Anno I. Miimero 5 Capodistria, martedì 19 novembre 1918. Un numero cent. SO. Inserzioni: per ogni millimetro di colonna larga 67 min.: Avvisi commerciali 00 cent. Avvisi mortuari, comunicati di banche, partecipazioni matrimonio o di fidanzamento 100 cent. Notizie nel corpo del giornale 100 cent. Avvisi economici (collettivi) centesimi 8, 10, e 14 la parola a seconda della rubrica ; in carattere marcato il doppio, in marcatissimo ii triplo. Pagamenti antecipati. L' Istria redenta esce, per ora, ogni secondo giorno. Abbonamento mensile per Capodistria Lire 6; per gli altri luoghi del Regno e per 1' Estero Lire 7 anticipate. Gli Uffici di Redazione, Ainministi •azione 6 Pubblicità, si trovano nello St Abili mento Tipografico Nazionale CARLO PRIORA - Capodistria. " Telefono No. 40 Evviva la Pace! N. 7. La Pace è venuta; la Pace è qui ; fra noi, bianco rosso-verde vestita ; consolatrice degli umili come dei superbi, distributrice di pane agli affamali; di vestiti ai nudi; di giornali e di libri a chi da tanto tempo non leggeva che certi giornali e certi libri... La Pace è con voi, ag ricolf or i ; è tornata fra voi Cerere, la dea della abbondanza, colei che insegnò ai primi uomini l'arte di coltivare, V arte di far crescere le spighe là dove prima eran la palude, il sasso duro, la sabbia; è fra voi la Pace, o pescatori, o marinai ; e vi restituisce il mare, il vostro bel mare azzurro, scintillante, non più insidiato da nemici perfidi, invisibili, traditori; ma Libero, lieto, fecondo. E scende fra voi V angelo consolatore della Pace, fra voi, donne, che di questa orrenda, epoca sopportaste le più grati some! Mamme, spose, sorelle ! Quante lagrime, quante privazioni! Quanti morti ! Gioite, bambini, fanciulli, adulti. La Pace vi porterà il latte, l'uovo, il pane e la polenta. I giorni degli strozzini sono contati; forse fra poche ore soltanto non avrem più bisogno d'inginocchiarci davanti a certi uomini e a certe donne per ricevere, a 4 e più corone al litro il latte necessario ai nostri bambini, ai nostri -moribondi. Domani, dopodimani, forse fra poche ore, avremo i sussidi militari e tutto ciò clic ne occorre. Evviva la pace! PARIGI, 11 (ore 23). „A1 52.o mese di una guerra senza precedenti nella storia, l'esercito francese, con l'aiuto dei suoi alleati, lia condotto a termine la disfatta del nemico. Le nostre truppe, animate (lai più puro spirito »li sacrificio, dando per quattro anni di ininterrotti combattimenti l'esempio di una sublime resistenza e di un quotidiano eroismo, hanno assolto il compito che la patria aveva oro affidato. Ora sopportando con indomita energia gli attacchi del nemico, ora attaccando esse stesse e raggiungendo la vittoria, le nostre truppe hanno, dopo un'offensiva decisiva di quattro mesi, respinto, battuto e ricacciato fuori della Francia il potente esercito tedesco e lo hanno costretto a chiedere la pace. Tutte le condizioni imposte per la sospensione delle ostilità essendo stato accettate dal nemico, l'armistizio è entrato in vigore oggi alle 11.,, Notizie indispensabili. Sotto questo titolo riassumiamo, nel-l'interesse del pubblico, i principali comunicati del R Governatorato della Venezia Giulia e altre disposizioni. N. 6. Il decreto dd. 12 novembre riguardante la censura dei giornali suona così : Art. 1. I giornali periodici devono prima della pubblicazione essere presentati per il visto all'Ufficio Censura del R. Governatorato. *) Art. 2. In caso di trasgressione il redattore responsabile ed il proprietario della Tipografia saranno deferiti al Tribunale militare. Art. 3. La presente ordinanza ha effetto dal giorno della sua pubblicazione. *) L'Ufficio di Censura ha sede nel Palazzo del E. Governatorato (scala