ACTA IÍISTWAJE V. ricevuto: 1996-05-15 UDK 929 Carli G.R.:821.131.1-6 GIAN RINALDO CARLI E GIROLAMO GRAVISI Isabella FLEGO prof., Comunita Nazionale Italiana di Capodistria, Si-6000 Capodistria, Via OF10 prof., Italijanska skupnost Koper, SI-6000 Koper, Ul. OF 10 SINTESI Prendendo spiuito dal recente dibattito sull'opera e la personalitá di Gian Rinaldo Carli nel bicentenario délia sua scomparsa e trovandomi nel mezzo di una ricerca e studio, tratto da un'atíenta lettura e disamina del ragguardevole epistolario conservato ordinatamente dall'Archivio Régionale di Capodistria ed appartenente al archivio della Famiglia Gravisi, sul suo altrettanto illustre, eruditissímo ma infinitamente meno noto ed acclamato concittadino, il márchese Girolamo Gravisi, non poteva certo non saltarmi all'occhio ed incuriosirmi il fatlo che i due fossero Vuno il principale interlocutore dell'altro, legati da una fittissima corrispondenza. Ho ritenuto perció necessario separare dalla mia ricerca il presente contributo, perché la loro esperienza epistolare rispecchia, attraverso una serie di significativi frammenti, il sentire profondo del Carli, uomo, amico e padre. INTRODUZIONE II Carli erudito, iníellettuale, versatile e sagace, capace di spaziare nel-J'immensità deilo scibile, non seppe tessere rapporti di amore e comprensioue in famiglia (che abbandonô giovanissimo) né tanto meno legami affettivi o di amicizia con gil altri suoi concittadini: "Cosa devo io fare cola, privo di amici, di divertimenti, e solo carico di noia e di solitudine?" si lamentava con Túnica persona, su cui poteva contare nella "sua" Capodistria, il márchese Girolamo Gravisi. Concéntralo su (e consúmalo da) le sue ambizioni di onore e gloria, corrobórate da un concetto tutto suo di onestà e gratitudine, cullo sempre e senza fintí pudori I'idea di poter leggere un giorno la sna biografía. Da buon iníellettuale del secolo dell'illuminismo fu capace di produrre un ricco epistolario, che sarebbe durato tutta la vita, con l'amico ed in seguito anche cugino Girolamo Gravisi. 109 ACTA HI STRIAE V. Isabella FIEG0: CIAN RÍNALDO CAKL1 E GIROLAMO GRAVIS!. 109-134 La stima ed il parere del márchese, figura affettivamente e professionalmente importante, ebbe grande valore nei corso della vita del Carli, tanto che quest'ultimo si awalse della sua intensa colla boraziooe nella stesura di varié opere, affidandosi quasi sempre al suo gíudizio finale. Inoltre, dopo avergli con-segnato del copioso materiale biográfico, volle che venisse ordinata cronológicamente la sua vita politica "... per celebrare la memoria d'un citiadino che primas in palriam porto' gli onori d'un Minisiero soslenuio nella Monarchia Austríaca, ottenendo le prime dignita'..." nonché quella letteraría,"... in modo che dopo di me rimanga nella Patria qualche memoria di me." (Cosí scriveva di suo pugno al Gravisi da Milano il 4 febbraio 1778 e da Venezia il 15 aprile 1786). Ed é dunque piü che ovvio che proprio dalle parole di entrambi sí possa cogliere un ritratto vivo e spesso curioso o toccante del mondo personale di Gian Rínaldo Carli. In un periodo come quello attuale, in cui esponenti dei piü svaríati rami del mondo della cultura sembrano convenire spontaneamente ad una specie di in-dirizzo comune o di sforzo collettivo, teso alia valorizzazione e alia difesa del beni culturali, mirato ad una piü arlicolata conoscenza e conservazione del proprio patrimonio storico, non puo e non deve essere dimenticato il cospicuo lavoro deí personaggi apparentemente piü umili e il loro apporto all'evoluzione di personalitá autorevoli. In tale contesto si inserisce, sullo sfondo della Capodistria del '700, anche la nascita deü'amicizia tra G. R. Carh e Girolamo Gravisi. Qüest'ultimo ha rivestito un importante ruolo nelle vicende delja vita del Carli, da quelle leíterarie e politiche a quelle familiari e sentimentali. Quando, giovanissími, si sepaiano, la traccia della loro vita scolastica resta per sempre dentro di loro: "... e mi trovo sempre piú che mai contento per essere sotto la direzione di un MaestroJ cosi dotto e cosi insigne. Almeno fossimo assieme a godere della stessa fortuna." (Lettera del Carli al Gravisi da Fiambro, 28 marzo 1736). Sin dai primi foglí dell'intensa corrispondenza tra i due si avverte la passione di Girolamo per la ricerca: "La distinta ñola dei luoghi dell'Istria da voi favoritami e ricevutu ¡'ordinario passato mi da ben giusto motivo di rassegnan'i mille dovuti ringraziamenti... con tanta generositá vi siete esibito" (sempre da Fiambro, 9 aprile 1737). E soddisfare il Carli non era cosa da poco. Cosi aveva inizio il grande lavoro di collaborazione e di supporto del Gravisi all'intera opera del Carli, collaborazione caratterizzata da talento, duttilitá e lingua ricchissima, proprio quando la lingua italiana era in crisi e in Piemonte giá andava di moda la lingua francese e si traducevano i drammi del Metastasio. La prima, notevolissima impresa comune di questi due illustri capodistriani del passato é l'aver saputo promuovere, sostenere e indurre i giovani intellettuali a daré vita ad una nuova Accademia e Pavería rinvigorita, in seguito, in vari modi. 1 Giuseppe Bini, celebre maestro friuiano (1689-1773) del quale esistono duc lettere autografe, da Gamona, indirizzate a Girolamo Gravisi. 110 ACTA IÍISTWAJE V. Isa bella HUECO: GIAN 3UNALDO CA.RU E GIROLAMO GRAVISI. 