ANNO XV. Capodistria, 1 Aprile 1881. N. 7 LA PROVINCIA DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e quadrimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presBo la Redazione. Avviso agli associati Con la migliore intenzione di puntualità, spesso molti dei nostri signori associati si dimenticano di pagare a tempo il prezzo di associazione ; per cui ne derivano imbarazzi tanto alla nostra amministrazione che ai signori associati stessi. Per comodità, di ambo le parti abbiamo stabilito di riscuotere il prezzo arretrato di associazione col facile mezzo della rivalsa postale. E s'intenderanno iu arretrato tutti quei signori associati che non avranno pagato l'equivalente nei primi quindici giorni dal principio di ogni quadrimestre. L' associazione ha luogo col primo di Grennajo, Maggio, Settembre. Le spese di posta staranno a carico dell'associato. ---MS»-- ANNALI ISTRIANI del Secolo decnnoterzo. *) 1213. — Ravenna, 12 ottobre. Ubaldo, arcivescovo di Ravenna, dà a Stefano Segnor la metà dei beni ed i diritti che la Chiesa Ravennate aveva in Pola e nella Polesana, riserbandosi le appellazioni. Cod. Dipi. [str. - e Kand. Indicaz. ecc. pag. 26. 1213. — Parenzo, 25 ottobre. Volchero, patriarca di Aquileia, ingiunge ai nobili Almerico di Vi-done (Guido) da Muggia ed Artuico di Parenzo di non ingerirsi più oltre nei diritti del vescovo parentino, Fulcherio, nel castello di Orsera, e si riserba di pronunciarsi sui danni che recarono alla mensa vescovile quando, non appena morto il vescovo Giovanni, antecessore di Fulcherio, entrarono armata mano in Orsera proibendo agli abitanti di passare al vescovo il solito moggio di frumento per famiglia. Joppi.Aggiunte al Cod. Dipi. Istr.- pag. 15 e seg. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. 1214. — Augusta, 22 febbraio. L'imperatore Federico II conferma al patriarca Volchero le regalie nei vescovati di Trieste, Capodistria, Citta-nuova, Parenzo e Pola, non così quelle nel vescovato di Pedena, che spettavano al Conte d'Istria. Manz. Ann. del Friuli. - Voi. II, pag. 231, -Kand. Indie, pag. 26, - e „L'Istria" ann. I, pag. 131. 1214. — 22 febbraio. Corrado Boiani della Pertica di Cividale, vescovo eletto di Trieste, è presente in Augusta alla conferma della donazione del marchesato dell'Istria, fatta dall'imperatore Federico II a Volchero, patriarca di Aquileia. Idem, - Cappelletti: Le Chiese d'Italia. Voi VIII, pag. 689. 1214. — Parenzo, 4 dicembre, sabbato. Volchero, patriarca d'Aquileia e marchese d'Istria, decide lite insorta tra il vescovo parentino e l'abbate di Leme per decime e regalie: Tra'testimoni figura Corrado Boiani, vescovo eletto di Trieste. Cod. Dipi. Istr. 1215. -— Stefano, signore di Duino. „L'Istria.u Ann. V, pag. 66 1215. — Aquileia, 4 ottobre. Il patriarca Volchero investe il convento di San Michele in Monte presso Pola della fontana de Rado Tiriti col porto vicino verso l'annuo contributo d'un bisanzio nella festa di Tutti i Santi; il patriarca poi promette da canto suo al detto che lo lascerebbe provvedersi di acqua a quella fonte, ove lì presso egli avesse ad inalzare qualche villeggiatura. L'abbate di San Michele era certo frà Giovanni. Manz. Ann. del Friuli. Voi. II, pag. 241, - e Notizenblatt. Beilage zum Archiv fiir Éunde Osterr. Geschichts-Quellen. - Ann. VH, pag. 168. 1216. — Aquileia. Il patriarca Volchero apre in qua- resima il sinodo provinciale; v'intervengono i vescovi della provincia dell'Istria. Idem. - Voi. II, 242. 1216. — Volchero, patriarca di Aquileia, fa la pace con la Repubblica di Venezia; tra' patti havvi quello del mutuo commercio nell'Istria. Kand. Indicaz. pag. 27. 50 188 f 'dm/1 I mnlBÌbooiìO .77. 01414À 1216. — Trieste, 7 aprile. Corrado Boiani, vescovo eletto, rilascia in perpetuo al capitolo della cattedrale certa porzione di vino che quei canonici corrispondevano annualmente alla mensa vescovile. Pergam. dell' Archivi capitol. triestino, - Archeogr. Triest., Nuova serie. - Voi. V, pag. 368, - e Scussa: St. Cronografi di Trieste. - Pag. 58. 1216. — 24 agosto. La città di Capodistria fa la pace col comune di Treviso ; il podestà jìj Capodistria, ser Ambrogio, ed i/ispattivi constili, Giannetto di Adalgerio de' Giovanni e Ambrogio Belgramoni giurano l'osservanza dei patti. Molte famiglie trevisane passano in Istria. Verci: St. della Marca Trevisana. - To. I, pag. 55 e seg., - e Kandler: Indicaz. - Pag. 27. 1216. — Capodistria, 23 settembre. Il vescovo Uret-maro, assenziente il capitolo della cattedrale, esenta da qualunque decima e quartese i beni posseduti dai Cisterciensi di San Tomaso in Torcello nella diocesi giustinopolitana e quelli pure che avrebbero potuto acquistare in avvenire. Corner: Not. A. delle Chiese e Monast. di Venezia. - Pag. 576, - e Cappelletti : Le Ch. d'It. - Voi. Vili. pag. 722. (Continua). L'Istituto di Credito fondiario PEL MARGRAVIATO D'ISTRIA Ecco la lettera comunicataci dall' onorevole P. Madonizza, della quale abbiamo fatto cenno nell'ultimo numero, dispiacenti di non aver potuto darle subito pubblicazione: Parenzo, 10 Marzo 1881. M'hai chiesto qualche informazione intorno al nuovo Istituto, attivato a fine di venire in soccorso del possesso fondiario, e di rialzare il credito della provincia ; corrispondo oggi al tuo desiderio, con quella maggiore brevità che mi sarà permessa dall' importanza dell'oggetto. ! . . Lo statuto dell'Istituto di credito fondiario pel Margraviato d'Istria, che, presentato di propria iniziativa