ANNO XX. Capodistria, 16 Ottobre 1886. N. 20. LA PROVINCIA DELL'ISTRIA Esce il 1* ed il 16 d'ogni mese. ASSOUIAZIONK per un anno fior. 3; Minestre e quadrimestre iu proporzione. — Gli abbonamenti li ricevono presso la Redazione. Processi di luteranismo in Istria1) Come ci sono gli autori di moda, che sotto l'influenza di date circostanze più sono letti e danno occasione a varie monografie, così anche i soggetti che più destano la curiosità e 1' atteuzione. Tale l'argomento : il Luteranismo nell' Istria. Ed è naturale che nella lotta deplorabile tra il laicato ed il clero, tra liberali e clericali gli studiosi scelgano un tenia adatto a rinfocolare gli sdegni, e a mostrare come, con quali armi e sussidi altre volte si abbia lottato per ottenere le desiderate riforme e per ridurre nei giusti limiti un autorità trasmodante. Ma non è solo per questo. È certo che nel trattare di simile argomento gli scrittori dei tempi passati non potevano avere la necessaria libertà; quindi il desiderio oggi di rivedere, come si dice, il processo e dare a ognuno il suo e giudicare con la massima oggettività, affinchè la storia sia veramente maestra di vita. Non si tratta quindi oggi di luterani e di cattolici, di far proseliti o da una parte o dall' altra, ma semplicemente di scoprire la verità. Quando con questo fine tali studi vengono intrapresi, allora ci tornano più graditi, e tale è il caso della breve ma dotta monografia — Processi di luteranismo in Istria — composta dalla benemerita Direzione della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria. Ecco se Dio vuole un argomento importante, simpatico, che si collega alla storia nazionale, e illustra fatti ai quali oggi è rivolta 1' attenzione di molti. L' estensore dell' articolo piglia le mosse dalle origini della riforma e tocca quindi dell'Istria la quale ') Vedi Atti e memorie della Società Istriana di Archeologia e storia patria. Vol. II fase, 1 e 2. Articoli comunicati d'interesse generale *l stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un namero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. dominata allora in massima parte della Repubblica Veneta, ed in parte dagli Arciducali che tenevano la Contea di Pisino, confinante cogli Stati provinciali (corporazione nobile della Provincia) apertamente parteggiaci pei nuovi principi religiosi, subiva l'influsso del luteranismo da due opposte correnti. Circostanza è questa ignota a molti scrittori anche recenti ; ecco perchè l'Istria, relativamente alle dimensioni ed al numero degli abitanti, diede un vario e ricco contingente alla Riforma più che altra provincia italiana. Le opposte correnti venivano dall' Italia, e dall' Austria, opposte per nazionalità, una nostra, 1' altra slava. Queste due cause produssero anciic "fliiww! offott;. Sa& rifnrmq italiana, perchè nostra, perchè colta fu seguita da molti nobili e dotti e serpeggiò pure tra qualche borghese ; del vento che spirava dalle provincie austriache della Carniola il popolo ignorante non si avvide nella contea di Pisino; e solo fu avvertito da qualche prete di campagna. Baldo Lupetino, Flacio, il Vescovo Vergerio e i loro seguaci appartengono alla storia della riforma in Italia, il prete Console ed il canonico Truber, non del tutto estranei all' influenza italiana, si hanno ad ascrivere tra i segnaci della riforma in Austria. A queste conclusioni importanti, accennate dall' estensore dello studio in discorso, viene da per sè 1' attento lettore. L'articolo si chiude con un cenno dei seguaci della riforma a Pirano, e specialmente del medico e buon letterato G. B. Goineo del quale segue il processo. La pubblicazione di questo processo (sono venticinque carte) è della massima importanza per la storia della Riforma in Italia, e poiché questi documenti sul Goineo seguace del Vergerio, letterato e medico segnalato saranno accolti certo con cura, e studiati, così la spettabile Direzione avrebbe ben fatto a darci alla chiusa dell'articolo i maggiori schiarimenti possibili, almeno nelle proporzioni di quanto avea già scritto sugli altri riformatori, dei quali non si riferiscono i processi, Nel-l'attesa di studi e schiarimenti stìl Goineo ecco intanto qualche osservazione buttata là, e valga quanto può valere, perche mi mancano i necessari sussidi, nè conosco la pubblicazione del Morteani sullo stesso argomento. La citazione fatta al Goineo, da Francesco Capello Podestà di Pirano di comparire entro giorni dieci davanti ai Clarissimi Signori Deputati contra li lieretici a Venezia porta la data 9 Gen-najo 1519 more veneto. Ed ecco subito i documenti terzo, quarto e quinto di molta importanza perchè ci dimostrano l'ingrata sorpresa di tale citazione, in ogni ordine di persone che fanno a gara a scongiurare il pericolo e ad ottenere una dilazione. Il Podestà Paolo di Molino attesta nel seguente anno (una prima dilazione sarà stata certo ottenuta) come in questa terra de Piran si ritrovano molti infermi et ammalati di grave pericolo, per la qual cosa 1' eccellente M. Zuambatta Goyna fisico salariato .... è impedito et a niun modo puoi partirsi de Pirano ecc. ecc. (In data 13 Gen-najo 1550). Scrivendo poi