A V V IS O Dl PARNAS O. NEL QVALE SI RACCONTA La pouerta 3 e miferia, done egiunta L A REPVBLICA Dl VENETI A, ET 1 L DVCA Dl S A VOI A. S c r i tt o d a v n cu r iofo N o u el I ifl a S p ag n u ola . VOH nALCFNE AH NOT AT IONI Moko importanti Jopra le cofe , che in efo Ji contengono . P E R VALERIO F V L V I O S A V O I A N O. iltuttotradotto dallalingua Spagnuolu in queftanoftra Italian4 » CON P R I V I L E G I O, Sfmiffj a%«: IN ANTOPOLI. 3 ifr OO.IdC. XIX. Nella Stamperia Regia, *V* * T~ n 2 f t r V..-* ^ t i Ci .o c! A M >1 A <1 A ■ hooda n i i A\rp J:i •• iimjj«. .*> -h A.r/f ;>, in^gor; n f < .. A a...a a ;;■ A, ••: v A 2 KI A D V G J L T 2 ■ ,5 cfl f I! u l-o uri¬ li o *j > dbv r ■ = oz:n r :č' V/ fv ’- ■C / ViK -P/ A'iA 'o.-, V j V 'A' V.Vj ;• V\v V 'S ' <0 j\•; i :, . : > :)c ; a;: v f • • • • A' r ""f ' 'i t* f f s * •: *•• s* ^ £, Aorit v A V V V I SO Dl P A R N A S O; LaRcpublicadi Venptia arriuain Parnnfo, c racconta ad Apolloloftato, nel^ualeel- la fi troua » &egli comattda, che fia me- nacaallo 1 Spedalede Principi, edelleRe-] publiche, chelonoitate pubiicate per fal- lice. 0 7fO alcuni giorrii , 'ehe in Varnafofi raftonaua della vemta deli a Seremffma Repubhca dl Ve¬ ne tla : e non folo vi era afpettata da opni forte di perjone , m a bramataancora dal medefmo stpol- lo , per vedere vna Principefa , del la prudenza, ricckez&a , e forze della quale tosi magnifca- mente fi parlaua. E fe bene le altre Republicke, e Monarcbie re- ftdenti in qnella Corte, vi ftauano con gran fplendore , tuttauia pra- curarono di accrefcerlo cosi negli addobbi dcile loro cafe , čeme nel numerodellefamiglie, perpotercompetere coneffa-, poicbe vi fo- no alcuni fuoi dependenti, li quali , haueuano publicato s cbe clla ar- riucrf bbe al famofo Torto di T in.de con vna armata di fei Cale- re , e fei Galea\ze ; e cbe d confini deli' Imperio di ^Apollo met - terebbe d.ieci milla caualii ..Albanefi, e quaranta mila fanti ltalia- ni , Grifona , & Olmdefi con peritijfimi Capkani ; non meno per la Jolita, grande 7 ga , cbe per tjuello, cbe le poteffe occorrere co' “Principi di queiU Corte : e cbe tentrata, lacjuale ella era per fa^ re hi Tarnafo,Jarebbe folennijfma j effcndoui non so cbe auuift , cbe -vi epa inuitata Ja maggior part e de’ Tptentati d’Italia; effen- do per: id trattenuli tuttii carri , e le mule di qudle Tromicic per li carriaggii e per 1’innumerabile teforo di San Marco. E coloro t cbe amphficauano maggiormente que(le gundezje , diceuano , cbe ella andarebbe ad alloggiare al fontuofiffimo Tedazzo del- 2 1'antka Nfu.l. \ 4 Pantiča Republica di Roma , doue haurebbe fplendidamente ban~ cbettato ; iuen.endodel continuoallafua tauola U Ducbi di Sano- 2. ia, e di M ant ona , non oflantele: difcardie loro. Ma sifatti 2 di~. fiorfi feminati da. gl'ignoranti■>, e raccolti dall’imocevtiJjmo vol - go fuanirono in brate „ perche it Mercordipaffato entrb la Repu- biica con dne foli Scudieri , & and d ad. alloggiare ail'H( fieria detla Corona . Fuqum vifitata [ubito s dal Duca di Saucia, cbe [e n’andam imbauagliat.o, per la Cone follecitando malti Principi a. pigiiar. le arml infuo fauore . ma ejjiajcoltando voleru tieri , U tratteneuano con lefperange Veneti a il rit bitje , 1 be la voljfe accompagnare ilgiomo nel pitale ella. deueua andare al~ 4. damic riga ; ma + eglifi jcuso ,con dire , che non haucua altro, cbe Farmi , & il cauallo.. onde la pouera Signona , per condurlo ječo j vendutovn Robon vecchio s . cbe portaua di Brccado , glie- 5. ne fcce vn veftimento afiai conueneuole Et egfi con ^ gr a n pe- nacehi, e con vna. certa inpuietudine Eranceje. dato il braccio a Venetia , let condujfe al palaggo DelficoSaputajt puesza tacita venuta , Upollo fi marauiglid forte tebe vna cosi fuperba Tim* 6 . cipejjd fujfe venuta a trouarlo cosi male accompagnata . 6 Ul¬ emi voleuano, cbe fujfe ragione di Stato ; altri bipocrifta. ma netta.cafa della Republica di Genoua fidiceua publuamente ejfer mera pouertd:, e mancamento di, darari ; poithe hauendo a’fuoi Gen- uefi dimandato; Fenetia. vn milion: d’cro a cambio, ejji. glielo baneuano negato . Con tutto■ cib la Maejld d'Upollo co = mandbaljHO Caualariggo maggiore , che andafie co’fuoi Cocchrper. accompagnarla a palaggo.. Ma fi potem far di manco di qmilo fauore : perche fratanto V enetia.entrb nella fala Reale con si po¬ ječo Corteggio . torne era quello det Duca di S.auoia ., e dt 7 due Tantalom , che haucua. condotti dalla fua Cittd:. Ella fi [enima tanto fiacca v e debole , cbe c]ttantmque coloro, 1 quati l'aa ompa- gnauano ,.le fojleneffero il bracciotuttauiafe’nandd ftramhafcian- do, fihebe giunfe alie pid alte giate del Trono E cbe v, dout il Maeflro dede cerimonie datole vna feggioletta, e fattofi il folito- & filentio, venetm* con-voce turbala , e fcngd alcm'arte Oratorij parlbin sifattamanPra •«. < Signore , io-. j'ono ; la Republira. di Fenetia , la quale fin dalla de« climthnedel Rjimano lmperia rni fon mantenuva Ubira, dentro lej Lagune.. ? e feminaniou difiortk fra i met vidni, 10 Eti [on Oj fino impadronita delta Marca Treulfina , e delte 11 Čuta im - r r. priali ii Perona , di Tadoua,edi viccnga .. 12 Mila Cafi din. Mufiria ho occupate le 'Prouincie del Friuli, deli'I sir h, e della Dalmatia, in tempo, che i fuoi uirciduchi faceuano guerra ai Ki di Vngarh . Et ' 3 in Leuante pvffrggo alcur.i Stati, hauuti da i $. gl’Imperadori Čred , mediante i tr^uagli, che fempre procurai loro neffiAfta . 14 Jfello S tat o di Milano ho tre Cittd : e neha - 14» uerei bkmtc moko ptu , col reftante d'Italia , fe gli Spagmtoli non ne baueffera poffeduto la maggior parte. Et effendo io quella, la qu.xle m tempo diede leggi alPEuropa, (juella, che dominoil Le- uante y e pofe freno al Jurco, e feci nfiftenga alla potenga dcgli Imperadori Todefcbi , e finalmente quella » 13 che afpiraua al t Dominh di tutta Italia ; mi auuedo haucr perduto quejlo pvff, Jfi per la grandeggga di Spagna . 16 Temo della fia vicinanga: poi~ 16 » che da che la conofco ha fatto contra dirne cattiue operationi •, concioftache a pena i fuoi Vortogheft pofero i piedi. neltlndia; quando a me mane d il commertio dede fpeciarie „ J 7 nemi i baftato 17* per cacciarneli 1 ’hauere aiutato nel mar I{pffo i Soldani del Cairo, & al prefente il T ure o, & i Ri di C aliiut, e di Cambaia » mandan - do loro maeffiri di artegliaria, e di fortifiiaticni . In (ffetto bra- mofa di rimettermi neUa mia grandegga, 18 determinai di cac- 18. tiar gUSpagmioli d'Italia , mouendo primieramente guerra alla Cafa d’Muflria,, fotto pretejfo della mala vicinanga,che mi face¬ uano gli vfcoccbi, per cacciar di Id da’motiti Eerdinando, e col farmi Tadronadcl Contado di Goritia, affuurarmi le fpalle da gli affalti Todcfihi : e con quefla fuuregga riuolgcr Jarmi contra lo Stato di Milano . S non filo hauerei cio recato ad e ffetto tol ri- ferrare Eerdinando in Mlcmagna, rnametteua ancora in manife- fio pericolo il Regno di Tfapoli,, leuandogli i foccorfi , che in occa- fione di guerra gli fogliono venire di Gtmania peril mar Mdria- tico /fin da Triejle in Tuglia. ^ & a fpefe dede mie ricchegge, ip„ che non vogiio dir tefori, cbe non gli hebbi giamai ; e firia gran delitto il dir mengogna a V. Maeftd j 10 hb mantenuto 1 ’eflercito io ? del Duca di Sauoia , e foslentato al Duca di Mantoai prefidij di Cafale, e di aitre piagje del Monferrato ; n affinche mn foffe 21. coflretto dalia neceffita a darle nelle mani degli Spagnuoli. 31 Hb 22, procurato parimente di folleuare la Germama baffa , di v nit la Erantia l eche 1 'lnglefe corfeggiaffe 1 ’Oieano > & il Tuno man- < 5 * dafie la ftfit amttU fopra 1 ’lfbla di Malta , orno alte marine dl Si~ ciiža, e ai Cakbria ; e cbe con vnejfcnito formidabile fe rientraf- fc nell’V ugaria , e nelia Crouatia. Ma quešli difegni propofii con fanta facilita ne' mlel configli , n on mi fono riufciti bene ; ne ho po- 23.Uuto in piti di due a/mi pigliar Gradifca. 23 £t i! Duca di Sancin ‘dopobauerea mie fpefefattpil brauo, dice, chepoiche alui ramo mancando le plazme, & a. mcil danaro , bauerebbe riceuute quel~ le leggi , cbe gli haueffc vol uto dar e Spagna . I Taefi bfji fe ne ftanno qukti ;ela’Franeta ha da fare d’ auuantaggio in cafa fua . In* gbilterra defidera pili toflo d’imparentarfi , cbe di gucmggiare cen Spagna. & U Turcho dopo bauermi cauato delle mani gran quar.m titddi Zechini, fenga quelli, cbe bo dato a’fuoi Bafsd della To :- ta; dice di non voierla rompere per tena con la Cafa dgAusiria, per ritrouarfi pieno di ribelli in ^ifa: & i fuoi c on fini trauagliati grandemente da’ Terfiani . tuttauia , che bauerebbe comandato , che la fua armada ft metteffe nelia foffa di San Giouanni. ma fin'bo¬ ra non vi inuoua della fua venuta ; dicono , cbe ft trattiene in r tfa- uarlno , con proponimento didifendere piu to slo le fue riuiere, cbe diafaltare le alirui . & anco viuo con tratiaglio, cbe, feruendoft egli del miferabile tempo , cbe per me corre, non mi occupi Candia, e le altre Ifole deli’Mrcipelago , rimanendo to fola conira la Cafa d’MttBria. mentre mi veggo debole, poucra y e conjimata, e cbe il Duca di Sauoia mi f moHra ingrato, e gli altri mi fuggono , & abbandonano; e Ferdinando fe di Boemia puhlica , cbe fe anuie- ne , cbe egli impngni lo fcettro dell’lmper'10 Romano j i per met - tere in efjecutiane i penferi del primo Majjmiliano , refituendo ali’Imperioi fuoiantichimembri , & alla Cafa dUiufria il Friuli, e la Dalmatia. E veggo Parmi del Rj Filippo vittoriofe in Tie- 34 . monte : e temo , che con formati fquadroninon fe riuolgano contra le mie tene , per difpegnare quelle, cbe io tengo de’ Ducbi ■ di Milano. E queflo penfeero non e fondato nel folo timore: poi- 2 $. cbe 25 veggio, che U Ducadi Offuna, buomo per natura pcco ami- co di pacc, e per farna bramofffmo di guerra * hd mandato Don Tietro di Leiua con tale armata nell’Mdriatico, che oltre 1 ’bauer- miprefe due Galeagge, & vna Galea ripienc digran ricchcgge, 16. 26 fcorre fenga oppofitioni dal capo d’Otranto , e dalla vallona, fin allebocche del Td. & hmki figliuoli, qnantunque con armata fiummerofa , cbe rmforgata, fifono ritimi due volte ; timorofi,, cbefe ' 7 cbe feiolct perdeffi, farei il medefimo di Terra fcrna: tna potreb- hono lafiiar quefta confideratione , a perche e megtio v mere 27» fchiaua , cbe morirfi di farne . e ceno, ne nelleguerre hauute con Genouefi; ne in dllH mieitrauaglihb veduta la rhia Otta in rifcbio maggiore. Laonde 28 f'ono fiata s formata , ancorcheio habbia 2$. dijcoperti i miei mančamenti , e l'ambitione, che in me ftgnoreg- gia, di ricorrereai piedi di vojtra Maefld per rapprejentarlc i'in- grathudine di qnei Trincipij, at qualibo datofoccorfo nclkloro mag- giori necejfud, & il pericolofo jlato, nel quaie mi veggo: affincbe Fofira Maefid eomandi, che la Cafa d\Auflria ft ometi, e cbe 1 ’effcr- eiio di Spagna non riuolga Parmi, che ha in Tiemontc alle riuiere di Garda ,& il Dača di Offunami reflituifca la pofieffione del rnare vddriatico. Grandijjimaammiratlone arrecoa tuttala Real Sala, quello cbe la V\epublica di venetia diffeyperciocbe andarono perterragfingan- ni ,e furono camtifuor dtlVincanto gPhuomini, a’ qttali fciitture ri - plene di dduldtione, edtfattolehaueuanofattocrederedifferentemen- teda cio, cbe la medeftma Venetia haitcua confeffato ; a cui conli- ceirga di fipollo 2 S’ rifpofe la belliffma Regma'd’Italia in quefla 2p. guifa. E' 'f. poffibile, impudica venetia , cbe tu habbia hatmto ar- 30. dire entrare in quefte Delfiche ftange, picnc digente di fanta cmincngTa .; 51 confeffando le colpe, & i peecati tuoi <* e' vero, 31. che per cib tcco fi baurebbe potuto vfare miferkordia , 32 fe tw$l, non vi hauefji mefcolato c ost eff'orbitami mengogne , alle quali, per cfiere cos) fatte, e forga rifpondere. Dimmivn poco disbone- flijfima donita , 33 in qnal tempo ti fei tu oppofia mat al Tuno ? 33. fu 34 per auuentura , quando egli guadagno Otranto ,e tu te ne 34. fiefii quicta, corne fe [ra te , &il Regno di Tfapoii fufle pfio in meggo il gr and e Ocean o ( & vna volta, cbe ti cotiegafti con Spa- gna, quando tif& tolto Opri; ftsdmolto bene, chelofacefli 33 per 37. eomprar la pace a miglior preggp. 56 quali Todefcbi bat tu $ 6 , fatto refiftenga š poicbe auanti, cbe io fufji guardata da Spagnuo- it, calpeflando gl’ Imperadori di jtlemagna i tuoi con fini contrct il vicario di Chriflo, me ancora conculcauano. 3 ? Quando Car- 37. lop',lil. Re nVrancia pafso l\ 4 lpi , ti opponefiiaifuoitffenid j“ e fe'amid perfuafione tentafii di diflurbargli il paffo al fuo ritor- c orne } f(tcefti meti per malkia , o perdcbole^ga a lafciarlo ri - ‘■it “ ~~ tornare 3 8. tarnare in Francis? Qutndo pretendejli al tempo dl Cletven- te V 11 . rimettere nello S tat o di Milano F ranče Jo S fot ga , cime non dišlurbajlitu , cbe egli non conjegndjfe il Cajlello, tenendo tit 39, l’e (Jer cit o alle porte della Jua C ittd ? Tu non bai aiutato gia- mai alcuno , Je non ton intentione di finire di ruinarlo affatto, 4041.4° Dicanlo i Tapi, 41 i RJ di TJjtpoli , 41 i Ducbi di Milano , 424J.45 le pouere Citta della Romagna , 44 e la faenturata Tifa la 44. cju ile fti gettata a tena dalla tua ambitione ; molto ben conofciuta da quei pruientijfmi "Principi Papa Giulio 11 . Majfimiliano Ce- Jare, c Ferdinanda Re Cattolico, eLodouico X I I.Re di Francis, m.nella Lega di Cambrai. 45 *AU’hora fi potettero tonojcere letue gran forge; poicbe vintainvnajolabattaglia da' Francefialla Cia• 46. radada, perdejli Vlmperio di Terra ferma. 