ACTA HISTRIAE * JO • 2002 • I ricevuto: 2002-03-04 UDC 339 19(450.88)" 15/16" VIOLENZA, CRIMiNAi.iT A., BAND IT IS MO NELLE CAMPAGNE. DALLA GTUSTIZ1A BARONALE ALL'ISTITUZIQNE DELLA SALA CRIMINALS NELLA REALE UDIENZA DEL REGNO DISARDEGNA ERA XV] E XVII SECOLO Annamari NIEDDU Umvcrsila degli Smdl di Sassari, Dipartimento di Sioria. IT-07100 Sassari. Vialc Umberto 52 e-mail: n.annamari@tiscolt.il SINTES1 !! baricentro delta criminalita rurale in Sardegna saito state le regioni set-tentrionali deti'isola e in parucokve la zona del Monteacuto. In quest'area si registrano le punte piu alte di criminalita intorno al 1610-1612 e i delitti piii gravi riguardana le violenze, le rapine e i furti di bestiame. Le numerose incombenze che giavavano sul tribunals supremo delta Reale Udienza, portarono gli Stamenii sardi a proporre uila Corona i'istituzione di una seconda saUi che si sarebbe occupata solo ed esclusivamente delle cause criminali. Parole chiave: Sardegna, criminalita rurale, bandiiisnto, ordine pubbtico, secc. XVI-XVII VIOLENCE, CRIMINALITY AND BANDITRY IN THE COUNTRYSIDE. FROM BARON JUSTICE TO THE ESTABLISHMENT OF THE CRIMINAL HALL IN THE ROYAL HEARING OF THE KINGDOM OF SARDINIA (16™-17™ CENTURIES) ABSTRACT The centre of rural criminality in Sardinia is to he found in the northern region of the island and particularly in the area of Monteacuto, where the highest picks of criminality are registered around 1610-1612 and where the more serious offences concern violence, robbeiy and cattle loot. The numerous assignments pending on the supreme court of the Royal Hearing lead the Sardinians Stamenti to suggest to the Crown the opening of a second hall exclusively reserved for criminal trials. Key words: Sardinia, rural crime, brigandage, public order, 16,h-17'k centuries 81 ACTA HISTRÍAE • II) -2002 • i AluwtMuri N1EDDC-: ViOUENZA. CRIMINALITA. BANUrnSMO NtLLfc CAMPMiW.. . .»Ifl Il visitatore générale Martin Carrillo, canonico della cattedrale di Snragozza, inviato nel 1610 in Sardegna da Filippo III, ebbe modo, ncl corso suo soggiorno nell'isola durato circa due anni, di desci ivere la povertà dei contadini e dei pastori, In precarietà della giustizia nelle campagne, gli abusi degli ufficiali e dei funzionari régi.! Le condizioni di vita degli abitanti dell'isola erano tese ancora più miserevoü a causa di gravi piagbe social i quali il brigantaggío, assai diffuso nelle campagne, di varíe forme di delinquenza urbana, deirindisciplina delle truppe acquarcierale nelle eittà, dell'usura che colpiva soprattutto i ceti rural i produttivi, del contrabbando, col-legato con la vicina Corsica, che danneggiava notevolmente te fmanze regie, dell'at-tività dei falsari, che mettevano in circolazione mon et e di peso e valore mteriori a quelle ufficiali. Secondo il visitador spagnolo la difficoltà per le autorità di mantenere l'ordine pubblico era do vu ta alia confusione a alia contraddittoria pluralíta delle leggi vigenti nel Regno soprattutto íri materia penale, che, nonostanle le richieste dei Parlamentó che avevano invocato la loro recompilation, risultavano inefficaci nel combatiere ed arginate la criminalità.2 Secondo Carrillo, tra i piii gravi problemi dell'isola vi era la ta falta de justicia, derivante soprattutto dalia venalità e dalla corruzione dei funzionari íncarícatt di amministrarla. I magistrati interpretavano spesso iti maniera unilatérale la normativa vigente, che consenti va la commutazione delle pene, spesso assai gravi, con un