ANNO XXVII.
Capodistria, 16 Aprile 1893.
N. 8
LÀ PROV
DELL'ISTRIA
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Dott. G. B. Tagliapietra
Cenno biografico.
A commemorare il Dr. Tagliapietra, che onorò co' suoi scritti PIstria, non è certo sufficiente il breve cenno dettato nello scorso numero della Provincia. Avendo attinto informazioni sulla vita e le opere dell' egregio uomo torno siili' argomento.
Il dottore Gr. B. Tagliapietra sortì i natali da agiati possidenti a Pirano il 1 Marzo 1813. La famiglia è certo antica, se tra i cognomi di alcune famiglie di Pirano troviamo già nel secolo XIV i Ta.japietra. 0 Il tn<vare poi tra la serie dei Podestà un Alvise de Cà Tajapiera, potrebbe far credere ad antica nobiltà di sangue, se il fatto d'altronde del non leggere mai i Tajapietra o Tajapiera tra altri nomi illustri, come i Petronio, i Corsi, gli Apollonio ecc. nei Documerti antichi e vecchi del luogo, non ni' inducesse invece a conchiudere che tra i Tajapietra di Pirano, e il Podestà Tajapiera di Venezia non ci fu parentela, ma una semplice omonimia. Comunque sia, giovanetto di undici anni e figlio unico lasciò il Tagliapietra la casa paterna e si recò a studiare nel ginnasio di Capodistria, quindi all'Università di Vienna, dove ebbe la laura in chirurgia e medicina. Poco dopo prese in moglie la figlia di Tomaso Marcato da Trieste, e tornato in patria vi esercitò medicina per un anno circa; quindi trasportò i penati a Trieste in casa del suocero dove fu per qualche tempo assistente del Dr. Gatti, e in seguito dell'egregio Dr. Cuniano d'immenticabile memoria. E a Trieste ebbe largo campo il Taglia-pietra a esercitare l'ingegno nelle belle lettere a cui si sentiva fortemente inclinato. Perciò lo vediamo nei cenacoli allora famosi della farmacia Rusconi,
e-del caffè Tomaso, prendere vivissima parte a quel risorgimento dell' idea nazionale che prima del 48 apparecchiò gli animi ai nuovi tempi ; qui strinse amicizia coi celebri di quei tempi ; col Dall' Ongaro, col Besenghi, col Hermet, con Pietro Kandier e col fratello di lui P eccentrico Nane, donde forse gli venne 1' estro della musa vernacola, corretto però da un vivo sentimento dell'arte. Fu siv può dire 1' ùltimo amico del Besenghi, avendolo accompagnato una sera, confortandolo, fino all' uscio di casa, donde non uscì che morto di colèra il giorno seguente. E i primi frutti dell'ingegno del Tagliapietra apparvero appunto in quegli anni nella strenna triestina del Cameroni, alla quale collaborarono i migliori ingegni : il Dall' Ongaro e il Gazzoletti tra questi. Il Gazzoletti specialmente viveva in intima comunione d' affetti con lui, e quando compose il suo poemetto — La Grotta d'Adelberga, volle leggerlo all' amico, ed averne un suo giudizio ; e il Tagliapietra di ricambio gli declamava la sua bella cantica al Tartini.
Intorno al 1S43 fu nominato medico del Teatro Grande, ora Comunale e tenne per molti anni quel posto. Così strinse relazione con parecchie celebrità artistiche, che in varie occasioni elogiò in versi: Rossini, Sivori, Bazzini, la Fricci, inspirarono più volte la sua musa. Furono quelli i più begli anni della sua vita: la musica, la poesia, la severa scienza della medicina in beli'accordo unite strinsero comunella insieme. Il medico poeta si trovava proprio al suo posto; non dico che il primo scrivesse proprio in versi le ricette per le suscettibili virtuose di canto ; è certo però che il medichetto garbato non citava gli aforismi d'Ipocrate, nè indossava la toga. E che frizzi poi, e che motti, e quali gioconde poesie in vernacolo, recitate nella stretta cerchia degli amici al caffè Tomaso ! Chi vorrà scrivere un
storia del teatro comunale, dovrà ricorrere a queste memorie; e alla numerosa schiera degli amici. Tra quelli di sopra rammentati conviene aggiugere Onorato Occioni fin da quando, giovanissimo, occupò la cattedra di lettere italiane, nel ginnasio di cui poi, uomo maturo, fu anche direttore ; il Wulten veneziano morto combattendo a Custozza, 1' avvocato Pier Ambrogio Olirti e Felice Maclich. Questi a Trieste ; a Pirano poi Felice Gabrielli podestà del luogo, uomo colto e gentilissimo, morto nel fiore degli anni e pel quale dettò un elegia che fa parte di un volume di versi del quale dirò più innanzi; e il Conte Stefano Bota poeta egli pure, e vivente tuttora in patria. Benché io non abbia avuto il bene di conoscerlo strettamente pure rammento di lui alcuni benevoli e incoraggianti frizzi fino da quando componevo le scorri bandole di frate Ireneo. Anzi una volta con un certo sorriso ironico che su quella sua faccia naturalmente grave, faceva un bellissimo vedere : Prete Pero, mi disse, quel vostro frate vi condurrà dritto dritto agli studi dei Gesuiti. E fu profeta. Anche lo vedo sempre al braccio di Felice Maclich, allora consigliere municipale, per la abituale passeggiata sul corso all' ora topica.
Ma ben presto sventure pubbliche e private concorsero ad amareggiare la vita al medico poeta. All' età di quarantacinque anni perdette improvvisamente la vista d' un occhio ; e, impressionatissimo per natura, non volle più occuparsi per giustificato timore di perdere anche l'altro. Ma allora una gentilissima venne in suo soccorso, la sua figlia Elisa, bella ed in intelligente fanciulla, ora la signora Cambon, che fu per anni la sua segretaria, e'd alla quale dettò tutti i lavori concepiti dopo quell' epoca. E non è a maravigliarsi, se a questa scuola educata, l'Elisa continuò poi, e continua con tanto onore le tradizioni famigliari.