postica, mezzanino, porta N. 15), con l'orario dalle 17 alle 18.30 c dalle 23 alle 24. Momentaneamente le lettere e i pacchi si spediscono gratis; denari ccn vaglia non si accettano; e neppure iscrizioni al conto chèque. Nei prossimi giorni però in tutti gli uffici della Venezia Giulia saranno posti in vendita i francobolli vecchi con la soprastampa »Regno d'Italia - Venezia Giulia» e precisamente i valori da 5, 10, 15, 20 e 25 centesimi, inoltre le cartoline postali da 10 cent. I francobolli austriaci trovantisi nelle mani del pubblico si potranno restituire presso tutti gli uffiici postali entro tutto il giorno 21 novembre a. e,. In molti luoghi dell' Istria i nuovi fracobolìi sono già arrivati. Cosi pure i sussidi militari che fra qualche ora o qnalche giorno, al più tardi, saranno distribuiti anche a Capodistria. N. 8. Per ordine del R. Governatorato di Trieste, t itti gli abitanti nelle nostre regioni occupate dall' Italia, i quali possiedono carte di publico credito, cioè Obligazioni di Stato o dei Prestiti di Guerra, emesse e garantite dall' Austria Ungheria, devono presentare e dichiarare questi titoli presso il rispettivo Ufficio Comunale entro il giorno di lunedì, 25 novembre corr., indicando la specie del debito, il numero, le serie e il capitale nominale d'ogni singolo effetto, col proprio nome, cognome, paternità e domicilio. Nel recare a publica notizia tale disposizione, si esorta tutti coloro, che possiedono simili valori, a notificarli senza altro — nel loro particolare interesse, — presso l'Ufficio della Civica Cassa entro il termine prestabilito. Discorso tenuto del Cap. Uitlorio Bizzarri di Firenze nella sa a della ..filarmonica" di Capodistria la sera del 9 novembre 1918. Io porto nel consesso gentile la mia voce di ringraziamento ai fratelli di Capodistria per le accoglienze affettuose ricevute. Ai miei ringraziamenti fanno eco quelli dei miei Ufficiali e dei militari dipendenti. Mi consola il veder la gioia sui vostri volti, perchè questa gioia è la conferma sicura che tanti mesi di sangue e di sacrifici non furono invano trascorsi, che tanti martiri sublimi hanno avuto, nel Cielo, il compenso al sacrificio della lor. vita! Nessuno ormai si lagni dei dolori e delle privazioni trascorse, nella ferma fede che un'era migliore s'inizia; che il tricolore, che ormai sventola libero è apportatore di diritti, di pace, di benessere, sconosciuti finora. Alla distanza di un anno, quando tutto pareva precipitare, il destino si è definitivamente volto in nostro favore. 10 credo che mai un popolo ha dimostrato, come quello italiano, la ferrea volontà di vincere, la noncuranza alle privazioni. Era bello vedere in Italia i la compattezza di tutti i partiti, volta alio scopo comune ; era bello vedere il lavoro febbrile delle officine a creare strumenti di guerra; era bello vedere 11 sesso gentile fare a gara coi lavoratori forti nei rudi lavori. Era bello vedere, comJ io 1' ho visto, il capo di questa nazione forte, far la vita del campo come un soldato umile. Mai, se non per biso0' : imprescindibile, egli si è allontanato dalla zona di guerra; sereno visitava la linea, incurante del pericolo ed avea per tutti la parola d'incitamento e di lode. Eppure anch' egli avea i suoi affetti lontani; ma i suoi affetti maggiori eran là esposti ai pericoli tremendi ccV egli volea sorvegliarli con cura paterna. Opera di redenzione compiuta! io voglio ricordare i tristi giorni di cui pro-pio ora ricorre l'anniversario ; voglio ricordare a Voi le grida di donne nostre violate sulla riva sinistra del Piave: le grida strazianti che l'Austriaco, ad arte, faceva giungere a noi, momentaneamente impotenti, sull'argine opposto del fiume. Nella notte