Anno I. Fornero 1©» Capodistria, sabato 30 novembre 1918. Usi minsero eent. SO Inserzioni : per ogni millimetro di colonna larga 67 fnm. : Avvisi commerciali 60 cent. Avvisi mortuari, comunicati di banche, partecipazioni matrimonio o di fidanzamento 100 cent. Notizie nel corpo del giornale 100 cent. Avvisi economici (collettivi) centesimi 8, 10, e 14 la parola a seconda della rubrica ; in carattere marcato il doppio, in marcatissimo il triplo. Pagamenti anticipati. Istria redenta esce, per ora. ogni secondo giorno. Abbonamento Lire 6; per gli altri luoghi del Regno e per 1' Estero Lire ' mensile per Capodistria anticipate. Gli Uffici di Redazione, Amministrazione e Pubblicità si trovano nello Stabilimento Tipografico Nazionale CARLO PRIORA - Capodistria. _____— ---------— Telefono No. 40 Problemi urgentissimi da risolvere. Urge la regolazioni.' della valuta, scrivono tutti i giornali della Giulia; altrimenti le povere popolazioni di queste terre correranno pericolo di essere depauperate anche di quel po' che son riuscite a salvare durante il triste governo dell' Austria. A Capodistria e in gran parte della Istria non si possono ancora spedire denari con vaglia. Che enorme ostacolo alla ripresa della nostra vita economica ! E occorre anche che il Regio Esercito venda o ceda direttamente ai Comuni o ai Consorzi mezzi di trasporto, carri, carrozze, animali da tiro e strumenti agricoli di cui c'è estremo bisogno. S'è lodevolmente iniziato in molte parti dell'Istria, il riattamento delle vie e dei ponti malandati o rovinati durante cinquanta mesi di guerra. Si prosegua rapidamente nell' opera e pioveranno su gli artefici di tali opere le benedizioni di migliaia di agricoltori e di operai. L'Istria media e bassa ànno soffertof da Rqvigno in giù, enormi distruzioni di case, di terreni. Bate loro wì ricovero, e strumenti agricoli e le semenze e tutto ciò che occorre a ridare alla terra il beli' aspetto dei tempi pacifici. Occorre carbone, necessita petrolio, urge importare molti grassi. Un impiego enorme di capitali, di energie lavorative, morali e intellettuali, e molta sollecitudine e molto amore. Ma questo c' è indubbiamente. Chi non s'innamora del primo soldato d'Italia che gli viene incontroN sulla via ? E non dimentichiamo jno, perchè non fummo e non saremo mai egoisti, che altri paesi soffrono ancor più dell'Istria. Povero Friuli! m rnriirriM--"--—■----- Rassegna Politica. —— Verso il Congresso della Pare. Il programmi di Wilson. Secondo notizia giunte dall'America, il probabile programma di Wilson per il suo viaggio in Europa si può fissare in questi termini: 3 dicembre, discorso al Congresso in cui saranno esposte le grandi linee di ciò che Wilson spera di compiere in Europa e in cui saranno esposte le ragioni della visita ; 4 dicembre, partenza da Nuova York ; 9 dicembre, arrivo in un porto britannico e colloquio con Lioyd George; 12 o 13 dicembre, visita in Francia, soggiorno di otto giorni circa a Parigi e a Versailles, conferenza coi delegati alleati. A questo proposito si pensa alla possibilità che vendano conclusi due trattati di paca, e cioè uno per risolvere i principi fondamentali nelle loro grandi' linse, l'altro, che sarebbe firmato ad una data posteriore, che regolerebbe i particolari. Il 21 dicembre Wilson partirà per visitare i principali campi di battaglia in Francia e nel Belgio e l'e-sercito americano. Dopo Natale il presidente ritornerebbe a Versailles e riprenderebbe i colloqui. E' possibile che il presidente prima dell'apertura della Conferenza per la pace, si rechi a visitare l'Italia e faccia una nuova visita in Inghilterra. Un buon discorso dell'on. Fradeletio. Alla Camera di Roma, il 26 c. m. Fradeletto esprime in nome della sua Venezia la speranza che