Come se le sofferenze fisiche fossero poche, si aggiunse un altro disinganno che lo ferì vivamente nel suo amor proprio. Incoraggiato dagli amici ed ammmiratori pensò di riunire le sparse fronde in un volume; e l'avvocato Hortis, il padre del vivente Attilio, altra celebrità triestina, s'incaricò dell'affare e trattò personalmente coli' editore Le Mounier di Firenze, al quale fu presentato dal Dall'Ongaro, che s'incaricò di scrivere la prefazione. Ma il Le Mon-nier rispose secco secco, che egli non si occupava che di autori italiani, che quindi, essendo il Tagliapietra istriano, non entrava nella sua partita. E chi sa in quale Oga Magoga credeva il famoso editore si trovasse l'Istria ! Erano tempi infelici quelli ; e cotanto erano abbujate le carte geografiche, da far doman-
dare da un illustre italiano, al noto e compianto i maestro Cavallieri, se a Trieste si parlava tedesco ' od italiano. Ma forse il Le Monnier fece lo j gnori a bella posta, per non ripetere un altro motto -< comune ai nostri editori : No ghe se fondamento : frase, per dirla alla Giusti, che si sente troppo spesso nel Ghetto cattolico. Immaginarsi se il Tagliapietra montò sulle furie, e sbarrò ben bene quell'occhio che gli rimaneva! Fu in quell' oeca-j sione che recitò agli amici nel caffè Tomaso i tre ] sonetti in vernacolo, intitolati Trilogia e nei quali lanciava il dardo dell' ira all' editore fiorentino.
Dopo quel tentativo, 1' Hortis affidò il manoscritto all'editore Daelli di Milano; ma era destino • che quel povero scartafaccio dovesse finire male ; perchè iti sul più bello il Daelli chiuse negozio; j per cui lo sfortunato volume bello e stampato andò a finire chi sa dove in mano di creditori ; e solo si poterono ricuperare poche copie, che parte fu- j rono distribuite ad alcuni amici, e parte vennero poste in vendita nell' antica libreria Coen a Trieste. Il povero poeta scoraggiato, un po' per natutale indolenza e per sdegnosa fierezza, non fece mai un passo per riavere il suo.
Ho detto sdegnosa fierezza che forma il fondo del carattere del nostro Tagliapietra, e spiega il lungo studio e il grande amore, all'opera del fiero Ghibellino. Ma il volume del nostro istriano rimane ; e tocca ora agli studiosi di cose patrie, ai critici che cercano negli scritti dei nostri autori lo sviluppo del sentimento nazionale scrutare come lodevolmente vi cooperò il nostro Tagliapietra, e vedere fin dove l'imitazione dell' unico e solitario maestro poteva riuscire nuova ad eccitare l'ammirazione del mondo moderno intento alla caccia di nuovi ideali. È uno studio da farsi ad animo riposato ; e forse lo tenterò, se altri, meglio di me, non vorrà occuparsene in provincia.
Dopo quell'ultimo disinganno, mi scrive l'Elisa Tagliapietra, alla quale devo in gran parte queste notizie, il nostro poeta, sempre alieno dal cercare la pubblicità, nemico di quei mezzi volgari ai quali si crede oggi necessario ricorrere, si chiuse in uu silenzio sdegnoso, limitandosi a sfogare le impressioni dell' ira, e talvolta anche il buon umore, in molti sonetti dialettali, che non volle mai pubblicare, e che nei buoni momenti si compiaceva di recitare agli amici del caffè Tomaso. E non si creda lo facesse per modestia; per quella finta modestia, espressa tante volte con le solite frasi rettoriche da prefazione, e che spesso non sono che arte di mettere le mani innanzi per non cadere. Il Taglia-
pietra non aveva unzioni di modestia, come egli stesso diceva ; era anzi conscio del proprio merito.
"Mi no cognosso de modestia l'onto,
Mi per me stesso no me stimo un ete,
Me stimo un poco quando me confronto..
Così in una terzina di un suo sonetto in vernacolo che parla chiaro ; e non è maraviglia se i confrontati lo abbiano un po' alla volta lasciato solo. Uno però gli rimase, e fedelissimo fino all'ultima ora: Gilio Padovan, il rinomato poeta in vernacolo, senza del quale negli ultimi anni sarebbe stato condannato alla solitudine nel suo fido angolo del caffè. Perchè negli ultimi tempi la perdita degli amici più cari, le gravi preoccupazioni domestiche e 1' età avanzata lo aveano reso il più delle volte intrattabile. Come il suo antico amico Besenghi degli Ughi, compiacevasi egli di passeggiare tutto solo sulle rive del mare, e di affissare lungamente l'occhio nel sole morente in profonda meditazione: che cosa potevano dirgli di meglio gli uomini? Ma non tutti comprendono questi misteri de! cuore umano, questo intimo bisogno del vecchio poeta pel quale solo la natura ha parole nuove sempre, gentili e solenni. E forse allora l'allegro medico poeta del tempo più bello, stanco, annojato, disilluso ripeteva col vecchio e sapiente monaco del medio evo — Quoties inter homines fui, minor homo evasi. Ci piace immaginare il vecchio lieto di sante voglie, sorridente iu mezzo ai nipoti, ma il mondo è bello perchè vario : e tutti i temperamenti 11011 sono eguali, nè a tutti sorridono gli eventi per conservarsi ilari sempre. Per intendere questi spiriti che escono dalle fila, che non si accomodano alla battuta altrui, ci vuole una gentilezza non comune di carità, e quella squisitezza di sentimento che tutto soffre, tutto spera, tutto interpreta in bene. E tale amico fu il Padovan, che, sfidando il suo cipiglio, spesso l'avvicinava, e lo intratteneva con affettuosa e paziente bontà. Egli negli ultimi giorni guidò e sostenne i suoi passi mal fermi, e ultimo amico, solo, tra i congiunti, lo accompagnò all'estrema dimora.