nera quelle grida, invece di indebolirci, invece di farci vacillare, erano il seme della vendetta, finalmente venuta. Voglio ricordare le grida di scherno che dalle opposte trincee ci venivan lanciate: «Tra una settimana a Roma! Tra una settimana a Parigi, Italiani!» Allora la mitragliatrice sgretolava rabbiosa i parapetti delle linee come per ricacciare in gola all' avversario le parole impudenti. E noi soffrivamo pensando a tanti paesi ridenti del Veneto, in un attimo soggetti al nemico e spogliati di ogni loro ricchezza, o rovinati ed arsi dall' infuriare della battaglia. Pensavamo ai fratelli irredenti che non udivano più la voce del nostro cannone che prima i dovea giungere a loro dalle pietraie insanguinate del Carso, come una promessa e una fede : E allora l'Italia ferita al cuore, raggiunse l'apogeo della fierezza, e noi. vi fu uno che non sentisse la responsabilità dell' ora triste c non fosse risoluto ad affrontarla. Lo spirito affranto delle truppe che ! avean ceduto al contiglio subdolo del nemico, alla propaganda sleale eh' ogli aveva fatto attraverso le linee, con la voce, con l'atteggiamento e con manifestini, si rianimò d'incanto, quando fu compresa l'enormità tragica che pochi giorni di debolezza a\ean procurata. Miracolo incredibile! Gli stessi soldati che il giorno prima cedevano davanti a pattuglie nemiche reagirono meravigliosamente, e sostennero poderosi urti nemici lungo il corso del Piave, e attacchi furibondi sull' ormai storico Monte Grappalo monte Grappa, tu sei la mia Patria!» cantavano i bambini dei paesi invasi. E il M. Grappa, ultimo baluardo a difesa della pianura di Bassano, resiste al colpi formidabili delle armate austriache e tedesche, e la consegna degli Alpini: «di qui non si passa» fu saputa osservare! Adesso un pezzo di roccia di quel monte costituisce un monumento a Milano, e pellegrinaggi continui visitano quella roccia, vera pietra di paragone del valore italiano. Lo spirito affranto dei soldati, ho detto sopra, si rianimò d'incanto. A migliaia si arruolarono nei cosi detti «Reparti d'assalto». Vi fu una gara magnifica, in ognuno, per essere più utile, per affrettar la vittoria. Io ricordo le pattuglie pericolose della Val Rio Freddo: pochi uomini, nelle notti nere, si avventuravano, strisciando per terra, nelle linee nemiche, per trarne informazioni, per catturar prigionieri. Eran di volontari quelle pattuglie : eran riparti interi che, dietro invito del loro Comandante, si offrivano tutti per quel giuoco atroce della vita e della morte. Ho sentito riparti interi giurare vendetta, in un impulso d'amore, a chi soffriva, verso il nemico esecrato! Era un' altra Italia, la forte Italia militai e ormai consapevole, aggrappata alle nevi eterne delle montagne trentine e disseminata lungo gli argini del Piave. Dietro a quèst' Italia militare l'Italia civile ferma, che mandava tutto il suo cuore, tutti i suoi sorrisi ai combattenti forti, ( ome un balsamo infinito. Non è credibile, signori, 1' affetto commovente di una lettera affettuosa che giunge al combattente in triucea. Ho visto vecchi bersaglieri estasiati davanti a quat'ro sgorbi inviati dalle lor donne lontane; ho visto giovinetti commossi leggendo la letterina mista di amore e di patriottismo dell' ignota madrina di guerra. Per noi italiani, (chi lo crederebbe nel mondo tedesco?) la trincea è stata la scuola dell'amore! E come, per forza, l'amore perdura e perdura, io credo che malgrado i sacrifici lunghi della trincea, noi ricorderemo con nostalgia certi luoghi, certi momenti della vita di guerra. Io ripenso, fin d'adesso con sentimento ineffabile alla meravigliosa Val d'Astico, luogo caro al Fogazzaro. Se c'è alcuno di Voi che conosce