ANKO VI. h i TpyvJ f apodistrin, ad«lì 9 Novembre 1879 ir. 3 Soldi IO al numero. L'arretrato soldi JJO L'Associazione è anticipata: annua o semestrale - Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 79 — 25 settem. 80 importa fior. S e s 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAP OD ISTRI ANA BIMENSILE si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte. Il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I L'integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all'equità, alla vioderate*Ma. ANNIVERSARIO — . . . novembre 1832 — Nasce a Padova Ippolito Nlevo — (V. Illustrazione) V 0 § IT (R B & negli scrittori antichi greci e latini (F. ti N" 17 dell'anno V e seguenti) 56. IN ISTRIA UNA SORTA PREGIEYOLE D'ACEF^O [Lo stesso: XVI, 66, 67 (c. 15 {26))]. L'acero è quasi della medesima 1) ampiezza, per la eleganza e la sottigliezza dei lavori che se ne fa al cedro 2) secondo. Ve n'è di molte sorti: quel bianco 3), il quale, d'una bianchezza singolare, addimandasi gallico e cresce nell'Italia transpadana4) e al di là delle Alpi. Un' altra sorta d'uu marezzo 5) a macchie, il quale quando fu più vago s' ebbe il nome dalla sua somiglianza con la coda de'pavoni, si ritrova distinto in Istria e in Rexia6). Una sorta di minor pregio chiamasi crassivenio 7). I Greci distinguono secondo il sito e dicono eh'è candido quel de' piani 8), e non marezzato — e lo chiamano glino 9) — quel de'monti 10) più marezzato e più duro, e tuttora il maschio come più marezzato si presta a lavori più diiicati, una terza sorta dicono zi-gia 11) ed è rosso, d'un legno fendibile, d'una corteccia fosca e ruvida. Altri propendono a fere di quest' ultimo una sorta a parte e latinamente il chiamano carpine. 12) 1) Del tiglio, di cui parla poco più su. — 2) La tuia articolata dei botanici. — 8) L'acero pseudoplatano dei bot. — 4) Al di là del Po (da Roma). — 5) Il marezzo (serpeggiamento di color variegato a foggia delle onde del mare) non costituisce una sorta d'acero a «è; ma è maggiore o minore secondo il »ito e '1 vegetare dell'albero. — 6) V. N. 49 nota 30. — 7) Cioè dalle crasse (grosse) vene. — 8) L' acero campestre o trilobo de' bot. il pioppo o loppo. — 9) Pronuncia colla g. guttur. — 10) L'acero pia-tanoide o forse pseudoplatano dei bot. sunnominato. — 11) Da rad ire greca significante aggiogare, perchè se ne faceano gioghi per gli animali da tiro. Cf. Vi-truvio II, 9. — 12) Il carpino betulo de'bot. frane. charme. 57. SI ACCENNA ANCONA AL VIN PUCINO l) [Lo stesso: XVII, 31 (e. 2 (3))]. I vin pucini maturano su roccie, le viti cecube2) stillano nelle paludi pontine. Tanta è la varietà e la differenza de* segui e del terreno. 3) 1) V. N. 49 e 54. — 2) Sul monte di Gaeta ; il cecubo altro vino celebrato dell'antichità. — 3) Poiché insegna appunto del modo di conoscere i terreni. 58. E FINALMENTE LE OSTRICHE ') [Lo stesso : XXXII, 62, 63 (e. 6 (21))]. Tanto sia detto del loro 2) corpo; diremo anche delle patrie, perchè i liti non sieno defraudati di lor lode; ma diremo per bocca altrui e di tale che a dare siffatti giudici alla nostra età fu arciperito. Sono adunque parole di Muoiano 3) queste che aggiungerò. Le ostriche di C'izico 4) sono maggiori delle lucrine, 5) più dolci delle britanne, delle me-dulle 6) più soavi, delle efesie 7) più piccanti; più piene delle ilicesi, 8) più asciutte delle corinfantene9), di quelle d'Istria più tenere 10), più bianche delle