Bartolomeo Gero e Pietro Spada, loto concittadini. - 5. 3. 1425.— Papa Martino V minaccia ilcapitolo triestino .della sio^pensioue ab, officio fit beneficio, il coBSiglib delfa scomunica è la città dell'in--terdetto, ove entro un mese il capitolo non richiami la nomina dell'Aldegardi« e non acéetti assieme al consiglio qual proprio vescovo Marino Oernotis, e a lanciare le-suddette censure ecclesiastiche delega il canonico - pie-' vano di Muggia. - 27, I, 362. 3. 1429. — I giudici è rettori confermano per un anno a maestro balestriere della città Valentino1 di Matteo da Segna) gli assicurano il solito salario di lire 100 (li piccoli e la comprita di sei balestre, ma al prezzo sancito dallo sta- * -geo; tuto. - 13, ^ ©ioiaj R'f eoa 3i 4. 4. 5. 5. G. 6. 7. 1624j;-^- Il fulmine si scarica sulla torre campanaria della cattedrale e causi uu orribile fuoco. - 1, III, 226. 1570. — I delegati veneti ed i commissarii austriaci, tra i quali figura il vescovo triestino Andrea Rapicio, si radunano per trattare sul confine friulano, ma non riescono ad un accordo. - 12, I, 98. 1628. — Il patrio consiglio si elegge il rettore degli scolari assegnandogli annui ducati 150 ed alloggio, nulla baciando alle scuole aperte dai Padri della Compagnia di Gesù. - 23,1, 94. 1285 — .La città cede allearmi venete sotto il doge Giovanni Dandolo. (*) - 5. 1429. •— Il capitano della città, Giovanni Vel-segger, giura nelle mani dei giudici Nicolò de Adamo, Giovanni del fu Odorico de Tef-fanio e Pietro de Argento di voler osservare il civico, statuto. - 13, 56.b 1552. — Giungono, in Trieste 3010 soldati italiani guidati dal sergente - maggiore Sforza Pallavicini, diretti per l'Ungheria e per la Transilvania; a questo corpo si arrotai il cittadino Gian. Antonio del fu Lodovico de' Bonomo che morì a Dragai nella Transilvania, pugnando ave-lo-Sferza f? fatto prigione. - 16. 1226. — Enrico marchesa. d'Istria dà in pegno ai , fratelli.. G rimani le sue possessioni di "Vipacco ' .ed Arusberg, meno la torre, per 420 marche ricevute in Cividàlp, e s'obbliga di farne la • .restituzione in 50 marche annuali nella,città di Trieste od altrove. - 37, 98.» 1414. — Il consiglio maggiore delibera, che tanto cni 'compra quanto-chi vende ii sale, condotto du, città, lo venda poi iu città "o fuori, .debba pagare il dazio di quattro soldi per moggio. - 13. 2.a .■V.uoaLalfloQ'eb omoJaA 1508.' — Gian Antonio Zarotti, capitanoJella gente di Capodistria, dà saggi di valore nella presa di Trieste. -p.\, nj ;(, ' 1420/— Il vescovo Giacomo da Lodi, udite le ragioni'del mjijore e del maggior consiglio, accorda che l'Ospedale per i poveri di San Lazzaro (i lebbrosi) non si eriga in città come da testamento del fu ser Simone Niblis, (*) Tedi Cod. Vip. Istr. Documento 3 settembre 13G8. e fa buone le spese fatte dalla di lui vedova donua Mauta a prò dell'ospedale di San, Lazzaro, posto fuori della Porta di Riborgo, come se avesse eretto quello in città, e per c aulinare le spese incontrate delega il canopo - arcidiacono Don Nicolò Tromba, il U-nonico - decano don Tomaso Trina, ser Mes-salto de' Messalti e ser Bertono (Bartolomeo) de Franculo, rappresentato da ser Domenico Rizo. - 13, 27.a 7. 1424. — Il maggior consiglio autorizza il giudice del malefizio a poter trattare le cause durante l'assenza del Capitano, partito col consenso del consiglio minore. - 13, 40.b 7. 1508. — Girolamo Contarini, proveditore della flotta che assediava Trieste, scrive al podestà e capitano di Capodistria Ettore Taiapiera encomiando il capitano Gian Antonio Zarotti e la gente del comune nonché Marco Vegia, condottiero delle cernide istriane e mocori (*), che molto si distinsero nella presa di Trieste.-5. 8. 1377. — Il veneto senato delibera di assoldare iu Trieste 150 fanti per inviarli al presidio di Negroponte e di altre terre venete, numero ridotto nello stesso dì alla metà. - 10, II, 279. 8. 1508. — Si arrendono alle truppe venete il forte di Moncolano e la villa di Prosecco. - 10, IV, 332. 8. 1508. — Il maggior consiglio di Trieste proveie di lettera credenziale i suoi undici ambascii-tori che devono recarsi a Venezia e giurare fedeltà nelle mani del doge. -19, V, 483. 