Abbuonamento annuo fiorini 4 semestre f.r 2. Pagamenti antecipati. Per un solo numero soldi 20. Rivolgersi per gli annunzi all’Amminis. Redazione ed Amministrazione Via EUGENIA casa N.ro 334 pianterreno. Il periodico esce ai IO e 25 d’ogni mese. Lettere e denaro devono dirigersi franchi all’Amministrazione Si stampano gratuitamente articoli d’interesse generale. Avvisi in IV. pagina a prezzi da convenirsi e da pagarsi antecipatamente. Non si restituiscono i manoscritti. Excelsior____ Capodistrìa 25 aprile 1885. Quando i mali toccano gli estremi, la Previdenza è vicina ; è un proverbio dei nostri vecchi, e si spera che sia per essere confermato un’ altra volta. Vogliamo dire dello stato della nostra provincia esagitata dal partito slavo che vuol imporsi in tutti i modi, e regnare sovrano sulle rovine della nostra civiltà secolare. A scardinarci dalle fondamenta si è valso di leve d’ ogni maniera ; ed ora che qualche leva gli si comincia a rompere fra le mani, adopera con più furore quella ecclesiastica, colla convenienza che può capire ciascuno, e con quel risultato che non sarà certo quello che si ripromettono. Dovremo insegnare noi altri agli uomini di chiesa quale ne sarà il risultato? Abbiamo detto che qualche leva gli si comincia rompere' fra le mani, e intendiamo del Ministero, che ora agli Slavi ciurla un po’ nel manico. E in certi argomenti tutto sta a incominciare. Destituito di questo appoggio, il partito slavo istriano, che in sò non ha energia vitale, ma ripete tutta la sua forza da esterni sussidi, si disorienterà in un momento, sorvivendo più o meno a lungo nell’ eco beffarda di tabor clamorosi, e nel corniccioso brontolìo del temporale che si allontana. Non è soltanto del riconoscimento ai Lovranesi del diritto alla paralelk italiana, nè di quegli altri fatti a notizia di tutti che noi vogliamo parlare ; ma di altre cose che per il momento non possiamo accennare che in nube, e delle quali sappiamo intanto questo di certo, che c’ è il proposito di effettuarle. Pare che le Autorità si sieno convinte che noi non si gridava a torto, e, come sono di buona volontà, intendono, conosciuta la ragione, di volerne il trionfo. Che se non ci fosse troppa gente interessata ad annebbiare il vero stato delle cose, potremmo sperare che in breve la verità si conosca per rapporto anche a un ordine di cose più vasto di quello onde noi velatamente si parla ; ma posta la buona volontà nei superiori, non si tratta che di aver pazienza : la bugia ha le gambe corte. Ma dove pure gli avvenimenti non succedessero conforme le nostre previsioni e i nostri desideri, non perderemo la pace per questo, nè la fiducia nel trionfo della nostra causa : essa è la verità, e come tale dalle contraddizioni ripete vigoria nuova e luce più bella; essa è la quercia, cui l’insulto del vento indura la fibra e fortifica le radici. E però, se la cessazione della lotta dovesse ricondurci al-1’ atonia dei tempi decorsi, meglio sarebbe che perdurasse 1’ attrito. La necessità di asserirci quello che siamo ha dato origine a tante belle istituzioni e a tanta vita, che merita bene il fastidio di combattere avversari così poco seri, come sono quelli che da qualche tempo ci ronzano intorno ; ci è offerta 1’ opportunità di addestrarci alla scherma, l’occasione di disseppellire le tracce delle glorie nostre antiche, lo stimolo a non mostrarci degeneri dai nostri maggiori. E abbiamo tenuto l’invito. Che se gli esordì di questa lotta sono stati fecondi di tanto bene, la continuazione, come per avventura è da una parte necessaria perchè il bene perduri, non potrà non darci dall’ altra sempre migliori risultati, dei quali ci confesseremo in buona parte riconoscenti ai nostri nemici. IL PRIMO ANNO