Un altro motivo allontanò molti dal cercare la compagnia del Tagliapietra. La letteratura moderna 11011 la conosceva che di rimbalzo per quel poco che gli si leggeva nei giornali e per sentita dire. Invitato a udire qualche composizione dei poeti più in voga rispondeva: — Io sono rimasto di là, e di là rimango ; di modernità non ne voglio sapere ; non fa per me che vivo troppo lontano dal moudo attuale; egli non vorrebbe saperne di me, ed io non voglio saperne di lui. — E questa, di-
ranno molti, non è fierezza dantesca, piuttosto è una contraffazione della fierezza del maestro. Suprema arte della vita è questa pel vecchio, e di cui ci ha dato testé illustre esempio il Verdi: progredire col tempo, accettare il buono, per correggere il male, il troppo se c'è; rendere simpatica 1' arte antica, perchè pronta al assimilarsi, correggendolo, il nuovo. Se 11011 che il nuovo si presenta così spesso aggressivo, e intollerante di freni ; così portato agli eccessi, che è bene scusabile 1111 vecchio, il quale ebbe addolorata la vita da fieri disinganni, se stanco, si rinchiude in un passato glorioso. Ha ben egli diritto di riposare e di non stancare la mente con la disquisizione faticosa di nuovi ideali che i giovani stessi accolgono oggi con minore entusiasmo, e senza la sicurezza primiera. Il Taglia-pietra però ha veramente ben meritato della patria; se anche per indole fu schivo dall' accettare alte cariche, e di servive il paese con le opere della politica, la sua penna fu consacrata sempre al bene e all' onore dell' Istria. Ne fanno fede, oltre all'opera citata, la canzone pel centenario di Dante edita a Firenze dal Mariani ed intitolata "L'Istria a Dante» e moltissimi scritti che la figlia ha trovato tra le carte e con religiosa cura conserva nella speranza che possa sorgere il giorno, in cui un altro volume faccia fede ai posteri del valore poetico del poeta istriano. E questi scritti sono : una composizione in metro libero, dettata nel 1849 e intitolata Sondar Aliassi, episodio della rivoluzione ungherese ; una canzone per le nozze di Maria Pia col re di Portogallo, pubblicata già in una strenna offerta in quell' occasione alla figlia di Vittorio E-manuele ; un' ode albeggiante la forma e il metro del "5 Maggio „, composta per la morte del Manzoni; e moltissime note biografiche sul Paganini, sul Besenghi, e sul Manzoni stesso. Non è quindi a maravigliarsi se il Tagliapietra fosse a' suoi bei tempi onorato da molti egregi amici che altamente stimarono il suo ingegno. Tra i contemporanei, chi nell' ultimo abbandono si ricordò del valoroso pi-ranese fu il Caprin nella pregiata sua opera Tempi andati, dove piii volte ne fa degna menzione, e lo chiama "solitario e forte poeta« (pag. 319); e ce lo descrive tra i frequentatori dell'affumicato ridotto del caffè Tomaso ; e nelle Memorie istriane un'altra volta lo ricorda e lo chiama "bravo poeta» (pag. 186). E dal Caprili sappiamo pure che fu nel 1848 chirurgo del battaglione della guardia nazionale di comica memoria (pag. 399 Tempi andati). Insomma non ci fu manifestazione della nuova vita triestina, in cui 11011 apparisca il nome del Tagliapietra: degno
perciò di maggior compianto, e di più larga manifestazione di lutto cittadino. Giovi intanto a lenire il dolore de' superstiti congiunti questo cenno biografico, dettato con la speranza possa quanto prima sorgere altri in luogo a dire degli intendimenti di chi in tempi difficili tenne alta la nostra bandiera, educato come era al culto dell'idea nazionale dallo studio severo del massimo poeta italiano.
P. T.
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La stazione zoologica dell' Adriatico
{l)ie zoologische station an der Adria)
del dott. C. Claus')
(traduzione e note di XYZ)
Fra i molti laboratori biologici eretti sulle coste del mare a immagine della stazione zoologica di Napoli, che costruita in uno stile grandioso sorge in una posizione incantevole, prende un posto eminente la stazione zoologica di Trieste, non solo per il numero dei tavoli da lavoro di cui può disporre, ma anche perchè bene disimpegnò il suo compito e della sua attività durante una lunga serie d'anni ottenne buon risultato. E quantunque siasi condotta a termine con mezzi molto più ristretti, più modesta nella forma e più semplice nel corredo, tuttavia
') Mentre nel n o 5 di quest' anno della Provincia si stampava tradotto in italiano l'articolo L' aquario berlinese a Rovigno del dottor B. Rawitz, compariva, in tedesco come quello, nel n.o 8 dell' anno Vili, 25 febbraio 1893, della Rivista di scienze naturali, pur ivi nella Provincia citata nella nota 1 a pag. 85, quest' altro articolo del dottor C. Claus col cappello: "A rettificazione dell'articolo L'aquario berlinese a Rovigno, stampato nel n.o 51 dell' annata scorsa (Rivista VII, 654) il signor consigliere aulico professore dottor C. Claus di Vienna ci manda lo scritto qui sotto.„
E alla redazione della Provincia mandava lo stesso dottor Claus il fascicolo della Rivista, in cui si contiene il suo articolo, e insieme una lettera assai gentile. In questa e ringrazia della rettificazione mia nella nota 4 dell' articolo tradotto, già citato, ed esprime ancora il desiderio che pure il suo articolo venga tradotto e cosi publicato in questo periodico.
Sì che, come si vede, l'articolo costituisce quasi un' appendice a quella mia rettificazione che dico : e però, già che ò messo mano in cotal pasta, ben volentieri lo traduco ancho questo, sia per rendere in pari tempo omaggio al principio dall' unicui-que suum sìa per sodisfare al desiderio del dottor Claus, eh' è uomo meritevole veramente di così fatta attenzione.