l'attività dei vari porti dell' Adriatico sia coordinata agli interessi delle varie zone. Invoca una politica estera ispirata a sensi di giustizia e una politica interna di civile concordia. E' necessario il ritorno a un governo di vera libertà. Si devono compiere riforme amministrative senza esi- tazione, coraggiosamente. Egli ha fede solo nel programma di vera e cosciente democrazia, intesa come progressiva elevazione dei valori umani. Il progresso ha da essere graduale, ma ogni im- i prudente ritardo è pericoloso. Il programma di Wilson s'informa ai principi di Giuseppe Mazzini. Nelle relazioni con la Jugoslavia l'Italia deve cercare di spegnere ogni ragione di coufìitto già prima del congresso della pace. Nell'interno, la concordia e la collabora zi di e di tutti, la libertà perfetta, devono essere le buone garanzie. Disciplina, sì ; ma una disciplina spontanea, senza restrizioni, ^enza coercizioni. La censura, per esempio, ha fatto certo più male che bene, permettendo gli sfruttamenti inoi ali o economici Con ardite riforme sociali occorre promuovere la massima comunanza di intenti e di interessi. Tutti i progressi augurati, tutte le riforme sono possibili in una sincera e onesta collaborazione. La nuova Italia sarà certo degna di quella che fu ali« genti maestra di civiltà e di equità. L'amministrazione italiana nel Tirolo. 11 Ì8 corr. il comandante italiano di Trento ha rivolto ai cittadini un proclama con cui si promette a coloro che parlano altra lingua la conservazione delle loro scuole. In un altro proclama alla popolazione dell'alto Adige è detto: «1 Comuni hanno iacoltà di mantenere scuole tedesche per la popolazione tedesca; i tribunali e le autorità arnmi-'nistrative stenderanno in via provvisoria atti e deposizioni tanto nella lingua d'ufficio italiana quanto nella lingua tedesca, se questa sia d'uso. Neil' Austria tedesca. Il segretario di Stato per gli affari esteri dell' Austria tedesca, ricevendo il giuramento dei funzionari, ha ricordato la sciagurata politica estera dell'Austria Ungheria, l'errore commesso con l'annessione della Bosnia-Erzegovina, il suo nefando atteggiamento durante la guerra balcanica e il delittuoso ultimatum alla Serbia, dichiarando che la politica estera della repubblica dell'Austria tedesca deve essere assolutamente diversa da quella iniqua della vecchia monarchia che provocò la conflagrazione mondiale. Contro l'intervènto in Russia. Marcello Cachin nell'Humuniti scrisse recentemente un notevole articolo che esprime idee comuni a tutti i Partiti socialisti del mondo : «Fuori di ogni diversità o sopra ogni contrarietà di apprezzamenti, egli scrive, tra i socialisti dovrebbe essere la più piena concordia su questo tema. L'armistizio è firmato; tutte le premesse e tutte le promesse della pace sono in nostra raauo. Ebbene: perchè ancora dodicimila tra francesi e inglesi combattono contro russi? In Siberia c'è anche un corpo che occupa terra russa. Da qualche giorno marinai inglesi sono sbancati a Odessa. Quando si spedì un esercito in Russia, si disse di voler opporre un argine alla fiumana germanica. Anche allora noi fummo contro questa impresa che poteva riescir sospetta, che era pericolosa, che poteva spiacere a quegli stessi cui si voleva portar aiuto. Ma oggi la Germania non ha più armi puntate contro alcuno; ormai il pretesto non c' è più. E oggi noi protestiamo con più forza, con maggior ragione. Vogliamo che siano detti chiaramente gli scopi della nostra guerra in Russia. Vogliamo che i nostri uomini non siano con l'arma in pugno in un paese con cui non sono in guerra. Vogliamo che almeno su questo argomento il Partito socialista sia concorde ed esprima, il suo unico pensiero.» Caporetto... e il tradimento dei socialisti. Alla Camera