d’ AZIONE DELLA SOCIETÀ POLITICA ISTRIANA (Continuazione e fine vedi N. 3, 4 e 7) In questa breve rivista, noi abbiamo rilevati i primi passi della nostra Società Politica, abbiamo esaminato P operato della benemerita Presidenza, e-sprimendo il nostro franco e sincero parere sui meriti della medesima. Giunti alla fine dell’anno 1884, il nostro compito sarebbe per ora esaurito e potremmo far punto. Ma trovandoci alla vigilia del Congresso Generale, che segnerà la fine del primo anno sociale, e sarà come la prima pietra miliare sul nostro cammino che ci auguriamo lungo ed avventuroso, varchiamo il limite che ci eravamo imposti, per riandare un po’ 1’ operosità sociale nei mesi finora decorsi del 1885. Nella sua VI Seduta, tenuta qui a Capodistria nel prossimo passato Gennaio, la Presidenza deliberava di prendere, tanto nelle future elezioni generali per la Camera dei deputati al Consiglio dcl-1’ Impero, quanto nell’ elezione supplementare del deputato alla Dieta provinciale pel seggio vacante nel collegio dei maggiori consiti, quella ingerenza che è espressamente acconsentita dallo statuto sociale, facendosi anche al caso iniziatrice di apposite adunanze elettorali. Nè c’ è a dubitare dell’efficacia della di lei attività, ove si consideri 1’ ascendente morale che la Società s’ è guadagnata in paese nel breve periodo di sua esistenza ; e giova sperare, che il movimento elettorale, diretto da una mano sì e-sperta, riuscirà pienamente conforme ai nostri giusti desideri, e ai veri interessi della Provincia. Ma riservandosi di impiegare tutta la sua operosità al momento delle elezioni politico-amministrative, non poteva starsene colle mani in mano di fronte alle imminenti elezioni della nostra Camera di Commercio e d’ Industria. Ed in vero, la più lodata Presidenza, presa in seria riflessione la necessità di rialzare un po’ il prestigio di questa utilissima tra le istituzioni, rinsanguandola con nuove forze, propose agli elettori una lista di candidati — già publicata nell’ anteriore nostro numero — uomini in gran parte nuovi, ma encomiabili sotto ogni aspetto. E ci lusinghiamo che tutti gli elettori concorreranno alle urne a votare unanimi la lista pnposta dalla nostra Società Politica. All’invito al Congresso Deaerale che si u-a Pisino Lunedì 27 con*. Aprile, invito diramato ai soci dalla Presidenza sociale, va unito un „Progetto di Regolamento interno" la cui discussione ed approvazione sta al secondo punto dell’ ordine del giorno. Il progetto, che ci sembra esaurientissimo, si presenta elaborato con somma ponderazione ; ed è a ritenersi che il Congresso l’accetterà tal quale, salva forse qualche leggera modificazione. — Questa fu adunque 1’ attività della nostra Società Politica, di questa belk istituzione che tutti ci avvinse nel patto fraterno di comuni aspirazioni, di magnanimi intendimenti. Ed ove si considerino le gravissime difficoltà che si opponevano alla realizzazione di questa nobile e santa idea, tutti gli ostacoli dell’ incerto cammino che si doveva percorrere, 1’ apatia ingenita, resa più forte dalla mancanza di una lotta spesse volte salutare, tanto maggiori sembreranno i risultati ottenuti. I quali, se pur non fossero per sè importanti, sarebbero valsi al infondere nella Società la coscienza della propria forza; a persuaderci che, protestando sotto la tutela della legge contro abusi e malversazioni, se non si consegue sempre un riparo ai medesimi, si afferma in faccia al mondo 1’ esistenza di un diritto conculcato. Ed ora la Presidenza può presentarsi tranquilla colla coscienza di aver fatto il suo dovere e di avere benemeritato della Provincia. Non ci sarà socio che nella prossima adunanza generale non abbia un ringraziamento per