E ai pochi cenni della citata nota 4 aggiungerò di lui questi pochi ancora.
Il dottor Carlo Claus, nato a Cassella (Kassel) nel 1835, è dal 1873 professore.di zoologia e anatomia comparata nell'università di Vienna. È uomo che à saputo notevolmente allargare la conoscenza degli animali inferiori, specie dei celenterati e dei crostacei. Seguace della teoria della discendenza, ritiene bensì la dottrina del Darwin sulla selezione naturale buona a darci ragione di molti fenomeni, ma affatto insufficiente a spiegarci il processo dello sviluppo in generale. Egli è deciso avversario dell' iperdar-winismo o haeckelismo che si voglia dire.
Chi avesse vaghezza di conoscere i titoli dei molti lavori di quest'uomo laboriosissimo, potrebbe consultare: Biblioteca zoologica II, registro degli scritti di zoologia, che in publicazioni periodiche o a sè sono apparsi dall'anno 1861 al 1880, compilato da O. Taschenberg (Bibliotheca zoologica II, verzeichniss der Schriften Uber zoologie, welche in den periodischen werken enthalten und vom jähre 1861-1880 selbstständig erschienen sind, bearbeitet
col suo silenzioso sì, ma continuo, lavoro e, come si addice a un istituto scientifico governativo, senza rimbombanti stamburate, con cui attirare sopra di sè 1' attenzione del publico al di là dei circoli scienziati, à dato occasione a una quantità di uoteveli e preziose ricerche e per esse impulso alla scienza, sì che da tutte parti s' ebbe meritato plauso. Sul finire della prossima estate saranno diciott' anni, da che la stazione zoologica dell' Adria sorse su quel suolo di Trieste, che mercè le indagini di G. Müller 2) è diventato classico riguardo agli studi sugli animali marini inferiori, e fu per essa aperto alla scienza zoologica un comodo asilo corrispondente a ogni esigenza d' un lavoro proficuo.
Chi brami avere più compiuta notizia dei locali dell' appariscente edificio, situato a uu passo dalla spiaggia del mare in amena posizione fra il porto di Trieste e il vallone di Muggia, e del suo regolamento, può consultare La stazione zoologica di Trieste (Die zoologische station in Triesti, scritto publicato qnattr'"anni or sono da R. von Lendenfeld nel volume VII della Ri-
von 0. Taschenberg), Lipsia, G. Engelmann, 1888 sgg. e Monitoro zoologico, publicato dal professor G.V. Carus a Lipsia (Zoologischer anzeiger herausgegeben von prof. I. V. Carus in Leipzig). Lipsia, G. Engelmann, 1877 sgg.
Se gli ò contati bene, io ò contato i titoli di ben cinquantaquattro lavori del dottor Claus. E a trascriverli tutti occorrerebbe una buona colonna di questo periodico. Laonde citerò solo quelli che, a occhio e croce, mi paiono o più importanti o più curiosi o riguardanti il mare nostro. E il lettore se ne stia contento.
Sui confini della vita animale e vegetale (über die grenze des tierischen und pflanzlichen lebensj, 1863 ; La fauna nizzarda dei copepodi (Die kopepodenfauna von Nizzai, 1866; La metamorfosi degli squillidi (Die metamorphose der squillideni, 1871 ; Il reame delle api (Der Bienenstaat), 1873 ; La dottrina dei tipi e la così detta teoria gastrea di Haeckel (Die typenlehre und Häckels sogenannte gasträatheorie), 1874; Studi su polipi e meduse dell' Adria (Studien Uber polypen und qualien der AdriaJ, 1877 ; Sull' alistemma tergestino, nuova specie, con osservazioni sulla più fine struttura dei fisoforidi (über halistemma tergestinum, nova species, nebst bemerkungen über den feineren bau der physophoriden), con 5 tavole, 1878; Elementi di zoologia (Grundzüge der zoologie), IV edizione, 1879-82, 2 volumi, tradotti in francese; Sull'equorea forscalea Esch, come equorida del mare adriatico ; critica insieme del sistema haeckeliano delle equoride lüber aequorea forskalea Esch, als aequoride des adriatischen meeres, zugleich eine kritik von E. Häckel's aequoridensystem), 1881; Nuovi contributi per la conoscenza dei copepodi con speciale riguardo alla fauna triestina (Neue beitrage zur kenntniss der copepoden unter besonderer be-rückslchtigung der triester fauna , con 3 tavole, 1881; Per la conoscenza degli organi della circolazione degli schizopodi e dei decapodi (Zur kenntniss der kreislaufsorgane der schizopoden und decapoden), con 9 tavole, 1883; Ricerche sull' organizzazione e lo sviluppo del branchipo e dell' artemia con osservazioni comparate su altri fillopodi (Untersuchungen über die Organisation und entwickelung von branchipus und artemia nebst vergleichenden bemerkungen über andere phyllopoden), con 12 tavole, 1886 ; Sulla deìopea caloctenota Chun qual ctenofora dell' Adria. Con osservazioni sulla struttura dei ctenofori (Über dei'opea kaloktenota Chun als ctenophore der Adria. Nebst bemerkungen über die archi-tektonik der rippenquallen), con 1 tavola, 1886; I platiscelidi (Die platysceltden), con 26 tavole, 1887; Manuale di zoologia (Lehrbuch der zoologie), V edizione, 1891, tradotto in inglese.
') Di Giovanni Miiller trovo citati ai n i 722 e 731 del Saggio di bibliografia istriana di C. Combi questi due studi, illustrati da tavole in rame : Sulle larve degli ofiuri del mare adriatico (über die ophiurenlarven des adriatischen meeres), 1851; Sulla sinatta digitata e sulla formazione di conchiglie in oloturie (über synapta digitata und Uber die erzeugung von Schnecken in holothurien), 1852„ lavoro questo relativo a una specie scoperta a Zaule.
vista austro-ungarica (Österreichisch-ungarische revue 3).