dalla Giunta provinciale, era stato discusso ed accettato dalla Dieta provinciale nella sessione dell'anno 1875, venne approvato colla Sovrana risoluzione 15 Marzo 1877, e dopo costituito il fondo di riserva di f. 50,000, e presi gli ulteriori provvedimenti necessari ad assicurare il pieno successo dell' intrapresa, fu pubblicato nel Bollettino delle leggi ed ordinanze del Litorale, puntata XIII N. 16 dell' anno 1880, colla Notificazione luogotenenziale 10 Settembre 1880, che ne annunciò l'entrata in attività col 1. Gennajo 1881. Lo Statuto, in generale, s'informa alle solite norme e massime che regolano consimili istituzioni di credito fondiario : fu compilato, anzi, colla scorta di quello dell' Istituto di credito fondiario della Slesia. Nella parte che risguarda la concessione dei mutui, esso s'attiene al sistema dei libri fondiari ; però colle disposizioni transitorie aggiunte al capitolo XI, furono ammessi anche i mutui con ipoteca sopra fondi situati in Comuni, dove vigono ancora le Notifiche od i vecchi libri fondali, prescrivendosi al §. 63 delle - norme e cautele speciali da osservarsi in tali casi. Non è luì io posso addentrarmi ^ìell' esame dello Statuto, e nell'esposizione particolareggiata del ta la dojuanda per l'tiTPTStualmente nella Notificazione della Giunta provinciale del 18 Nov^mbp 18^0; N. 558, colla quale fu edotto il pubblici ci* , Ì'4stit«to dava principio alle operazioni col 1 Gennaio a. c., olirono in questo riguardo sufficiente direzione ; semprecchè la parte, che ha bisogno di ricorrere al credito dell'Istituto, $ che non sia pratica di simili operazioni e manchi di cognizioni legali, si rivolga a persona esperta, e, di preferenza, legale, che l'assista nell' istruzione dell'istanza, nella raccolta, cioè, di tutti quei documenti e requisiti che sono necessari a giustificare la domanda stessa. Che se per sua disgrazia si mette o cade nelle mani di uno dei tanti facendieri inetti e. poco coscienziosi, che pur troppo abbondano in provincia, essa va incontro al pericolo di perdere le spese, e di nulla ottenere (come è già avvenuto in molti casi) se anche l'affare, meglio proposto e meglio dimostrato, potesse essere per avventura accettabile. Coloro per tanto, che desiderano l'aprimento di credito dall' Istituto, ricorrano sempre a persona di piena fiducia: ricorrano all'Avvocato od al Notajo: e da questi saranno istruiti sul modo da contenersi, ed in pari tempo potranno essere informati intorno alla stessa convenienza, ed alla probabilità della conclusione geiraitare"—*-*—'—■■ r" • '■'"' ...... - L'Istituto concede mutui esclusivamente in lettere di pegno; è autorizzato però di negoziare le proprie lettere di pegno rilasciate al mutuatario e così que-st' ultimo non ha bisogno di rivolgersi ad altri intermediari per realizzarne il valore, ma verso tenue pro-vigione o relativo sconto ne incassa il valsente dalla Cassa dell'Istituto. D'altronde giusta le condizioni del convegno stabilito tra la Giunta provinciale e la Fjliaje dell'i, r. priv. Stabilimento Austriaco di Credito per Commercio ed Industria in Trieste, che furono già pubblicate, la Filiale si è impegnata d'anticipare sulle lettere di pegno emesse dall'Istituto l'importo di % del loro valore al corso del listino ufficiale di Borsa, esborsando il di più ricavato dalla vendita, dopo realizzata la lettera di pegno. Non vi ha quindi timore che il mutuatario, avute le lettere di pegno, incontri delle difficoltà per realizzarne subito il valore, e poter quindi provvedere agli affari suoi ; egli le potrà realizzare tosto, e con una perdita, ritengo, per ora del 6% circa sul valore nominale, senza altre spese, trattenute o sconti; — condizioni queste vantaggiosissime, trattandosi di im Istituto di primo impianto, e migliori anche di quelle offerte da altri Istituti di mondiale rinomanza, per mutui inferiori a f. 500. Il debito viene ammortizzato mediante annualità in Valuta Austriaca. L'interesse annuo è del 5%>1° stesso, cioè, corrisposto dalle lettere di pegno: la quota d' ammortizzazione importa almeno 1' 1 % sul capitale mutuato: v'è, poi, il contributo di 30/}oo% sul capitale stesso per spese di regia e pel fondo di riserva. Assieme moao coi quaie va estesa e corredai l'ottenimento d'un mutuo. I 46 e 63 dello Statuto, rinoi dunque il 6 e ®°/ioo% all'anno, cioè 63 per mille, da pagarsi in rate semestrali colla scadenza del 1. Gtennajo e 1. Luglio. In cotal modo l'intiero debito si estingue in 36 anni. Si può però affrancarlo a termine più breve, aumentando l' annua quota di ammortizzazione ; cosi pagando p. e. il 7 % all'anno tra interesse e quota di ammortizzazione il debito si estingue in 25 anni, coli'8% iu anni e V21 C°1 9% in 16 anni e '/2. col 13% in IO anni. Il contributo per spese di regia resta sempre il medesimo, cioè 3 per mille. Lo Statuto ammette pure la disdetta dell'intiero capitale 0 di una parte di esso : in quest'ultimo caso però la porzione del capitale da restituirsi deve ascendere per lo meno all' importo corrispondente a dieci successive rate semestrali. Bette di volo queste poche cose, che possono dare un'idea dell'istituzione, la quale, creando e mettendo in circolazione appunto quel capitale di cui viene lamentato in provincia il difetto, non potrà a meno di riuscire feconda d'utili risultati economici, lascio ad altri il giudicare se poi stia nell'interesse del privato d'incontrare un debito coli'Istituto. Osservo soltanto che nello stato attuale del credito