Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 30. Associazione anticipata pel I, II e III trimestre 1875: fior. 2 e s. IO ; fuori idem. Un trimestre in proporzione. Il provento va a beneficio dell' Asilo d'infanzia. l'unione CRONACA CAPO DISTRI ANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è I' amministratore. I L'integrità di un giornale consiste nelV attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO. 9 gennaio 1799. Muore a Milano <*aetaita Agnesi. — (V. Illustrazione). Sulla educazione popolare (VI) (V. iN. 1, 2, 3, 4 e 5) Abbiamo detto che l'affidare l'insegnamento delle scienze naturali ad un apposito maestro tornerebbe a grande vantaggio della istruzione nelle scuole popolari, perchè non solo impedirebbe che il maestro trascuri la parte grammaticale per occuparsi a preferenza della spiegazione degli esseri e dei fenomeni naturali, ma fornirebbe anche un personale meglio istruito e vantaggerebbe la raccolta di oggetti per l'insegnamento intuitivo. Questo ci porta a fare qualche osservazione sui libri di lettura che presentemente si usano, e poiché non è nostra intenzione di sottoporli ad una minuta recensione ci limitiamo a farne osservare i difetti più grossi. Incominciamo da quello della terza classe e precisamente da ciò che contiene di storia naturale. Siamo di avviso che il libro non corrisponda allo scopo nè pel metodo che tiene, nè per la scelta della materia, nè per quello che insegna. Lo scopo dell'insegnamento della storia naturale nelle scuole popolari è doppia, cioè pedagogico in quanto che tende all'educazione della mente e del cuore, e didattico in quanto che ha in mira di somministrare ai fanciulli delle cognizioni utili e di garantirli da errori. Il libro non soddisfa nè l'uno nè 1' altro degli scopi; non al primo peichè il sistema che tiene non è adattato a sviluppare le facoltà intellettive degli scolari, non al secondo perchè trascura molte cose che dovrebbe dire, mentre molte che si trovano trattate diffusamente, avrebbero potuto od omettersi o appena accennarsi, e perchè coni iene degli spropositi. Il compilatore vuol applicare all'insegnamento il metodo analitico-sintetico, unico metodo adattato per le scuole popolari, ed in apparenza lo applica partendo sempre dal particolare al generale; ma si dimentica che se APPENDICE. i INNANZI ALL'ULTIMA CASA RACCONTO DI OTTILIA W1LDERMUTH. Traduzione dal tedesco di ANNA P. (VI) Pensava di fare qualche cosa per la coltura intellettuale di Paolina, eia sera portava talvolta qualche libro. Quanto godeva di poter introdurre questa giovane anima nei giardini magici della poesia ! — Le piace la lettura, Paolina ? le domandava. Oh ! molto, ma mamma non me la permette. — Che cosa ha letto, la sintesi ragionata s'ha da riservare per ultimo e da cavarsi dall'analisi, all'analisi però deve precedere la siutesi intuitiva, imperciocché non è posibile di analizzare un oggetto che affatto non si conosca ; e da questo suo metodo ne deriva chela sintesi tinaie, che dovrebbe contenere il frutto dell'analisi, contiene un bel nulla, e che i fanciulli dopo aver analizzati e passati in rivista molti oggetti, vengono poi a finire con una conclusione la quale riesce loro assai strana, perchè insegna cosa che sapevano e molto bene, assai prima, e che ora non sanno punto più distintamente di allora. Così, a cagione d'esempio, dal § 61 all'82 descrive il libro un buon numero d'animali e crede d'esser analitico-sintetico, quando nel nel § 83 conchiude che tutti questi animali si dicono mammiferi o poppanti. Uii maestro, che conosce l'arte d'insegnare, non approverà mai questa maniera; egli invece nominerà due animali ben conosciuti dagli scolari, p. e. un cane e una gallina, ed usando del metodo socratico condurrà gli allievi a distinguere qual dei due sia poppante, e si farà poi nominare dai fanciulli parecchi animali mammiferi. Iu questo modo verranno condotti all' osservazione ed al reziocinio, prenderanno diletto ed interesse, e quando il maestro dirà loro: "Ora che mi avete nominati gli animali poppanti che conoscete, ne vedremo nel libro di lettura molti altri che vi sono ignoti«, proveranno contento. La stessa via seguirà nel far distinguere le altre classi, la divisione degli animali in vertebrati ed invertebrati, e la differenza fra i tre regni della natura. Noi vorremmo che il libro di lettura nel proporre al maestro la materia che ha da formare la siutesi intuitiva dei fanciulli, passasse, parlando della storia naturale, dal generale particolare, e ciò per due ragioni: la prima perchè nell'insegnamento si deve andare dal noto all'ignoto e dal facile al difficile, e nessuno negherà che ai fanciulli non sia più facile il distinguere i regni naturali, le branche e le classi, che gli ordini, le famiglie e gl'in— per esempio ? — La storia delle tre figlie del mugnajo, la Genoveffa, Rosa di Tannenburg, ed altre delle quali non mi ricorda più il nome. — Sentirà adesso qualchecosa dello Schiller. E le lesse la Pulcelta d' Orleans, questa tragedia tanto atta a cagionare forti impressioni in un cuore sì giovine. Leggendo si