Jlcl noòlàu fólla ORGANO DELL'UNIONE ANTIFASCISTA ITALO-SLAVA PER IL CIRCONDARIO DELL* ISTRIA La popolati celebrai la sua dépisì Vedificazio Popo rio Istriano, riconferma ttare per epubblica slava Direzione - Redazione - Ammin. Via Santorio 22 - Capodistria tei. 170 ANNO IV. No. 218 Capodistria. Mercoledì, 28 novembre 1951 5 Din. - 15 LIRE ABBONAMENTI: T. L. T. Zona Jugoslava e nella R. F. P. J. Anno din. 250.— sera, din 130.— GLORIOSO CAMMINO DEI NOSTRI POPOLI 29 novembre 1943! Son passati otto anni e sembra ieri Una epoca così breve nella vita dell’uomo, un puntino insignificante nel lungo cammino della storia. Eppure quanti risultati! Quel primo germe di vita nuova, sbocciato dal suolo irrorato dal sangue di centinaia di migliaia dei figli migliori dei nostri popoli, aveva solide radici e si è sviluppato rapidamente. Nè le bufere d’odio e le minaccie di violenza, nè gli intrighi e le pressioni di ogni genere Iranno potuto arrestare l’imponente cammino ascendente di questa nostra nuova realtà che si chiama Rivoluzione proletaria dei popoli jugoslavi. Oggi il nostro popolo lavoratore, depasti per un istante gli arnesi di lavoro, ammira giubilante d’entusiasmo il successa della propria opera. cruenta contro tante ostilità di cose e di foiwi£7erN dioica Otto anni son pochi nella vita i successi sono enormi perchè p cresciuta e si è temprata nella del Partilo Comunista della Jugoslavia. Quando i 240 delegati della II sessione dell’AVNOJ, il ione, ma orazione la guida procla-passato lssì duello che di fucile dell’insur- 29 novembre 1943, a nome di lutti nrarono al cospetto del mondo et di oppressione e di sfruttamento! minanti era finito, sancivano anche ^ di fatto era già il giorno quandoj aveva rintronato sul suolo jugoslavo, segnale rezione popolare. Il 29 novembre 1943 fu confermato, anche dal punto di vista giuridico, quello che i nostri popoli avevano edificato nella lotta sulle macerie del vecchio stato, che la monarchia e le classi dominanti jugoslave avevano condotto alla rovina. Mentre imperversava la lotta più cruenta .che la storia ricordi, il popolo lavoratore aveva edificato, sulle rovine del vecchio, il nuovo potere nella fornita dei comitati popolari, che, nella sua essenza, signi-ucdva dittatura del proletariato. L’AVNOJ stesso veniva proclamato il massimo organo legislativo ed esecutivo del nuovo potere. Il 29 novembre 1943 venne sancito per sempre al cospetto di tutto il mondo il desiderio espresso dai popoli jugoslavi durante la lotta di vivere indissolubilmente uniti in uno stato nuovo a forma federativa. Con le dichiarazioni dell’AVNOJ del 29 novembre 1943 fu per sempre liquidato ogni rapporto dei governi marionetta di Pavelič, Nedič e Rupnik con i nostri popoli e fu tolto ogni diritto di rappresentare la Jugoslavia al governo monarchico in esilio. Le storiche decisioni dell’AVNOJ non furono il risultato di compromessi fra i partiti politici, o arbitrarie deliberazioni al tavolino verde, ma scaturivano dalla profonda e concreta realtà che in Jugoslavia era venuta a crearsi nel corso della lotta che i popoli combattevano sotto le bandiere di Tito. La repubblica popolare era nata sui campi di battaglia. Il mondo dovette riconoscere questa palmare realtà. Oggi non possiamo non sorridere ripensando che allora i più indecisi ed ostili alle deliberazioni dell’AVNOJ a Jajce furono proprio i luminari di Mosca. Essi parlarono allora di pugnale alla schiena, ma l’impugnatura di quel pugnale era nelle loro mani. Erano essi che volevano soffocare, sin dalla nascita questo nuovo stato socialista che con irresistibile prepotenza affermava la propria volontà di vivere libero ed indipendente, mentre nei piani di Mosca doveva servire da moneta di scambio nei mercanteggiamenti con gli imperialisti occidentali. Se almeno la lezione di allora avesse giovato loro nella politica successiva verso gli altri paesi!, Come in un assioma matematico, logico, si è sviluppata ulteriormente la storia dei nostri popoli. Venne la li-berazione, la . vittoria. In un altro 29 novembre, esattamente due anni dopo, è stata solennemente proclamata quella che era già una realtà: la repubblica. Oggi, rievocando questo passato recente, il nostro popola lavoratore sente il legittimo orgoglio di aver dato il proprio contributo a questa grande causa. Per noi non ci fu un attimo di indecisione. Quando il Partito Comunista della Jugoslavia lanciò l’appello dell’insurrezione, il popolo lavoratore della nostra regione senti che era giunta l’ora anche della sua riscossa. E non solo gli Sloveni ed i Croati insorsero e si unirono ai fratelli, che per vent’anni un ingiusto confine teneva separati, ma insorgemmo anche noi Italiani dell’Istria, di Trieste e di Monfaleone, perchè il nostro istinto proletario ci indicava l’unica via giusta e possibile per realizzare tutte le aspirazioni di libertà e di giustizia sociale. Con il sangue sparso nella lotta comune si cementò per sempre la fratellanza dei nostri popoli che nessuno potrà distruggere. Questo 29 novembre ci riporta più che mai ai giorni eroici di otto anni addietro. Come allora i lavoratori dei nostri due distretti riaffermano nuovamente la volontà di vivere per sempre indissolubilmente uniti ai frar temi popoli della Jugoslavia. La proclamazione dell’unità territoriale rimane solo un atto formale che, presto o tardi, verrà a sancire ciò che di fatto già esiste dal 1943. Perchè la nostra vita, la nostra esistenza tutta, non è concepibile se non nell’unione al resto della Jugoslavia. Senza la Jugoslavia, senza il continuo aiuto materiale e l’appoggio morale dei popoli jugoslavi, per noi non esiste; possibilità di sviluppo ed ascesa. Tutte le conquisale jugoslave sono nostre conquiste, l’indipendenza e la so vranità dei popoli della Jugoslavia, la loro lotta contro i nemici che la vogliono sottomettere, è anche la nostra: lotta. Se oggi il nostro Potere popolare continua la sua logica evoluzione di democratizzazione e dalle forme dei comitati popolari stiamo gettando le basi delle future comuni, Io possiamo fare perchè siamo parte integra^ le del potere socialista jugoslavo. Se i lavoratori hanno assunto la gestione diretta delle proprie aziende, se nelle campagne il movimento cooperativistico si allarga costantemente, se la nostra vita sociale tutta riceve sempre più l’impronta della realtà socialista, tutto ciò è in primo luogo risultato della lotta e dei sacrifici dei lavoratori jugoslavi, al cui fianco; i nostri lavoratori hanno creato, con uno sforzo enorme, le condizioni materiali necessarie per questo grande passo in avanti. Senza i legami più stretti con i popoli jugoslavi, non sarebbe stato possibile per noi cancellare in sì breve tempo le profonde tracce del regresso economico e sociale che l’Italia aveva lasciato in eredità al no-potere. Le 24 li 13 edifici Ipedahisfir nel car parlano soBbffl&atkäfey necJsBà dell'unione anche formale della nostra zona alla Jugoslavia. Ma c’è qualcosa di più, qualcosa che noi sentiamo nel cuore e che non si può esprimere con le cifre. E’ l’orgoglio di apparsilo il mondo come si deve lottare per la pace e la giustizia. E’ l’orgoglio che ogni nostro lavoratore sente di appartenere allo stelo socialista che porta oggi alta la bandiera della giusta lotta del proletariato mondiale. La coscienza dei nostri lavoratori è la coscienza di tutto il popolo lavoratore della Jugoslavia, con il quale siamo cresciuti e siamo stati educati dal Partito Comunista Jugoslavo ed assieme difenderemo tutte le comuni conquiste contro chiunque le minacci, sia esso mascherato sotto i baffoni di Stalin o te tonaca di Santin. M. A. T 0 T 0 Non voglio essere un relatore ritardatario sul corso di quella storica sessione, ma vi dirò solo qualcosa su alcune personalità, che, per la loro posizione oppure per il loro tragico destino, dovevano attirare l’aittenzione su di loro, sia nel corso della sessione che dopo. Alta, sovrastante tutti, anche in quella assemblea, sta la figura del nostro capo Tito. Sta, non solo come comandante dell’esercito, ma anche come uno statista e lungimirante uomo politico. Da lui sono partiti i suggerimenti per le decisioni e le dichiarazioni che in quella sessione diventano le basì della nuova Jugoslavia e che perciò pos. siamo chiamare anche Jugoslavia di Tito. E il popolo grato, quella sera stessa, attraverso i rappresentanti di tutti gli ex partiti, attraverso i patrioti, i combattenti e i generali li raccolti, lo proclama, spontaneamente e ad unanimità, maresciallo di Jugoslavia. Nomina gloriosissima poiché non proviene dall’alto,1 dalla riconoscenza personale di qualche governante egoista, ma dal profondo dell’amore e della gratitudine del popolo! E il nostro nuovo maresciallo, ricevendo questa alta onorificenza, pensa di più ai meriti dei propri combattenti che a se stesso. Ciò ve lo dimostro subito. Al maresciallo Tito, in occasione di questa nomina, ho inviato anch’io gli auguri ricevendo questa risposta: «Caro mio compagno di lotta, grazie di cuore per gli auguri in occasione del premio che mi hanno concesso i popoli della Jugoslavija. Assumo volentieri i grandi e difficili obblighi che con la nomina a maresciallo ricadono sulla mia persona. Condivido volentieri questo grande premio con i combattenti, i comandanti e i commissari del nostro glorioso Esercito popolare di liberazione, poiché le glo- rie per 1 successi conseguiti nel-l’attuale lotta appartengono a tutti in modo uguale». Ecco: Tito, che ha dato tutto al popolo, non tiene per se nemmeno la propria gloria personale, la divide con i propri combattenti e collaboratori, la divide col popolo, che ha risposto al suo appello. Così è l’uomo che fu cuore e anima della sessione di Jajce. V. Nazor (Dal discorso in occasione del primo annuale della II. Sessione dell’AVNOJ.) INTERVISTA DEL COMPAGNO MOSA PIJADE AL NOSTRO GIORNALE L’IMPORTANZA DELLE DECISlOm DELL’ A.lf.H.O.J. IL CONVEGNO DELLA PACE DI ZAGABRIA ED I COLLOQUI CON PARRI Il compagno Moša Pijade, membro del Politburò del P.C.J. e vicepresidente del Presidium dell’Assemblea popolare della R.F.P.J. ha concesso un’dntervista al nostro corrispondente da Belgrado, rispondendo ’alle seguenti domande: DOMANDA: Vi saremo grati se, in occasione della Giornata della Repubblica, vorrete esprimere ai nostri lettori la Vostra opinione sull’importanza storica del 29 novembre e, se vi è passibile, raccon-contarci qualcosa dei vostri ricordi nonché delle vostre impressioni sulla creazione dell’AVNOJ, in special modo sulla sua seconda sessione. RISPOSTA: L’importanza storica fondamentale delle decisioni emanate dal Consiglio Antifascista di Liberazione della Jugoslavia nella sua seconda sessione, è data dal fatto che con queste decisioni sono state create le basi dell’attuale Jugoslavia quale stato popolare democratico e comunità federata dei suoi popoli. Anche se i rapporti internazionali di allora ci dettavano una certa contenutezza nelle questioni fondamentali, nella determinazione del carattere popolare del potere e nei principi federativi della nostra organizzazione statale sulla base della piena e reale parità di diritto dei suoi popoli, la nostra decisione è stata completa e irremovibile. Con queste decisioni la Jugoslavia si è presentata al mondo come una nuova democrazia popolare. Per questo tipo di democrazia^ stato del tutto naturale che nelle decisioni sulla creazione della Jugoslavia, su basi federali — quale comunità fraterna dei popoli a pari diritti - in un comma speciale fosse detto che alle minoranze nazionali verranno assicurati tutti i loro diritti nazionali. Questi princìpi hanno trovato posto, più tardi, anche nelle dichiarazioni degli organi legislativi delle singole unità federali. Così, ad esempio, nel primo articolo della dichiarazione emanata alla III sessione del Consiglio territoriale antifascista di liberazione della Croazia, svoltosi ai primi di maggio 1944, si afferma: «Il popolo croato e serbo in Croazia sono completamente a pari diritto. Alle minoranze nazionali in Croazia verranno assicurati tutti i diritti alla loro vita nazionale». A voi è noto come questi principi sono stati conseguentemente attuati nello Statuto del 1946, in tutta la nostra legislazione e nella prassi. L’AVNOJ è stato costituito nella sua prima sessione il 26 novembre (DAL NOSTRO CORRISPONDENTE DI BELGRADO) 1942, però, allora, per vari ' motivi — in special modo a causa delle condizioni politiche internazionali — non poteva costituirsi quale organo supremo del potere popolare e nemmeno era giunto il momento di formare il suo organo esecutivo quale governo popolare. Verso la fine del 1943 la situazione era del tutto diversa. Alla sessione di Jajce hanno partecipato numerose delegazioni giunte dalla Croazia, della Bosnia ed Erzegovina, dalla Slovenia e dal Montenegro. Dei delegati serbi hanno partecipato coloro che si trovavano in lotta fuori dal territorio della Serbia e un gruppo più piccolo di belgradesi che, due mesi prima, erano riusciti a passare nel territorio liberato dalla Bosnia occidentale, attraversando il Sriem. Purtroppo, i delegati macedoni e quelli del Sangiaccato non hanno potuto superare tutte le difficoltà del lunghissimo viaggio, nel quale dovevano attraversare numerose linee nemiche coll’imperversare del freddo. La sessione si è svolta nella notte dal 29 al 30 novembre nella Casa della cultura. La maggioranza dei delegati rimaneva durante il giorno nei dintorni di Jajce, venendo alla sessione la sera per partire prima dell'alba poiché esisteva costante il pericolo dell'aviazione nemica. Si può immaginare l’entusiasmo con il quale tutti questi partecipanti attivi alla lotta per la nuova Jugoslavia, accolsero la decisione per la proclamazione dell’AVNOJ a organo legislativo ed esecutivo supremo, la decisione sulla costituzione del Comitato nazionale quale governo popolare e la decisione sulla costituzione della Jugoslavia su principi federali. Però l’entusiasmo maggiore venne sollevato dalla decisione di conferire al compagno Tito il grado di Maresciallo della Jugoslavia. Anche il nemico comprese tutta l’importanza della costituzione di un nuovo stato nel mezzo del territorio da lui occupato e perciò, pochi giorni dopo questa storica sessione, iniziò la sua sesta offensiva contro il nostro territorio liberato. 2. DOMANDA: Cosa potete dirci sulle prospettive delT-ulteriore sviluppo della democrazia socialista in Jugoslavia? RISPOSTA: Noi oggi ci troviamo ancora in un periodo di trasformazione e dovrà passare qualche tempo prima che la situazione si normalizzi. Però tutti i risultati sinora raggiunti nell'allargamento e consolidamento della nSstra democrazia socialista, dimostrano che non è lontano il giorno quando le nostre aspirazioni di edificare sino in fondo tale democrazia daranno i loro copiosi frutti. 3. DOMANDA: In questi giorni in cui a Parigi ha luogo l’Assemble,a; «feto ; Wmm I DELEGATI DELLA SLOVENIA IN MARCIA VERSO JAJCE Generale deli’ONÜ, alla quale la Jugoslavia partecipa attivamente, potreste dirci qualcosa sull’attuale politica estera jugoslava, sui suoi principi e finalità? RISPOSTA: Non vedo cosa di nuovo e di speciale io possa dire sulla nostra politica estera. Già questi pochi giorni, da quando ha luogo l’Assemblea Generale del-l’ONU a Parigi, dimostrano l’importanza e il ruolo positivo svolto dalla nostra delegazione in questa organizzazione quale elemento di pace e di collaborazione internazionale. 4. DOMANDA: Al recente Convegno della Pace a Zagabria, Voi avete avuto contatti con il senatore italiano Ferruccio Parri, Vi saremo grati se vorrete dirci se a tale convegno, o più tardi, è stato fatto qualche passo verso il miglioramento dei rapporti tra l’Italia e la Jugoslavia. RISPOSTA: IV mio colloquio e quello degli altri delegati jugoslavi al Convegno di Zagabria con il sen. Parri e con gli altri delegati italiani, è stato oltremodo cordiale ed amichevole. Io sono convinto che la loro presenza al Convegno e i contatti che loro hanno avuto nel nostro paese, anche al di fuori del Convegno per la pace, sono di grande importanza per l’ulteriore sviluppo della reciproca fiducia tra i nostri popoli e il popolo italiano. 5. DOMANDA: In questo Convegno Voi siete stato eletto presidente del Comitato iniziatore e di collegamento internazionale. Cosa potete dirci sui compiti e sul programma di lavoro di questo Comitato? E’ prevista nel programma la creazione di «(’organizzazione democratica internazionale per la pace e la convocazione di conferenze internaaionali, allo scapo di sviluppare una maggiore collaborazione tra i popoli? RISPOSTA: Il Comitato iniziatore e di collegamento provvisorio, eletto al Convegno di Zagabria, cura attualmente la questione organizzativa e le informazioni. Prepara inoltre il proprio appello che sarà indirizzato a tutti gli uomini del mondo che amano la libertà e desiderano lottare per la pace. Tutti coloro che sono stati al Convegno della Pace di Zagabria desiderano la creazione di un movimento per la pace sulla base dei principi accettati a Zagabria. In alcuni paesi già si riscontra una viva attività, tendente a formare i comitati nazionali. Però siamo appena agli inizi di questo importante lavoro. miiiiniHiiiiiiuu luiwiunniii nimm.