circeesi, 11) Ma è certo che nè più dolci nè più tenere di quest'ultime non se ne dà.. 1) V. nella "Provincia, a. XIII, 15: "L'Istriani sul mare, di G. M. — 2) Delle ostriche. — 3) Questo bravo buongustaio può essere M. Licinio Crasso Muciano, che molto si adoperò a far salire sul trono Vespasiano. Gli ultimi anni di sua vita visse ritirato e scrisse di Geografia e Storia Nat. — 4) Città della Misia nell'Asia minore. — 5) Del lago Lucrino nelle vicinanze di Baia, assai celebrato dagli antichi come vivaio oltrecchè d'ostriche anche d'altri pesci saporiti d'ogni sorta. — 0)1 Medulli erano popolazione a-quitana al sud della Garonna, bagnati dall' Oceano. Ancor oggi a Medoc trovansi ostriche eccellenti. — 7) Di Efeso città della Lidia nell'Asia minore, celebre per il tempio di Diana bruciato da Erostrato allo scopo di diventar famoso. — 8) Di quel castello in Valenza che or nomasi Elche o Leiche. —9) Di Confante città della Bitinia nell'Asia min. — 10) Le istriane adunque aveano il pregio dell'essere sovra tutto tenere. — 11) Di Città vecchia presso il monte Circello in Campagna di Itoma. ^9. il tifavo ed aqollea, siti a/aenissimi [M. Valerio Marziale (v. c. 42-102 d. C ): Di Epigrammi libri quattordici IV, 25, Ed. F. G. Schneiderwin, Lipsia 1853]. 0 liti di Aitino 1) ch'emulate le ville di Baia, 0 selva testimone del rogo di Fetonte 2) 0 Sola 3) delle Diiadi 3) bellissima fanciulla e sposa all'Antenoreo Fauno 4) presso a' laghi euganei, 0 Aquilea beata del Timavo ledèo 5) là dove Cillaro 5) abbeverossi alle settemplici 6) acque: voi sarete riposo e ritiro alla nostra vecchiaia, se '1 sito a' nostri ozi potrem scegliere a piacere. 7). 1) In quel di Trevigi. — 2) E' noto come questo Fetonte ebbe la triste idea di provarsi a guidare per un giorno il carro di suo padre il sole. Triste idea, perchè, inesperto del maneggio, le redini gli scapparon di mano, i cavalli si diedero a scorrazzare, il mondo avvampò ; e Giove temendo potesse accendersi anche il cielo, saettò '1 cocchiere e precipitollo nel Po. Le E-liadi di lui sorelle ne piansero il fato finché dalla pietà degli Dei furon mutate in pioppi, le cui lagrime 0 resina indurirono in ambra gialla. Quest'alberi son la selva testimone. — 3) Lago a pièdei colli euganei eh'è come dire veneti, perchè i Veneti occuparono il territorio degli Euganei fra 'l mare e le Alpi. V. N. 8, nota 1. — Le Driadi eran ninfe de' boschi e degli alberi. — 4) I Fauni erauo Iddii boscaiuoli e figli di Fauno, Dio de' contadini. — Antenoreo è lo stesso che padovano (Padova fu fondata da Antenore) e Fauno antenoreo quanto selva di Padova. — 5) Si sa (V. N.o 4, 9, 10, 22, 49) come gli Argonauti nel ritorno dalla lor spedizione giunsero al Timavo. Ma bisogna sapere ancora come a detta spedizione avessero preso parte Castore e Polluce figli gemelli di Leda e di Giove nati da un uovo istesso, presentemente su nel cielo a formarvi la costellazione de' Gemini. Càstore, disfrenato amator di cavalli, vi avea seco menato anche il proprio destriero di nome Cillaro. Onde si capisce l'abbeverarsi che fa quest'ultimo nel Timavo (V. anche N. seg.) e l'epiteto di ledeo (di Leda) dato al nostro fiume. — ti) V. N. 8, 19. — 7) La brama del poeta non fu appagata: morì in Ispagna. (Continua). PgWSBIK a ( Cont. v. i due N.riprec.) La superbia, 1' avarizia, l'invidia e l'accidia sono i materiali che compongono l'egoismo. — A studiare con profitto la razza degli animali "bipedi implumi, non si vuole essere molestati da nessuno dei primi bisogni della vita, e convien disprezzare tutto che lusinga la vanità. — Non sempre le dimostrazioni di generosità muovono da animo generoso; sovente sono strumenti di crudeli vendette. — L' amore è un sentimento indefinibile come il bello ed il vero. Egli può applicarsi a qualunque oggetto reale, come ad un'astrazione, con più 0 meno intensità, secondo che l'oggetto ha più 0 meno diretta azione sulle nostre facoltà. E se vi siano impegnati ambo i principii onde consta l'umano supposto, l'amore tocca il massimo grado possibile. — Educati alle blandizie, s'impara a fingere affetti ; il vizio s'orpella, si vestono di sincerità le doppiezze, si travisa ogni cosa a danno del prossimo quasi sempre, alle volte con proprio danno. E in quest'ultimo caso il danno è irreparabile. — Quando l'uomo vuol sfruttare il proprio ingegno a vantaggi materiali, deve attutire il proprio genio per soddisfare a coloro dai quali vuol ricavare interesse; e troverà sempre chi in-vidierà i di lui meriti per il solo piacere di non dargli la soddisfazione di essere ammirato. Se poi vorrà sollevare lo spirito con le proprie idee, ed avrà la debolezza di assoggettarle all' altrui giudizio, troverà un censore in oguuno che la pensi diversamente, il quale lo disapproverà e lo calunnierà. — L' ignoranza genera la presunzione, la presunzione genera l'intolleranza, l'intolleranza geuera l'antipatia, e tutte queste cose generano la disarmonia dei piccoli centri. — La natura sorride d'uu sorriso che ispira; la donna di un sorriso che fa pensare. — Si danno delle persone assennate, che limitando la mente alla borsa, 0 la borsa alla mente, scorrazzano le contrade del mondo per educarsi e per divertirsi, come dicono loro, e ritornano pomposamente in patria a insegnare quello che hanno imparato, p. e. dove si mangi la bistecca meglio preparata a più buon prezzo. — Veggonsi delle madri, e non poche, abbandonare la prole in balia del caso per sollevarsi da quelle cure che le dovrebbero essere prodigate in quella copia infinita che sa ispirare 1' amore. I figli cresciuti nelle amarezze non sono legati da veruu sentimento verso coloro che non seppero consolarli col balsamo dell' amore. Si deplorano i delitti ed i mali costumi, e non si pensa ad estirparne la causa. — Di tutte le corbellature la pià crudele è quella che fa sanguinare un cuore. Ne sono maestre famose le donne. Ma taluna di quelle sconta a caro prezzo il crudele capriccio. — Giovani di elegantissime spoglie, se si trovano al caso di far mostra di uno spirito che equivalga al loro esterno, riescono inferiori assai al conto del sarte ; e ve ne sono molti. — Se volete togliere abusi, badate a non irritare ; irritando, vi farete uno stuolo di plaudenti, ma non avrete fatto niente per lo scopo.— Il dolore che si proviene da un sentimento gentile, corrobora lo spirito, ed è fonte di poesia non meno copiosa del piacere; ma quello che viene causato dall'altrui malignità l* affievolisce. — Coloro che si amano veramente, non i-scemano d'amore per aver scoperto delle imperfezioni; si daranno in quella vece tutto lo studio per migliorarsi scambievolmente, e non cesserano dalle loro cure delicate prima di aver raggiunto l'intento. Allora cresciuto il merito dell' oggetto amato, sarà cresciuto anche l'amore. — Chi, accettando un presente da una persona, promette, a far pompa di generosità, in