quella valle ricorderà quanto vi è azzurro l'Astico, come sono alpestri o dirupati e pensosi i monti dintorno che alimentano il fiume; ricorderà quanto sorridano le ville tanto descritte in «Leila» e in «Daniele Cortis». Ricorderà la pianura di Vicenza, trionfo di verde, di colori, di paesetti, di campanili aguzzi! L'arco del Brenta e in fondo, in fondo, Vicenza l'eroica, sulla cui bandiera brilla la medaglia d'oro al valor militare dei suoi cittadini! Ricorderà la «Montanina» - Ja villa di Fogazzaro, offesa adesso dal cannone nemico. Quante visite di gratitudine al gran romanziere vi ho fatte! mentre quei luoghi cari e santi eran l'oggetto dell' odio nemico che crivellava le bianche e rosse facciate delle ville con le raffiche delle sue mitragliatrici e le demoliva con le sue granate incendiaria Tanto era il sentimento che ispiravano a me quei sacri luoghi che spesso un impeto di tenerezza, un impeto di nostalgìa mi serrava la gola e, pur tra il rumor di guerra, la poesia sgorgava e io lo vedevo, io lo sapevo, quanti guerrieri, avean l'anima di poeta! Anima italiana! Era imminente l'offensiva austriaca del Giugno 1918. Neil'attesaci sentivan più forti i ricordi e gli affetti : un umile guerriero ebbe uno dei momenti nostalgici che io so e nella trincea, in faccia al nemico, cantò la valle dell' Astico, cantò i suoi luoghi lontani : ( Continua). Cronaca Cittadina. L' opera del Comitato festeggiamenti. Nella seduta plenaria del Comitato festeggiamenti tenuta nella Sala del Ridotto il 7 m. c. dalle 11 alle 13.30, il presidente fece una rapida riassuntiva e sposizione di quanto fu fatto in città e fuori, allo scopo di celebrare nel miglior modo possibile la redenzione della Patria. Il Comitato, composto per la maggior parte dell'elemento femminile scelto fra tutti gli strati della popolazione, non solo fornì bandiere, coccarde, inni ed altro a tutti coloro che non potevano procurarseli da soli, ma à provveduto anche^ai bisogni di molti uffici pubblici. Sempre gratuitamente per questi ultimi, del pari che per la povera gerite, grazie alla generosità di chi potè e volle spendere generosamente e grazie al sacrifìcio personale di tante gentili cooperatrici for manti il bel gruppo «Comitato femminile», che è presieduto dalla moglie del Sindaco sig.a Alice de Belli, dalla direttrice delle scuole femminili sig.na Maria Almerigogna e dalla sig.na Amelia de Baseggio. L'Assemblea, presa notizia con grato animo di un discorso che il cap. del Presidio, V. Bizzarri, avrebbe detto nella Sala della Filarmonica, a scopo di be neflcenza, decise di ammettervi gratuitamente un centinaio circa di meno abbienti, scelti proporzionalmente fra gli aderenti di tutti i partiti. Si apprende con piacere la costituzione di un Club ciclisti e corrieri, composto di studenti delle scuole medie, i quali, si sono messi a disposizione del Presidio militare, del Comune e del Comitato festeggiamenti, allo scopo di funger da guide, da informatori e da corrieri. Furon poi creati i seguenti sottocomitati : 1) Per l'addobbo della Filarmonica : le signorine Paola de Mori, Maria Ra sman, Letizia Urlini, Alma e Marucci Almerigogna, il maestro Umberto Sai-tori, gli studenti Mario Sandrin e Ma rio Longo. 2) Per l'addobbo e altri lavori consimili nella Sala del Ridotto : Antonio Minuti, Nicolò Deponte, e lo stud. univ. Guerrino Minuti. 