all'Inquisitore il sopradetto Podestà adduce ancor altre cause, perchè a-vendo il Goineo la moglie grossa et quasi in capo, tal Che dfl V.nrnn ir> i/ovno oi aap otta il OU0 pUVtO ecc. ecc. mancho hammi parso darli tal licentia si parti." Si vede chiaro come 1' autore tollerante in Venezia cercava ogni mezzo di tirare le cose per le lunghe e di frenare la prepotenza dell' Inquisizione. Che più? Il Podestà, eco della voce pubblica ritiene che lo excellente fisico potrà provare la sua innocentia e lo si manderà absoluto. (Doc. 4). Che più? Anche 1' autorità ecclesiastica dà una mano alla civile, e il Vescovo di Capodistria Fra Tomaso Stella implora pure la dilation al Goyneo perchè da parte del predicator di Pyrrano (padre catholico et di secura dottrina) è fatto certo che il medico ha lo padre suo gravemente infermo.. Così è dimostrato anche il mite animo del Vescovo Stella e ciò per un successore del Vergerio a quei tempi grossi non è piccola lode e dimostra anche il senno della Serenissima che non tollerava certe reazioni, oggi all' ordine del giorno. Ogni mezzo adunque è tentato per tirare le cose al lungo ; gli infermi di Pirano, la moglie grossa, il padre in pericolo di vita. (Doc. 5). Ma nel Maggio del medesimo anno il Goineo è finalmente a Venezia, e i Reverendissimi Inquisitori, volendo trattare con mitezza il Goineo, gli assegnava loco carceris la casa Dell' Abondio situata al ponte Sant' Angelo, dove abita il signor Nicolò Goina fratello di G. Battista. Va da sè che di questa estrema mitezza il medico deve ringraziare la vigilante Repubblica; perchè se quei Reverendissimi avessero avuto le mani libere certo 10 avrebbero messo ben ben sotto chiave in carcere chiuso. (Doc. 6). Segue il Documento settimo importante in cui leggesi il costituto del detto Goineo addì 2S Maggio nella Cappella di San Teodoro a San Marco. Alle precise domande degl' inquisitori 1' accusato risponde con molta destrezza e si dimostra per uomo di grande ingegno e dottrina anche ecclasiastica ; qua e là scappa, scivola (e in ciò quei molto Reverendi gli potevano essere maestri): ma allo stringere dei conti si rimette sempre al giudizio della Santa Madre Chiesa. Singolare certo deve parere ai nostri tempi vedere un uomo citato al redde rationem, perchè aveva mangiato di grasso in giorno proibito, e consigliato ciò agli altri (come medico, risponde egli, sapendo quanto mi nocesse 11 pesce); declamato contro il voto di castità, o sostenuta qualche questione teologica. Ma il documento che più che ogni altro dà luogo a seria discussione è il Documento ottavo. Vedendo il Goyneo che le cose si tiravano per le lunghe, e che la prigionia sia pur mite in casa del fratello durava sempre, nonostante la sua di-liEìarazione già verbalmente- fàffa nel primo esame di rimettersi in tutto al giudizio della Chiesa, prese la penna e scrisse ai Clementissimi signori Presidenti dichiarando che se anche qualche parola meno retta gli era sfuggita di bocca disputando con sacerdoti, ovvero altri, non la disse già con animo reo et pertinace di volere oppormi ai santi concili nello Spirito Santo congregati e dissentire dalla catliolica Chiesa, fuori della quale come scrive il divino Agostino, non vi è salute. L' egregio uomo si lamenta quindi, „degl' idioti e materiali che a guisa di pecore si cacciano sempre innanzi e intendono alla rovescia" e riprova la grosseria e petulanza di molti suoi capitali nemici massimamente sacerdoti per haver talìiora rimproverate loro la ignoranza e scandalosa vita. Tra questi è assai probabile ci sia stato quel frate Tisano Valengo, da Pirano accusato di sodomia, e Frà Vincenzo Davanzo da Capodistria, (seduttore in confessione) come si ha dagli atti dei Processi contro Istriani nell'Archivio del Santo Uffizio, edito per ultimo dalla Direzione. I nemici capitali del Goyneo assomigliano in tutto a quelli dell'illustre Vergerio; i due processi » vanno in questo di un passo, certo che la prima causa dell'odio e dell'accusa di protestantismo fu l'indegnazione delle coscienze dignitose ed oneste contro gli scandali e l'ignoranza. Il medico conchiude invocando la misericordia e la pietà degli Inquisitori, affinchè a guisa del Padre Celeste, gli perdonino e lo lascino andare pe' fatti suoi promettendo di dare cauzione anche se occorra, di non incorrere in questi labirinti, onde non mai nè utile nè honor alcuno ne ha tratto. C'è qui tale una rivelazione dell'animo interno, e una così lucida frase in cui netto il pensiero si rispecchia, che per onore della umana dignità ogni sospetto cessa di simulazione, e il lettore alla chiusa del documento deve francamente ripetere: Il Goyneo anche dati quei tempi e quegli uomini aveva il sacrosanto diritto di essere assolto e rimandato in pace a' suoi studi ed a' suoi ammalati in Pirano, dove, l'abbiamo veduto, da tutte le rispettabili persone era con desiderio aspettato. Ma così non fu. Trascorsi otto giorni circa, per mano di Tre Alvise Scortica (degno nunzio giurato del Santo Offizio, un' altra intimazione fu presentata al Goyneo di comparire al Santo Offizio. Invano però; chè il Goyneo intanto, veduta inutile ogni sua difesa e promessa, e temendo