109-134 Con lo pseudónimo di ELIONEO CISTERNIANO, custos, Gixolamo Gravisi firma (assieme ad alcuni suoi concittadini di titolo e spirito nobíle) un documento in latino sviluppato in venti punti - II Regolamento Dell'Accademia, datato 1739 in Domo Barbabianca. II nome dell'Accademia ed i motivi che ne causarono la nascita vengono eioquentemente spiegati dalle parole del Gravisi: "... non potendo la férvida gioventú soffrire Vinerzia deli Accademia dei Risorti, un 'altra ne isíitui col nome di Operosi." (M. S. S. - A. R. C. - f. G. XXII) Tra i primi a daré il proprio contributo, in quaütá di Custode della suddetta Accademia, il Gravisi giá l'll novembre 1738 scriveva al Carli una lunga lettera sulla necessitá delle adunanze accademiche: "... Perché infatti secondo Chiabrerazione adunque se in codeste pitture de' Soci vi sia milla d'an alogo. Per conto della Compagnia Laurenziana, olire l'essere stata cosa prívala, io credo veramente che possa chiamarsi coeva alia nostra. Tutte queste piccole cose io vi dico, perfarvi unitamente vedere quanto io sia rimasto contento di una tale opera e quanto poco io abbia poluto ritrovare di luogo, onde farvi qualche osservazione. " Per quanto riguarda la documentazione sulla Compagnia della Calza (esistente a Capodistria nella seconda m et à del quattrocento) presenîata da Girolamo anche agli Accademici ii 15 agosto 1760 e le osservazioni del Carli, non c'è comunanza di idee con quanto scritto in proposito da Baccio Zsliotto in 'Accademia ed Accademici di Capodistria" (1478-1807); Trieste 1944. La "Storia" ven ne stampata: "Avrete veduta stampata la prima parte della vostra lettera... desidero ora la seconda parte... non vi scordate della nostra giovanile degli Operosi" (G. R. Carli da Venezia,.20 giugno 1760). Intanto Girolamo veniva eletto principe: "... appena seppi che voi foste eletto, che me lo immaginai, vi conosco 20 Gianpaolo Polesini, márchese di Montuna (1739-1829), ebbe carteggio col Gravlsi; nel 1765 fu Principe dei Risorti. 21 M. S. S.-A. R. C.-f. G. datato Capodistria, 15. marzo 1760. 120 ACTA HI STRIAE V. isabella I-TEGO: OIAN RINALDO CARLIH CIROI.AM0 GRAVISI, ¡09-134 abbastanza ... Non è stata piccola impresa, ne gloria ordinaria " sono gli elogi di P. Lucchesi da Urbino, 8 febbraio 1761 (M. S. S.). Negli Annali Letteratura d'Itaiia viene pubblicato l'articolo22 suH'Accademia che (secondo quanto scrive ii Carli nei gennaio del 1765) "Sta bene ... il che deve servirv.i di stimolo. " Sempre convinto assertore della cultura, poiché essa vive piîi a lungo delle persone, il Gravisi fece deila sua dimora una splendida vetrina di volumi, di quadri e di buone maniere: "... Ho par tico lare piacere altresi d'intendere che la Vos Ira Accademia, a cui pre-siede V. S. II!., ora si aduni nella sua casa, sempre placida, quieta, soave, dolce e gen-lile ... " Sono parole di P. Atanasio Vallotti da Cividale (il 25 agosto 1761 M. S. S.). L'attività di accademico prosegue fiorente, impegnando Girolamo nello studio della questione dei confini deü'Istria, sull'Antico Commercio di Aquileia e i popoli del Danubio, Sulla Dalmazia detta Región d'Itaiia e snl Sito del Timavo. Suo grande oppositore è l'Almerigotíi: A vete rilrovato un eccellente giudice per le questi-oni delVIstria antica, ma dubito che Checo" (cosí delTAlmerigotti Francesco) "íi appellera ... " (G. R. Carli da Milano, 2 iuglio 1766); in agosto "Sarebbe miracolo che. Checo si fosse penlito del commesso delilto di lesa Verità. Voi fate bene a continuare ... " ■ A Giuseppe Qravisi, noto accademico, il Carli coñuda che: "La contesa del-l'andcritico (l'Almerigotti) terminera senza conversione nessuna: il solo bene che ne ritrsrrà, sarâ Vaver la materia schiarita bene da Momolo. " (è un nomignolo che il Carli usa per Girolamo), (Milano,-18 marzo 1766). E quando viene pubblicata la prima parte "Della estensiohe dell'antico Uliri-co", owero della Dalmazia, di F. Almerigotti, il Carli ha sí parole di incorag-giamento per l'amico, márchese, ma soltanto perche questi avrebbe dovuto soste-nere quanto scritto da lui nel Primo libro delle Antichità: "Voi farete assai bene il rispondergli; ed io in antiápazhme mi vi professa obbligato mentre voi sosterrete quelle opinioni che io prima d'ogni altro disputai... '¡'oslo che voi abbiate falto qual-che cosa fatemela vedere; ma non vi scordate perô ¡'opera degli scrittori nostri: basterebbe vedere per ora quelli della fam. Vergeria... " (da Milano, 2 novembre 1774). A Venezia nel 1775, nelia Nuova raccolta d'opuscoli, esce la "Dissertazione sopra la Dalmazia" dei Márchese Girolamo Gravisi. "Mi sono lagnato ... del vostro silenzio nella seconda Dissertazione ... " sono le fredde parole del Carli nella sua lettera da Milano il 4 Iuglio 1775. Ma da quanto segue si intuisce che Girolamo ha sempre giudicato Topera del Carli quasi una cosa sacra, ritenendo (spesso a torto) i 22 L'articolo è inscrito nel Volume íll (1761) pg 435 co! titolo "Sino dril 1478, ííorl in Capo-distria un Accademia, che poi si disse dei Risorti* e nelle Nueve Memarie per servir alia Storia Letteraria, Tomo III da pg 407, come "Lettera intomo alie antiche e moderne Accaderaie di Capodistria" del 1760. 121 ACTA HI STRIAE V. IsabellaFLEGO: C.IAN RfNALDO CARU E GIROLAMO 0RAVIS1,109-134 suoi Javori poca sostanza, e ricercando il consenso del Carli, sempre avaro di lodi: "Voi poi passais a giustificarvi meco per rispetlo alie stampe sulle Anüchitá. Come pótele voi immaginare ch'io dubiti délia vostra cordialità e lenerezza per me, dopo 50 e più an ni di non interrotta amicizia? ... Mi son sempre falto pregio di far menzione di voi negli Argonauti; vi lio indirizzato una dissertazione nell'Esiodo, e subito ches'è veduto stampato qualche cosa di vostro, ip l'ho con ambizione rilevato nel Io delle Antichitá Romane ... Non dubilo dunqut che nella Dissertazione vostra sopra l'IUirico, che desidero di veder presto, non usiate, come dite per rendere testimonianza di quanto ho affalicato per render chiari punti di storia e d'anlichità ... " (27 settembre 1775). II rapporto col Carli è dnraturo e importante anche perché i loro interessi s'intrecciano e si completano grazie al costante lavoro di Girolamo, che lo sostiene fornendogli preziose informazioni. Già nel 1776 lo invitava a Milano; "Vi prometió che venando qui, si compiranno le Antichitá Romane della Provincia, ed anche la Antichitá del tempo di. mezzo. Per dar compimento a tutto questo ho bisogno di stimolo e. di ahito; se no tutto muore con me. Rilroveremo allora tutto il bisogno per Muzio, per Vergerio etc..... " Sui due Girolamo stava già