46 Sappinc pur gra- doal Re Cattolico: percbe Je egli allhora non bauejje dubitato di veder F rančefi diuenuti padroni da Genouafin’ alletue Lagune, a penate ne farebbonoreflatele ruine . Pici di hauer timore di Spa- 47. gnuoli, bai ragione : poicbe 47 Don Ramon di Cardona vame a d abbm.ciarti le falie, & a rompere il tuo eJJercito alla Brenta,& 48. 48 hauerejii veduti m.iggiori cjfettl, quando il Conte di Fuentes volje pigliar Parmi infauore della Cbieja : Je allhora non bauejje potutopiti la ragione di Stato, cbe quello, diche fitrattaua pcrtuo 49. gi(hgo. Hai fignificato le 49 ragioni , cbe bai di cacciar fuori 50. di me gli Spagnuoli. e 70 la prima i 1 'hauerti leuato il commer- S c. tio delle Jpeciarie , 57 come cbe tujappi di bauerci applicato ri- medij grandemeateillecici, come fu quello, cbe 1 ’Euangelio non Ji 52 diftendefle nell'Orient e. Ti ** voglio dimandare , 6 1 >cnetia,Je, qnando 10 non fufji fignoreggiata dagli Spagnuoli, io potejji viuere 53. Jenga fiar foggctta a foreflieri . bo 53 gia prouata la foggettione de’ Goti, de’ Langobardi, de’ Todefcbi , de’ Saracini ,e de’ Greci, 54. & ancora mi tremano le čarni dallinjolenga Franceje. 4 Qttn- dof»i’io fiata in maggior ripojo , cbe kauendo per protettore h R i di Spagna ? qnxndo piti projpera ? poicbe Poro delPlndie mi hd cotanto arriccbita ? & in qual temjo la Maejld del Pontcfict Ro¬ mano c (lata maipiti venerata,& 1 Juoi Stati piti liberi da'Tiran- ni, cbe dopo 1 'eJJere difeft dagli Spagnuoli ? quando di gratia , hb hauuto mancoguerre ciuili,e Jono fiati i miei Principi piti pacijici, cbe dopo 1 'andare Spagna con giujla moderatione componendo le differenge toro ,e godendo dajemo qudlo, cbepojftede, Jenga om• p ha dl mtatmedi Stato ? cofa tanto contram ai tempi pafla- ti } chedalla notte allci mattina milie huomini poueri, emefcbinl andauano migliorando k lor fortrna : & i legittimi poffefSori fe n’andauanotapinardo, eraminghi. Ofaforfeii Turco d’infeftar lemie riuiere? d gl’Imperadori di Germania , &i I{e di Fran¬ ck calpeflare lemie campagne£ QueHa pace, quefla riptttatio- ne,quejle riccbegje dallafola difefadi Spagna in me /ono per- uenute. Ti fei lamentata di non efkre aiutatadagli Oltramonta- ni ? manda loro danari, e non configli. e čredi pure, che ciafcuno h d. da fare in cafa fua ; e cbe non £ buona ragion di S tato, che al~ triconfumile fueforge , anche per V n grande amico, quando non fitrattidelpropriointerejfe. Tijei^ doluta, cbeil Duca di Sa- H* uoia ti £ ingrato £ non ti [marine; percbe hd fatto il medefmo con altri, ai qualie moltopluohligato , ctneco in particolare, ha- uendo apertocento volte leportc a’ F ranče fi; torne fe nel fuo Sta¬ to non ft rapprefentaffero ie prime tragedie * che in me fi farmo . Dimandi ,che la Mae/ld del HJ ^žpollo comandial R£ di Bohe - mi a, che fene ftia in pace , e che 1’armatadi Spagna efca de'tuoi mari. ambedite quefle cofe tideuono efler negate ; poiche hai pre- tefoditorrea Ferdinanda il fuo Tatrhnonio , per ilfinedi cosi [ra¬ ni proponimenti. & hai fatto venire il T urco ad abbntciarele mie riuiere . j6 Rjcordzti Venetia , che la tud Citta e diuentata vna $6. 'Ffiniue. ricordati , che la tua Citta £ diuenuta vna Sodoma.le me- De duš defme acqueti abbandouano , ituoi tefori fono di carbonUe po- ^ e * che, e debeli fono le trte forge. La 57 tuatirannia eccede quel- $7* , la de’Turcbi. e cosi ritrouandoti J8 fen%a religione , w confi- glio,eforge ,mi parerebbe douere diejfere liber ata di chi torrom- pe i mie: candiii coshmti, e che 1’Europa fene viueffe in ripofo cura da chifomenta le fue difcordie } e\cke il fuo nome rimane(fe fo- lamentenell’HiJlorie , Con queJj>ofccefine la Regina d’Italia, mouendo afdegno con- tra Venetiagli onimi di tutti i “Principi Christiani, li quali di co- tHun confentimcnto adimandauano la morte di lei . E f ur ono pro- _ uate cotali fue maluagitd ; oltre i\ [ere cofa puhlica in Tarnafo , amance che ella viueua concubina del Turco ,& ammetteua perfnnaggi bada. nemici del Tapa , e vifite fegrete di Caluinifli, e di Luterani . Papales. Tuttauia 60 uipollo, come “Principe prudentiffimo , difie di roler 60* conpiu agio ponderarele tolpe di lei', e che f ra tanto, che la fua S Čanja caufafufie megllo effamimta, laconduffero aUo S ped a! e f che era ftato fatto pertutti i Triutipi ,epertuttde Republuhe, ihc crano sla te publicatepcr falllte . vi Ju juhito eondotta. da’ Maggiordo- ?ni dello S pedale. Sla Regintui' Italia parimend baunbbe rolu- tocbefuftcro fiati gafiigadgd ecccjji del Duia di Saucia: ma il Re Filippol I. v’mer poje iajua autoritd, & ^ipollo lo lafeti per altra occafione. 6L 61 Sonnotoriele verna Non coatengono paffloncB 1 1 A N NOT ATI ONI, E DECHIARATIONI fronte : mavihotrouatotanti intrighi, etante mengogne, che la 'voflarmib parata , ogrciučfij]imx malignitd,bgrandijjma ignoran¬ ca . Terilche bo determinato di fare ah me ■ e fu il ridurrei detti Principi d tanta pouertd ,chelor non refiaffe ar dir e alcuno ,ne forga; ežr andb toroateorno ritagliando apoco apoco le falde alle vefiimentafdifi fe il beton Marcbefedi ‘Vigl\ena)di maniera tale , che Jono rimafi tgmdi. Maperebe non vi e cofa,ne piu amfchiemle, ne pili feroce t cbe la necejfita , madre della defperatione ; accioehe non vi ca* dejfero, fupplicb la detta Monarchiaal Sereniffmo Mpc llo,cbe refia ffe feruito difar fondare ilgid delto Spedale, per raccogliemi tuttii Principifallki, ai quali fialecitofar lite di creditori ; elo* to fiano afiegnati alimenti per fošlentarfi i rmanendail nfiante delle loro entrate in potere di vri ammnifiraiort, nomkato dalla Ginfiitia,, per pagarei loro debili, Inuetionecerto molto degna del - 1’acutegga Spagnuola . Fecefipoi lo Spedale, e nella fpefa della fd- bricafurono condannati i Genouefi, forfeper penitenga degtinte- fejji ,e delle vfure,conle quah fannomolto bene i fattiloro , nit n* tre feruono did.ana.ri /-' detti Principi, per fargli fallir piu preflo » Vame la cofa da principio alquanto vergognofa ; mam progrejfo di tempo molti Principi perdetterala Vergogna f efi appagatono diši fatto rime dio. e molto pocbi boggidi fonoin Spagna, che non [tfimo vtiimente feruiti del dem riemro . F hoti di Spagna no» I? cižftatoTrincipein alcunaparte del Mondo, cbe d /la entrato perche qnelli d’Italia di Franeta, dt Mlemagna , e d'Inghelterra, edialtre nationinon farno , nc intendono quello, cbe voglia dire, Hazer far plato , o lite di creditori. E qnando fi ritrouano caruhi di debi plev to tl, fi rifoluonodi venderelipropri Stati, etuttala rebaloro, fein ^^ iee altro modo nonpaff'ono pagargli. contentandofi piu prešlo di reflar poueri Camlieri,&honcrati, che Trincipi falliti fenga bonere , e fenga confcicnga. Mtmenne pol, cbe in proč tj]') di tempo la mede- fima S e teni (Jima Monarcbia di Spagna . forfe per gajligo d atole dal Cielodihauere indebolitotantoi juoi vaffalli: comincio d fen - tirft debile, efiacca. ondefu coslmta dne volte fallire col danaro in mano,de gli huominidi negotio; diebiarando non bauer pojfibili- td dapagarli ,con cbefece fallir molti di loro; ma per dar U ro apocoapocoqualcbefodisfattione,efoflentarelaqualitd, eripu- Ar ' D :„ tationfnaalmeglio,cbepoteffe,andocerearidomolte'muentionidi tnos. taglioni, ancorcbefuffero digran pregiuditio a molti. Vna fu, il farealeuni ordini, cbe ella chiamo Decreti, faccndofalire ilpregj go deli’ entrate Jfegiedette luros , da quattordiciil migliaio , a vin - Belloa. ti. F n’alt ra il raddoppiare il preggo a tutta la moneta di rame in Cajliglia, fenga raddoppiare il rame. Ftfaltra , farji pagare da fuoi vaffalli deldetto Jfegnotre milioni ciafcun’ anno, o Ure fen- trata ordinaria. V n’ altra } dimandare fotto titolo di donatiuo quat- trocento mila ducati ogni anno al Kegno di Napoli. V n’ultra , fa¬ re , che i fuoi Vicerč, e Gouernatori trouaffero modi d’imporre nuo- va tributi , egabelle . Ma tutto quefto le giouo moitopoco, poiche ftriiuffea cosigran miferia,cbe fu sforgatodirifoluerfiadiman- darlimofma ;cofa,chea penfarui folamente fd arrojjire. E qul poffoajfrmarecongiuramento,chedimorandointjagliadolid, do¬ ne ailora fi trouauala Cotte, io le diedi dieci fcudid’ oroin oro. Diome lo per doni,che a dire il vero,io non gh d ledi per caritd C b ri- ftiana, ma pervanagloria di hduerfatto limofma d cosigran Tritt- cipcffa . Et in queft(i guifa vennela Monarcbia di Spagna a tenere Uprimo luogocosifra i Trincipi falliti , comeinsi fatto S pedale , done hoggidi hala prefidenga con particolar priuilegio del Sere- niffmo Mpollo, cheniffun Trincipe del mondo , per qualmquef al¬ imente pojfatoglierlagiamai. Etil detto Spedalepercib, e per- che tuni quanti che vi dimoranofono Spagnuoli, fi fuole parimen- te c mamute lo S pedale de’ Trincipi Spagnuoli. Di- H _ * a Difcorfi fe min a ti Ja gl’ignoranti, e raccclti dalhnno- centi Ji mo volgo. Ter vita, mi a , che quejle parole ft verificano appmto del vofiro viuuifo, detla vofiraprrfona, edi quei femplici , tke vi damo cre- den%a . 3 il Dača Ji Sauoia , che fe n’andaua imbanagliato neila Cortc. tmb .luagliati varno coloro , che non ofanc m osir ar lafaccia , b pervigliaccariefatte, dpropofte da farfi da ioro , come Voi, che perl’vno, e per l'altro nfpetto tonete celatoil vcftroneme. Maii Du d di Sauoia , cheeilpiit valorefo Tnncipe,cbe hoggidificono- fcain €uropa,cper le opereJue la gloriad'ltalia, e detmondo , e d) e h d mo liro U rifocontra tar mi dclla voslra Sera. ijfma Mo . narebia, pcrcjmlcagione doueua ricoprirta fau.ia i adunqucpo- jete accorgerui , che fete vrtgojfo a dire neila vojlrainnentione, che egli andaua imbanagliato. 4 Egli fi fcuso con dire , che non haueiia altro, che 1’armi, Šcilcauallo. O come fapetepoco delle cofe. Il Duca di Sauoiaha perduto folamente tre piagge Vercelii, San Cermano, & Oneglia : & bi conquittato San Damiano, Mlba,Vulpiano, egranparte del Mori - ferrato; e da vn’altra banda Cranacor, e Meflerano con tutto quel- lo Stato: e ncl Milanefe M non ,\e la K occhetta del T anaro, & alt ri luogbi. Hora,fe egli higuadagnato piit, cbe non hd perduto, non vi potrete voi auuedere , cheivna balordaggine il jigurarle cosi pouero , e diflrutto i 5 Etegli congran pennacchi ,econ vnacertainguietudine Francefe datoil braccio a Venctia. Vidaltro fpropoftto. Ta imbanagliato per non efiere cono- fiiuto; & iruontinente lofate vfcir fuorain puhlico diuentato Scudicro. 6 Alcuni voleuano, che fnlfe ragione Ji Stato; ms neila cafadella RepublicadiGencuafi diceua pubiicamente eiTere mera pouerta. Bendite,che voleuano,'e fi diceua; perche queflo Volere, e dire non e intendere, ne fapere. E cosi fi tira in corfegucnga, che a tiento tuni parlauano alla ventaia , e fara fin fuuroildžre, alla ba- atontas lorda. Dae ir 7 Due Pan taloni. Quesiocognome,il qualepare cjfer detto perburla, & ignomi- nla , e il piugloriofo , che fi pojfa attribuire ad huomonato; percio- ehe quejta paroh Vantalanecompofia di Greco, e di Latino fignu fica Tutto Leone: per dare ad intendere » chefi comeil Leone c Ri fra tuttigli animali , cosi li FenctianiJonotutti Refra gli buomi- ni. chelefferRe c onftsle nel comandare ai vafialli jenga ricono- fcerefupcrioreneimondo-,cibfipub per antommafta dire de' Fe- netiani >li qitali dal pnnclpio delta fondatione »e Domlnio lorofem* pre fonofiati Trincipi liberi , jenga bauerriconofciuto giamai fu- periore .cofancLvero marauigliofa, ctbenon fi pub raceontare di alcmialtranat ione: e percio pare , cheDiobabbiadato ad efiipev lorTrotettore ilgloriofo Euangelifia San Mano-, la cul magme di plut a dalie Sacre lettere , e cjitelia del Leone , 8' Con voce turbata, e fen^alcurParte Oratoria. Tuttigli Matoh difircti , & intendenti, li quali introducono tfualche per fona a parlarein qud ji voglia oecafione, proeurano con l’arte Oratoruimitare molto bene [a per fona introdotta. c cib chiamanoojjeruareHdecoro , Tfion vivogiiomandare, a leggere Limo , Salustio■ b Tacita,Mutori Latini,neil Gkuioju Gukdar- dini, ottero il Bembo It altani ene meno vi voglio propone Iglie- jca, bMahana , per ejfere Spagnuoii; perche il voilro ingegno nonfaletantoaho: folo vidico > che vediate Micbelde Ceruante nel libro del juo CauaTtero errante ;-&vi accorgetcte con qual dijfe- rengafaccia parlare a Don Quijciote „ Sancbio Tanga, il C ur ato , & il Barbiero , e con quefio vi potrette appagare di quello r che io> dico.