OCENE / RECENSION! / REVIEWS, 409-420 na Poljudu u Splitu) rad Benedetta Diane, Gospa od Pojišana (istoimena splitska crkva), nepoznatoga autora, te Gospa od ružarija (crkva sv. Dominika u Trogiru), Giovannija Battiste Argentija. U Zaključku (161-165) se sažimlju najbitnije ideje te istice daje dalmatinsko kasnosrednjovjekovno i ranonovovjekovno zavjetno slikarstvo pratilo suvremene europske trendove s nekim posebnosti, napose u izboru prikazanih svetaca, s obzirom na tadašnje društveno-političke prilike. Posredno se ukazuje i na potrebu daljnjih ikonografskih istraživanja. Potom slijedi pregled vrela i literature (167-178), kazala osoba, mjesta i predmeta (179-204) te bilješka o autorici (205). U prilogu se pak nalaze reprodukcije analiziranih slika (207-214). Autoričino istraživanje, gledano iz historiografskoga aspekta, vrijedan je prilog poznavanju povijesti svakodnevice i mentaliteta Trogira i Splita u XV. i XVI. sto-lječu. Dapače, interdisciplinarno istraživanje u prvi plan posreduje Zeitgeist sadržaja slike. Tako slika postaje mediji, koji vještom analizom pruža uvid u brojne sva-kodnevne brige i bojazni maloga čovjeka te njegov utjecaj k nadnaravnoj pomoči, ali istodobno otkriva i šire nakane svjetovnih oblasti prošloga doba. Za očekivati je da če autorica u budučnosti prostorno proširiti istraživanja. Najposlije, zbog zanimlji-vosti teme i "pitkosti" njezine prezentacije, monografija je osobito pristupačna i širem, nestručnom citateljstvu. Ivan Majnarič Pietro Kandier. CENNI AL FORESTIERO CHE VISITA PARENZO. Trieste, Edizioni Italo Svevo, Collana Reprint, 2007 (originale 1854), pp. 46 Ricordo un'esortazione di alcuni anni fa dello stimatissimo e prematuramente scomparso prof. Arduino Agnelli, che invitava alla rilettura del passato e ad una ri-visitazione delle fonti storiche e degli studi storici giá pubblicati. Le forze storiche nuove ci sono, le fonti pure. Ed e seguendo l'Agnelli-pensiero che mi e capitato tra le mani questo libricino interessante, uno studio del 1845, messo nuovamente a di-sposizione degli storici alcuni mesi fa a cura delle Edizioni Italo Svevo, con una ristampa dell'opera. Si tratta di un libretto interessante, di poche decine di pagine, che ripercorre la storia di Parenzo dall'antichitá agli inizi del XIX secolo, colmo di notizie storiche, storico-artistiche ed archeologiche, che ripercorre e riassume un po' tutte le indagini storico-scientifiche ed archeologiche su Parenzo, fino all'atto della sua uscita dalle stampe, il 1845. 411 OCENE / RECENSIONI / REVIEWS, 409-420 È una guida turístico culturale, un invito a visitare la città istriana, zeppo di cognizioni storiche, artistiche, ar-cheologiche e culturali che lo storico triestino, ed altri ancora, avevano condotto sul campo. Parrà forse strano che all'epoca venga pubblicata una guida di stampo turistico. In realtà la cosa non deve sorprendere molto, in quanto l'essere umano viaggiava e si spostava prati-camente da sempre. Si era allora in-torno alla metà del secolo XIX, quando in sostanza nasceva e si sviluppava il turismo moderno, ed ecco che proba-bilmente si sentiva già la necessità ed il dovere d'informare i visitatori dell'epo-ca sui contenuti storico-culturali che le varie località offrivano. Pietro Kandler non era nuovo ad iniziative del genere. Infatti poco prima aveva pubblicato un analogo libretto su Pola, che ebbe un notevole successo, per cui gli sembró ovvio proseguire su questa strada con una pubblicazione dedicata alla città di Parenzo, certamente per nulla seconda in quanto a contenuti a quella di Pola. Scrive