ricercando da tempo, come stava studiando esploratori e astronomi perché il Carli sí era impegnato a svi-luppare i pensieri sopra 1 America: "¡o sono in impegno con Voi di sviltipparvi i miei pensieri, o siano sogni sopra gli antichi Popoli delVAmerica, ch'io credo discendenti in gran parte dagli antichissimi Atlantidi... " scríveva il Carli ai cugino (la lettera non è datata) e proseguiva: "Prima perô devo dirvi che in tale argomento nimia cosa mi spavenía più che il libro di Paw... ", le cui ricerche Girolamo passera al setaccio. II14 maggio 1777 gÜ inviava la prima Lettera Americana23: "Raccoglietele tulle in cartella a parte, che poi formeranno un ammasso di sogni, che intitolerete Američani, ma che avranno, almeno un pregio, cioè d'essere indirizzate al vostro nome ... " In questo contésto il Gravisi si rivela un moderno pluralista che tratta problemi antichi: "I vostri tumi e le riflessioni... daranno comodo a maggiori schiarimenti; e cosí il commercio epistolare americano diverrà più intéressante ... Ho piacere che abbiate lélte le Ricerche Filosofiche (di Comelio Paw) ..." (G. R. Carli, 5 giugno 1777). Ma "Momolo" non le ha soltanto lette, bensi studiate e spedite al Carli assieme a tante altre: "Ricevo con vera emllanza la vostra ... in cui leggo i passi deli Eso do denotanti il Coltello di Pietra, e inohre i bei lumi, che mi date intorno alia caslrazione del Galli... mi sono incontrato veramente in quei passi; ma la riflessione dei Galli m'era affatto scappata... e vi prego ... non risparmiatemi i vostri lumi... Più che andiamo innanzi, più intéressante diviene la materia. " (G- R. Carli da Milano, .10 settembre 1777). E, come di consueto, nel momento in cui l'amico Momolo cerca conforto per le vicende deíla famigiia (malattie o morte) ¡I Carli ritorna ad essere 23 In Archivio a Capodistria ci sono 109 pgg M. S. S. ciel Códice delle leUere Američane di G. R. Carli indirizzate ai eugino G. Gravisi. 122 ACTA HI STRIAE V. IsnbellaFLEGO: GIAN RINALDOCARLI EGIROLAMO GRAVISI, 109-134 parco di parole e sentimento: "Distacchiamoci piú che si puó da noi medesími, e dalle cose che ci toccano, per godere det momenti di pace." (17 setiembre 1777). Appena terminata la prima parte delle Američane, ecco che il Carli coinvolge l'amica anche neU'aspetto stilistico: "Come lo scrlttore scrive infretta e non éperito nelle tingue, cosi vi prego nella copia che fate porre in pulilo, di correggere ove ritrovate lettere o parole male espresse." (Da Milano, 5 novembre 1777). Per quanto riguarda poi la "Comonione fra popoli" che il Carli trattó in seguito nelle Američane "Conviene fissare lo stalo preciso dellastronomía tanto in uno che neü'altro continente, per ritrovare il punto da ad entrambi i popoli sono partid ..." (da Milano, 31 dicembre 1777); ed ecco che Girolamo studia Bertrand, Niccolai, Robertson, il Negozio dei Negri, come sia nata la popolazione dAmerica, Toro d'America, e il Carli lo consiglia: "Combínate la Fisica e l'Astronomía con la Storia; cosicché forse ci accosteremo a qualcosa di dimostrato." (14 gennaio 1778). Nel febbraio dello stesso anno gli comunica di aver terminato il "Comrnercio Americano ... ma attenderó sempre le vostre riflessioni e i vostri lumi per rendare l'opera meno ímperfetta che sia possibile... \ invitándolo inoltre a "ritrovare come e perché sia accaduta tale inondazione del Globo." In seguito pero decidera di non intrat-tenersi oei dettagli del Diluvio Universale, che invece il meticoloso márchese Gra-vísi si era prodigato ad analizzare a fondo, come fece per gli Ebrei e I Teologi che a diré del Carli "sono animali da rispettarsi come i serpenli. Perianto tutti i lumi che vi p os s ona cader sott'occhi o rischiaranti o opponend il mió sistema, mi saranno carissimi..." perché "il vostro giudizio é per me consolazione, quanto é grande la stima ch'io fo de' vostri lumi, delle vostre cognizioni e del vostro talento." É una delle poche volte in cui il Conté si iancia in lodi e dichiarazioni di riconoscimento per Popera dell'amico Momolo. Sollecito come sempre nel servire il Cavaliere, il nostro si getta a capoñtto nel lavoro, e giá il 25 marzo successivo il Carli gli scriveva: "Mi consola il vostro giu-dízioso sentimento sulle Američane... ¡o deside.ro che voi mi díctate lutti gli obiettiví e riflessioni che nel riandarla crederete béne di fare; e-di questa fatica vi saró estremamente obbligaio." Anche "le Atlantidi" vedono Girolamo impegoato in prima persona: "Vi sono obbligato dalla memoria fattami dell'opinione di Bougainville?4 e del Grazio,25 di cui éfacile che nefaccia cenno, benché svaniscano iulte le opinioni con quella di /V/. Bailly"26 gli scriveva il Carli da Milano il 18 agosto 1779, ed il 22 setiembre con- 24 Luigi Antonio ¡3. (1729-1811) celebre esploratore. 25 Ñorne italianizzato di Huig van Groot (1583-1645), umanista, giurista e storiograío olandese. Giroiamo nel suoi manoscritti nomina le opere "Mare liberum" e "De jure beíli ac pacis" del Groot. 26 Giovanni Silavano B. (1736-1793), astronomo ir anee se: "Lettere sull'origine di Atlantide di Platone". 123 ACTA HI STRIAE V. Isabella FLEGO; QIAN RINALDO CARLI E CIRO! AMO GRAVISI, 109134 tinuava: "lo scrivo le Atlantidi come le Americane ... nel ritoccarle ... approfitío de' lumi che mi soppravvengono...". Nel .1780, serapre su invito del Carli, si prospetta un incontro a Milano: "Pen-siamo ambedue al modo di riabbracciarci prima di abbandonarci per sempre ..." poiché "le Antichitá Romane dell'lslria ... se non si continuano ne siete voi solo la cagione..." In occasione di quel viaggio Girolamo incontra Giuseppe. Parini ed altre per-sonalitá: "... Tutti quelli che avete conosciulo ne parlano con stima. Devo salutarvi con mille espressioni di cordialiiá e di stima per parte della Sig. Checa, poi del nostro Conté Caimo e della marchesa Visconli, e dei ktteraii amici; tra qiiesti Parini..." (G. R. Carli da Milano, 30 gennaio 1782). E piü avanti nella medesima lettera, facendo delle considerazioni