chi ha saputo così bene avvisare a ogni nostro vantaggio, e tutelare la causa nazionale. PRIMA SEDUTA DELLA NUOVA RAPPRESENTANZA COMUNALE Capodistria 11 Aprile 1885. Ore 7 y2 pom. Presenti 29 Itappresentanti e il Capitano Distrettuale de liosizio-Thurnberg. — Numerosissimo pubblico occupa lo spazio a lui riservato. Il Sig. Dirigente A. Bratti, accertata mediante appello nominale la legalità del numero dei presenti ventinove Rappresentanti, e giustificata l’assenza dell’Onor. Sig. A. Dr. Gallo, per motivi di salute, dichiara aperta la seduta in base al §. 87 del vigente Reg. Elett. Coni., ed invita il più anziano dei Rappresentanti presenti, a tenore del §. 35 citato Reg. di occupare il seggio presidenziale per dirigere l’elezione della Deputazione Comunale. Per diritto di anzianità assume però la Presidenza l’Onor. Sig. Giovanni Furiameli fu Matteo, mentre il Sig. Dirigente abbandona il suo seggio, prendendo altro posto nella sala. Il Presidente si associa quindi quali fiduciari gli Gnor. Sig. Bratti Ing. Alessandro e Gambini Dr. Pier’ Antonio, ed espone lo scopo dell’ odierna adunanza, che è quello di. eleggere la Deputazione Comunale. Chiesta ed ottenuta la parola l’Onor. Avvocato Gambini anziché si compia l’atto elettorale, chiede di poter adempiere ad imperioso dovere, che è suo e del paese. Epperò colla ferma fiducia di interpretare i sentimenti dei Colleghi e quelli della intera popolazione, si chiama onorato d’indirizzare a chi resse finora le sorti del Comune, una parola di vivissima riconoscenza. Rammenta anzi tutto le difficoltà pressoché insormontabili di trovare fra’ cittadini persona che si accollasse il peso della publica cosa, allorché cadde disciolta la naturale amministrazione del Comune : accenna al rifiuto giustificato dei designati ■tila gerenza interinale ed elogia al patriottico disinteresse, al nobile sacrificio di sè. alla generosa risoluzione dell’Onor. Andrea Bratti, siccome quegli, che in età avanzata, quando a buon diritto poteva aspirare a meritato riposo, dopo aver servito per lunghi anni in varie difficili contingenze il suo paese, trovò tuttavia la forza ed il coraggio civile di sobbarcarsi all’ arduo e spinoso mandato. Coll’ assumere la reggenza provvisoria del Municipio, l’Onor. Bratti oltreché offrire alla sua città prova preziosa di raro affetto, sfidava vieti pregiudizi, sprezzava idee preconcette, disdegnava maligni apprezzamenti, che ne avrebbero allontanato ben altri caratteri del suo men forte e tenace. Degno rampollo di illustri antenati, de’ quali ognora suona onorato il nome per meriti civili e religiosi, egli per carità di patria attutì in sè stesso la voce de’ propri convincimenti, per obbedire soltanto, da cittadino esemplare, a quella di oneroso dovere. Nell’ ottobre dell’ anno decorso egli solo con mente acuta intravvide la portata della grave situazione, egli solo colla coscienza del sentirsi puro seppe virilmente affrontarla ponendosi a capo del nostro Comune. Se peggiori non volsero i destini al nostro Comune, se un’ estranea gerenza fu scongiurata, il paese sa di doverlo unicamente all’ Gnor. Bratti, il quale adoprando con abnegazione e sagacia impareggiabile, ben meritava della sua città e perenni titoli acquistava alla pubblica riconoscenza. Concludendo l’Gnor. Avv. Gambini ringrazia caldamente a nome di Capodistria 1’ Gnor. Andrea Bratti, per le distinte sue prestazioni ed in segno solenne di gratitudine esorta i Rappresentanti a sorgere dai seggi. L’Assemblea assorge unanime mentre il publico, che durante il discorso dell’Avv. Gambini ha più volte dato segni di viva approvazione, prorompe in lungo e fragoroso applauso. Il Sig. Andrea Bratti, in preda all’ emozione somma che lo domina, ringrazia con tronchi accenti la Rappresentanza della insigne ed affettuosa dimostrazione, la quale supera di molto le modeste sue prestazioni a vantaggio del proprio paese, indi s’avvicina all’Avv. Gambini e gli stringe più volte affettuosamente la mano. Il Presidente avvertendo come deva procedere alla nomina della Deputazione Comunale, interroga la Rappresentanza se la elezione abbia a farsi a voce o per ischede, a niente del §. 