- M a Vol, che fapetedinon hauer Poetoma per imitare vna Principejfa graue eloquente f come e la Republica di Ventila,e •vi eraforga di parlare ,comeFoimedefimo fjengjartefcngji gra. tia,jenga oriine ,fengaconcerto ‘,agran ragionedite,cbeparlbcott voce turbata ,e fengaalcun’arte Oratoria « «j St minando difcordiefrai miei vidni.. Gid cominciate a trattar cofe dHiflvhe f neUe qualt fete sl ignorante , cpme in tuttc il hmanente, e vi dico il vero , che non farebbe neccjhrio dam rijpofia ; tuttauia perche potrcbbe ejfere ,, che altri cotaH y come Vol penjando, che fapete qualcbe cofa,s'in- gamajfero , dando credito aUa vojira autoritd; vi voglio percib hfpondcre, Done hauete Voi maitromto , tbeliFenetiani femi- nando M mndo difcordle fra \ loro vidni s'lmpadronljfero de gll Stati al- trdd cksdite Pot? So bertio, cbein neffuna parter ecbee mali¬ na la voflra 1’affirmarlo. perciochs li r Jenetianl nonfilamente non farmo gumni amid difemimr difcordle , mapiutojlo proeuraro- no Jer,-tore diaccordarele altrui diference. Eper nonparlare , co- me Voi > fen%afondamento, pigliatemi l’HijloriedlTSfjcolo Ma¬ chi amili , il qu.de , /e ben non moito affectionatoalla Republicha di Veneta , come fi pub vedere in tutte lefue opere ; tuttauia affret- todalla renta aelprimo libro trouarete , cbe dicecosi. I Collegati fi dimfero fra loro quelIeTerre, che reilauano nella parceciella Chiefa: cconuenero, chc Parma perueaif- fe a quellidella Scala; Keggio a’Gonzaga , Modena a quei Luccaai Fiorentini. manelleimprefedi quefte Ter- refeguirono molteguerre, Iequalifuronopoi inbuona par- Ee da Venetiani compofte. E poco pili di fotto nel medefimo libro dice: Ilnome loro in mare era terribile, entro in Italia vene- rando : si chedi tutte lecontrouerfie , che nafceuanoil piu delle volte eranoarbitri; come internenne nelie diiFerenze nate trai Collegati, perconto diquelleTerre, che tralorofi haueuanodiirfe ;cherimeira la caufa ne’ Venetiani, rimafe ai Vifconti Bergamo ,e Brefla. H or cbe dite voi,cbe feminauano difcordle ,fe erano arbitri di tutte le differenge il piti delle volte, per acccmodarlež Tacetc, tacete, e vergognateui diparlare cosigoffamentecontrala veritd. Ma perche voglio, che s’intenda , inebemodola Republicacon- quiflbquelle Tene, le qualificondo Vol, acquiJlo colfeminar di - fc >rdie, ve lo diro qui breuemente. lo Mifonoimpadroniradella MarcaTreuifana. Quefla i vna T mubuia moito grande, ericca: e contienein fe framoite altrele Cittadi Treuifo , cbe n’e capo, e le dailnome, di Vadoua . di vicen^a, & vna parte di Verona, che iquella, lit quafip >ftd daila partedi Lcuante delfiume Mdige , chediuide^r quefla Mar addla Lombardia. Ma Vei, chenon fapetele cofe, pare , che per Marca Treuifana filamente pigliate la Cittd di Treuifo , <& il fuo difiretto: e cosi ponete da banda Ficen%a, e Te¬ mna , come f'mri dieffa . Sta dettoqueflo filamente per darui a conofiere la voslra ignoranca i ma pigliando per bora la Marca Treta- 17 'Treuifana , comc Voi la 'pigliate; dico, cbe Majlln dalla Scala Trincipe moltopotentenella Lombardia, enella MarcaT reuifa- ml'anno 133 6-fi cone trauagliaua tuttii fuoi vi cini, cosipart- mente comincio a dar mole Jih a Venetiani. donde auuenne, che ejusfla Republica fece confederatione conquelladi Fiorenga , con Galcazp Vifconte Signor di Milano, e con altri Totentati contrail detto Maflin dalla Scala . eper forga d’ar mi in ragione di giujla guerra Vmpadronirono i Venetiani di gran parte dello Stato di lui. Ondevedendofiil detto Majlin a malpartito, domandb pa¬ te ,nella qualecedette, e diedenelle mani de’Venetiani la Citta di Treuifo con tutteleterre, eluogbiappartenenti ad efia . E in que- jlo modo venne quella Marca in potere della Republica l'anno I 3 3 8. Cositroueretein Mano JlntonioSabell.ndlafua Hidloriet divenetia Decai.li.j.&in Gionami Tarcagnota. i.pardib. 16» II Le Citta Im pedali di Verona Padoua,e Vicenza. Dell'anno 1404. Francefcoda Carrara fuccejforedi Marftlio ‘Signor diVadoua ,bauendo conveleno toltola vita a Gugliclmo dalla Scala Signore di Vcronafuo parente,e confederato,emedefi- mamente a duefigUuoli di lui,e a quantivi erano della cafa di effo * fimpadronl di Verona ', e /'ubito riuolfeVami contraia Cittd di Vicenga, la quale fi gouernaua a Republica fotto ladife[a.,e la pro - tettionede' Vifcontidi Milano, vedendopoi i Vicentini,chene da. per fe,HeJJi , neconlaprotcttione de'Vifconti fipoteuano difcnde- re, fi rifolfero difottometterfi al Dominio de' Venetiani.& haucn- doglila Republica accettati, auuiso il Carrarefe,cbeaiongli mole - Jlafie. ma egli volfe profeguir la guerra, & indifpregio di Vene- tia fecetagliareilnafo , e le orecchiealla per Jona mandata dalla Republica anotificargli, cbe Ufciaffe viuere in pace i Vicentini, poicbe erano fuoi vaffalli. Quindi amennecbe la Republica gli inouefieguerra , nellaqualeconquiflb le Citta di Vadoua, Verona, CiuidaldiBelun,Feltre,etuttoUreJiantefottopofloa' Carrarefi. T^icolb Macchiauelli lib.uSabellic.Deca.i.UkR. Tarcagnota 2. par.lib. 17. X 2 Alfa Carad’Au(lriaoccupaileProuinciedelPriuIi,ci’I- 'ftda,edi Dalmatia, in tempo,che i fuoi Arciducali haucua- 'tioguerraco’Redi Vngaria. Cbeditehuomoda benedfete\voi'in ceruello.per Dio penfa^ vbe yoi fognate, alla Cafa di Muftrla tolfe la.Republica quelk C Tro. 1 & Trouincie ? k nat e ni vn poco da dormire, rifuegiiato andate d leggere le Hiftorie, e trouarete y cbeperancoranon vi erano Mrci ducbi di Mmiria nel mondo: ne la Cafa d’Muslria haucua time fraiTotentati, quando 1 'jflna, e la Dalmatia v ena er o in potere deda Republiea . perche fin deldanno c, p 6 .bauendo H Rč di Croatia, e /i Narentani(con qucfli compcteuano i Venetiani fo- prala Tadronaruga dsl Mare MdriaticoJmoffo gmrra centra i Dalmatini , c gl'ijiriani, li quali per quello, cbe Ji pub raeeorre dalle Hiftark viueuano in libertdfotto il fecuro Dominio deli’lm- peradore di C ojlantinopoli j deliberarono quelle Fromme difot- tometterfialla l{epublica di Venetia, > per bauere vn “Principe , cbe le difeniefie ; penbe gl’ Imperadori cio nonfaccuano. far ono accettate dal la Republiea . & il Redi Croatia ficontento di la - fciarle viuerein p.ac.ee mandba Fcnetia Stefano fuo figliuolo per oflaggio, il quale prefe per moglie vna jjglimla di Tietris Orfeolo Doge dclla Republiea : & ilfarentani cedcttero ogni lor vagione, e pretenfmie fopra la nauigatione deli’ Adriatic o : pro- mettendodinondmandarnegiamaitributo,.comefin’ali’bora ha~ ueuano fatto. Dopo l’anno i o 8 4. Mlcffio Imperadore di Co- ftantinopoli confen ti , cbe la Republiea baueffcil titolo del Rvtni- nio, e della Signorla fopra queUe Trouincie, per bauerle liber ate da’corfari y econquiflatepergiufia ragionediguerra. “Njcoib Do- glioni nella fua Hifior.FenetJih.2.SabclLDcca 1 .lib.^.c.%. Cio- uanni Tarcagnota 2.par.lib.i 1. Ter quelio, cbe tocca alla Tatriadel P nuli, douete fapere ,cbs quella Tromneict era del Tatriatca di Mquilleia il quale corM confinante hcbbefempre qualebe diferenca eo’ Venetiani, efpcfio gli moleflauaccnlearmi, entrandofin dentro le loro Lagune, dom per dne volte tolfe loro la elita di Grado: ancorche prcjlo fuffe ri- € upe r at a da v enetiani. Ma hauendo poi guerra con Ltidouico Techio aU’bora Tatriarca nell’anno 1415. guadagnarono perfor» %a d’avmila maggior parte di quella Trcuincia ; & il reflante dr ejfa fi diedeloro di loro fpontanea volontd.SabcU.Dec. 2,libro g- Tarcagnota.2.par.lib.i j, 13 . In Leuante pofleggo alcuni $tacij che io hebbida g»j Imperadori Greci ; median te i trauagli t chciempre psocuM* inAfia«. MAla Rsp.diVenetiah Leuante U. Regnodi Cadia t l’lfole deli* —~ - - ■ Gejjfr 19 cefalonla > del Z ant e , & altre. vi diro con qud ragionele pojfeg- ga: moflrandouiprlmieramente, quanto mentitein dire, che fem- pre ella procuraffe trauagli a gl’Imperadori Greci . cenciofiacbe apparifca neile Hi(lorie, chefempre la Republica difefe quell’Im¬ perio: ne gli procuro giamaidanno alcmo, je noti quando per giu- Ha cagione 1 ’bebbe per fuo nemico s ecome tale gli moffe gucrra aperta. Eperrenireai particolari dico, cbe delTanno ^ 40. hauendo Giusiiniano Imperadore mandato Beli j ar 10 fuo Capitan Generale pcrcacciare i Gotid’Italia :fattai Venetianivn J armatainfauo- redcl detto Belifario ; conejfa ruppero qmliade' Gotfonde au~ uenne, cbefuprefo Rauetma,e vitigeUidi quei Barbari. Doglio- nilib.t. Dopo alcuniannimandaronograndiffimi foccorfia "Harfete Eu- nnco,\lquale perildem Imperadore fini di cacciar fuori dTtaliai Goti.Sabel.DecauDoglionilibii.Tarcagnotapar.idib.j. Dell’anno 634. Heraclio Imperadore mando d Grado la Caiedradeli’Eu.mgelifla San Marco, foloper compiacereaiVe- netiani. perchefempre in tutti i timulti d’ltalia erano Stati Impe- nali,& in tutte le cofe haueuano fauonto 1 'Imperio contra i Barba¬ ri. Gongalo IgliefcanellafuaVontifical i.pavt.Hb.^.cap. 6 . L’anno 7 2 6 .bauendoi Longobardiprefo ?\aucnna > e caccid- tone l'Effarco deli’.Imperio, Orfo Ipato, chefu H fecondo Doge di Venetia a perfuafione di Gregorio l l.andb in perfonacon podero- fa ar mata ,eracquifib qnella Cittaperl'Imperio. SabcUie.Dtca.i, lib.uCefare Baronio Tomo g.ann.j 2 6 .nu.zj^Carlo Sigonio del Regno d’Italialib.j.Tarcagnota z.par.lib.%. L’anno 843. quandoi Mori diM-fnca, voftri ctntepaffati, af~ faltaronol’ltalia,mandaronoi Venetianila loroarmataconrae(ft infiemecon quella deli’Imperadore Michael. & ancorche baucjjero cattiua Ventura, tuttauia bafta almio propofito per moflra rc,qwan- tofurono pronti in qualunque occafione alla difefa di quello Im¬ perio . Sahell.Dcca.i dib.^.Iglkfa 1 .par.lib.q.cap.$ i.T arcagnota z.par.lib. 1 o. Dell’anno 8 6 q.i Saracini partiti d'Mleffandria prefo Can- iia, afialtarono la Dalmatia,e penetrarono fin dentro le Lagune di Venetia. vfcita loro contra 1 ’armata della Rjpublica,&attaicata kbattagtia y glivinfe,esbarattbinmanierai cbe fcampatonepo- C % cbi, 20 zbi, m.u menatife ne ritornarono'ne' loro pacfl, lafciando qum», ebe k aueuanotoltoalT Imperio. Igliefca.i .par.lib.4, cap.39, Do- glionilib. 1 .Sabell.Deca. 1 Mb. $.T arcagnota 2.par.lib. 1 c. Ojiindo vn’altra volta iSaracmiteneuano affediata la Citta di Bariin Vuglia, ianno 1 008. andb afoccorrerla l’ar mata di Fene- iia : & incontratafi con quelta de' nemici >, la vinfe, guadagvando per fe la gloria , e per la Vuglia,e per 1 ’Imperio Creco ilfrutto del- lavittoria. Sabell.Deca.i.lib.^.Doglioni lib. z. Tarcagnotai t par.libro n- L'anno \ 069.Domenico Siluio Doge di uenetia con poderofa (trmata infauore deli’ Imperadore Tfliceforo riportogloiiofa vitto- ria de' Tformani Sabel.Deca. 1 di. 4. Doglionilib.i.T arcagnota. 2. par.lib.il.. Varno 1 147 quando Kteggieri BJ di SiciTia moffe guerra ali’Imperador- Emmanuele, e toltogli Corfu haucua mandata a- ferro ,.& fuoco la Morca , e l’^icaia ■, ruino Tebe y dislrujje Tfc- groponte, e Beotia ,gpafso fin'a Cofiantiuopoli, doue furono ab- bruciati i borgbi folo con Tardore ddle fai tte, ebe crano tirate d al¬ bami at a andatii\Fenetiani con la loro armata in fociorfd del - 1'Imperadore combatettero, e rinfero qudla di Sicilia pigliando (juattordicinaui . e racquislato Corfu, & ajjiiurati tutti queipae- fi jdiederofopralit Sicilia , c la trat tar ono molto male.. Etosi l’Imperio deUa Greda fivicbe cjuefla volta,ume moltcaltrc dal.va- lor delle amc Venetiane difefo ,e ripoflonellafua Mae$ld,egran~ deerga.. S abell.Deca.v .lib.j.T arcagnota.i .par.lib. 12. DelTanno 120 3. Henrico Dandolo Doge di Venetia confede-- ratocon Francefi, caccib di Coflantinopoli.il Tiramo ^dlij]io, che hatieuatolto ilmperioad Ifacciolegittimo Imperadore baucn- doglifattocamr-glioccbi, e tmendblo prigione in eflrcma mife- ria: e ripofenello Stato ^llejjio ilgiouine, a eni di ragione fl do - ueurl'Imperio.. Ma apenafu ripoflo nel Trono Tmperiale, chc vn craditore molto fuo fauoritofebe i fauoriti ilpiudelle volte /o- glionoeflerei traditorijebiamato, fecondo alcuni Pluton, Alur- Ttifle/fecondo altriaAlefjio Mirtillo :: vccifoloa. tradimsnto, ft vfurpdiimperio.contra-coflui i venetiani,& i Francefi riuoltaro- no le armi , e cacciancLolodi Coftantinopoligli leuarono Tvfurpato Imperio. delquale, per non vi effere legittiruo berede, eleffero im- peraiore Balduino ContediFiand/a, c Vatmna Tomafo Moro*. 2 I fino venttia.no. etuttofu approuato dal Tontcfcc Romano. £ per ladiulfivrie deli" Imperio, conforme a quetto , cbe bauemno ca- pitolato,tocco a Venetiani la meta, nella quaie entroil Rcgno di Candia ,elealtre ifoledel mare Ionio, & Egeo . con quefiotitolo tieneU Repuhlicagli Stati, cbe poffiede in Leuante. Sabcl. De- ca i.lib.S.CiufredoviUbarduino Francefe ne’ frtoi Commentari Igliefca.i.par.Ub.5 cap.o, ^.Tarcagnota.2.par.iib.i 3. 14 Nellft Staro di Milano ho tre Citta. Signorsl, emoltobuone, efonocjuešle, Brefcia , Bergamo, e Crema,conquidate dal la Republicaperfor%ad'armi nella guma contra Filippo vifconte. Cos) dice Francefco Guicciardiui nella fm Hifioria d'It ali alib.j.equantoa Brefcia,&a Bergamo,ilme- defimo afferma il S a belil c o Deca. i.lib. 10. & il Maibiaucllinell' Hifioria di Fiorenra lib-.^.e 6-Biondo nell’Hifioria d’Italia libro ij.Igliefcapar. i.lib.G.cap.i3. Manonbebbero la Citta di Crema fenon dopo la mene di Filippo. perche preten d c nd o li Milanefi, cbe la Repiiblica rifiituifie Loro quello ,cbe baucua toltoal vifcon¬ te \nacque nuoua guerranella quale i Venetiani confedcrati con Francefco Sforga prefero quella Citta. Sabell. Deca-S.li.G.Ma- cbiauelli lib.6. T arcagnota.z.pardib. 19. ry Quel!a, cheafpiraua al Dominioditutta Italiaj miau- neda hauer perduto queito pofleflfo , per la grandezza di Spagna.. Lafpirare al dominio divnacofa e' procurarla con fperanga di ottenerla. mala fperanga, e la poffeffione fi contradicono. poi- cbe non fi poffiede quello, chefifpera, e quello, cbe fi poffiede , nonfifpera. Notatequefii termini, epotretevedere, comcpar- late a cafojenga fipere quello, cbe voi dite. perchefe Vcnetia afpiraua al Dominio d 1 Italia, admquenon lapoffedeua, efe non lapoffedeua ,come pub dire,cbe fi auuedebaper perduto quefia pof- fejjione l 16 Tcmodellafua vicinanza. poicheda che laconofco ha fatto contra di mecattiue operationi. Sta ringratiato Dio, che ho trouato v »a cofadetta a propofi to , nella qualevoi, &iofaremo d'accordo , e conformi. Cattiua vid¬ na čqnella,laq'talenon fd mai opera buona ai fuoi vidni.