presenza altrui una retribuzione, quegli dà prova di ruvido tatto, di egoismo, e di superbia; mostra con ciò di non avvedersi in quale umiliante posizione ei metta il delicato donatore, e oltre a ciò il ne6suuo apprezzamento alla gentile attenzione, il timore di apparire obbligato, e lo sdeguo d'essergli di troppo a contatto. — I fedeli dei primi tempi con la fede o-perosa e costante affratellarono gli uomini nei vincoli dell'amore: ora i fedeli, ribelli a loro stessi, apparecchiano col fanatismo un vulcano di odio, il quale seppellirà iu gran parte delle sue ceneri e fede e speranza e ogni cosa di bene. — Quando s'incontra persona che incominci a piacere si ha la fortuna di vedere in essa tutto bello. E si dà pure il caso che l'innamorato s'inspiri anco delle stupidità della sua simpatia, ammirandole come doti peregrine.— ( Continua) A I b o n a (Cont. e fine V. il N.o prec.) Albona, durante tutte queste vicende, perdette il carattere di respublica, fu limitata all' agro proprio, vide un certo numero di Slavi por sedi nel suo territorio : tristi condizioni che durarono e peggiorarono nei secoli X. XI. XII. Sono poche le memorie che ci restano intorno a questo tempo; le più si riferiscono alla Chiesa. Nel 1208, Pola, staccatasi dalla diocesi di Ravenna, era passata ad Aquileia; Albona, fin allora unita al Vescovato di Pedina, fu abbinata a Pola. La Chiesa di Albona vien detta cattedrale da antichi documenti ; s'hanno indizi di sinodi qui tenuti. Frattanto i comuni dell'alta Italia, smesse le ire di parte, s'erano opposti a viva forza alla prepotenza straniera, e l'anno 1177 il Barbarossa veniva disfatto a Legnano ; l'anno appresso suo figlio Ottone s' ebbe la medesima sorte nelle aque istriane di Salvore, fatto prigioniero dagl' Istriani e dai Veneti. L'Istria dunque non stette muta spettatrice della rivoluzione nazionale: il suo Marchese intervenne alla pace di Costanza (1183), il governo municipale andò sempre più allargandosi in essa, che ricusò di riconoscere Filippo di Svevia, Ottone, (1198) il patriarca Volchero (1209) (il quale scomunicatala dovette poi pateg-giare con essa)e lo strauiero marchese Armano Mo-ruccio, volendone un istriauo o friulano. Albona non venne mai meno nell'odio contro il dominio straniero ; Drusaccio, suo cittadino, non riuscito di sottrarla al dominio del patriarca, fu condannato in contumacia, cioè, come dissesi recentemente impiccato in effige. Del 1330 s'ebbe condanna insieme ai Sergi di Pola, a Dignano, a Valle, e a Due-Castelli, perchè s'era mostrata ostile ad un conte Straniero, a quello di Gorizia. II castello di Barbana (Barbìamm), sur un colle alla destra dell' Arsa, e Castel Rachelle furono dipendenti, da Albona; poi li ebbe il Doge (1420), ed Albona conservò il governo di Barbana dal 1516 al 1536, che feudo dei Loredan (1536) ebbe spesso albonesi i capitani, parecchi delle famiglie Negri, Manzini, Scampicchio, Francovici e Coppe. Del 1341 gli Albonesi coordinarono il loro Statuto, che scritto allora in latino, fu tradotto nel secolo seguente nel dialetto italo - albonese : accenna all' insula comunis Albonae (agro municipale) al castrum Albonae, al consilium nobilium, ai duumviri, che erano giudici, ad un cameraro per la economia del comune, ad un merica (magister vici) e a 24 saltari o giurati da lui dipendenti, che erano le guardie campestri : tutto d'istituzione romano-italica. I rapporti fra Venezia e l'Istria