37 Regol. Coni. Elett. Adottata dalla Rappresentanza la votazione per ischede, il Presidente, a sensi del §. 38 R. C. E. invita a passare prima alla elezione del Podestà ed all’ uopo fa distribuire le schede. Ritirate poscia le medesime, riscontrate e fattone lo spoglio col concorso de’ fiduciari, i quali trascrivono i voti negli appositi prospetti di votazione, sopra 29 votanti s’ottiene il seguente risultato : Avv. Augusto Dr. Gallo, voti 22 Giuseppe Gravisi „ 1 Schede in bianco 6 Per virtù della maggioranza assoluta dei suffragi ottenuti, il Presidente proclama eletto a Podestà del Comune di Capodistria l’Onorevole Sig. Avv. Augusto Dr. Gallo. Uniformandosi poi al §. 39 del Reg. Com. Elett. il Presidente dice di passare ora alla nomina dei Consiglieri Comunali. L’Onor. Rumer, avuta la parola, ritiene indispensabile, prima di eleggere i Consiglieri Comunali, di conoscere se o meno l’Gnor. Avv. Gallo accetti l’alta carica teste conferitagli, dappoiché si possano porgli allato persone di piena sua fiducia. Propone perciò che apposita Deputazione, eletta dal seno della Rappresentanza, si rechi ad informare official-mente 1’ Gnor. Avv. Gallo della sua elezione a primo Cittadino. Il Presidente vedendo largamente appoggiata cotale proposta, la pone in discussione. L’ Gnor. Cobol, avuta la parola, si associa pienamente alle vedute dell’ Gnor. Rumer; tuttavia sapendo indisposto in giornata l’Gnor. Dr. Gallo, dubita che questi possa riceverla subito. Emenda quindi la mozione nel senso che in altra giornata oppure domani la Deputazione abbia a presentarsi all’ Gnor. Gallo e che per intanto si passi alla nomina della medesima e si proroghi poscia a tempo opportuno la continuazione dell’ odierna seduta. L’Gnor. Avv. Gambini avuta la parola, per riguardi di doverosa delicatezza dalla quale non si può decampare, appoggia la proposta Rumer, perchè corrisponde pienamente alle antiche consuetudini. Onde alla sua volta fa le seguenti proposte : 1. sia eletta una Deputazione composta di tre membri, perchè rechi all’ Gnor. Avv. Gallo notizia officiale della sua nomina ; 2. la stessa Deputazione si faccia preannun-. ziare da un impiegato municipale ancora seduta stante, per sapere se il neoeletto Podestà sia in grado di riceverla subito. Le dette proposte cumulative dell’ Gnor. Avv. Gambini si dimostrano appoggiate come pure 1’ e-mendamento e successiva mozione dell’Gnor. Cobol, ondo su tutte il Presidente apre la discussione. Chiusa poi la medesima si pongono a voti quelle dell’Gnor. Avv. Gambini, perchè maggiormente discoste dalle altre ed in ogni singola parte vengono accolte a maggioranza di voti. Eletti a membri della votata Deputazione Mons. Petronio, Tetto Conte Gregorio ed il Dr. Pietro de Madoni zza, il Presidente comunica alla Rappresentanza, in ordine al deliberato preso, che l’Onor. Avv. Gallo esternò nel frattempo al Segretario Municipale il suo dispiacere di non poter ricevere per oggi la Deputazione, riservandosi di farlo in altro momento che sarà per notificare. L’Onor. Cobol, ottenuta la parola, propone in seguito alla comunicazione fatta dalla Presidenza: 1. che resti incaricato lo Spettabile Municipio di informare la Deputazione ora eletta riguardo al tempo in cui potrà adempiere il suo mandato ; 2. che intanto la presente