il deputato Centurione aveva dichiarato : «Convinto che la sconfitta di Caporetto dipendesse in parte dall'opera dei socialisti e dei giolit-tiani mi sono travestito da operaio, e, partecipando a riunioni socialiste, potei raccogliere le prove che i moti di Torino e Caporetto furono da loro preparati.» La commissione d'inchiesta eletta dal Parlamento a fine di esaminare i documenti e le prove promesse dal dep. Centurione, espresse unanime il giudizio che «d/ù documenti da essa esaminati non risulta alcun fondamento delle accuse espresse dall'on. Centurione», dopo di che il presidente delia Camera, on. Marconi, pronunciò il seguente severo giudizio: «Non ho parole sufficienti per stigmatizzare l'audacia pari alla imprudenza di chi ha osato portare in questa Camera accuse destituite di ogni fondamento, come la commissione ha rilevato, venendo a turbare i lavori di questa Camera, mentre tutto il paese rivolgo gli occhi alla Camera stessa nell.'attesa e nella fiducia di avere da essa il beneficio di utili discussioni, (benissimo.1) Dirò di più : mentre da tutti i paesi da noi riconquistati o da quelli redenti mi giungono continuamente telegrammi che sono un osanna al Parlamento stesso, il che vuol dire che essi sperano dal Parlamento qualche cor-a di molto di più utile di quello che questo deputato incosciente ha creduto di fare... (vivissimi applausi, approvazioni, si grida: Fuori i calunniatori). 11 Presidente soggiunge: On. Colleghi, vi invito alla ealma! Penseranno gli elettori, ad espellere questi deputati. Il Governo e le nostre prtrincie. I deputati delle provincie adriatiche redente furono ricevuti in questi giorni dal presidente del Consiglio on. Orlando, ' dal ministro degli esteri on. Sonnino, dal ministro del tesoro on. Nitti, ai quali e-sposero le più urgenti necessità economiche della Venezia Giulia e della Dalmazia. Ebbero larghe assicurazioni di pronti provvedimenti per quanto riguarda la valuta, gli approvvigionamenti, i prezzi del vino e la fornitura dei materiali per assicurare l'attività degii stabilimenti industriali' e specialmente dei cantieri navali. «■ Kil! socialista -sul congedamento e sul Iroi^omsRto del congadatl. II 19 c. m. il Gruppo parlamentare presentò alla Segreteria della Camera la seguente mozione, che porta la firma di tuiti i deputati socialisti: «La CamQra, constatando che la situazione internazionale derivante dalla cessazione delle ostilità, è tale da rendere possibile una larga e sollecita smobilitazione militare; ritenuto d'urgenza restituire il più sollecitamente il maggior numero di braccia ai lavori dell' agricoltura, all' industria, al commercio e a tutta la vita economica e civile; invita il Governo a provvedere all'immediato congedamento delle classi più anziane e di quelle che da più lungo tempo sono sotto le armi. «Invita nello stesso tempo il Governo a provvedere per la concessione a favore dei congedati di una indennità adeguata alle necessità loro imposte dalla ripresa dignitosa e feconda della attività economica e sociale». Seguono le firme di tutti i députati socialisti. 51 Campanaro. Di Vladimiro Korolenko. La sera scende nella vallata. Il villaggio, che spunta tra la foresta e il piano, è già avvolto nel crepuscolo. Nella notte stellata di primavera sale ima nebbia leggera, svelando 1' ombra dei boschi e velando gli spazi scoperti d'un sottile strato azzurro dai riflessi argentei. Tutto è calmo e melanconico come in sogno. Non un grido, non una voce, non un canto, non un mormorio; tutto riposai.. Fra le basse capanne che sul fondo vaporoso spiccano colla loro massa nera, appare un lumicino, poi un altro e ancora un altro, e ora essi scompajono dietro una casa, ora camminano dondolandosi al ritmo dei passi umani. Una porta