facevansi sempre più stretti, il potere temporale dei patriarchi andava cessando; ed infatti l'unirsi a Venezia valeva T esistenza dell' Istria per opporsi ai duchi d'Austria circondati da vassalli, nemici acerrimi dei liberi municipi istriani. Nel 1420 (3 luglio) abbiamo Ja dedizione formale di Albona alla Rppubblica di S. Marco, a mezzo di cinque plenipotenziari, e del Doge Tomaso Mocenigo col consiglio dei Pregadi e con la Giunta. Al diritto di eleggersi proprio podestà fra i nobili veneti riuunziò Albona nel 1464, che le riusciva troppo dispendioso il mandar nunzi a Venezia ogni trentadue mesi. In esso contratto di dedizione, o meglio di annessione, ricordasi la elezione ogni sei mesi di due giudici che amiùinistravano giustizia due volte per settimana, col podestà od aucbe soli, in pubblico; un canipaiium (popolano) che teneva i conti del comune e le chiavi della città. Il podestà, ogni 15 giorni, si portava a Fianona a render giustizia. Sviluppavasi sempre più in Istria sotto il regime veneto la vita, relativamente ai tempi; nel 1539 un fondaco, e nel 1566 un collegio di notai furono istituiti in Albona, il cui agro più tardi (1632) fu diviso in dodici contrade cui fu preposto un meriga (magister vici). L' anno istesso quest' agro ebbe quattro cappel-lanie con diritto a battistero. E la città avea sempre nuove cariche e magistrature; ebbe sempre uu pubblico maestro di grammatica, umanità, e talvolta anche di filosofia, ed il comune assegnò spesso stipendi a giovani per recarsi a proseguire gli studi al Bo (Università di Padova); stipendiò medico, cerusico ecc. I quali fatti compiuti, a dispetto : dell' ignorante malizioso straniero, provano la j vita, i progressi dell'Istria unita alla Repubblica di Venezia. L'esser sita Albona all'estremo confine orieutale, contribuì sen'altro a tener desto uei suoi abitanti l'amor di patria e di libertà, ed esercitarli nel maneggio delle armi Nè devesi passar sotto silenzio l'improvviso assalto di Albona la notte dal 19 al 20 gennaio 1599 dato dagli Uscocchi mal capitati che si sbandarono, fugati con istraordinario valore dagli Albonesi. In tale incontro si distinsero Gio. Battista de Negri, il Plebano Don Priamo Luciani, e il capitano delle ordinanze Pietro Rino di Capodistria. Fianona sulla quale si gettarono gli Uscocchi respinti da Albona, fu oppressa dalla vile onnipotenza del numero : Gaspare Callavani, anziché acclamare l'arciduca Ferdinando di Gratz, patì la scorticazione della pelle, e l'ultimo suo grido fu un Viva San Marco! Questo un fatto. Numerosi gli scontri su tutto il confine sostenuti contro gli Austriaci. Fra gli uomini illustri di Albona va ricordato in primissima linea Mattia Flaccio, che passò in Germania e divenne caldo sostenitore di Lutero, a contatto, spesso in lotta, coi più dotti della Germania, oppositore dell'Interim di Carlo V, e fra i principali compilatori della storia ecclesiastica Centuriae Magdéburgen-ses, che figurò nelle Università ecc. della Germania, da ultimo a Francoforte sul Meno dove morì (1575). Le sue opere tuttodì ristampansi in Germania. Bartolommeo Giorgini, del secolo decorso, fu diligentissimo raccoglitore di Memorie patrie, che furono pubblicate. Nel 1797 l'Istria, pel trattato di Cam-poformio, caduta la repubblica, passò all' Austria; le truppe francesi la occuparono uel 1»05 e fino al 1810 fu unita al Regno d'Italia, nel qual anno fu unita alle provincie illiriche, non