sentiva trasportato un'altra volta da quel entusiasmo, che negli anni giovanili gli aveva ispirato quella sublime poesia, e pieno di curiosità gettava tratto tratto uno sguardo sul leggiadro volto che appena si faceva scorgere dietro la figura della madre. — Non la trovano bella? — chiese finalmente. Chiara espresse con molta prolissità la sua ammirazione. La signora Hiller pensò che nessuno poteva pretendere da lei dell'entusiasmo; il padre continuò a tagliare delle forcellette per gli asciugatoi, cosa che dopo la musica era la sua più favorita occupazione; Paolina serbava silenzio. — E a lei Paolina come piacque la poe- dividui: la seconda perchè le leggi del pensiero non sono diverse nei fanciulli da quelle degli adulti, e non riesce di poca importanza per 10 sviluppo intellettuale l'avvezzarli sino da piccini ad una filatura logica nelle idee e delle nozioni. Ne si creda che noi vogliamo introdotto nella scuola popolare un trattato scientifico: 11 difetto principale del libro di lettura consiste appunto in ciò che i brani di storia naturale sono un mal riuscito compendio di qualche libbro in cui la materia si trattava con molta diffusione. Secondo noi si dovrebbe incominciare dalla distinzione fra i tre regni, poi, passando alla Zoologia, fra le due branche e le classi, e così nella Botanica e Mineralogia. Per ogni distinzione si dovrebbe proporre oggetti come tipi, ed aggiungere a questi degli altri oggetti appartenenti al medesimo regno, o alla medesima branca e classe. Iu questa maniera i corpi naturali sarebbero distribuiti ai loro rispettivi luoghi, senza che si trovino proprio nella classe alla quale appartengono; ed il maestro avrebbe occasione di ripetere la materia col fare che i fanciulli determinino la classe d'un corpo descritto nella distinzione dei regni. In questa guisa, supposto, che dei gallinacei si sia trattato quando si determinavano i caratteri che distinguono gli animali dalle piante e dai corpi non viventi, il maestro quando arriverà a parlare degli uccelli potrà domandare: "E le galline a che classe apppar-tengono? Sarebbero poppanti? Perchè no? Con questo metodo si mantiene tesa l'attenzione ed impegnata la scolaresca. (Continua) 6r. F —A. I)i Giuseppe Bianchetti (1791-1873) nei "Discorsi sullo scrittore italiano„ ( Continuazione. Vedi i N. 3 e 5.) Oltre l'ingegno ed il gusto si richiede in uno scrittore il sentimento. Per ottenere sia? — Moltissimo, rispose tutta arrossala; ma questa è certamente una favola. — Paolo si fece premura di raccontarle la vera storia della Pulcella, e benché non trovasse il di lei spirito tanto accessibile alla poesia quanto aveva creduto, godette pure moltissimo delle esclamazioni della giovanetta e quando alla sua domanda: Avrebbe anch'ella avuto il coraggio di fare altrettanto per la sua patria? essa rispose: Oh no, avrei avuto paura; egli trovò questa risposta graziosissima e piena di iugenuità verginale.— Il lungo inverno volse al suo termine. Helmstatt venne a trovare 1' amico ed a confortarlo nella sua prigionia. Venne letta a Paolo la sentenza; egli era condannato ad alcuni mesi di arresto nella fortezza, per la quale doveva partire fra pochi giorni. Questo cambiamento di carcere era una separazione dalla sua rosa; eppure ne godetto: un viaggio era sempre un cambiamento, ed il suo spirito questo si deve tenere un genere di vita del tutto differente, giacche al contrario dei pensieri e dell'eleganza che si perfezionano nella frequenza degli uomini, nelle grandi città, il sentimento si sviluppa nella solitudine e da questa ritrae soltanto la virilità e la forza. Il sentimento è il primo fattore dolla poesia; dica pure chi vuole qualcosa in contrario ma „coi pensieri si possono far dei versi, ma coi sentimenti soltanto si fa della poesia." Anche la prosa, se vuol rendersi amabile deve accostarsi alla poesia. Di scrittori prosaici di tal fatta possono vantarne i Francesi ed i Greci, noi Italiani ne abbiamo scarsezza. Ma qui sarà in tempo una giusta osservazione: come sarà possibile l'acquisto dei pensieri, dol gusto e del sentimento se i mezzi a conseguirli nonché essere inconciliabili, si escludono Qui sta il difficile: si tratta di vivere cogli uomini da una parte e con se stessi dall' altra — perchè sarà bensì possibile staccare il pan-siero dalle costanti abitudini della vita, ma è molto difficile star fra le cose comuni, fra le mille inezie della giornata, fra i piccoli rancori e le basse invidie, e conservar sempre inalterata, casta, virginale la forza del sentimento — ecco uno scoglio, lode a chi lo supera. Parrebbe dalle cose sin qui dette, abbastanza provato, essere l'osservazione e la meditazione le due fonti principali da cui possono scaturire pensieri, immagini, gusto e sentimento. Si disse già fin da principio che queste due fonti devono avere il pregio della originalità, devono essere intatte da esterna influenza. Si negò in proposito l'utilità dei libri, l'utilità degli altrui giudizi. Qui peraltro è il punto d'introdurre l'uso di ciò che fu anteriormente ritrovato : Formata coli' osservazione e colla meditazione la