seduta venga aggiornata. Accolte senza discussione ambedue le proposizioni ad unanimità, il Presidente leva la seduta e scioglie l’adunanza alle ore 9 pomeridiane. Questo il risultato della prima seduta del nostro Consiglio, benché si sapesse che il Dr. Gallo ave a dichiarato espressamente, che in nessun caso avrebbe accettato l’onorifico ufficio di cui si voleva insignirlo. E infatti la seguita votazione non lo fè cambiare di proposito, e l’indomani ancor prima di ricevere la deputazione inviatagli, egli facea publi-care e pervenire ai Rappresentanti cittadini ed alla stampa la seguente rinuncia : Onorevoli Signori ! Non ho parole che valgano ad esprimervi, come vorrei, la profonda mia riconoscenza per l’atto solenne di fiducia di cui mi avete voluto altamente distinguere col designarmi alla più onorifica ed elevata dignità di questo nostro (Comune, che voi, come me, considerate tra i preclari dell’ Istria nostra diletta, e tante dav-vicino legato alle sorti di quello influente e rispettato di Trieste. Questo Vostro voto, il quale innegabilmente costituisce la più pregevole delle soddisfazioni cittadine, in’ è d’uopo dirvelo sinceramente, gettò in quella vece nell’ animo mio turbamento e rammarico; indotto a ponderare ogni cosa attinente all’ arduo mandato, si radicò in me la ferma convinzione, che malgrado ogni buon volere non giungerei al doverosissimo compito di corrispondere degnamente nè alle vostre benevoli previsioni nè alle legittime aspettative del mio paese. Onorevoli Signori! Nel Vostro cuore, mi compatite, nella Vostra saggezza scusatemi se sotto l’influenza di così fatta convinzione mi determino di allontanare da me tanta distinzione cittadina, pregandovi conservarmi nonpertanto la preziosa Vostra benevolenza. -------------------------------------------- CORRISPONDENZE. Tirano, 20 Aprile 1885. Pirano va maturando le feste centennarie del più grande de’ suoi figli, del maestro delle nazioni, di Giuseppe Tartini. Non conosco le precise intenzioni dei sopracciò, ma è noto che i Piranesi hanno molto buongusto, e sapranno ottimamente organare la festa. Rilevo frattanto che verrà eretto un monumento alla memoria del grande trattatista inventore compositore ed esecutore, e che tutta la provincia, se forse non anche tutte e tre le provincia sorelle, contribuiranno a che riesca degno d’un tanto nome. Antecipando gli avvenimenti, sarei tentato di suggerire per quel giorno 1’ apertura di un circolo (accademia?) artistico letterario sul fare del gabinetto Minerva di Trieste, da nominarsi del nome dell’insigne Maestro. E non si gridi all’utopia: nella musica i Piranesi sono tanto innanzi, che da questo lato non c’ è dubbio che la cosa non sia effettuabile, e per il rimanente può stare del pari. Oggi per esempio un medico tiene un discorso sulla igiene; un altro giorno un dilettante di belle lettere commenta una poesia o raccomanda un libro nuovo analizzandolo e preleggendone gli squarci più notevoli ; un legale può discorrere di diritto naturale, uno studioso di cose filosofiche può leggere di etica, un capo ameno, seguendo 1’ esempio delle antiche accademie, può recitare le lodi dell’ insalata, o una cica'ata a dimostrare verbi-grazia che la gallina è stata prima dell’ uovo, salvo a un altro spirito bizzarro di sostenere nella prossima tornata che l’uovo è stato prima della gallina, e chi una cosa a chi un’ altra, che non mancano gli argomenti. E poi cosa fatta capo ha ; 1’ occasione, 1’ emulazione, qualche dotto forassero di passaggio per la nostra città, tutto farebbe camminare l’istituzione. Sarebbe cosa ben dolorosa, che l’intelligente e popolosa Pirano, ora che perde le scuole Reali, non avesse da additare nel ramo della coltura che l’istituzione