8. 1548. — Il vice capitano, Giovanni Latras, essieme ai giudici manda ambasciatore a Padova ptr levare il neo-eletto giudice del maleficio, Gian Matteo di Filippo del fu Giovanni da Caserta, lettore del ginnasio di Padova. - 16. 9. 1508. — Il veneto senato nomina Francesco Cap- pello proveditore in Trieste e gli assegna la paga di 60 ducati al mese. - 5. 9. 1518. —Il vice-capitano ser Pietro Bacchino emana ordine, che niuno possa allontanarsi dalla città senza un suo permesso. - 16. 10. 1351. — Il veneto senato ordina di mettere in assetto una galea grossa per condurre a Trieste la figlia del fu Giacomo de Carrara e suo seguito che componevasi di 150 persone. -17,-^-j, 59.a 10. 1422. — Il civico consiglio delibera di demolire la aguglia (trulus) della torre campanaria di San Giusto, la quale minacciava di cadere su la chiesa. - 13, 36.a 10. 1689. — La neve cadde abbondante in città, cuopre il vicino monte Soffizza, lo che produsse freddo tale da credersi ritornati nel più crudo inverno. - 1, III, 333. 11. 1494. — Il comune manda ser Messalto de'Messalti a Ferrara a fine d'impegnare ser Goffredo di Antonio de'Confalconeriis de la Frata a giudice del malefizio per un anno. - 20. 11. 1508. — Gli undici ambasciatori, mandati dalla città di Trieste, depongono nelle mani del doge il giuramento di fedeltà al veneto Leone. - 19,V, 185. 11. 1596. — La città manda un corpo d'armati, capitanati da Francesco de Mirissa, al generale Giorgio Lencovich per marciare contro il Turco. - 20. (* Mocori: forse gente della valle di Moccò (Zaulc)? 12. 1414. — Il maggior consiglio elegge in seguito a proposizione del capitano della città, Corrado de Foramitie, sei sapienti, che sono Pietro de' Paduino, Lazaro de'Basilio, Giovanni de'Bonomo, Nicolò de'Adam, Rontolfo de'Baiardi e Roba (Zarobabele) de' Leo, perchè agiscano di concerto coll'officio della Bailia. - 13, 2.a 12. 1420 — Il patrio consiglio accorda ad ogni citta- dino bisognoso il ritiro di due staia di frumento dal fontico locale (ne aveva in deposito 400 staia) a lire sei lo staio, coll'obbligo di pagarlo li 11 novembre prossimo venturo, prestando frattanto una sicura garanzia. - 13, 27.b 13. 1539. — Il vescovo Pietro de'Bonomo, investe i pro- pri nipoti, Gian Antonio, Ettore e Giuseppe del fu Lodovico de' Bonomo, d'un feudo goduto in addietro dai Bratti di Capodistria. - 16. 13. 1786. — La comunità elvetica converte in suo tem- pio la chiesa cattolica di S. Silvestro, l'antica cattedrale triestina. - 8. 14. 1370. — Il veneto senato vuole restituiti al triestino Giovanni de'Vedano i beni, confiscatigli dal patrio comune nel 1368, perchè partitante di Venezia. - 10, II, 268. 14. 1400. — Il comune d'Udine non aderisce alle proposte del vicedomino, di vietare cioè ai triestini l'ingresso nelle terre del patriarca. - 9, 191. 14. 1525. — Ai cittadini viene proibito di parlare di Lutero, ed ai detentori di libri eretici viene ordinata la consegua dei medesimi. - 16. 15. 1508. — Francesco Cappello presiede il civico con- siglio, e nelle di lui mani il giudice Francesco de'Paduino, Messalto de'Messalti, Taddeo de' Francol, Giusto de'Giuliani, Giambattista de' Bonomo, ecc. ecc. depongono il giuramento di fedeltà. - 8. 15. 1542. — Si smantella in città la torre così detta dei Tiepolo. - 16. 15. 1792. — Trieste riapre il ginnasio nel locale del fu convento dei minori di San Francesco, ove e-ducavasi la gioventù triestina sin dal XIII. secolo. - 23, I, 94. 15. 1800. — Si introduce in città la prima carta monetata. - 8. 15. 