contributo pecuniario: essi erano infatti sempre disposti a concedere tale forma di compo-sizione giudiziaria, perché trattenevano la quarta parte delle ammeríde vérsate. Ció owiamente andava a vantaggio di coloro che potevano pagare: i merto abbienti dove-vano rassegnarsi a subiré il carcere e dure condanne. Carrillo tracciava un fosco quadro della situazione delle carcerí: la custodia dei detenuti era precaria a causa della corruzione dei carcerieri che favorivano fe fughe. Gli abusi ríe lia pratica del dirítto d'asilo nelle chiese e nei conventi tras forma vano spesso i luoghi sacri in covi di bri-gantí e di malfattori. II vi s i ta tore nella sua relazione ai sovrano. denunciando la corruzione della magistratura e degli ufficiali regi, auspieava una profonda riforrna delle istituzioni giudiziarie del regno, dalle curie dei villaggi feudali ai iribunale supremo della Reale Udienza, capace di garantiré l'appiicazione della giustizia, di tutelare i t Un' imposante leslimonianza satlu situazione econoniiea polities e sociale detla Sardegna del pntno deeennio del XVII sccolo, la Si pud riseonlrare nella relazione del vis ¡lasóte generale Martín Carrillo che fu invialo in Sardegna da Rlippo III di Spagna con l'incarico di segnalare, come poi dira lui stesso "tas cosas que rae parecien convenir al servicio de Vuesíia Majestad y bien deste Reyno" (NdC, tcg. 1163) H 26 novembre del 1610 il Canillo giungeva in Sardegna, a Cagliari, e dava inizio alia sua visita, che avrebbe messo in evidenza le disfunziom e le malversazioni dcll'amminisirazione regia, e che pian piano avrebbe toccato tulla l'isola (cfr. Plaisant. 1969). 2 1 maggiori problemi dell'isola in época spagnola vennero discuss! nel corso dei Parlamenti sardi, ora in pane pubblicati nella callana "Acia Ciinarum Regni Sardiniae" a cura del Consiglio Regionale della Sardegna, cfr inoltre I'opera del Dexart, 1723. 82 ACTA HISTRIAF. • 10 - 2002 • 1 AIUIWW». MEOOI V101XM7.A CRIMINAUTÀ. BANDITISMO W.U.E CAMPAGNE... - St-90 deboli dai poienti. di arginare la dilagante clelinquenza delle città e delle campagne. ' Non a caso, uel 1605, pochi anni prima della visita di Carrillo, gli Stamenti4 denunciavano al sovrano che insieme alio sviluppo dei íraffici commerciali e alia crescita della popolazione, erano aumentati vertiginosamente anche i delitti in pañi-colare quelli contro Sa proprietà, le vendette e gli omicidi. Secondo gli ordini del Regno ¡'orgánico del tnbunale della Reale Udienza (istituitn negli anni 1564-73 da Fiíippo II e che avrebbe dovuto, tra le akre funzioni, acoderare l'iter delle cause criminalí e delle senlenze) era nel complesso insufficiente e si rivelava incapace di espletare tutti i processi penali i cui pleitos giacevano inevasi presso la scrivania della luogotenenza genera le.J Ai primi del XVII secolo uno degli epicentri dei fenomeni delinquenziali si collocava in una delle regioni caratterizzata soprattutto dail allevamento del bestiame, il Monteacuto: sia perché il suo capoluogo, il villaggio di Ozieri, era afflitto da feroci parcialidades, cheavevano finito per coinvolgere il pcrsonale di giustizia feudale, sia perché l'attività criminosa si abbandonava a "muestras y robos" nelle regioni confi-nanti, in particolar modo ta Gallura.6 Proprio in quest'area. e in particolare nel Goceano, opero tra il 1610 e il 1612 una nutrita quadrilla, la banda Flores, capeggiata da due banditi di Bono, Manunzio Flore 3 Abuss e arbítri furono ira gli altri denunciad dagli stcssi