certo maggiori danni, per non fere nel Canal orfano la fine del misero Lupetina, avea proveduto a' casi suoi e se n'era fuggito lontano. A Don Scortica non rimase altro a fare che riferire ogni cosa agi' Inquisitori; quindi altre citazioni pro forma, e finalmente la pena del bando e il carcere chiuso qualora il sopraddetto soggetto avesse avuto l'ordine di rientrare nei Domimi della Serenissima. Così un medico e letterato insigne fu obbligato a fuggire in Isviz-zera, nel Belgio ed in Germania poi, dove, dopo molte persecuzioni de' suoi nemici finì miseramente la vita. Un'ultima osservazione. Tra gli inquisiti in numero di 161 nell'Istria, come dall'unito specchietto, cento sono per luteranismo; gli altri 61 per cause diverse: Maomettanismo, Ateismo, sortilegi, Finzione di santità, Discorsi contro la corte di Roma ! Arte magica, Concubinato ecc. ecc. segno dei tempi, e dello zelo della Santa Inquisizione, che nell'occasione del Protestantismo, avendo avuto un po' più le mani libere, ne approfittò largamente. E di tutto grazie alla benemerita Direzione della Società Istriana di Archeologia e Storia Patria. P. T. DIGRESSIONI*) L'architetto Domenico Vergerio? Il fontanaro della città ! 10) Non dispiaccia che la questione si rinfreschi. Ricordansi le lettere che i corrispondenti Giuseppe] Dr. B[ubba] e P[aolo] Tedeschi] stamparono in questo periodico un anno fa nei N.i 16 pg. 125 sg. e 17 pg. 131 sg., alle quali diede occasione una noterella apposta dàl secondo di questi valent'uomini al pregevole suo scritto Di Luciano da Lovrana celebre architetto del secolo XV, stampato nel N.o precedente. Si trattò della questione: „Se un Domenico da Capodistria, citato dal Filarete che visse nella seconda metà del secolo XV a pg. 153 del suo trattato d1 architettura e ricitato dall' annotatore nella nuova edizione del Vasari fatta dal Barbera ad uso delle scuole — il quale Domenico da Capodistria risulterà forse essere tutt' uno con un Domenico istriano, che lavorò intorno al 1460 per il duca di Toscana in Firenze, ricordato da Averulino scrittore contemporaneo nell' opera «De Arcliitectura» — se quel Domenico da Capodistria, dico, sia proprio il Dominicus Vergerins Iustinopolitanus della lapide murata di fuori sul duomo d'Isola., Or bene : la questione, o m'inganno, la risolvo io. Esaminando i Libri dé Consigli per trovarci le notizie che ò date del podestà Andrea Giustinian e de' due sindici Vergerio e Verona, in quello Q a c. 86 r m'imbatto in questa : 11 Adi .... — il giorno non è notato, sebbene il documento faccia seguito a una deliberazione degli 8 febbraio e ne preceda un'altra degli 11 marzo 1576; nè l'anno si legge chiaro se sia 1576 o 75 ; ma s' è veduto nella digressione 6, Libro Q c. 56 r. come Pietro Vergerio Favonio fosse eletto sindico ai 17 d'aprile del '75, e i sindici eleggevansi d' anno in auno, dunque — 1576 "Nel nome di X.sto Amen. Constituti nel palazzo „nella cam.a il cl.mo m.r Franc.o minio Pod.a, et cap.o „di questa Città dig.mo, 1' Ecc.te Dott. m.r Piettro „uer.go sind.co medemam.te di questa Città di Capod.a „et il sp.l m.r Aluise grisoni sind.co sustituto in loco „del sp.l m.r Zuane manzuol sind.co ord.o da una, et „m. o D.nego uerziero da laltra, et per il pre.nte instr.to „qual sera solam.te per anni cinque prossimi sonno così „per nome di questa mag.ca coi.tà conuenuti à patto, „et accordo VZ. esso m.o D.nego ha promesso, et così „si ha obligato di in ogni tempo in detti cinque anni „occorrente, contiar, lauorar, et manteuer in colmo, et „conzo la Fontana di ponte, così di drento, come di „fuora, ita che à quella mai iu alcun modo, ne in alcun „tempo li manchi aqua quale sia bastante à suplir à „tutto quello, che fara bisogno, et sara necessario, saluo „però occorendo giusto impedimento, intendendosi però „solam.te à farlo con loppera sua in qualunque modo, „che occorresse, douendo, quando fara bisogno, et così „intendendosi, che la prefatta co.ità sia obligata à darli „gorne, et tutto quello, che per tal contieri da lui sa- *) Vedi i numeri 20 e 21 — La colonna ài Santa Giustina ; 22, 23, 24 an. XVIII; 2, 3, 6, 7, 8, 9, 11, 13, 14, 15, 16, 20, 22, 24 an. XIX; 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 12, 13, 14, 15, 16, 18 an. XX — Digressioni. „ranno richiesti necessarij essendo poi lui m.o D.nego, „come di s.a è detto obligato ad ogni fattura che quo-„modocumque, et qualitercumque manoalm.te occoresse, „et facesse bisogno così di drento come di fuora. Da „laltra poi esso cl.mo s.r Podestà, et cap.o et sp.li s.ri „Sind.ci fazando per nome di questa M.ca co.ità come „di sopra per mercede, et sallario del qual m.o D.nego „in detti anni cinque li dano, obligano, et promettono „Ducatj Vinti noue 29 à L 6 s 4 per ducato al anno „di dinari della Muda di ponte in questo mo. VZ in „quattro rate di tre mesi in tre mesi per Portione de detti „Duc.ti 29 douendo, et intendedosi, che ogni rata per Porzione comedi s.a habbia, et debbi passare per uia di bolleta „justo l'ordinario al cam.o di comun inanci tratto, accio che „possa esso m.o D.nego occorendo contiero alc.o in alcun „tempo prouedere, et comodam.te esercitarlo. Le qual „tutte cose