sul modo di studiare, il Carli (forse spiüto anche dagli apprezzamenti di cui riferiva) evidenzia altre qualita del Gravisi: "Voi siete di me. piii flemmatico, piú paziente, e pero avete il bene di lavorare ed applicare come volcte. •" A Capodistria l'anima ed il "motore" dell'Accademia rimane senza dubbio Girolamo Gravisi, uomo con il senso delle proprie origini e sinceramente inte-ressato (al di la di qualsivoglia brama di successo) a ció che esisteva prima di lui nel campo della vita culturale di Capodistria. Siamo agíi amii di lunghe e spesso estenuanti ricerche sul Vergerio e sul Muzio: "Voi mi fate crescere il pregio e la compiacenza per Vacquisto dei libri indicativi del Muzio e del Vergerio, che voi ottimamente definite per sfortunato e capriccioso." (G. R. Carli da Milano, 14 di-cembre 1785). Alcune di queste notizie sul Vergerio figureranno poi nell'opera del Carli assieme a quelle sul Vescovato di Emona e Cittanova. Ma il Carli non poteva certo accettare di rimanere escluso dalle pur legittime intenzioni dell' amico di pubblicare in proprio studi sui "grandi giustinopolitani", e si precipita perció ad inviargli "molti doctimenti riguardanti l'articolo della sita vita. Voi scrittore degli scrittori e uomini celebri della nostra Patria; benché io non aspiri a tal grado; avete voluto avere le notizie aliingrosso della mía Vita ... dunque distribuite le carie in ordine cronologico; divídete le molerte ... estendete le notizie in modo, che dopo di me rimanga alia Patria qualche memoria di me..." (da Venezia, 15 aprile 1786). II márchese Gravisi, che da anni coltivava l'idea di raccogliere notizie per ¿Ilustrare la Patria, si rivolge puré a Mons. Giandomenico Guerra, canonico di Civi-dale, a Giuseppe Liruti, che da Villa Fredda gli aveva scrifto il 16 dicetnbre 1763: "Oh quanto volentieri vedrei io questo suo parto... Ho imito alie due ricercatemi ultra non lunga Epistoleíta del Vergerio, indirilta a certo Albertina d'Aquileia" (M. S. S.), e al Pré Lettor Vallotti, dei predicatori a Venezia, che, puré, ebbe parole inco-raggianti: "Dalla di Lei erudizione, e pregievolissimo discernimento, noi aspettiamo 124 ACTA IÍISTWAJE V. Isabel la FLECO: GiAN RINALDO CARL1 E GIROLAMO GRAViSJ, cose maggiori. Oh s'Ella potesse raccogliere notizie abbastanza per iIlustrare la Storia de' Letterati della sua Patria, e di codesta Provincia; sarehbe questa impresa invero degna di Lei..." (giá il 17 luglio 1764 M. S. S.). Girolamo continua nella richiesta di informazioni, accumulando e diffondendo (coiné sempre) sapere, anche se tutto ció lo portera, negli anni, ad esaurixsi nel coltívare il proprio talento a beneficio piü degli altri che della sua opera. Per soddisfare e servire il Carli é impegnatissimo nelle "Antichitá Itahche": "II volume XIII dovrebbe capitarvi a momenti. Vedrete gli accrescimenti agli Itali Primitivi... Atiendo con impazienza lo schiarimento intorno al Tempio di Pola..." (G. R. Carli da Milano, 26 luglio 1786). Molto probabilmente i continui ordini lo distolgono, ed anche se dimostra capacita di leggere e studiare piü argomenti alia volta (qualitá che ammiro in Francesco Zambeccari27) ció pare fiaccare la voglia di pubblicare qualcosa di suo: "Nidia mi scrivete intorno al Vida2S; e ne sono curioso. Ma vorrei, che anche pubblicaste gli uomini illustri Vergerj; se non siete ancora in ordine per gli altri nostri Concittadini. Ma io vorrei che cominciaste il sommario anche per me, almeno negli articoü di letíeratura e della Política." (G. R. Carli da Milano, 31 ottobre 1787). Girolamo, iofatti, spedisce gli studi sui Vida a Lucio Doglioni a Venezia: "Sentó che avete inviato a Venezia le memorie del Vida ... indirizzate a un nostro amico. Come sono queste molto annesse aifatti del Vergerio ... spiacemi solo, che appunto tale stampa non siasi eseguita annifa; perché in quelle Memorie di Vergerio mi sarei falto dovere di farne menzione." (G. R. Carli da Milano, 21 novembre 1787). Ma nel dicembre di quello stesso anno giá si sapeva che, per questo lavoro, la fortuna gli aveva Yoltato le spalle: "Spiacemi che non si stampino le memorie sopra il Vida. Dovreste unir queste a quelle dei Vergerj, e finalmente darle fuori, cominciando il Volume primo de' nostri Letterati." 11 Carli aveva capito che le memorie erano ben congegnate, con autorevoli richiami ai testi letti e studiati e condotte con stile e discorso chiaro e" scorrevole. Riguardo invece il ruolo di ricercatore, consulente e recensore deH'amico Gravisi, qualche mese dopo il Carli gli spediva quanto giá stampato deile Antichitá Italiche: "L'approvazione che voi date ... é per me un prezioso regalo, che mi riempie di consolazione, e direi quasi di orgoglio ... Ho ritrovato ta misara delle Colonne e piedistallo" (di Pola) "... voi mi assicurate il contrario; e nei disegni favoritimi infatti non c'é alcun indizio ... V'íncludo anzi tutto ilfoglio, che mi rimanderete; in cui ci 27 Dalla lettcra a P. Lettore Doraenico Pellegrini, dei Predicatori in Venezia, datata Capodistria lo ottobrel789, firmata Girolamo Gravisi. 28 Vida dottor "excellenslegumdoctor" Ottoniello di Capodistria; morto nel 1551. Viaggiú con Pietro Paolo Vergerio. Fu accusato di apostasia. II Gravisi nello scritto "Lettera al signor Lucio Doglioni sopra la vita e memorie di Ottoniello Vida" lo difese. La letíera é pubblicata da Pietro Stancovich in "Biografía degli uomini distinti dell lstria" nel capitolo VI alia voce Vida dottor Ottoniello (1551); e nella Raccolta ferrarese di opuscoli scientifici e letterari di chiari autori italiani Volume XXÜ 1792. 