rappresentamí del govemo spagnolo. L'attivith del visítatore genérale Marlin Carrillo é costituila dalle ind.igini comiente siiH'operaio dei funzioriari regí operanti in Sardegna, che sí conclusero con numerosi prcvvedi mentí giudiziari. Al suo rieniro in Spagna i) Carrillo redasse due relazioni, di cui una riservata af Sovrano Filippo lll e al Supremo Consigho di Aragona le quesi'tiílima relazioiie affenna di aver istruilo circa sessanta ptocessi, fia quesri moho imponante, quelto contro don Pedro Sánchez de Calatayud. conté del Real, che era scato viccré di Sardegna per sei anni lino al 1610. Le accuse principal! mosse al viceré riguardavano soprattutio irregolariti amminisirative, che egli aveva comrnesso con l'irnposmonc abusiva di diritti su He mercí espolíale, ma fu accusalo anche di compücilá con i giudici: aveva guadagnato iuolirc ingenti somme di danaro, in quatilo una parte del contributo veniva ceduta a luí (Plaisant, 1960; Carrillo, IÓ12). 4 La sociela sarda era divisa, secondo ií modeito cauilano, in ere siaii o Estamento: I'eclesiásiic, i! mililar (nobilta feudale e cavalieri) e it Reial (celo urbano). 1! Parlamento (Corts. Curie Generáis) era l'msienie dei tre orgatii di rapprese matiza degli stati. 5 Per la stona del tnbunaie supremo della Rea le Udienza cfr. La Vaccara, 192R, Anaira, ¡0S7; Mattone, 2001. 6 Era assai frequente la formaziotic di gruppi armati di uoimr.i che lasciavano i loro vjllaggi per soitrarsi alia giustizia feudale, di oande di "discoli e vagabondi" c di "vagabondi e oziosi"come venivano etichettaii, composte per lo piír da uomini giovani. privi di responsabilitü familia». spesso fuori dal processo produtrivo. Questo fenomeno largamente di iluso nel mondo mediterráneo gii all'epoca
  • C. XX'kX'//. .___¡ Frontespizio del Dise uno político ( ¡646). Naslovna stran Dtscvr.sa política ( 1646). 8 La terna proposta per il nuovo posto di giudice comprendeva l'awocato patrimoniale Masons, il giovane Francesco Vico e Andrea del Rosso. Francesco Vico verme scatiato perché ritctiuto troppo giovane. 86 ACTA HISTRIAE * JO • 2002 • I Aniuiiruft ísíK.DOU VI0U-S7-A.CBIMINAUTÁ. BANDITISMO MULLE CAMPAGNE. ... SI-90 Nel corso del Parlamento Bayona (1631-1632) (cfr. Angius, 1833-1856) si ripro-pose questo problema: la richiesta di una distinta sala crimínale venne ancora una volta motivata con l'ultenore aumento dei delitti. Essu avrebbe dovuto costituirsi affiancando altri due giudici a queilo giá esistente nella Reale Udienza, nomínalo nel 1606 con il compito di atiendere la cognizione deíle cause criminal!. Gli Stamenti pero non intendevano accollarsi il caria) delle spese che l'istituzione di questa nuova sala avrebbe comportato, mentre la Corona legava la propria disponibilita alia certez-za del salario che avrebbero dovuto elargire ¡ocalmente. Se la sala crimínale venne istituita solo vent'anni dopo, non fu pero solo a causa deila cope.rtura finanziaria, ma anche delle anrióse rívalitá fra Sassari e Cagliari per la ripartizione della somma e per la provenienza dei magistrati II vero ostacolo fu pero l'ostilitá manifestata dal baronaggio che difendeva stre-nuamente le pioprie prerogative giitrisdizionali Queste posizioni vennero ampia-mente argomentate in una relazionc anónima del 1646 che faceva notare come giá dalla sua fondazione (1537) e successivo ampliamento (1607) "los pocos negocios que corrían en la Audiencia" avevano "ocasión que se apropriase casi toda la juris-clición de los ordinarios"9. L'anonimo