in provincia, dove, sorpassandosi anche alle enormità usuratizie dei piccoli prestiti, gli interessi dei capitali intavolati, e con prima ipoteca, salsero pressoché da per tutto all'8% toccando in parecchi luoghi il 12 e più %, le condizioni offerte dall' Istituto sieno senz' altro vantaggiosissime. Ed infatti una persona che contrae un prestito di f. 1000 coli'Istituto, ammesso anche che ne incassi in denaro soli f. 940 0 giù di lì. paga in 36 anni fra capitale, interessi e spese di regia in cifra rotonda f. 2260. Prendendo lo stesso importo di f. 940 altrimenti a mutuo al 6 %i se pur lo trova a questo tasso, colla restituzione del capitale a capo dei 36 anni, pagherà invece f. 2970. E così dicasi pure di un prestito della stessa somma affrancabile in 10 anni; all'Istituto si pagherà complessivamente l'importo di circa f. 1310; nell'altro modo, quello di oltre f. 1500; senza tener conto, poi, della circostanza che la restituzione del capitale in un solo contamento riesce sempre gravosissima, mentre col sistema dell' ammortizzazione graduale essa si fa, ammessa una regolare economia, e buona volontà, assai più facile. L'Istituto vuole però ipoteca sostanziale, tale, cioè, che assicuri in ogni evenienza l'effettiva rifusione dell'importo prestato, ed esige puntualità irremissibile nel pagamento delle rate fissate dal piano di ammortizzazione. La Direzione dell'Istituto, composta per elezione dietàìe degli on. Marchese Giovanni Paolo de Polesini, direttore provvisorio, e Francesco Sbisà di Parenzo, Avvocato Adamo Dr. Mrach di Pisino, e Nicolò Rizzi da Pola, consiglieri d'amministrazione, tenne la sua prima seduta addi 15 Decembre 1880, che fu, si può ; «lire, soltanto preparatoria. E da notarsi che in questa seduta venne accolta la massima, che in luogo del contributo per spese di regia stabilito al §. 27 dello Statuto, ritenuto insufficiente al bisognose di difficile e complicato conteggio, w+.gà pattuito e riscosso dai mutuatari il contributo fisso del 30/ioo% all'anno calcolato sempre sull'im- porto originario del mutuo, riservato alla Giunta prov. di proporre a suo tempo alla Dieta provinciale la modificazione della relativa disposizione dello Statuto. La seconda seduta ebbe luogo li 22 febbraio a. c. Nel frattempo la Giunta provinciale nominava a suo Commissario presso l'Istituto, a tutela dei diritti dei possessori delle lettere di pegno a sensi del §. 7 della legge dell'Impero 24 Aprile 1874, l'assessore provinciale Avvocato Dr. Giovanni Canciani, ed otteneva pure la quotazione delle lettere di pegno alle Borse di Vienna e di Trieste. Nella Seduta dei 22 febbrajo, vari e non di lieve importanza furono gli argomenti trattati dalla Direzione. Fu stabilito che nelle prime operazioni, e fino a tanto che le lettere di pegno non abbiano ottenuto alla Borsa un prezzo fermo e pienamente conveniente, venga di regola e salvi casi eccezionali, imposto per condizione alla parte, cui viene concesso il mutuo, di dovere realizzare l'importo delle lettere di pegno mediante lo stesso Istituto mutuante, che s'incaricherà della vendita, sia acquistandole per proprio conto, sia provvedendo in altro modo d' accordo colla filiale dello Stabilimento austriaco di credito per Commercio ed Industria in Trieste, verso modica provvigione da convenirsi: — e ciò allo scopo di impedire che la parte, inesperta, sia tratta per avventura a vendere le lettere di pegno ricevute a vile prezzo, con discapito proprio, efors'anche con iscredito dell'Istituto, da cui furono emesse. Vennero poi approvati i vari regolamenti di gestione interna, e quelli della Contabilità e Cassa dell'Istituto. Relativamente all'assicurazione pel caso d'incendio dei caseggiati offerti in ipoteca, fu deliberato di doversi esigere dal mutuatario la prova della toccata assicurazione antecipata per 5 anni almeno, presso una società di aggradimento della Direzione, salvi i casi di assicurazione in corso. L'Istituto di credito fondiario potrà pure assumersi l'incarico di assicurare i caseggiati contro i danni del fuoco presso una solida bene nota Compagnia assicuratrice per conto e nome della parte, trattenendosi le spese e l'importo del premio, almeno per i primi 5 anni, sulla somma del mutuo. Si discusse e si approvò Ylstruzione per i periti e fiduciari delegati dalla Direzione dell'Istituto, di concerto colla Giunta provinciale, all' assunzione di rilievi commissionali d'estimo ; oggetto questo di specialissima importanza, avvegnaché la stima dei fondi sia necessariamente la base di ogni mutuo ipotecario, e non soltanto per la determinazione del valore, ma altresì per la constatazione e identificazione delle singole realità. E vero che lo Statuto stabilisce di regola come valore delle realità campestri, e dei caseggiati soggetti all' imposta per classi; la rendita netta catastrale, elevata a capitale in ragione del 5 %• Senonchè nel maggior numero dei casi questo dato non può servire che quale termine di confronto, in quantochè il prodotto che se ne ricava è notoriamente inferiore al valore effettivo e commerciabile. La discussione sull'Istruzione per i periti diede occasione alla Direzione di occuparsi del quesito, se, e quale valore sia da attribuirsi alle viti, in vista della temuta invasione fillosserica. Dopo lunga ed esauriente pertrattazione fu deliberato in massima, di avere debito riguardo nella valutazione delle ipoteche che verranno offerte a cauzione di mutui sopra vigne ed arativi vitati, alla