& £ mol - toben detto , da che la conofco. perche sb, che dite il vero. cbe il ptimo Spagnuolot del qnak t fecondo cbeiotrouondle Hislorie ,ft 22 ferai la Republica di V ene tla, lefu traditore , & iifatto fafiv di qacfl.i maeiera. che effendofele rebellata la Cittd di Žara, man da la Republica per racquiflarla Belicto Giufiiniano & vn certo Dal- majio Spdgnuolo , H qtiale egli jperaua , che fuffc coslfedele, come bančna nome di Caphan ralorofo . Vofero 1 ’aftedioalia Cittd t H GiuBiniano con l'armata dalla banda del mare,e Dalmafio da quella della tena . ma U traditore Spagnmlo corretto con promeffe da Zaratini, lafciato Fe [feni to ,fe n'entrb nclla C in dconclji.il che tnttauia neahii , ne alla Cittd fii di aleun giouamento. pcuioche egli venne in tarna abominatione di queicittadm, come e cofa or- din ari a, che piacciono i tradimenti , e non litraditori ,che fi rifolfe di fcaniparc in Tttglia ; ereftb,fecondo chediconoaleuni ,affogato> nel rnare ; fccondo altri ,faluatoji da ma pan fortuna in vna bar- chetta, perdettetuttelefue robe. e la Cittd ritornbin potere della Republica . Doglioinlib.^.Sabdl. Deca.z.lib.l. Ueffiempio. che voiarrecate de’ Tortogbtfi nonfa alcafo. Tri¬ ma , perche quel danno non fi pub propriamente parlando , chia- mare opera cattiua. poichefu cofa giufta, elecita, chei Torto - ghefiprocuraffero di tirarea /e queli’vtile. e la loro principale inientionnonfu di far danno ad aleuno. fecondariamente , perche queidanno non fii in ragionedi vicinan%a > dellaquale ‘Voipar- late nel vofiro D ifcorfo. Tercbe non diceuate uci , e Jarcb • h e molto a propofito auello, che cantano le Hiftorie , che delianno i 5' i 2.ejfendo collegatela Republica , e Spagrta contrai Francefi, etenendo 'affediatala CittddiBrefciacon dueefferciti, &hauen - dot F ranče fi determinato di renderla, ccmefeceroagli Spagnuo- li 3 cofloro ricemtala ,emeffoui iiprefidio,non volfa o refiituirlaa euenetiani: ancorcheperle Capitolationi a ciofi fuffero obligati: efttrono coflrettii Uenetiani d torla loro per for%a d'armi: come fuccedette dopo quattro anni ? Guicciardini lib.i i . Tarcagnota. i.par.li.2.2.e Mambrin Rofco nelle ^idditionial Tarcagg.p.lib. r« Tenhenondicemte Voi, cheaell'anno 1 5 g 8 .effendofi confe- derate vn‘aitra volta centra U Turco, & hauendoji infteme vnite prefo Caflelnuouo nelgolfo di Cattaro ; r olj ero gii Spagnuoli rite- nerft quella pia%g_a, la quale , con forme a gli accordifatti ,doueua rirnanereai Venetianidondeauuenne , che di U a poco riterno iti pdterde' Turchi ; lgiiefa.2~part.lib>6.cap.2j.§.^. Mambrin Ro- feo^.partdib.g. Tercbencm dicenate Voiquelto , cbesd tutlo il Mcndo, cbegli dnni pajfatiin tempo di pacevolfeil Conte di F nem e s, Gouerna <• tor dl Milano pertradmento mpadronirfi di Brefcia i percke non diceuate Voi ,che fotto la fuurcgga di yna lettcra Reale, c pure contra la volontd del vofi.ro Rj, la quale e molto retta,efanta,& ia 10 giurarei mille voke, la fua armata di Ifiapoliprefe i legni deliti mercantia > cbe andauano a Spalatro i Terčkenon diceuate Voi, cbe gli anni paffati il vicerediJfapoli tolfe alT apail Cajidlo di Rigari&altri luogbi ne‘confini di Tfapoli , e dtlla Romagna ; e vifhtroppo, cbe fare amntich e gli resiituiffe ? pen h e non di¬ ceuate Voi ? ma done mi lafcio io trafcorrcre ? non finirei in tre giorni, s’io vrte [Ji dire tutte le cofedi quefla manični* voglio la~ fciare. elle abaZlangafono notorie. coacludo 'con e]Jo voi, cbe con ragione venetia teme la vicinangadi Spagna .poicbe quefix fd fempre opere catiiue a’fuoi vidni . i 7 Ne mi e baftaco percacciarneli I hauere a in ta to n el mar RolFoi Soldatu del Cairo ,&alpreletiteilTutco , &i Re da Calicut^edt Camhaia: raandandoJoro artefici diartigliaria, efbrtificationi. Quello ,cbe qai V oi dite parte i di vofira tejla , & in confegucn- %a fenga fondamento alcun0‘, e parte 1 ’hauete tolto dal Tadre Mariana nella Hiftoria di Spagna al tem.2.lib.28.cap. 10. do¬ ne dice, che ivenetiani mandaronoartigliaria di artigieria,e metal loal Redi Calicut.l’amio i 5 o 4 .macon quanta verltdddegiiaf- fermi fipub raccone da vn’altro ^Auttore medefimamente Spa- gnuolo di natione Tortoghefe, che d Gi onanni di Bams,edi tanto maggior creditoin auešlo cafo, quanto cbe rije inquei tempi Jeri Je con principal proponimento, e molto diflefamante leimprefe de’ Tortogbeft nelle Indic Orientali nella fua Hifioria intitolata 1 ’Mfia. Lcggetelapure,etrouerete nellaDeca iJ.ib.6.cap.$.che il RediCalicut fin deli’arino 150 2 .baueua quantitd di artigliaria nella fua cittd Rjalomenella medefimaDeca allib.j. cap.j.vede- rete ,ebe gli Mori gli dauano quantitd di artigliaria della Mesca * dimanicra ,cbe farebbefiatomolto fuoridi propofito, mandargli artefici, emetallofinda Venetia i hauendocosivicino queUo che 11 faceua meftieri, E' il vero , che nel medefimo Ub.yM.cap. i,di- . ce y cbe due foldaii Scbhuoni , liquali combatteuano infier.ee co* ‘Tvrtoghefi, fenepajjargno dallabandadel Redi Caliait»e cbe ermo ^ 4 * ..... erano arteficidl artigliarid, e fidijfe, cbeerano aniati M per ordi- ne ds' Venetiani . m.t foggiungne l'Mutore prudentemente, i bt tal cofa non fi puo credere di vna cosi lllufire,ecosl Chrijliana Signo* ria , come cjuella di venetia . e cbi voleffe ponderar do, potrtbbe con ragion euidentijjimamente far conofcere , cbe fti falfitd , ema- litia. Miflupifco bene, comeil Vadre Mariana ji quale 1'altr'bic - n fcrijfe lafna Hijloria , voglia affcrmarepcr certa , e vera vna cofa cosi antica, e reprouata da vn'Mutore cosi grande di quei tem¬ pi ; come cofa tanto fitori dipropofito,chenon merita ejfer creduta . M a il Mariana ancorcbe Jiutore ecctllente,fifaraingannatofnoti dico nulla, cbe eglii appaffionato) perebe Quandoque bonus dormicat Homerus . Mafeconcedejfmo , cbe i Venetiani facef- fero quello, cbeil Mariana , eVoidite; ardijco dire , cbefecero molto bene. Confiderate con attentionetutta la detta Hijloria di Barros > etrotiarete,cbe,quantunquequefto Mutorcenbid’ingran- dirmoltola religione de’ Vortogbefi , & il deftderio, colqualeft affaticauano di feminar 1’Euangelio ,c lafede di C brisi o j tuttauia per il vero la loro principal intention folamente era di renderft foggetti queipaefi. per qiteflofolo s’affaticauano, equeJioJolo era il finedelleloroimprefe: &ilpretefto delia religione non feruiua per altro, cbe per vna cappa honoreuole da ricoptire l'ir.finita loro cupidigia. di mamera,the]femprefiigiuflijjima ladifefa , cbequd RJ fecero contra cbi ingiujlamentcmoucualorogucrra ferpriuar - gli degli S tati: e con forme a cio tutti , quei T rincipi, cbcgliaiuta- ronoadifenderft, preferodifefagiujla, e fecero opcra molto buo- na.cfe voi volefle dire, cbe liTortogbcfi vi entrarono con le ar- mi, per bauerpofcia maggior facilita alla predicatione ; io viri- fpondo , cbe Cbrijlo Noftro Signore non la intendecosi. cgli verne al Mb to a predicar l’Euang e lio,&afondarui la fua Santa Cbiefa 9 fen ga Uuare i Regnitempcraliai Trincipi. perebe Non eripit mortalia Ojjiregnadatcaeleftia. m E quando mando ifuoi Mpoflolia conuertire legend , comandb loro, cbe vi andajfero pacificamente , e non come in maniera di giterra. ecbefeli volejfero afeoitare, con buona ventura , altri- menti , ft rimlgeffero ad altra parte. evenendoperfeguitati,noh volfe , cbe combatteffero; angi diffe loro, cbe fene fuggifjero • Si 'vos.perfecuci fuerincin vna ci ui tace, fugi tc inaliam.Jždunq»t catfm katttm era Vintentione de' Portogefi; cattiuo il modo , thc ado - perauano :emolto bene faceuano gl"Indiani a far lor refiftenga & ottimamente cbi lifauorma. i 8 Determinai di cacciargli Spagnuolifuori d’Ita!i a mo-’ uetidoprimieramentčguerTaallaCafa di A.uftria fotto pre- teRo della mala vicinanzaj, che mifaceuanogli Vfcochi ; per cacciardaffalrrapartede’ monti Ferdinando.. Gitardate, che buomo da bene . voi douete fapere, chequando Trt 'Principe muoue vna guerra congutHa cagione, e con dechiara- re ilfine; che egli pretende, & ottenuto il quale,promettc diporgiit 1’armi; il volere affermare, che quella cagione fu folamenteper ri- c-oprir altri fini cattiui , c raalignitd di cbipenfa vna cofa tale . folo Id Ho dqnello, che intenie i cuori )& il volere vn'hnomo dire cosl detenninatamente, chefifd per quefio,G per quell'altro effetto,non vi cfiendoeofa certa, e manifeBaprocederd d da gr a ti a profetica, mero da arroganza diabolica. Gli vfcochi fonolairani,eCor- fari ,inquietanoilmare, ela terra. dimandateloal vojlro Torde- figlia. Vnol la Republica, cbe fi letimo via da'fuoiconfini: muo. ue la guerra per tal cagione, & efienddnotorio a tutto il mondo, comepotetevoi dir di n6, ma che voglia cacciar gli Spagnuoli, e la Cafa d’^Auflria d’ltalia? gia il Sereniffmo Re Ferdinando ‘Principe molto giuflo , e fauio hauendo conofciuto la gin Bit ta della Republica, ha fatto leuar via gli vfcochi , e ceffcrd h guerra, Opindi Voi potrete comprendere, che fete ftato ingannato dalla voflrafalfa imagmatione. 19 Etafpefedelle mi e ricchezze che non voglio dir tefo- ti, perche non gli hebbigianaai. Che io habbia vna tauola lautamente fornita ,eFoi diciate,che hmimuoiodifarne, cbemicuroio?habbia Venetia tefori,e di¬ et ate F oi, che no, che importaalei ? maio so cheprcflo confef- fante, cbeglihd, fecondocbe fetemutabiie, e ne fareteaflretto dalla veritd. 20 Ho mantenuto 1 ’eflTcrcitodel Ducadi Sauoia, & anco fo Renta to al Ducadi Mantoualiprefidij di Cafaie, ediakrc piazze. Non l’hb iogiadetto e chi ha foflentato 1’effercito di Sauoia, e liprefidbj del Duca di Mantoua, vn'effercito nel Friitli, vn’ar- &iatanell’»4driatkonclmedefmo tempo, &hddato,perquello , P cbe z S che Voi, dlte, cbe \o mn lo so , grati quantitd dl ZechinialTrno, &a fuoi Bafsd; cbetutto quefiotrouo nella vcfira Scrittura ; qua- litefori baura mai fpefo - borcomc diceuate vol in cjucjlo pumo cbe nori gli beb’>i giamai ? nonpotete Volvedere, cbe a pena fini- tedidirevnacofa, [ubito ne moslrate vn’altra contraria.ben ft comprende ,cbenon fetein ceruello .. 21 Affinclrencm fuffecoftretrodaNa ncceiluia darlc ne ie manidegli Spagnuoli- ^dttionc molto dcgna deli a Bjpublica di Venetih il foffentare advnTrincipelefue piatge, ajfinchelaneccjfitdnon 1 'aflmga a darlc in poter di perfone, le quali entrando, corne protettori , ne di- uengonopadroni, togliendole ailoropropri Signorl, ccme batino fattodi Tiombino,di Correggio r di Monaco , edraltriluoghi . 22 Hoprocuratoparimente di folleuarela Germania baf- fa, di vnir la Francia,e che 1 ’ 1 'nglefe(correflel'Oceano, &il TurcoimandaiTe lafuaarmata fopraM ! alta-,, con quello , cbe fegue- ‘Voifapetemoliodslle]cofe fegrete del Senato Venetiano, chi 'vebbd dette per vita voflral arrecatcmene aleuna proua , e fict di tefiimoni , d di lettere , e biglietti , o di qualunquealtra maniera » pterebe in cofadi tanta importan-gn non feteVoi Titagora, la cul autoritd vnglia tanto 3 cbebaflldhe ipfe dixir,- loperme, quando allcgo aleunetcofa contra dinjoljpomtevedtre,cbe fenipre la rado prouado. e fe iovolejji alpvefente moftrarui il contrariodi cio, cbe■ Voiqui ajfermate > lopotrei,efaprei fare affai facile, e chiara- tnente.manonfadi mefiieri per confutami . ebafia dir di voi s , Barbarus ifte multa dicit,& nihil probar. 2j II Duca di Sauoia, dopo hauerea mic fpefefatto ilbra-- UOjdicecHe, poiche alui mancanoie piazze } čc a me il dana- rovhaurebbe riceuute leleggi, cheSpagna glihaueiTe. vda¬ te dare.. Il Ducadi Sauoia ebrauoperilfuo valore. feglifono mane ate aleunepiaoge, eglineba, prefomoltopiu, efempre maigli i ero fciutol'animo. Spagnapudben dar leggea' faoi vajfalli. Sauoia i Trincipe libero, ne ha dariceuere leggi da aleuno . &afeafe y cbelhauergli delto vna’volta y C heobbedifca^ cofla molta ric - cbe%£a, e molto fartgue :&aUa fine nulla eflato fatto , e cosi fuc- vederdjempre, qmnd<) Spagna vorrd comandare fuoridi cafe 17 fua. Quantoaldanart>,femneaa Venetia , » fuoridel Colfo .cfe voi-hauetcal- traophiione,erratedigroffo.ebenvero, cheritornoimefipajfa- ti, maritrouo vn duro incontro. & hebbe gran ventura di pot er fcamparemaltrattatanelportodiBmdifi. 27 E' meglio viuerefchiaua, che morirfi di farne. :Bcndifs’iodifopra, ih e parlate come voi; cioecon la baffegga del voRro.animo. Gli huomini d’animograndepiutoflo vogliono moriredimiliemorti ,s'ejier puote,che vederfi fchiauo di alcuno . liberratem nemo bonus, nificum anima fi mulja mirti r. 28 Sono fiata-sforzata , uncorche io habbia difcopertoi miei mancamenti. La conciuftonedelta voftra ciarlariai conforme al rimanente tdntoibafia , per dire fengapropofito . Bjipprefenta Venetia Tin- gmituiine de’ Trincipi. ai quali e ricorfa nelle fue ncceffitd. non D z hauendo 2 8 hattendo dl a a lamo, ebefele mofiriingra.to . M o si ra il fuo pc/i- colofo Jlato ; viuendofene ella molto abbondante, in flore, e flcura. fupplica ,chefi faccia quietare la Cafa di Mujlria, la quale in tuh taquejla guerranonkafattoalcun danno. cbe 1’ejfercitodi S pa- gnanonriuolgale armi allarmieradi Garda ; tornefenon bautfie da fare a baftanga a guardare il fuo Jlato di Milano. e che il Dača di O [hm a lerenda la pojfeffione del mar Mdriatico; come fe glie- la haueffe tolta: quafi cbe vn ladrone entrando a ntbbare in vna cafa,ne lem lapoffejjione alreropadrone . Spropofui molto propri delvoftropocoghiditio. Ma poicketoccate queflo punto della pof fefflonedel mar Mdriatico, & il vojlroamico Emmanuel Tordefi- glianellavera Relation falfttrattaalcuna cofa del dominio, e det¬ la padr manga di effo ; roglio conbreiti ragioni mo Hrami il giujlo titolo, col qmle la Signoria di V enetiail domina, epofjiede. ela- fciando altre cofe diminor confideratione ,per.mh auuifo,eglifl ap- poggia fopra due fondamenti. l’vnoei’hauere occupato efjo mate lAdriatico, come cofa abbandonata dal padron fourano . I’a It ra l’b/ terlogimdato , e difefoper rnolti fecolida tutti i nemiri con in- finttafpefadi fangue, e di riccbcggge. Cafa j en ga dubhioi, che iecofe, lequalinonhartnopadrone , bpercbenonCbebbero mri,h percheUproprio padrone le abbandono(onodel primoche le hab- bi a occupate. e queflo tale le pub tener.e, e goderegluftamcnte, če¬ me vero padronedieffe. Conqueflo titolo dače Giouamii di Bar- ros\nella fua Hifloria deli'Mfia Deca.idib.