stride... un'imposta viene sbattuta,., un cane abbaja... un carro rusticano esce da un cortile e si avvia cigolando per la strada. Delle ombre sopraggiungono dal bosco; gli abitanti delle capanne sparse nei dintorni si recano in chiesa. Essa sorge, la piccola e vecchia chiesa, sopra una collina dalla quale domina la vallata. Da pochi minuti le sue finestre si sono illuminate: essa è come incendiata dalle fiammelle dei ceri. Resta soltanto cupo ed oscuro l'alto campanile che si spinge nel cielo. Ma nell' interno della vecchia torre quadrata si sentono gemere i gradini della scala tarlata. Qualcuno sale lentamente. E' il vecchio campanaro Mi-kheitch. La debole luce della sua lanterna brilla ad intermittenza e sempre più in alto alle strette finestrucole del campanile; la si direbbe un'anima che sale timidamente al cielo... Mikheitch sale faticosamente la stretta scala. Le sue gambe da qualche mese si sono ancora indebolite e i suoi occhi ci vedono sempre meno, E' tempo che il vecchio se ne vada al riposo. Ma ii buon Dio non vuol saperne ancora di mandare la morte. Mikheitch ha sotterrati i suoi figli ed anche i suoi nipoti... ed eccolo sempre vivo! E' triste!... Quante primavere ha egli visto nascere? Chi lo sa? Egli si è dimenticato di contarle. Quante volte su quel campanile ha desiderato che giungesse la sua ultima ora! E anche oggi ripete: »Quando verrà una buona volta la mia fine?» Giunto accanto alla campana, posa la lanterna, si avvicina al davanzale dell' ampia finestra dalla quale fra pochi istanti i suoni del sacro bronzo si spanderanno sulla vallata. In basso le tombe del cimitero circondano la 'chiesa. La maggior parte di quelle croci di legno, piantate alla estremità di quelle povere sepolture, cadono di vecchiaia, oppure la neve le ha mezzo rovesciate; ma esse sono là a vegliare sui sepolti, proteggendoli colle loro braccia distese. Sul versante di fronte, gli alti tronchi nudi delle betulle rompono qua e là come una striscia bianca il fondo opaco della boscaglia. E dal bosco come dai prati, dai campi come dalle rive del fiume, si inalza nella notte sino a Mikheitch un acre sentore di verdura giovane, di fiori vicini a sbocciare, al soffio puro dell' immenso sonno delle cose... Che cosa porterà per lui quel rinnovarsi delle stagioni? Dovrà egli continuare a salire fin lassù, ad ogni crepuscolo, per svegliare le profondità dello spazio? , Oppure sarà finalmente permesso anche a lui di stendersi laggiù, sotto una croce? Tu solo lo sail esclama il vecchio facendosi il segno della croce e alzando gli occhi verso il cielo scintillante di miriadi di monti. Io sono pronto a vivere ancora se questa è la tua volontà. — Mikheitch, Mikheitch! chiama dal basso una vode tremolante. E' il sagréstano. Egli è vecchio tanto quanto il campanaro. Colla mano distesa sopra i suoi poveri occhi stanchi, ha un bel aggrottare le ciglia, ma non può riuscire a distinguere Mikheitch sull' alto del campanile. — Sono qui, risponde il campanaro. Come, non mi vedi? — Non ti pare sia giunta l'ora di suonare? L'altro guarda le .stelle, le stelle risplendenti, le stelle bellissime che gli ammiccano amichevolmente, come ad una vecchia conoscenza... Il carro incendiato è già altissimo... però non an cora abbastanza... — No, risponde Mikheitch, è ancora troppo pretto. Lo so io. E infatti egli lo sa. Forse che ha bisogno di un orologio il vecchio campanaro ? I sóli del buon Dio non saprano essi prevenirlo quando sarà giunta 1' ora di agitare le campane? Queste cose sono a lui famigliari come quelle dei campi e quelle delle foreste, sono C03Ì intime come l'inquieta canzone del fiume e la bianca nuvola vagante nell1 azzurro del cielo. Egli conosce tutto ciò fin dalla nascita e non ha nulla perduto di vista, neppure