proseguiva con argomentazioni contro ¡ apertura di una nuova sala sul piano técnico, sostenendo l'impossibilita di "situar" convenientemente i nuovi salari. A questo proposito chiedeva che le citíá rendicon-tassero alia Corona lo stato delle proprie finanze, metiendo in evidenza la reale consístenza delle entrate municipal!, detraendo da esse il pagamento clei censi accesi sulle rendite ed il contributo per il donativo ordinario.10 Le stesse ciitá avrebbero dovuto inolíre. vagliare in sede consiliare la fatribilitá dell'erogazione del contributo, dato che i salari dei nuovi magistrati dovevano essere fissi e sicuri. A queste op-posiztoni si contrapponc l'ampio Discurso Potinco redatto in ambiente curíale (attri-buibile ai magistrato cagliaritano Antonio Canales de Vega, giudice civile della Reale Udienza) pubblieato nel 1646, che fornisce una risposla circostanzíata e motivata a tutte le obiezioni di parte baronale. II Discurso prende le rnosse dalle peculiaritá costituzionali dei regni spagnoli, che dividevano le materie giudiziarie tra quelle civili e queile penali, assegnando di con-seguenza ai diversi magistrati cognizioni díverse (NN, ieg. 1056). Contro la possibilita di fundare la sala crimínale, si levarono i grandi feudatari spagnoli non residenti neU'Jsola (i duchi di Mandas, i marchesi di Orani. i duchi di Gandía e i marchesi di Quirra) che attraverso i loro reggitori sardi temevano una 9 Era la nota doíente deite giustizie delegare, che il visiíatore generale del Regno Canilio aveva messo ín evidenza nella sua relazione, qualehe areno prima (Carrillo. 1612: Anatra, 1987). 10 Sulla linea del Discurso ¡¡ conté de Moittalvo quetlo di Viliamar e altri delía stessa eslrazionc sociale insistevano perché non si "tomasen resoluciones sin que las dos ciudades de Sacer y CalíeT desen razón de la entiada y salida de sus rentas" (NN, leg. 1056 ). Cfr. La Vaccara, 1928: Anatra, 1957: Dexart, 1725. 87 ACTA HISTKJAK • 10 • 2002 • 1 Aimamati NHiMH1. VlOUiNZA. CRIMINALITÁ. BANDiTlS.MO MELLE CAMPAGNE . .. -31-90 íngerenza regia nella loro potestá giurisdizíonale Essi motivaron» la propna opposiziooe con due argomentazioni: la prima che essendo (a Sardegna "provincia corta" cioé scnrsamente popolata, non aveva necessitá di un tribunale supremo che dividesse la materia civile da quella penale. la seconda che le spese salarial! peí i nuovi giudici avrebbero caúsalo ulteriori costi e gravato le citta di ulteriori disavanzi II Discurso, sottolineando che con la crescita del la popolazione e con lo sviluppo economico erano aumentati anche i delitti, poneva il problema dell'adeguamento della "forma de gobierno" e delle ístituzioni giucliziarie alia nuova realtá sociale. Veniva pero denuncíalo con forza che l'incremento di "robos, homicidios, testigos falsos" era anche il frutto del modo con cui i "ministros inferiores", di "señorío" e di "realengo", affrontavano ta criminalitá, $ia per "codicia" o per "ínteres de componerlos", sia per "respecto" dei grandi baroni non residenti, nei cui feudi venivano "vendidos y arrendados todos los officios de justicia" (NN, leg. 1056). Non era infatti un caso che le "quadrillas de bandeados y saltadores" imper-vesassero soprattutto nel Monteacuto. feudo degli stati di Oliva, l'attívita dei falsa si prosperasse in Gallura, feudo del duca di Mandas, e i "robos de ganados" fossero piü frequenti nelle Batbagie di OÍIolai e di Seulo feudo del márchese di Orani. II Discurso voleva dimostrare che solo la sala