mente, non sarà di discapito, sarà anzi di somma utilità leggere ciò che dagli altri fu detto sulla medesima materia ed acquistare delle cognizioni, che in altro modo non si potrebbero acquistare. In una parola è da raccomandarsi l'uso dei libri in quanto servir possono a sviluppare l'idea, non a crearla. Ed il primo libro che consigliar si possa è la storia: osservando e meditando si potrà conoscere e dilucidare il presente, si potrà con probabilità calcolare l'avvenire — il passato peiò spetta alla storia. Si dice generalmente che bisogna leggere la storia per conoscere gli uomini, sarebbe forse meglio il dire che è necessario conoscere bene gli uomini per poter leggere la storia. Le storie ci danno (o ci dovrebbero dare) dei fatti nudi, semplici. Ma l'origine di questi fatti, l'interna loro connessione nella gran catena sociale, gli ammaestramenti che se ne possono trarre son tutte cose, che devono essere dedotte dal gusto o criterio del lettore o meglio dalla conoscenza più o meno esatta ch'egli ha degli uomini. era troppo giovine, troppo elastico per non desiderarlo. Era una bella mattina d'aprile, uno di quei giorni pieni di care promesse, e dei quali i giovani cuori credono che deva loro recarti qualche cosa di prodigioso, d'immensamente gradito: i due amici stavano appoggiati alla finestra aperta e guardavano nel giardinetto, quando Paolina esci di casa a cogliere un mazzeitino di fiori per adornarsene ed andare in chiesa. Un' aria di solennità spirava da tutta la sua persona; 16 treccie bionde che di solito le ondeggiavano sugli omeri, erano disposte con arte attorno alla bella testa ed invece del vestito gajo, solito delle feste, ne portava uno nero. Nei lineamenti ingenui ed ancora infantili leggevasi un santo raccoglimento : era il giorno della sua prima comunione. — Poffare ! la ragazza uno di questi giorni sarà una bellezza! sclamò Helmstàtt a mezza voce. Taci; è un angelo! bisbi- Egli è perciò che l'elaborazione troppo sottile e studiata di certe storie, nuoce più di quello che giovi e che le storie et me si scrivono al giorno d'oggi, essendo tutto lavoro dell'autore, lasciano al lettore ben poco studio. Appoggiato a questo ragionamento, l'autore dice preferire alle storie le cronache ed i „Viaggi" siccome quelli che danno del popolo un' idea più giusta e più compita. Nè sarà di poca utilità congiungere allo studio della storia quello della morale e della politica, materie che, oltre a servire di gran aiuto alla prima, formano per lo studioso un campo a sè e necessario a conoscersi. Storia, morale, politica considerano 1' uomo da un lato soltanto: quale essere attivo — ciò non basta, bisogna considerarlo quale essere passivo, corporeo. Dallo studio dell' uomo quale essere corporeo e da quello dell' arti che s'occupano della di lui conservazione fra le quali la prima è 1' agricoltura, 1' autore fa germogliare quali rampolli dal tronco, varie altre scienze, indispensabili a ben conoscere, la prima. Asserisce che la mente dell' allievo di già sviluppata interamente a mezzo dell'osservazione e della meditazione, è in istato d'applicarsi e deve applicarsi allo studio di queste scienze. Egli è così che introduce lo studio delle lingue, quello della filosofia, delle matematiche e via discorrendo, avendo però di mira, che l'apprendimento di tali materie, serva interamente al primo scopo, che sia mezzo e non fine, che nasca in una parola da bisogno sentito a sviluppare lo studio principale, nè venga generato da caso o capriccio. (Continua) C. E. Kersevany Festa degli Studenti Italiani a Vienna Il giorno 14 dello scorso mese era atteso ansiosamente da tutti quelli, che, al pari di me vivono per causa di studio lontani dalle loro case sulle rive del Danubio. Nella sera di quel dì noi dovevamo veder coronati di prospero successo gli sforzi non interrotti di due anni; dovevamo raccogliere gli allori meritati dopo tante fatiche: in quella sera inauguravasi a Vienna la nostra istituzione, la Società dogli Studenti Italiani. Finalmente allora anche noi potevamo nella rumorosa città con orgoglio mostrare quanto valga costanza e buon volere; potevamo contare con compiacenza il uumero non indifferente dei nostri commilitoni accorsi all'appello fiduciosi; potevamo gloriarci all'aspetto dei numerosi ed illustri ospiti, che di loro presenza vollero onorare la nostra festa di famiglia. La sala destinata all' uopo era una delle annesse alle principali trattorie della città di Vienna, e che servono tanto all'assemblea religiosa, quanto alle allegre danze, alle riunioni gliò Paolo stringendogli con forza la mano. Non disturbare questa pace divina ! — Fortuna che è troppo giovane per innamorarsi, e che tu parti presto, soggiunse 1' amico sorridendo, altrimenti potresti commettere una pazzia, che tuo zio ti perdonerebbe molto più difficilmente della prima. Intanto addio; vado per fare a tempo i preparativi pel viaggio di domani, nel quale t' accompagnerò, ben s'intende. La signora Killer mi disse che prendessi parte al pranzo di festa; io però ne la ho ringraziata, che avevo già ordinato il mio pranzo