possibile diminuzione di valore in conseguenza d'una avvenibile invasione fillosserica delle medesime. Furono, poscia, nominati i periti in 11 distretti giudiziari della provincia ; e precisamente pel distretto di Capodistria, i Signori: Francesco de Ilin, Pietro Franco e Nicolò de Baseggio; — per Pirano, i Signori: Giuseppe Moso e Tomaso Fonda ; — per Buje, il Signor Domenico Cimador; — per Montona, i Signori: Giacinto Declich ed Angelo Sirotich ; — per Pisino, i Signori: Antonio Covaz, Giovanni Sartori, da Pisino, ed Antonio Francesco Benedetti d'Antignana; — per Pola, il Signor Giovanni Mattiassi ; — per Dignano, il Signor Michele Toffetti ; — per Rovigno. i Signori: Giov. Battista Albanese da Rovigno ed Angelo Mitton da Valle ; — per Parenzo, il Signor Pietro Albanese ; — per Cherso, i Signori : Giusto Dr. de Petris, e Marco Carvin ; — e por Lussinpiccolo, il Signor Alessandro Comandich. La Giunta provinciale ha già approvato queste nomine, che furono portate a conoscenza del pubblico mediante le singole Podesterie. Riguardo agli altri distretti, furono richieste le necessarie informazioni, e le nomine seguiranno probabilmente nella prossima seduta. La Direzione si è, infine, occupata dell' esame e decisione di 39 domande per concessione di mutui. Di queste ne ha respinte 29, per irregolarità e manifesta insufficienza d'ipoteca : ne ha accolta una per l'importo di f. 1500 sopra una casa, e restituite 9 affinchè a cura della parte vengano assunte le stime secondo la nuova Istruzione, coli' intervento d' uno dei periti scelti dalla Direzione nel rispettivo distretto giudiziario. Dopo la seduta, e fino ad oggi furono presentate altre 19 istanze per mutuo; così che dal 1. Gennajo a. c. esse ascendono in complesso a N. 58, per un capitale di f. 64,560 — e si dividono per distretti come segue: dal distretto di Veglia istanze 41 per f. 19,400, da quello di Pisino 11, per f. 29,360, da quello di Parenzo 2 per f. 4,700, ili Buje 1 per fior. 700, di Pirano 1 per f. 5,600, di Pola 1 per f. 4,000, di Capodistria 1 per f. 1,400. È da attendersi che nella prossima seduta verranno fatti degli affari, e per importi non indifferenti. E con questi pochi dati statistici ho finito per oggi ; contento se colla mia relazione (tratta nella parte che risguarda i deliberati della Direzione dai protocolli di seduta gentilmente favoritimi dalla Direzione stessa): ho saputo corrispondere sufficientemente ai tuoi desideri, ed in parte anche alla legittima curiosità dei lettori della Provincia. G. D.r fi. Fr-u.tticolt-u.ra. Il Comizio agrario di Verona ha invitato l'egregio professore Amedeo Genesy, specialista in fatto di frutticoltura, a portarsi a Verona per dare un corso di lezioni teorico-pratiche intorno ai metodi di frutticoltura. Le conferenze ebbero principio il 2 Marzo, con grandissimo concorso di colto uditorio, nella Sala del palazzo della Gran Guardia vecchia. Le colline di Verona per molte condizioni e di suolo e di clima si possono confrontare alle nostre di arenaria. Quella industre popolazione ne ha saputo approfittare e progredisce ogni giorno, con la coltivazione degli alberi da frutto, specialmente dopo l'apertura della ferrovia del Brennero. Facciamo conoscere queste cose ai nostri comprovinciali per muoverli a seguire l'esempio dei Veronesi e tentare la grande coltura degli alberi da frutto, tanto consigliata dalla natura delle nostre terre, del nostro clima, e favorita dalla comoda possibilità di spedire oltralpi i nostri prodotti. La stazione pomologica di Parenzo ed il vivajo succursale di Pisino, offrono scelte qualità di alberi da frutto. Facciamo voti che l'Istituto provinciale possa offrire in seguito anche un' istruzione pratica sui sistemi di potatura quasi affatto ignorati nella nostra provincia, e spiani così la via a migliorare le condizioni agricole dell'Istria. Se non faremo presto, troveremo sempre più forte la concorrenza degli altri paesi piii solleciti e più industriosi del nostro, i quali già a quest'ora hanno sparso per tutti i mercati della Germania i loro prodotti pregevolissimi. SAN VINCENZO IN PRATO E LE BASILICHE ISTRIANE J)____ Chi vuol vedere come si murasse nella prima metà del secolo V, visiti Santa Maria, ossia (lo ripetiamo per amor di chiarezza) l'attuale navata del Sacramento in San Giusto. Quelle colonne sfidano da millecinquecento anni circa le ire del tempo, hanno resistito alle scosse dei cannoni del vicino castello ed hanno veduto passare tante generazioni e sfilare tanti cortei di vescovi, di principi, di magistrati. La sveltezza del fusto, l'eleganza del capitello, l'arco voltato immediatamente sulla colonna sono tutti buoni indizi per giudicare dell' antichità della basilica, immune dall'influenza bizantina1). E più di tutto ne fa fede il prezioso mosaico tuttora esistente nell'abside che già fu dell'altare maggiore. L'ho descritto altra volta: aggiungerò qualche cosa a schiarimento2). Nel mezzo si vede la vergine sedente in trono, vestita di ricchissimo drappo di color celeste col putto in grembo coperto di veste d' oro. Nessuna traccia di ovale o di altra divisione che separi la figura principale dagli accessori. Entrambi hanno il nimbo *) Continuazione; v. N. 4, 5. e 6. ') L' arco voltato sulla colonna è indizio di decadimento dell'arte, dicono i puristi; ma è decadimento di vecchia data. Uno de' più antichi esempi è il cortile del palazzo di Diocleziano a Spalato. Con questo sistema si saranno alzate anche le basiliche