č.cap.i.cke il Re di Tortogallopoti ejfer chiamatopadron della Guinea., perche quelli terra non era difefa da aleuno, ne haucua limit ationi di Stati i co- st veniuaadefleredelprirno, cbel’occupaffe. ancorcbe oltrea rib URjdi Tortogallo ne haneua laconcejflonedal Sonimo Tontcfi- ce, Col medefmo titolo la Republica di Vcnetia ft fece p ddr oni di qudle Lagune, doue edifleb la fua Cittd. percioche ritiratiuift quei primi fond utori della Republica, che fuggiuanola perfecutio- ne de' Barbari, li qualidiflruggeuanol’Italia, e trouandole dific- cupate,<&abbandonate; poiche gl’ Lmperadoripev effere cofi di pocaimportanga, nonnefaceuano cafo ; corninciarono a edificari lalor Cittd: ne vi fu alemo, che lo contradiceffe loro. e cosi refta- tonopadroriidiquelfito fComedicofa, cbe non haucua padrone . e neUadiuifione,cbefifecefragl‘Imperadori d'Oriente, ediOcci- imte , fit dichurato^he la Cgtddi vcnetia rejlaffelibera, f en ^ 2 9 cbe sintendejfe apparteriere ncattvno, neaUkltro: anzjibe r> mansffeegualeaWvno,&aUlaltro. Tarcagnota 2 . par.hb.p.cbe fu vna confirmattcne delgiuflo Dominio diquella Republica pro- tcduto dalla detta giufia occupatione. Horaftandola cofa c osi , comeverarnente sla ,dico,cbela Republica hafopra 1‘M.driatico quella mcdefima ragione, e quel medefmo titologiuslo , chc ella ri- tienefopra 1‘ifteffa Cittddi Venetu, il cbe chiaramente ft potrd vedete ,confiderandoft, cbe l'Md rutico apparteneuaaU’lmpern- dored'Oriente,il qtialeparimenteera \Signor fourano dell'1/lria , d dl a Dalmatia, e deli'Albank, e della Tuglia , e dt U'MbrHzgzo, e della Romagna, cbe [ono i confini, eleriuiere frale qualiji rac - chiude l’Adriatic o. £ percbe al detto Imperadcrerenneroa man - čare leforzc marittimedi maniera, chenonpoteua difendere qttel mate ; -venite in proceffo di tepoatal termine, cbe in effonen ri era atcuna ftcurezj^a: e li 'Harer.tanigentedi maleaffare,efen%a con- fcienza, cfiera,e cbe faceuaprofeffionediandar incerfo,qualifono ne’ tempi nofirigii vfcocchi ; diuennero cosipatenti,chc inquietan- dotuttoilmare, ftcondufieroa mettertributo popra la nauigatio- lie, torne padroni afioluti.ne 1’lmptradore ri poneua rimtdioi anconhe i Dalmatini , e gl’Isiriani gli rapprtfentajjer& i gran danni ,cbe quci C or fari faceuano. Eccoqud , c cm e 1‘ Imperadore baueua abbandonato deltutto I’Mdriatico. poicbenonvfduaa di~ fenderlo ,neaneo centra i Corfari, cbe ne fpaeciananoil padrme. Onde fene vfcirono fuorii venetiani, eperlo Jpatio dieento, e fettanta cmni combatcttero fempre centra li Narentani . li quali potetterofar cctantorefiftcnza, percfferefaneriti, cfoccorfi da RidiCroatia .mapurcallafinereSlarono rimi.e dalla RepublL tafuccnccduta lorola -pace, conconditione, che giattiai non an- daffero incorfo, ne dimanda ffero tributo ptr la namgatione. Et in qucflo modo la Republicarimafepadrona, epoffeditrice del mo¬ re idriatico fin dell’anno $ v, 6.ceme racconta il Sabell. Deca. 1 . lib.a.Tarcagnota 2 .par.lih. 1 i.?fe gl’Imperadori Gredfirichia — maronogtamaidicidcontrafi Venetiani. anzj,moflraronodi con- tentarfene, e fempre furono loro amki. e loro pareua di non hauer maggiorficurezga,edifefa contra i fuoincmicinelmare di quel- ia,cbe era ripoflanelleforze della Republica], la quale Veramente fempre difefequell’Imperiocontrali Mori, e Sarami, comedi fo- pa al num.ii.hbdmoflrato* Det queltempo in qud fempre l<&; Repu- 3 © S \epfibUcafii mantenuta nelfuo poffcfo. e rosi ha vohito Iddio per ftcurezja di quelmare, dell'ltalia, di Vngaria , e di Alkma* gna. poicbe gl’ Imperadori <5reci nonpoteuano piurattenereU* furia de'Barbari. & a pena haueuanoforgeper difendere Cofian - tinopoli . e cosi Igliefca nella j ,par.lib. j. cap. 1-5. quando introdu « te Tapa Urbano Secondo a pcrfuadere la guerra eontra i Turchi, per la conquifta di-Gierufalm $ fra le filtre cofe trouame, cbe egli dice quefle parole. LeforZeddl’ImperiodiCoftantinopoIi, le qua'li quand® eranoin flore/urono la difefa della nolka Europaper quel!a parte di Settennione, e di Leuante ; fono gia di manieraflac- che ,e deboiidalla banda del BosforoTracio, e ddl’Elefpon- tOjdie fanno affaiin defender.e la Citta di Coftan tinopoli dalla furia de’ Barbari,. Datutto quello, cbe e jlatodetto di fopra , che efiendoil mart-J „ddriatico degli Imperadori Gred ; & abbadonatoloper non bauet c (Ji forge da difenderlo ; potetteroi Venetiani giusla , e le cit amen* teoccuparlo,come cofaderelitta. e concioftache vedendo dogi’Itn* peradori, non fene ricbiamarono-, am$ moflrarono di contentarfe - ne ,,tant.o piu viene a rimanere valido il.domini o della Kepah lica . Etosi rcfia prouato Uprimo fondamento. DiJJi, che ilfecondo era Vhauerio guardato, e difefopermoltifecolida tutti inemici con 'm* finitofpargimentodifartgue,ediricchcgge. che fen confiderato importa piu , cbe 1’iftejfo Adriatico non vale.J A quesla veritd nonfd dimcjlkrialtra proua, cheqndla, l dico de’ Mori fi legge cbiaramentenelle Hiftorie;nelle quali trouo t sber deli anno 7 jo. Mureiio Re di Spagna fi accordb co' Mori di dat $4 didarloro ogni atmo dl tributo yn ctrto mmero dl dov^ellc; e comindo; che le nobili Spagnuoleft congiugnejjeroin matrimonio conefli. Huius temporeferuiiibeilo Regnum flagrauit.cuius caufa, vtcum Maurisfcedusiniret, infamem illam quoque conditionem fubirenon renuit,;vtnumeru queda Criftiana- rum virginumlocotributiquotannis Maurorum Regi per- folueret.lmperabat tune Mauris Abdhethamanus omnium fceliciffitnus. Tradit pra:terea Tudefis huius Regis Aurelij il. lud periniquum decretum, vi nobiies Hi{panx mulieres ma- rritnonioiungerenturcum Saraceni s.Baronio To.g.ann. 770. mm.iz. (hmitoa quello, che hb detto de'Giudei, norimi lafcie- Saabe- ramo mentireii Sanbenetti ; habiti che ftanno attaccati fenza nu- tJ!tos ' mero peric Cbiefedi Spagna de’ cendannati dalla Santa Lquifi- ti one pcrberetici Giudal%anti. Di quelli dialtre nadoni non ac- cade dir parola poicbe viteneteper honore, ernolto -ve ne pregia- te dl cjfere defcendenti de’Goti. 3 r ConfeiTando le colpe, &c i peccati tuoi. eg!i e vero che percio teco fi haurebbe potuto vfar mifericordia. IJelforo della conjcicnza, che fi chiama forum pol iperli confefjione fiperdona. nell’efleriore ,ilqualfidice forum fori, U confejjione richiedeilgafligo.ma Voiqui parlatc, come fempre, allarouerfcia. 32 Senonl’haueffi mefcolato con cosi efforbitanti men- Zogne. Ha detto tante men%pgne ; quante Jono fiate le colpe dichiarate tontrddi lei. 33 Inqual tempo, deshoneftiffima donna, ti fei oppofia maial Turco. voletecib fapere -, efateprofeffionedi hauer veduto H; flori e ? Ter Diee^t che non douete hauer veduto altro, che le copcrte. ve¬ nite qm , contiamo , qmnte volte , anconbenon fianotutte. U torno r o 5? 8. perla conquisla del fanto Sepolcro di Gerufd- lem , il qmleerainpotere de’ Turchi, e Saracini , mando la Re- pubiica divenetia dugento naui, ad iflanza di Tapa Vrbano Se- condo. done deli t voflra valorofanatione Spagnunla nonft citro¬ no pure vna perfona . efjfenaoui andati in foccorfo tutti gli altrt Chrijliani del mondo. & in quella occafionei Fcnetiani prefero laCittddi Smirna j &in cotnpagnia de’ Francefjguadagnarono ^ifcalona, H' 'jLfulona , Cafa, e T ib en ade.Sabell.Beca. T.lib. 5. Igliefca par. 1. lib. f. Sigon.del Regno d’Italia Ub.^.Tarcagnota z.part e lib. 12. Uanno r 1 o z.adijlangadi BaUuino Ri di Gierufalem, Ve- ncliagli uradom foccorfo centa muiper tena Santa contraejue- gi'li,fedcli ,fotto la condotta di Doraenico Michel fuo Doge,cbe arrimndo alla Cittd del Zajfo , e trouandola afjediata da quei Bar¬ bari con feicentovajjelli, venutofeco alk mani, glisbaraglib, e ruppe; riportandone vna gloriofa vittoria, ereflandola Cittd li- bera dall’a{fedio . epofcia in compagnia de ’ Franceft guadagnaro- nola Cittddi Tito. Nella qmleimprefa non ida paffarefottoft- lentio tberoka attione-de ’ Venetiani. pemocbe mormorando con- tradi ejfi ii Franceft confederatiperfofpstto hauuto , cbefeperfor- t£ venijfc foccorfo a’ nemici affediati ;ncns'imbarcafjero, e non fi poneffero m ficuro, lafciando i Franceft foli nelpericolo ; imman- tincnteil Dogodi venetia fece cauare de 1 fuo i vaffelli tutti i remi le rele ,eglialtri iflromentida nauigare ; facendoli portare in ma¬ no di varimondo Tatriarcadi Gierufalem, cbef trouaua neU'ef- fercito, per ajjiarrar tutti delta fedeltd Venetiana . e cbeerano per efpugnar la Cittd ,ouermorite con gli altri gloriofamente . ^ ittio - ne egregia, chenon f Jarebbe potuto afpettare da altra natione del mondo :fe nonfoffe ritornata in vita la Republica Romana. SabeL F c ca. i.lib.6. Igliefca i.par.lib.j. cap.iS.Tarcagnota z.p ar. li¬ bro 12. Umno 1 s 3 S- quandoiTurchidopohauer conquiftatala So¬ rta fcorremno tutti queimari ,facendo infnito danno ai Chrifliani in ogni parte , fenga ritrouar ref slenga.: armarono li venetiania perfuafmc di Tapa Gmanni X X 11 . e diflrujfcro in maniera la potenga de’ Turcbfcbe tolfero loto 1’Imperio di tutto il mar e fin’in Sorta; lafciandolo tutto netto , & il commertio ficuro. Sabel. De- ca 2 .lib. 1. lglicfca 2.par.lib.6.cap.3.Tarcagnotaz.parte li¬ bro 1 6. Uanno 1396. armarono i Venetiani contra ilTurco infa- uor deli' Imperador Emmanuel Taleologo, epaffaronofin al mar Negro, doueraccolfero Sigifmondo Ri di Vngaria , che fuggiua, vinto da Turchi in vna battaglia, e lo conduffero in Dalmatin dondc fe ne pafso al fuo Regno. Doglioni lib.č.Tarcagnota z. parte lib.i-j. E Dal- H DalTanno 14 tf i> fin' alTentiO 1477. hebbe la RepublictLs guerra. col Tuno per m.ir e, cpirterra. & ancotche i Tim ki afi. faltaffero tre volte T Ita iia dal la pari e del Friuli, con grm dar.no de' Venetiani, c on tutto. cibfi mprela difefero in manični > ikc ncn potettero far prog rt [Jo. e Jibenei Trimipi ChrtfliarTt traitcnnet difarevna Lega centra il c< mme ncmho,alla fine mn ftcere mi¬ la , & i venetiani reji arene [e li - Stan de tuna Ukrepa otioja a rimirare quello , che fiat euano Ti venetiani centra c esigrande, c po- tente nemico, il quaiegid baueua d ifirutto duel mpe ivj, c molujfi- mi K egni. SabeL Dec a. 3. lib.8.9.10. Igiicfca z.par.Ttb.č.cap. 1 6. fin al 1 8 . Tarcagnota 2. par.iib. 20 . Varna 149 8. ruppe il Tuno vn'altra volta la guerra alla R e pu¬ hlica, la qud ditropiu di quattro anniper mare , e per tena. & af- fialtatoil Friuli ,eome chc vifacejfe mohidannr, tuttauia vitroubr cosigran refi slenga ,chc non pot d entraredentre in Itaiia. Doglio- ni lib. lo.Tarcagnota 2.par.iib. 21 .e 12. volete, chc io vi dica quctlo, cbe fuccedctte Fanno 1538» quandoSolimano Gran Turcho redendo legrandifcordie, 1 hc era- nofra Chnfiuni ftdifpofe di a Jfialtar T Itaiia ; ondefifccevna Le¬ ga per farglt refiflenga frail Tapa, T Impcradore, chc'er a part- mente Ri diSpagna, e la ReptiLHca di venetia i leggetelo , ctro- uarete , che fefi fece alcuna cofa,la fecero i venetiani . Igliefca z. par.lib.6,cap. Doglioni lib. 1 3. Mambrino Ro/co 5 .p ar te libro 3. Evi haurei petuto dire, qutllo, cbetocca alla battaglia nauale delFanno 1 5 7 tirna chi non lasal in cid non voglio citate Mi~ flori e ,poiche i cosinotorio. VoidmandafleinqitaltempolaRepubHcadi Venetia fifia op- pofiaal Turco ; gid ve The detto. Horaditemirn peco voi, che cofahauete fiatto voialtri valorofit Spagnuoli in fiauor della Chri- flianitdeontrai Tutehi ?■ Mi direte t che hauete eacciati quelli di lAfrica fuoridi Spagna dopo baucrla pojfieduta tanti anni Hegli i la ver itd. & e fiata vna imprefa grandijfima, e degna di memo- ria , c di molta lede. ma non mi potetegia negare, che non fu prin- cipalmente per amer della fede, e Religion Chriftiana ; come' quandofiarmb tante volte la Repubiica, per laterra Santa: ma per iatereffe di Stato , e pereacciare i nrnici di cafa vofifa. & H mciefimo voi farefie (dietama qui la veritd , e non adulationi) fc ,'i ilTapct 51 Tapa enlraffe col fuo c[fh cit o in' Caftiglia, b in Mrtgcn, c sim- pidroniffe di cjuelle Vrouinde,& ilmedeftmo fi pub dirediqmn~ te volte h.mete fatto alcma'cofacontra dieffi cola in Mfrica vo- ftri con fin ar iti. Mi direte , cbe nella Lega del i j 3 8. anco gli S pignuoli hebbero parte c osi, come li venetianiš love lo confefi. fo. ma soben' anco ,che ilTrincipe Doria General deli’Imperadff- re, qiundo fi trouarono le armate stila Treueftt ncll’ Mrcipelaga non volfe maicombatterc; comecbegliene fuffe fattagrandeiflan- ne fuffe pregato dal General del Tapa, e da quello di Cene¬ tu : e lafeib perdere vna occafione di fegnalata vittoriaCombat- tettero folamcnte vn galcone, &altrc dne Tfaui di Tenetitr-, le quxligettaroaoafondo vintigalere del Tuno. efu all’hora , cbe vitornandoin dietro, pigliarono Caficlnuom. doue il Doria mifk prefiiiodi Spagnuoli; volendoritenere quella piargga in premiodi .ejfcrfuggito dalla battaglia. Igliefca, e Rof -o ai luogbiallegati . , Mi dime l^oi, cbe nella battaglia nauale del 1571. fecero mol to gli Spagnuoli ? lo fon contento , con queflo, cbe non mi ne- ghiatela veritd, cbe l’armata di Venetia, c particolarmente le galeag^e furono la principal cagione dclla vittoria: ecbcil Doria Generaldi Spagna al tempo del combattere, fe n’andb a pigliar rento, difcoshndofi dalla battaglia, efucagione, cbe i Turchi pigliafiero la Capitana di Malta, cmalmenaffero tutto il c or no. de liro deli’armata Chrifiiana. Igliefca 2 .par.lib.6.cap.fin .