di_ una scuola popolare, per nulla dissimile da un villaggio ! Ciò che ho detto di Pirano, se lo può intendere di Capodistria, di Parenzo, di Pisino, di Rovigno, di Pola, di qualunque delle nostre città, dove l’intelligenza si trovi bastantemente all’ uopo rappresentata. E se ci sia una scuola media, come a Capodistria e a Pisino, i professori di fisica, di storia naturale, di filosofia, se volessero dare alla istituzione il loro nome, avrebbero una bella occasione di favorire il progresso del paese, e diguadagnare nella stima e nella riconoscenza dei cittadini. Nè le signore avrebbero da star passive sempre, che per esse ci sarebbe il piano. Anche, se a taluno venisse la mezz’ ora del matto, e si producesse con qualche composizione poetica o giù di lì, il loro giudizio significherebbe non poco, e moltissimo la loro approvazione. E chi ha detto d’altronde che non possa 1’ una o l’altra di esse trattenere la brigata con un argomento di amena o di seria letteratura, e di economia domestica? Insomma prendiamo ad esempio la Minerva di Trieste e scuotiamoci. E per tornare a Pirano, il circolo Tartini sarebbe, la sera della festa, una bella e serena appendice al chiasso della piazza, e in quel primo convegno tanto, il tempo sarebbe corto agli inscritti per i discorsi ; preso l’a ire, la cosa cammina. Maggia, Aprile 1885. Caro „Patria" siamo anche noi tuoi associati e speriamo non ci negherai per una volta almeno ospitalità. Te la domandiamo per dir quattro franche parole, che se non avranno la squisitezza di quelle, che di quando in quando ti spedisce il noto corrispondente muggesano, saranno però non meno vere e sincere. Eccole. E in città, e a palazzo e sulle tue stesse colonne, „Patria" carissimo, s' è fatto un casus belli de’ famosi resoconti della cessata amministrazione comunale e ne venne affidata la revisione ad un Comitato composto de’ principali avversari della medesima, affinchè la luce, tutta la luce fosse fatta e si venisse alfine a sapere ove e quanto sia il marcio. La cessata amministrazione però, certa del fatto suo ha presentato a cotesto Comitato speciali giustificazioni e pare che il calore de’ benemeriti signori che lo compongono si sia tantosto mutato in tanta acqua e fredda assai. V’ è chi dice che la maggioranza dei membri del Comitato sia disposta a tenere il sacco a un vecchio compare, vi sono altri che affermano che ella, rimasta conquisa dall' atto con cui i resoconti in questione furono illustrati dal nostro ex Podestà, non sappia più trovare parola per sostenere le accuse che da principio gli ha scagliato. Il fatto è un solo, che cioè il famoso Comitato non ha dato ancora alcuna relazione, quantunque sieno trascorsi ben 16 mesi dal dì in cui gli fu conferito il mandato che tiene. Noi abbiamo molto rispetto per gli onorevoli del Comitato, ma dobbiamo pur loro dire che non è così che va trattata la cosa puhlica e la illibata fama del fu nostro primo cittadino. Qui a Muggia 1’ affare dei compari è purtroppo una rovina. In proposito udite questa del nostro Municipio. Doveansi costruire gli arresti e per non togliere una cantina comunale ad un . . . compare, si adatta all’ uopo il solo attiguo locale senza aria e senza luce. A costruzione compiuta il medico del Comune dichiara gli arresti inservibili per ragioni d'igiene e la spesa va interamente sprecata. Bravo, bravissimo 1’ insigne ingegnere che ideò il lavoro e più bravo il Municipio, che spende così bene i nostri denari. 