civili degli ultimi tempi dell' Impero ; e in generale un tale artifizio si sarà usato per dare maggior spazio e luce all'edificio. Gli architetti sono oggi convinti della convenienza di questo modo di murare i portici. Così pure il Mengoni alzò i portici della nuova piazza del Duomo a Milano. Gli archi però posano sui dadi, i eapitelli vi sono pesanti, e le colonne tozze. J) Nella Storia dell'arte cristiana nell'Istria Porta Orientale. Anno terzo. in capo; e ili quello della vergine leggesi un motto caratteristico assai rilevante come vedremo subito: M -E 0 T (M-fjnjp Qsoò) (Madre di Dio). Due angeli le ' stanno ai lati in adorazione: San Michele di qua, | San Gabriele di là cou le scritte S M . . . . CHAEL S C S GA . . . Nella fascia orizzontale che gira nell'emiciclo leggesi la seguente iscrizione: DIGNA . COLI REGINA. POLI FAMULI TUI . . . 0 . . . INOB . . . S . . . NOLI t TE PRESTOLANTIS . COETUS . MISERE RE ROGANTIS. Nello scompartimento inferiore si veggono raffigurati i dodici apostoli e in mezzo una palma, simbolo del giusto, secondo il detto biblico — Il giusto fiorirà come la palma; sarà esaltato come il cedro del Libano. Ed ora giova rammentare al lettore, come nel 431 si tenesse in Efeso un concilio generale per condannare l'eresia di Nestorio. che, sottilizzando in questione I teologiche, negava alla Vergine il titolo di Madre di Dio. n popolo offeso nelle sue care e poetiche credenze, radunato nella piazza di Efeso aspettava con ansietà il giudizio dei vescovi. Quando ecco ad ora tarda si dischiudono le porte della basilica ed appare un messo. È un momento solenne, succede un profondo silenzio ; il messo pronunzia la condanna dell' eresia : Maria è Madre di Dio. Il popolo solleva un grido di gioia, s'illuminano le strade: tutti ripetono il motto Mrpjp 0soò. Ciò premesso si può senza alcun dubbio asserire che la basilica di Santa Maria a Trieste sorse dopo il concilio di Efeso, quale un monumento della fede de' cristiani a quei tempi. Il descritto mosaico infatti dimostra che l'intento principale dell'artista fu l'apoteosi della Vergine. L'arcangelo Gabriele da un lato che prima la salutò con le parole — Ave, Maria, grafia piena; l'arcangelo Michele dall'altro, l'arcangelo Michele, si noti bene, il vincitore del dragone, dell'eresia, e più di tutto la greca scritta non già attestante l'influenza bizantina, ma espressione di un motto divenuto popolare e di un articolo definito di fede, dimostrano senza alcun dubbio che 1' opera fu alzata in conseguenza dell'entusiasmo suscitato nel concilio di Efeso; nella prima metà adunque del secolo V; intorno al 440. Oltre a questa ragione (non prima che io mi sappia riferita) sono altre ragioni che inducono a credere appartenere il mosaico al secolo V. Le figure sono tutte vestite alla romana; nè mostrano quella secchezza di forme e negligenza del disegno che distinguono i dipinti dell' epoca posteriore. Le pieghe sono gettate riccamente e con qualche studio di verità. I restauratori di San Vincenzo in Prato troveranno nel descritto mosaico un perfetto esemplare del disegno da eseguirsi nel catino dell'abside; toglieranno perciò ogni vestigio dell'ovale, astenendosi da secchezze e simboli e immagini d'altri tempi e d'altre scuole con cui troppo di sovente si crede oggi di poter riprodurre l'antico. (Continua) P. T. Cose vecchie istriane (SECOLO xvni). Capitoli berneschi di Nicolò del Bello. — Detti di G-iovanni Battista Manzini. Nel primo lavoro descrive l'autore in quattro capitoli un'escursione fatta per dovere d'ufficio in com- pagnia di tre amici capodistriani nella parte montana dell'Istria. Essi visitano Muggia Vecchia, Carisana, Ospo, Gabrovizza, Rosariol, Popecchio, Xaxid, Pin-guente, Rozzo, Dane, il Monte Maggiore, Lanischie, Bergodaz, Colmo, Draguch e Grimalda. Ognuno di questi luoghi è descritto dal del Bello con briosa snellezza, con satira fina, arguta, piccante; doti queste che sono proprie della poesia giocosa, e che meriterebbero allo scrittore dei capitoli di essere noverato come non indegno seguace di quel celebre umorista toscano che fu Francesco Berni (1490-1536). Nicolò del Bello, gentiluomo di Capodistria, venuto adolescente da Livorno, sua terra natale, visse in sullo scorcio del secolo XVIII e nel principio del XIX. Egli ebbe nella nostra provincia fama popolare di poeta lepidissimo ; onore non piccolo per un paese, che vantava ormai ingegni sì distinti, da meritarsi l'ammirazione dei connazionali e degli stranieri. Col semplice titolo di detti, Giovanni Battista Manzini, gentiluomo della nostra città, raccoglieva alcune serque di massime, o come altri direbbero di pensieri, le quali dimostrano nell' autore perfetta conoscenza della morale filosofia e profonda coltura nella storia. La raccolta del Manzini, conservata autografa e inedita, non è copiosa, ma accenna nel suo titolo ad una continuazione, che forse oggi sarà smarrita, ma che un tempo sarà stata depositata nell' or' soppressa Accademia dei Risorti, presso la quale si conservavano i manoscritti scientifici e letterarii dei consoci. I detti suaccennati, racchiudono bellissimi concetti riguardanti l'anima, 1' amore, l'immortalità, la giustizia la bellezza, la ricchezza ecc. ecc. e sono intramezzati da opportuni esempi, tratti dalla mitologìa e dalla storia. II Manzini nato a Capodistria alla fine del secolo XVII, visse gran parte del secolo XVIII. Fu riputato capitano-ingegnere per la Repubblica di Venezia, e di lui furono