«...................................................mcillllllllllll ..................................................................UIIINIHI«....................................................................................................................................................... W il VI. anniversario della Repubblica ATTUALITÀ- POLITICHE Il ricatlo Giovedì scorso i ministri degli esteri di Parigi, di Londra e di Washington, riunitisi al Quai d’Orsay hanno discusso la questione dell’Austria e preso delle decisioni che dovrebbero permettere di superare le ultime difficoltà esistenti per la conclusione del trattalo di pace austriaco. Sabato nella capitale statunitense si affermava che saranno tra breve intrapresi dei nuovi passi per la ripresa dei negoziati quadripartiti su nuove basi. E’ noto che .le numerose sessioni della conferenza dei sostituti incaricati di stendere il trattato di pace con l’Austria, sono state sinora infruttuose a causa dell’atteggiamento assunto dal governo di Mosca, il quale ha condizionato la firma del trattato all’applicazione del trattato di pace con l’Italia per quanto si riferisce alla costituz'one del TLT. Alla luce di questi precedenti la recente nota del governo russo ai governi di Parigi, di Londra e di Washington su Trieste assume un suo particolare significato in relazione al momento scelto per il suo invio, cioè alla vigilia di un nuovo incontro dei quattro sostituti. Legando il problema di Trieste a quello del trattato di pace austriaco e impedendo così la conclusione di quest’ultimo, Mosca intende raggiungere due obiettivi: impedire da una parte che la Jugoslavia e l’Italia possano risolvere di comune accordo la questione di Trieste, affinchè questa possa essere una ragione di sempre maggiore discordia tra i due paesi, cosa questa che in definitiva dovrebbe tornare utile alla politica egemonica di Mosca nei confronti della Jugoslavia, e consentire d'altra parte alle truppe di occupazione russe di rimanere sul territorio austriaco. Con questo secondo obiettivo la Russia consegue praticamente due scopi. Da una parte si assicura la possibilità di continuare lo sfruttamento economico delle risorse industrials della zona austriaca da essa occupata e dall’altra giustifica la permanenza delle sue truppe in tutti quei paesi dell’est europeo che si trovano Lungo le vie di comunicazione dalla Russia verso l’Austria e cioè la Romania e l’Ungheria. E’ chiaro che l’atteggiamento rus. so non risponde ad alcuna questione di principio e qualunque illusione sulla sincerità del Cremlino sarebbe fuori luogo, oltre che pericolosa. Si tratta di una manevra molto palese con un carattere anti-jugoslavo estremamente chiaro, manovra della quale son d’altra parte sempre pronti ad approfittare i soliti circoli irredentisti di Trieste e dell’Italia E’ significativo il fatto che sabato scorso alcuni deputati socialdemocratici italiani abbiano presentato alla Camera una interrogazione al ministro degli affari esteri per sapere se sia a conoscenza dell’aggravarsi delle cosiddette persecuzioni contro la popolazione italiana della zona jugoslava del TLT. Tali interrogazioni in sede parlamentare, per chiunque ha ormai una certa esperienza dei metodi che vengono praticati dai circoli irredentisti nella loro campagna anti-jugoslava, sono il primo indizio di una nuova gazzarra propagandistica, sul .tipo di quelle a cui si è assistito a più riprese negli ultimi tempi. LA RIUNIONE DEL CONSIGLIO CITTADINO DI PIRANO Per ricostruire ciò che fu distrutto dal fascismo Il Festiva I culturale IN ATTIVO IL BILANCIO FINANZIARIO CITTADINO ESEGUITI INVESTIMENTI PER OLTRE 10. MILIONI Entro Id fine dell’anno in corso verrà ultimato il bagno pubblico Disponiamoci dei Croati del Buiese Si è riunito recentemente a Pi rano lil Consiglio Cittadino per di scutere vari problemi concernenti ramministrazione della cosa pubblica. Erano presenti, oltre alla grande maggioranza dei consiglieri, in qualità di invitati i presidenti dei consigli operai e amministrativi dei collettivi della città, ed inoltre i delegati all’assemblea distret tuale eletti nella circoscrizione Idi Pirano. La riunione ha avuto inizio con una ampia relazione dei comp. Pa-renzan. a cui ha fatto da premessa una Sipiegazione sui motivi che hanno causato un notevole ritardo alla convocazione del consiglio, motivi che devono esser ricercati nella mancanza di Comprensione di alcuni consiglieri i quali, seppur invitati reiteratamente, non si sono presentati. Essi sono stati sostituiti, dalle filiali sindacali che li avevano eletti, con altri compagni che maggiormente, si interessano per il bene della cosa pubblica. Il compagno Parenzan ha quindi letto la relazione sìuI lavoro svolto dal Comitato popolare cittadino. Dapprima l’oratore ha reso noto ai consiglieri che le varie imprese della città, mercè il grande slancio lavorativo dei loro collettivi, hanno realizzato notevoli utili, che in parte vengono distribuiti agli o. perai stessi. Così ai cantieri Piranesi sono stati distribuiti 217.000 dinari, all’Agmarit 101.000 dinari, come pure all’azienda cittadina ed alla Salvetti. La rete commerciale della città nòn ha corrisposto alle sue funzioni ed ha realizzato il 93 % del piano prestabilito. Il compagno Parenzan ha poi rilevato che i prezzi sul mercato sono troppo elevati, il che1 è dovuto al .mancato intervento delle cooperative e del settore socialista per la diminuzione dei prezzi, come pu. re al 'Controllo insufficiente effettuato dall’ispezione popolare ed alia .mancata collaborazione degli stessi cittadini, i quali devono contribuire attivamente nella lotta per reprimere la speculazione. ♦ IL bilancio finanziario cittadino, segna un attivo nelle entrate in confronto alle uscite. Infatti sino Lavoratrici (l’assalto al 31 luglio sono stato effettuate spese per 2,339.000 mentre sono stati incassati 2,991.184 dinari. Per quanto concerne gli investimenti, le maggiori spese isono state fatte per la restaurazione del teatro Tartini e ideila scuola elementare. La canalizzazione ha assorbito una somma di 1,800.000 dinari. Dal bilancio- del CPD sono stati in. vestili 1,700.000 per l’ingrandimento della scuola media e, oltre 6 milioni di 'dinari per attalentare la capienza dell’ospedale cittadino, Non -è stato invece realizzato il bagno pubblico, per carenza di fondi e di materiale; tale opera di pubblica utilità verrà però compiuta. entro l’anno in corso. L’oratore ha poi toccato il problema delle imposte, rilevando che quelle per il 1950 sono state riscosse quasi al 100 %; per il 1951, invece è stato incassato sinora il 30<% Mentre gli agricoltori compiono in linea di massima, il loro dovere, certi artigiani non hanno ancora soddisfatto al loro obbligo' di cittadini, perchè aizzati da elementi ostili al -potere popolare. Significativo è' il caso del panettiere F-u-cic il quale vuole esimersi ad ogni costo dal pagare le tasse, benché siano noti a tutti i suoi guadagni elevati dovuti in gran parte a speculazione. Il compagno Parenzan ha- poi continuato dicendo che sono stati distribuiti nella cittadina sussidi a 115 famiglie bisognose, per una media di 120.000 dinari mensili. Inoltre vi sono 154 famiglie che- godono dell’assistenza medica gratuita. Nella decentralizzazione del potere popolare sono stati pure raggiunti notevoli risultati: il personale amministrativo è stato ridotto del 50 %, cosa che va del tutto a favore del bilancio cittadino sul quale essi gravano. Il responsabile per gli alloggi è stato sostituito perchè ammalato, mentre il comp. Giurgev.iic ha assunto la carica di delegato per l’economia ed il commercio. Il compagno Davanzo, a sua volta, ha assunto la funzione di delegato per l’economia locale, in sostituzione di Bruno Rossetti, so<-speso dalla funzione per aver abusato della sua carica per interesse personale. Nella discussione è intervenuto il comp. . Babic Mario, il quale ha parlato del problema delle imposte, sottolineando che sino al 31 ottobre gli agricoltori avevano pagato il 50 % delle rate per il 1951, mentre gli artigiani avevano corrisposto il 25'%. Ha preso quindi la parola il consigliere “Petrònio, criticando l’esecuzione dei lavori di canalizzazione per quanto concerne la rimessa a posto 'del selciato istradale. Egli ha rilevato pure che la pulizia della città lascia alquanto a desiderare, poiché gli incaricati invece di compiere il lavoro per il -quale sopo re» tri-buiti, svolgono altre attività che nulla hanno a che fare con il loro lavoro. Il comp. Tamaro ha dal canfo suo . elevato una critica alla rete commerciale per quanto riguarda la distribuzione della carne, che por trebbe essere effettuata in più negozi con maggio-re, scelta eliminando così le code, che son:) in vera antitesi con il nuovo sistema economico. Il compagno Inservienti ha poi chiesto alcune delucidazioni in materia d’alloggi, ed a lui ha risposto il compagno Parenzan. Il consiglio ha quindi deliberato di spostare la sede della filiale della Banca -d’Istria, nei locali occupati dal Banco di Poia che già da sei anni è inoperoso. In conclusione (ai -lavori, sono stati eletti 6 consigli composti da 9 a 12 -membri, che coaudiuveran-ho il comitato popolare Cittadino nell’amministrazione della cosa pubblica: Consiglio per la cultura, per l’asisistenza sociale e sanità, per gli affari comunali, finanziario, e .per gli alloggi. INDETTE PER GENNAIO LE ELEZIONI DELLA GIOVENTÙ’ NelT'Ultimo Plenum della gioventù antifascista del distretto è stato deliberato che. le elezioni per -le - segreterie dei comitati locali verranno tenute nel prossimo mese di gennaio. In preparazione a queste elezioni vèrr-ano tenute riunioni in tutti gli attivi giovanili. Durante la discussione è stato trattato, fra l’altro, il problema di un maggiore indirizzo organizzativo verso lo sport e la cultura dei nostri giovani. In analogia, a ciò nei comitati che verranno eletti dovranno essere eletti degli organizzatori che curino lo sport giovanile. Ha avuto inizio venerdì scorso a Buie, il Festival della cultura ero-, ata, al -quale partecipano i circoli del distretto, con 8 gruppi filo-drammatici, 9 complessi corali e 6 gruppi folcloristici, comprendenti centinaia di éSec-tìtori. La 'manifestazione di apertura ha avuto luogo nella sala della casa del cooperatore di Buie. Ai convenuti ha parlato il presidente della sezione di Buie dell’Unione culturale sloveno — croata, comp. Božič Zdenko. E’ seguito quindi un programma culturale con la partecipazione del gruppo filodrammatico del CCCP «ANTE BABIC» di Buie (che ha presentato il lavoro in un atto «Cvrčak» di Miloš), del complesso corale del ginnasio di Buie è dell’orchestra dell’A. J. di Portorose. Ad Umago il 24 novembre il gruppo filodrammatico di Buie ha presentato la commedia, in tre atti, «Ljubavnici» Innamorati) otte- nendo gli applausi del pubblico. Il lavoro è stato replicato domenica 25 a Buie. Lunedì scorso si è avuta ad Umago, la II serata culturale con la esecuzione del programma d’apertura di Buie. A Maherada, la rappresentazione della commedia «Ljubavnik» è stata pure molto applaudita, come pure un successo lusinghiero hanno ottenuto i lavori dei gruppi filadrammatici di Madonna del Carso, Babici e di quello locale. Il festival si concluderà domani, 29 corrente a Buie con uno spettacolo 'Culturale di massa che sarà dato dai gruppi filodrammatic-i di Madonna del Carso, di Babici e Matterada, nonché dai complessi corali e dai gruppi folcloristici. Il festival ha dimostrato la accurata preparazione' dei gruppi artistico culturali croati, i quali hanno di molto migliorato il lato qualitativo del loro lavóro rispetto agli anni precedenti. LA DIMINUZIONE DELLE RETRIBUZIONI - A \'.j ; -te''-' ’ ’ . • ! Conseguenza logica della diminuzione dei prezzi Il Comitato Esecutivo del Comitato Popolare Circondariale per i’Istria ha emanato un’ordinanza con la quale dispone che gli importi delle retribuzioni fissati in base all’art. 11 -del decreto sulle retribuzioni delle persone in rapporto di lavoro e d’impiego e degli allievi in economia di data 30 luglio 1951 •(.Boll. Uff. nro. 7 — 38/51 ), vengano diminuiti del 10%. Tale ordinanza verrà applicata a partire dal 1 dicembre. Questa l’essenza dell’ordinanza, la cui applicazione è una conseguenza diretta e logica delle progressive diminuzioni dei prezzi dei generi alimentari e di molti articoli industriali: Tale diminuzione si è resa indispensabile per rafforzare ancora di più il valore della moneta e per diminuire i costi di produzione delle merci prodotte nel Circondario che sono di gran lunga superiori ai costi delle merci analoghe prodotte nella Jugoslavia. Verranno così aperte più vaste possibilità di un rapido smèrcio dei nostri prodotti non solo sui nostri mercati ma anche su quelli esteri. Le maggiori possibilità di smercio si rifletteranno, poi, positiva- la tournée nel circondario del Dramma Italiano di Fiume APPLAUDITI «GLI ULTIMI CINQUE MINUTI» - >« » BERNARDI ROSA OPERAIA DEL CONSERVIFICIO EX ARRIGONI Si e iniziata Sì questi giorni la stagione di prosa 1951-52 della com. pagnia -stabile italiana -del Teatro del Popolo -di Fiume con le «prime» de «Gli ultimi cinque minuti» la commedia brillante di Aldo De Benedetti, originale e ricca di un fine umorismo che smorza la nota sentimentale in un susseguirsi felice di -scène briose e gustosi bozzetti tra battute di effètto, che però raramente sfiorano l’abuso di un tema, facile preda -del luogo co-. LE MANIFESTAZIONI PER LA “Oiornaja della kemika" Distretto di Capodistria MERCOLEDÌ’ 28. 11. 1951 Ore 10 Apertura della mostra della Tecnica Popolare a Isola. Ore 18.30 — Fiaccolate e fuochi artificiati a Capodistria, Isola, Pi. rano, Scoffie, falò di gioia sulle colline in riva al mare. Ore 20 >0- Apertura à Scoffie della sala teatrale nella Casa del Cooperatore. Accademie solenni e riunioni dì massa avranno luogo in tutte le ■cittadine e i paesi del distretto. GIOVEDÌ’ 29. 11. 1951 Ore 6 — Sveglia suonata da bande in tutto il distretto. Ore 10 — Sfilata del grande. corteo a Capodistria. Per prime procederanno le unità partigiane, indi le associazioni di tiro a segno, le formazioni dei. pioneri, e tutta la massa dei lavoratori. Ore 11 — Grande comizio in piazza Tito a Capodistria. ■ Ore 13 Concerto bandistico in piazza Tito. Ore ■ 14 Incontro calcistico fra la rappresentativa del Circondario e la squadra di Pola — facente parte al campionato della Lega repubblicana croata. Ore 16 — Manovre dei vigili del f uoco nel porto di Capodistria. Dalle ore 18 in poi: Festa popolare. VENERDÌ’ 30. 11. 1951 Ore 8 — Torneo di scacchi nel Teatro Ristori. Ore 9,30 — Finale , del torneo di pallavolo sul campo di via Nazor. Ore 13 — Circuito motociclistico di Semedella, con.la partecipazione di centauri sloveni, di Trieste e del circondario. Ore 18 Torneo di ping-pong nella palestra di Capodistria. Ore 20 Una rappresentazione drammatica al Ristori con la compagnia■ del Teatro Popolare sloveno che darà «Kralj na Betajnovi». DOMENICA 2. 12. 1951 Ore 9.30 — Gare di tiro a segno a Capodistria, finale del torneo di pallacanestro sul campo di via Eugenia a Capodistria. Ore 10 — Il cross della Repubblica a Capodistria. Ore 20 Replica del dramma «Kralj na Betajnovi». Distretto di Buie MERCOLEDÌ’ 28, XI. Ore 18: manifestazioni in tutte le cittadine e villaggi deH’in'terno, fiaccolate, accademie solenni, falò di gioia eoe. A Buie spettacolo pirotecnico. GIOVEDÌ’ 29, XI. Ore 6: sveglia, con bande, in tutto , il distretto. Ore 9: a Buie, il «Cross Autunnale della Repubblica». Ore 10,30: grande corteo a Buie, Ore 11: grande comizio di massa in piazza Ti-to. Ore 14: nella sala della casa de] cooperatore, chiusura del festival della cultura croata. Ore 14: sul campo di pallavolo delia D. P. finali del torneo di pallavolo. Ore 15,30: nel campo sportivo, incontro fra le squadre di Buie e di Umago. Ore 20: feste popolari in tutto' il distretto. VENERDÌ’ 30, XI: Scoprimento lapidi in memoria ai caduti. Continuazione delle gare sportive programmate per il 29 novembre.