per un secondo della sua lunga vita. (Contìnua). La rapprese ntaz i onemel liomanticismo da parte della Compagnia drammatica ♦Trieste redenta» fu ieri un plebiscito festoso e soleune di italianità, e un trionfo per la Compagnia Angelo Carmelo Calabrese. Impossibile descrivere la meravigliosa poesia, altamente civile e patriottica, spandentesi tra 1' enorme folla di popolo che, stipato e commosso, or plaudente il Calabrese, il Lamberti e gli altri artisti, or fischiante e romoreg-giante all'indirizzo degli sbirri austriaci, dava espressione alla commozione infinita destata in esso dal bel lavoro del Rovetta, giurando col Lamberti di voler esser degna doli' Italia unita, di esser pronto per lei anche al sacrifìcio della vita. , Mai il Tectro Ristori vide tanta folla. Tanta, che nella platea e nel1 loggione si era nell'assoluta impossiailità di muo versi; e l'orchestrina del Ricreatorio, completamente soffocata dal rumor della gente .esultante per sì bello spettacolo, non riusci a farsi sentire che in parte. Ma sarà per un' altra volta. L'orchestrina si rafforzi e i cittadini non mancheranno di festeggiarla, alla prossima occasione, com^ lo meritano i suoi bravi minuscoli artisti. Ma cediamo senz'altro la parola a una cortese nostra collaboratrice. ' «Romanticifemo !» che sogno ! che entusiasmo durante tutta la giornata del 29. Dopo le 19 la gente si accalca dinanzi alla porta del teatro; a stento i soldati trattengono l'irrompere della folla. E con grande difficolà si riesce ad entrare... e molti g*iun^ono al loro posto quando la rappresentazione è già cominciata. Poche volte il Ristori raccolse in se tanta gente. Tutti vogliono assistere allo splendido lavoro del Rovetta, «Romanticismo», che l'Austria aveva- bandito dalle scene. «11 sa,luto italico» del Carducci,' declamato dal Calabrese, commuove gli animi; non vi è cuore, che non senta entro a sè l'eco profondo di quel grido d'invocazione finale: «Italia, Italia, Italia !» Poi «Romanticismo» : la gente, il teatro, tutto sparisce; si vive soltanto per udire, per vedere, per sentire. Il fatto incatena : esalta : vedi passare dinanzi agli occhi un episodio della tua stessa vita vissuta. . L'Austria infame è stata sempre la stossa in ogni epoca; quello che fu co' nostri antenati, lo è stato pur ora, anche fin poco tempo fa, con noi. Le stesse arti subdole'a carpire il segreto, le stesse minacce, la stessa manieracela degli sbirri durante le perquisizioni nelle nostre case ; anche tra noi, le spie ed i rinnegati. — Quanti fra i nostri, caratteri di ferro, come il conte Lamberti ! quante donne ed amanti come là contessa Anna! quanto amore divampante, adesso come allora, per questa Patria nostra, nostra finalmente tutta, per cui anche morire è bello, il cui nome non si può pronunciare senza lacrime di tenerezza! Terminata la rappresentazione, il teatro si vuota lentamente. Siamo tutti pensosi. Forse siamo pensosi di Voi, fratelli nostri di ogni età, morti o sulla forca, o nelle barricate, o sul campo di battaglia; che avete datò la vita, innamorati del vostro santo Ideale, amanti d'Italia. Pensiamo ai martiri, che hanno lavorato e son morti per dare a noi, loro nipoti, loro figli, una Patria bella e gloriosa, un avvenire non di servitù, ma libero e felice. Pensiamo a Loro, e con tutta l'anima nostra vibrante, a quelle ombre adorate eh' esultano della nostra gioia, gridiamo: «Gloria e grazie!» E giunga pure un vivo ringraziamento ai simpatici e gentili artisti, che ci hanno fatto gustare il magnifico lavoro, e al maestro Cherincich ed ai suoi -allievi, che con bravura sonarono durante gì' intervalli. p. m. Dal 1. dicembre entrerà in vigore sulla linea Capodistria-Trieste un nuoto orario per i vapori. Non più un' unica corsa e incerta