lodatissime le opere di architettura militare erette in provincia, in Dalmazia e in Levante. Cittadino operoso, e de' più stimati, coperse in patria le cariche più distinte ; membro dell'Accademia dei Risorti (la cui sede era nell'odierno teatrino sociale) lesse con plauso parecchie dissertazioni di svariato argomento, tra, cui primeggiavano quelle della sua nobile professione. Capodistria ha del Manzini la strada che la congiunge al continente, e il parapetto che la difende dai venti nord-nord-est. Il nostro concittadino, benché al dire dello Stan-covich, fosse sempre cagionevole di salute, visse quasi centenario, essendo nato nel 1695 e morto nel 1788. T. ITotizie Negli atti uffiziali dell'„Osservatore Triestino" del 26 Marzo N. 68, troviamo una Notificazione del 16 Marzo, dell'I. R. direzione di finanza in Trieste, con la quale si rende noto a proposito dei reclami contro la nuova imposta fondiaria, che i singoli sbagli nella indicazione del possesso sono da indicarsi semplicemente dai Comuni stessi o dalle parti censite all'I. R. Ufficio Steurale, senza aspettare reclamazioni formali. Gli egregi signori G. B. Sellati e P. A, Saccardo, hanno comunicato (seduta 27 febbraio 1881) al R. Istituto Veneto di scienze, lettere ed arti, del quale sono socj, una memoria sulle ricerche da essi fatte sopra rigonfiamenti rinvenuti sulle radici di alcune viti europee del Feltrino (Alano di Piave), i quali giustamente destarono l'allarme del proprietario e nei delegati fillosserici di colà. Riservandosi gli egregi autori di presentare analoga relazione al R. Istituto, intanto concludono : Ì. I rigonfiamenti radicali delle viti esaminate sono dovuti ad un venne nematode, microscopico, detto Anguiìlola radicicola Greef. 2. Questo verme trovato già sulle radici di piante diverse, per quanto al genere Vitis, non fu segnalato finora che su quelle di un solo ceppo americano di Vitis Lambrusca (Isabella o Fragola) nei dintorni di Napoli (Vedi G. Licopoli: Le Galle nella Flora Napolitana, 1877). 3. Ne consegue adunque che possono effettivamente darsi rigonfiamenti sulla radice di vite europea senza fillossera, prodotti invece da anguillole assai meno nocive; e che perciò nella pratica sarà sempre prudente nei sospetti di invasione fillosserica ricorrere al sussidio del microscopio. Cose locali Il giorno 25 Marzo ebbe luogo l'assemblea generale di questa società di mutuo soccorso fra gli artieri ed operai per la chiusa dell' undecimo anno amministrativo 1880. Furono approvati i conti consuntivi e preventivi, ed eletti due consiglieri e tre revisori. La società ha distribuiti nell'anno 1880 fior. 1490.72 per sussidi di malattia a 59 soci con 1521 giornate; per cui sopra 237 soci contribuenti ammalarono 26.1 l°l0 con giornate 25. 78 di malattia per ogni ammalato. Furono introitati fior. 2305.OS di contribuzioni settimanali, e fior. 422.50 d'interessi fruttati dalla sostanza sociale, che alla fine dell'anno sommava a fior. 11560.64 ; dei quali 334.52 costituivano la facoltà mobile, sulla quale ogni annosi detrae il 4°|0 per deperimento ; fior. 94.30 il fondo Bandiera; fior. 126.42 il fondo Vedove e Pupilli; il rimanente è collocato in cartelle di rendita dello Stato, mutui con ipoteca, depositi alla Cassa di Risparmio ed alla Banca Commerciale Triestina. I risparmi capitalizzati nel 1880 sommarono a fior. 843.88. Durante l'anno la Direzione ha potuto istituire la sezione femminile della Società; ha fatto le pratiche presso il locale Municipio per la istituzione di una scuola pro- fessionale ; ed ha promosso la fondazione di una Banca Mutua Popolare. Sappiamo poi, che la Direzione sta elaborando un progetto di regolamento per le pensioni, essendo stabilito nello Statuto che i soci nel sessantesimo anno d'età cessino dal dovere dei contributi settimanali, ed in caso di constatata inabilità al lavoro, percepiscano un sussidio di pensione in relazione al periodo di loro entrata in Società ed ai fondi disponibili. 7—--------------- --------------------- ^ Appunti bibliografici y\ Laura. Caro Nido. Milano, Brigola 1881. La letteratura femminile è in rialzo. Ai nomi già noti della Percoto, della Codemo, della Cecchetti. della Morandi ecc. ecc., ogni anno se ne aggiungono di nuovi: la Vertua e la Visconti Viani che scrivono con garbo pei fanciulli: la Guidi valente e feconda scrittrice, la simpatica Sofia Albini, la Torelli Viollier, nel mondo letterario Marchesa Colombi che ha ricca tavolozza e ingegno molto che non la farà, speriamo, trascendere come in qualche pagina del suo racconto — In risaja; la Guidi, la Scopoli Blasi e molte altre. Ultima in ordine di tempo Laura che esordì col Caro Nodo, e-col Caro Nido che ne è una legittima conseguenza. L'argomento fu già trattato da scrittori e scrittrici contemporanei: — Belgiojoso — La nostra casa. Guidi — Ho una casa mia; e questa ripetizione del tema è buon segno, « dimostra come in Italia si pensi a riformare la famiglia. Se non ffhe ho qnatcfte MtOTlMiZTQ pél' Credere che sotto il pseudonimo di Laura si nasconda un Francesco, un Giovannino qualunque: un uomo. Anche questa è una bizzarria, e può avere le sue buone ragioni. Il nostro Kandler pure ha scritto un libro col nome di Teresa Bandelli. Che donnone! Ho tirato in campo il nostro Piero e la T efesina; perchè la signora Laura de quo potrebbe anche essere la buona compagna di uno scrittore colto ed indefesso, nato da padre istriano, scrittore fecondissimo che tutti conosciamo. Ho parlato