cosi l'autore nella sua prefazione: "La benigna accoglienza fatta ai cenni su Pola, che ora in libercolo si divulgano per cura dell'i.r. privilegiato Lloyd austriaco, ha dato animo all'autore di essi di far loro dietro anco qualche cenno sopra Parenzo, siccome quella fra le città istriane che per antichi monumenti è a Pola seconda, non calcolata Trieste, della quale la tipografía del Lloyd ha pubblicato la guida". Pietro Kandler porta alla luce la storia di Parenzo, dei suoi vescovi, della sua chiesa e del suo territorio. Rivive momenti storici importanti per lo studio storico e sociale della cittadina e rappresenta uno strumento utile per il recupero e l'affermazione della memoria storica locale. Il suo testo è un invito a capire e a comprendere la storia di una località, con la sua cultura e con tutte le altre espressioni che ne possono derivare. Un'offerta a capire e a comprendere una cittadina frutto di diverse identità storiche, leggibili nelle sue vicende e nella sua struttura urbana ed architettonica. Dai continui scavi che si producono nella città istriana, viene fuori il suo passato, le sue testimonianze, romane, medievali, ed altri strati culturali. Per cui avere a 412 OCENE / RECENSIONI / REVIEWS, 409-420 disposizione una fonte come quella kandleriana contribuisce certamente a rivisitare il suo passato con maggior facilità, portando ulteriori chiarezze e tasselli alla cono-scenza storica, rileggendola alla luce dei nuovi e continui ritrovamenti. E questi stessi ritrovamenti possono contribuire alla rilettura degli studi già pubblicati. Denis Visintin Gaetano Benčic. LA VALLE DEL QUIETO. Trieste, Circolo di cultura istro-veneta "Istria", 2006, pp. 126 "Vi racconto il mio Quieto. Quello che mi piace di questo fiume intorno al quale non mi stanco mai di passeggiare." Sta tutta qui la filosofia di una vita e di una ricerca. "Il mio Quieto", non quello degli altri, non quello che non si nota. Non quello che viene devastato o sfruttato. Non quello che non si vede. Ma quello che esso e, che deve e che dovrebbe essere. Quello che esso dovrebbe significare, e ció che dovrebbe essere salvaguardato. Gaetano Benčič conosce a memoria il Quieto e la sua valle, passo per passo, pietra per pietra. Qui egli e nato, alla sua foce s'immergeva come il fiume nelle acque adriatiche. Un fiume, il suo paesaggio, ed uno studioso, che l'ha studiato a fondo, piu d'ogni altro. Seguendo questo percorso, pacato, come il decorso fluviale, e venuto fuori un libro in cui la fantasia di chi lo legge e percorre il fiume a volte si distanzia dalla realtá e dall'obiettivitá geografica e ambientale del presente, portando alla con-templazione ed all'esternazione degli stati d'animo interni all'essere umano che, liberi da qualsiasi peso, mentre osservano il fiume si esternano con il paesaggio geografico, dando ad esso forma con la parola e con la narrazione. Ed e questo che fa Bencic con questo volume, raccontando il suo Quieto, ció che egli vede e vuole vedere, il modo in cui lo vive. Per cui giustamente avverte il lettore a non aspettarsi dal volume un qualche cosa che non s'addice alla sua metodologia narrativa ed alla metodica della sua indagine. "Studiosi ed esperti non adiratevi quando leggerete questo libretto. Turisti non cercatevi una guida". Questa e una storia, una geografia del paesaggio e delle civiltá che l'hanno contraddistinto. Come un novello Kandler, lo studioso s'e adden-trato nella descrizione storica del suo paesaggio, delle sue testimonianze LA VALLE DEL QUIETO CIRCOLO DI CULTURA ISTRO-VENETA "ISTRIA" TRIESTE 2006 413