1813. — Il barone Angelo Calafatti arriva in Trieste quale intendente dell'Istria in luogo di Arnault. - 35, 85. Società alpina istriana VERBALE della II adunanza generale della società alpina istriana, tenutasi in Albona li 11 aprile 1878. Alle 11 ant. si raccolgono 21 soci nella sala municipale, gentilmente concessa. Presiede l'adunanza il presidente della società, Sig. Giovanni D.r Fonda; — funge da segretario il segretario sociale Sig. Marco Costantini. Il presidente, dopo aver salutata la società a nome della direzione, dedica poche ma sentite parole alla memoria del compianto suo direttore, l'on. D.r Cristoforo de Belli. (Il congresso, in segno di cordoglio, assorge). Passa indi brevemente in rassegna l'operato della direzione e chiede venia se in questo primo anno sociale essa non ha potuto registrare progressi mag- gioii. Dice che per raggiunger la meta prefissasi è necessario che, non solo la direzione, ma tutti i soci, prendano uua parte più attiva. Con un po' più di buon volere la società nostra, se anche piccola, potrebbe far molto. Spera che l'apatia, la naturale ritrosia che s'oppongono alle novità verranno sempre meno e che i congressi generali, dei quali deve deplorare la scarsa frequenza — avranno in avvenire a registrare un maggiore concorso. E con ciò dichiara aperto il li congresso generale della, società alpina istriana ed invita il segretario a dar lettura del verbale della I. adunanza generale. L'onor. Bradicich propone che, essendo già stato pubblicato il verbale nel giornale "La Provincia» ed essendo quindi presumibile che tutti i soci ne abbiano presa coguizioue, si dispensi il segretario da uua soverchia lettura. Non venendo fatta opposizione a questa proposta, il presidente chiede se vi siauo eccezioui circa la stilizzazione del protocollo. Nessuno chiede la parola ed il protocollo si ritiene quindi per approvato. Il Segretario espone anzi a brevi tratti l'attività sociale nel decorso periodo d'amministrazione, cerca indagare le cause del poco prosperare della società chiudendo la relazione coli'esternare la speranza d'un avvenire di più prospere sorti. Accolto con manifesti segni di approvazione il resoconto morale della società, il presidente invita il cassiere sociale, Sig. Leandro Camus, a dar lettura del consuntivo per l'anno 1877l8 e quindi del preventivo per l'anno sociale 1878/9. (Il cassiere legge). Approvato senza discussione il conto consuntivo con fior. 578 in entrata, fior. 394.06 iu uscita e con ua. civanzo di cassa di fior. 183.94, l'on. Bradicich raccomanda alla futura direzione di riscuotere quanto prima, occorrendo anche in via giudiziale, gl'importi dovuti da quei soci, che rinunciarono a far parte della società,'per non riportare nei nuovi bilanci tante partite arretrate. Gli osserva il segretario, che la società professa crediti ben meschini verso i soci che annunciarono recentemente la sortita; che è stato però già stabilito dalla direzione di far entrare nel più breve termine possibile, i canoni da essi dovuti. All' art. 5.t0 dell' uscita del preventivo l'on. Bradicich vorrebbe che il congresso, cui forse la partita potrebbe passare inosservata, decidesse se si abbia o meno da dare alle stampe il Trattato sulla coltura dei boschi di Paprotnik, compito questo forse più della società agraria che dell'alpina. L'onor. D.r Scampicchio propone che l'opera venga rimessa ad un comitato di 3 membri per l'esame e riferta. Appoggiata da molti soci questa proposta, il presidente la pone a voti, ed essa è anche accettata ad unanimità. Sono chiamati a far parte di questo comitato, dietro proposta Bradicich, gli onor. Giacomo Bar. de Lazzarini, Ernesto Nacinovich, ed Antonio D.r Scampicchio. Il presidente domanda poi se vi sia ancora qualcuno che desideri fare delle osservazioni sul conto preventivo, — nessuno chiede la parola e questo conto è quindi approvato colla somma di fior. 723.15 in entrata e pari uscita. Il segretario viene indi pregato dal presidente di dar lettura dei due progetti di regolamento interno, di altro regolamento sull'uso degli oggetti sociali elaborati dalla direzione dietro gli analoghi regolamenti della Società agraria istriana. t Questi progetti vengono approvati senz'eccezione, ventndo stabilito di darli alle stampe e di distribuirli poi fra i soci. Sta al 6.40 punto dell'ordine del giorno l'elezione della direzione e la sua sostituzione. Il presidente fa distribuire le schede e sospende per pochi momenti la seduta, affinchè i signori soci possano accordarsi sulla scelta. Ripresa dopo 10 minuti la seduta, raccolte le schede e fattone lo spoglio, risultano eletti a direttori per l'anno sociale 187% i signori: Bradicich Giuseppe con voti 20; Camus Giuseppe » V 20; Camus Leandro » » 