all'albergo. Addio, a rivederci! Appena uscito Helmstàtt comparve la signora Hiller in grande acconciatura, con in capo una rispettabile cuffia di gala. — La pregherò di pranzare oggi con noi, disse con quel certo fare di sussiego, che ispira sempre un po' d' imbarazzo a chi non sa ancora di che cosa si tratti. — Con molto piacere tanto più che non saremo più a lungo assieme — di una società accademica, quanto a quella di sarti o di calzolai. Il nostro Gomitato scelto per allestire la festa merita ogni elogio per aver trovato una sala a cui non mancavano addobbi nè eleganza, essendo essa costruita con buon gusto e pari lusso. Nelle nicchie del suo stile gotico spiccavano le glorie della nostra letteratura; rimpetto a Goethe v'era l'Alighieri, dinanzi a Schiller Boccacio, poi Lessing, Tasso ed altri. In tanto però che a' miei lettori ho fatto osservare la sala, questa si andava empiendo di soci e di ospiti cortesi fra cui deputati, professori, signore, rappresentanti della stampa e delle società accademiche. Vi entra finalmente l'illustre nostro Vice-Presid. on. Cav. A. Mossafia, che in quel!a sera teneva il primo posto in assenza del nostro Presidente on. Cav. F. Vidulich. Sono le 8 pom. quando il Presidente effettivo Dr. G. Spongia apre la festa volgendo le sue parole all' assemblea. Ci rincresce di non poter riportar il suo forbito discorso, in cui egli fece emergere la necessità delle riunioni, specialmente di chi consacrò la vita alla scienza. In bel modo espose l'idea ora realizzata della nostra società, ne chiarì il nobile scopo e finì ringraziando quei gentili che le furono larghi di consiglio e di appoggio facendo voti di prosperità e di lunga vita. Al finire del suo discorso il Dr. Spongia s'assise in mezzo a fragorosi applausi. Il coro della Società, istruito e diretto con rara pazienza da quel musico provetto che è il Sig. Mirscki jun., cautava subito dopo il coro nel-l'opera Macbeth "Patria oppressa,, meritandosi i più sinceri battimani. Le reminiscenze dell'"Aida,, per fisarmonica e piano riscossero eguali applausi egregiamente eseguite dal Sig. Nordio e dal Sig. Mauroner. Così dicasi della celebre romanza "Celeste Aida„ per tenore, in cui il Sig. Gioseffi ebbe agio di far sentire la sua bella voce e di farsi applaudire per il modo eccellente di modularla alle note immortali del Verdi. Piacque, come sempre, moltissimo il ò.o pezzo "Le Meditazioni di Gounod per violino, fisarmonica e piano eseguite con precisione dai Sig.ri Girardelli, Nordio e Mauroner. Nella declamazione del canto all'Italia di G. Leopardi, il Sig. Marina mostrò buonissima scuola e suscitò nell'uditorio pendente dal suo labbro tutti quei diversi sentimenti che occupavano il cuore dell'infelice poeta Recanatese, quando dettava quell' immortale canzone. La prima parte del Programma si chiudeva colla cara romanza nel "Ballo in Maschera,,: "Eri tu che macchiavi,, dove in bella guisa spiccarono i mezzi potenti di voce e la valentia del Sig. Mirski sen. il quale non potè esimersi dalla replica richiesta unanima-mente dall'uditorio. Dopo breve pausa lo studente triestino Sig. Majonica lesse il suo discorso biografico-storico sopra Giov. Gioachino Winckelmann. Lungo mi riuscirebbe qui tener dietro ai mi- qui Paolo non sapeva se esprimere rincrescimento o soddisfazione. — Ora avrei da farle un'altra preghiera, continuò la donna più ih via di ammonizione che d'invito, cioè di avere la bontà di tralasciare oggi ogni sciocchezza, con rispetto parlando, colla Paolinètta. Non sono così scema da non vedere con quali occhi ella guardi la fanciulla, soggiunse troncando con queste parole la risposta che voleva dare Paolo. -— Eppoi, continuò, ella partirà presto e ci dimenticherà, ad onta dei bei giorni che abbiamo passati insieme. Iu somma la prego di rispettare la giornata d'oggi. La fanciulla è ancora innocente, e non pensa a cose di questa fatta. — E cred' ella, disse Paolo trasportato dai sentimenti del suo cuore, che non importi ancora più a me che a lei della purezza di sua figlia, del regolato sviluppo di questo dolce fiore? Non una parola, non un respiro macchierà l'anima pura delia bella fanciulla, poiché desidero conservarla per mestesso.(Cow.^ nuti particolari raccolti con diligenza dal nostro collega nel descrivere la vita agitata del grande scienziato clie in Trieste trovò la morte per mano assassina. A questo punto se il figlio di Trieste non potò trattenere le sue parole per atto sì barbaro commesso fra le mura della città nativa, ricorse pur col pensiero consolato a chi rivendicò la gloria dell' Illustre Archeologo, a Domenico Rossetti. Il suo dire fu animato quando ricordò i tempi aurei pur troppo trascorsi in cui Trieste vantava una schiera di insigni letterati alla cui testa brillava l'illustratore di Petrarca. Finì esprimendo la speranza che quei giorni ritorneranno per la sua città; fece un appello ai suoi concittadini e si rivolse alla nostra società che pur fra gli altri si propose uno scopo scientifico augurandole: "Vivat, crescat, floreat!,, Il Sig. Majonica s'ebbe auche egli i più meritati e caldi applausi. Il