— manifestazioni culturali oc-c. Peukè... ... in Aerte macellerie di Ca-podistria si usano privilegi verso le persone più simpatiche dando loro la carne migliore mentre per le persone comuni si riservano le ossa? ... le porte del Teatro di Capodistria scricchiolano quando -lTstra-Benz ha in magazzino tonnellate dii lubrificante? ... la lana acquistata nei negozi di Capodistria : costa 900 din. al pacco, mentre la stessa qualità di lana acquistata in un negozio di Isola, costa 800 dinari al pacco? Sarà forse per compensare le spese di trasporto da Capodistria ad Isola? mune, e 'Sfociano in un epilogo unico per -squisitezza e verità mtro, spettiva, - con uno stile spigliato e distinto — è andata ih scena per la regia di Pietro Rismondo. Lo spettacolo, sia per la cura del regista che per la buona prestazione di tutto il complesso artistico, ha avuto un meritato successo. Accurata, anzi meticolosa, la regia, -con un lavoro a mosaico — secondo lo stile precìpuo del Rismondo —-, nello studio dello svolgimento psicologico; con. felici, intuizioni dei trapassi -e dei rilievi scenici, nonché deile gradazioni drammatiche: misurata , -nelle variazioni e nei contrasti, senza discordanze nè abusi stilistici. Prestazioni singolari, nel buon andaménto -della, recita, sono state quelle di Gianna Dep&ll e Nereo Scaglia, nei ruoli di Renata Adorni e Carlo Reani. Distinta e ricca di Una squisita e profonda, sensibilità la Dapoli con una recitazione briosa e cristallina. Quest’attrice ha datò vita', con intelligenti variazioni di colori espressivi, a stati d’animo fuggevoli -e realtà psicologiche suggestive. Nereo’Scaglila ha interpretato un Renato Adorni, ai cui pregi di signorilità e compostezza formate, si aggiungono quelli di una vibrata accentuazione di umanità. Le sue variazioni cromatiche sono sta. tè -di effetto negjli spunti umoristici, hanno' raggiunto maggiore efficacia espressiva ;nei rilievi sapienti d’un sentiménto accurato e di una lucida sofferenza!. Pubblico «scelto», varie chiamate ad ogni fine d’atto e sentite acclamazioni al termine della commedia. ....... Segue cronologicamente la «prima» di «A casa per le sette» di Robert C. Sheriff, che è andata in scena per la regia di Osvaldo Ramo us. Il lavoro, di un genere del tutto -nuov o per - il nostro -teatro, ha soddisf atto il -pubblico -appassionato -di/ prosa, (il quale è rimasto convinto ,‘ed attratto dalla maestria formate <:on cui è -svolto l’interessante tedna psicologico, grazie anche aìl’operg,,- intelligente del regista. L’opera '.dello Sch-eriff ha i suoi pregi pec uliari nella profondità in-tro-spettiv a e nella’ sapiente attuazione an tistica d’una interessante vicenda ; drammàtica, tolta da un semplice > e del tutto secondario fat. to di ero naca. Motivo -per cui sarebbe un grossolano equivoco confonderla j e degradàrla *?col genere giallo, et i cui reca soltanto delle scialbe 33 arvenze esterioni e, peggio, giuaj .ificarla con . uri preteso fine dida: ìtiqo: secondo un’abitudine tornata in voga, ma. in. verità vecchietta, che non riconosce l’o-pera d’arte, -se: non in funzióne d-i una finalità intellettualista e pra-ssista, incapace di comprendere il vero poetico in se -stesso, oissia nella sua teoricità ed autonomia. Il regista Ramous -ha individuato e realizzato quésti pregi, coadiuvato, in ciò -dagli attori che, tutti hanno dato, -nei rispettivi ruoli, efficaci prestazioni. Sono risaltati in modo particolare, gli interpreti principali: Ada Mascheroni e Carlo Montini. La Mascheroni ha interpretato Janet con intelligenza ed accuratezza: -atteggiamento distinto, composto anche nella sciagura, sensibilità delicata, con un dolore pro. fondo, ma pacato, il tutto inquadrato in una recitazione mirabile, con ricchezza di toni e v-aiietà di gradazioni -che isono i pregi più ammirati in questa brava attrice. Carlo Montini ha interpretato David Pre-sto-n con intelligenza psicologica nel graduale svolgimento drammatico che da 'Un tipo normale ci porta, senza scosse nè bruschi trapassi, ma con -un processo lento, costante alla visione sconcertante della follia, efficace nel riìo.nologo allucinato del secondo atto. Il pùbblico ha applaudito con convinzione, chiamando ripetuta-mente gli attori alia ribalta alla line d’ogni atto. Bruno Picco. mefite, sulla gestione delle aziende, rispettivamente anche sugli utili Che vanno a beneficio dei lavoratori e che, praticamente, compenseranno l’attuale diminuzione della paga nominale. La stampa cominformista e sciovinista scatenerà certamente una campagna propagandistica tendente ad intaccare l’economia della nostra zona, parlando di «crisi» e di «vicoli ciechi» nei quali essa si dibatte. La progressiva diminuzione dei prezzi è la migliore dimostrazione che la nostra economia non gssume il carattere inflazionìstico, di cui la stessa stampa parecchie volte ha cianciato. Nel nostro Circondario secóndo i rilievi per il mese di luglio — prima dell’adozione del nuovo sistema economico — il costo vita di una famiglia tipo di 4 persone era di 10.400 din. Da allora ad oggi sono diminuiti del 10% i prezzi dei tessili, del 20% quelli delle calzature, .dell’ll, 63% dei combustibili, del 28% per il mobilio, del 30% per gli apparecchi radio. Nei generi alimentari registriamo le seguenti diminuzioni: zucchero 13,14 percento al kg., uova in polvere 26,93%, pesci sino al 50 percento (qui s’intendono i prezzi p-aticati dal settore socialista), vino del 20%, delle patate del 50 percento. I prezzi della frutta e della verdura sono pure in p-ogressiva diminuzione dopo l’entrata in vigore della legge economica. La diminuzione della paga base è perciò del tutto giustificata, paga che però, per gli operai, è sempre relativa in quanto i collettivi possono, aumentando la produzione, ancora bassa, ricevere la parie diminuita con la partecipazione agli utili della azienda. Questi i dati-e le cifre che noi esponiamo dinanzi all’immancabile cagnara che il giusto provvedimento del- Potere solleverà oltre la linea di demarcazione. Le semine autunnali Il piano delle semine autunnali è in lase di ultimazione. Nonostante -il peggioramento delle condizioni atmosferiche, verificatosi nella decorsa -settimana, nel distretto di Buie è stato seminato già il 90% del previsto e nel distretto di Ca-po-diistria, l’85%. I lavori proseguiranno, tempo permettendo, negli ultimi giorni di novembre, o nella prima settimana di dicembre, Gli agricoltori hanno -seminato in prevalenza frumento delle specie: «Gentil Rosso», «Ciro Menotti», «Mentana» e «Virgilio». Le -sementi sono state selezionate e disinfettate, così potremo aver il prossimo anno un migliore raccolto. L’abolizione degli ammassi obbligatori ha stimolato gli agricoltori, i quali, -per ottenere maggiore rac. colto, sfruttano al massimo i loro terreni. Secondo quanto affermano gli esperti agricoli, nel buiese l.a superficie seminata sarà superiore del 20% a quella degli anni 1949 —raso. . . . sin d'ora a preparare per i nostri bimbi una lieta sorpresa per la "STRENNA DI CAPODANNO" SPECULATORI ARRESTATI notizie brevi Qualche giorno fa sono stati o-perati a Pirano diversi arresti di contrabbandieri e speculatori. Fra gii stèssi figura il noto- Benedetti Attilio che negli ultimi anni ha - guadagnato, (stando alle affermazioni di persone che ben lo conoscono) diversi milioni. Il Benedetti teneva nascosto in casa parecchio materiate pro-venienite da Trieste. Egli era.in Stretto collegamento con certo Fonda Giovanni, da Pirano, dal quale aveva acquistato 250 Kg. di filo di rame, ben sapendo che provenivano da un furto operato presso il Palace Hotel di. Portoro-se. Noti erano pure' i contatti con Pucer Mario da P-iramo, co-atrabban-diere già condannato per speculazione. I due nominati sfruttavano il popolo lavoratore, guadagnando illecitamente enormi somme di denaro. La pùbbTièà ‘ opinione chiede che verso simili elementi venga applicata severamente la legge. ESEMPIO DA SEGUIRE La liliale della “EGIDA“ PRIMEGGIA neìl’EMULAZIONE La filiale sindacate dell’impresa commerciale 'Cittadina «Egida» di Capodistria ha svolto un intenso lavoro nella gara d’emulazione per il 29 novembre, ottenendo concreti risultati. Infatti l’aggiorna-mento della contabilità è stato portato a termine 9 giorni prima idei previsto e il -merito va attribuito so-pratutto ai compagni B-àcci Giorgio e Ricco-bon Anita per la sezione contabilità e alla comp. Minca Rosella per la -sezione commerciale. Migliorata è pure la disciplina e le assenze sono state ridotte al minimo. E’ da segnalare il caso del comp. Pri-bac Francesco il quale, sehben-e infortunato, lavora gior. nalmente, dimostrando Una volontà degna della màssima considerazione. I -compagni sottoelencati hanno versato alla -cassa dell’organizza. zione . sindacale le seguenti somme di denaro corrispondenti al -lavoro volontario dà essi effettuato: Lo-r-enzet-to Claudio dinari 3000.-—,., Mele Nicola dinari 2.757, Bacci Giorgio din. -2000, Ric-eobon Anita dinari 1.100.—. NELLE AULE DEI TRIBUNALI POPOLARI L'autista che cagionò l'incidente di Strugnano condannato ad 8 anni e 8 mesi Attivi ità deli' UDAIS Le dorarn ; antifasciste di Capodistrla neha -loro ultima riunione, -hanno formato numi rose commissioni quali: la commission e sanitaria, economica, per -la cultura1, ni li ed -liiif ai-loggi.- Per mezzi donne di: ©a organi del buiranno al mi che ire qq per le istituzioni giovarne la commissione degl-i -> di questi organismi le podistria, unitamente agli Potere popolare, contri-risolvimento dei proble-ell’ambito si manifestano. Anche questa settimana la cronaca giudiziairia segna quattro prò-cedimenti penali che si sono svolti al Tribunale Popolare distrettuale di Capodistria. Fra gli impur tati figur-a l’autista Mihelič Milan, responsabile del tragico incidente di Strugnano, poi un altro autista che, infischiandosi delle norme ’sul traffico stradale, si è comportato sulle nostre strade come fossero autodromi, riservati agli acrobati ed agli amanti delle velocità folli. Il terzo è un addetto al posto di bloc-i co di Scpffie il quale, in preda a-i fumi dell’alcool e provocato, è tra» s-ceso nei confronti di tale Mario Ferrauz di Dolina, colpendolo con] vari pu-gni, -così -da causargli lesioni v-aiiie. Con questo atto- -ilv difensore non solo si è reso colpevole di reato punibile a norma di legge, ma ha gettato il discredito sulla Difesa Popolare cui apparteneva. L’ultimo imputato è un cassiere: disonesto che ha operato una truffa! in danno dell’a-aienda presso la qua-, le lavorava. Ieri mattina si è concluso a Ca-podiistria il processo a carico di Mi, helič Milan, autista deU’Adria, che, con la sua noncuranza, provocò il tragico incidente di Strugnano inj conseguenza del quale perdettero la vita due persone. Il tribunale, tenuto conto della gravità del fatto, ha condannato il Mihelič alla pena dì 8 anni e 6 mesi di reclusione ed al pagamento delle spese e dei danni. I * Il secóndo processo si è -svolto a carico dell’autista Ribar Frane alle dipendenze dell’ufficio Turistico «Putnik» di Portorose. Egli, guidando la «Chevrolet» affidatagli, percorreva il tratto Scoffie — Capodistria a velocità proibita, e per la sua 'noncuranza provocava il rove-saiamento della macchina con danneggiamento della stessa e grave minaccia alla inco-Lmità dei passeggeri. Il Rihar ha riconosciuto la propria negligenza e si è appellato alla clemenza dei giudici. Il tribunale lo ha condannato a sei mesi di carcere.. * Più complesso il processo in cui è comparso tale Urh Slavko appartenente alla D.P. e già in servizio al posto di blocco di Scoffie. L’Urh, nella notte del 28 ottóbre u. is. dopo aver abbondantemente libato a Bacco durante il giorno, mentre stava effettuando il control- lo a tale Ferrauz Mario da Dolina, pure lui brillo, vaniva da questo pfavoc-ato. Invece di operare a norma di legge, Jl’Urh ha colpito ripetutamente il Ferrauz, coisì da causargli lesioni varie. La corte, popolare, tenuto conto ‘ della gravità del fatto, ha condannato 1 Ürh a sei mesi di carcere. * Nel quarto di-battimento è comparso sulla pedana degli accusati tale Frank Dùsian, da Zagabria, ex cassiere della- ditta «VINO». Il Frank, nell’intento di procacciarsi un beneficio personale, nei mesi di novembre e dicembre dell’anno scorso ha sottrato dalla cassa somme affidate alla sua custodia. Per la tema thè le sue malefatte venissero scopèrte, egli alterava vari documenti d’uff-icio, commettendo così un’altro- reato. Il tribunale lo ha ritenuto colpevole di appro.praz-io.ne indebita e lo ha condannato a 8 mesi di1 carcere. LA SESSIONE DEL C. P. C. 1. Lunedì 10 dicembre 1951 -alle ore 8 nel teatro popolare di Ca-poidistri-a avrà luogo la V. Sessione del Comitato Poopol-are per il Circondario deH’Istria, Il mobilificio -STIL a Capodistria ha ultiniato in questi giorni la costruzione di 50 -camere complete. Complessivamente quest’anno sono state costruite e poste in vendita 300 -camere. Il collettivo intende costruire, entro la fine dell’ahno, ancora una serie completa di mobili. In base ai risultati sinoira ottenuti, il mobilificio supererà di certo largamente il piano di produzione annuale. Negli ultimi mesi il collettivo è riuscito ad ottenere la diminuzione del costo di produzione, migliorando l’organiEzazione del lavoro e la qualità dei prodotti. Anche là produttività -del lavoro è aumentata dopo l’adhzio-ne del decreto che stabilisce la ripartizione degli utili fra gli operai. Il 29 novembre verrà distribuito alle maestranze il dividendo dell’utile realizzalo negli ultimi 3 mesi. Esso -ammonta a 1.380 dinari a testa. * La ditta Istra-Ben-z di Capo-di-strià ha aperto la scorsa settimana, in piazza Muda a Capodi-stri-a, un negozio per la vendita di fornelli à gas e 'bombole idi gas metano. * A sua volta l’impresa di Auto-trasporti «ADRIA» ha pure aperto un negozio di vendita di parti di ricambio per automobili e motociclette. Il materiale è stato importato daH’Austria. La fabbrica di gomma di Borovo viceversa vende i copertoni e le camere d’aria. * A Capodistrìa ed a Buie sono stati aperti negozi di vendita di articoli industriali a prezzi notevolmente ribassati. E’ prevista pure tale vendita a Cittanova, Isola ed in altre località. * E’ stato costituito a Portorose l’Ufficio Turistico «Adria» che ha già iniziato la sua attività. Questo ufficio organizzerà gite, si interesserà per la vendita dei biglietti ferroviari e di autobus per -i viaggi in Jugoslavia ed all’estero. Contemporaneamente dirigerà il servìzio di smistamento dei turisti negli alberghi dei Circondario. Funzionerà pure un ufficio di cambio valute. * L’«Adria» ha in programma l’a. pertura di una filiale a Capodistria. Per la prissima 'Stagione turistica, poi, se sarà possibile, creerà un proprio autoparco per le gite collettive. Per dare un maggiore incremento al turismo, «è -stato concesso un ulteriore credito di 8 milioni di dinari per llulti-mazione dei lavori di rinnovamento del Palace Hotel d-i_ Portorose. Sempre a Portorose verranno quest’inverno effettuati lavori per il rinnovamento del bag-no, per la costruzione di un -campo da. tennis, curati i -parchi ed i giardini cittadini. » In questi -ultimi giorni -una ventina- di apprendisti del nostro distretto si sono recati in Slovenia, ove lavoreranno negli stabilimenti metallurgici ed 'apprenderanno il mestiere da essi scelto. Sinora si sono iscritti 45 giovani del distretto per frequentare le -scuole pèr apprendisti -della Jugoslavia. * Durante la prima svendita autunnale degli articoli industriali a prezzi notevolmente ribassati, sono state effettuate a Capodi-striia vendite per una somma superiore ai 19. milioni di dinari. . Più sollecito nella vendita si è dimostrato il personale dell’Azienda Commerciale Cittadina . di Pirano, il -quale, assieme a quello della «EGIDA», ha realizzato il maggior volume delle vendite. * La ditta «Fructus» ha ultimato in questi giorni la produzione dei concentrato di pomodoro. Il piano annuale è stato superato del 7 %. Il quantitativo prodotto è tre volte superiore a quello dell’anno scorso. In viaggio per Jajce nel novembre 1943 Dai ricordi dei membri delle delegazioni slovena e croata La vita sul Rog era caratterizzata da un continuo andirivieni dà ufficiali e corrieri con i comunicati su decine di battaglie. In quella località si trovava il Comando Supremo per la Slovenia dell’Esercito Popolare di Liberazione, il Comitato Centrale del Fronte di Liberazione e. in quelle giornate di novembre, anche il centro di raccolta dei delegati sloveni alla seconda sessione deli'AVNOJ. Il popolo della Slovenia doveva essere rappresentato da Boris Kidrič. Josip Vidmar, Jaka Avšič, Marijan Brecelj, Zoran Polič, Josip Rus ed altri. Gran-’ de era la gioia dei delegati per la possibilità loro offerta di presenziare alla storica sessione e di poter esprimere la volontà del popolo sloveno di lottare, assieme agli altri popoli jugoslavi, sino alla vittoria finale. Qualcuno avrebbe visto poi per la prima volta il compagno Tito e ciò aumentava ili loro orgasmo. Venne anche il giorno della parten. za — 9 novembre. Per i delegati furono preparati i viveri. Naturalmente, le armi le portarono con se. La colonna si mosse tra gli auguri e le acclamazioni dei presenti. «Salutateci ài compagno Tito» fu l’ultima raccomandazione dei compagni di lotta, prima della partenza dei loro rappresentanti. I pririni giorni si camminava notte e giorno poiché il percorso attraversava il territorio liberato. Il territorio sull’altra sponda del fiume Kupa era sotto il controllo del nemico'. Lo stesso passaggio del fiume rappresentava una notevole difficoltà poiché i ponti erano occupati dai tedeschi e dagli ustascia. Jaka AväiC, ohe aveva le funzioni di capogruppo, ordinò il passaggio con la zattera. Scendeva la sera quando l’improvvisato zatterone lasciava la sponda, dirigendosi obliquamente verso l’altra, trascinato lentamente dalla corrente. I delegati stringevano le loro armi, pronti al fuoco. Nelle ombre dei canneti e delle verbene poteva nascondersi il nemico. Passata la Kupa si camminò In silenzio assoluto, .attraversando un territorio disseminato di presidi nemici. La Mrežica, un altro fiume, fu attraversato nello stesso modo come la Kupa, ma con essa era superato anche 11 territorio sotto il controllo del nemico. Fu attaccata l’impervia catena della Kapela sotto l’imperversare della neve. Anche se meno pericoloso, fu il più difficile tratto di strada. Ma infine si arrivò ad Otočac. L’alba del 17 novembre 1943. A O-toéac in Lika, dinanzi alla sede dello" ZAVNOH (Consiglio Territoriale Antifascista di Liberazione della Croazia) si raccolgono a gruppi ,i delegati sloveni e croati. Tra loro sono: Pavle Gregorič. Vleko Krstulović, Vladimir Bakarić, dr. Ivan Ribar, Vlado Zečević. Spasenja Babović e Mitra Mitrovič che, pochi giorni prima, avevano partecipato alla sessione dello ZAVNOH. Si parte con gli autocarri oltrepas. sando Vrhovine. Le canzoni di lotta echeggiano nel cielo, coprendo il ronzio dei motori. Ma d’un tratto si fa silenzio. Dinanzi ai delegati appaiono le mura di Korenica, diroccate e annerite dal fumo. I comignoli rimasti in piedi, chi sà per quale miracolo, sembrano moncherini levati al cielo a Implorare vendetta. Nei ricordi dei delegati appaiono le sce-| ne tragiche dei bimbi lanciati dalle finestre e infilzati dalle baionette tedesche e ustascia, le grida delle madri e dei vecchi nelle case in fiamme, le visioni dei compagni caduti. I camions arrancano con difficoltà tra i cumuli di neve e infine devono arrestarsi. I delegati scendono e proseguono a piedi Timpervio cammino; attraversando boschi secolari di abeti. Lungo la strada incontrano talvolta delle fosse scavate sotto terra, abitate dai fuggiaschi. La discesa della montagna è resa ancora più difficile dal terreno sdrucciolevole. La colonna viene spesso spezzata da arresti costanti, talvolta non visibili nella notte. All’alba sono già vicini alla valle che si distende dinnanzi ai loro occhi. Usciti dal limitare dei boschi e fatte alcune centinaia di metri, devono rapidamente indietreggiare. Sulla strada passano gli autocarri tedeschi. ■■■■" iJLAJi-JUJUjULM 'ìtAllllllli 8» a«»?: :U\.: ■ m» C.L'tSU®:* a »sJsissdj«»«» mmiv-. ' ****«» mh JV8s3SÌ8«4*5t»ss rassì'«® mmàm» i-i ,-**** 1 prtite®« Hjs.isitjt m j* «rtós&f vejM si.