Qui, facendovi qualche opportuna giunta, basta riferirsi ad alcuni passi di quello scritto, perchè il lettore possa formarsi un'idea sì del duplice scopo a cui mira la stazione e delle liberali disposizioni a cui s'informa quanto all'esserne goduta e sì ancora di alcuni fra i numerosi risultati delle ricerche, onde la scienza va debitrice a queste norme appunto e ai mezzi, dei quali dispone l'istituto.
La stazione, conforme al suo duplice scopo, eh'è quello d' essere un luogo sacro all' istruzione e al lavoro, offre opportunità di usufruire dei mezzi che sono a sua disposizione sì a studenti che a scienziati 4). Gli studenti sono in prima linea discepoli del professore di zoologia dell' università di Vienna, al quale è pure affidata la direzione dell'istituto, e del professore di zoologia dell'università di Graz. Agli studenti il permesso di frequentare la stazione è dato direttamente dai loro maestri. 11 professore di Graz può contare su quattro dei dodici tavoli da lavoro che ci sono. Ma anche studenti di altre università austriache possono ottenere il permesso di lavorare alla stazione.
Agli scienziati, sieno indigeni o stranieri, è il ministro dell' istruzione che concede il diritto di poter u-sufruire della stazione gratuitamente.
A ogni studente o scienziato, die voglia lavorare alla stazione, gli è messo gratis a disposizione un tavolo da lavoro e i soliti reageuti. E gratis è fornito agli studiosi anche il materiale da studiarci su, quando non importi una spesa straordinaria.
Nè la stazione provvede di materiali soltanto coloro che vogliano lavorare sul luogo, ma fornisce animali marini sia viventi sia conservati anche ajli istituti zoologici delle università di Vienna e di Graz, e annualmente se ne fauno dalle centoventi alle centoquaranta spedizioni. Anche ad altri istituti universitari austriaci si spediscono materiali — con l'assenso del direttore chiesto di volta in volta e verso rifusione delle spese. Da quando la stazione fu aperta, nel 1875, il numero degli studenti e degli scienziati che vi accorrono va ogni anno crescendo. Fra gli scienziati stranieri, che ne ànno profittato, sarebbero da menzionare il Metschnìkoff, il Kowalewsky, A. Schneider, il Selenica, IL Hertwig, 0. Hertwig, il Keller, Ed. von Beneden, il Fromann, il Braun, F. Cohn ed altri. E dovrebbero inoltre nominarsi il dottor Heider, il Korschelt, il Seeliger, professori privati di zoologia a Berlino, e il dottor Augusto Brauer, assistente nell' istituto zoologico pur di Berlino.
I risultati dei lavori eseguiti alla stazione di Trieste da specialisti e da studenti sono quali publicati a sè quali in vari periodici di zoologia scientifica. Gran numero se ne trova in Lavori dell'istituto zoologico dell'università di Vienna e della stazione zoologica di Trieste (Arbeiten aus dem zoologischen institute der uni-
3) Scritto che invano da un mese e mezzo io vo cercando per mare e per terra.
*) "Le disposizioni speciali, che riguardano i dotti, sieno indigeni sieno stranieri, che si trovino a lavorare nella stazione, sono raccolte in un regolamento stampato molti anni or sono, e vengono inviate dal direttore a chiunque desideri conoscerle più da vicino. E si à pure l'intenzione di publicare questo regolamento in uno dei prossimi numeri del Monitore zoologico (Zoologischer anzeiger).„ (Questa nota è dell' autore).
versität Wien und der zoologischen station in Triest), e
questa patriotica publicazione, di cui ora sono apparsi dieci volumi, dee considerarsi come la vera depositaria dei risultati ottenuti dalla stazione zoologica di Trieste. Ma pur nelle Memorie e negli Atti dell'accademia di Vienna (Denkschriften e Sitzungsberichte der wiener akademie) non meno che nella Efemeride per la zoologia scientifica (Zeitschrift für wissenschaftliche zoologie) e in altri periodici tedeschi fu resa di publica ragione una serie di studi importanti compiuti nella stazione di Trieste.
Or sono quasi due decenni dunque che nella stazione triestina la scienza biologica possiede sull' A-driatico un asilo bene ordinato e usufruito da gran numero di scienziati distinti, e n' è debitrice alla graziosa munificenza dell' imperiai regio governo austriaco, il quale fin dal primo nascere di essa stazione con splendida liberalità a chiunque voglia al mare lavorar di scienza accorda gratuitamente un tavolo da lavoro. D' allora che fu fondata la stazione. di Trieste, e fu fondata assai prima di quelle di Nizza e di Messina, non è dunque vero che gli studi zoologici al mare si abbiano nell'Adriatico men valido aiuto che in varie altre parti del Mediterraneo : che da gran tempo sorge anche sull' Adria un istituto consacrato alle discipline biologiche 6). S'intende da sè che non si può salutare se non come desiderabile il fatto che sull'Adriatico stesso sorga uno stabilimento nuovo, il quale miri agli stessi scopi, specialmente se in base a' suoi regolamenti egli à dinanzi agli occhi anche una più nobile meta, quella, voglio dire, di mettersi veramente al servigio della scienza, e se dà quindi speranza che possa pur egli annoverarsi nell' avvenire fra le stazioni zoologiche. —---—5X6--——---
INDICE
DELLE CAUTE DI RASPO
(Archivio provinciale)
Filza 8.
(Contiuuazione vedi n. 8 anno XXIV e seg.)
anni 1559, 1560 e 1561	c. 437-527
Capitano Giovanni Corner Instrumentorum secundus, tertius.