come di s.a dechiarite una parte à laltra, et „laltra à laltra, prometteno inuiolabil.me mantenir, et „osseruar, Tanto il cl.mo s.r Pod.a, et cap.o, et sp.li „s.ri Sindici nelli beni della co.ità pre.ta, quanto esso „■m.o Dnego nelli suoi proprij beni pre.nti, et futuri.. Poi a c. 104 v. dello stesso Libro — dov'è de notare che l'anno 1574, nel corpo del documento, è errato : perchè, com'è detto più su, Pietro Vergerio Favonio fu eletto sindico, assieme con Giovanni Manzuoli, appena nel '75, e dovendo partire per Venezia quale ambasciatore sceglie ai 24 di aprile del '75 a sostituirlo nel sindicato il fratello Colmano, come leggesi nella digressione 6, Libro Q c. 57 r. ; e nel '75, nell'istesso giorno che il Vergerio sindico, è pur fatto fonticaro della farina, officio che dura mesi tre, Michele de Giovanni — questa dichiarazione si dee però riferire ad un contratto anteriore al trascritto or ora, ed era forse registrato nelle carte che mancano alla fine del Libro P — leggo dunque : "Die 27 Sept.s 1576 "Costituiti alla pre.ntia di me Christin Nauilio „Canc.o del Sindicado existente nella Piazza pub.a di „questa Città, li sp.li M.r Colmano Vergerio et Zuanne „Manzuol Cittadini di questa Città, et con ogni miglior „modo ricercorono che ne i libri et atti dell' officio precetto fosse annotata l'infras.ta loro espositione VZ che „l'anno 1574 ritrouandosi esser fonticaro de farina del „fontico di questa Città M.r Michiel de Zuanne sotto il „Regg.to del CI. o M.r z. Antonio Veniero, all'hora „merittiss. o Podestà et Cap.o di questa Città, nel qual „tempo si acconciaua la fontana per mano de m.ro Do-„menigo Vergerio detto Slanina, et hauendo esso m. „Michiel di ordine del'antelato Cl.o Veniero in più uolte „dato della farina al prefatto m.r Domenego à conto de „sue mercede per il lauorar della fontana sop.ta et „uenuto il tempo di far i loro conti, esso M.r Michiel „rimase creditore de lire 33 s 15 le quali douendoli „esser reintegrate da questa Mag.ca Co.ità detti sp.li „M.r Colmano, et M.r Zuanne per esser stati Sindici in „quel tempo, et pre.nti al far di detti conti hano iurato „ad sacra Dei Buangelia detto credito esser nella forma „si come di sopra hano esposto Pre.ntibus D.no Hyer.o „Gauardo et alijs tt.s„ Finalmente a c. 113 v. del Libro stesso incontro la nota che segue, da riferirsi al contratto di sopra trascritto : "Die 22 Aprilis 1577 *R,t Praeco Co.is ad inst.am Sp. DD. Sgndi-„corum huius Ciuitatis m.ro D.nico Vergerio ut infra » VZ. S'intima à Voi m.ro Domenico Vergerio che „attento che Voi non hauete atteso all'obligo uostro in „materia della fontana, che però non intendemo modo „aliquo, che ne per il passato, ne meno per l'auerire „dobbiate hauer pagamento alc.o da questa Sp. Co.ità al.r. E trovo inoltre più addietro — Libro L cc. 166 v. e 167 r. — che la publica fontana è data dai sindici in affitto — ad aptandum, reficienclum, et in bono contio, et culmine tenendum a m.r Joannes dictus de Ver-gerijs faber lignarius de Iust.li, per un anno, dal 27 maggio 1541 al 26 maggio 1542, con istrumento 26 maggio 1541. Istrumento eh'è rinnovato ai 22 di maggio del 1546 — Libro M c. 68 v. —. E con altro istrumento, 1 settembre 1547 — M c. 99 r. e v. — prende in appalto questi lavori, per un anno medesimamente, dal 1 settembre 1547 al 31 agosto 1548, Michael filius q. m.ri Ioannis de Vergerio. Ma — M ce. 123 r. e v. e 124 r. — con istrumento 27 settembre 1548 si obbliga di racconciar la fontana e di tenerla come si deve per quattro anni continui, dall'8 settembre 1548 all' 8 agosto 1552, Magister D.nicus Vergierius faber lignarius, quello di cui sopra. Il quale contratto con mag.r D.nicus de Vergerijs rinnovasi agli 11 di ottobre del 1552 per un anno ancora cominciando dall' 8 di agosto — N c. 76 r. —. E però, quod mag.r dictus de vergerijs qui per annum vnurn continuum susce-pit prouinciam et obligationem tenendi in bono contio, aptamine, statu, et esse fontem publicum huius ciuitatis, pro ut paret in eius ultima condiictione, su-perinde ultimo loco, facta, discesserit ab hac ciuitate et habitando iuerit Tergesti, ubi jam pluribus diebus, et mensibus reperilur esse, nemine relieto, qui eius nomine, hoc facere deberet — tale incarico si dà per un anno, cominciando dal 17 aprile, Michaeli clicto de Vergerijs, con istrumento 25 aprile 1553 — N cc. 85 v. e 86 r. —. Due simili istrumenti leggonsi uno nello stesso Libro N c. 180 r. 1' altro nell' 0 c. 7 v., l'uno 28 aprile 1557 l'altro 15 aprile 1558, coi quali per due anni consecutivi, dall'11 aprile 1557 al 10 aprile 1558 e dall'11 aprile 1558 al 10 aprile 1559, si loca la buona conservazione della publica fontana Magistro Michaeli Slanina dieto de Vergerio. Il quale rompe il primo contratto quattro mesi dopo che l'avea conchiuso — Ne. 186 v. — Ma a cc. 14 v. e 15 r. e v. del Libro 0 appare ripatriato maestro Domenico, o da sè o invitato. L'istrumento reca la data 3 agosto 1558. E v'è detto che per quattro anni, dal 1 agosto 1662, i sindici per sè e loro successori dederunt, et per dictum tempus quatriennij locauerunt fontem publicum pontis Mag.ro D.nico Vergerio uti perso-nae plus ceterarum idoneae, et satis in