duetto nell'opera "Marin Faliero„ confermò la bravura dei due fratelli Mirscki nell'arte di Euterpe. Si lessero poi quattro telegrammi arrivati a tempo, cioè uno degli studenti italiani di Inusbruck e tre di Capodistria : quello del Municipio, della Società Operaia e dell' "Unione,,, che furono accolti da plauso. La fantasia per violino, fisarmonica, piano e violoncello sui motivi dell'opera „Elisa Vala>co fu uno dei pozzi più graditi e le note del M.o Pacini trovarono bravi interpreti nei Sig.ri Girardelli, Valentincig, Nordio, Mau-roner e Carbonaro. Finalmente la festa si chiuse col maestoso coro dell'"Emani,: Si ridesti il Leon di Castiglia„ di cui si volle la replica. Così finiva il programma ufficiale di questa festività le di cui spese i soci con delicato pensiero desiderarono coperte da oblazioni spontanee onde non toccare il fondo sociale. Dopo che gli ospiti si ritirarono, i soci si radunarono a fraterno banchetto a cui non isdegna-rono di prender parte il prof. A. Cav. Mussafia colla sua consorte ed i rappresentanti delle società accademiche. Tralascio per brevità e perchè tutti non ricordo, i brindisi patriottici porti in quella sera, tutti i voti di prosperità fatti dai nostri ospiti alla neonata società. Il Vice-Presidente dopo un' ora si ritirò in mezzo a fragorosi evviva ed ai canti del coro. Noi però rimanemmo per qualche tempo e le ore trascorrevano veloci in mezzo al più buon accordo, alle più belle protesto, fra gli evviva e le note melodiose di Verdi di cui ognuno di noi ha un piccolo tesoro riservato nelle circostanze di gioia e di allegria. Tutto fini col massimo buon ordine senza che il minimo accidente venisse a turbare quella festa dilla scienza e dell'amore. Lettori ! se con questi miei cenni ho fatto sentire fin qui l'eco di sì bella festa, ricordatevi della nostra società, rammentate che questa diede appena i suoi vagiti. Mostrate prender interesse a chi non dimentica la patria lontana, non lasciate soli i vostri compaesani, ma siate loro larghi di quell'appoggio che non può mancare ad una azione nobile, generosa e patriottica. E. L. La question del Fiumisin. (V) (Continuazione. Vedi il N. 1, 2 4 e 6.) Il provvido oggetto del Decreto anche di questo Inclito Cesareo Regio Governo segnato nel giorno primo settembre 1799 al Nr. 3346 risguarda la sola escavazione del Fiumicino, e non inutili, superflui e pericolosi nuovi tagli e rettificazioni; nè deviamento alcuno di acque solite a scorrere per il loro alveo naturale : oggetto corrispondente all' o-pinione dei due più distinti ingegneri che avesse lo stato veneto, cioè del Feracina, e Maffioletti l'uno per pratica, e l'altro per teorica: oggetto corrispondente alle massime e alle leggi idiostatiche: oggetto corrispondente anche alla legge nostra statutaria, la quale per conservar l'alveo naturale del Fiumicino, effettuata che sia nell'indicato modo l'operazione, così si esprime : Itcrn statuimus, et ordinamus quod quaelibet persona utri-usque sexus tum civis, quam Forensis ha-bitator Iustinopolis habens possessioncs ali-quas super Flumisellum teneatur, et debeat habere ad unum mensem proximum ventarmi in tantum quantum tencant, et durant suae possessiones, removere, et reparare, ac mundare omnes Frascas, Ugna, rubidos et quascumque imunditias, et hoc a Trevolcho canzani usque ad Pontem ligneum, qui est prope contratam Montignani, per quam itur in cornalongam sub poena solidorum centum parvorum prò quolibet controfadente, et quo-ties fuerit contrafactum; et a di to termino in antea unius mensis quilibet liabens possessiones super Flumisellum ut supra teneatur omni anno in tantum quantum durant ejus possessionrs, observare praedicta sub dieta poena; et quilibet possit esse accusa-tor, et tenebitur de credentia, et habebit me-dietatem poenae si per ejus aceusationem veritae cognoscetur = ; Item quod superstan-tes commuti i s de Foris omni mense teneantur supravid re si orti fuerint Pidesny, sive alique punctae suger dictum Flumisellum, et ex debito sui officis eosdem Palesnos, et punctos optavi, mundari, et reparari facere taliter, quod acqua possit habcrc cursum suum. La stessa legge parlando pure di questo nostro Fiume di Risano, così prescrive: Ac etiam omni mense teneantur supra-videre de Pulesuis, qui sunt in Flumine Risani, et praecipere molinaris Risani, quod retineant eum mumdum, et dcfrascatum meli us quam potuerint; ac etiam omni mense provider e de strata Ongarae et Risani, et procurare, et stadere quod stratae predictae opetentur ubi fuerit necesse (Lib. 3 cap. XXIV. carte 91 e 92). Si opporranno delle autorità rispettabili a favore dei nuovi Tagli, e delle Rettificazioni; ma queste autorità saranno degne, o signori, dei vostri riflessi, in confronto della ragione, dei fatti, della natura e dello leggi? Capodistria, 30 Settembre 1800. (Continua). Illustrazione dell' anniversario. Compendiare la vita di una donna illustre in poche linee, è lavoro arduo assai. Ma io lo farò per Gaetana Agnesi, sicura che la mia penna, comunque inesperta, non potrà mai offuscare un nome, che dee suonar ognora riverito e caro fra