OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 349-370 neke u datom trenutku nisu u funkciji ili su u vrlo trošnom stanju, ili su, pak, promijenile funkciju, postavši, primjerice skladištem i sl. Osim o crkvama, Kata-starska mapa i Upisnik, čuvaju povijesna svjedočanstva o mnogim javnim zgradama koje su poslije transformirane i fizički i sadržajno. Autorica posebno naglašava da je Katastar osobito vrijedan za proučavanje objekata koji do danas nisu sačuvani. Naime, oko 40% zgrada i fortifikacija preinačeno je upravo u razdoblju nakon sačinjavanja katastra. Katastru Franje I. prethodili su nesustavni i pojedinačno radeni popisi posjeda u privatnom, crkvenom ili opcinskom vlasništvu. Premda je katastar raden s odrede-nom namjerom, rezultirao je prvim preciznim premjerom grada, dokumentiranim podacima urbane i društvene strukture Trogira, koji su prethodili prijelomnom razdoblju transformacije gradova u 19. stoljecu. Autorica naposlijetku navodi kako objavljivanjem ovog katastra želi potaknuti daljnja istraživanja povijesti Trogira. U tom je smislu Irena Benyovsky umnogome pomogla buducim istraživačima objavivši uz katastar i kazala imena, institucija, nekretnina i zanimanja. Upravo za-hvaljujuci ovim kazalima u knjizi se može pratiti koji su pojedinci koliko nekretnina posjedovali, koje su se institucije nalazile u gradu itd.. Zahvaljujuci kazalu nekretnina i zanimanja može se pratiti kakve su sve nekretnine, osim uobičajenih kuca za stanovanje postojale u gradu, te koja su sve zanimanja postojala u gradu i koliko su bila zastupljena. Na kraju možemo reci kako knjiga Trogir u katastru Franje I. Irene Benyovsky predstavlja izvrstan i nezaobilazan priručnik za buduca istraživanja Trogira, kako urbane strukture, tako i različitih aspekata povijesti stanovništva i to ne samo u razdoblju 19. stoljeca, kada je Katastar sačinjen, vec i u starijim razdobljima. Marija Mogorovic Crljenko Dragana Lucija Ratkovič (a cura di): TORRE/FRATTA/ABREGA. Patrimonio culturale. Parenzo, Museo civico del Parentino, 2006, pp. 406 Hereditas Histriae e la nuova collana promossa dal Museo civico del Parentino, con l'intento di proporre una rassegna sistematica, metodologica, omogenea e con-tinuata, di pubblicazioni relative al patrimonio culturale istriano. Il primo volume della serie e dedicato alle localitá di Torre, Abrega e Fratta ed e disponibile sia in versione italiana, sia in versione croata (Tar/Frata/Vabriga. Kulturna baština, pp. 406). Il libro e suddiviso in tre parti. La prima e riservata al Catalogo dei beni culturali mobili e immobili. Si tratta di una serie di materiali catalogici, di documentazione 357 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 349-370 fotográfica e catastale e di altro materiale documentario in possesso del Museo civico del Parentino e della So-vrintendenza ai beni culturali di Pola. Il catalogo, prezioso e molto ben arti-colato, di cui sono autrici Dragana Lucija Ratkovič, Nataša Nefat, Sunčica Mustač e Vltava Muk, consta di 276 unità catalogiche. Esso comprende tutta una serie di beni culturali sacri, profani, mobili ed immobili, architet-tonici, artistici, artigianali, archivistici ecc., elaborati con accurato criterio scientifico. Segue la Trascrizione delle visite pastorali e degli inventari ecclesiastici, di cui sono autori Tajana Ujčic e Jakov Jelinčič, con la nota introduttiva di Elena Uljančič-Vekič. Le visite pastorali, preziosissime fonti di studio archi-vistico, utili per comprendere il profilo economico, sociale e demografico del territorio, coprono un lasso di tempo che va dal 1601 al 1781. Esse sono redatte nella variante istroveneta locale, ad eccezione di un verbale del 1625, scritto in latino. Un successivo gruppo di documenti è costituito dagli inventari dei beni mobili ed immobili