arte peritae, ibi pre.nti, et per se tum stip.ti et recip.ti ac conducenti ipsum fontem, ruinam, ac cleuastationem maximam minitantem, ob negligentiam, ac similium rerum imperitiam m.ri Michaelis eiusdem m.ri D.nici fratri olim ipsius fontis conductoris, (qui m.r Michael propter defectum eius debiti, ac nullam, uel paruam huiuscemodi negotij scientiam, siue praticam Iussu praetorio licentiatus fuit de conductione fontis praenominati) .... Tuttavia continua di quando in quando ad acconciar la fontana M.ro Michiel verzier, come nell'istrumento 25 marzo 1561 fino alla metà di marzo dell' anno seguente — O c. 84 r. —, come in quello 30 aprile 1570 per un anno, dal 29 marzo 1570 al 28 marzo 1571 e, come da una nota nel margine di questa carta stessa 106 v. del Libro P, 9 aprile 1571, anche per l'anno seguente. Ma in questi due ultimi luoghi è detto Mag.r Michael Slanina soltanto. Poi nuovamente si ricorre a mastro Domenico, come risulta dai tre documenti su trascritti per intero. Per tornare ancora a M.o Michaele Slanina, come dagl'istrumenti 26 agosto 1578, fino al prossimo venturo aprile — G 143 v. e 144 r. —, e 17 maggio 1584, per un anno dal 1 maggio 1584 ai 30 aprile 1585 — R c. 103 r. e v. —. In quest'ultimo documento è di nuovo chiamato mistro Michiel Vergierio. Poi appena a c. 90 r. del Libro T si legge l'istrumento 7 maggio 1600 col quale per un anno, dal 1 maggio 1600 al 30 aprile 1601, si "concede il lauoriero de il conzar della fontana di Ponte „à m.ro Franc.o et m.ro zuane verzieri fratelli cognominata manichi.„ II secondo de'quali non pare sia il Giovanni di sopra. Il primo appare di nuovo nella seguente parte presa nel collegio delle biade Die 25 Iunij 603 — T c. 132 r. : "Essendo fatta con tanta „spesa la quiduto delle gorne della fontana da M.o , lacomo Nodari M.o Marco Taracan et M.o Franc.o „ Verg.o Carpentari però accio non resti inganata la „Co.ita l'Andara parte in questo Coll.o che li sopras.ti „siano tenuti, et obligati per quatro mesi continui prossimi uenturi li predetti simul, et in solidum mantener „la detta fontana, et gorne da quiduti in conzo, et in „colmo senza premio alcuno, et di li im poi, che sia, „conduto per salario m.o Franc.o Verg.o a douerla „tenere lui solo in bou stato, et essere con il salario „et premio, che è stato datto per la dietro. Que paro „omnibus Capta fuit.v E di nuovo appare m.o Fran.co Vergierio — T c. 161 r. — condotto allo stesso scopo per un anno, dal 1 maggio 1605 al 30 settembre 1606, con istrumento 30 aprile 1605. E qui finisce, per ora, il catalogo degl' istrumenti. ( Continua) Appendice alla recensione sul Verprio lei Ferrai SECONDO ELENCO delle famiglie Capodistriane, parenti, amiche ed avverse del vescovo Pietro Paolo Vergerio, i di cui membri, rilevati negli archivi comunali e parrochiali, vivevano nel secolo XVI con brevi cenni; compilato da Andrea Tommasich Giroldo Nicolò di Giov. Antonio Pietro „ Vincenzo di Nicolò fu Giov. Antonio Giov. Antonio di Pietro fu Giov. Antonio Nicolò di Vincenzo fù Nicolò q.m Giov. Ant. Camillo di Nicolò fu Vincenzo q.m Nicolò [del q.m Giov. Antonio ') Continuazione. Vedi n. 1, 2, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10, 11, 12, 14, 17 anno corrente. Francesco di Nicolò fu Vincenzo q.m Nicolò [del q.m Giov. Antonio Andreanna. Questa famiglia si estinse, secondo il Petronio, nel 1593. Manzioli Nicolò, Giovanni, Don Balsamino, Ottaviano, Balsamo. — Estinta. — Possedeva le case N. 302 e 304 in contrada Isolana, sulle vie del Belvedere e dell' Istituto Grisoni, attigua all'edificio della Loggia; ed uno stabile campestre nella esterna contrada di Prade, passate P uno e l'altra ai Tognana, Canussio ecc. — Erano famiglie Manzioli ad Isola, a Dignano, a Portole, a Pinguente ed a Trieste. Nel 1718 Leadena Manzioli si fece sorella della Confraternita dei Cordiglieri nella chiesa di S. Francesco. Fra le ultime monache del convento di S. Biagio, vi era la Madre Elisabetta Manzioli. Manzini Giovanni, Franceschina, Manzino. Esiste. Possedeva la sepoltura N. 27 in S. Francesco. Il capitano ingegnere Giovanni Manzini morì all' età d'anni 90 e giorni 3, li 20 Marzo 1785, e fu sepellito nell'arca di sua famiglia in S. Francesco. Madre Margherita Manzini fu una delle ultime monache di S. Biagio. Martissa Nicolò, Antonio, Giovanni.Esistono varie famiglie. Maurucio Giovanni, Cecilia, Elena. Estinta. Metello Vincenzo, Francesco, Metello, Caterina, Veronica. Estinta. Nella chiesa di S. Francesco era la sepoltura di questa famiglia. Mori (Demori) Daniele, Camillo, Paolo, Giov. Battista. Esistono quattro famiglie. Navilio Pietro, Palma, Navilia, Cristino, Giulia, Criolino. Estinta. Notari Giuseppe, Agnesina, Samaritana, Girolamo, Cornelia. Estinta. Negron Pace, Pancrazio, Eurosia, Elio, Alessandro, Nazario. Estinta. Nel comune di Pomigliano, al lato di ponente del villaggio di Manzano si trova la contrada Negron nella quale la famiglia omonima possedeva estesi terreni. Paolan (Pavolan e Povolan) Antonio, Giov. Battista. Estinta nel secolo scorso. Margerita Pavolan decesse li 2 Dicembre 1762 e venne sepellita nell'arca piccola della Concezione in chiesa di S. Francesco. Giovanna