§. r. JDoglioni libro 16. Bartolomeo Dionigi nell’Mdditioni alTarca- gnota.lib.i. • E fe vorrefte dire del gran valore di Don Giouanni di Muflria; aneb iodico, cbe fu grandijfimo. maqueflagloria non appartiene a Spagna. Combattb Don Giouanni, come vero Vrinci edel ge - nerofofanguedi jLušlria. Eglinon era Spagmolo, ne Capitauo diSpagna, mi Generale ditutta la Lega. di maniera, cbe confi- deratonella fuaperfona, lagloriadiluitoccaal!a Cafadi Mufiria &alla Germania , dondedefcende. confiderato poi come Genera¬ le , ella i non me no corrume del Tapa e di yenetia^cbe di Spagna . Eper concludere quefiopropofito, dico , obequalunquebuomo fen~ equafi protefiando, che non filafciaflero paffare, nefiperdeflel’occafionedi rompe- re cjuelPefFercko . Igliefca l.par.lib.f.cap. i !.§.}. Mariana Tom. a dih. a 6. cap.p. 38 Quandopretendefli al tempo di ClementeV II. rimet- terenelloStatodi Milano Francelco Sforza, come non di- (lurbarti, chejCgli defle nelle mani de’ fuoi nemici il Caftello • hauendo tu 1 ’eflfercito alle porte della Citta. Molle cofe pretendono iCtentanoliTrincipidifarejbeloronoit riefcono . non foccorfero i V c ne tiari: Francefco Sforga affediato , che hauendo dentro della Citta li nemici diede neltelor mani il Cafiello ,contuttocibprefero Lodi, ruppero il Manbefe del Va¬ ji o il qnale con tre mila Spagnuoli andaua per darle foccorfo: e guaddgnarono Cremona, laquale diedero in mano del gid detto Sforga. Guicciardini lib.i 7 .1 Trincipinon hannoil potere di Dio, ilqualedvgualeallajuavolontd . & evnagrangofferia in- colparli, perche non farno tutto quello, che vogliono. Ma fepuve habbiamo da parlare con queflo termine impertinente, vfato da voi; ditemivnpoco voi, comeil Marchefe del Vaflonon foccor- fe col vojlroefiereito Carignano , quando era affediato da’ France- fifanno i 543 .lafciando tagliareafildifpadapiudi vndicimi- lahuomini fIgliefca.2.par.Hb.6.cap.2y.§.zo.eper nonci slrac- eare nelle cofede’noflri antepaftati, dkiamo qualcbe cofa di quette t che noi altri habbiamo veduto , nonfonomolti anni, &inquefli giorni . comequando mandajle il Dma di "Parma in Francia con grofijf.mo ejfercito ,fauoritoda vn’altro del Papa,e della Lega de Trincipi Francefi, pervnfolfine d^mpedire, che ilgrande H ca¬ rico llll.nonfujfe coronatoRe, edi mettere in St at o vn Ke, che fuffe della Voflrafattione ; non facefle nel'vno, ne 1 ’altro i Luigi di Bauia nella fua Tontificale.^.parte.cap.^c.comedopo cosigratt guma, per renderuifoggettigli Olandeft,vifetc contentati di la- fckrgli vime in pace l decbiarando, chegli ricognofiete pet Si - gnori '3 S %nm liberi ? comebauendo ajfedlato gta treanni la Otta dl ^tsU £'m vn’efiercito cosi poderofo, chefarebbe fiato bafiante contra'd Tarčo , non cbe contra il Ducadi Sauoia, vi ritirafie con penina digran cju tntitd di gcnte , emolto piti della Voftra riputatmd Uon dko Cfuefte cofe per ingiuriarui, ma \per dami ad intmderc., ihene ancogli Spagnuoli farno quello , che vogliono. 39 Tunonhaiaiutatogiamaialcuno,fenoncon intentio- ne Ji rumarlo affatto. Vrne Dio , cbe Fot parlatedi venetia, cotne fe vol parlafie di Spagna. ma non voglioin cib dirnullaRadinoitcftimomj allcgati daVoimedefirno. 40 Dicanlo i Papi. Dicanlo inbuonhora . epurli per tuttiil primo Vontefice San Tietro. AVTOR. Cbe dite Voi, Beatijfimo Vadre,de’ Fcnetiani. banno fattogiamai Janno , o vilhnia a.' voflri fucceffori. SAN P 1 1 T R O. Dico, cbe fra U Vapi , e li Fenetiani alcune volte fon o fu.ccdutc difcordic perconto de' beni tcraporali. perche in fine , torne huominigli vni , e glialtrifouo foggetti alle palfioni, moffc dalCinterefie, ma nel vero li Vadridt qucfta. Repu- blica banno dim ftrato fempregran ri/petto, e riuerenga ai Vorte- fici Romani; anco , quando preuenuticonguerra banno preje le ar- mi, a dret ti dalla necejjitd della loro propria difefa . AVTOR. Quešlo d ajfai j ancorcbe non paia moltoil non far male ,fe oltra a cib non fi fa qualcbe bene. onde ci faria molto taro Paper e; felaRepublicadi venetiahdfatto alcunacofain fa- uorede' Tafiori della Cbiefa. SAN P 1 E T R O. lo potret dire,come altempo di Leo¬ ne Ifauro Imperadoredi Cofiantinopoli , ii qualefece altani dec re¬ ti contra la Heligione Cattolica, e contra il Vontefice Romano Gre gorio 11. a cui prot uro in m 40 Strnada, & combattutala >la ruppe ,cne otteme la vitlom ,'e pie. r focondufle Otonea Venetia . Vcrilqualfucccflo , c pcrcbe nongl ficcedtffepeggio, fu for%ato l’Impsvadore ad humiliarfi . £ cos 1 fene vernic a venetia a gettarfiai piedi di vlleffandro, & a di- mandargli perdotio dede fue colpe. epoco fante p ar th'eno hif:c~ meper Koma, done gli accompagnbil Trincipe Zlatil$er \l cuira- ioreilTapa ftvideritornare nella fua grande%ga, e riposlo nella mi a fedia, e la Cbiefa Santa nella fuaprima autonta con la riputa- tione , e fplcndore douuto. Igliefca.i.part.lib.5.cap.26. Sabell. Dcca.i .lib. 7. A V T O R. Trodcrgzgtper certo grandc . ma fecondo cbe gli Spagnuotife nepregiano, e ragioncude il crcderc , che hauranno fattoalcuna cofa molto piu magnanima. Voi, Beatiffmo Tadre, cbcfapeteiltutto, ditdoper amordi Dio. SAN P IETRO. Se le opere fitffero conformi alk pa¬ role ,non či farebbenatione, fra quante[ononateal Monao,cbe fnffe tanio benemerita dalla Santa Cbiefa, ede’ Vicaridi Cbrijlo; quanto la Spagnuola : ma c bi rimira le mani piu, che la Ungna &il cuore piu che lemam ;troua le cofemolto d reuefio ; per- cbe gli Spagnuoli nel bene fempre batino la lingua lunga , le mani corte, & il cuor guajlo. E cos) parlano molto, operetno po- co ; e qudpoco, folo per lifini, & intereffiloro, e nori principal- mer.teper amordi Dio , e dclla fua cbiefa. Di quefla maniera fo- gliono effi millantarfi di bauer datovn nuouo Mondoa Cbrijlo; conucrtendo 1 ’animealla lucedelVEuangelio . ccmecke fiala ve¬ lita , che il iorprincipaleintento e {lato folo dimettere infieme ric- che%ye, ediempireleborfe, e per vn' anima, cbe per accidentc ft e conuertita alla fanta fede Cattolica, ne batino fatto andare rni- giiaia ,e milioninell’Inferno. diche dd te/limonianga lavniucr- fal dijlruttione delle Indie . cbe h d fatto fpargere lacrime, fecosi člecitoparlare,a tuttti fanti del Cielo, & almedcfimo Iddio, il qualecrebquegli Indiani, e gli fcoperfe agli Spagnuoli, affinebe gli conuertifferoa Cbriflo, e non perebe glifacefscromaniri del Diauolo.finebegiamai in ciofta Jlato pojlo rimedio: ancor cbe lo ricordaffe, nefgridafie,eprote(lafle inšlantemente quclvenerabile frate D. Eartolomeo dalle Cafe, ouer Cafaus, chefuVefcouodi Chiapa nclle opere,&chi di fm bd tutto il Mondo vedute date alla. fiampa. AVTOR 4 * AVTOR. Cibp.tr troppo,b ^Apoflolo Santo, ma quelle crn- delta furono fatte contra Barbari infedeli . e la mia rifpofiafu, co- me ft ftano fegnalatigli Spagnuolico’ Tontefici Homani . SAN PIETRO. Nella medefimaguifa, enon dl altra maniera. correual'annodel Signore i f 2 6. quandoperoccafione dcllaguerra, cbe baueua t Imperador Carlo F. co' Totcntati, li qualifi erano confederati perrimettere nello Statodi Milano Fran¬ ce[co Sforga ; fi dclibero Don Hugo di Moncadaper diuertire V ci¬ pa elemente VI Le fepararlo dalla Legaperdendo ogni rifpetto , cbe eglbdoueua alla Tontifical dignitd; di paffarfenecon la fua gente contra lo Stato, e la perfona del fornmo]Tontefice. con que- fiadiabolicadeterminatione venutofene co’ fuoi foldatia Roma,& entratoui dentro , cojlrinfe il Tapa a riferrarft nel Caflello di San- t'angela. E per cauarfrutto di sifatta gioriofa vittoria, ottenu- ta fenga fangue , i religiofi Spagnuoli faccheggiarono il faero ValagTO , & il mio fainofo Tempio : fenga bauerpiu rifpettoalU MaeflddeUa Religione& d timoredel Sacrilegio, diquello,cbe baneuano bauutopocoauatili TurchinelleChiefc del Regnodi vn garia. Etallafine sforgaronoilTapa adacccordarfi coneffolor» in quelmodo, ch'eglinovolfero. Guicciard.lib .17. Igliefca.z.par. Iib.6.cap.i6.§.s. A V T OR .Tembile cafo, edanon efierc quaft crcduto, fe fuffe vfcito da altra bocca. SAN PIETRO. '\onpmfate , chcqui fifiniffcla Tra- gedia. Tafsbpiiiatidnti:perchenell’annofeguentei s 17. rit or- 'naronogli Spagnuoli a Roma dopo hauer ingannato il Tonteficc convuouiaccordi. a iqualidar.doeglifemplicementecredenga,li- ctntio ilfuo effercito , prouifio da lut per ognicafo, cbe potefk fuc- cedcre, reflato difarmato , /I credeua diefere tnoltofumo. nonfa- pendo, cbe gli Spagnuoli alfbora farnolelor branate, quando veggonogli altri Trincipi fpenfierati per la confidengadellc ami- citie inganucuoli, e\cbe ccnforme al faggio pareredi quclgran To- litico Traiano Boccalini, in tempo, cbei Trincipi banno guerra con gli Spagnuoli bafla ferrar le porte con vna cbiaue: ma in tempo di pace deono mettercenedue:fe vogliono flareficuri in cafa . Hor mn ritrouandorefiflengagli Spagnuoli entrarono lafeconda -volta k Roma ;non bauendo rifpetto ne al nme de’ Iproamici , ne altan - F torka 4 * torka , e (lignita de' Trelati, ne a i Temfif, ne a Monašteri, neal- le Reliquie riueriteda tutto ilmondo . Sforgarono le Matrone I{o- tnane, e le Monacbe fpofe dl Chri/lo, conduffero via i Vrdati , & i Cardinali con gli habiti , e congli ornamenti delta lor dignitd fo~ pragiumentivili , maltrattandoli, e termentandoii ,\per cbligargli apagarepiugroforifcatto .. Tfpnpofo, ne pctendo vorrei direle gran crudeltd, cbecfjifeeero. fiaperoicmpimentoditffe,cbeaf- fediaronoil Santo Tapa contredki Cardinali nel Caslello,elosfcr- T^tronoa pagare per la fualibertd quattroccnto mila ducati, e di daril Caftellonellemanidi Spagna, dicederealcune Cittd delfuo• Stato; conaltre conditioni fommamenteinicjue. c t:en potcndo dat loropuntnalmente compimento,il termcro tuttauia prigione molti mt(i .e po fia trattandofidella fua libertd y oltre lealtre cofe, vol- fero cbeloro {afero coneedute le Indulgenge della Santa Crudattt nc'\egnidi Spagna. pertvtile , i bcJene caua .nonfi ccntentando de’benitemporalirubbatinella Santa Cittd, feparimentenon rnb- bauanoalctmfrutto, ancorchenonfufepcr l'anima, cbencnfotl efere degli Spirituali; portandofene via imdnlgemcpcr forga.. e dopo bancrfatto quefto y feeero vfcire il.Tapa di Roma . Cuicciar. lih.\ S.Jgliefia .,1 .par. lih.6. cap. i6.§.8. gucjlae l’cperapiu fe - gnalata, chefaccfferogiamaigli Spagnuolial Tonttfce Rjmano. diiuifi pregiana ifcre difenfori ,eprotettm: e f,ipuo molto ben i o trapporre.ht.utto ,e pertutto aejuelladc*Fenetianir. In quellafi neflauailTapa nafcoflo in Venetia , comcpoueroreligiofo:&m quejla faceua reftdenga in. Rema ton tutta la. fuaautoritd , e gran- degga. L Venetimi il raccolfero , e fi ojferfero alla fua difefa: i gli Spagnuoli andarono.a. ritr.ouarlo per offendcrlo. 1 V ene tiara fi armarono contra l’Imperadorc: nemico del Tapa : e gli Spa- gnuoHfiarmaronoperl’lmperadore, per efere nemicidel Tapa* 1 venetianicombatetteroper lui,egli Spagnuoli contra.dilui* It venetiani.figgiogarono■ i’ Impcradore, cbe perfeguitaua H Tapa: e gli Spagnuoliper l’imperadoreperfeguitarono ilTapafin'a tan- to ,cbefelo feeero fpggetto* I Venetianiin fine ritornaronoilTa- pa in Roma nel Trono,e nellagrandegga fua:egliSpagnuoli ilcat- ciarono della fua Sedla , e di Roma in eflrcma miferia . eperebe tut¬ tauia la memoria di.cib mi amareggia y non rogliodirpiu, ba]i£ qu£llo t eheidetto b . 43 AVTOR. Che dite Voi bara,Signore Spagnuoto Tarnafifta :? p tre a voi, cheli Vapi fi.tno degnl difede > Horapoichegid li Ta¬ ft burno efposloil loro detto, paffiamo auanti, 41 I Re Napolirani. 7 s(on hbmai vedutonette Hifiorie, chei venetiam , qttandban- d.ir ono in aiuto de’ Ri di Napoli ,faceffero loro ulem dumo ; mn fi bene fempre fingolar beneficio. e l‘anno 14 96. quandoi Fran¬ cefi jiattano per impadronirfi dellamaggior parte di qutl Rjgno y ft confedcrarono i V enetiani col Ri Ferdinando per la difefa, e per la ricuperatione delperduto. eiimandaronoil Marchefedi Mantoa lor Generale con mille, e dugento caualli, e tre mila fanti: & il fa- uorirono , gr aiutarono fin tanto , che del tuno furono cacciati i FrancefidelRegno. Guicciardinilib.3. Igliefca.z.par.lib.č.cap* Zti§i;.Tarcagnota par.2Jib.21. E'vero, che inquefia occafione parimentefu fauorito il Redi Napolidagli Spagnuoli. e pare, che fin ali bora rejlarono cosl inn umor ati dclla bcllegga, ericchegpra diquel Regno, che fempre apprefjo aniarono difegnando, e macbi- nando il modo di leuarglido . E cosl l‘anno 1 7 o i.fecero con- federationeco’ Francefi ,fpargendo farna , ckelafaceuanocontra gFinfedeliabeneficio delta Cbrifiianitd.mafecretameflteconuen- nerodiacqitislareil Regnodi Napoli, con diuiderlofra di loro.e quando lor parne tempo i Francefi fcopertamente cominciarono It guerra :egli Spagnuoli con le Loro folite arti fi ojferjcro al Ri Fe¬ derigo , il quale per morte di Ferdinando era fucceduto nel Re¬ gno, per f ut difefa. il quxlenon fapendo, ne potendofi imagina- re, chefottoamijldgliarmajfero tradimento; cbiamoinfuo aiu¬ to Confaluo, che fe ne flauacon 1 ’armata di Spagna in Sicilia. egli diedein fuopdterealeunepiaggeirtCalabria ,per ficuregpta ,come egli diceiti dclla fua gente: manel vero per ingannare maggior- fnenteil poaero Ri Federigo; c per conquittar piti facilmente la parte di quel Regno, che per l’accordofatto con Francia apparte- neuaa Spagna . Ma efendofigidli Francefi impadroniti di Ca¬ fut , detla Citta di TSfapoli, e della maggior parte del Regno: al- l'bora vfcironogli Spagnuoli a man falua a fare il lortirofopra la Calabria, la quale con neffma,opoca r e fi slenga fi diede loro.e per che nella Citta di Taranto era il picciolo fanciullo Ferdinando Du¬ ra dtCalabriafigUuolodelRj Federigo, dimandarono i Gouerha- tori diquella Citta a Confaluo ,pnma chegliela defferondle mani, F a ebe 4'4 tbe dijfe loro parola di lafciarliberoUpicciolo fanchllo Dttca « & eglilo concedetie ,econfermbla fua prcmefia con giuramento fo . lennefopra 1 'hoftia confacrata. mane il umore di Dio, neilri- fpettodeglihuomini poti tanto appreffo di lui ,quanto la ragiondl Stato,daila qual moffo, ritenutolo prigione il mando al fuo Ri irt Hifpagna . Guicciardini libro 5. Iglicfca 2.par. lib. 6 . cap, 3i.