3) Per il Teatro : lo stud. un. Fer. Fiorenti, Antonio e Guerrino Minuti, Ettore Carbonaio, Stefano Dobrilla di Stefano, e le signore e signorine Mercede Bassich, Ada Iacuzzi, Pierina Frau-sin, Alice Carbonaio, Tea Etmani, Antonietta Genzo, Nina Fontanot. All'organizzazione dei trattenimenti teatrali attendono da qualche tempo il Dr. L, Volpis, la signorina P. Ciasca. i maestri Cherincich e Tevini. Il Comitato festeggiamenti deplora di non aver potuto accogliere festosamente, come avrebbe voluto, il governatore t. g. Petitti, arrivato qui improvvisamente. Riconosce la necessità di tenere a disposizione degli ospiti illustri una o due carrozze di gala. Si proibisce ai singoli membri del Comitato d' improvvisare balli o altri consimili divertimenti, che devono essere preparati e disciplinati dalla Presidenza. Si prende nota della avvenuta costituzione di una guardia del corteo, composta di 40 giovani, dieci per partito, presieduta dall' ex tenente Corrado, avente il compito di prov sedere allo schieramento dei singoli gruppi e dell'insieme in un tutto armonico facile a riunirsi e a sciogliersi. La disciolta Guardia nazionale verrà, a spese del Comitato, fotografata e istoriata. Lo stesso si farà per tutti i gruppi componenti il corteo e per tutti gli enti che presero parte viva ai grandi avvenimenti di cui siamo fortunati testimoni. La Banda deve essere ricostituita con elementi giovani, perchè i vecchi soci dichiarano di essere troppo sfiniti e logori da quattro anni di privazioni per poter corrispondere alle esigenze del momento. Si riconosce pure la convenienza, anzi la necessità, di fornire ai bandisti una bella uniforme e di sussidiare i membri più poveri della banda, dell'orchestra e del coro cittadino. Nella seduta plenaria del 16 c. ui. si constata con dispiacere che la presidentessa, la segretaria e la cassiera sono ammalate. Il dottor Volpis informa circa l'impossibilità di dare il primo trattenimento alla domenica, e perciò si fissano i giorni 18 e 19, invece che la domenica e il lunedì come s'era preannunziato sull' «Istria redenta». L'ingegnere Masutti annunzia di non poter partecipare alla seduta perchè sovraccarico di lavoro e in procinto di partire per Venezia. Antonio Minuti, custode del Teatro, deve assentarsi perchè chiamato in Giudizio. Si prende nota dei deliberati presi nella seduta del 14 e si concreta definitivamente il prò gramma dei trattenimenti musicali. Per l'istruzione e l'educazione del popolo. Coloro che desiderano prendere parte attiva nel campo della Pro cultura sono pregati d i presentarsi in Via Orti Grandi 95f> I. p.' giovedì mattina ad ore 11. Come furono occupate alcune città istriane. Isola, li 15 nov. 1918. Sono riuscito a racimolare alcune notizie sull' occupazione italiana delle principali città dell'Istria. Per ora bisogna accontentarsi di quel poco che si può apprendere dai viaggiatori, perchè il portarsi nei singoli paesi istriani per appurare le cose e informarsi di tutto appuntino, non è certamente un'impresa delle più fàcili e amene. I carrozzoni ferroviari hanno in gran parte rotte le lastre dei finestrini e sfido il viaggiatore che torni a casa senza essersi buscato un buon raffreddore. A Moutoua gli italiani del Regno furono accolti con grande entusiasmo e non c'era, si può dire balcone senza una bandiera bianco-rosso e verde. 11 mio cortese informatore mi assicurò che in città sventolavano più che mille bandiere italiche e che quasi tutti i cittadini recavano sul petto delle coccarde bianco rosso verdi. Il podestà, signor Fornazari, un compito galantuomo e patriotta, dispose le cose per benino. Ma il medico distrettuale non parve troppo soddisfatto, perche durante la guerra faceva affaroni. Pei' una supplica o un attestato si faceva regalare 3 chili di lardo, 12 litri di vino moscato o alcune dozzine d: uova. La cuccagna è finita per certuni! Pisino è nel cuore italiana, come si i sa, ma aveva un podestà di ben altri ' sentimenti. Costui, di nome Curellič, fece tirar giù il tricolore dal campanile, dove 10 avevano issato alcuni