però staccata in tutto dal regno d' Italia, chè le bisogna caratteristiche della provincia continuarono a metter capo a Milano. Nel 1813 ricadde in mano dell'Austria. Ora diremo delle condizioni fisiche del territorio di Albona. La superfice del distretto di Albona è di 32, 940 ettari quadrati e di 77 ari, la popolazione di 11,566 abitanti. Cinque i porti del distretto di Albona sul Quaruaro: Fianona, Rabaz, Portolungo, Santa Maria e S. Giovauni in Besca (pesca) e ( quattro sul Canal d'Arsa : Val de'Tonni, Val Bonazza, Traghetto, Stallìe. I pascoli, i boschi che danno legna da fuoco e da costruzione, abbondano nel distretto di Albona e riescono frutta d'ogni specie; sono celebri in provincia gli scampi del Quarnaro, i pesci del Canal d' Arsa, i laticinl di Ripeuda e Montagna. A Fratta, Santa Domenica, S. Martino, Carsano ecc, sonvi ottime cave di pietre bianche e bigie, dolci e dure ; strati d'uno schisto marnoso cenerognolo, presso Rabaz e Porto - Lougo. Carbon fossile da Carsano a Punta Nera da Carpano a Rabaz ; la sola miniera in provincia che si lavori, (tutte le altre sono in mani privilegiate) è quella di Carpano. ») il cui prodotto vien consumato particolarmente in paesi italia-ui. Sopra Carpano evvi una grotta stalagmitica, che, abbandonata com'è, ricorda quella di Adel-sberg*). Le case di Albona son ben fabbricate, ha una vasta piazza : teatro, società filarmonica, casino per letture, documenti d'interesse storico più che locale, uua collezione di pe-trificati, e di antichità venete e romane. G. S. B. NOTE ') 'Quest' anno, in altra prossima località. Vi-ne», è stata attivata una seconda miuiera denominata Pozzo Garibaldi.„ s) "Adelberga, Adelsberg, è nome d'importazione straniera. Il nome paesano è Postoina, storpiatura volgare di Postumia; chè per di qui correva in antichissimi tempi la via postumia.„ ") "Dopo il 1864 furono aggiunte dallo scrivente e dal dott. Antonio Scarapicchio parecchie armi ed u-tensili di pietra, di cotto e di bronzo, raccolte negli agri di Albona, C'herso, Pisi no, Parenzo e Pingnente, segnatamente sui monti di Albona, Ripenda, Fianona, Pedena, Verino, Coridico, presso il lago d' Arsa e a Draguccie. Ultimamente anche a S. Pietro in Selve è stata rinvenuta una bella accetta di giadeite ehe fu deposta noi museo di Trieste. „ Amico Carissimo Neil'esercizio del mio ufficio di Soprintendente, entrato talvolta a visitare alcuna scuola femminile, pensavo: queste bambine, che mi stanno attorno diventeranno donne, madri torse, ed allora sovvenendomi di un detto del primo Napoleone: L'opera di un figlio è quella della madre sua — mi convincevo sempre più essere l'ediicazione della donna cosa di essenziale importanza, come quella che è fonte di ogni educazione Ed a questo argomento tornava di sovente col pensiero : buttava gin le mieidee in proposito, come venivano, senza nesso, senz'ordine, non avendo pur l'ombra dell'audace divisamente di renderle di pubblica ragione. Ma dacché tu replicatamele mi vai eccitando a scrivere alcuna cosa per 1' Unirne, e per di più m'è corsa promessa, ti mando questi Pensieri raffazzonati alla meglio, senza la pretesa di un lavoro didattico, nè letterario, a patto pero che tu. costituendoti mio gerente, assuma tutta la responsabilità della noia, che procureranno ai lettori, e ini perdoni, se per quelli il tuo giornale sarà condannato ad ... un auto da fé. Tuo Aff.iw Ettore Weiss de WekJen Ferrara, Novembre 