anche quella; ina tre corse di andata e ritorno e precisamente: Partente da Capodistria ore 6.45 con fermativa a lazzaretto; ore 8 con toccata all' Ospizio, e alle 13.45 una corsa diretta. , Partenze da Trieste: alle 9.1$, alle 12 con fermativa a Lazzaretto e all'Ospizio, e alle 17 (diretto). Nei giorni festivi l'ultima partenza da Capodistria sarà alle ore 15 anziché alle 13.45. Prezzo di passaggio: J posto lire 1. II posto cent. 50. li giorno 24 nov. i giovani democratici sociali della nostra città costituirono la sezione capodistriana del fàscio giovanile «Pio Riego Cambini», la cui memoria fu solennemente magnificata. Intervenne al convegno anche il sindaco di Quarto. Per domenica 1. die. alle ore 10 ant. gli aderenti al Fascio giovanile «Pio Kitgo Gambi ni» , sono convocati a, una adunanza che sarà tenuta nel Palazzo Tacco. v Domenica 1. die. alle ore 16 nella Chiesa dei Capuccini avrà luogo un solenne Te Deum di ringraziamento per la liberazione della città. CORRISPONDENZE. ISOLA. Al Comitato Nazionale d'Isola pervenne il seguente telegramma: «S. M. il Re ricambia con vive e cordiali grazie ii gentile saluto di Isola ricongiunta alla Patria e invia i migliori suoi voti. Presidente Consiglio ORLANDO*. , L'Unione del 23 prende in giro «i rappresentanti... di secessi», che «hanno ordinato la revisione dei conti del Comune, alla presenza dell'ex segretario comunale». Accusa poi i socialisti, tra i quali si sarebbe insinuato il partito dei bolscevichi di modo che «se non si pone un freno», esso potrà suscitare «un' aperta ribellione con tutte le delizie bestiali e sanguinarie instaurate nella Russia rovinata dal socialismo.» Ed ora ci consentano poche osservazióni i reverendi deli' Unione. Lasciamo stare il giudizio su ciò che fu fatto nei bei giorni della riscossa: che a certi tutori dell'ordine ad ógni costo la partecipazione vera e propria del popolo alla vita amministrativa e politica del Comune non piaccia, si sa da un pezzo. Il verdetto definitivo lo pronuncerà la storia. Quanto al bolscevismo, intendiamoci. Che a Isola ci sia un grave malcontento è innegabile. Che si sia gridato «abbasso i governi, vogliamo la repubblica» anche. Ma invocare repressioni è da cattivi, da irresponsabili. La paura di rappresaglie e di danni economici à indotto, non già i socialisti che ànno sempre fatto opera eminentemente antigovermper quanto è possibile, i cervelli. Vuol essere questo nostro giornale, in un paese avvelenato da odi secolari di stirpe e di classe, in un paese prevalentemente agricolo e politicamente quindi, ed economicameete arretrato, vuol essere, dico, nell'ora grande eh« raccoglie ,i fratelli divisi intorno alle vesti della stessa Madre, vuol essere il simbolo vivente della ormai trionfante e sia pure transitoria unificazione politica e morale. Istria redenta» e un giornale socialista diretto da un socialista. Il suo direttore però mette il giornale a disposizione di tutti coloro che vogliono approfittarne per la propaganda di idee buone e utili, oggettivamente e lealmente professate. Indifferente quale sia la loro professione di fede politica e religiosa». 11 prof. Bondi quindi non scrisse neppure una parola che volesse dire «io esco dal Circolo agricolo operaio». A' pubblicato,. è vero, nello stesso numero dell' Istria redenta un invito a «formare un unico fascio per la riorganizzazione degli elementi proletari su base socialista»; un fascio denominato Circolo socialista Edmondo De Amicis e Federico Adler. Ma neppure con ciò il prof. Bondi è uscito dal Circolo agricolo operaio. , ' ( Continua). PICCOLI R POSTA Isola. Mandateci anche fatti di cronaca. Virano. Quali gli spacci o i negozi più adatti alla distribuzione ? Mandateci anche una foto-grafla del Fonda. ms^iesamt.