chiaro mi pare. Lo scrittore di questo libro per delicatezza di sentimento, per modi gentili, placidità di carattere e vivezza di fantasia può sostenere benissimo le parti di un pseudonimo femminile. Se non che una signora, molto addentro nei misteri del cuore, mi va susurrando con un sorrisetto che qua e là sparisce la mamma e scatta il babbo: un babbo indulgente, pietoso, come nel capitolo: — Troppi mobili-, e talvolta il professore, l'erudito che ha fatto raccolta di proverbi, di motti popolari, e ne ha già messo insieme qualche buon libro. E poi, e poi, ecco qui. Commentando il proverbio sgarbato —f Le donne hanno l'anima attaccata al corpo con la colla- cevvona, liti; non-più lei. seappa a dire: di grazia anche af me un po' di colla cervona. Ci è cascato. In ogni modo, qualunque ne sia l'autoro^J. libro si legge con piacere dopo le prime pagine,. superato un certo senso di sorpresa per un fare un pò' incerto, a sbalzi e con qualche divagazione. Tali i capitoli: I proverbi, L'amor conjugale (con quei versi non si' sa da qual parte piovuti) —r- Nella via — che a tirarlo all'argomento c'è a sudare, Iu queste pagine il libro arieggia la rapsodia, e sembra messo insieme nelle ore bruciate da uno che ha cento altre cose sulle braccia: il filo che unisce tanti cari episodi c' è sempre, ma tanto sottile, e si teme che il bel librettino azzurro ci resti in mano sfogliato. Niente paura, avanti; ci penserà il legatore di libri. I capitoli: Scarpettine. Un caso di coscienza, Tramonti, sono bozzetti bellissimi, ci fanno pensare ed amare: lo scopo del libro è raggiunto. Cause ed effetti e Felicità inedita sono come due mazzettini di fiori bizzarri disposti in due vasi di stile chinese. Nei Tramonti poi uno studio intimo numero uno, e un' arte non 'comune di colorire e di raccontare con quell' artifizio tutto moderno dei sotto intesi, e di far noto 1' antefatto per via di accidenti secondari e dialoghi senza quella noja dell'or si ha a sapere, tornando addietro un passo e il lettor si rammenterà; e tocca via. Certo ai lettori di tarda minerva questi artifizi arruffano la matassa. Io li lascio dire e consiglio loro la lettura dei Reali di Francia e dei Fioretti che sono poi anche buoni testi di lingua. Da tutto il libro poi spira un'aura di poesia; lo stile è il riflesso d'una gentilezza e bontà d'animo che innamorano; ne esce quindi una morale sana, spigliata, alla mano : la morale dalle tegole in giù che tanto oggi ci 'piace e raggiunge lo scopo; risto che quell'altra dalle tegole in su nessuno la sa più insegnare. E non faccio eccezioni neppure per la massima: „Gioire ecco la saggezza,far gioire eccola virtù." Non sarà la morale buona perle grandi occasioni, pei difficili passi della vita, nella furia di iìii temporale, quando si è proprio sforzati a guardare più in su del tetto, per vedere se il sereno rompe alla montagna ; ma la morale d'ogni giorno e d'ogni ora che ci conforta a soffrire con pazienza, a sopportare con giocondità le piccole miserie della vita. E poi, ecco, sentiamo l'autore. — „Vi confesso che questa massima mi è sempre piaciuta, ed ho cercato di applicarla allà mia vita. Non ha nulla di austero, di monastico, di triste. Anzi! Rassomiglia ad una fresca risata, ad un giocondo gorgheggio, a qualche cosà di allegro e di I festoso ; ma questa nota lieta ha pure il suo significato profondo, il suo consiglio amabile e gentile. Insomma i vi dice di essere felici e di far felici anche gli altri, ài non scompagnare queste due felicità che devono sempre andare unite, di fuggire 1' egoismo come il nemico d'ogni bene. È una morale facile, sicura, fidata, ! che vi invita al piacere, ma al più fine, al più delicato, al più soave che ci sia sulla terra, quel piacere intimo che ci riempie tutto il cuore e ci fa benedire l'esistenza. Gioire è più che godere. Soltanto le anime nobili, le mie gentili lettrici comprese, vogliono e sanno gioire. Ci vuole del talento, una giusta intelligenza e previdenza delle cose, una natura tenera, compassionevole, amante, per salire fino al godimento." (pag. 233) Per salire fino alla gioja si avrebbe potuto dire con maggior proprietà. E qui siamo da capo con questa benedetta questione della lingua. La quale nel Caro Nido è facile, sciolta, lingua da conversazione famigliare. L'autore si lascia andare a tutte le amabili spigliatezze dell'uso. Le signorine gli fanno colpo (pag. 7) e poi di subito è colpito (pag. 9) e via con questi colpetti. Poi la si- gnorina è piena di attenzioni per lui (pag. 8) e lui aspetta di farsi una posizione: ce n'è abbastanza per farsi fulminare dal Cerquetti, il nuovo Eliseo che ha raccolto il palandrano d'Elia Fanfani salito al cielo su di un carro di fuoco. Ma badiamo ve'; che la lingua scritta abbia ad imitare la spigliatezza della parlata, siamo d'accordo ; la parola scritta è però sempre parola meditata, e vuole una cura maggiore. Tutti questi modi sono ammessi dal Novq Vocabolario; ma come il Novo Vocabolario ha perduto il dittongo non vorrei che la lingua insieme col dittongo uo perdesse robustezza e varietà4). Rimane pòi sempre la questione della convenienza. I Toscani col Fanfani in capite, ci hanno riempiuto i vocabolari colle loro locuzioni volgari; ma a chi le adopera, anche quando tornano opportune, i Toscani stessi danno dello sciatto e peggio. Anche sull' uso del ci avrei qualche appunto ; come a p. 68 si calcola si prova, e ci si accomoda alla meglio, che mi fa l'effetto d'una zanzara