giovanotti, per farvi poi sventolare la bandiera iugo slava. Questo avveniva allorché gli italiani liberatori, al comando di un maggiore, entravano in città. L'ufficiale italiano non potè sopportare un simile dispregio al pàtrio vessillo e, occupata la città, intililò al Curellič di issare sul | campanile nuovamente il tricolore. «Lei, I osservava l'ufficiale, poteva benissimo i inalzare il simbolo iugoslavo accanto | al tricolore, ma non doveva assoluta mente tirar giù la nostra bandiera. Ita liani e iugoslavi vanno d'accordo e si sono affratellati nella difesa elei loro : diritti, ma non devono oltraggiarsi. Per intanto, concluse, lei starà cinque giorni j in reclusione nella sua casa, guardato I da due militi d'Italia; se poi non si adatta e scaglia delle offese, sarà pas-; sato immediatamente per le armi! «Non occorre avvertire che il podestà non : ebbe il coraggio di ribattere e che si adattò mogio mogio agli ordini del maggiore italiano, L' accoglienza che la piccola Parenzo, orgogliosa della sita italianità, fece ai liberatori è indescrivibile. Anche qui sbandierarnenti, evviva all'Italia, nastri e coccarde tricolori su i petti ardenti d'amor patrio. Ma la congrega dei tedescofili, che fino al dì del rivolgimento, deteneva il potere, si liquefece come ghiaccio al sole: era il sole della libertà, infatti, che cominciava a risplendere su queste nostre contrade dopo oltre un secolo d' obbrobrioso servaggio. 11 capitano distrettuale, certo Melz, un tedesco di cuor pessimo ma pauroso, subodorata la riscossa degli oppressi, si diede frettolosamente alla fuga, seguito dai suoi satelliti. Sua moglie però ed i figli rimasero a Parenzo, ospiti — così il mio informatore — della marchesa Polesini. I lettori sanno che Pinguente è una cittadella italiana posta sopra una collina, e che a oriente di essa si stende 11 «paese dei Cicci». Ai piedi del colle pinguentino s'insediarono a poco a poco gii slavi, che vi eressero il loro «narodni dom» (casa del popolo). Tra gli slavi e pinguentini non corse mai buon sangue e per decenni le due stirpi si guardarono in cagnesco. Ultimamente si erano peraltro un po' rappacificate I forse perchè si vedevano ambedue tras-I curati e vilipesi dal morto Governo austriaco: ed è un fatto reale che le comuni miserie affratellano gli animi dei mortali. Ma nei giorni degli sconvolgimenti un maestro sloveno voleva rinfocolare gli odi fra italiani e slavi, e faceva una gran propaganda in proposito. A quattro suoi patriotti reduci dal campo, al «narodni dom», egli voleva far ingoiare il veleno delle sue I massime, ed esclamava: «Non è vero, i fratelli ? noi daremo fino all'ultima goccia il nostro sangue, ma non permetteremo mai che gli italiani si impadro- niscano di queste terre...» Uno dei quattro compagni gli rispose: «Dica un po', è stato lei alla guerra'?- «Ci sono .stato», esclamò prontamente il maestro. «Dove, per favore'? per favore?» chiese l'altro. «In Serbia». Oh, gridò il soldato, lei non è stato mai alla guerra, perchè so fosse stato in Serbia, avrebbe disertato come quasi tutti gli slavi; infine si capisce che tei non portò mai il fucile, nè vide le stragi sui campi di battaglia, perchè altrimenti non parlerebbe ancor oggi di baruffe, di guerre e di odi». Anche a Pinguente s'insediarono i «nostri soldati» e fui ono accolti con grande giubilo. Le beghe di partito e di nazionalità sono cessate e tutti anelano la pace e la quiete dopo quattro anni di carneficine e ìli sofferenze. Buie, la fiera Buie, mr.ndò in frotta a Chiamare alquando militi italiani del presidio di Umago, «perchè (dicevano i delegati) la città è in gravi pericoli a causa delle contese sorte fra cittadini e gente del contado». In realtà non c' era