20; Costantini Marco » V 20; Gambini D.r Antonio » fj 21; Hasch Luigi » » 21; Lazzarini bar. Giacomo » » 20; Rizzi Lodovico e rimonterà quindi sino a Jakurst. "L'altro giorno fui ricevuto da S. M. il Ee di Svezia e Norvegia; mi aocolse molto bene, e mi fece visitare il suo' studio, nel quale conserva gli oggetti da campo che appartenevano al maresciallo Bernadotte prima che diventasse Ee di Svezia. questa la stagione più brillante di Stoccolma, balli e serate su tutta la linea, balli al castello reale, balli al teatro,- ecc. Grazie all' amabilità del conte La Tour, nostro ministro plenipotenziario, gli inviti mi fioccano come la neve che cade in questo momento.,, Il signor Bove termina la sua lettera dicendo che studia moltissimo la lingua svedese, e spera d'averla bene imparata prima che sia dato il segnale della partenza. NOTIZIA BIBLIOGRAFICA {V. nella Provincia n. 8. la nota 3 a pag. G3) I Materieaux pour V Histoire de la Paléo-etlmologie Italienne, o, in altri termini la Bibliografia paldnologica italiana, è continuata dal chiariss. Pigorìni anche in una speciale edizione italiana, clié viene distribuita ai soci del Bidet- tino di Paletnologia. Col fase, dell'ultimo passai febbraio vennero distribuiti i supplementi agli e lenchi delle pubblicazioni seguite negli anni 1871 e 1876, nonché l'intiero elenco delle pubblica zioni che si sono fatte durante l'anno 1877. Besenghi degli Ughi Fra gli uomini più insigni del nostro Litorale v annoverato senza dubbio l'illustre poeta istriano Beseng] Degli Ughi. La sua vita è però ancora un mistero p< molti, ed è questa appunto la ragione che mosse I scrittore signor 0. de Hassek, già noto ai lettori de l'Isonzo, di occuparsi di lui e a dettarne una biograf che ad un tempo fosse veritiera ed estesa. Dopo de anni di ricerche fatte colla più scrupolosa diligenza, Hassek ha potuto finalmente raccogliere in parte da alcul suoi amici, ancor viventi,' ed iii parte da diversi SU' scritti inediti, i dati necessarii per compilare una pai ticolareggiata storia detla sua vita, che ora sta pubbl candosi a Firenze coi tipi di G. Barbèra, nel preci! formato della Spagna del De Amicis. La vita del Besenghi è un romanzo: tanto è ricf di episodii di ogni genere. Volontario in Grecia, quanó vi accorse il Byron, combattè a fianco dell'Ypsilanti ^ ebbe l'amicizia di Colocotroni ; quando poi l'eéercito ni poletano chiese la costituzione di Spagna egli accori anche colà; fu, in poche parole, da per tutto ove sol geva una grande idea. Pei' i Friulani poi la figura di Besenghi deve avere litio specMe'interesse, perchè! gliuolo di una friulana, e precisamente della contesi Orestilla Freschi d'Attems, e perchè nel Friuli, che i mava come una secondà šun( patria, vfssè a lungo 4 ebbe i più lunghi e terribili suoi amori. L'egregio autore ha trovato nell'Istria il più larj appoggio alla sua impresa e più fogli di soscrizione^ coprirono in breve di numerose firme d'adesione. Eg si lusinga che la gentile Gorizia non vorrà negargli i tanto da parte sua, e però inviava un foglio di sosci zione alla Direzione del Gabinetto di lettura colla pri ghiera di renderlo ostensibile ai soci. Chi intende associarvi^ è quindi: pregato di recar nei locali del gabinetto. (isomo Errata - Corrige. Nell'articolo - Corrispondenza i Pisino, pubblicato nell'ultimo numero, leggasi: a pa 50, colonna seconda verso la fine: Il fiumicello o ruscello voluto da Livio non c'è, liiaaiomoi' ohiìsifi; »uij Ed a pag. 60, secondo capoverso, Seconda linea: L'escursione del Cav. Luciani ...... {1j3J Ricevuto il prezzo d associazione dai signori: Cambon avv. Luigi — Trieste — ufi. e I quad. corr.; Morpurgo barone Giuseppe —'Trieste — •fidwn;) Lazzarini 1 rone Giaeomo — Albona (idemy Jf»,vento lAr p.etro tìori — arr. e I e II quad corr.; Beyussi Auge)'/ — Dignano — a e I quad. corr.; Caffè civile .e militar/^—'Pula— (idem); Stifan Talic Natale — Mompademo — ftrr1.' e"tatto a. c. Preghiamo i signori abbonati, che hai no ricevuto l'invito di pagamento de° arretrati, a voler soddisfare il loro debil verso questa amministrazione, con vagì postale. L'amministrazione dèi Periodico la PROVI.VCI A