«* »<*#sr«*** ti«**»** «ss* vsjsaosf % w*<**v* £». Si» «sroftt «s ailvàm te «s-aSJ-te « «ss* Ja krms'Seftfa UsWJa 1 »ste-ìsuaast, teli -pN-te«* «ctlsst i Rte4l«»t •äs Jtetete tegsWs iìto&a «»Stili »»sitassi« i ì.s»*»iravisr.j« » aajttete ' Ugniti »a s* teUtUSfct «telatert ssswJJ nte avi» 3*4« sa«*'i 3« msuprnisa* fcssstesarsfcss wdr«j>amesf*itst. teteteiji«** j* «aia®»« aajväa i i xv #» a»,«**« S:»tars*& -a t «Ite«* sratetetes. teis.*»-teä Ss 3* žaafičS rii^g »«teilt a IlsSU mu* man aiastnsb n»m*%**<* «k« se»*u » i»»i «»**** *£ <^8*4 **•»***» Vtiatt»**»** staja p«J k®*«»«*» , «te »vSshä ìasroaissa Jagaajsu. »tj« ssls* štej« «sirsj,» o« »««si»** f&Sistfàtó, *ksi-»toni,asSte* x SssUS», ta «as «tero «v« SU «JraiJSrt','« » atei«* »aasdls »m« ui mtjxm étotritii. 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Ecco la traduzione italiana di questa risoluzione: uNella propria sessione costitutiva, svoltasi in Bihać liberata, i rappresentanti dei popoli di tutti i territori della Jugoslavia, indipendentemente dalla loro nazionalità, religione e appartenenza politica e di partito, il giornoi -... novembre, constatano che il crollo militare jugoslavo di aprile è una conseguenza diretta della politica antipopolare e di tutta una serie di tradimenti perpetrati; dai dirigenti militari e politici delia Jugoslavia; Che i popoli della Jugoslavia, decisi a difendere con le armi in pugno la propria libertà e indipendenza, sono stati abbandonati alla mercè dei conquistatori fascisti; Che la pusillanime fuga del governo Jugoslavo rappresentò un vergognoso abbandono e un atto di infedeltà verso il popolo nel momenti più difficili della sua storia. Cbe gli occupatorii fascisti hanno instaurato su tutti i popoli delia Jugoslavia un regime di barbara crudeltà senza riscontri, il regime di annientamento di .tutto ii popolo e della stirpe, di feroci uccisioni in massa delle donne, bambini e vecchi nelle retrovie, il regime di saccheggio, oppressione e distruzione di intere vaste regioni. Che i traditori interni, messisi al servizio dell’occupatore contro il proprio popolo, si sono anche loro macchiati di sangue innocente, servendo; J’occupatore coke boia sanguinari e che i crimini dei cetnici, al comando di Draža Mihailovič, commessi su tutti i popoli della Jugoslavia, non sono |per nulla inferiori ai crimini degli occupatori fascisti, degli ustascia e di Nedič. Che, quasi tutti gli ex partiti o le organizzazioni politiche nella maggioranza dei territori della Jugoslavia, si sono comportati passivamente nei confronti della situazione, oppure si sono rappacificati con la stessa. Alcuni, nel modo di affiancare apertamente l’óccupatore, altri respingendo anche l’idea di una qualsiasi lotta contro l’occupatore, per poi passare, durante io sviluppo della lotta popolare di liberazione, direttamente al tradimento. La posizione della maggioranza dei dirigenti di questi partiti; non è giunta l’ora di lottare contro l’occupatore, si è presto (trasformata in: è giunta i’ora di lottare accanto all’occupatore contro il popolo ribelle. Che una gran parte degli .ufficiali, specialmefte superiori, si è messa in varie forme a disposizione deli'occupatore nella sua, lotta contro tutti i popoli jdella Jugoslavia. Che tutto l’apparato comunale e statale della vecchia Jugoslavia, preparato o abilitato al tradimento durante lunghi anni, si è messo al servizio deli’occupatore, divenendone arma fedele per l’annientamento .^el popolo. Cbe, unico, il Partito Comunista della Jugoslavia è rimasto fedele ai popolo ed alla sua libertà. Che il Partito Comunista ha chiamato tutti 1 popoli, tutti i partiti politici ‘(ad eccezione dei partiti apertamente traditori) e tutti i patrioti onesti nella lotta armata comune contro l'occupatore. Che a questo invito hanno risposto tutti i popoli della Jugoslavia sollevando l’insurrezione popolare, tutti i patrioti onesti, organizzando i reparti partigiani che a questo invito non hanno risposto quasi tutti gli ex dirigenti dei partiti politici. Bagnati, stanchi, ,intirizziti dal freddo e dalla fame, tra una .nebbia gelida e penetrante, i delegati attendono tutto il giorno .idi calar della sera, mentre sulla strada .continuano a rombare i camions tedeschi. A destra, d’un tratto, ad alcuni chilometri di distanza, si vedono, tra gli spiragli della nebbia, ardere le case contadine. Arrivata la sera, .i delegati si preparano ad attraversare la strada, illuminata a tratti dai fari tedeschi. Ciascuno riceve un numero e in questo ordine si mettono in colonna, prendendosi per le mani. Di tanto in tanto s’odono le raffiche di mitraglie e 1 proiettili luminosi passano al di sopra delle loro teste. Gli ustascia sparano a vuoto. Nel momento che i raggi dei fari cessano di illuminare la strada, 1 delegati scendono a valle e, uno ad uno, la attraversano a soli 500 metri dal campo tedesco, .riprendendo poi a salire 1 pendìi della montagna di fronte. Dinanzi a Doljani vengono fermati dalla sparatoria. In perlustrazione viene inviato Josip Zasi, mentre la colonna attende in un piccolo villaggio distrutta. Solo .la mattina possono entrare a Doljani e lì dopo due giorni e due motti, orinnsarsi dall’impervio cammino. La strada che segue è molto più facile e la sera del 28 novembre i delegati giungono a Jajce. M. A. DAL DIARIO Dl VLADIMIR DEDIJER L> ECO DELLE DECISIONI Dl JAJCE ALL’ESTERO Il primo atto diRoosewelta Teheran: far conoscere la lotta di liberazione in Jugoslavia - Churchill ai giornalisti: I partigiani Jugoslavi trattengono più divisioni tedesche di quante ne siano sul fronte italiano LA CASA NELLA GROTTA DI DRVAR DOVE AVEVA SEDE IL COMANDO SUPREMO NEL MAGGIO 1944 Ancora a Jajce, al Comando Supremo, ero a conoscenza dell’ordine del giorno e della lista dei candidati al Comitato di liberazione nazionale. La Seconda sessione dell’A. V. N. O. J. si svolse contemporaneamente all’incontro di Stalin, Roosewelt e Churchill a Teheran. Dal comportamento degli ufficiali e dei giornalisti inglesi ed americani, comprendemmo che i .tre a Teheran, avevano preso decisioni importanti anche a riguardo della questione jugoslava. Da un giornalista americano, venimmo a .sapere che una delle prime cose che Roosewelt fece a Teheran fu questa: estrasse dalla tasca la relazione del colonnello Phe-rish capo della missione americana presso il Comando Supremo, e la consegnò a Stalin che ringraziò. Il colonnello Pherish parti dalia Jugoslavia ancora nell’ottobre 1943 e dall’Italia volò con l’aereo direttamente a Washington. Qui venne ricevuto anche dal presidente Roosewelt al quale consegnò di propria NELLA LOTTA CONTRO I NEMICI E PSEUDOAMICI E' SORTA LA NUOVA REPUBBLICA 1 L G O V E : R n 0 SOVIETICO ieinm r|fl|r AV N fl I considero uria pugr io deci lalatć isioni 0611 Avniiu 1 alla schiena Appoggio ai governo di Pietro Karadjordjević - Draža Mihajlović trattato da Mosca come eroe nazionale jugoslavo - Vane le richieste di aiuti del Comando supremo partigiano e le documentazioni sui crimini dei cetnici mento, non corrispondeva più nemmeno alla situazione politica Internazionale, dato che gli anglo-americani, che 1ìvevano una propria missione militare presso il Comando Supremo già dal dicembre 1942, non vi si opposero. A sessione avvenuta, Dimitrov comunicò a Božidar Maslarić, allora rappresentate del PCJ presso il Comintern, che le decisioni del-l’AVNOJ erano considerate, negli ambienti governativi sovietici, come una pugnalata alle spalle del-l’URSS. Solo due mesi più tardi Mosca si decise a inviare una propria missione militare presso il Comando Supremo e qualche mese più tardi, quando era già pattuita tra Stalin e Churchill la suddivisione delle sfere d'influenza in Jugoslavia nella misura del 50 : 50, giunsero i primi aiuti sovietici in armi e materiali, del resto nemmeno questi disinteressati poiché più tardi, a liberazione avvenuta, dovettero essere pagati. M. La creazione dell'attuale ordinamento sociale in Jugoslavia ebbe avversari tenaci non solo nella borghesia interna, sostenitrice e nerbo dell’occupatore, e nei circoli reazionari dell’occidente, ma anche in quel governo che si autodefinisce «guida dei popoli oppressi» e «il primo paese socialista del mondo». Come nel caso della guerra fin-nica, quando l’URSS si autodefinì «amante della pace» nello stesso istante che le sue truppe varcavano i confini di uno stato estero, così anche nei confronti della Jugoslavia partigiana altri furono i motti propagandistici e del tutto diversi furono i fatti e il modo di agire dei russi. Il 29 novembre 1943, data dell'effettiva fondazione della nuova Jugoslavia, avvenuta alla seconda sessione dell’AVNOJ, fu preceduto da intense e ininterrotte richieste di aiuti in armi e medicinali, fatte dal compagno Tito a Mosca. Tali richieste, nei momenti più’difficili della lotta, assumevano un tono drammatico che rispecchiava la reale situazione della lotta. Ecco il testo di un dispaccio che il 31 gennaio 1943, Tito inviò a Mosca: «Debbo farvi di nuovo la domanda: non vi è proprio affatto possibile porgerci un qualsiasi aiuto? Centinaia di migliaia di fuggiaschi sono minacciati dall’inedia. Dopo venti mesi di lotta eroica, quasi sovrumana, non è forse possibile trovare il modo di aintarci? Noi conbattiamo già da venti mesi, privi del più piccolo aiuto da qualsiasi parte. Vi assicuro che questo nostro magnifico ed eroico popolo della Bosnia, della Likay del Kordun, della Dalmazia, merita pienamente il massimo aiuto. Da noi ha incominciato ad infierire il tifo pettecchiale e noi siamo privi di medicinali. Il nostro popolo si esaurisce per la fame, ma non si lamenta. Questo popolo affamato dà ai nostri combattenti fin l’ultimo boccone di pane mentre è affamato esso stesso, dà l’ultima calza, camicia e scarpe e va nudo e scalzo con questo freddo. Fate tutto il possibile per aiutarci». Appelli simili si susseguirono dagli inizi del 1942 sino alla fine del 1943, ottenendo sempre risposte come questa, pervenuta in data 11 febbraio 1S43, in riscontro al precedente dispaccio di Tito: «... Noi abbiamo esaminato personalmente con Giuseppe Visarionovió il modo ed i mezzi per porgervi aiuto. Pur. troppo non ci è riuscito finora di risolvere con successo questo compito a causa di insuperabili difficoltà tecniche . ..» Le difficoltà tecniche, a cui fa cenno il dispaccio di Mosca, erano praticamente inesistenti. La causa del mancato invio di aiuti risiedeva nella politica estera russa di allora, risfoderata attualmente, e che consiste nell’accordo delle grandi potenze a danno delle piccole nazioni. Mosca temeva che l’invio di eventuali aiuti ai partigiani avesse potuto produrre qualche incrinatura nella coalizione dei grandi. Oltre a ciò bisogna rilevare che l’URSS ebbe regolari rapporti diplomatici con il governo fantasma di re Pietro, nonostante che il Comando Supremo partigiano rimettesse a Mosca regolarmente i documenti sulla collaborazione con l’occupa, tore e sui crimini. commessi a danno della popolazione dai cetnici di Draža Mihajlović, ministro della guerra del. . governo fuggiasco e comandante dell’esercito regio in patria. Pare anzi che questi documenti, che avevano lo scopo di smascherare il tradimento di Mihajlović, sortissero a Mosca l’effet. to contrario poiché nell’agosto del 1942 la Legazione sovietica presso il governo fuggiasco fu elevata al rango di ambasciata. Fu un colpo morale durissimo al movimento partigiano che solo da Mosca attendeva un qualche aiuto. Nello stesso tempo e per quasi due anni radio Mosca continuava ad attribuire ai cetnici le vittorie conseguite dai partigiani ed a chiamare il loro comandante, contemporaneamente alla rivista fascista «Tempo», l’eroe nazionale jugoslavo. Tale collabo-razione non si limitò solo al campo puramente diplomatico e prro-pagandistìco, ma ebbe anche finalità più concrete — che smentiscono la storiella delle difficoltà tecniche fornita al comando dell’Esercito Popolare di Liberazione — come si rileva dal seguente dispaccio, inviato da Slobodan Jovanović, cap>o del Governo di re Pietro, a Draža Mihajlović e rinvenuto tra la corrispondenza di Draža al momento della sua cattura: «Str. Pov. N. 40 dell’ll gennaio 1943. V. K. n. 152 del 30 novembre 1942: I russi hanno proposto l'invio di loro ufficiali superiori nel vostro Comando, l’organizzazione di collegamenti diretti con voi, la costituzione di una vostra squadriglia in Russia per il lancio degli aiuti a voi, emissioni radio comuni. La proposta è stata respinta. Chie. diamo anticipatamente: primo, che cessi immediatamente la campagna per mezzo della radio e della stampa contro l’esercito jugoslavo al vostro comando. (In una nota, datata 3. XII. 1942 dell’ambasciata jugoslava a Mosca, si smentisce l’esistenza di questa campagna. N. dell’A.) Secondo, che si invitino i partigiani a non attaccare i reparti del nostro esercito. Terzo, che i partigiani vengano posti sotto fi vostro comando. Appena dopo sarà possibile l’ulteriore collaborazione. Vi informeremo sul successivo an. damento. Jovanović. Confrontare: O. H. — M. S.» Non sembra chè Mosca abbia accettato in pieno le condizioni poste da Jovanović, ma comunque la sua posizione non era lontana dai punti del dispaccio suesposto. Lo confermano i frequenti inviti rivolti a Tito di non apporsi al governo reale, le critiche di estremismo mosse in occasione della formazione delle brigate proletarie, l’opposizione ac-chè il Consiglio Antifascista di Liberazione della Jugoslavia (l’AV-NOJ) assumesse la funzione di una specie di governo. Fu proprio per questa opposizione, manifestatasi ancora prima e dopo la fondazione dell’AVNOJ, che il Comando Supremo dell’EPL non fece conoscere preventivamente a Mosca lo schema dei lavori della seconda sessione dell’AVNOJ poiché ne avrebbe avuto solo una decisa opposizione che, in quel mo- DJILAS, TITO E RANKOVIC NEL 1944 A LISSA mano i dati sulla nostra lotta contro i tedeschi, cetnici e ustascia. Pare che a Teheran sia stata presa la decisione di aiutare 11 nostro esercito cioè di «riconoscere a Tito le qualità di comandante al. leato» come la hanno formulata i giornalisti. Al Cairo risentimmo immediatamente le conseguenze delle decisioni di Teheran. Venimmo a sapere che Roosewelt, in viaggio per Teheran, quando al Cairo s’incontrò con Churchill e Chang Kai Shek, ricevette re Pietro, ma al suo ritorno, quando si soffermò nuovamente nella capitale egiziana, declinò diplomaticamente una nuova visita di re Pietro, anche se la prima volta aveva preannunciato tale udienza. In genere dopo Teheran potemmo rilevare una sensibile diversità di trattamento nei nostri confronti. In verità anche prima eravamo oggetto di tutte le attenzioni, ma dopo i Teheran venne tolto il controllo ufficiale sui giornalisti e sulle altre persone, le cui visite, ora, si facevano sempre più frequenti. Il giorno seguente alla pubblicazione nella stampa della notizia sull’incontro tra Stalin, Churchill e Roosewelt a Teheran la stazione radio «Libera Jugoslavia» emise il comunicato sulla seconda sessione dell’AVNOJ. In tale occasione «Li. bera Jugoslavia» non emise la risoluzione sulla monarchia e sui veto al ritorno di re Pietro in patria. Lo stesso giorno ricevemmo all’ospedale la visita di un gruppo di giornalisti ai quali fornimmo tutte le spiegazioni sul Comitato Nazionale e sui membri che lo componevano, di modo