quanti tengono in pregio la coltura della mente, la bontà del carattere, e la santità di costumi. Nacque Gaetana Agnesi in Milano nel 1718 da Pietro ed Anna Brivio, egregi e benemeriti educatori. Fin da fanciulla accoppiò ad un'intelligenza prodigiosa. brama ardente d'imparare, ed il padre di lei che l'amava di vivo amore, ne svolse con una svaria-tissima educazione il naturale ingegno, e l'animo nobilissimo, A nove anni compose un' elegante orazione latina, ed a quindici conosceva orinai il francese, il tedesco, l'inglese, lo spagnuolo, il greco, e l'ebraico; poi si diede allo studio delle scienze esatte, nel quale fece in breve tali progressi da sbalordire i dotti più insigni d'Europa, dei quali alcuni si fecero suoi traduttóri. L'Imperatrice Maria Teresa le regalava un cofanetto ed un anello guerniti di diamanti, ed il. Pontefice Benedetto XIV una corona di pietre preziose legate in oro. Il padre di lei riuniva nella propria casa una eletta di persone : in mezzo a questa la Gaetana faceva brillare i rari suoi talenti, accompagnati sempre da tale candore e riserbatezza, che la rendevano vieppiù cara ed ammirata. Pure non era felice ; avvegnaché ella nutrisse troppo vivo desiderio pel silenzio e la solitudine del chiostro ; desiderio che manifestò al padre nella ferma lusinga di riceverne il consenso. Ma questi che 1' avea tanto cara ed a cui mal reggeva di vedersela rapire, la persuase a smettere tale divisamente, facendole osservare che anche senza ritirarsi dal mondo potea vivere piamente e prestarsi In vantaggio del suo simile. La Gaetana, angelica creatura, si rassegnò alla volontà paterna senza dir motto, senza far apparire menomamente quanto le costasse tale sagrifizio. Gli chiese solo il permesso di vestirsi con semplicità e di vivere appartata da qualsiasi divertimento. Ottenutone il pieno assenso, si diede di bel nuovo a' suoi studi con sì ardente alacrità da cadente più volte ammalata. Nel Marzo 1752 toccò all' Agnesi la gravissima sventura di perdere l'amato genitore. Da ogni dove riceveva lettere di condoglianza, e gli amici le si affollavano d'intorno per lenire il suo affanno; ma esso era troppo intenso per trovare sollievo ne'conforti mondani ; cosicché si rivolse a Colui, che solo può tergere le lagrime più amare, e cangiare i dolori più acerbi in gioie ineffabili E mentre gli stranieri traducevano i suoi lavori scientifici, ella dedi-cavasi interamente a' poverelli, che soccorreva con zelo instancabile, procurando in pari tempo al suo spirito quella pace di cui tanto bisognava. Invitata dal cardinale Pozzuoli, allora arcivescovo di Milano, cominciò nel 1771 a servire i ricovrati del luogo pio Trivulzi, nel quale, due anni dipoi, vi si rinchiuse ella stessa. Ai nove Gennaio 1799 l'insigne italiana mori qual era vissuta per undici lustri da angelo — e la sua memoria sarà sempre benedetta da tutti coloro, che ammirano nella donna, il candore verginale e la saggezza, associati alla profondità del sapere. Chiara G. (Luigi Chierici). Trieste 1 Gennaio. (Brano di Lettera). Nei giorni 26 e 27 del mese testé decorso il cav. Luigi Chierici, dottore in medicina, tenne alla Minerva due interessantissime conferenze. Furono gli argomenti: „ La donna e la sua possibile emancipazione,, e "La donna ed il romanzo,. Con due parole te lo dipingo: nella sostanza è Jean Macè, nella forma Vittor Hugo; senza peraltro i suoi voli pindarici: è un vero apostolo di inorale e di igiene: i suoi uditori non possono a meno di applaudirlo con tutta la forza dello loro braccia. Trieste gli fu grata oltremodo cliè nel giro della penisola non la dimenticò. I giornali di Firenze, di Torino, di Milano, di Bologna (sua patria), di Padova, di Venezia, ed i locali, sono stati unanimi nel tributargli le dovute lodi. Oltre agli argomenti igienici, egli ne tratta di sociali e filosofici come p. e. "L'onore ed il duello, — "L'amicizia" — "La moda ed il lusso, — "Dio nella natura, nell'arte e nella coscienza umana.,, Puccinotti, Monti, Franceschi, Galligo, Tommaseo (che spirò nelle sue braccia) Mamiani, e da ultimo Panizza scrissero di lui parole di grande encomio. Peccato proprio che voialtri capodistriani non abbiate potuto udirlo : non potè venire costì, come aveva divisato dapprima, perchè il tempo gli fu corto. Appena dottorato a Bologna nel 48, ebbe importante carica nel governo provvisorio, e poi fu costretto ad emigrare : se ne andò colla famiglia a Costantinopoli, ove la colonia italiana lo ricorda ancora quale fondatore dell'istituzione di beneficenza, ed ove s'adoperò con successo presso il. governo ottomano per alcune riforme igieniche. In seguito passò a Corfù, e lì strinse amicizia con Tommaseo che pure si trovava in esilio. Dopo il 59 rimpatriò trasportando il suo domicilio nella capitale (nella quale aveva fondato la prima società italiana di temperanza, dopo la sua partenza caduta); seguì la capitale a Firenze, e tra poco fermerà sua stanza a Roma. E scrittore di cose mediche, autore drammatico e poeta. A voce maggiori particolari. (L'indice della "Provincia,,). È ovvio che il compilare un indice delle otto