Centottantuno istrumenti di compera, dieci istrumenti di permuta e tre di donazione nel secondo; centotrentadue istrumenti di compera, sedici istrumenti di permuta, taluno di donazione o di transazione nel terzo libro stipulati nel capitanato e presentati nell" ufficio capitanale per essere proclamati. Oltre ai notai menzionati, in questi due libri appare anche il nome di Giorgio Iurcovich.
anni 1558, 1559, 1560 e 1561 c. 528-548 Capitano Ciovanni Corner Cessionum
Novantuno atti di cessione di diritti su stabili, solitamente
5) E questo fatto vorrebbe il dottor Claus risaputo e dal cavaliere C. Covacevich, capitano del porto di Rovigno, e dal dottor Hermes, fondatore di quell' aquario, e dal dottor Rawitz, laudatore di lui: "che dunque da molti anni esiste sull'Adriatico uno stabilimento zoologico, eh' è noto ben oltre ai confini dell' impero, le cui publicazioni, a quest' ora raccolte in dieci
volumi, si trovano, ad onta dell'alto loro prezzo, in tutti gl'istituti di maggior rilievo di quegli stati civili, ne'quali si attenda a lavori zoologici..
ricuperati per diritto di parentela o di vicinanza, stipulati quasi I tutti nella cancelleria capitanale.
anni 1559, 1560 e 1561	c. 549-556
Capitano Giovanni Corner Instrumentorum ecclesiarum I gastaldi delle confraternite pinguentine, uscenti di carica, rassegnano lo stato del sodalizio da loro amministrato dinanzi al capitano e i confratelli, mentre poi consegnano al nuovo gastaldo denari e generi alla confraternita appartenenti.
anni 1558, 1559, 1560 e 1561 c. 557-574 Capitano Giovanni Corner Pagamenti de soldati si de paghe ordinarie come de dispen-sation di tasse et mostre fatte di quella Registro di ventuna paghe e otto tanse dispensate ai ca-valeggeri di Raspo. Ad ogni paga cadaun contestabile riceve 1. 49.12 e ciascun soldato 1. 18.12. Ad ogni tansa ciascun contestabile e ciascun soldato riceve 1. 16.16. AH' unija rassegna della Compagnia di Raspo fatta dal capitano Giovanni Corner il dì 8 gennaio 1559 erano presenti i due contestabili Antonio Lugnani e Domenico de Castro, più trentotto* soldati.
anni 1559 e 1560	c. 575-580
Capitano Giovanni Corner Relevationes testamentorum Quattro cedole testamentarie, presentate nell' ufficio del capitanato, vengono poste alle strida (proclamate) e quindi col-l'autorità del capitano relevate in publica e autentica forma.
anno 1559	c. 581-597
Capitano Giovanni Corner Testes Comunis Culmi cum Presbytero Benco Deposizioni testimoniali assunte in seguito al ricorso presentato agli Avogadori di Comun dagli abitanti di Colmo contro la terminazione del capitano di Raspo Angelo Malipiero che nominava pievano a vita di Colmo prete Benco Gerpcich (?). Quelli abitanti intendono dimostrare non lecita l'ingerenza del capitano in tale elezione, la quale spetta esclusivamente al comune di Colmo. Codesto Benco poi non solo non avrebbe operato quanto si legge in detta terminazione, ma che e peggio è stato causa di molti inconvenienti seguiti alla morte de diversi homeni de quel loco nel tempo della peste.
(Continua) G. V. — Portole --------
IbT o ti z i e
Con la risoluzione.sovrana del 7 aprile a. c. in applicazione del §. 32 dello statuto della città di Trieste, venne ordinato lo scioglimento del Consiglio della città. 11 decreto porta la data del 10 e venne intimato da parte della i. r. Luogotenenza il giorno 11 al Podestà, e nello stesso giorno venne pubblicato nel giornale ufficiale L Osservatore Triestino.
Questa notizia ha cagionato viva impressione in tutta la nostra provincia, come di ogni avvenimento che commuove la nostra Trieste, e non occorre dirne di più.
Le nuove elezioni furono indette per l'8 maggio p. v. *
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L' organo ufficioso della Luogotenenza — così scrive VIndipendente del 13 corr. — esclude nel modo più categorico che lo scioglimento del Consiglio stia in relazione con una qualsiasi dimostrazione per le nozze d'argento dei reali d'Italia. Invece, secoudo questa versione, ufficiosa, lo scioglimento del Consiglio sarebbe seguito per togliere alla rappresentanza comunale P esercizio del suo diritto di pronunciarsi in seconda istanza
sui reclami elettorali, assicurando a la Luogotenenza la facoltà di mandare a vuoto le decisioni che in sostituzione al Consiglio fosse per prendere in cose elettorali la Delegazione.
Non si dirà che questa dichiarazione manchi di franchezza. Siccome lo statuto sancisce 1' autonomia del Consiglio comunale ed esclude in certe questioni elettorali P ingerenza dell' autorità politica, il governo trovò di sciogliere il Consiglio per assicurare ai propri organi un'azione, sia pur negativa ma pur sempre importante, nel movimento elettorale.
Questa sarebbe dunque la versione che il governo, per mezzo dei suoi portavoce, volle dilfondere tra il pubblico.
Per conto nostro, ci limitiamo a porre un dilemma, senza curarci di risorverlo. O il vero motivo dello scioglimento va cercato nella dimostrazione per le nozze d'argento ; e allora questa versione del giornale tedesco non sarebbe che un protesto dell' ultima ora, portato in campo per paralizzare il movimento, che trovò un' eco più diffusa di quanto forse si prevedesse in origine-Oppure la versione ufficiosa corrisponde realmente ai motivi che guidarono il governo, vale a dire che il governo volle assicurare ai propri organi una ingerenza elettorale, non consentita ad essi dallo Statuto. E in tal caso ci sembra strano che un giornale amico del governo venga a dirlo al publico !
La direzione dell' Istituto di credito fondiario i-striano ha pubblicato il reso-conto per l'anno 1892, e ne trascriviamo qui gli estremi:
"Nell'anno 1892 furono conceduti N. 100 mutui per l'importo totale di fior. 195,400, coperti da ipoteche del valore di fior. 516,591,87.