che il giorno dopo, sulla stampa mondiale, accanto al comunicato della «Libera Jugoslavia» uscirono anche le biografie dettagliate dei membri del comitato nazionale. Ciò contribù a conoscere la composizione nazionale del Comitato e di conseguenza la vastità della nostra lotta. Un articolo particolarmente interessante uscì sul quotidiano londinese «News Cronici®», a penna del corrispondente dal Cairo dello stesso giornale Berta Gaster. Al Cairo non riuscimmo a sapere, se/a Teheran sia stata discussa la formazione del Comitato di Liberazione nazionale, però si poteva presumere che tale questione non era stata trattata, dato che la riunione di Teheran si era svolta contemporaneamente alla Seconda sessione dell’AVNOJ. All’inizio di dicembre giunsero al Cairo anche 1 capi della missione inglese presso il Comando supremo, il generale Mac Ley e 11 colonnello Deakin. Essi vennero immediatamente ricevuti da Churchill, che informarono esaurientemente sulla situazione in Jugoslavia. Il colonnello Deakin soggiornò in Jugoslavia in un certo senso anche come osservatore personale di Churchill, per cui la sua relazione sulla lotta in Jugoslavia ebbe una sensìbile influenza sul premier ibri tannico. Ad una conferenza stampa con i giornalisti inglesi e americani, tenuta da Churchill al Cairo, dopo la riunione di Teheran, vennero poste anche domande sulla situazione in Jugoslavia. Churchill dichiarò, fra l’altro, che i partigiani jugoslavi contenevano più divisioni tedesche di quante ne fossero sul fronte italiano. Tale fatto suscitò una notevole impressione tra i giornalisti. Il corrispondente del «New York Times» Schultzberger pubblicò questa parte della dichiarazione di Churchill, nonostante questi avesse esplicitamente chiesto che tali parole non apparissero sui giornali. Era evidente che il governo inglese cambiava la sua tattica nei confronti del movimento popolare di liberazione in Jugoslavia non per amore verso i partigiani, ma per la necessità di lotta contro i tedeschi. IL POPOLO JUGOSLAVO canta le gesta dell'eroe Peko Quando i giovani ed anche tutti gli altri jugoslavi intrecciano i tradizionali koli folcloristici, accompagnati dai canti, si odono spesso, insieme, i nomi di Tito e di Peko, che la leggenda popolare ha reso protagonisti di innumerevoli episodi di eroismo. E certamente molti —as % * ’ ;. v - j Il compagno Tito, fotografato con alcu-ìimembri dell’AVNOJ prima dell’i-nizio della Seconda Se ss io n,e sono reali, anche se alquanto trasformati dalla fantasia dei nuovi giullari. Tito tutti- lo conoscono oggi nel mondo. Pochi sanno però chi sia Peko. E’ Peko Dapcevic, generale e Capio di Stato Maggiore dell’Armata Jugoslava. Già come studente ginnasiale a Cettigne, partecipò al movimento rivoluzionario, organizzando due scioperi studenteschi e varie manifestazioni giovanili che lo portano all’arresto, quando frequenta l’ultima ginnasiale. Il 1937 lo vede in terra di Spagna, mitragliere del battaglione Dimitrov prima, comandante di compagnia poi, in lotta a fianco dell’eroico popolo spagnolo. Nelle trincee di Madrid, nella battaglia sull’Ebro, in -Catalogna il suo sangue sgorga -dalle ferite e bagna lo sfortunato suolo iberico. Assieme agli altri compagni delle brigate internazionali prova la durezza dei campi di concentramento francesi. Riesce ad evadere, ma, poggiato il piede sul suolo patrio, cade nuovamente nelle .grinfie -della polizia che lo rispedisce nel natio Monte-negro. Alla stazione di Niksič fu-g-ge e poco dopo anche per Peko hanno inizio le gloriose giornate di luglio. Insieme ad alcuni vecchi compagni d’infanzia partecipa alla nota lotta del 13 luglio, alla lotta sulla strada Cettigne—Fiume Crno-jevica nel 1941. In quel giorno lungo la strada suddetta transita un battaglione meccanizato italiano, armato al completo, diretto verso il fronte Orientale. Nel villaggio natale di Peko i contadini insorgono ed attaccano le -unità del bat. taglione. La battaglia iniziò al mattino presto e divenne presto sanguinosa. Ad un .tratto tra i combattenti si sparse una voce «E’giunto Peko». Era giunto infatti e, unitosi agli altri partigiani, riaccende la lotta. Il battaglione degli occupatori viene attaccato, sconfitto, messo in fuga. Da allora Peko è noto fra tutti i partigiani del Montenegro. Guida le sue unità a varie azioni, dirige l’Insurrezione montenegrina. Ne) settembre 1941 viene nominato membro del Comitato generale del Montenegro e membro del Coman. do Supremo di Tito. Più tardi, comandante della IV. Brigata proletaria, percorre con essa il glorioso cammino attraverso la Bosnia, attaccando le fortificazioni ustascia di Kupres. Combatte nelle valli del Rama, nelle battaglie presso Imotski, per il passaggio della Neretva. Nel settembre 1943, a capo del II Corpus, libera il Sangiaccato, quasi tutto il Montenegro, parte della Serbia fino a Zlatibor e Ivanjke. Dopo l’inizio della sesta offensiva, Peko guida i partigiani che hanno infranto gli attacchi del. le bande tedesche, ©etniche e quelle di Nedi-c e Ljotic nel Monte-negro, nella famosa battaglia presso Mofjkovac. Sotto il suo comando, nel luglio del 1944, le -unità dell’Armata Jugoslava partecipano alla liberazione della Serbia e di Belgrado, LA CONSEGNA DELLA BANDIERA DI COMBATTIMENTO ALLA I. BRIGATA PROLETARIA ŠMARJE SIMBOLO DI LOTTA DEI NOSTRI POPOLI per l'emancipazione sociale e nazionale A quota 453 si rèsiste ancora! Nel giorno della Repubblica dobbiamo ricordare gli innumerevoli combattenti che per la causa del popolo lavoratore non esitarono a donare la propria vita. Fianco a fianco con i partigiani sloveni e croati, combatterono i partigiani italiani della nostra Regione, portando il loro valido contributo alla causa comune per una nuova società, per un nuovo stato socialista. Dal diario di un combattente dalla brigata Fontanot, nelle cui file combatterono moltissimi compagni del nostro distretto, riportiamo, un brano che descrive l’eroico comportamento di questa brigata nei combattimenti in Suha Krajna nell’aprile del 1945. L’offensiva della XV. divisione contro i presidi tedeschi-ustascia di Zužemherg e Dvor dura dia cinque giorni. Il nemico non può rassegnarsi a lasciare l’iniziativa alle nostre unità iin questo settore perchè minacciano troppo da vicino l’impartante via di comunicazione Zagabria — Novo mesto — Ljublana, lungo la quale stanino ritirandosi ' ingenti forze provenienti dalla Lika e dalla Dalmazia. Ieri ha iniziato una forte offensiva e durante la notte l’ottava brigata ha abbandonato Hinje. All’alba idi stamane la nostra brigata si è trovata in prima linea. Il compito affidatoci dal Comando della Divisione è quello di difendere le posizioni nel settore di Smuka sino a quando le unità del settore di Dvor non ripiegheranno sulle alture di Crna Peč. Verso le nove del mattino, T8. brigata passa all’offensiva per riprendere le alture di Hinje, ma viene respinta. Il nemico ha piazzato nel paese, ancor fumante per le case incendiate, le sue batterie. Il campito della nostra brigata appare molto arduo perchè le posizioni nemiche sono più elevate delle nostre e verso le dieci cominciamo a bersagliarci con una tempesta di granate. La missione alleata che aveva il compito di coordinare la nostra offensiva con attacchi aerei, ha abbandonato Smuka, divenuta un inferno di esplosioni. Le granate sono centrate proprio sul paese ed, esplodendo, sollevano una grandine di pietrame del selciato. La casa, dove è alloggiato il nostro comando brigata è stata già colpita al tetto. Davanti alla porta un cavallo è rimasto fulminato sul posto. Alcuni infermieri soccorono diversi compagni feriti. E’ impossibile rimanere in queist’inferno, il collegamento telefonico con la quota 453 è interrotto, bisogna abbandonare l’abitato. Ma i battaglioni resisteranno sulle loro posizioni? I fuoco di artiglieria e di mortai precede l’attacco delle fanterie che può iniziare da un momento all’aitro. E bisogna resistere perchè una breccia su questo settore permetterebbe al nemico di infiltrarsi alle spalle della nostra brigata e di' tutta la divisione. Giungono di corsa i corrieri del Comando divisione. Resistete ancora due ore! Tutto dipende da voi, dal vostro III. battaglione, a quota 453! Al comando di brigata viviamo minuti di trepidazione. Con il terzo battaglione a quota 453 il col-legamento per meizzo corrieri è molto difficile perchè uno spiazzo oarsico, binilo, separa la collina dal comando. Verso le 11 un corriere del comando battaglione riesce a portare le prime notizie. Il nemico ha attaccato le posizioni del battagliane, ma è stato respinto. Il compagno Cubi, comandante del IIII. battaglione, aveva organizzato un sistema difensivo mirabile. I compagni del Comando divisione si meravigliano perchè è il primo esempio nella l'Otta partigiana che un battaglione prenda posizione in quel modo entro fortini veri e propri. Intanto nei settori del I. e del II. battaglione il nemico incomincia la pressione con le fanterie. La compagnia «juriš», al comando di Dalla Negra fa una puntata risoluta sul fianco dello schieramento avversario costringendolo a ritirarsi. Ma la battaglia si diciderà a quota 453, contro la quale il nemico ha scagliato tutte le sue forze. Verso mezzogiorno nuove notizie: nei fortini i nostri ragazzi si battono da eroi. Il nemico ha tentato ben sette volte di prendere la quota d’assalto e sempre è stato respinto. Giungono i primi feriti. Molti com- pagni sono rimasti uccisi sul posto. Verso le due del pomeriggio, gli infermieri della compagnia sanità trasportano altri quattro fe-'riti. Fra essi è il commissario di battaglione. Passando vicino a noi, fa un cenno disperato con la mano: una granata gli ha squarciato il basso ventre. Povero Bressan, aveva dato tutto se stesso per la causa, non lo rivedremo più! Il vice commissario politico della brigata, Orfeo, si avvia a prendere il posto del compagno Bressan. Ma neppur e-gli potrà raggiungere le posizioni. Da Hlnja gli aprono addosso un fuoco" micidiale di montai; stramazza al suolo, si rialza, lo vediamo strisciare, fermarsi, rialzarsi ancora, poi cadere. Dopo molte difficoltà, gli infermieri lo raggiungono e lo portano in salvo gravemente ferito. A quota 453 si resiste ancora. Il campito, affidatoci dal Comando Divisione, era stato eroicamente assolto, le nostre unità avevano potuto salvarsi dalTaccerchiamento. Ma proprio inelle ultime fasi della battaglia, mentre incitava i compagni a resistere, il comandante Cubi, colpito alla fronte, stramazzò al suolo. Per la grande causa del popolo lavoratore aveva donato anch’egli la sua vita, da eroe che mai i suoi compagni dimenticheranno. M. A. Un doppio ordine di case — addossate in fila indiana ai due lati della strada, inerpicantesi sul dorso del colle - par comporare una pattuglia in formazione da combattimento, pronta ad entrare in azione. Così ci appare Šmarje ed in realtà quésta immagine le si addice più d’ogni altra. Questa borgata, oppollaiata a monte di Capodistria, sul colle che scende ripido verso il mare, è il simbolo di Una lotta secolare, dura e cruenta contro i despoti e contro la natura selvaggia ed arida. La capacità e la perseveranza — caratteristica acquisita dalle genti istriane nella loro antica e diuturna battaglia per la vita— che hanno trasformato gli erti pendìi dei colli in fertili campagne e rigogliosi vigneti strappando palmo a palmo, zolla a zolla, la terra alla natura impervia e brulla, in una inarrestabile volontà di vivere, hanno anche forgiato il carattere di questa popolazione laboriosa, carattere che l’accompagnò sempre, anche nei momenti più gravi e difficili, sino alle più grandi vittorie. A chi l’abbia conosciuta prima della guerra, durante il periodo del terrore fascista, Šmarje appare oppi in un volto nuovo con le sue case ricostruite, ma che ancora porta le stigmate della tragedia vissuta, ormai lontana nel tempo, sempre vicina però per ravvivare la volontà e lo slancio di questa gente operosa. * Era la vigilia della tradizionale «sagra» d’ottobre, (nel passato una delle poche giornate di svago e di gioia, un raggio di luce nelle tenebre dell’oppressione e della miseria estrema) giornata in cui i contadini, dimenticate per il momento le angustie della vita, si abbandonavano alla letizia, alle volte smodatamente, come sfoghi alla rabbia ed alla disperazione. Ma quello non era un giorno come- gli altri accen. nati, Era una delle giornate indimenticabili dell’ormaì lontano 1943, ' in cui si manifestò apertamente e proruppe impetuosa la, volontà del popolo di vivere libero ed ìndipendente nella nuova patria socialista, una delle giornate del settembre in cui il nostro popolo si sentì finalmente libero per la prima volta nella sua storia, padrone dei propri destini. Alle prime luci dell'alba, una lunga colonna motorizzata tedesca — formata da reparti scelti SS e fascisti — si snodava come serpe velenosa lungo la salita a curve di monte Toso. Il rombo sinistro dei motori destò dal sonno i villici. Ben presto furono in allarme. La popolazione tutta, presagendo il peggio — poiché ben conosceva la ferocia nazista — guadagnò in fretta la campagna e la macchia, abbandonando tutti i popi beni. Il rullo distruttore di Hitler travolse tutto. Superate le deboli difese, opposte al loro avanzare dai pochi partigiani che in quel momento si trovavano a Šmarje, i tedeschi irruppero nel villaggio. Fu una sola interminabile e selvaggia raffica, senza risparmio di munizioni e senza un bersaglio ben definito. Così caddero le pime vittime: un vecchietto inerme, ignaro di quanto succedeva, colto di sorpesa sul sagrato della chiesa e due vecchi contadini, pacificamente intenti al lavoro nell’orto. La razzia ebbe inizio. Casa per casa, ogni angolino, anche il più riposto, venne frugato meticolosamente: le mitragliatrici continuarono il loro lugubre canto mortale, sparando alla cieca in cerca di nuove vittime. Non paghi di ciò, i tedeschi sfogarono la loro ira bestiale sulla popietà dei contadini'. Ben 18 furono le case date in peda alle fiamme, dopodiché la belva, sazia e soddisfatta, ripese la sua marcia verso i villaggi dell’interno a seminare altre stragi e compiere nuove gesta vandaliche. Šmarje aveva subito il battesimo del fuoco e del sangue. Questa calamità, anziché postrare nel timore e nella disperazione gli abitanti del luogo, infuse loro nuove linfe e nuove energie. Sempe più forte divenne la volontà di lottare sino alla vittoria contro il nemico mortale, sempe più ferrea l’unità d’intenti del popolo. Ma il nemico non placò le sue ire ... * Giugno 1944. Ricordi nefasti che ritornano, ferite dolorose che si ria-pono. Una notte d’estate insolitamente oscura e calma, ma. d’una calma tutt’altro che popzia. Sma- UN CANNONE CATTURATO AL NEMICO La ripresa della lotta partigiana nel Capodistriano dopo l'offensiva d'ottobre LA POPOLARE FIGURA DEL PARTIGIANO «ZDENKO» Era verso la fine di ottobre dei 1943 quando i fascisti ed i carabinieri ritornarono a scorrazzare per per i nostri paesi e, accompagnati dai loro nuovi padroni, si. sentivano già quasi sicuri come ai «bei-tempi». Nella grotta, a qualche centinaio di metri da Villa Dol occam. pava un gruppo di una trentina di partigiani -sloveni ed italiani, triestini ed istriani. I bravi «terenci» ci hanno descritto la situazione, venutasi a creare dopo la terribile tempesta di fuoco e di piombo, scatenatasi sulla nostra popolazione. I tedeschi, ritirandosi, avevano lasciato a Šmarje, Decani e sul crocevia di Risano dei presidi di carabinieri, formati da individui che, dopo aver ottenuto il perdono per le tante lo. ro malefatte contro il nostro popolo, avevano ancora la impudenza di mettere il piede sulla nostra terra. Nei centri come Sòofije, Serenino e nelle cittadine costiere ven. nero invece rafforzati i presidi tedeschi. L’entusiasmo manifestato dalla nostra -papolazione nei giorni di settembre si era trasformato in o-dio contro il nemico ed in una ferrea volontà di condurre la lotta sino alla fine. Le donne ed i ragazzi ci indicavano i nascondigli di armi e di equipaggiamenti militari. La situazione si prestava per riorganizzare la lotta su basi soli- dissime. Bisognava però mettersi all’opera senza perder tempo. Bisognava attaccare il nemico e procurare le armi per i compagni che, sempre in maggior numero, accorrevano giorno per giorno nelle file partigiane. Verso la metà di novembre ci sia. mo recati a Decani per accertare come la pensavano i carabinieri, testé arrivati, Ci è risultato che avevano paura e che, probabilmente, si sarebbero arresi senza spargimento di sangue. Il momento era buono e una domenica sera abbiamo circondato la caserma, inviando nel contempo da loro una nostra deleigaizione. Il brigadiere ha accettato, 'senza esitazione, tutte le nostre condizioni, dichiarandosi disposto a seguirci. Però noi, per M momento, abbiamo ritenuto ipiù conveniente lab sciarli quale presidio nemico in nastro favore. Intanto affluivano nelle nostre file sempre nuovi volontari da tutte le parti. Verso la fine di novembre, il nostro battaglione contava più di 150 combattenti. La nostra formazione, sostenuta dalla popolazione locale, rapprensentava in questo settore una forza sufficiente per impedire le incursioni del nemico nei