annate della Provincia, la quale verrà sempre di frequente consultata, sarebbe un lavoro di grande utilità e per gli studiosi delle cose nostre, e per tutti quelli che sono occupati nelle pubbliche amministrazioni dell' Istria. E che tale sia stato il disegno dell'onorevole Redazione emerge patente dal fatto che le otto annate formano un complesso solo di pagine numerate progressivamente. Noi sappiamo benissimo valutare le peculiari condizioni dell'onorevole Redazione, per non farle addebito se finora ba ommesso di pubblicare l'indice; e per conseguenza ci rivolgiamo piuttosto a quei cittadini che potrebbero eseguire 1' utile operazione. Nè ci limitiamo alla facile parte di eccitatori, imperocché qualora non si trovasse chi volesse pigliarsene 1' assunto, non esiteremmo, benché anche noi non sciolti da brighe, ad accollarci la faticosa opera. (Beneficenza). Il signor Carlo Dragovi-na di Trieste, fornitore di questa i. r. Carcere, rimetteva al nostro Municipio nella ricorrenza del capo d' anno, l'importo di fiorini cinquanta pei poveri della città. (Utilissima pubblicazione). Avvertiamo i nostri concittadini che fino al giorno 30 del corrente si potrà ritirare dall' ufficio municipale, al prezzo di 25 soldi, l'opuscolo (edizione economica) stampato per cura della "Commissione Provinciale dell'Istria per l'imposta fondiaria,, col titolo : Istruzione concernente la formale procedura da osservarsi nelV estimo speciale dei fondi nelle stabilite poste della tariffa di classificazione, in conformità alla legge 24 maggio 1869 sulla regolazione delV imposta fondiaria. (Teatro Sociale). Il pubblico applaude, dunque la compagnia Ajudi-Benelli gli piace, e se gli piace deve essere buona, e deve essere buona perchè^ il pubblico di Capodistria è buongustaio. È questo un, sorite spontaneo e chiaro come il cristallo. E vero peraltro che alcuni potrebbero spiegare in altro modo i battimani e dire: la compagnia dovrebbe essere un po' migliore, ma recita con grande accuratezza, epperciò il pubblico indulge ed applaude, sapendo che l'applauso è incoraggiamento. Ci sembra che tra i due ragionamenti gli assidui frequentatori non dureranno fatica per decidersi a quale dei due abbiamo a fare adesione; pure pei titubanti indichiamo una via di mezzo da imboccare, cioè: la compagnia nel suo complesso può appagare a sufficienza le esigenze della nostra piccola città. Specializziamo. La prima attrice, la Sig. Virginia Benelli dimostra di avere acquistato appieno quella abilità che il lungo esercizio non le poteva non procurare: si attiene con diligenza alla verità — la signorina Giustina Woller, seconda donna, disimpegna sempre la sua parte con attenzione, con grazia, e con pronto ingegno — sua intelligente emu-latrice è l'ingenua, la signorina Giselda Bona-fini — il sig. caratterista Amilcare Ajudi, un simpatico veterano della gaia Talia, non scivola mai nella esagerazione — al primo attore giovane (che infatti è giovanissimo) al sig. Achille Tellini noi profetiamo un meriggio luminoso, e sarebbe davvero peccato che si lasciasse alienare dallo studio — parecchi pregi possiede il sig. Nicola Benassai: anche sul conto suo riteniamo di non errare facendo lieti pronostici — il brillante sig. Stefano Maurici si fa spesso applaudire, ma qualche sera se gli fosse al fianco, nella farsa, la sua mamma, riceverebbe senza dubbio dei colpettini sulla bocca — ed il giovane sig. Carlo Neigre potrà riuscire un generico di garbo. Tutti poi si ricordano sempre di essere dinnanzi al pubblico, e del dovere di mantenerlo nell'illusione: non hanno la brutta abitudine (colla quale altri cagionarono disgusto nel pubblico) di chiaccherare e ridere quando compongono i gruppi silenziosi, mentre vicino ad essi avviene scena di lutto o di affetto. Ed ora, lettori carissimi, fate la critica alla critica. — Nel prossimo numero riparleremo. (Banda Cittadina;. Dopo le 12 dell'ultima domenica del decorso dicembre comparve inaspettatamente sulla piazza del Duomo la banda Cittadina: fu un'apparizione che generò molto gaudio improvvisando un passeggio piacevolissimo. Piacquero assai la polca L'energia, le marcie L'entusiasmo, L'omaggio ed un Valz; tutti e quattro componimenti del sig. maestro Montanari, al quale da poco tempo è affidata l'istruzione. È generale il desiderio che di queste sorprese ne avvengano di frequente. (Penna e rasoio). Uno dei nostri barbieri.... sta terminando uu trattato su.... non abbiamo ancora il permesso di schiccherare tutta intera la novità : il brav' uomo teme, e forse con ragione, di divenire il martire dei curiosi. Capodistria adunque, nella letteratura barbierina, potrà gareggiare con Firenze, poiché se questa vanta il barbiere poeta del secolo decimoquinto, la nostra città ne vanterà uno prosatore nel decimonono. (Un paradiso terrestre *) oh fratelli europei è 1' albergo condotto dal sig. Nicolò Gazulli in questa città. Sorge ove la via del Belvedere s'immedesima colla piazza del Duomo ; e sul verone una graziosa tabelletta reca scritto, in omaggio alle due sorelle latine "Albergo e Restaurant alla città di Trieste,,. Nel