Padovan nata Borlin, si aggregò nel 1751 alla confraternità dei Cordiglieri, morì li 8 Gennaro 1765, e venne deposta nell'arca N. 14 della famiglia Borlini in S. Francesco. Domenico Padovan mancò a' vivi li 18 settembre 1770 e fu tumulato nell'arca di S. Sebastiano in detta chiesa. Esercitando alcuni di questa famiglia la professione d'agricoltore, e servendo dessi, secondo le tradizioni e le memorie inedite del Minorità Cargnati, di trastullo agli agricoltori qui dimoranti, che li berteggiavano incessantemente colla parola Paolan; questi per rappresaglia rispondevano : Siete Paolani come noi, esercitate la nostra professione, quindi siete Pavolani. Tali scene terminavano coli'appellarsi ambe le parti: Paolani! Da tale scipidezza, prolungata per anni e lustri, sempre con schiamazzi, ebbe origine 1' appellativo di Pavolani agli agricoltori dimoranti in questa città, i di cui preavi vennero dal territorio ad abitarvi nei secoli XV, e XVI. Il prefetto del dipartimento dell'Istria Barone Angelo Calafati, morto li 4 Luglio 1822, aveva manifestato nel 1808 i) suo intendimento di allontanare i Pavolani dalla città e di confinarli nelle loro campagne. Egli avrebbe di certo realizzato il suo piano se non fosse stato traslocato a Trieste col grado d' Intendente. Per P addietro a Parenzo usavasi dare l'epiteto di Paolo agli sciocchi. Pangher (Depangher) Pasqualino, Nicolò, Giovanni, Ortensio. Esiste ed è divisa in varj rami qui ed in Albona, con sopranomi. Peracca Giovanni, Pietro, Girolamo. Laura, Fiorina, Tiberio, Dor. . . . Estinta. A Muggia esistono famiglie Peracca. Li 22 Aprile 1753 alle ore 22 circa, prima festa di Pasqua, morì il Molto Reverendo Padre Maestro Francescantonio Peracca da Muggia, depo tre giorni d' acutissimo morbo, all' età d' anni 67. È stato Ministro Provinciale e più volte Guardiano di questo Convento dei Minori Conventuali di San Francesco, nel quale dimorò trentatre anni, e colla sua industriosa economia ebbe il merito, in tempi difficili, d' averlo l'istaurato ed abbellito, rimodernando la chiesa, nella quale, ridotta ad uso profano, si ammirano i stupendi affreschi. Fu uomo di alto sapere, essendosi distinto nelle cattedre e ne' pulpiti con straordinaria dottrina, — e di probità esemplare. Era benefico colle sue dottrine e co' suoi savi consigli non solo a questa città, ma ancora alla provincia tutta. La sua decessione cagionò immenso dolore all' intera popolazione, che accorse in folla ai suoi funerali, celebrati li 23 Aprile in S. Francesco dal clero secolare, assistendovi i religiosi del di lui convento e dei monasteri di S. Domenico, dei Serviti, dei Terziari, dei Piaristi, dei Benedettini di Gasello, degli Osservanti, e dei Cappuccini, — i pubblici funzionari del Magistrato della Deputazione Sindacale ed i Nobili. La rimarcabile perdita di sì degno sacerdote fu compianta da tutti. Presso la porta d' entrata nel convento è stata infissa nella muraglia del lato destro, una lapide che riporta le sue virtù ed i suoi meriti. Risedè qual Inquisitore nel convento di S. Francesco 1' anno 1558, il Reverendissimo Padre Felice Peretta da Montalto, che fu Papa Sisto Vdal 1585 al 1590. Questo Papa concesse il privilegio alla famiglia Bresca di S. Remo di fornire al Vaticano le palme la Domenica delle Palme. (Continua) O t i z i e La Società di navigazione a vapore Istria-Trieste rende partecipi i signori azionisti che col giorno 20 corr. si darà principio alla consegna delle azioni previo versamento degli importi iu arretrato e precisamente : Nella città di Capodistria presso il sig. Giorgio Cobol „ „ Pirano „ , „ Gius. Bubba , „ Parenzo „ „ „ Sebast. Sbisà di Francesco » » « Rovigno „ „ „ Dora. Candussi- Giardo » » » Pola „ „ „ Gius. Rocco fu Giusto Domenica 3 corr. venne inaugurato in Parenzo il gruppo Pro patria alla presenza di numeroso pubblico. Tra breve verrà convocata altra adunanza per la nomina dei delegati da inviarsi al congresso di Trento. Bollettino del colera dal 1 al 15 ottobre inclus. Comune locale di Pinguente: Terstenico 5 casi; Ra- cevaz 1. » , „ Paugnano: Babich 1 caso. » » „ Dolina: Dolina 4 casi. „ « „ Iaola: Corte rfTsola I caso. „ „ „ Capodistria: Pobeghi 1 caso Città 2 casi. Stato presente del distretto : Testenico 1 in cura Capodistria 1 in cura. Materiali per la statistica dell'Istria Con questo titolo il sig. capitano provinciale Dr. Francesco Vidulich ha pubblicato in questi giorni coi tipi di G. Coana in Parenzo, un grosso volume contenente 13 tavole coi prospettri della regolazione delV imposta fondiaria — del nuovo e vecchio catasto fondiario — delia popolazione complessiva ed agricola — del catasto dei caseggiati — delle vecchie e nuove imposte sui fondi e sulle case. Il tutto coordinato per comuni censuari e locali. Neil' introduzione 1' autore espone lo scopo del suo faticoso lavoro, eh' è duplice : quello, principale, di investigare se nella perequazione fondiaria, sia stata classificata la rendita dell' Istria in giusto rapporto con le altre provincie dell' impero e tra i varii distretti, ed al caso cercarne ed applicarne il necessario rimedio nella revisione del catasto che per legge dovrà seguire a termine