Vennero restituiti fior. 102,230,49, parte in estinzione di 20 mutui e parte a pagamento parziale o mediante rate di annuita.
Colla chiusa del 1892, si avevano 2004 mutui per l'importo complessivo di fior. 3.129,165,76 — il fondo di ammortizzazione era di fior. 142,534,24.
Restavano in circolazione lettere di pegno:
1.	già estratte N. 263 per fior. 110,400
2.	non estratte „ 6268 * „ „ 3,161,300
assieme lett. di pegno N. 6531 „ „ 3,271,700, garantite da ipoteche del valore complessivo di fiorini 9,241,403,74 '/,.
Lo stato dei civanzi in effetti era di f. 307,000 nominali, compreso il fondo di riserva di f. 121,557,9272 ; ed il contante per cassa di fior. 13,717,65.
Dal conto interessi risulta un utile
di..........• fior. 10,163,42 %
essendosi incassati..... „ 170,230,92 V2
e pagati......... „ 160,067,50.
Gli interessi arretrati per tutti i 12 anni di gestione ammontavano a fior. 8,351,26.
11 conto regia presenta 1' utile netto di fiorini 18,533,30, passato al fondo di riserva..
Il ministro del commercio ha confermato la rielezione del sig. Domenico Candussi-Giardo a presidente
e del sig. Tomaso Sottocorona a vice-presidente della camera di commercio ed industria dell'Istria per l'anno 1893.	----
Scrivono all' Istria da S. Domenica:
La direzione del gruppo locale della "Lega na< ■ zionale„ a S. Domenica ha acquistato, coli' importo di fior. 28,50 elargito dai signori che intervennero il dì 31 gennaio u. s. all' inaugurazione di questa scuola, calzoni e giacche per sei ragazzi e sette vestiti per fanciulle, i quali indumenti furono consegnati agli scolari più bisognosi. — Questi, commossi e riconoscenti, pregarono la direzione di far pervenire i loro ringraziamenti ai generosi donatori.
Alla direzione stessa pervennero dal sig. Pietro Neri da Visignano, 200 teche di calligrafia, di conteggio e di diseguo e buon numero di matite e pennine, da essere distribuiti ai più diligenti e poveri scolari. — Anche a questo egregio donatore vengono espresse le più sentite grazie.
Come pure s' abbia la nostra più viva gratitudine il sempre benefico sig. marchese Benedetto Polesini per la fornitura di 150 "brente, di calce, fatta anche condurre a proprie spese da Cervera a S. Domenica, nell' occasione della fabbrica dell' edilizio scolastico della "Lega,.
Possano questi generosi esempì essere imitati anche da altre persone.
Nell'Zsfr-ia dt 11' 8 corr. venne pubblicata una prima parte del lungo protocollo della seduta che il comitato permanente del consiglio agrario provinciale, tenne in Parenzo il giorno 27 marzo p. d.
Nei giorni 8 e 9 maggio p. v. i medici distrettuali e fisici delle città del litorale terranno il loro congresso annuale a Pola.
Domenica p. p. la società di pesca e piscicoltura tenne a Trieste il suo V congresso generale, presenti molti soci. Dopo le solite formalità, si diede lettura del bilancio del 1892 e del preventivo del 1893, che vennero approvati.
Il presidente fece una breve relazione sull' allevamento degli astici, che però non diede ancora i r stillati desiderabili. Il socio cav. Krekich lamentò la decadenza della piccola pesca nel porto di Trieste e lungo la costa istriana, invitando la direzione a prender i provvedimenti opportuni.
Il socio sig. Venier lamentò pure che lungo la costa istriana si facciano degli abusi di pesca in luoghi vietati, e propose si facciano pratiche perchè il governo marittimo presenti un progetto di legge per la protezione della pesca nelle località proprie.
Il socio avv. Gennari, non condividendo le idee del preopinante, disse che ciò starebbe in contraddizione collo spirito della legislazione austriaca. In proposito il presidente dichiarò che su ciò deciderà il governo.
Il sig. Venier, rammentando la sciagura dei tre pescatori annegatisi la scorsa settimana, propose che alla vedova di uno di loro venga accordata una sovvenzione di fior. 50. La proposta venne adottata.
Si è costituita di questi giorni in Umago una nuova società di navigazione a vapore per il servizio giorna-
liero di andata e ritorno con Trieste ; la società sorse per la necessità di dar sfogo alla esuberanza di vita in tutta quella bellissima plaga che fa punta a Buje e declina al mare ; ed è manifestazione di prosperità e di energia che desideriamo vedere raddoppiata ed estesa in tutta la provincia.
La società, presieduta dal nobile sig. Nicolò de Franceschi, ha già fatto acquisto di uu battello che ha battezzato col nome di S. Marco.
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Cose locali
11 giorno 9 corrente, il consiglio dei procuratori della nostra società cittadina di navigazione a vapore, si raccolse a seduta e nominò a presidente della società il signor Giuseppe marchese Gravisi, e a direttori i signori avv. Stefano Derin e Paolo Pizzarello. Queste nomine furono accolte con la più viva soddisfazione, perchè ci offrono tutte le garanzie, per le qualità personali degli onorevoli nominati, di una saggia amministrazione.
Gli egregi concittadini Nicolò Belli e Stefano Derin furono inscritti quali avvocati, aventi la sede in questa città, nell' albo degli avvocati della camera di Trieste.
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Appunti bibliografici
In onore di Cristoforo Colombo. — Trieste nell'ottobre nel MDCCCXCII. Trieste. Tipografia
del Lloyd austriaco. 1893.
Non vi è forse manifestazione di sentimento civile o patriottico, a cui la mia Trieste non abbia preso parte in questi ultimi tempi. Lo stesso avvenne nell' ottobre dell' anno scorso, in occasione del V centenario della scoperta d'America, celebrato a Genova col concorso delle navi di tutti gli stati civili.