0 povera Muggia in che mani sei mai caduta ! Parecchi cittadini contribuenti. —--------------------«=^g=3^o-G-o-e=ra-<>»' ------------ UN PO’ D’IGIENE Valetudini populi rationem hàbe Il nostro benessere materiale dipende dal saper evitare a tempo gli urti degli agenti esterni, dal saper convenientemente usare del mondo esterno. Gli agenti esterni, ai quali è soggetta la nostra vita, sono l’aria, gli alimenti, gli esercizi muscolari, le vestimenta, gli esseri che mettiamo in contatto colla nostra pelle ; sicché dobbiamo avere il massimo riguardo all’ aria che respiriamo, ai cibi che introduciamo nel nostro corpo, ai movimenti cui ci sottoponiamo, ai vestiti che indossiamo, nonché alla casa che abitiamo, applicando in ogni tempo retta-mente al caso nostro i principi generali dell’igiene. L’ignoranza o la trascuratezza delle regole d’igiene e di salutare regime domestico da una parte, certi sciocchi pregiudizi dall’ altra furono 'causa d’ineffabili ansie, d’indicibili travagli, d’innumerevoli lagrime e lutti, di gravissime sventure a migliaia di famiglie : furono cagione d’immense spese ai comuni, ai governi. Le malattie contagiose che continuamente ci affliggono in generale, ed in particolare l’ultima invasione del tremendo Cholera-morbus in Francia e in Italia, ne diedero dolorosissime prove. È accertato, che un malore epidemico non si sviluppa, o, se comincia, non infierisce là dove vengono osservati i precetti dell’ igiene, specialmente privata e casalinga ; e per ciò il maggior servigio che si possa rendere alla patria, all’ umanità intera, è quello di diffondere la cognizione delle più sicure norme d'igiene. E come si pratica in fatto di belle lettere, d’economia politica, d’agricoltura ecc., così dovrebbesi usare anche in fatto d’igiene, e tenere pubbliche lezioni agl’ indotti in apposite conferenze p. e. sull’igiene della respirazione, della nutrizione, dei muscoli, dei sensi, della pelle, dell’abitazione, del riposo, del sonno e così via ; sulle norme precauzionali per impedire la propagazione di que’morbi di cui la minaccia pur troppo ci pende sempre sul capo ; sui primi soccorsi da prestarsi ai colti da certi malori, non senza combattere contemporaneamente l’inerzia, l’inscienza sorgenti di molti mali. Ma questi rimarranno per altro solo bei progetti senza 1’ aiuto dei comuni, senza l’opera efficace dei medici, del clero, dei dotti, senza la cooperazione d’ ogni buon cittadino. Motivo per cui rivolgiamo le nostre parole agli uni e agli altri, perchè tutti con forze unite concorrano volentieri quando che sia a tradurre in atto l’idea da noi testé espressa. Altro mezzo potente e facile al raggiungimento del suesposto fine è quello d’opportuni periodici od altri stampati. Quanto danaro e quanto tempo si spendono nell’ acquisto e nella lettura di libri e giornali di altro genere, e quanto poco si sacrifica in pubblicazioni, che insegnino a mantenerci sani, ad esercitare abilmente la nostra professione a ben governare la nostra famiglia ! Ogni famiglia, ogni scuola, ogni officina, ogni caffè, ogni esercente un mestiere o una professione dovrebbe esser provvisto d’un buon giornale d’igiene. Se ne siete persuasi, allora procuratevi, leggete, spargete largamente tra il popolo simili pubblicazioni, e vedrete, che non tarderemo a sentirne i benefici effetti. A tale generoso scopo sarebbe utilissima la formazione di società, ad esempio di quella istituita di recente in Genova. La detta società ha sede nella benemerita direzione del „Consigliere delle Famiglie“ benefico giornale della vita casalinga, e, quantunque da poco tempo fondata, pure è già molto fiorente, distribuendo essa gratis, massime ai padri di famiglia e a maestri di scuola, un gran numero di copie del mentovato giornale. — „II Consigliere delle Famiglie" ha sette anni, di vita, ed è redatto da una società di coscienziosi scrittori, i quali accoppiano la pratica alle teorie della scienza. S’occupa con quella semplicità e chiarezza di