§.5. Guardate vnpoco la fede dl vn Spagnuolo ,cbefimidantam del nome diGran Capitano;come fefujfero opere di Gran Capitano il co tninciave vna guerra con tradimento } e finirla col macaredella paro¬ la , e dellafede promeffa a gli huornini fipra il Corpo confacrato di Cbrifto. Quindipotrdvederetuttoilmondo,cbe quandoli Venem tiani joccorfero il, RjdiNapoli,ildifefero infteme colfuo Rcgno- e quandogli Spagimlipromifero didifenderlo > glielo leuarono del » le mani. 42 I Duchi di Milano. Ruando i venetiani conquiBarono parte dello Stato di Milano, some vi hbgidmoflrato,fuper ragionediguerra . bauendouicita - to le Hiftorie, affincbe le vediate . Manonbbtrouato mai,ne Vci lotromrete,cbe in tempodipace, efotto colore di aiutarei Duchi babbiano fattoloro alcundanno ,0 aggrauio. Klein tepe di guerra panraente, bauendocapitolatodi pace , non mancarono rnai lorodi parola; comc epalefe > chefecerogliSpagnuoli, quando France « fco Sfor%a dieds loro nelle mani il Caftellodi Milano . perdocbe bamndogli pvomcffo particolarmente di confegnarli la Cittd di £omo,&altre cofe ,.qmndo ilpouero Ducafe neverne cold s glidif- fero, cbefe voleua babitare m effa , cbevipoteua rejlare: cbe m efuanto ai effi nonne voleuano cauarei loroprefidij. il cbe altro non era y cbe volerlo tenere dentrole branebe , c cme in c ar c er at o s ne gliofferuaronoaltrodelle promeffe cofe. Dimanierajcbe il Da¬ na per non fifidare nelle mani di c bi gli rompeualafede; fiimbef fermeglio rkirarfinel Čampo de’ Venetiani ,egli altri confederati, liqualihauendoprefa Cremona, ladiedero immantinente al detto J)uca. Guicciardini lib. 1 j« 43 Le pouere Cictadi Ronaagna * Le Cittd di Romagna fono molte . di quaUVo\ parliate, e di S' me occafione, doue t VenetianiFaiutaff°.roa ruinare, io non la , penbe non ba lem mai vna cofa tale mik Hišloriein talpro 45 pofito : ne Voi lo dite; e cosi ml pare, cbeHoucteparldre , corrte fe- te foliiodl voflra tefi.i fenza fondamento. 44 E la fuenturata Pila, la quale fu gettata a terra dalla tuaambitionc. • 'Pifdancobad.iextr.xre in queHo hiogo quanto vi farebbe ftatomeglioiltion h anerne parkto. Laguerradi Tifa e fiata mol- tofamfa . pokhe psr tale occaftone patirono riuolutionii Prin¬ cipi d’lulia ,e moltifuoridiefta. cbil‘aiutaffe, e chifinijfe dl rui- narhionon lo voglo dire.e dicaloil vošlro Hi§lorico Mariina, Leggetelonel Tom. 2 .libro.z 6 . cap. 14.e vederete , che dicecosi. Perdifenderei Pifanilaloroliberta, ricorfero adfaiutode gli altri Principi d‘Itaiia;&in ifpeciaiita de’ Venetiani, chefuro- no quelli, che piu fi fegnalarono nel difendergli. Epikdi fotto nelmedefmoTomolib.zp.cap.l.dice. Oacllo; che piu impor- ta»i Re di Francia } & il Cactolico, neile cui mani 1 Pifani,& i Fiorentinihaueuanopoftelelorodifferenze;diedero Ja Cit- tadiPifainpoterede’ Fiorentiniloro nemici, con voce, che cosiconueniuaper la paced’lcalia . la verita fu, che preten- deuanopreualer/i di Fiorenza contrai Venetiani, edicenta mila ducati, co’qua!i fi offerfe di 'feruirgli, fe le confegnalfe- ro qucl!a Citra. che era vn vendere per moko vil prezzo la li- bertadiquella Republica, che in effi haucuaripofto lafua &- danza. Cofa vergognola,&indegna di cosi gran Principi, nelcherefto piuincaricatoil Re Cattolico, & il fuo buon no- me> per tenerei Pifani fotto lafua protettione, edifcfa. Queftefonole parole del Mariani, s e za le name, 0 aggiugnerui vnet lettera. Hor andate pure, & incaricate i Venetiani deile. colpedelvoflro Re. 4 j Allhora li potettero eonofcere letue gran forZe. poi- che vintain vna fola battagliada’ Franceh alla Giaradada, perdeftil’Imperxodi terraferma. Voi dite molto bene il vero , chefatta la Lega di Camhrai , fi po tettero eonofcere le granforge della Republica. perche cbi hebbe contradi fequaft tutta 1’Europa , nonfit gran cofa , che perdejfe quanto ellateneuain Terra ferma: fuben gran cofa, che ella con- ftruajfela fualibertd}ep\b;ebegranie,cbeella fapcfie ,epotefie racquijlare il perduto . £ perche gli efcrnpi dichiarano ajfai le sofeagli btiomni idioti , comefetevoi j voglio con vno ejjempio par- 4 * , fdrhrui. S c fiffi it vn Gigante rentni il qudle nen baftaffe 1 'arutM di fiare afronte x nijfm'abti Gigante; grandifenga dubbioft dou- rebbono film zre le fue fergš. efe per affaltarlo fi vniffero tre,o quat trn,c^rcgli folocontra tutti trtofiraffeil vifo;ancorcbetimanc[feab- battitto; nonrešlarebbc, cbe ilftto valovenonfoffe memorabile.ma fe dopo effere gettato a tena fapefiecon indujlria, e conforga ,fe- paranio vnnemico, ecombattendocontra 1 ’altro ieuarfi da tena* e tornare a rimetterfi in piedi con 1 'ardire di primat chi non dird, cbe la deflregga,c- forgafua farebbe inuincibile d Horeccotiquidi - pinta la Republica di Venetia contra la Lega di Cambrai. Stauano tutti li Tri n cipi con tim or e dellagrandegga della Republica; ne al~ črno bauruaardiredimitouerfeglicontra. £ quandoMaffimiliano lmperadore ,Gigantacciomolto grande , 1 ’anno i y 07 .hebbear* dimento di mncuerlegiierra, nefu in poco tempo cosimal menato , cbe bebbe per bene-ildimandarlc tregua; confentendo, cbe cIIxj> riteneffetuttoqncllo, cheglihaueuatolto , cbenonerapoco. Guic- ciard.lib j.Tarcagnota 2.par.lib.22* M a It arino feguente fi vnirono contra la Republica quattro Gi- gantaccii maggiori della Cbrifiianitd; efuronoil Tapa , ildctto lmperadore , HRedi Franeta , e queldiSpagna, e parendo loro di non efferein cio bajleuoli, chiamarono inloro ccmpagnia il Du~ cadi Ferrara ,&il Marcbefe di Mantova, Tatentati di qualche confideratione. & e cofa degna di fpauento, e dilaerim e, cbe il capodella Cbiefa di Cbriflo, e l'Muguslo della Santa Rema ; li Trincipi,che fipregianodi Chriflianijfmi,edi Cattolici, eglial- tri, cbe tutti eranofedcli; non fi rifoluefferomai difarevna Lega contrai nemici della nefira fanta fede: e cbe con tanta facilita, e preflegga, ecosifcgretamentelafaccffero contra rna Republica Cbnftianijjima e Cattolica , la quale bdfpefo tanto oro, e fparfo tanto fangue in milic occafione per lafede, e religionc Chriftiana: la quale tante volte fi eoppofta a i Barbari, T utehi,e Saracini, cbe , domando i nemici del Ficariodi Cbriflo sbatttuto dalla fttagrandegga, ilripofo nel fuo Trono. equeJio a fin folamente di letiarle queUo Stato, ilqualenon contirannia, ne con fr audi, ne con tradimentr, ma per meggo del fuo valove , e per volon - tari a deditione dellegenti, oper cejfione, operconfegnade’ Trin- čiptgiuflamente hauern conquifiato ,epoffedcua . tanto publ'odio, s la cupidigia del dominarenelpetto degli burnim, li quali met - tendo tendodabandala ragione,fidanno tuttiinpredaalleloro pafionL. Hera vnitifi tutti li delti Principi contra la fola Republica di Fenetiain cosigranrifcbioellt nonhebbealcuno } il qualefeleof- ferijfedidifenderla ,Jenonil Turco. macllanonvulfeaccetlavia ; coafidandofempre nelkgiufiitiaddlafuacaufa, e nella difefadi- uina . "Perdette labattaglia in Giaradada molta difgratiatamen- te. poicbedelle treparci del fuo efiercito vna fola combattctte , cbe fe baucjje eombattuto tutto , per confentimento di tutti gli buonlniprulenti , ne riportaua la vittoria. Si rendettero a ine- mici Brefcia, Bergomo , & altre piagge. evedendoi vcnetiani, ebe'l volcre ofliaarfineldifiendere i loro vaffalii ,farebbe vri man- dargli in mina maggiormente; moffidallkmore, cbe portauano lo¬ ro , parnelor bsne di difobligarli dal giuramentodi fedeltd; affin- che fenga ojfendere la Maeftd del lor Principe , poteficro rodarft a cbi meglioa loro parefle. St in si fattaguifa perdettero 1’lmpe- riodi Terra fermatnon reflandoloroaltro, cbe foloTreuifo, e la "Patru del Friuli. Eccoui qudabbbttutagidla Republica. ma leg- getecon attentionePHiftorkjetrouaretejome bepreftoeolfuopro- priovaloremnoa ricuperarele Citti di Tadoua, di Vicenga , di Ciuidal di Belun,, Seranalle., & altre tene . & inficmecon lefor- * gedelleami, adoperando la deflregga della negotiatione ;fece in maniera, cbe rimouendo il Ponteficc da glialtri confcderati; & a poco apococonvariffuccejji, quanio feparanio gli Spagnuoli, e qunndogii F rančefi, quando combattendo contra gli vni, equando contra gli altri, e quando contra tutti , di nuouo alla fine ritorno in. piedi; e quantunque indebolita, fi rimeffe nello Stato, nel quale al prefente la vediamo rnolto infiore, e ricca con moltagloria d’ltalia. cbe in quesla fola Republica riconofce la fua maggiorgrandegga ,, e libertd,. Guicciard.lib.S.fin al ti. Iglicfca.z.part.lib. 6.capit .. * 3 - JT-2- Cbinon fcorgenclfucceffiodiqueflaguenail moltovalore deliš Republica, fi pub ben deltutto chiamar cieco. T rouaterri voi bo- ra,Signor Parnafilla Fanfarone ,vn'occafione, comequefla, nel¬ la quale ft fiano veduti gli Spagnuoli con tanti nemici, e ne fiano< vfciti con si gran vittoria. & allora vi prometto di dar e tants gloria, e lo de c on la mia penna alla vofira natione, quanto Voipro- curateconla vofira mala lingua di disbenorarc ingiufiamente la. Republica diTenetia* 4 6 Sapine. n 46 SappmepurgracToaf Rž Cattofico. perche fe egli allho-* ra non haueffe cematodi vedere i FrancefI diuenuti padroni daGenouafinalieme Lagune; appena te ne farebbono re« ftatele rdiqure. Točo ob ligo ,per mioauuifo,fegli deue bauere.poicbefece tul- toilnule, cheeglipotd, e fe lafeto difarne ulemo, voimedefimi confeffate , cbe non ftiper buona volontd,maper timore dellagran- degpgadt Francia. 47 Don Ramondi Gardena con fa fua artegliaria vennead abbruciarti lefalde, &arompereiltuoeflercito ailaBrenta. Queflo fuccefo , deferittofra molti altri Hiftorici, moltodill- gentemente, cometuttoil reflo , dal Guicciardini.Ub.i i.pafsb in qui'fio modo, Mentre che 1 ’ejfercito del Tapa,dell’ Imperadore, e di Spagna fene {lana in Vicenga, Don tfamon di Cardona, non ha- uendo dapagare i fuoi foldati •, determind di andarfene alla bufca. e cosifcorfe la Campagnafina Meflre, e Marghera,dondetirocon le artegliarie nellc Lagune di Fenetia ; goffamente tnoftrando la fua mala volonta, poicbe di altra cofa non feruiua il tirare co¬ si nel mar e. in quefla occaftone, comc in mille altre fi fegnalarono gli Spagnuoli per grandijjmi Barbari . Facendo (dice il Guic- ciardini)iniqui]fimamente la guerra centra le mura. perche non contenti della preda gr andifjima deglianimali, e delle cofe molili, abbruciarono con fomma crudeltd Meflre,e Marghera, e Ligafuft- na , e tutts k altre tene, evilledelpaefc ,& oltraquclle, tuttele cafe, chehaueuano piu , cbe ordinaria bcllergga , o apparernga, "Ffelle quaii cofe non appariua\minore timpieta de’foldati del Ta- pa, e de gli altri Ita liani: angi tanto maggiore, quanto era piu no¬ rima loro , cbe a Barbari , tncrudelire contra la magnificenga, c gli ornamenti della Tatria comune. Gloriateui bora di quefta im- prefadi Don Bamondi Cardona; cbecertofumoltofegnalata. E fe i foldati del Tapa,e de gli altri Italianifecero le medtfme crudel td non me ne maramglio punto. perebe effendo in ccmpagnia di Spagnuoli, & bauendo per capo vno Spagnuolo non poteua effere dimeno , cbe nonfacefiero le medefime barbarie de gli altri Barba¬ ri . Tsfel ritorno di queffa farnofa gicrnata ruppero 1 ’effercito di Venetia, cbe andaua per impedir loro la flrada, non alla Brenta come dite V ni per ignoranca,ma a Creagopreffc a Vieenga • cosi pafjomto ilfatto. Madouetefapere che le cofe della guerra non ficonfi- . 49 fi conftderano pAncipahnenlepergl‘keontri, &acciiem , cbe ai- Ugiornatafuccedono, ma per li fini, ne'qualivengono a temina- re, e non trouarete guma. di confideratione neUa quale perl’vna, e l'altra parte non fia fiat o alcuno profpero fucceffo. quantm - que finalmente vnapartefola ba da reflar vincitrice. Li Romani riceuetterofra le altre auattrorottedi efferciti in Italia da' Carta- gineft ,raccontate baggidi permemordbili :ma alla fine guadagna- tono la vittoria, ediširuffcrola Otta di Cartagrne. e con quefto riportaronolagioria , &iltfmfo dellaguetra. Hora ogni huo~ moprudente confidenilfinedeUaguerradella Republica di Vene • tiacontra quei Principiconfcdcrati, e vegga, comecacchndo det fuo Statogli Spagnuoli, i Francefi, &i Todefibi,eglialtrifuoi nemiri , ricupcro le cofe perdutc, e da allborain qua conferuatele , bogn gloriofamente le mavtiene, e quindi potrd -comprendere , rjHjntocafo fi debbafare di quello, chefece Don Karnon di Car• iona-. 48 E maggiori effetti liauerefti veduto, quand» il Conte Fuentes volfe pigliar le armi. Dcfuturisconringentibus nulla eft determinata veritas* Ji Conte di Fuentes baurebbe potuto muouerela guerra. Sola Jddio sdglieffctti, chenefarebbonofucceduti. Se voi ne fapete qualcbecofa , conte pare , cbe vogliate dareud intendere,mofira- ternelo ,cbe vi db parola di riuemui, come vn "Profeta fanto. 4p Leragioni, chehaidicacciar fuori dimegliSpagnuoli. Se 10 haueffi da dire tutte le ragtoni, che vi fono per cacciare gli Spagnuoli d'l tafta•, iosb,cbe vi piggjcherebbono piu,cbe non pi^ eficano tutte le fpeciarie deli’Indic , ma non voglio dirle, ditele Voi. 50 LaprimaHuuermileuatoil comercio delile fpeciarie i Quesla e vna, edislpoco momenta, cheper nulla la fpaccio, mafia, comevoidite, laprima. qualeila feconda Fot non me la dite ? cbe cofa i queila ? bauete detto la prima, e vi manca la feconda ? JLndate ignorante, che fete 5 e per Dio tanto, cbe , per mio auuifo , non fapete contare, vno, e dne , epercib hauenda detto prima, non fapeflepafiare innangi. 