fisso. L' altro scopo fu quello di soddisfare in parte alla lamentata mancanza di uno studio esatto e complessivo delle particolari condizioni agrarie della nostra provincia ; e invogliare altri a seguire il suo esempio e completare il lavoro eseguito. L' autore rileva tutta l'importanza della tavola compilata, e ne mette in rapporto le singole poste per trarre le più evidenti dimostrazioni delle ragioni che si è proposto di sostenere. Per ora ci limitiamo di annunziare il lavoro del nostro capitano provinciale, che esige lungo e pensato esame per riferirne come merita; ciocché faremo in seguito. Bollettino statistico municipale di Settembre 1886. Anagrafe. — Nati (battezzati) 29 ; fanciulli 13, fanciulle Iß; — Morti 65; maschi 13 (dei quali O carcerati), femmine 2, fanciulli 26, fanciulle 22 al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio ed 1 femmina nati morti. — Trapassati, 3. Utel Luigi fu Agostino, d'anni 53 — 6. Corrado Giacomo fu .... , d'anni 51 — 8. Coceverin Domenico fu Giovanni, d'anni 74 ; — 9. Perini Pietro fu Andrea, d'anni 70 — 11. Zudich Andrea fu Andrea, d'anni 76 — 12. Ceconi Girolamo fu Giovanni, d'anni 65 — 15. Scoch Maria fu Francesco, d' anni 74 — 21. Furletich Antonio fu Stefano. d'anni 53 — 23. Delconte Antonio fu . . . , d' anni 58 — 25. Scoria Martino fu Giuseppe, d' anni 84 — 25. Camuffo Santo di Angelo, d' anni 37 — 26. Koslovich Giovanna fu Michele d' anni 30 — 28. Grio Santo fu Giorgio, d' anni 84 — 28. Tam-plenizza Giambattista fu Giuseppe, d'anni 81 — 30. Depangher Francesco fu Nazario, d'anni 68. Più fanciulli 26, fanciulle 22, al di sotto di sette anni, nonché 1 maschio ed 1 femmina nati morti. — Matrimonii : 1. Francesco Majer — Maria Rozzo di Pietro: — 4. Domenico Zetto — Maria Clai; — 6. Carlo Ortis — Antonia Poli n. Depangher; — 10. Andrea Dezorzi — Luigia Coceverin; Francesco De Mori fu Nazario — Chiara Depangher di Antonio; 18. Luigi Benigni — Anna Zuna; — Giovanni Pe-laschiar — Luigia Poli ; — 29. Antonio Zago — Maria Giani ; 30. Guglielmo Lippizer — Adele Luches di Luigi. — Polizia. Denunzie di polizia sanitaria 7 ; per eccessi e schiamazzi notturni 1 ; per contravvenzione all'ora di polizia 1 ; per contravvenzione al precetto di sfratto 1; in oggetto edile 1; in oggetto stradale 1. ■— Sfrattati 14. — Usciti dall' i. r. carcere 16, dei quali, 2 dalmati, 9 istriani, 2 triestini, 2 carintiani, 1 suddito italiano. — Insinuazioni di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne 4 ; per ettolitri 37 litri 80, prezzo al litro da soldi 36 a 44. — Certificati per spedizione divino 6, per ettolitri 21, litri 41. — Animali macellati: Buoi 50 del peso di chil. 11602, con chil. 816 di sego; vacche 8 del peso di chil. 1165, con chil. 65 di sego; vitelli 40; castrati 101.-Licenze di fabbrica 0. - Licenze industriali 3 di cui 1 per vendita al minuto di carni macellate, 1 per commestibili, ed 1 per vino e birra con cibarie. — Bollettino mensile delle malattie zimotiche Capodistria — Angina difterica, colpiti 5, guariti 2, uno dei quali rimasto dal mese precedente; morti 3, rimasti in cura 1. — Morbillo, colpiti 36, guariti 20, dei quali 2 del mese precedente, morti 8 di cui 1 del mese precedente, rimasti in cura 11. — Colera: Capodistria città: casi 2 seguiti da esito letale; a fobeghi nel comune Censuario di Lazzeretto, colpiti 9 morti 7 rimasti jn cura 2. — Appunti bibliografici*) La Penna. Periodico mensile — Rovigno; Tipografia Bontempo. Pola. Il buon dì, si conosce dal mattino, dice un proverbio; esaminiamo adunque questo primo numero della Penna per sapere che giorno farà. Prima di tutto mi congratulo dell'attività letteraria che si scorge da qualche anno nell' Istria ; sono più mesi che in questi appunti ho ad occuparmi con mio grande piacere di roba fatta in casa, non sono più i tempi dello Stratico ; e Monsignore se vivesse, vedrebbe che gli Istriani non si dilettano solo di boccali. Cominciamo dalla prima pagina — Il nostro programma — lodevolissimo negl' intenti, ma c' è un ma. Occupa due colonne e mezzo, due periodi in tutto. Pietà di noi moderni, signor Nani Mo-genico, quel suo periodone ci sfonda l'ugola, e quando finalmente si trova punto ci viene voglia di scriverci sotto come quel tal curato alla chiusa del salmo 77: — Qui si beve, et pausatur aliquan-tulum. Peggio poi per la dichiarazione di voler conservare una forma semplice, modesta e schiettamente■ italiana. Ella vorrà convenire che questa forma non è semplice, non quindi modesta, e meno farina nostra ; dico nostra perchè i periodi alla Boccacio e foggiati sullo stampo del libro del con-ciossiacosa/ossechè non sono più di moda, e al più al più buoni per qualche predica da quaresimale. Faccio di cappello al Luciani, all' Occioni, al Bonaffons, al Benussi ; e a qualche altro nome coi fiocchi; ma quasi tutta è roba raccattata, e dà al giornale una certa aria di rapsodo. Così dicasi del racconto o bozzetto: — Vita vera, Gelosia. Giurerei di averne letto uno tale quale, in uno dei tanti giornaletti del Treves o del Sonzogno editi a Milano, facendomi radere la barba. Di nuovo non c'è altro che l'ingenua nota dell' autore il quale ci avvisa come