secondo piano sontuose camere fornite di soffici e incortinate conche di Morfeo; nel primo, nella sala terrena, e nel giardino — quando le miti aure lo permettono — vertiginoso è l'intrecciarsi dei rapidi donzelli intorno ai deschi. Vi spumeggia la diafana cervogia, che alla luce dell'astro maggiore e di notte, in virtù dei folti doppieri, scintilla "quale a raggio di sole specchio d'oro,, (Par. XV11) e sopra qualunque parete gettiate lo sguardo "guizza dentro allo specchio vostra image» (Purg. XXV) Ricchissimo il repertorio dei vini: i bianchi e i rubinosi, i dolci ed i gagliardi, gì' italiani e i forestieri, lo Champagne ed il Moscato, il Refosco ed il Xeres, il Barbèra ed il Tokai, e tanti altri schierati stanno in buona armonia fino a che una virtude amica via non li tragga. Copiosissima la lista cucinaria : dai piattini degli Hors d1 oeuvres sino al Kugcl-liupf, ai tortelli, ai sorbetti, si trovano cibi per tutti i gusti e per tutti gli stomacbi. Veniteci dunque voi pure oh bruni, oh gialli, oh rossi, oh neri fratelli dell' Asia, dell'Africa, dell'America e dell'Oceania; veniteci e troverete veritiero il titolo di queste righe; veniteci e dovrete leccarvi le dita in barba al nostro galateo. Capodistria (fu Egida, fu Capraja, fu Giustinopoli) 1' ultima notte del 1874. — Dal suicidio del nostro re Epulo anni 2052. Alcuni felicissimi avventori. Bollettino statistico municipale di Dicembre. Anagrafe. Nati (battezzati) 23; maschi 14, femmine 9.— Trapassati 29; maschi 7 ('dei quali 3 carcerati) femmine 7, fanciulli 5, fanciulle 10. — Matrimonii 1. Polizia. Arresti per accattonaggio 1, per furto 2, per schiamazzi notturni 3; — Denunzie per offese verbali 1, per minaccio alla vita 1, per minaccio in danno dell'altrui proprietà 1, per contravvenzione al regolamento sul possesso dei cani 1, per offese reali 2, per contravvenzione di sfratto 1, per apertura di trattoria oltre l'ora prescritta 3, per aggressione notturna 1. — Sfrattati 22. — Usciti dalV I. R. Carcere 11 ; dei quali 1 triestino, 4 tirolesi, 2 *) Alcuni giovialioni ci fecero pervenire questo scritto bernesco, compi sto probabilmente intcr pocula, col quale inneggiano 1' albergo "Alla città di Trieste,,. Se non è proprio un "paradiso terrestre», il forestiere peraltro vi trova un buonissimo letto, e lui insieme a noi tutti birra e vino eccellenti, vivande succulente e saporite. dalmati, 2 istriani, 1 del goriziano, 1 regnicolo. Permessi rti fabbricai. — Licenze iiirtustriali 3, due delle quali per tipografia. — Permessi per concerti musicali 5. Permessi (li vendita «li vino al minuto a possidenti —12 — per Eni. 137 — Prezzi al boccale soldi 48 e 52. Certificati per spedizione di vino, 121 —Em. 267:20 — di pesce salato, 5 — Barili 27 — //. 2158 (peso lordo)— ; di olio 11, recipienti 29 — //. 4120 (peso lordo). Animali macellati. Bovi 54 del peso di 24465 con //. 2511 di sego — Vacche 5 del peso di iL 1270 con ti. 99 di sego — Vitelli 43 e Castrati 40. I. Corriere dell' Amministrazione. (dal 21 die. p. p. a tutto il 6 corr. gennaio) I seguenti signori associati hanno pagato 1' associazione come segue : Antignana. Felice Depi ra (I trim. 75) — A-quileja. Damaso D'Elia (IV trini. 74) -- Oallignana. D. Francesco Goitan (1 trim. 75) — Graz. Emilio Fabiani (I trim. 75) ; Eugenio conte Rota (IV trim. 74 e I 75; — Milano. Avv. Giorgio cav. de Baseggio (IV trim. 74 e I 75) — Padova. Giuseppe Pavan (I trim. 75) — Parenzo. Giampaolo marchese Polesini e Dr. Francesco cav. Vidulich (IV trim. 74 e tutto il 75) — Pola. Avv. Antonio Barsan (IV trim. 74) ; Cristoforo Gerin (idem) ; Ing. Giovanni Mattiassi e Nicolò Rizzi (IV trim. 74 e 1 75) — Trieste. Dr. Enrico Biscontini (I trim. 75) ; Cesare de Combi (IV trini. 74 e I, II, III 75) ; Giovanili Norbedo (IV trim. 74); Giuseppe Pellegrini, Uff. d' appello (I trim. 75) ; G. Domenico Piccoli nob. de Vestre (IV trim. 74 e 1 75) ; Ing. Carlo Valon (IV trini. 74, I e II 75) ; Avv. Antonio Vidacovich e avv. Girolamo Vidacovich (I trim 75) ; Cons. Francesco Michele Werk (I trim. 75) — Venezia. Prof. Carlo cav. de Combi e Francesco nob. Venier (IV trim. 74) — Visinada. Giacomo de Fachinetti (1 trim. 75). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FRA TRIESTE - CAPODISTRIA e viceversa che intraprenderà il Piroscafo EGIDA. Incominciando col giorno 1 Novembre 1874 fino a nuovo Avviso verrà attivato (tempo permettendo) il seguente : ORARIO pei giorni feriali Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 11 ant. » » w v n 3»/.,pom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » » » » » 2 pom. per le domeniche e giorni festivi Partenza da Trieste per Capodistria alle ore 9''a ant. » » „ . „ „ 12 mer. » » » » » 5l/4pom. Partenza da Capodistria per Trieste alle ore 8 ant. » v » » » n » 7> " » 4 pom. Prezzo di Passaggio: indistintamente soldi 40. I fanciulli sotto i dodici anni pagano la metà. Arrivo e partenza a Trieste dal Molo S. Carlo, da Capodistria dal Porto. NB. Le partenze tanto da Trieste quanto da Capodistria succederanno col tempo medio di Trieste. TRIESTE, nell'Ottobre 1874. L'Impresa.