1879 Pensieri si' educazione iella donna La donna, quest'essere che noi impariamo ad amare prima di tutto nella madre nostra, che poi ci fa provare le più dolci emozioni, gli affetti più soavi, nella fidanzata e nella sposa, esercita su di noi in ogni età, in ogni evento della vita un potere misterioso e irresistibile, che invano si vorrebbe disconoscere, ed a cui gli uomini più grandi dovettero piegare. Toglieteci la donna, o sottraeteci alla sua influenza non saremo che cifre prive di valore. — Gli uomini scrisse il Prof. De Castro, sono e saranno sempre ciò che piacerà alle donne,, e ciò fino ad uu certo punto è vero. — Se vogliamo adunque educare il nostro popolo alle virtù religiose e civili, e-duchiamo la donna, educhiamola conformemente alla sua missione nella Società. E quale sia questa missione non è per me luogo a discutere : tengo per assioma, che la donna è destinata ad essere il geuio tutelare della famiglia, che Bitrbabianca, Mansionario Zarotti, ringrazia commossa tutti quei gentili che vollero onorarne il funebre corteo ed accompagnarne la salma all'ultima dimora. Capodistria, 6 novembre 1879. Bollettino statistico municipale di Ottobre 1879 Annerare — Nati (Battezzati)23 ; faucinlli 9, fanciulle 14. -- morti 30: maschi 18 (dei quali 6 carcerati), femmine 3, fanciulli 3, fanciulle 6. — Matrimonii 2. — l'oll/.i». Denunzie in linea di polizia annonaria 1; in linea di polizia edilizia 3; in linea di polizia stradale 1; in linea di polizia sanitaria 2; per schiamazzi notturni 6; per danni campestri 1; di apertura di esercizii pubblici oltre l'ora di polizia 1; — Arresti per eccessi 1; per schiamazzi notturni 8; per ubbriache**» 1; per accattonaggio 2; per rissa ed ubbriachezza 1; (ver offese reali 2; Sfrattati 20. — Usciti dall'i, r. Carcere 16 ; dei quali 7 Istriani, 2 D,limati, 5 Triestini, 1 della Caruiola, ed 1 della Carintia. — Licenze: d' industria 2; di concerti istrumentali 4 — iiihiiiuhhìouì di possidenti per vendere al minuto vino delle proprie campagne lf> ; per Ettol. 123 elit. prezzo al litro soldi 40. — Certificati pir spedizione di vino 95; per ettol. 157 e lit. 54; di olio 12, recip. 16. Chil. 1761 e dee. 25 (peso lordo). — Animali macellati : Bovi 49 del peso di Chil. 10749. con Chil. 677 di sego; Vacche 22, del peso di Chil. 3087, con Chil. 168 di sego; Vitelli 41; Castrati 403. Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 novembre corr.) Gallignana. Don Francesco Goitan (II sem. del V e I sem. del VI). — Isola. Domenico Ravasini (II sem. del V anno). — Milano. Avv. Giorgio Cav. de Baseggio (IV anno e I sem. del V). — Trieste. Ab. Angelo Marsich (V anno e I sem. del VI); D.r Antonio Vidacovich (V anno). NAVIGAZIONE A VAPORE GIORNALIERA FKA TBIESTE-CAPOOISTKI A Col giorno 3 Novembre 1879 fino a nuovo avviso, verrà attivato (tempo permettendo) il seguente: ORARIO partenze nel giorni feriali: Da Trieste per Capodistria 1 Da Capodistria per Trieste I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 8 ant. II. „ „ „ 4 pom |II. „ „ „ 2'/» pom. partenze nei giorni festivi: Da Trieste per Capodistria Da Capodistria per Trlwte I. corsa alle ore 11 ant. I. corsa alle ore 8 ant. II- » ì* » 43/4 pom. II. „ „ „ 31!» pom. Prezzo di passaggio Per persona indistintamente soldi 40. Ragazzi sotto i 12 anni soldi SO. Il punto d'arrivo e partenza in Trieste è il Molo S. Carlo, ed in Capodistria il Porto. Trieste, nell'Ottobre 1879 L'IMPRESA