nostri paesi. Ogni paese aveva il proprio Comitato di Liberazione con il rispettivo referen. te militare e l’informatore che ci LA VIGILIA DEL 29 NOVEMBRE 1944 NEL BUIESE ! partigiani non sono Il rastrellamento fu meticoloso. Ben duemila tra tedeschi, land-schütz e repubblichini vi parteciparono. Il romboide, alle cui quattro punte stavano Cittanova, Umago, Porta Porton e Verniacco, era staio rovistato palmo a palmo, ma senz’alcun risultato. Il nostro gruppo era stato già in pecedenza sparpagliato in tutto il territorio.La gran parte di noi si trovava nell’albergo di Punta Salvore- dove i tedeschi mai avrebbero sognato l’esistenza L. il. IL COMPAGNO TITO ALLA II. SESSIONE DELL’AVNOJ A JAJCE di partigiani armati sino ai denti, Diffatti razzolavano tranquilli nelle sue vicinanze, non pensando nemmeno lontanamente di essere osservati da occhi acuti attraverso le fessure delle persiane rinchiuse. . Il rastrello tedesco, partito dalla strada Umago—Cittanova, ritornò con le pive nel sacco. Ma coloro che desideravano il contrario finirono per convincersi che i loro desideri erano stati infine esauditi. E da alcune case di Fiorini, Verte-neglio ecc. ecc. cominciò a irradiarsi il motto: <(i partigiani sono stati distrutto). Bisogna controbattere questa popaganda e farsi sentire. La data per l’azione fu scelta nel 28 novembre, vigilia del pimo anniversario della fondazione dello stato federale democratico jugoslavo. * Un cielo plumbeo rendeva l’oscurità ancora più fitta. Camminando dietro a Marian, nel ristretto sentiero di campagna, pensavamo essere una fortuna che la pioggia non fosse ancora caduta altrimenti que. sta terra argillosa sarebbe risultata un peso non indifferente per i piedi già stanchi dal lungo cammino. Lasciata alle spalle Radini, procediamo con più incertezza verso la costa. Il sentiero gira a nord e noi tagliamo diritto per i campi incontrando talvolta la resistenza dei filari di viti e di siepi. Si sente il mare vicino mentre sono appena le dieci. Il carico tedesco sarebbe passato, come ogni sera, solo verso mezzanotte. Dunque c’è anche il tempo per riposarci. — A quest’ora sulla strada dì Salvore i nostri tagliano già i pali telegrafici, —■ dice Marian, disteso ai piedi di un albero sull’erba umidiccia. Gli altri continuano a fumare in \silenzia nascondendo il bagliore del -mozzicone dentro il berretto partigiano. I minuti passavano lenti come ore. Conto nuovamente le mie riserve di munizioni estraendo le pallottole una ad una dai caricatori del mio mitra inglese. Termino questo lavoro quando da oltre Daila ci poviene il rumore ritmico e lento del barcone tedesco. Trasportava, come ci fu riferito, tabacco e viveri per la guarnigione tedesca di Trieste, con a bordo, oltre l’equipaggio, tre tedeschi armati di fucili e una mitragliatrice antiaerea. Riprendiamo la marcia attraversando silenziosi la rotabile Umago— Cittanova. Eccoci infine al mare. Dopo mesi riascolto il gorgoglio famigliare della risacca e dimentico per un istante il trasporto tedesco, la preoccupazione per la mitragliatrice antiaerea che potrebbe seminare la morte, persino il mitra nelle mie mani assume un aspetto irreale. Nell’oscurità intravvedo il biancore schiumoso infrangersi contro l'oscurità indefinita degli scogli e, in quelle crespe, vedo un panorama e una scena lontana: il mio Quar-nero pieno di sole con l’isola di Cherso a sfondo, il Monte Maggiore che rende cupo il mare di Abbazia e il viso amato pieno di timore e di lacrime per la felicità interrotta, per la partenza imminente e, vicino .a noi, gli scogli di Costabella con lo stesso mare schiumoso e mormorante la sua eterna canzone. Ora sono qui, con la morte in agguato. Di chi la colpa? Sullo schermo del pensiero appare la figura del tedesco, ritto a prua del barcone, dietro la mitragliatrice antiaerea, e il mio mitra diventa nuovamente piombo e ferro, strumento di vendetta e di liberazione. Ci disponiamo in linea frontale,-e ciascuno di noi cerca riparo dietro le sporgenze del terreno eh«j sovrasta gli scogli, tagliato verti- calmente dalle ondate del mare. Il bragozzo si avvicina sempre di più e il rombo ritmico del suo motore accelera lo spasimo dell’attesa. Viaggia vicinissimo alla costa. Ma-rian ci raccomanda ancora una volta di non sparare senza il suo ordine. Il bragozzo è dinnanzi a noi, il suo rumore batte forte nei timpani tesi. Fisso l’oscurità, cercando di vedere la sua sagoma. Nulla. D’un tratto alcune scintille escono dal tubo di scarico. Indirizzo automaticamente la canna del mitra in quella direzione. — Fuoco — e la voce di Marian viene ricoperta dal rombo unico dei sette mitra, al quale fanno da basso le scariche del mitragliatore nelle mani di Volodja, il russo fuggito pochi giorni prima dalla guar. nigione tedesca di S. Lorenzo. Sul bragozzo s'ode un grido, mentre i mitra continuano a seminare i loro raggi di piombo. Quando il bragozzo si allontana di qualche decina di metri, cessiamo il fuoco e veloci oltrepassiamo di nuovo la strada. Nella vicina S. Lorenzo sì accende qualche lume. I tedeschi della guarnigione non reagiscono, come non hanno reagito quelli del trasporto. Non s’aspettavano un attacco partigiano alle coste occidentali dell’Istria, nella zona da loro rastrellata pochi giorni prima. Forse non abbiamo raggiunto nessun risultato, chiamiamolo, mili. tare. Abbiamo dimostrato però una cosa: che i partigiani vivono-, esistono e lottano per liberate il popolo. Il giorno dopo questo popolo con sim.pS.tia ingrandì il fatto, si parlava di compagnie e di battaglioni partigiani. Eravamo in Otto. Ma, dietro le persiane chiuse delle loro case, il timore entrò di nuovo a disturbare i sogni di sfruttamento . ft di ricchezza dei reazionari. M. teneva al corrente di tutti i mo-vimeniti del nemico. La gioventù antifascista e lo SKOJ, bene organizzati, si curavano di far pervenire tutti gli ordini e la posta nel minor tempo possibile ed in qualunque ora. I portaordini andavano regolarmente, sia di giorno che di notte, da Šmarje a Dal, da Popetre a Gabrovizza, dove era la sede del Comitato Circondariale. L’organizzazione funzionava a perfezione. I primi giorni di dicembre il no stro battaglione era accampato nella pineta sapra Gradišče, quando il «terene» Toni, di Gradišče venne ad avvertirci che stavano arrivando due camions di fascisti Era un tipo strano quel Toni, vecchio combattente nell’illegalità sol. to la dominazione fascista. Non si fidava di nessuno e voleva fare tutto da solo. Quella mattina tremava per la paura di aver fatto tardi, poiché, quando ci raggiunse, i fascisti stavano già passando per la stra. da sotto di noi. Quale sollievo per lui allorché lo abbiamo rassicurato che i fascisti non sarebbero più tornati a Capodistria perchè li avremmo attaccati al ritorno! Le ore di attesa alle postazioni sotto Smokvica ci parevano eterne. Per non far troppa confusione, ci siamo -recati sul pasto soltanto una decina di partigiani, quanti — a nostro parere —* * erano più che sufficenti per abbattere una trentina di fascisti. Per non fallire il colpo, ci siamo appostati appena a qualche metro della strada. Quale delusione per il nostro Toni se l’attacco fosse fallito, e cosa penserebbe la popolazione che poneva in noi tutta la sua fiducia e le sue speranze? Sorretti ed animati da questi nobili sentimenti, ci sentivamo molto più forti. Le ore erano però interminabili. Erano già le tre del pomeriggio e non si sentiva ancora rumore di camion. Temevamo già che i fascisti avessero preso per il ritorno un’altra strada, e ci chiedevamo se non li avesse per caso attaccati la compagnia partigiana che operava nei pressi di Pinguente. In tale stato- d’animo andava crescendo in noi pure l’ira, quando, tutt’ad un fratto, ecco il rumore dei camions e subito dopo apparire i fascisti a pochi metri di distanza da noi. Procedevano molto adagio, con le armi spianate in tutte le direzioni. Se ci avessero scorti prima del momento propizio, si sarebbe accesa una lotta tremenda. Perciò noi, ben nascosti nei cespugli, abbiamo atteso silenziosi ed al comando: «Fuoco» — una vera pioggia di piombo seminò il panico e la morte fra i fascisti ed i carabinieri sui d.ue camions. Quelli che riuscirono a gettarsi dai camions, si appostarono all’altro la-. to della strada, incominciando a sparare a casaccio, disperatamente. Altri presero la fuga. Ogni tentativo di salvezza e di resistenza era però inutile, poiché, dopo un minuto di fuoco concentrato, tuonò il comamdo: «Juriš!» seguito da un poderoso urlo: «A morte i fascisti» e dieci combattenti partigiani si scagliarono come leoni, mentre i fascisi», tremanti, invocavano perdono- e pietà. I bottino era buono: tre mitragliatrici leggere, una Broda pesante, sei mitra, circa venti pistole, qualche fucile ed una forte scorta di munizioni. Toni di Gračišče, assieme ai «terenci» di Villa Dol, volle ricompensarci con l’invito la sera stessa a Villa Dol, dove si fece festa. rje era avvolta nel sonno più profondo. La popolazione venne svegliata di soprassalto. Un centinaio di tedeschi e fascisti provenienti da Capodistria, era penetrato in paese Essi sembravano gli uccelli del malaugurio che picchiavano alle porte ed alle finestre delle abitazioni, costringendo gli abitanti ad alzarsi in tutta fretta, dopodiché li trascinarono a forza sulla piazza. In breve tutti furono ammassati al centro del paese e tenuti sotti, la minaccia delle mitragliatrici. Rii masero lì, attoniti, silenziosi e spauriti, ancora inebetiti per il repentino risveglio, attendendo ansiosamente gli eventi. Certamente gli annali della guerra di liberazione avrebbero registrato un’altra esecranda strage, se il provvidenziale intervento dei partigiani non fosse giunto tempestivamente a distogliere i nazisti dai loro sanguinari propositi. La pattuglia dei partigiani attaccò im-provisamente. I sinistri scoppi delle bombe a mano ed il crepitare dei fucili partigiani ebbero un effetto immediato. I tedeschi lasciarono il paese, gettandosi a fuga precipitosa per i pendìi del Colle verso Capodistria ... 25 giugno 1944. La furia devastatrice del nemico, ancor più imbestialito per lo scacco subito si abbattè con tutta la sua ferocia nella sete di vendetta. La popolazione ebbe appena il tempo di abbandonare il paese. Le belve naziste, inferocite, non potendo sfogare il loro livore òUlla popolazione scampata alle loro grinfie si accanirono su ogni cosa. I predoni non risparmiarono nulla. 1 beni degli abitanti di Šmarje vennero depredati. Le fiamme eobero facile preda: 107 case vennero incendiate. Alte nubi di fumo, visibili a distanza segnalavano anche ài più lontani, la tragedia di Šmarje. Sulle rovine ancora fumanti, ritornarono le famiglie, a piangere il proprio dolore, ma la fierezza le di fronte alla vittoria, che ormai non era più lontana. Ancora una volta Šmarje aveva sofferto il martirio, ma ancora una volta seppe risollevarsi ed attendere, continuaifdo a lottare, la libertà. * Deposte le armi, Šmarje si accinse a cancellare le traccie di tutti gli orrori e ad iniziare il cammino verso il benessere, nella libertà lungamente agognata e finalmente raggiunta. Oggidì a ridente bo-gata vive intensamente la nuova realtà in prima fila come sempre nell’edificazione socialista. Le sue case sono state quasi tutte ricostruite. Finora ne sono state completate 118, mentre altre 4 sono in via di ultimazione. La cooperativa di ricostruzione ha compiuto un ottimo lavoro. Su tutti gli edifici troneggia la Casa del Cooperatore, costruita con l’apvorto della, popolazione che, a suo■ lem-XX), ha raccolto allo scopo 6,413.393 din. e contribuito, con il lavoro volontario, per un importo di 586.407. Nei suoi locali sono stati sistemati gli uffici delle cooperative, l’ambulatorio, la sala cinematografica, un negozio, un bar, una sala per le riunioni ed un’abitazione, occupata dell’invalido della lotta di liberazione Hrvatin Lozar e le sedi delle istituzioni culturali e sportive. Šmarje possiede anche un nuovo e moderno edificio scolastico, ove si educano i figli del popolo in un clima di collaborazione fra insegnanti e genitori, che amano ia loro scuola, non più strumento odiato della politica snazionalizzava ce, ma fucina di nuovi cittadini mesti e laboriosi. La cooperativa agricola di lavoro di Šmarje è una fra le migliori del distretto di Capodistria. In 'essa sono incluse 30 famiglie con 160 membri, che coltivalo una super-fìce di 50 ha, possiedono oltre 30 capi di bestiame già sistemato vii una moderna stalla collettiva recentemente costruita nonché un autocarro e un trattore. Tutto ciò ci parla delle pro spettine di un avvenire prospero c felice e ci dimostra che i sacrifici sopportati e la lotta sostenuta hanno fatto maturare frutti rigogliosi che mai più nessuno potrà togliere. IL MONUMENTO AI MARTIRI DI BASOVIZZA, PRECURSORI DELLA LOTTA DI LIBERAZIONE mmmmm di granito erano gli uomini che WS&ß&'M cànzà delle orizzontalmente la valle, a distanza parallela di 150 metri imo dall’altro. Da lontano gitasi 'non si vedono, ma, per indicare quanta fatica hanno costato, ci basteranno due cifre: la loro lunghezza complessiva di 14 chilometri a il materiale scavato, che raggiùnge il totale di 25 mila metri cubi. Questi canali fanno capo al canale centrale' d’irrigazione. Meglio di ogni descrizione, anche qui le cifre saranno forse più. eloquenti: •te non essere assalto solo dal potere tatto diretto - e quotidiano c< del QuietoAlcune l pronti a ricevere le acque P regna ora il silenzio. Il 3 dei lavori è stato completq-àncuno ancora gli ingranaggi il sollevamento delle chiusela questi, forse il 29 novem-l’acqua potrà irrompere nella li canali a sim,boleggiare l’ope-mpìuta. Il valore medio dei TO per ettaro salirà dagli at-13 mila dinari'a 85 mila. terra e dalle fabbriche. cercò di ,attuare il tecnico Repubblica Venata, Poleni, così la sua prima tappa, rea-i dagli uomini venuti dalla attraversò coro 2.5- km. per,• essere terminato. Ostacoli burocratici si frappongono alla pala, je al piccone, dei costrut- Il 29 novembre dì ogni anno del dopoguerra veniva festeggiato dai già soggiogati dall’imperialismo italiano? Sono la conferma di quanto essi stessi „hanno proclamato ad aita voice ai primi di settembre?,', no« solo', ma è sopratutto la grande vittoria di una rivoluzione popo: lare, sorta dall’oppressione secolare deSLL.slr.ati larghi della popolazione da parte dello straniero e della giovane, infuriata e straripante borghesia- nazionale, rivoluzione de- altri paesi, duramente colpii gli -inattesi recenti successi tari d'ali’Armata Jugoslava. devastazioni delia guerra in corso.-Rivoluzione portatrice di idee e corucestfi nuovi, guidata da forze nuove. con la susseguente «libertà del commercio» a Trieste — vale a dire, in le manchevolezze. Sorgevano nuovi problemi, crescevano e si ina- UOMINI DI IERI E DI 066 Ricorrendo il 29 novembre l’ottavo anniversario della costituzione della Nuova Jugoslavia socialista — alla quale, oggi più che mai. ci sentiamo uniti nella lotta per la pace, per il socialismo e per un avvenire migliore ■— riteniamo particolarmente doveroso ricordare le figure di coloro che, ieri ed oggi, hanno dato e danno tutto di sè vper la costruzione di quei fondamenti sui quali si basa la nostra società odierna. Piero Gandusio Nella interminabile schiera di coloro i quali hanno fatto olocausto della loro vita per darci la libertà, il popolo del nostro circondario ricorda i nomi dell’eroico comandante «Fremk» (del comando città di Capodistria) del mitragliere Labinia-n, di Poropat, delle giovani eroine Lina Zacchigna e Maria Medica e del proletario ca-podistriano, Piero Ganduisio, la cui vita è tutta una epopea. La figura di Piero Gandusio rispecchia la indomita volontà di lotta per l’emancipazione della classe operaia, di questo genuino figlio di Capoidiistria, per la libertà della quale egli ha dato il suo sangue. Militante nel movimento antifascista giià dal lontano 1928, egli odiava coloro i quali esercitavano' la più brutale oppressione nazionale e sociale contro «gli sloveni e contro il popolo italiano. Oppressione che raggiunse il suo acme nella Regione Giulia. Lottò accanitamente contro il fascismo^ dapprima nell’il,legalità p'oi nella lotta armata. Fece parte del primo comitato antifascista idi Capodistrìa. Dal 1942 in poi collaborò con il movimento di liberazione nazionale, partecipando a diverse azioni. Nel mese di maggio del 1943, in seguito ad una ondata di arresti tra gli antifascisti capodistriani, scatenata per il tradimento di Car. done, Gandusio, assieme ad altri compagni raggiunse le file parti- giàiie, entrando a far parte 'Sèlla Brkinska četa del Južno Primorski Odred (Compagnia dei Brkini — del distaccamento litorale del sud). In questa: unità egli si distinse per la sua intrepidezza, scapitando àlFaissalto sempre il primo. Amato dai compagni, egli aveva un amico sopra tutti, il suo fucile, che mai abbandonava. Venne poi trasferito al III Battaglione della brigata «Gradnik» del IX Corpà ove si distinse per' il suo ‘coraggio. Immediatamente prima della capitolazione dèll’Italia, si offri volontario per recarsi nel Friuli ad organizzare ì primi reparti partigiani, italiani in quella regione. Nel-radempimentó di questo difficile compito egli cadeva nel mese di marzo del ,1944,. nei pressi di Va-leriàno, falciato dai mitra federili: Ad imperituro ricordo del Suo sacrificio e di quello degl} altri caduti antifascisti ■capodi-striàinii è stata ''scopèrta * lina lapide in piazza TITO a Capodistria. IL FUOCHISTA DI ANTENALE Sulla strada che, lungo il Quieta, conduce a. Citfcanova, alla rlv-a destra di quell’imbuto che ‘forma la foce del fiume, sì trova Antenaie, dove 11 14 di questo, mese l’azienda ,per la fabbricazione della calce «Sloboda» ha iniziato la propria attività. Non è una forna- ffl mm« lim afe m ce di pìccole dimensioni e può rilevare dal fatto che produzione mensile consisterà 18 vagoni di calce, quanto basta per coprire, il> fabbisogno di tutto il Circondario, lasciando anche un buon margine per l’esportazione. Dinanzi allei fornace ci accoglie un’ondata di calore e li. dinanzi al forno massa nera di carbone che già da quindici giorni riscalda le grandi fornaci nelle èj-uali la pièLr-a si trasformi*- in calce. ‘E1 instane abile' Fri-letto.Renzo — questo è,il suo nome — lavoratore italiano, venuto nove pa re gode di tutti i suoi diritti. Egli è il presidente della filiale sindacale del suo collettivo, un ottimo lavoratore sotto ogni punto di vista, d’esempio ai suoi compagni. IDA BUSSANI A continuare Doperà iniziata dagli eroici .combattenti della Lo‘-ta popolare di liberazione, per la quale tanti compagni sono caduti, sono le migliaia di lavoratori del circondario',--che nelle fabbriche e nelle officine sono intenti nella lotta per il raggiungimento dei compiti pianificati. In questa lotta un posto- di avanguardia spetta ai lavoratori italiani oltre 200 dei quali sono insigniti del distintivo di, lavoratore d’assalto. Molti di questi isono donne, -che danno la propria opera neH’mdustrjai- alimentare di Isola, Capodi-stria ed Uma- -go. Come la lotta armata, anche questa battàglia ‘— caratterizzata dalla assiduita, dalla diligenza e dall’attaccamento al proprio lav-óro-genera i isuoi uomini di punta. Tra essi troviamo la compagna Ida Bus-sani 'di Capodistria, operaia del SUI CANTIERI DELIA LA PRIMA CASA PER OPERAI A CAPODISTRIA All’entrata ' di ‘ Umago quando si arriva da Buie, si erge una nuova costruzione.. Sono i quartieri- dì a-bitazione che l’azienda «Napredak», jtrae. J?.