125 ACTAÍDSTRIAE V. Isabel 1,1 FUiGO: GIAN RiNALDO CARLIE GIROI-AMO GRAVlSl, 109-134 sono indícale le colonne piane e scanalaie; e due piedistalli. Consigliatelo, con chi ha fatto i disegni mandatimi" (da Milano, 29 aprile 1788). E Girolamo continua a servirlo apparememente senza mai dubitare della sincerita e del disinteresse del-l'amicizia del Cavaliere. II 2 maggio 1788, in un foglío indirizzato a Girolamo, il signor Rocco Sbisá di Rovigno Scriveva: "Al caso dunque di lal esecuzione non mancheró addoperare tut-to il mío spirito par ben servire il Nob. Personaggio ació questo non abbia il mínimo motivo di lagtiarsi contro V. S. lll. col avergli provedulo un picciol ingenuo." (M.S.S.) II22 maggio del 1788, trovandosi a Padova, il Carli gü scriveva: " Piacemi frat-tanlo ¡a notizia della buona disposizione per favorirmi del Sig. Rocco Sbisá di Rovigno. " E giá qualche giorno dopo incalzava con un'aitra lettera; "Per supplire alia parte dell antichitá,conviene che \>oi mi ajutíate; e piú prontamente che sia possibile ... Prégate il S. R. Sbisá di Rovigno, a portarsi a Pola, con sei Rovignesi... facendo scavare, dove occorre ... Vé anche in Pola il Cancelliere della sanitá il Sig. Lom-bardi... il quale ha genio per le antichitá..." L'amico si prodiga ancora, e grazie ad una- fitta corrispondenza (esistono le autografe) gia nel mese di iuglio riesce a condurre a termine il compito asse-gnatogli: "... con sommo piacere rilevo la possibilitá di aver quantó prima le misure e disegni... delle Antichitá di Pola..." L'impresa pero non avra buon esito, perché l'autoritá política di Pola aveva proibito, vergognosamente, ogni lavoro. Scriveva ij Carli sdegnato: "lo mi raccomando a qualche amico in Venezia„ e con questa vi verrá forse inclusa una lettera con Vordine di lasciar operare, tanto nell'Arena ... quanto ne' templi, ed altrove. Vi prego dunque immediatamente far eseguire, a tenore delle istruzioni..." (da Milano, 30 ugíio 1788). Intanto il márchese gli ricercava anche altre antichitá: "Vi ringrazio della bella iscrizione aquilejese. II signor Bonomo me ne invió alcune altre. lo le stamperó Cutte alia fine del Tomo II." (Da Milano, 12 agosto 1788). In ottobre: "Vi ringrazio senza fine della pena che vi siete data per codeste antichitá". (Da Milano, 28 ottobre 178S). Infatti nel tomo II Libro quarto i due vengono citati con le iscrizioni ricercate. Mentre il Carli si preoccupava "che tantus labor non sit cassus" poiché i disegni non erano arrivati in tempo, Girolamo eTa alie prese, sin dal 1763, con gh scritti dello "Stuard e Revet" ed impegnatissimo con lo Sbisá di Rovigno: "Ho avuto i disegni. Sono contento; ma le escavazioni nel-l'esterno dovevano essere piú ampie..." si lamentava il Carli e "Per la ricognizione alio Spisá, mi rimetto a Voi, e quello chefareste sará ben fatto." (28 gennaio 1789). Flamminio Marchetti, dei Minori Conventuali di Pola, in mérito agli studi in-glesi scriveva al márchese: "... che fossero cosi varj erroñ nel cartolaro delle iscri-zioni... qui lasciate da que' signori Inglesi, che ricercarono minutamente queste antichitá ... non feci riflesso che non erano copíate co' loro caratteri proprj e con, quella esattezza che EUa mi accenna...". (M. S. S.) 126 ACTA HI STRIAE V. lsabeilaFLECO: GIAN RINALDO CARLIE GiROLAMO GRAVIS!, ¡09-13* Frattanto, la vena di idee e di attivita del Gravisi portava a compimento "Del-iitlirico Forojuliese esame crítico"29 e lo dedicava all'íliustre Accademia delía Magnifica citta di Udine (Udine, Gallici 1789). Saputa la notizia il Carli gli scriveva: "Sono ansioso di leggere il vostro IUirico Forojuliese. Speditelo a Tamagno, súbito che sia stampato... Vi raccomando perc) di non scordarvi i Vergerj, Muzio e Santorio ..." (G. R. Carli da Milano, 4 dicembre 1788). U letterato udinese Girolamo Asquioo nella sua míssiva del 28 ottobre 1788 usa invece un tono ben diverso: "Ora che V. S. lli glie ne ha falla una" (Dissertazione) "cosi giudtziosa e robusta, ambiscono I Socj di farla leggere in alcune delle prime Radunanze... non potendo far altro se non applaudire alia pubblicazione della me-desima e gradire Vinñtolazione che vorrebbe daré il Chiarissimo Dottissimo Autore di socio dell'Accademia di Udine. Tutto ho accolto nella mente del P. Cortenovis30 stesso. Egli che ka letto la sua Dissertazione ... mi ha piu volte detto che merita di essere pubblicata non tanto per la confutazione del s. Almerígotti, quanto per la dichiarazione ed illustrazione di varj punti della riostra Storia, e della Geografía antica...", 11 Gravisi, che, aveva gia optato per Udine e si era guadagnato una leltera d'ecomio del Cortenovis, le cui parole sono degne di attenzione, perché atiestan o la capacita di Girolamo di affron tare la Storia e le cose del passato, dandoglí valenza di ricercatore: 7 presidí della nostra Accademia si sono creduti onorati di poter pub-blicare col loro nome un'opera di V. S. Ili, ed un'opera piena dCerudizione, e di ntiovi tumi sopra l'antica Geografía delle Regioni a noi confinatüi ... registrero la medesima negli atti delPAccademia. II nome di V. S. lli é tanto celebre, che ci ascriviamo a singolare gloria l'averlo nei nostri fogli ..." (A. M. Cortenovis da Udine, 2 setiembre 1789). Un appunto al Carli viene mosso dall Asquini che da, Udine, nel settembre del 1789 scriveva ai Gravisi: "II Conté Carli nella prima parte delle Antichita baliche, che sí stampano ora a Milano, ha creduto anch'egli superfluo di rispondere agli affascinamenti della férvida fantasía del s. F. Almerígotti. Se avesse veduto la Dissertazione di d V. S. III. avrebbe apprezzato ch'ella sifosse presa sopra di se tale fatica e che la Dissertazione meritava la pubblicazione." (M. S. S.) La Illa Parte delle Antichita Italiche del Carli era uscita dai torchi e súbito nuove richieste rivolte al cugino presero corpo: "Se pero avete documenti fatemeli avere. In codesta P. e [Va tratterá dei Vescovi, che segucndo il vostro amoroso consiglio sospenderó per qualche tempo ..." (da Milano, 15 Suglio 1789). Owia- 29 Una polémica coll'Almerigotti Francesco sopra il Ragionamento da luí pubblicato intomo al!' "Estensione dell'Antico L1 lineo owero della Dalmazia, ed intomo aíla primitiva situazionc dei popolí Istri e Vene ti", reperíbile presso la Biblioteca Cívica di Capodistria. 30 P. Angelo Marta Cortenovis, eruditissimo, al tempo segretario del! Accademia di Udine. 