qualmente . . . sebbene narri in prima persona, non sia punto il protagonista del bozzet-tino. Sapevamcelo, molti novellieri francesi, nella Revue des deux mondes per esempio, scrivono in questa forma che dà una certa scioltezza allo stile; *) Ritardati per mancanza di spazio. R. così anche v'ari Italiani, 1' umile sottoscritto tra questi, ed a nessuno è mai venuto in mente di metterci la nota per dire al rispettabile pubblico — in tutta questa roba c' entro come il cavolo a merenda. Abbastanza buone invece, e un po' più sciolte nella forma, benché fatte alquanto a spese del Bar-zellotti, le - Conversazioni critiche - dell' infaticabile - Nani Mocenigo; e così pure il critico del libro - La Madre - del Broch. Si badi però, tutta quella rovina è sperpetua, a proposito della famiglia distrutta e fuor di luogo, e 1' effetto morale del sermone viene scemato dai versi vicini - Primavera -del Garbo ; dettati dal cacodemonio della fregola universale, inspirante invece di Apollo, per moda ne sono certo e non per intime convinzioni, molti dei moderni nostri poeti. E il Garbo, che davvero, mutato stile, potrà divenire poeta, lasci adunque da parte le forme barbare e le frasi afrodisiace a proposito di vergini e di giovani briachi sazi della vittoria. Ho notato altre volte la povertà del vocabolario di molti poeti barbari che per via delle parole sdrucciole sono obbligati a frequenti ripetizioni. Ecco per esempio nell' ode - la Primavera -la litania delle Vergini - Profumo vergine - Brune vergini tremanti. E da capo - Profumi vergini -Brune alpine vergini - Bionde vergini - ardenti vergini: vergini in forma di tutti i colori ad eccezione del rosso, color della modestia. Non so se Rovigno; il territorio della mia Trieste potrebbe suggerire però al poeta una ricchezza invidiabile di parole sdrucciole: tanto per la varietà, e pel colore locale — Rizmagne, Sorvola, Barcola, Bortolo: „Trottan sugli asini balde di Servola Le caste vergini trottano trottano." Finalmente per lasciar a bocca dolce il lettore, stringo la mano al signor Nani per quel suo ninnolo — Lettera alla Contessa.— Ma se il signor Nani della lettera è poi il Nani Mocenigo del programma me ne consolo tanto per questo rapido mutamento di stile: vuol dire che è il suo modo di scrivere abituale, solo che, trattandosi di un programma, credette necessario di montare sui trampoli. In ogni modo una tale versatilità è segno "*CAh ODI STRIA, Tipografia di (Jarlo Priora. certo d'ingegno, e 1' egregio compilatore e compagni avvertiti da una critica franca onesta a mutar strada non tarderanno, ne sono certo, a prendere la rivincita. Avviene così anche in natura. A un mattino torbido, dopo una scaramucciata di pioggia, succede spesso una giornata di splendido sole. S'intende nella buona stagione; e la stagione di quei signori è tanto bella! P. T. PUBBLICAZIONI L'ultimo bollettino della società geografica italiana, annunzia e raccomanda due nuovi atlanti per l'istruzione geografica elementare, tutti due pubblicati in Italia e sotto la direzione di autoreveli geografi italiani. Uno è l'Atlante geografico elementare del prof. G. Marinelli, edito dal Loescher (Torino - Firenze - Roma 1886) ; 1' altro il Nuovo Atlante geografico ad uso delle scuole primarie e secondarie, disegnato sotto la direzione del prof. L. Hugnes, da Q. E. Fritzsche, edito dalla ditta G. B. Paravia e Comp. (Roma, Torino, Milano, Firenze, 1886). Tanto .per la scelta ed il numero, che per l'ordine di successione e l'esattezza e il poco prezzo, questi atlanti uguagliano e superano in alcune parti le note pubblicazioni dello Stieler, di Kiepert e Cora. „Ai pregi „dell'apparato scientifico si congiunge pure un modo „molto espressivo e cartograficamente corretto di trattare „la parte orografica ed una finezza ed eleganza di incisione, come nou s'incontra in nessuno degli atlanti „finora pubblicati in Italia e fuori per uso delle nostre „scuole." Così l'accennato bollettino, il quale riporta la tavola rappresentante VItalia fisica, dell'atlante Paravia. La Ditta Editrice Francesco Manini di Milano, Yia Durini 31, ha pubblicato il Calendario Universale per le famiglie per l'anno 1887 (Anno Vili), elegante volume in 4.° di pagine 80, illustrato da 100 incisioni. Questo Calendario, che costa appena Centesimi 50, è indispensabile in tutte le famiglie, in tutti gli Studi ed Uffici ; è 1' unico libro di simil genere in Italia che sappia riunire, sotto una ricca veste, 1' utile ed il dilettevole ad un tempo. Strenna pedagogica istriana - anno II - 1887, compilata da Giuseppe Parentin, maestro in Cittanova. Questa seconda annata presenterà agli abbonati, oltre all' esatto scematisrno dei maestri e delle scuole istriane, anche un calendario scolastico coli'indicazione delle giornate di vacanza, nonché buon numero di interessanti lavori pedagogici e letterari. Il libro di circa 160 pagine, legato elegantemente uscirà il 15 Dicembre a. c. coi tipi di Giov. Balestra di Trieste e costerà fiorini uno. Chiunque desidera di abbonarsi deve far pervenire al sig. Parentin la scheda firmata entro il mese di Novembre. Pietro Madouizia — Anteo tiratisi edit. e rodat. responsabili