ù9P-, terminerà, mgjtendoli a disposizione idei lavoratori di U-msgo che riceveranno alloggi còmodi ed igienici. Anche questa co- stfi»zio*ffe ràppres-entià." una' ' pàAé dell’in-teressamentq del Potere popolare per creare , ai nostri lavoratori .condizioni . piu , favorevoli, dì vita. Il cantiere è pieno dì vita, operai in . ogni luogo, ma, ciascuno al proprio posto, di lavoro, .Intenti, a terminare questa opera. Tra questi operai ci sono quelli di cui abbia- te OPERE CHE IMAUQURiAMO La bonifica nelle L’auto fila lungo la valle, seguendo le tortuosità del Quieto, che, placido, scorre tra l’erba, diventata grigiastra coi primi freddi autunnali. Alla nostra sinistra, sulle scacchiere di terra cenerina, si t... ogni tanto qualche schiena curva di contadino, intento agli ultimi lavori dell’annata, mentre, a destra, l’erba palustre ricopre il fango e l’acqua che sgocciola e scorre dai ripidi pendìi del parentino, depositandosi tra gli argini del C ed il costone. Da questa ; si vede anima viva, tutto è squallore, reso più triste dal grigio cielo novembrino. Lo scopo del nostro viaggio è di, visitare i lavori di bonifica a 9 km, c_::_ / baracche, apparseci dietro un prolungamento del costone, sul quale si inerpica la strada per Villanova, c’indicano che siamo giunti alla sede dei lavori. Sforziamo ì nostri occhi per vedere qualcosa di nuovo, ma, salvo i ponti di cemento che congiungono la strada coi campi, tutto ci sembra cosi come era rimasto nel nostro ricordo, fermo all’estate 1944. Un solo cambiamento appare evidente, la terra. Inaffiata dalle piog-gie autunnali, essa non si presenta più come una grande carta geografica nella quale i confini sono segnati da screpolatone larghe anche due e più dita. In quella estate, pur fra le ansie e le difficoltà della lotta partigiana, già si pensava che questa terra fertile poteva esserlo ancora di più, qualora l’opera scre-polatrice dei raggi solari fosse, durante l’estate, attenuata dalle acque del Quieto che scorre a due passi. L’idea, nata nella lotta, è diventata oggi in parte realtà. Il 20 febbraio 1950 il piccone s’immerse nell’humus accumulato nei secoli dal Quieto, per dar vita alla prima parte dei lavori, tesi ad irrigare una superficie di 250 ettari di terreno sulla riva sinistra del fiume. Da quel giorno si susseguirono nella valle brigate di frontisti, di giovani, di militari e di uomini venuti dalla lontana Bosnia a dare qui il proprio contributo all’edificazione socialista. Con gli uomini vennero gli eroismi sul lavoro. Il fango e l’acqua Temevano la terra pesante e il lavoro difficile, coi raggi del sole la terra si faceva granito insensìbile ai primi colpi di piccone. Ma .più della ter- • ra, la vinsero. Invisibili a prima vista agli occhi del profano, dinanzi a noi cominciano ad apparire i canali secondari d’irrigazione che tagliano' r vedono, ma, fatica hanno i due cifre: la■ ! plessiva di 14 teriale r~ yuesti canali naie r"£ ' ‘ * di r - a: lunghezza, chilometri 4,5, materiale scavato 18 mila metri cubi. L’opera più ardua su questo canale è stata indubbiamente il suo passaggio sotto il letto del fiume. Nel tunnel, a tale scopo costruito, si sono dovuti scavare 3.500 m. .cubi di materiale. Esso fa contemporaneamente da regolatore dell’altezza delle acque irrigue per cui, non appena questa oltrepassa i 60 cm., l’acqua viene automaticamente deviata nell.... .... . un canale secondario. Per costruire tutto questo complesso di canali in cemento, onde impedire le perdite d’acqua in profondità, l’officina della «Vodogradnje», con mezzi rudimentali, ha costruito 112.000 blocchi in calcestruzzo. L’opera dei costruttori, non. si , è fermata solo sulla riva sinistra del Quieto, ma è passata anche dalla parte destra. Qui i lavori nqn sono ancora terminati. ÀI canale collet-' tore delle acquef che scendono dai pendìi di Castèlier mancano an- I— tori. Ma i lavori già fatti e che possiamo àhch¥ qui ' ésprìràèrè con le cifre di 60 mila metri cubi dì materiale, hanno già quest’anno permesso a ll’arabro di affondare nella -terra vergine da millènni. Dall’altra parte dèlia'1 sponda, sui i.... grosso to. per il Montaf bre, , V rete Idi ra tuali — L’opera, che ancora nel I mi' segna t lizzata dagli uomini venuti 11 nostro Potere popolare nel periodo postbellico Alcune pagine di una storia nuova 29 novembre , 1943. E’ difficile precisarne il significato che supera gli avvenim’etnti storici, direttamente connessi con questa data. Sono essi: la nascita della Nuova Jugoslavia e; per 1-e nostre terre, la prima pa rola decisiva ed indiscutibile sulla sòrte dei fratelli slovèni e croati, riali-smo ita-) la conferma di quanto hanno proclamato ad ai primi di settembre?,’ IDA BU-SSANI Conservificio” «Delàmglade». Essa presèntemente lavora nella sala filétti e si distingue fra le migliori operaie per il suo ' slancio ' animatore -che non ha pari. La compagna Ida è stata proclamata per ben sei volte lavoratrice d’assalto per il suo costante superamento del pianò di produzione giornaliero, co-n percentuali che talvota superano il 1Ó0 per cento. Il Collettivo ha eletto la compagna BuSiSanl Ida nel consiglio operàio e nel comitato amministrativo. In questi due organismi essa si adopera con coscienza per elevare la produttività del lavoro di frutte le maestranze. Essa è inoltre membro del plenum Circondariale dell’Unione degli Italiani, dove pure si adopera per elevare il livello culturale dei -nostri lavoratori. Questa é la figura della compa'-gna Bussani, gracile nel fisico, ma una delle pioniere del socialismo. rivata, dalle delusioni della «liberazione nazionale» del 1918, dalle disgrazie del nuovo massacro e dalle «Amiamoci, non parliamo più di razze, non siamo cani, siamo fratelli, unico sangue della medesima umanità». — In quest’iscrizione di un ignoto antifascista italiano sui muri delle carceri di Capodistrìa, riecheggia il nuovo messaggio della rivoluzione dei popoli jugoslavi, l’insegnamento della lotta contro lo sterminio istigato dal nemico: «Bratstvo i jedinstvo» — «Unità e fratellanza». si sostituiti, in caiso di mancata fiducia, nelle riunioni di massa. Altrettanto non valeva per i distretti che già nei primi mesi dovevano essere territorialmente allargati e completati con quadri professionalmente capaci. Le -difficoltà, in cui si procede-jpera -di ricostruzione iniziale, erano molte e assai complicate, ma .ben presto, sopraggiunsero altre. E ciò a cominciare dalla gazzarra della reazione in Italia ed in colpita per milili 9 giugno il governo jugoislavo dovette cedere alla pressione de-lle potenze occidentali e qualche giorno dopo viene creata la famosa linea Morgan. L’armata jugoslava lascia Trieste e la parte occidentale Regione Giulia, dove viene instaurato, un regime di appoggio per gli elementi fascisti e filo-fascisti che non tarderà a svilupparsi progressivamente in un regime di terrore sulla popolazione democratica. Ha inizio quindi la lotta relativa al Trattato di pace, vivamente sentita e condotta dagli sloveni, croati e democratici italiani di ambedue le zone con dedizione e slancio tali da destare l-’infteresse di tutto il mondo. Le conquiste della Lotta di Liberazione, negate e annullate dalle autorità della zona A, vengono mo sentito parlare più volte, quelli che sono stati, proclamati cinque, sei e anche dieci volte lavoratoci d’assalto. Ci intratteniamo con uno, Visentin Giovanni di Crasizza. E’ venuto poco tempo fa nèll’azienda, ma. anche in quésto breve periodo di tempo si è acquistato la fama di essere un valente lavoratore. O-peroso, disciplinato, cerca dì risparmiare il materiale e la macchina sulla quale lavora. Le sue palate di malta sono un getto continuo e non ha tempo da perdere in chiacchiere, il lavoro, è lavoro e egli sa come bisogna eseguirlo. Lo sanno anche i suoi. compagni ed è perciò che lo apprezzano. LA RICOSTRUZIONE DEL PORTO DI ISOLA : potere Ipopolare. Nell’intimo degli abitanti di queste cascine e dei paesi viciniori che beneficieranno delle fatiche quivi spese, resterà un senso di gratitudine'"verso i 'motti visi ignoti che sui ' canalt'si sono avvicendati per due anni, verso gli uomini che, tra quedfd moltìtudìnè, si sono' particolarmente distinti e i cui nomi vengono oggi pronunciati con rispetto nelle file dei dipxndehti della «Vodogradnje»: Mihičič,. Ugrin, Beì ulcvic, Lubiana, I Stančič: e Vatovec. . M. B. I. maggio 1945. Lo stesso duplice significato, vittoria ed impegno. Vittoria nella lotta di liberazione ed obbligo a portarla all’ago-gnatà fine, 'festa dei lavoratori e ricordo dei loro caduti.. Il fraterno aiuto dei -popoli jugoslavi, portoci dall’epica marcia dell’esercito rivoluzionario, e l’orgoglio- dei sacrifici compiuti. Segue uno slancio lavorativo della popolazione che non conosce limiti. Bisogna combattere il nuovo nemico, -la triste eredità dei tempi passati e, sopra-tutto — per quei primi giorni, Sétitimàm'é, mesi e per anni addirittura —- riparare le distruzioni enormi causate dalla guerra. Daprìma occorreva 1 sopperire i bisogni elementari. tjelia vita. e. ri-pfiismnare il lavoro in ogni località,' in ogni casa,. ed m ogni famiglia-: un problema immane,- formato da mille compiti minuti. For-- binatamente non mancava il soccorso dal retrotèrra jugoslavo, ma esso non poteva essere sufficiènte sia per il depauperaménto economico del medesimo che per là iVtan-j di comunicazione rotte in tutte le parti. Non rimaneva che una via di dfecita’,: la mobilitazione totale dei mezzi e della ■forza- lavoro laćale. Uù Compitò del“ genere poteva i cori-. ___{‘tut- ta la popolazione. Non si richiedevano speciali capacità tecniche da parte de,H’apparato locale, si richiedeva invece un immenso spirito di- sacrificio da parte di tutti. Erano queste le ragioni per cui non si procedeva ancora alla riorganizzazione delle unità politico — amministrative di base, costituitesi durante la guerra. Quasi ogni vilag-gio aveva il proprio «comitato popolare di liberazione» ed il numero- di questi raggiungeva, nel maggio 1945, nei soli tre distretti di Capodistria, Pirano e Soaerga, accanto ai tre C.P.L. cittadini (di Capodistria, Pirano e Isola), un totale complessivo dì 86. I provvedimenti del potere locale nonché i rendiconti dei membri dei C.P.L. venivaho discussi, éd i membri stes- pienamente rispettate dell’Ammini-strazione Militare dell’Armata Jugoslava nel neo costituito Circondario del Litorale orientale e nel-l’Istria. I comitati popolari proseguono nel-la loro opera di ricostruzione economica e di consolidamento politico e sociale del territorio. Già nell’estate del 1945 si svolgono le elezioni nei Comitati popolari a suffragio segreto. Lo smembramento della Regione della jugalira. La situazione richiedeva inoltre il rafforzamento dell’apparato distributivo e rincremen. to delle cooperative di acquisto e di vendita. Per la protezione dei diritti dai lavoratori sono state e-manate nuove . dispoisizioni legali, regolanti i rapporti di lavoro e le assicurazioni sociali. Data la ristrettezza di spazio, non possiamo illustrare il lavoro svolto nei vari campi di attività in tale periodo. Basti un accenno solo a quanto è stato fatto nel campo scolastico do-ve, già nelTautunno 1945, sono state riaperte — dopo un quarto di secolo — le scuole slovene e croate. Tutte le scuole italiane, meno quelle istituite dal passato regime tra la popolazione . slovena e croata, hanno potuto ininterrottamente continuare la loro attività. A-cc-anto ai ginnasi e ad altre scuole superiori s-ldvene e croate, è stato aperto pn nuovo ginnasio italiano a Pirano. Una opera di somma importanza, realizzata dal giovane potere già nel secondo anno dopo la vittoria, è stata l’abolizione del colonato e la Riforma agraria. Il processo di trasformazione dei rapporti agrari, iniziatosi durante la guerra, trova ora la sua conclusione e convalida legale. , Nei primi mesi del 1947 vennero ripartiti nel ea-podistriamo tra 1058 coloni e piccoli contadini 2260,77 ettari, e nel iouiese tra 2369 coloni e piccoli contadini 7361,68 ettari di terra; ciré,a 140 ettari vennero suddivisi successivamente. Nel 95 % dei casi lo stato di fatto «in loco» corrispondeva già precedentemente a quanto disposto dalla commissione agraria. Nel contempo si procedeva all’annullamento delle ven. dite effettuate all’asta, a prezzi inadeguati, disposte dal regime fascista con finalità snazionalizzatrici e politiche; erano così restituiti ai proprietari precedenti 275 poderi nel capodistri-ano e Ì68 nel buiese. Con il colonato cadde il grave impedimento allo sviluppo economico e culturale dell’agricoltore istriano, caddero i privilegi me-dioevali che la città godeva sulla campagna. Con la riforma agraria è stata mantenuta la prima grande promessa della nastra rivoluzione popolare: «la terra a quelli ohe la coltivano». Le vecchie barriere sociali non esistono più nella campagna ed è a-perta la via per il passo ulteriore: l’unione produttiva dei liberi agri, coltari; la creazione di nuove forme della produzione agricola, capace dì utilizzare i progressi tecnici dell’età moderna. Ne dà il prean. nuncio la nuova cooperativa di lavoro di Puce. Molti successi sono stati conseguiti dalla emulazione cui ha partecipato la popolazione, noncurante del brontolio o delle minacce di qualche prete per il lavoro domenicale. Ma sano emerse anche del- L’ALBERGO «BALKAN» DI CAPODISTRIA quei tempi di penuria generale, con là libertà del '-borsanerismo e della speculazione — non poteva non causare ostacoli al miglioramento economico nella nostra zona. La speculazione, con il traffico della valuta esportata già prima a Trie- ■ stie in larga misura da istituti di credito e da imprenditori italiani, minacciava gravemente l’economia delia nastra zona. Ciò spiega la lotta spietata contro la borsanera e, nell’ottobre 1945, l’introduzione sprivano. E’ stato fatto ciò che era più indispensabile; i compiti maggiori e più complessi ohe richiedevano l’azione coerente ed organizzata di tutti rimasero ancora da risolvere. La massima parte del Litorale Sloveno e dell’Istria croata si accinge a passare all’economia pianificata.. Ma le sorti dei nostri due distretti se ne distaccano. Davanti a loro sta sorgendo una grande incognita: Il Territorio Libero di Trieste (Continua). " TOTO IL PAESE CENTINAIA DI COLLETTIVI realizzano i piani annuali PER LA DEVIAZIONE DELLE ACQUE popoli del nostro, paese cpn inau-gurazionai .di quelle "opere che erano il frutto della loro fatica annuale In questa festa nazionale si mossero gli ingranaggi della Jugovinil e della Fabbrica cellulosa di Priedor, la Litostroj, la Rade Končar e numerose altre fabbriche che trasformavano (Sempre di più la struttura .produttiva del paese. Nell’anino 1950 ebbero il proprio compimento quasi tutte quelle opere, .previste dal piano dell’industria-lizzazione, che potevano^essere edi-fiòatg entro: ||rmini più brevi. Rimasero per il 1951-52 i giganti dell’elettrificazione, le tfostruzioni nel-le quali, si dovevano sacrificare numerosi mez.zi e un maggior periodo’ dr tempo e la cui messa :n moto non può e non deve dipendere da festività nazionali. I collettivi dì lavoro che edificano queste opere, che per la nazione ' equivarranno a milioni dì kilowat di energia elettrica e-a milioni di tonnellate di nuovi minerali lavorati, celebreranno il 29 novembre di quest’anno con il compimento del 1 oro piano annuale, consci che questa realizzazione ,è nello stesso tempo, garanzia di rea. lizzazioni future e del compimento totale dei complessi loro affidati. Sui letti della Sava e della Drava si ergono le dighe che rallenteranno il loro corso per trasformare le .proprie acque in nuova energia elettrica, per la noistra industria e Ii nostri abitanti. Su * queste dighe che .si .chiamano Vuzenica, Moste, Medvode, i loro'costruttori hanno realizzato il piano » annuale. Nella centrale termoelettrica di Koste. :lac, .due nuovi turbo-aggregati, entreranno in funzione E nella fitta rete di fili ad alta tensione, che da Kostolac partono per tutta la Serbia meridionale, scorreranno complessivamente 45.Q00 kilowat di energia. La casalinga di Bor e di Belgrado non attaccherà più con ansia li proprio ferro da stiro nelle ore che non saranno più proibite. Altri 'motori elettrici potranno essere, massi immoto nella fabbriche e nelle miniere. A Stare,' a Suštanj, à Jesenice l sorgono muove costruzioni gigante., sche che aumenteranno la produzione quantitativa e arricchiranno !’ assortimento dei p r o> d o til i di quelle ferriere. Applicando strettamente il principio di indi- pendenza , dei' singoli cantieri dalle intromissioni della direzione generale, attuando al massimo grado c , con i propri mezzi la meccanizzazione dei lavorìi anche i costruttori di questi tre giganti festeggiano il 29 novembre 1951 con il piano annuale realizzato in anticipo. ■ Accanto ai collettivi che costruì, scono queste sei opere fondamentali della nostra industrializzazione ed elettrificazione, altre migliaia di minori se ne aggiungono, di coloro che già producono per la necessità della nostra produzione e consumo nazionali. Anche questi collettivi hanno già realizzato i loro piani annuali o stanno per realizzarli. L’impulso, datò dalla consegna delle fabbriche in gestione agli operai! isi. estrinseca, dopo un anno di vita, in questi risultati concreti e ban visibili: la realizzazione anticipata dei piani conseguita tra innumerevoli difficoltà. Tale impulso sarà ancora maggiore e maggiori saranno i suoi , frutti quando questa gestione dei produttori avrà il suo pieno svol gimento con l’introduzione del nuovo sistema. _______ LA DIGA DELL’IDROCENTRALE DI MOSTE PAGINA 5 La IV. giornata del girone di andata del campionato calcistico Gli isolani soli al comando a quota otto Prova positiva del Saline ad Ancarano Il Partizan e l'Umago in trasferta portano via un punto ai padroni di casa. Perchò assente il Verteneglio? L'Impresa commerciale per l'esportazione e I mportazione CON SEDE A CAPODISTRIA augura sempre maggiori successi a tutte le cooperative di lavoro e di acguisti e vendite del Circondario Istriano, in occasione delia «Giornata delta Repubblica». La quarta fatica Anche la quarta del campionato Istriano fra le maggiori ha chiuso i battenti senza far registrare emozioni o risultati a sensazione„ se. togliamo il risultato, davvero sorprendente, scaturito dall’urto ad Ancarano fra stellarossini e salineri, risoltosi con una clamorosa vittoria dei ragazzi di S. Bortolo. Sempre autorevole la marcia dei campionissimi isolani, vincitori a Buie con largo margine, mentre i buiesi, squadra generosa e pugnace contrariamente alle previsioni della vigilia, si trovano a dover tenere il posto di fanalino di coda. — Il Pirano, unico rivale, che potrebbe fermare il rullo isolano, ha intascata la posta intera anche domenica senza sporcarsi le scarpe per la invero strana assenza dei ragazzi di Millo-che occupano i posti nella stessa coda buiese e che erano certi di scottarsi a S. Lucia senza via di scampo-hanno preferito riposare a Verteneglio per essere meglio preparati a ricevere per il prossimo turno l'estrosa squadra di Clarich con la segreta speranza di rompere l’incantesimo cui soggiaciono sino ad oggi. Il gran derby capodistriano, come nelle previsioni della maggioranza, è finito in favore degli allievi di Scher contro un Medusa che non è ancora riuscito a riparare il guasto che arresta il suo ingranaggio. Il terzo, in ordine di classifica, il Partizan sceso in quel di Spugnano, vero campo tabù, è rientrato in sede portandosi un prezioso punto, punto conquistato a spese di una squadra che quest’anno intende riscattare la brutta ed infausta annata passata. Per ultime citeremo le due squadre del buiese, Umago e Cittanova, il cui incontro si è chiuso in parità ma infiorato da rudezze e ripicchi continui che non onorano certamente i giocatori i quali, se continuano a praticare urta condotta in gara come quella di domenica scorsa, conosceranno molte amarezze. La prossima domenica avrà quale piatto forte l’incontro che sprigionerà scintille a Pirano, ospite il Partizan, incontro a seguito del quali si potranno trarre conclusioni definitive sul reale rendimento dei due undici. — Le altre partite tutte di ordinaria amministrazione e favorevoli ai padroni di casa, salvo a Capodistria, ove potrebbe sortire la sorpresa, complici i tecnici strugnanesi. _______ AMO. I RISULTATI AURORA — MEDUSA 2-1 BUIE — ISOLA 1-4 STRUGNANO — PARTIZAN 0-0 STELLA ROSSA — SALINE 0-3 CITTANOVA — UMAGO 2-2 PIRANO — VERTENEGLIO (NON DISPUTATA) , LA CLASSIFICA ISOLA punti 8, PIRANO 6, PAR. TIZAN, UMAGO, STRUGNANO 5, AURORA 4, MEDUSA, SALINE e CITTANOVA 3, STELLA ROSSA 2, VERTENEGLIO e BUIE 0. Le partite di domenica Umago—Buie Saline—Cittanova Verteneglio—Stella Rossa Pirano—Partizan Aurora—Strugnano Isola-—Medusa. Come andrà a finire il derby stracittadino? Aurora - Medusa 2-1 (1-0) Affermazione dei migliori Castello, Marsic per l'Aurora e Valenti per la Medusa, autori delle reti Rugby o gioco al calcio? 2-2 MARCATORI: Castello al 20’ del I. tempo per V Aurora,. Mar si iA. al 12’ e Valenti M. al 30’ del II tempo. LE FORMAZIONI: Aurora — Lorenzetto, Colenda, Perini, Apollonio, Mele, Vattovani, Marsich, Castello, Grio, Colautti, Zetto Naza-rio. Medusa — Cernivani, Santin, Orlati, Depangher, Clementi, Paren-zan, Valenti, Sabadini L., Sabadì-niS., Orlati L., Valenti P. Il derby oapodìstaiaino disputatosi domenica 25 corr., che un tempo sollevava ondate di passioni fra i tifosi delie due squadre, si è risolto senza grandi emozioni a favore della squadra più pronta nei riflessi (Aurora) sulla rivale Medusa, non inferiore tecnicamente, ma includente nelle fasi decisive. I commenti e le critiche, rivolte a fine gara dai tifosi, sia all’indirizzo dei giocatori, che al direttore di gara, erano lo sfogo al giusto risentimento per la delusione avuta. La cronaca in breve — Al fischio, gli aiurorini in maglia canarino, portano subito la minaccia in area medusana e su conseguente mischia, il giovane portiere Cernivani rimaneva a terra dolorante mentre i giocatori raggruppati intorno, attendevano il trillo dell’arbitro, il quale, dopo qualche minuto, fra lo stupore di tutti batteva ostacolo nel punto in cui il portiere stesso era caduto. Chiuso tale incidente con una nulla di fatto, gli auTorini continuavano a premere ben sorretti da Castello e dal sorprendente Mele oggi in giornata particolarmente felice e .conseguivano la prima rete al 20’ minuto su una punizioni diretta dal limite, che Castello s’incaricava di mettere a rete con un tiro di rara precisione e potenza. La controffensiva medusana rimaneva nulla, causa l’evidente crisi degli avanti, e in special modo di Sabadin che trovava la maniera di sciupare una occasione d’oro. L’inizio della ripresa trovava ancora i ragazzi di Scher quali registi principali e che, favoriti dalle numerosi buche dei difensori azzurri, aumentavano il vantaggio al 12 mo con Marsiich che metteva a rete in un’azione confusa nell’area medusana. Si arrivava al 30’ minuto, ed il portiere aiurorino raccolto un debole tiro, ne effettuava la rimessa in gioco mandando inavvertitamente a sbattere la palla sulla schiena di Apollonio • Dopo qualche discussione fra giocatori ed arbitro, finalmente Valenti poteva effettuare il tiro. La palla nella traiettoria sfiorava leggermente il capo di Castello e finiva in rete malgrado il disperato intervento di Lorenzetto. Strugnano - Partizan 0-0 Saline - Stella rossa 3-0 L’incontro, che nel primo tempo aveva vista la evidente supremazia dello Strugnano, ma priva di frutti, si è capovolto nella ripresa in favore del Partizan. Anche questa è rimasta però infruttuosa per merito principale delle due opposte difese che hanno impedito agli attaccanti di portarsi a distanza utile per segnare. Quo vališ Buie ? Anche fra le proprie mura i ragazzi di Vascotto e Manzin hanno conosciuto l’amaro di una sconfitta di larghe proporzioni, ma possono addurre ad attenuante l’avversario (Isola), che difficilmente potrà essere bàttuto anche da squadre di maggior levatura tecnica. Partita questa, giocatasi a Buie, piena di emozioni, .che, per un breve periodo, quando i buiesi si erano portati in vantagggio segnando la prima rete, aveva portato alle steile i’entusiaamo dei tifosi, entusiasmo che poi si è tramutato in costernazione quando la riscossa isolana ha fatto sentire il suo peso, costernazione che non ha degenerato per il fermo comportamento del direttore di gara e per il sano controllo dei dirigenti buiesi. I ragazzi di S. Bortolo certamen. te non immaginavano di poter ottenere una cosi grande soddisfazione domenica, dopo le prove poco positive precedenti. Essi però erano decisi a riscattare e riguadagnare il terreno perduto, e ci sono riusciti, piegando, complice anche il portiere avversario, i stellaros-sini da due settimane in pauroso declino. Le tre reti segnate, sia pure per la giornata mera del guardiano avversario, premiano la squadra che più ha giocato e ohe ha saputo giovarsi delle falle dell’avversario. LA LI - PA -LIBRERIA E CARTOLERIA— con sede a Capodistria e filiali a Isola, Pirano, Portorose e Buie vende libri vari, oggetti di cancelleria e tutte le specie di Carta. ACQUISTATE PRESSO LI-PA LA MINIERA DI CARBONE NERO DI UÈ con il suo infaticabile collettivo di lavoro, lotterà, a partire dal 29 novembre, con maggior slancio per superare tutti gli ostacoli e le difficoltà, onde produrre al più presto il carbone INCONTRO CALCISTICO PER IL 29 NOVEMBRE In luogo dell’incontro calcistico tra le squadre dell’«Hajduk» di Spalato e la nostra rappresentativa, che doveva aver luogo a Capodistria il 29 novembre, si svolgerà nello stesso giorno, con inizio alle ore 14,30, l’incontro tra la rappresentativa del circondario e il Polat squadra militante nella lega repubblicana croata. LA S. P. A. SOCIETÀ DI TRASPORTI E SPEDIZIONI con le filiali dl Umago, Sežana e Pola ed uffici di Pirano, Isola e Podgorje, si felicito con i suoi committenti e con tutti i collettivi di lavoro in occasione della «GIORNATA DELLA REPUBBLICA». LE IMPRESE DEGLI INVALIDI trattoria ristorante «Fratellanza» sartoria e parrucchiere di Capodistria e la «Gazoza» di Portorose augurano, in occasione del 29 novembre, ai loro commitenti, sempre maggiori successi nell’edificazione di un migliore avvenire LA 99 PERII GONI porge au(, lavoratore rema del BOR”s.p.a. COMMERCIO «ROSSO L LEGNAME - CAPODISTRIA juri a tutto il popolo per la storica ricor-29 NOVEMBRE I CANTIERI PIRHNESI IL LORO COLLETTIVO E LA DIREZIONE si felicitano con tutto il popolo in occasione della «Giornate (tolto Repubblica», assicurando la realizzazione di tutti i compiti. L'UNIONE DEGLI ITALIANI DEL CIRCONDARIO DELL’ISTRIA In occasione dell’Vili, anniversario della costiiuzione della Jugoslavia socialiste, augura a tutti i lavoratori italiani delTIstria e della Jugoslavia i migliori successi nell’edificazione socialista. È TIPOGRAFIA LEGATORIA Tel. ät. 126,- 210 CAPODISTRIA AUGURA ALLA PROPRIA CLIENTELA ED AI LAVORATORI TUTTI I PIU’ GRANDI SUCCESSI NELLA LOTTA PER L’EDIFICAZIONE SOCIALISTA LO. M. N. I. A. spa. GRANDI MAGAZZINI DI CAPODISTRIA assicura ai suoi clienti e committenti un servizio puntuale e solido in tulle le rivendile sotto il nome di O. M. N. I. A. Qualsiasi genere di merce e per ogni guanlitivo troverete presso TO. M. N. I. A. Il Consiglio sindacale CIRCONDARIALE Ricorrendo l’VIDL anniversario della costituzione della Nuova Jugoslavia, augura ai lavoratori fruttuosi successi e si appella ai collettivi di lavoro acciocché iniensifidhino i loro sforzi per l’edificazione dei socialismo. Comunicato Gli umaghesi che conducevano la gara nei primi 45 con il vantaggio di due reti, sono stati raggiunti nei la seconda metà (causa il gioco pesante praticato dagli innervositi avversari), e perchè, trascinati pure loro nello1 stesso vortice, hanno finito col perdere l’esatta nozione di gioco, facendo si’ che l’incontro di calcio degenerasse in rissa, senza che il direttore di gara trovasse modo di apporvisi. Per i ragazzi di Giraldi un pareggio in campo avversario non è poca casa, ma, tenendo i nervi a posto, avrebbero potuto portarsi via la posta Intera, mentre a Cit-tanava,-ise i giocatori ed i tifosi dovessero continuare sul binario di domenica, si raccoglieranno soltanto spine. Si rimettano sulla giusta strada quindi, seguendo l’eisem. pio dei dirigenti che hanno tentato l’impossibile per sedare e calmare gli animi, eccitati senza motivo alcuno. Essi devono ricordare che il calcio è un gioco di massa improntato a rivalità sane che affratellano amici ed avversari. GARE MOTOCICLISTICHE Venerdì 30 c.m. con inizio alle ore 13 avranno luogo sul classico circuito di Semedella le gare motociclistiche su strada, organizzate dal Club Automoto di Capodistria. Alle gare parteciperanno i migliori centauri di Zagabria, Lubiana, Trieste e Capodàstjna. SMARRIMENTO Rosso Leooilda, abitante a Pirano via Salàrio nro. 1, ha smarrito nel mese di agosto viaggiando fra Pirano e Trieste la propria carta d’identità che non è valida se non restituita alla sua intestataria. DELLA COMMISSIONE TECNICA Visti i referti arbitrali, la commissione tecnica omologa le seguenti partite del campionato di calcio zona istriana. Umago—Stella Rossa 4-1 Verteneglio—Strugnano 1-3 Saline—-Pirano 1:5 Cittanova—Buie 3-2 Partizan—Medusa 2-1 Aurora—Isola 1-3 Partizan—Aurora 3-2 ( giocata 4—XI—51). PUNIZIONI Jeremič Cedo Zikìca, del S. D. Partizan, squalificato sino a tutto il 31 gennaio 1952 per aver firmato due cartellini senza provvedere regolarmente al passaggio di società — art. 8—9—10. Il giocatore Strurman Renato C. S. Verteneglio può partecipare alle gare di campionato, con domenica 25. c. m. Si richiama il C. S. Aurora a regolare la posizione dei propri giocatori per evitare incresciosi provvedimenti. Il reclamo, presentato dall’Aurora in merito alla partita Partizan— Aurora, viene respinto perchè la posizione del giocatore non influisce sul risultato della partita. Art. 8—9—10. Direttore responsabile CLEMENTE SABATI Stampato presso lo stabil, tipograf. «JADRAN» Capodistria Pubblicazione autorizzata LA BANCA D'ISTRIA s. p. a. CAPODISTRIA con le filiali di Buie e Pirano AUGURA A TUTTI I SUOI COMMITTENTI, IN OCCASIONE DEL GIORNO DELLA REPUBBLICA, grandi successi nell’adempimento dei loro compili. L’IMPRESA COMMERCIALE CITTADINA ff EGIDA DI CAPODISTRIA TEL. NRO. 9 ff assieme a fulii i suor negozi di vendita ed altri locali pubblici —■ assicura un servizio solido e di primo ordine. In occasione della «Giornate della Repubblica» sì felicito con tutti i suoi committenti- LA SEGRETERIA DEU'UNIONE COLTURALE SLOVENO CROATA DI CMDISM si felicita con tutti i Circoli di cultura e con il popolo lavoratore in occasione della GIORNATA della REPUBBLICA La S.P.A. n E u DI CAPODISTRIA SBRIGA AFFARI ANCHE CON L'ESTERO In occasione della Giornate della Repubblica* augura ai suoi committenti ulteriori successi nell’edificazione socialiste della nostra economia. LA FILIALE SINDACALE DEL CONSERVIFICIO „EX AMPELEA“ DI ISOLA IN OCCASIONE DELL’VIII. ANNIVERSARIO DELLA COSTITUZIONE DELLA JUGOSAVIA SOCIALISTA augura al collettivo i migliori successi nel lavoro per un prosperoso avvenire nell’edificazione socialista L’IMPRESA AUTOTRASPORTI 99 ADRIA fif DI CAPODISTRIA con te sua attrezzate officina meccanica e negozio (fi vendite parti di ricambio, svolge una funzione di primo piano nella nostra economia. In occasione della «Giornate della Repubblica», essa augura a tetti i collettivi di lavoro sempre maggiori ) successi sulla via del socialismo. Per te ricorrenza deH’VIII anniversario della costituzione della Nuova Jugoslavia, te filiale sindacale del collettivo „EX ARRIGONI" » I ISOLA augura a tutti i dipendenti sempre nuovi successi nell’edificazione del socièlismo. La ditta per alimentari PRERAD" n CON SEDE E MAGAZZINI PRINCIPALI A S. LUCIA, SEZIONE CARNI A CAPODISTRIA, LAVORAZIONE CARNI AD ISOLA ED IL SILOS DI UMAGO, assicura ai suoi acquirenti qualsiasi contingente di generi alimentari. Ai suoi committenti ed a tutti i lavoratori augura ottimi successi in occasione della grande ricorrenza del 29 novembre.