127 ACTA HI STRIAE V. Isabel!aFLEGO: CIAN RINALDO CARLl E GIROLAMO GRAVISI, 109-134 mente anche su questo argomenío ii Gravisi si lancera in studi approffonditi: "Bel-lissima é l'iscrizione mandatami... e ve ne sono obbligatissimo." (G. R. Carli da Milano, 22 lugUo 1789). Giunto al Tomo IV i! Carli iniziava ad aweríire íl peso degli anni: "lo sono stanco e mi manca la voglia di lavorare", scriveva, e non esitava a richiedere altro lavoro da parte deH'amico: "Ho nota che tiella chiesa di Due Casíelli. vi siano un Batiistero, un Pulpito, e rallare di marino greco......L'abate Bradamante?1 potreb- be interessarsene." (Da Milano, 14 aprile 1790). La corríspondenza dell'abate dig-nanese fu veramente di buon auspicio ed estremaniente stiniolante per Girolamo, Quando il Bradamante gli sottopose una Lapide del Petronio, procuratore delle porpore di Cissa in Istria, nacque un vero e proprio studio per ritrovare l'antica ed única Porpora, owero la Tintoria di Cissa e persino il suo Collegio di Porporai. II Carli decide di includerlo per intero nelle Antichitá Italiche (Tomo I Libro IV pg XIV e sugg.) e lo fa precedere dalla seguente considerazione: "lo non saprei meglio illustrare questa iscrizione, quanto. coll addurre la lettera medesima, con cui me la invió il sig. Girolamo Márchese Gravisi." Lo studio delle conchiglíe poTporifere (da cui anticamente veniva estratta una tintura per tessuti única ed inimitabile tanto per colore quanto per qualitá) ebbe vasta eco, tanto che il Carli esortava il cugino a continuare a fare esperimenti, come gli aveva suggerito puré l'eruditissímo Cortenovis.32 Nel medesimo volunte vengono riportate altre iscrizioni antiche inviate dal márchese al Carli. Altra fonte di Grande dispendio di energie per Girolamo furono gh studi sul Sigillo di Guiscardo di Pietrapelosa33: "... Se voi mi fate avere súbito il disegno del sigillo ... io lo faro incidere sul frontespizio", (Volume IV Antichitá Italiche) gli scriveva il Carli da Milano il 12 ottobre 1790 e per tutto l'anno 1791 ci6 fu argomento di trattazione. "Di questo Vicardo é ,il sigillo, che abbiamo posto nel prontespizio, posseduto dal Márchese Girolamo Gravisi." Atiesta il Carli neIi'"Appendice Seconda" del menzionato volume. 31 Francesco B. di Dignano, appassionato di antichitá; scambia lettere interessanti col Gravisi sulla famosa Lapide di Cissa. 32 Angelo Maña C., sacerdote bergamasco. Una su a autógrafa esortava il Gravisi a verificare quali fossero I Testacei (dei quali gli antichi si servivano per manipolare la celebre porpora) e lo elogiava per la Dissertazione sopra il Baffio Cissense (da Udine, 3 maggio 1794 M. S. S.) 33 Pietrapelosa: Marchesato-dei Gravisi (comprendeva diverse ville in istria). Per lo studio delle Origíni di Pietrapelosa, su incitamento di Girolamo si sono interessati: Agostino Carli Rubbi, l'abate Domenico Ongaro, pievano di Colloredo, il Conté Porzis di Cividaie, ¡'abate Freschi, Gianpaolo Polesini, il Liruti, il Bonomo... (M.S.S.). 128 ACTA HI STRIAE V. Isabel!»FLECO: OIAN RtNALDO CARl.1 E OIROI-ftMO GRAVIS1,109-134 sa VIS^DI DS PQTRÀPILOSÂ // sigillo del Vicardo II De Petrapilosa seconda G. R. Carli, Antichità ftaliche, IV. - Appendice, Milano 1791, p. 151. In mérito al sigillo il signor Bonomo scrivera al Gravisi da Trieste già il 6 Dicembre 1787: "Farà bene di tenere una Copia, o almeno prenderre un'trasunto, e communi-carlo anche a S. Ecc. il Sig. Conté Carli a Milano, coll'impronta del Sigillo. Anzi crederei, che sarebbe bene, che gli communicasse anche il Sigillo del Nunzio Pietro Paulo Vergerio, acciô lo pubblicasse nelle sue Disserlazioni. Se non altro affine che non si s/narrisca e se ne perda la memoria. " (M.S.S.) In dicembre il Carli, compiaciuto dell'onore che gliene derivava, gli racconta in confidenza un aneddoto inerente il ristabüimento délia sua pensione da parte di Sua Maestà e La formazione del Governo Mantovano, separato da quello Milanese: "Ora voce pubblica è che i Maniovani mi abbiano richiesto per Capo e Presidente di quel governo; ma nel medesimo tempo vi è un partito, che mi vorrebbe qui Presidente delle Università e degli studi, ma terminando io agli 11 d'Aprile gli an/ii 71 ... non sono in istato di desiderare nulla piu délia mia quiete ... " (da Milano, 21 dicembre 1790). Girolamo recepisce le confidenze e partecipa alla gioia dell'atnico, che cosí commenta: "I vostri sentimenti del cuore in riguardo al ristabilimento délia mia an-tica pensione, sono degni di Voi; ed io me li mérito per l'affetto ed amieizia che vi porto... " (da Milano, 9 febbraio 1791). Intanto Girolamo continua a coltivare il suo interesse verso lo studio e la ricerca sui grandi: "Ho piacere che pensiate al Santorio'1 lo incoraggiava il Cavaliere 1*8 gennaio 1791 e continuava: "andrebbe studiato bene qitanto il Santorio scrisse sulla luce e i colorí... Ma a Voi come Autore délia Vita, appat tiene il minuto 129 ACTA HI STRIAE V. tabella FLECO: OIAN RINALDO CARJ..1 E GIRO LAMO GRAVJSJ. 109-134 rapporto di tutti i r i trovad, dei tentativi, e dei risultati di quell'uomo illiistre. L'im-presa èfaticosa, ma degna di Voi. " (da Milano, 13 luglio 1791). Girolamo, infatti, illustra nei minimi particolari i meriti dei glorioso medico capodistriano, passando in rassegna le opere, la gamma di strumenti inventati e messi in uso, il lavoro di medico in Italia e nel resto d'Europa, nonchè quanto si era "inoltrato nella Ottica dei Colorí ". Ma, invece di pubblicare, nel 1791 spedisce il tutto al Polesini, che si era dichiarato interessato, a nome del dott. Bonditti (di Montona), il quale si era accinto a steudere l'elogio del Santorio Santorio.34 E dopo tanta fatica si confída con il Carli, che questa volta gli fa notare che ció che conta è la salute: "Ho píacere di vedervi persuaso di votarví al Santo equilibrio. Ouesto era il santo anche del Santorio; e questa devozione vale assai più di Guiscardo " (da Milano, 7 setiembre 1791). ¡ I librí e la sorte della Librería exano sempre presentí neila mente entusiasta di Momolo: "II ripiego d'uniré tutti i libri in una Sala del Collegio35 ê plausibile; purchè ci sia un buon Indice e Catalogo doppio; ed una responsabilisa da parte dei P. P.; ed a condizione della intent restituzione, ad ogni richiesta dell'Accademia. lo matiderô i libri rimasli dalla vendita di quelli del fratello..." ma il Carli non dimentica che "Capodistria mi ha eletto Fonderago ... e son sicuro che dopo di noi Fratellij i Ciitadini che verranno e saranno dopo, si ritroveranno contenti; benché sempre iigualmente sc.onoscenti e ingrati. " (da Milano, 3 maggio 1792). In agosto è patético: "lo ho termínalo la mi a car riera. Felice me, se quel poco che hofatto, potrà servir d'esempio ad altri per non abbandonar Vimpresa. " E continua ad interessarsi, ma sempre da jontano, della Librería che intende arricchire e comunica a Giro-lamo che D. Giovanni Leonardoni (suo segretario) ha lasciato i libri alia biblioteca di Capodistria. Nel "mezzano" della sua amata abitazione, Girolamo Gravisi si dedica alio studio di Giovanni di Ravenna e soprattutto dello Zambeecari,37 del quale scrive 34 Dal M. S. S. "Memorie inlorno al Santorio", monografía invista come lettera al marchase Gianpaolo Polesini il 26 luglio 1791. 35 Ora sede del Ginnasio Gian Rinaldo Carli; qui si puô ammirare una ricca Biblioteca; corpdsa grazie anche al lungo e faticoso lavoro del Gravisi, che stiló un suo "Indice dé libri dell'Accademia de Risorti dati in custodia ai P. P. della scuole Pie in Capodistria li Maggio 1806a. (M.S. S ). 36 A questa decisione Agostino Carli Rubbi si era opposto fermatnenle: "Ella chiama nobile sentimento ... il privare questa famigliola di quel decoroso lascito per beneficare asso-iutamente estranei ... un corpo che promette una successions poco coila ..." scriveva ai márchese Gravisi da Trieste il 3 ouobrs 1793. (M. S. S.) 37 Francesco Z., celebre umanista bolognese; maestro di Belle Lettere a Capodistria; nominato dal Consiglio il 7 febbraio del 1466; accettô t'incaríco i! 25 aprile 1466 (successe a Zovenzoni). Dalla lettera (manoscritta) di Girolamo Gravisi al Cav. Abb. Girolamo Tiraboschi datata 30 maggio 1793. Di lui esistono 30 lettere rnanoscritte (consérvate tnale) in lingua latina (Archivio R. C f. G.}. 130 ACTA IÍISTWAJE V. Isabella FlEGO. CIAN RtNALDO CARL1E GÍROLAMO GRAV1S7,109-134 sia a Girolamo Tiraboschi38 che al Carli. Ma, ora che U Carli riteáeva di aver termioato la sua carriera, preferiva ricordare all'amico: "Voi avete un debito col pubblico, ed un akro con me: soddisfateíi. 11 primo è stdíe memorie dei Verger j, e degli altri letterati nostri concittadini; e il secando sullc memorie rigitardanti la mia Vita civile, ¡eneraría, política. " (da Milano. 31 ottobre 1792). Girolamo Tiraboschi (storico e letterato). invece, trova parole di profonda stima: "Oualunquesia lamia "Storia della Letteratura Italiana" io debbopure esser lieto d'averla composta, perché essa mi ha meritato Vonore d'avere una si erudita insieme e graziosa lettera del Signor Márchese mió Padrone stimatissimo. Giu-siissima sono le rifkssioni cfi'EUa mi propone ad assicurare setnpre più la diversitá dei due Giovanni da Ravenna, ed io mi compiaccio d'aver caito nel vero pro-ponendola almeno come probabile ... Lo stesso devo dire delle belle t¡ interessanti letíere di Francesco Zambeccarí, che tante notizie finora sconosciute ci danno della vita e dei rari tctlenti... " (da Modena, 5 giugno 1793 M. S. S.). Girolamo pero si dichiara perdente: "Spiacemi moltissimo, che vi dichiarate fuori caso, dopo il sacrificio dalle carte Vergeriane di dar compimento alie memorie dé' nostri Letterati. Fate almeno un saggio ... " (G. R. Carli da Milano, 21 novembre 1792). Nelle lettere successive entrambi si lamentano dell'età che incalza (essendo entrambi natí nel 1720), anche se Girolamo continuera nella ricerca "per la nuova edizione delle Antichità Italiche, " che il Cavalière giustifica cosí: "... dovrebbe essere impegno di tutti / Provinciali, il procurare che ríesca più coinpiuta, che sia possibile un' Opera, che illustri la Provincia ... e se non abbiamo di che insuperbirci neU'età presente, si abbia almeno il conforto di poter dire fuimus traes, fuit ilium et ingens gloría etc... . " (da Milano, 3 gennaio 1793). La premurosa operosità del márchese Gravisi non conosce tregua: "Ricevo ... le cotrezioni delle indícate iscrizioni; e (a notizia delle fondamenta di antica fabbríca ritrovate aile faide d'un colle di S. Pelkgrino pressa Buje, donde lególe e doliari, non che un lavoro di Mosaico si sono estratti con delle iscrizioni. Le vostre saggie inierpretazioni e le rifkssioni mi sembrano giuste ... mi serviranno ... " (da Milano, 12 giugno 1793). Ï1 mese dopo il márchese gli invia altre novità interessanti: "Rileva U nuovo Doliere di Buje Pasiana;... le aggiunte sono moho importaná... " Nel 1794 il Carli gli rinnovava "gli stimoli per gli esperimenii sulla parpora", pregándolo di non dimenticare "la serie dei Vescovi di Pola, di Pedena e di Capo-distría". Naturalmente anche questa volta il Gravisi lo servirá impeccabilmente. In dicembre: "... ricevo i! sitpplemento degli uítimi Vescovi di Capodistria, e con impazienza sto attendendo l'altro ... È morto l'altra notte improvvisamente il Consigliere Beccaria, e non c'é alcuno, che dica me ne displace " (3 dicembre 1794). 38 Cavalier Girolamo Tiraboschi, bibliotecario del Duca di Modena, autore della Storia della Letteratura italiana. 