51 Contrachiapplicaftecosiilleritirimedij,comcB,che j’Euangelio non fi diftendefle neilMDricntc. In quale ^iutore mi mofiraretc Voi quefio, S ignor Tamafijla i G p fO inneffmo per D io. enonlopotendo mofirare, ildlrlo voi e ca- lunnia cantm ogni veritd. Totrei ben io moflrare a Voi ne'vo- firi\Auton , che gli Spagnoli ndlOriente, e nell’ Occidente ban * no impeditoli fruttidell’Euangclio. Leggete Barros nella Boca. j.lib.y.cap.i.ctroHarete, chelaprifna Meffa , chei Tortoghcfi fecevo celcbrare in Guincafu delVanno 1482. pik di quaranta annidopo l'baker cominciato a difcoprire quei paefi. Leggete le opere del vefcouo diCbiapa, citate drfopra; e rede rete, come i Cafiigliani nelle Indie Occidentali non voleuano, che i religioft en~ trafero in alcuna p ar te apredicare .dkendo, che gl'Indiani di~ uentauanogranbacalair.eche ejji Vrati Voleuano efjere i padro ni. e molte volte , quando ft slaua prcdieando, entraua.no 1 Cafli- glidninelle Chiefe ,ene cauauanogl'Indianiperforga , e diceuano, cheloro faecuanodi m eflieripe r m a n d a. rg l i a lauorare, nevoleua- no lafciargli afcoltar la parola di Dio. Cofloro con veritd ji pofo « nodiretcheimpedirono , chcnonft dešlendeffe 1 'Euangelioi-enoip li Venstuni , some voigoffamente a fermate. 5 2 Voglio dimandarti, o Venecia, fe,c]uando gli Spagmio- linonmi lignorcggiaflero > s’iopotcffi viuere len za ioggefr* .tiojieforeftieia. . Rifpondauitutta Itaka, la qualc ft trouaua neU’anno 149 o, che non voglio. r kovdaruicofe pik. antiche, qmndo era tutta JottO il Dominio de' Signori Italiani, con fonmapace, etmiquiUitd: cMtiuala in tunele fue parti $ vipiena di molti habitatori, e ric- thegpge r Hluftratadatlamagnifcen%adimolti Trincipi, c di mol- te Cittd nobiiijfme: molto in flore di buomhti ecscllenti cosinelgo «• verno dcllecofe ,come nelle lettere, e nelle fienge; celcbre, e ftu¬ rno fifirna f ra tutte lenationidel Mondo. Guicciardini lib.i . 53 Io ho prouata queJla de' Goti, de’ Longobardi , e de" "Jbdefchi ,de' Saracini, e de’ Greei: & ancora mi tremauo le carm dalfmfolenza Francefe » S gli d vero . Italia ha veduto tutte quefle genti: e ne fu mol¬ to malmenata; epenio ledifcaccib tune. alprefente fi ritroua in peggiore jlato con gli Spagnuoli, che habbia fatto cen tuni gli altri. Se non fapeflero vn giorno liberarfene, meriterebbono di tffere tratti peggio quegli infelicivafialii, i quali fopportano tan• te tirannie di Viceri, di Goueniatori, che Id non varno per altro cbe per fucchian le borfe) e fucchierebbono il fangue aglifuentn» v sr, "~Xf ~ " T ' rath S 1 raft, febaueffero fperatvgadi čauarne ejualcbe vtile, Ete cofa cer' ta, cbe qnando il Re Cattolico Vrincipe gmftiffimo, e di molto ret- td,e fantaintentione, mandat fuai vicere,e Goiiernatorifimmanti- nente -Ucono , cbe[na MaejU ha dato lord quel carico,percbefon° poitcri Signori , & impe gnati: affinche ne caubto alcuno aiiito, e fomenimento. e cosi a dirittura (c ne vanno con principale pr opo- nimento non diammini sirar giujlitia, madi cauarne robba. l'ef- fettoifleftoparla. poicbe lamaggiorpanediejfipartono di Spa¬ gna poueretti , & affamati: eritornanoinSpagna cost ripieni , e ricchi , cbe anche lo ro auan ga per dare li cinquanta, e cento mila ducati a chi lifauori , e pub fauorire appreffo fua Maeftd, laqua- le nonsd, nelafciano, chcfappia le tiramie , obe batino vfato per avricchires. 54 Qjando fon’io fiata mai in maggior ripofo, che ha- uendo per protetcore ll Ile di Spagna ? quando piu pro- fpera 3 . Se baucffe parkto Italia, e non Voi,come vn’altra volta bb det- to, sobenio, che baurebbeparlatomolto differentemente. Halla, non riconofce per protettore il l{edi Spagna, fe non in pueljeparti, fe quali di molto mala voglia flanno fotto il dominio di Iui: & in altrepochedialcmi Signori, pocoauueduti , li quali banno ricem- to cosifatta protettione, che vngiorno potrebbe effere cagione del « laloroperditione. Lo Stato del Monferrato ferua di effempio in qucftaguerra di Sauoia. Qnanto a tuttequelle buone operationi > che andateinfilgandoin molterkbe: edite, che Italia ledeueri- conofcere da Spagna ; Voi leajft rmate , & io le nego. Voi non prouate cofa alcuna. adunque bo guadagnato la lite. "Lfon fape- tc, che con forme alla ragione, quello , che 1'buomo dicecontra di fe gli nuoce, e non gligioup. qudlo, cbeallcga infuofauere ? Hor con- formeddonon bafla ,.cbe voidiciate ,cbe Spagna fece, e rifece? fi corne non bafierebbe , cbeio dicejji, cbe Venetia fecequefta, e quefl’altra cofa. la proua č queUa, cbe fdalcafo. E cosi potete vedere, cbeio non allegocofa infauore della Republica, ne con- tra la vofira nat,ione, cbe io non la proui con jLutorigraui . percbe non voglio, cbe, fipoffa dir dime, cbe io parlo bene, ne male, ma jcbeil tafta sintenda ejkre ftato detto dagli-dutori, che l’batino la- fjciatofcritto, C 2 Ti 6 % J? Ti duo!e , chcil Duca di S auoia ti b ingrato » non ti £mmarrirc,&c. Isfon d ingrato S auoia alta Republica , tis d slato giamai a nef- funo . Quanto a quello y che dne di aprir ie porte ai Francefi,fe pur 1'hdfatto 'tnalam tempo,nebauera hauutocagione. maatpnfen - te iogiurarei , cbe Votnon padate peramor d'ltalia ; m a penimo- ire ,che fe il Duca apre le porte ai F rančeft , in pocbi giomi ne cac- cierannogli Spagnuol‘%.. 5 tetonelle mani. t ,efottola.foggettione de' Saracini.. SigensAn- gloram ,iicurpeciftas Prouincias.diuulgatum eft, 8c nobis. in Francia, &.in Ltaliaimproperatuj:: Sc ab ipfis Paganisim- properium. eftj fpretis legalibus conubijs, adulterando, <3c luxuriandoadinftar Sodomitica: geatis ; foedam vicam du- xerit,de talicommiftionemcretricum aftimandum eft, de- geueres populos, Scignobiles, & furentes.libidine. fare pro- creandos : & ad.extremum vniuecfam. plebem ad.deteriora,, £c ignobiliora vergenteoij necinfidc ftabilem ,nec honora- bilembominibus,, nec Oeo amabilem elfe venturam. Sicut. alijsgentibus.H IS P, A N IA E ,& Burgimdioruin populiš.. cqo- contigit j qu$ fic a Deo recedentes fornicats fant, doneč iu- dex Omnipotens taiium criminurn vltrices pcenas perigncj- ranteslegem Del, ideft perSaracenos venire, 6c feruireper- tnific. Hauete voi intefo qttefle parole ? c onfi dere, tele bene , e vede- rete ,cbe per efiempi digafiighi, Uprimo £ queilo degli Spagnue- li j torne a dne , cbe cjji[ono fiatimi Monde i fecondi Sodomi ti. dico fecondi in numero, ma primi in maluagitd . elo preuarb facil- mente . Cii huominidi Sodoma fenga far cafo di. leciti matrimo- nij , fi diedero in preda ad ogni fone dilufittria beftiale. ma non trouaretemai ,chevolejferoricoprire, edefenderecosigran mal¬ uagitd , comecofa buona , e retta. pcccauano fer^a rifpetto degli huomini, e fen%a timor di Dio. andauano cercando il lor male- dettogufio, fenga curarft , chcfujje bene, omale . Ma gli Spa- gnuolifonoarriuati a termine, chepiu oltre non potrebbe arriuare il Dentonio deUdinfemo. poiche del ritio r.tfando banno voluto far Sacramento di matrimonio. Mndatein Bjmaa San Giouan- ni ante Tortam Latinam, doue rederete,fedapocbianni in qud, chciolavidi, non £ fiata cancellata; dipinta l‘Hifloria di quegli Spagnuoli , i quali, hauendo condottofeco aleunigiouanetti della lor Katione; acciotbenonfujjero conofciuti gli vefiirono, come don- "Zclle , & in quella Santa Chiefaft fpofarono conejfi, torne fuffe- vo donne. di cbe pagarond le pene tcmporali qua nelfuoco; & bo¬ va deono patir 1’eternali in quello dell'infemo. Trouatemi Voi Vna cofatale, comequefiadialtranatione, fra quante fonointut- toil Mondofenon nella v o/l ra £ Tigliatemili Giudei, liTurebi, gli Schi ,gli Mntrdpofagi, c quanti Barbarifofienta il Suolo della tena; fon fiatro, che fra cjji non mi troueretc vna maluagitd vos; grande. e con tutto cio fete csftd in Spagna tanto fuergognati, cheparlandodiflranieri. foletedire , eftrangcoes , {nego puto. £ quello cbe importa piu, coloro , cbe, fra Voi amminisirano giu- ftitia ,opcr dirmeglio , bannonomediamminiflrarla-Je a cafobab- hinoin prigione vno ftranieroper cosifatto d elit to , vedendo, che la querela non hd fondamento, & apparifce calunnia, fetiša co- gnitionedella caufa pronunciano de piano, diccnao, che c fi ranic- ro ; e non pub fare , cbe non fia colpcuole. Barbari ignoranti , e maligni, doue fi vfa,fe non in Spagno quefio modo di giufiitia f* 'V on vi fonobuoni, c cattiui in tutte le par ti delmondo? fe l'effe- G $ repih 5 4 repiu di vn paefe ,che d’vn'altro, iinditioftcuro di effere Vhuomo buono , d cattkio, perchequiuifono fiati molit di fcgnalata bcntd,d malitia ; ben cosipoffiamodire ; In Taleslina fono fiati moki Šan¬ tl, tanti Tatriaubi, tanil Profeti, la Madre di Cbrijle , 1'iflejfo Cbrifio Dio, cbc e H Santo de' Šantl. adunque tuttidi quella Prc- uincladeuono effere tenttti per Šantl: E per contrarioin Spagna fono fiati tanti Heretici , tanti Giudei, tanti Mori, tanti cattlui Chrlsliani, disbonefii, e [odvrniti, adunaue tutti Jono Heretici, tutti Giudei, tutti Mori, tutti cattlui Cbrifiiani ; tutti disbonefii, e tutti infettidelpeccatonefando . Cbe dite i vagliono quefie ccn- feguenge ? ficondoVoi, & i voflri Giudki pare , c be si ; mami vero ,nb . perche in Paleftina gidfono tutti Turcbi. & in Spa¬ gna vi fono molti buoni. e ve ne farebbono moltopiu , fe non fujfe lagojfa perfuafione, e la falfa opinione, cbe bauete di effere vcifo- li buoni, e cbe tuttigli altri ftano cattiui. Jlthe nafcc dal non leg- gerele Hifiorie: c fe le leggetedalnon ccnfiderarle: 6 fe le confi- derate,dai non dar credenga, fe non quando dicono aleunbenedi Spagna, o aleunmale dtlle altre genti. e per mejimo, cbe vi pa¬ no ateuni,cbe non vogli on o leggerefe non quclle di Mntcnio diHcr- rera , U quale merita piu ilnome di Tsfcuellifia, cbedi Cronichifta: e dicendo beadiSpagna , omalcdialtre naticni , dice piu bngie, che parole . e ccsl bavnoguslo d’ingannarfe, e farmo ridtrdi je tutto U mondo . Sgannateui vrta volta, Signoii Spagnuoli. im- parateconformeallavcritdaconofcere voimedcfimi,egliftranieri: ebeal ftcuro non cbiamarete Sodoma venetia ,confiderando qucllo,. c beftpuo diredi Spagna * 57 La tu a tiranniaeccede quelfade’ Ture hi ► La tiran rita in dne cofe principalmente fi conofce; nelioceupa - teglialtrui Statifenga. giuftiita, eneltrattar maleifuoi vafialii .. In cbe modo la. Republica babbia couquifiato H Jito Imperio , gid ve l'bd mofirato con le Hifiorie . & in tutte qucfie non treuarete vn folo dominio ,cbepofia bauertitolo ditiranuia. Sevcletefapere di qualmaniera ella tratti i fuoivajfalli > andate avedereil fuo Sta- t0 >&il trouarete ilpiii pieno digente , ilpiu Ubero », ilpiu abbon- dante, e cbepiufiorifeem arti y &in lettere , & il meglio gouerna 7 to di qumti boggidi fi conofcano nel mondo. I vafialii tiranni- camente gouernati guflano grandemente diniutar 'Principe - mit qneliidella Republica fempre hanno ahorino ilnome dialtriPa*- boni. S cosl trouarete, che nellaguena della Lega di Cambrai , vna delie cofe , la qualefu cagione , che la Kspublica ricuperaffe io S taco perduto ; fu iamore de' fuoivaffalli, li quali ricordandofi del moderato gouerno de 1 V enetiani y fempre perfeguitaronoi fol- datide' Vrincipinemici . &auuertifce il Gukciardini nel libro p. vna cofa di marauiglia , cbe piu toHo eleggeuano la morte, che re- negare, e beflemmiare ilnorae della Kepublica , e nel lib. 1 2. dice, cbetuttele Cittaft rallegraronohieftremodiritornarefotto l'lm- perio Vene to , con fperanga di ripofare col beneficio della pace , datantitrauagli, e mili, ch e bančna p ati to . Mafeia Kepublica trattaffe tirannicamente,nonhaucrcbbonogiamaipotutoi vafial- lifperarcalcun ripofo. poiche ifudditi in ogni tempo fono aflittida tirannl. Volete voi vn’eftempio antico dithrannia ? leggete quel- lo di ^iriflodemo , quando di Capitano de’ Cumani nel tempo, che faceuanoguerra co' T « fcani, fifece Tiranno di Čuku . e notatc le parole del Sabellico nella Eneade.i.lib-p-ibe fono quefte . A ri fto- demus Ariitocratis filius cam duobus millibus Cumano- rum in Latium , vt ille ait ad Aricinorum fub/Jdium, quiab Arunte Porfena: filio obffdebantur > publico Cumanorum decrero venit. pradioque circa Aricium cum Hetrufciscon- ferto, Aruntem interfecit: difiečtifque Tufcorum copijs , pofteaqire domum venit, primoribusciuitatis, in quorum mambuseratres Cumanain Curia obtruncatis, dominatum occupauit. mu'citudmeque duabus tirannicis largitionibns, agri, alienique arris diuifione delmira; nobiiiuni Iiberos in a gr ucn relegauic. ciuibus arma ademir: corrupraque mu- liebribus illeeebrisiimentute ; ftabilitam hisarcibus tvranni- dem plures annos teti ait. Nouiffimeaboprimatium fobole, fenga alt ra caufa, ooccafione altu - dlcuna. cbebqudlo, chefececArifiodemocongli OtHmdtidiCu- ma ran c or che n on con tanta crudeltd. Qumi vcdcrete ,come li Fi- gliuoii dl grem perjonaggi erano menati tutti a fildi f'pada; par ti- colarmentenelia Citiddel Mejfico. alla qual crudeltd non arriuh maiqudladi \Arišlodemo , il qude fi contentb di cacciarli fuori dellaCitta, e di ccnfinarlinella campagna. Quiui roivederete, ceme dirtrujkro qtteipoueri Cittadini con milletnaniere di fermen¬ ti, leuandoglidivita. ai quali ^iriflodemo non fece altro , che le- mrlorole armi. Qpmi vede rete, cotneigiouani rebufii, e frefebi manofempre maltrattati, ocaipandogli in eccejjiuefaticbedipe- fcarperle , edi c au.ir mine, e di portarpefi,come giumenti Antan¬ to chc creppnumo. oue