Per cura della benemerita Società di Minerva, e della Agraria ed Adriatica di scienze naturali fu tenuta una solenne commemorazione del grande Genovese addì 12 ottobre nella sala maggiore della Borsa. E fu felice il pensiero di tenere l'adunanza appunto nell' edifizio sacro ai commerci, che dalla scoperta dell'America ebbero un così largo incremento e una nuova via dischiusa all' attività. I negozianti triestini poi dimostrarono così di non attendere solo a' listini di borsa ; ma di aver 1' animo educato a idee di progresso e di cività.
E perchè di tutto questo avesse a rimanere memoria, e affinchè non si potesse ripetere col noto proverbio che da noi "passata la festa cavato l'alloro" il discorso allora tenuto, e i versi e la prosa d'occasione furono appunto raccolte nel pre-
sente fascicolo. Contiene questo in primo luogo versi di Riccardo Pitteri. Quando si dice cbe sono versi del Pitteri; si è detto tutto. E per vero, non sono solo bei versi, ma eletta poesia, l'inspirazione vi è piena, il movimento lirico ottimo ; i sentimenti nobilissimi. Il poeta non dimentica le catene del popolo, e la nuova legge imposta dal mondo antico al nuovo:
,Oh ! tu lo narra, intrepido Cacico, Come ei faccia pagar la civiltà."
Non così Colombo, che all' anelata via non è spinto da libidine dell' impero. A ragione adunque
...Italia nel perenne monumento — Cristoforo Colombo — a scriver va Tra Galileo signor del firmamento, E Dante vate dell' eternità.
Dice bene il proverbio — la lingua batte dove il dente duole — la patria siede sempre in cima al pensiero dei nostri poeti. Alcuni diranno essere questa rettorica ' d'altri tempi ; non noi ; lasciamoli affaticare nella caccia di nuovi ideali, e alzare le strida perchè non si odano i lamenti del popolo derubato da commendatori strozzini, e senatori ladroni.
Segue il discorso commemorativo tenuto dal Professore Dr. M. Stenta, discorso commendevole per erudizione, e per certo movimento lirico alla chiusa, opportuno alla circostanza e che non avrà certo mancato di produrre il desiderato effetto. Peccato però (e l'illustre professore Stenta mi permetta di appuntare con l'usata franchezza) che lo stile sia alquanto stentato per la preoccupazione di dire cose semplici con neologismi o frasi scientifiche tino dai primi periodi del suo discorso, il quale, lo ripeto, è però sempre testimonio della cultura e dell' ingegno suo non comune.
Il signor Eugenio Pavani ha trovato l'intonazione giusta nella sua eccellente monografia sul tabacco. Sono cose che si sapevano; ma ha avuto 1' arte di farcele rammentare, e apparire anche nuove, per la forma spigliata, lo stile corrente, e la diligenza nel raccogliere senza minuzioso studio: doti necessarie sempre, e più che mai oggi in questo genere di componimenti. Aggiungo anzi che nel suo studio ci sono anche cose nuove. Così a proposito della scomunica scagliata dal Papa contro i pre'ti che fiutavano tabacco in chiesa. La cosa non pare più tanto strana, poiché si sa come i Reverendissimi non solo fiutavano tabacco in chiesa; ma tra un salmo e l'altro (non potendo allora avere il tabacco
rapato) toglievano dalla tasca una piccola grattugia, per sbriciolare le foglie: operazione che, fatta in chiesa, .tornava di non lieve distrazione. E pareva brutto vedere che i preti, stando in coro, insudiciassero le mani, il viso, i breviari, la cotta con questa polvere.
A proposito, qui mi torna in mente un aneddoto. In un seminario c' era un chierico che improvvisava distici latini. Presentato una volta al suo vescovo, questi estrasse una tabacchiera d'oro con incisa sul coperchio l'immagine di San Giovannino, e invitò il chierico ad improvvisare su ciò dei versi. E il cherichetto pronto declamò:
fntus pulvis ade st, sacer extra cernitur infans: Ut monet iste nasci, sic monet illc mori.
0	in italiano:
Polvere è dentro, un fanciuletto è fuori : Questi annunzia cbe nasci, e quel che muori."
Aggiunge la cronaca che il poeta fu regalato con la scatola stessa.
La monografia poi del Pavani ha anche il merito di darci notizie locali, come sul vecchio barone de' Zanchi il quale possedeva nella sua villa di Catinara vicino al famoso prato dello Schinter (il canicida) prato per me di birichinesca memoria, ì una ricca e rara collezione di pipe di schiuma, j E lo stesso dicasi del documento riportato dagli atti dell'archivio diplomatico del comune, che è; come il granellino di pepe che da l'aroma alla composizione. . P. T. ---—SXfS—---J
PUBBLICAZIONI
Abbiamo avuto occasione di vedere i tre primi numeri dell'Aracne, Rassegna Mensile Illustrata di Ricami, Stoffe e Merletti, che pubblicasi dalla Ditta Fratelli Pozzo di Torino.
Nella parte artistica e in quella letteraria V Aracne è quanto si può desiderare d' eleganza, di gusto, di bello..
I modelli scelti, i disegni perfetti, le tinte splendide, i colori armonizzati sono pregi incontrastabili di questa Rivista, e V Aracne merita di figurare tra i periodici, a cui le nostre signore sogliono associarsi.
Abbonamenti anno Lire 18. — Semestre Lire IO. — ogni copia Lire 2. —
Quinto Congresso generale della società Austriaca di Pesca e Piscicoltura Marina, tenuto a Trieste li 26 marzo 1893. — Trieste, tip. Morterra e Comp. 1893.
Contiene la relazione della direzione al congresso ;
1	conti dell'anno 1892, alcuui prospetti statistici, l'elenco dei soci, ed una relazione sullo stato dell' ostricoltura nelle acque del nostro Litorale colla fine dell'anno 1892, dei signori Rodolfo Allodi e Paolo Nicolich.