131 ACTA IÍISTWAJE V. Isabclla FLECO: OIAN RINALDO CARLIE GIROLAMO GRAVIS!, 109 154 Anche quando i sintomi della vecchiaia orroai, incalzano e la mano "sente in fermezza delí'esercizio \ Girolamo rimane quel letterato iucido e maturo, che ben conosciamo, senza mai daré segni di senilità. Avverte, assieme al cugino, le pre-occupazioni legate alla sorte di queste terre e al tramonto di Venezia. Scrive il Carii: "Qualora i figli del Diavolo^ ci lasciano in pace, spero che vivremo tran-quilli. " (da Milano, 14 otobre 1794). In dicembre l'angoscia cresce: "... si rende sempre piil probabite Pirruzione de Regicidf in Lotnbardia. " Infatti Venezia non ha saputo opporsi a Napoleone, e le apprensíoni per l'incerto awenire della Patria, dei due cugini, patrioti e compagni nello studio in un periodo pieno di evoluzioni e rivoluzioni, sono più che gmstificate. In una delie ultime sue missive, U 7 gennaio del 1795 -il Cavaliere si altera ed ammonisce perentoriamente il Gravisi: "Vi ringrazio di iutto ... non cosí vi ringrazio della Genealogía ... Io non vi ho parlato mai di G encalo gis; bensi delle memorie della mía vita política e ¡alteraría, di che vi prego ancora ..." II Gravisi aveva difatti commesso "l errore" di interpretare ampiamente l'ordine precedentemente impartitogli dal cavaliere, ed aveva iniziato a scrivere, coadiuvato da Agostino, la genealogía della famiglia Carli. Ma ció, owiamente, avrebbe significato anche l'inclusione nelle medesima di parenti e familiari che il Carü mal sopportava, e con cui non era ceTto intenzionato a divídere la sua gloria o il suo spazio nella storía patria. Il Conte Gian Rinaldo Carli si spegneva il 22 febbraio deí 1795in Milano. Mons. Luigi Bossí, Canonico di quella città, soggetto insigne nella letteratura e grande amico del Carli, scriveva a Girolamo: "... Egli spirô ¡ra le míe braccía con sentimento e con la Pietà di buon cristiano, e con la fermezza e tranquillità di un vero filosofó... non vedrô mai... morte più bella e più invidiabile. Presente a sé fino all'ultimo e sereno in volto... " (M. S. S.) Girolamo, vicuiissimo alla famiglia Carli, comunica ad Agostino la triste notizia avuta da Monsignor Bossi, e cosi manifesta il suo dolore: "... al sentire una somma afflizione per la fatale, perdita del Signor Commendatore suo Padre, ch era il miglior amico e cugino che avessi al mondo ... " e, candidamente, gli confessa: "Riguardo poi alla sua Eredità debbo dirle che io le saró debitare di un capitale di Ducati 400 e Lire 6 ... nella compiacenza vera, che questo crédito sia rimasto a suo beneficio, ho il rimorso perô, e il rossore di aver tentato il possibik di occultarglielo mentre ei viveva. A ció mi astrinsero le replícate sue commissioni; ed io facendo forza alla mía ingenuità ho doviuo allora per secondarlo tradire la verità. Le chiedo perció scusa e perdono... " (da Capodistria, 8 marzo 1795 M. S. S.) Con la morte dell'amico, Girolamo ebbe owiamente occasione di tracciare l'elogio e la biografía ma, deludendo le probabili aspettative dell'illustre cugino 39 Napolçone e i suoi rivoluzionari. 132 ACTA HI STRIAE V. Isabeila FLECO: OIAN RINALDO CARLÏ E GIROLAMO GRAVISI, 109-134 forse per la prima volta, egli lasció cadere la questions. Probabilmente esaurito dal lavoro per conto terzi nel corso di tanti decenni, e senza il costante richiamo al dovere (presunto o reale che fosse) délie puntual! missive caliche di richieste del Carli, si limitó a donare le molte notizie raccolte: "La ringrazb distintamente delíe notizie intorno ail'illustre defunto: ci sono dei grandi materiali... " (Luigi Bossi da Milano, 8 aprile 1795 M. S. S.). Nel 1796 l'Elógso era pronto:. "Ho approfittato delle memorie da lei favoritemi ... " gli scriveva monsignor Bossi da Venezia, il 19 agosto 1796. Non ci sarà mai dato di sapere e comprendere, con assoluta certezza, la natura e i motivi di questo tentacolare legame (coltivato sempre e comunque) tra il Carli ed il Márchese Girolamo Gravisi, che puô effettivamente ritenersi l'amico più vicino, la voce ed ü braccio nei contatti con i propri concittadini e con altri, da cui per citcostanze fortuite o per la sua natura un po' burbera il Carli si era allon-tanato se non persino portato in rotta di collisione. Che fosse una certa insicurezza psicológica, il legame familiare, la mancanza di ñducia nel proprio lavoro, l'assenza di altri interlocutori parimenti stimolanti oppure la semplice cortesia a spingere cosí costaatemente Girolamo a coltivare questo spesso sfiancante rapporto di amicizia e lavoro con il CarU rimane un quesito affascinante, il cui único punto certo è che a beneficiare in maniera nettamente superiore fu proprio l'illustre Opera di Gian Rinaldo Carli. Salise, la propriété di Girolamo Gravisi (foto: D. Darovec, 1990). 133 ACTA HI STRIAE V. Isabel ta FLEGQ: G [AN RINALD0 CARLI E GIRO LAMO GRAVISI, 109-134 POVZETEK Po nedavni razpravi o delu in osebnosti Gian Rinalda Carlija ob dvestoletnici njegove smrti in potem ko sem na podlagi podrobnega branja in proučevanja obsežne zbirke pisem, skrbno shranjene v Pokrajinskem arhivu v Kopru, raziskovala življenje in delo Girolama Gravisija, Carlijevega enako uglednega, izjemjio razgledanega, a veliko manj čaščenega someščana, nisem mogla spregledati dejstva, da sta bila drug drugemu glavna sogovornika in da ju je vezalo zelo pogosto dopisovanje, kar je seveda vzpodbudilo mojo radovednost. Zato se mi je zdelo potrebno iz moje raziskave izločiti ta prispevek, saj je iz njunega dopisovanja oz. iz cele vrste pomembnih odlomkov mogoče razbrati najgloblja čustva Carlija kot moškega, prijatelja in očeta. BIBLIOGRAFIA Fonti di ricerca scientifica: "Archivio a fondo Gravisi11, manoscritti presso l"Ar- chivio Regionale di Capodistria. Baccio Ziliotto: "Trecentosessantasei Jettere di G. R. Carli capodistriano", Trieste 1914 e " Accademie ed Accademici di Capodistria" (1478-1807); Trieste 1944. Domenico Venturini: "II casato dei Marchesi Gravisi", Fareuzo 1907 e "Guida storica di Capodistria", Capodistria 1906. Giovanni Quarantottí: "Trieste e l'Istria nell'etá Napoleónica", Firenze 1954. Leone Volpis: "Agostino Giovanni Carli Rubbi - Sua vita e suoi scritti", Capodistria 1909. G. R. Carli: "Delle Antichitá di Capodistria", Capodistria 1861, "Delle Antichitá Italiche" 2a edizione riveduta e accresciuta, Milano 1793-1795, "Lettere Američane". Pietro Stancovich: "Biografía degli uomini distinti delTIstria", Trieste 1829. Giacomo Babuder. "Cenni intorno alia vita ed agli scritti del Márchese Girolamo Gravisi", Capodistria 1868. 134