crimínale, col contrallo regio sulle gtiirísdizioni delegate, avrebbe poluto porre freno alia dtffusione della criminalita e ai danni prodotti dalla officiorum venaltias, nei gradi bassi della amministraztone giudíziana. Si sottolineava inoltre che glí officiali di giusii/ia non erano "letrados y toda es gente ydiota"; ma si sosteneva anche che le cause d'appello erano cosi numeróse e tríale istruite da rendere impensabile che potesse farvi fronte un solo magistrato, con solo quattro ore settimanali a disposizione. Finalmente nel 1650, dopo lunghe díscussioni e trattative, venne istituita la sospirata sala crimínale, regolata nella sua attivitá con 26 capítol i provvisori. Nel 1651, i capitoli provvisori vennero poi integrad da eapitoli definitivi, cosi la safa crimínale poté svolgere le proprie funziom regolarmente. Pero gli effettí sperati da coloro che ne avevano proposto la nascita non si vei ificarono. La giustizia baronale rimase ancora nelle mani di giudici ignoranti incapací e corrotti: le bande di criminali continuarono a vessare la popolazione rurale e a gestire il lucroso contrabbando di derrate e di bestiame con la vjeina Corsica, e ai príncipi del secolo successivo la situazione si presento quasi inalterata ai viceré e a i funz.ionari sabaudi che intendevano introdurre la presenza dello Stato nelle campagrte ed estirpare con la forza le manifestazioni criminali. 88 ACTA ¡{¡STRIAE • 20 • 2002 • ! AoiwniUii N1HDPU- X'IOLENZA. CRIMIiVAUTA. BANDITISMO N'ELU! CAMPAGNE.....81-90 ZLOČIN, NASILJE, RAZBOJNIŠTVO NA SARDINSKEM PODEŽELJU. OD PRAVICE MOGOČN1KOV DO USTANOVITVE KAZENSKEGA URADA PRI KRALJEVEM SODIŠČU V SARDINSKEM KRALJESTVU MED 16. IN 17. STOLETJEM Atmamari NlEDDU Univerza v Sassariju, Oddelek za zgodovino, IT-07100 Sassari, Viale Umberto 52 e-nrai S: ii.anr.amari tiscrdi .it POVZETEK V prvih letih 17. stoletja smo v Sardiniji priča širjenje kmečkega kriminala, ra-zbojnistva in nasilja. Vzroki za te pojave so zapleteta in raznoliki, enega pomembnejših pa gre pripisati neučinkovitemu sodnemu stroju, ki je temeljil rta vaških fevdalnih kurijah in na mestnih občinskih sodnikih in za katerega je do srede 16. stoletja kot najvišji prizivni organ veljala curia régis s sedežem pri podkraljev': vladi v Cagliarijit. Da bi popravil to stanje, je Filip II pri Kraljevem sodišču v letih 1564-73 spodbudil ustanovitev vrhovnega sodišča, ki naj bi med drugim skrajšalo obravnave kaznivih dejanj in pospešilo izrekanje sodb. Središče kriminala je hilo na območju osrednje in severne Sardinije, na območju Monteacuta, denimo, kjer so vasico Ozieri trpinčili okrutni 'parcialidades!', v Galluri, kjer so beležili tihotapljenje ukradenega blaga in živine, na območju Goceana, kjer so med ¡610 in 1617 registrirali vrhunce kriminala. Prebivalce vasi so tolpe razbojnikov (quadrillas) izsiljevale in se nad njimi nenehno nasilno znašale, lokalna gosposka pa je nasilje tolp pogosto celo dopuščala. Najpogostejši zločini so bili ropi, podtikanje požarov, kraja živine, uničevanje pridelka, ropanje hiš, pogosto pa so dosegli vrhunec v umorih in spolnem nasilju. To pa je bil obenem ritual javnega onečaščenja tistih družin, ki so se razbojniškim tolpam osebno zamerile, ki so predstavljale premožnejši sloj vaščanov ali so bile vpete v organe krajevnih oblasti. Veliko je bilo 'violencia de mugerest', ki so jih neredko presenetili ponoči ob domačem ognjišču, kjer so jih zločinci posiljevali, hčerke pred očmi njihovih mater, žene pred očmi njihovih mož. Težave pri