nell'orecchio. Dice bene il D'Ovidio — Alcuni Manzoniani par che cadano ormai in una nuova specie di pedanteria, imponendosi di sgrammaticare a tutto pasto, anche quando non ve n'è alcun bisogno......La naturalezza è la condizione indispensabile d'ogni bellezza di stile, non si può negare; ma ad uno scrittore e ad un lettore letterariamente bene educati, il rispetto della grammatica è pur estso una cosa naturale.2) Stringiamo i conti. Di questo caro libretto ci sono delle pagine che si rileggono con piacere; e sotto alle quali come nei Tramonti, anche qualche gran barbassoro potrebbe apporci il suo bravo — Vidit Ferrer. Gli sposi, le mammine, che non sanno più a qual santo votarsi in questa bisogna dei libri, lo comprino pure ad occhi chiusi e lo regalino alle spose, alle figlie; il Ser Appuntino della "Provincia, ci ha apposto anche lui il — Vidit Ferrer. T. P. Emigrati — studio e racconto di A. Murazzi. Crema, tip. C. Cazzamalli, '1881. L'egregio amico nostro A. Marezzi, già viceconsole italiano a Trieste, reduce non è molto ') Francesco d'Ovidio. La lingua dei Promessi Sposi nella prima e nella seconda edizione. Napoli. Morano 1880. Ne parleremo. 2) l'oìdi è qui cade in acconcio trascrivo un sonetto inedito che trovo fra le mie carte. I sonetti sono veramente tre; questo sarà già troppo. Baruffe chiozzotte (hi ferrovia tfa 'Lodi e Cremona). ' > n. Manzoniano. — Noi dunque si diceva . . Stecchettiano. — — Oh ! son qui loro Col si, col vai coi toni e il coca novo , m ■ Manz. — Che ci trova a ridir? Egli è un tesoro Popolare dell'Arno. Stecc. — E lo riprovo. Eunuchi, del sermon nostro sonoro Lasciatemi i dittonghi onde mi giovo A più maschio parlar, a quel decoro Che tra le ciane e i beceri non trovo. -.. (f "1 uj'M JIPMKH O'UIJUÌ I 7U A Manz. — La piglia calda, e dicano, carini, La bella moda dove- 1' han pescata Di scriver, versi che pajon singhiozzi, -7'M) .ottmtvwno^Tft ntau..oMfrws'mtnV) \\> j^h Lunghi sarnacchi di maghi sabini Senza punte maiuscole ? — Gelata _ Birra, paste, stazion Cavatigozzi. dall'America, ha di recente pubblicato una serie di studi su quelle regioni, riflettenti in ispecialità la natura, i prodotti e 1' organizzazione sociale e politica dell'Argentina e del Brasile; nonché la natura e i costumi delle diverse razze umane che concorsero e concorrono a formare la popolazione di quelle vastissime contrade. L' autore in quest'opera si valse di un mezzo non ancora tentato ; egli ha ornato la parte scientifica con un romanzo storico, nel quale vengono narrati i casi dell'emigrazione italiana nell' Argentina e nel Brasile dal 1871 al 1877; matenendosi strettamente nel campo della storia, della possibilità, della vita reale, per cui il suo racconto, a differenza del metodo tenuto da altri, riesce più naturale, più casalingo, meglio rispondente al carattere nazionale italiano. L' opera dell'egregio Marazzi si divide in 3 volumi ed è in vendita presso tutti i principali librai d'Italia al prezzo di fr. 11. Pubblicazioni Presso la tipografia di Spiridione Artale in Zara si trova in vendita la Guida per la compilazione, rilievo, disamina e decisione delle proteste e querele contro i risultati della regolazione dell'imposta fondiaria, pubblicata per cura di A. Tonelli, geometra. Costa f. 1.10, e si spedisce franca di porto dopo ricevuto il denaro. Il Bollettino Agrario della Dalmazia la raccomanda caldamente. _ La lotta contro la fillossera; Parenzo, tipografia Coana, 1881. Relazione sulla comparsa della fillossera in Austria; Parenzo, tipografia Coana, 1881. Queste due pubblicazioui furono di recente fatte tradurre dal tedesco per cura della Giunta provinciale. _ L'art vénitien ancien et moderne. Sotto questo titolo l'editore F. Ongania pubblicherà a Venezia un'opera d'arte, di cui la prima serie sarà: Carpaccio a Venise, etude de P. G. Mol-menti, reproduction par C. Iacobi. L'Eco del popolo, periodico che sorte a Trieste il 1 e il 19 d'ogni mese. L'educatore del popolo, periodico napoletano lettera-rio-scientifico mensile, diretto da F. Gravisi istriano. Vita di Gianrinaldo Carli capodistriano, dettata da Giammaria Mazzucchelli, trascritta dalle CAPODISTRIA Tipografia di Carlo Priora. schede vaticane da Salomone Morpurgo istriano^ — Questa vita pubblicata prima nell'„Archeo| grafo triestino di quest'anno, fascicolo di febbraio] ora molto opportunatamente la va ripubblicando L'Unione, cronaca capodistriana; compiendo! così un'opera patriottica dovuta alla memoria del grande istriano, che fu salutato pel Varrone della sua età. Rettifiche Nel N. 6 pag. 41 invece di congiungi .... coniugi » v 42 „ Unione Austriaca Unione Ausiliari v r 47 » raffazunamento . raffazzonamento » » 48 „ diadetti.....dialetti Opuscoli istriani in vendita Presso la redazione della Provincia dell'Istria si trovano in vendita i seguenti opuscoli: Note sopra i CasteUieri o Rovine Preistoriche della penisola istriana, del capitano E. F. Burton, vice-presidente della Società Antropologica di Londra e console di S. M. Britannica in Trieste. — Prima versione dall'inglese di Medina Gravisi Madonizza. — Capodistria, Stabilimento tipografico B. Appolonio 1877. Prezzo soldi 45. Sui dialetti dell'Istria. Studi e Memorie di Tomaso Luciani. — Capodistria, Stabilimento Tip. B. Appolonio 1876. Prezzo soldi 25. Del decadimento dell' Istria, articolo pubblicato nel periodico „La Provincia dell'Istria" da; Paolo Tedeschi, professore di belle lettere e di' Pedagogia nella Scuola Normale femminile