quel gran guaio, ma i buiesi non vedevano 1' ora di aver fra loro i militi d'Italia, i valorosi liberatori della loro terra. li. Paceli. isiHMKHHaiEaBiHssatiaBHiaafcsaaaHaBiHHafe ] £ Coloro che desiderano di abbonarsi ali'"ISTRIA REDENTA" sono pregati di spedir subito all' Amministrazione del Giornale l'importo fissalo per 'l'abbonamento mensile. I rivenditori che al vìnei dì di ciascuna settimana non avranno spedito a Capodistria il denaro incassato e le copie invendute, non riceveranno, il prossimo numero del giornale Si accorda loro lo sconto del /O"/0. A coloro che vorranno incoraggiare V opera nostra con anticipazioni, prestiti o in qua'isisai altro modo, vada fin d'ora | l'espressione della nostra vivissima gra- | Mudine. 1 Stilò. Tip. Hazionafe Carlo Priora Capodistria Il Assuntesi qualsiasi lavoro tipografico a prezzi di as-:: soluta convenienza. :: Orario dei vapori che arrivano e pai tono da Trieste. D' ora innanzi noi movimento dei piroscafi entrerà in vigore il seguente orario: Arrivi a Trieste : . da Pirano, al molo dei Pescatori, alle 11 e un quarto: da Capodistria, alla riva di fronte al palazzo del Lloyd, alle 8 e mozzo; da Muggia, alla riva di fronte al Lloyd alle 7 e mezzo, e alle 14 e mezzo ; da Grado, al modo della Sanità alle 15; da Monfalcone, al molo S. Carlo i giorni j feriali alle 19; le domeniche alle 10 e mezzo; Partenze da Trieste: per Pirano, dal molo dei pescatori alle 14 ; per Capodistria, dalla riva di fronte al Llovd alle 13; per Muggia, dalla riva di fronte al Lloyd alle 8 e alle 15 ; per Grado, al molo della Sanità alle 8 ; per Monfalcone, dal molo San Carlo i giorni feriali alle 5; le domeniche alle 8. Comunicazioni con Venezia: partenze da Trieste domenica € mercoledì alle 10; arrivi a Trieste martedì e venerdì alle ore ltì. Documenti sforici. RI popolo di Capodistria! Dal memorando 30 ottobre aspiriamo ' a larghi polmoni l'aria di libertà, tli ! giustizia e di pace, 11 benedetto vessillo della Patria spiega al vento la gloria ridente dei bei colori. L'esplosione degli animi nostri — oppressi, mai domi — affermò con mirabile eloquenza nelle manifestazioni fraterne, dignitose e solermi il voto ardente da tanti anni nutrito. Capodistria —fiera delle sue storiche tradizioni-e della «uà strenua lotta per i suoi ideali —j ha l'alta oosciejiza di averne meritato il trionfo col sangue dei suoi figli strozzati sul patibolo, abbattuti in bellico volo o caduti sul campo. Per ora a tutti il sacro dovere di favorire con calma e saggezza e di agevolare con ogni possa l'ardua impresa del nostro Consiglio Provvisorio c del suo Potere Esecutivo — solo arbitro di ogni disposizione nel migliore interesse morale e materiale del Coruune. Ricordiamo tutti e sempre che, per popoli civili, libertà non significa licenza; che rancori, vendette e rappresaglie restano ludibrio infame di sbirraglia austriaci); che rispetto, obbedienza e disciplina incondizionati verso la nostra Autorità costituita sono oggi garanzia di ordine e di pubblica sicurezza, tutelati energicamente dalla Guardia Nazionale. Solo con questi fermi e seri propositi — imposti dal momento scabroso ni transizione — provvederemo alla nostra salvezza; cosi accoglieremo l'amplesso della Gran Madre, con la superba coni piacenza di figli devoti e degni di Lei. In alto i cuori: Viva S. Giusto! Viva l'Italia! Dal Consiglio Comunale Provvisorio Capodistria, li 2 novembre 1918. Il Sindaco: avv. NICOLO' BELLI. Bondi prof. Arturo — Cossar prof. Movieri — Fontanot Francesco — tìerin Franco — Greyo-rich Mario Michelich Edoardo — Nòbile dott. Carlo — Snaier Giuseppe — Tornameli Giovanni — Vinsidi Francesco — Welvich dott. Giuseppe lì prof. Bosidi risponderà al numero unico