ohranjanju javnega reda it i posledična rast kazenskih tožb, ki so obležale na kraljevem sodišču in jih sodniki niso uspeli obdelali, so 1633 navedle člane parlamenta, da so zahtevali ustanovitev posebnega kazenskega urada, ločenega od civilnega, po vzoru že preverjena 'Audiencia' v katalonskem kraljestvu. V uradu naj bi bila zaposlena dva sodnika, ki bi bila v pomoč sodnikom na Kraljevem sodišču. Ustanavljanje novega urada je bilo kljub vsemu dolgo in zapletene/, tako zaradi finančnih kot političnih vzrokov. Kazenski urad je tako začel delovati kakih dvajset let kasneje, leta 165]. Ključne besede: Sardinija, kmečki kriminal, razbojništvo, javni red, !6.-17. stoletje 89 ACTA HISTRIAE * JO • 2002 • I AiimmiaiiNlCDütl: VI0LENZA, CRIMIN ALITÁ. BANDITISMO N'ELLE CAMPAGNE.....»1-90 FONT! E BIBLIOGRAFIA NdC — Aichivo de la Corona de Aragón. Consejo de Aragon. Negociado de Cerdeña, legajos 1163, 1165. NN - Archivo de la Corona de Aiagón. Consejo de Aragon. Negocios Notables, legajos 1053, 1056. ASC - Archivio di Slalo di Cagliari. Anfico Archivio Regio, vol. C/3. AHN - Archivo Historico Nacional. Sección Nobleza. Toledo. Osuna, leg. 1010 n 53 (6). Anatra, B. (1987): La Sardegna dalVunificazione aragonese ai Savoia, In: Day, L, Ana-ira, B., & L. Scaraffia: La Sardegna medievalee moderna. Torino, Utet, 281-282. Anatra, B. (1975): Corona e ceti privilégiât! neila Sardegna spagnola. In: Anatra, B., Puddu, R. & G. Serri: Problemi di storia della Sardegna spagnola. Cagliari, Edes. Angius, V. (1833-1856): Memorie de' Parlamenti generali o Corti del Regno di Sardegna. In: Casalis, G. (ed.): Dizíonario geograíico-storíeo-statisticocommerciale degli Statí di Sua Maestà il re di Sardegna. Torino, Maspero-Marzorati, voll.18 bis. ter e quater. Carrillo, M. (1612): Relación ai Rey Don Philipe Nuestro Señor. Del nombre, Sitio Planta, Conquistas, Christianidad, Fertilidad, Ciudades, Lugares y Govíemo del Revno de Sardeña. Barcelona, Sebastian Mathcaud. Day, J. (1979): Banditisme social e( société pastorale en Sardaigne. ín: Les marginaux et les exclus dans l'histoire. Paris. Union générale d'éditions. Trad. it. in: Day, I. (1987): Uomini e terre ndla Sardegna coloniale. XII-XVIII secoio. Torino. Celid, 245-289. Dexart, G. (1645): Capitula sive acta Curiarum Regni Sardiniae. Calari, Galcerin. Discurso Político (1646): Discurso político sobre las conveniencias que han de resultar al servicio de Vuestra Majestad y bien publico del Reyno de Cerdeña. In: Archivo de la Corona de Aragón. Consejo de Aragón. Negociado de Cerdeña, leg. 1056. Cagliari, Don Antonio Galcerin. La Vaccara, L. (1928): La Reale Udienza. Contributo alia storia delie istituzioni sarde durante il periodo spagnolo e sabaudo. Cagliari, ECES. Mattone, A. (2001): Ii Regno di Sardegna e il Mediterráneo nell'eta di Filippo lí. Difesa del territorio e accentramentó stataie. Studi Storici, 2/200L Roma, Caroc-cj, 319-335. Olla RepeUo, G. (1968): Mezzi di lotta contro la criminalità nella Sardegna spagnola. Rivista sarda di criminología, IV. Cagliari, Centro Regionale per la pro-ftlassi della criminalità, 490-498. Plaisant, M. L. (1969): Martin Carrillo e le sue relazioni sulle condiziom della Sardegna. Studi Sardi, XXI. Sassari, Gallizzi, 177-184. Solmi, A. (1938): Il diritto in Sardegna dai tempi antichi ai giorni nostri. Archivio Storico Sardo, XXI, 1 -2. Cagliari. Deputazione di Storia Patria per la Sardegna, 60. Sorgia, G. (1963): Il Parlamento del viceré Fernandez de Heredia. Milano, Giuffrè. 90