stile che più s’addicono ad un periodico destinato a circolare tra il popolo, d’economia, d’igiene, di medicina domestica, della tenuta della casa, della cucina, della cantina, della corte, del giardino, di lavori casalinghi, di liquori, d’ e-sercizi corporali, di giuochi, di divertimennti ecc. ; fa conoscere tutte le innovazioni, le invenzioni e le scoperte atte a migliorare la vita domestica: atto assai a raddrizzare molte idee storte entrate in mille guise nel cervello del popolino. È desso il miglior lavoro di questa specie che noi conosciamo, dal quale si pónno imparare svariatissime cose nuove, di molto rilievo, utili tanto da essere un importante guadagno il saperle. Ecco il periodico che noi' facciamo voti di veder introdotto e diffuso nella nostra Provincia. Lo raccomandiamo quindi con ogni efficacia e forza ai padri di famiglia, alle biblioteche scolastiche, alle società operaie, agli stabilimenti tutti : lo raccomandiamo in ispecie agli aventi grandi o mediocri fortune a vantaggio dei poverelli. — Esce in Genova in fascicoli di grande formato e di sedici colonne all’uno. I/edizione mensile costa sole due lire all’anno, e lire quattro la bimensile. Ciascuna annata è disponibile al prezzo di tre lire. La Direzione manda gratuitamente schiarimenti, programmi e numeri di saggio a chi ne fa domanda affrancata. Lo spirito di fraterna beneficenza che ognora più ovunque studia e provvede agl’ individuali e sociali bisogni, ci serve d’arra, che il presente cenno non tornerà infruttuoso, -------------------------------------------------- Piaghe del giorno ! Potrai accorgertene. di leggeri, o lettor mio colendissimo, nel frequentare i pubblici ritrovi, come spesse volte l’ozio deturpi il cuore, abbrutisca l’uomo e lo renda satirico, caustico, mordace ! Eppure, se noi avessimo una più esatta idea di quello che stiamo per dire, se meglio riflettessimo ai nostri discorsi prima di lasciarceli imprudentemente sfuggire, quanto saremmo più onesti e giusti ; quanto più felici e contenti ! Il motto virgiliano „Labor omnia vincit" è. la vera panacea universale ! Erasmo che stava arrotando un coltello, ad un tale che gli chiedeva se fosse pericoloso e tagliente, rispose : „Non quanto è pericoloso l’ozio; non tagliente quanto la maldicenza e la calunnia" ! Ora, o Signori, d’oziosi ne abbiamo non pochi, e troppi di conseguenza i satirici, i caustici, i mordaci! Caustico propriamente è colui che in tutti i suoi discorsi ci lascia travedere una certa malignità corrosiva e penetrante ; mordace colui che cerca e tocca in tutti gli affari altrui il biasimo ed il male, e morde ed assale con stizza anco il bene, passione proveniente sempre da invidia, talvolta da mal celata gelosia e dispetto ! Il satirico si ride di tutto, sprezza e condanna a destra e manca, con affettati raggiri, e persone e cose più o meno meritevoli d’essere poste in berlina e censurate. Il satirico è veemente e vile ; il caustico ironico e pungente ; il mordace ardito, impudente, sfacciato ! Il mordace è sempre un essere disprezzabile ; il caustico talfiata tocca nel vero ; il satirico forse gioverebbe, poiché è spesso anche veridico, ma sempre un essere a-bietto quando vile sarà il suo modo d’attacco ! — Provatevi lor dire : E non avete vergogna di condannare all’ ostracismo e al disprezzo del mondo il vostro simile forse non meritevole del male che gli fate ? E vi risponderanno : Noi non abbiamo nulla a vergognarci. E qui avranno ragione ! Non possono sentir vergogna che coloro i quali hanno un’anima onesta e sensibile!! Ed i calunniatori sono : ......................razza maledetta Che ti loda davanti e poi t’aspetta Per colpirti allo scuro ed alle spalle. A. C. --------------------M==»ìgDO