di proprietà parrocchiale, che coprono lo spazio di tempo tra il 1846 e il 1829, in cui si descrive dettagliatamente lo stato dei beni di proprietà ecclesiastica. Nella terza parte seguono una serie di contributi dedicati alla storia del territorio. Cosi Gaetano Benčič, in I siti archeologici del territorio di Torre, Fratta ed Abrega, fornisce un elenco dettagliato dei siti archeologici del circondario, preistorici, romani e medievali ed in generale nell'area nordoccidentale del Parentino, dal Quieto a Porto Cervera. I siti descritti sono in tutto 43. Dello stesso autore sono altri due scritti: Le origini di Torre. Dalla torre allabitato in cui tratta delle testimonianze più antiche della località fornendo una relazione sulle recenti scoperte di un complesso tardo-antico e altomedievale nelle vicinanze di Torre, che ci permette di comprendere l'evoluzione storica dell'abitato; e Contributo alla conoscenza della storia di Torre, Fratta ed Abrega, in cui si riassume la storia delle tre località tra XVI e XIX secolo. Segue Vlasta Zajec con un articolo dedicato agli Altari e sculture nelle chiese della parrocchia di Torre (XVII-XIX sec.), differenti per stile e qualità e per la maggior parte d'influenza artistica veneziana. 358 OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 349-370 Giovanni Paoletti ricorda l'improvvisa sosta di Papa Pio VII nella Val di Torre mentre tentava via mare di raggiungere Roma, ma colto dal maltempo dovette riparare da queste parti. La vicenda è ricostruita in La sosta di papa Pio VII in Val di Torre in una medaglia commemorativa. Marino Manin, basandosi sul preziosissimo fondo documentario da lui studiato, descrive Le caratteristiche dei comuni catastali di Torre, Fratta e Abrega secondo il catasto franceschino. Un'altra fonte importante è costituita dai libri anagrafici parrocchiali che permettono la ricostruzione demografica del territorio. Cosi Branka Poropat presenta I registri anagrafici della parrocchia di Torre con particolare riferimento a quelli dei battezzati (1815-1849) e dei morti (1815-1862). Vltava Muk ha curato l'aspetto etnografico nell' Evoluzione tecnica e importanza dei carri agricoli in Istria con particolare riferimento a Torre. In conclusione Tajana Ujčic presenta una Rassegna del materiale archivistico del territorio di Torre, Fratta ed Abrega, custodito presso l'Archivio di Stato di Pisino, l'Archivio parrocchiale di Torre e l'Archivio diocesano di Parenzo, d'importanza fondamentale per chiunque vorrà interessarsi all'approfondimento storico delle tre località. Denis Visintin Stefano Lusa: LA DISSOLUZIONE DEL POTERE. Il Partito comunista sloveno ed il processo di democratizzazione della repubblica. Udine, Kappa Vu ed., 2007, pp. 363 Unendo il rigore dello storico alla professionalità del giornalista, Stefano Lusa corona anni di studi con l'uscita di una seconda monografía La dissoluzione del potere. Il Partito comunista sloveno ed il processo di democratizzazione della repub-blica, con la prefazione di Jože Pirjevec, ulteriore approfondimento dell'opera prima Italia-Slovenia 199Q1994 (Pirano, 2001). La ricerca confluita nel volume, caldeggiata a suo tempo da Diego de Castro, è stata svolta grazie ad una borsa di studio elargita dalla Fondazione Franca e Diego de Castro di Torino. Nell'affrontare l'analisi degli anni '80 in Slovenia ed il difficile processo culminato nell'indipendenza dalla federazione jugoslava, l'autore si è trovato in una posizione privilegiata rispetto ad altri studiosi d'argomento affine, grazie alla dovizia di fonti provenienti dagli archivi riservati di Lubiana. La Slovenia, a differenza di altri paesi, non impone, infatti, il vincolo dei trent'anni di attesa su buona parte dei documenti archivistici. Ció ha conferito al lavoro di Lusa uno 359