Associazione trimestrale Cor. 0.75 Stati dell'Unione postale Corone 1.50 Pagamenti antecipati. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografia Carlo Priora. Il giornale si pubblica tutte le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo cent. 10 Comunicati cent. 20. Un numero separato cent. (>. Quei signori abbonati che non hanno ancora versato il tenue prezzo d'abbonamento per il primo trimestre, sono pregati di fare buona accoglienza all' assegno postale, che di questi giorni spediremo al loro indirizzo. LA mministr azione. Speranze svanite Dopo il voto della commissione al bilancio sul progetto dell' università italiana là questione universitaria è entrata nella fase dell' agognia. Per le modificazioni al progetto volute dell'intero popolo italiano non votarono che i nostri deputati ed il deputato socialista ; gli altri deputati o si inchinarono al cenno del,governo o fecero dello sciovinismo. Fino ad ora si era sperato che a qualche cosa giovassero i memoriali, i comizi, le discussioni della stampa, le deliberazioni dei comuni ; che giovassero almeno a far comprendere quanto sia giusto e legittimo il voto degli italiani per l'università a Trieste, e che la sola Trieste poteva essere un ambiente atto a ricevere una scuola superiore. Ma invece a Vienna nulla compresero o fìnsero di nulla comprendere. I nostri deputati si trovano isolati nè più ne meno come al principio della lotta. Quando si tratta delle nostre questioni tutti gli altri deputati dimenticano di essere rappresentanti di partiti che lottano per l'esistenza della propria nazione e si dicono liberali, ed ad un tratto diventano tutti austriaci arrabbiati e giù contro gli italiani ; e formano la stragrande maggioranza voluta dal governo in tante altre occasioni, ma esistente solo nell' oppressione degli italiani. Nel voto che darà la Camera dei deputati al progetto universitario poco è da sperare : nella Babele viennese a poco od a nulla servono le discussioni: colà sopra la ragione sta il numero e 18 o 20 voti saranno sempre meno di due o trecento. La stampa della nostra regione e del trentino va invocando un plebiscito. Noi, pur non mancando di unirci a quell'invito, diciamo francamente di essere scoraggiati e di non avere alcuna fiducia e speranza che comizi e congressi valgano più a cambiare le cose : neppure se tutti gli italiani soggetti agli Asburgo sorgessero come un solo uomo e dicessero : «o Trieste o niente», il governo austriaco si commoverebbe, ma anzi più si ostinerebbe nella sua torta via. Abbiamo veduto 1' attuale presidente dei ministri presentare lo stesso progetto intatto come lo aveva presentato il Korber di infausta memoria, senza ritoccarlo almeno in quei punti, in cui manifestamente si lede al diritto degli italiani d'essere trattati alla stregua delle altre nazionalità. Ammesso pure che il governo riuscirà ad istituire 1' università in altro luogo fuori di Trieste e con tutte le restrizioni suggeritegli dalla reazione, quella scuola rimarrà là vuota e deserta e nel suo abbandono attesterà ]' odio del popolo vinto ma non domo. Popoli e Governi In Francia. 11 Governo accettò la conferenza internazionale proposta dal sultano del Marocco ; e il presidente dei ministri Rouvier comunicò alla Camera in termini precisi come si svolsero le antecedenti trattative diplomatiche co '1 Governo berlinese — sistema nuovo e democratico, in materia di politica estera. Il Parlamento francese era chiamato a votare un progetto d'amnistia, il quale avrebbe chiuso le porte di Francia a Deroulède e compagni, oltreché condonate le pene agli implicati nell'affare delle fiches. Senonchè da quest'ultimo intento del progetto, il nazionalista Lasies trasse argomento per scagliare improperi d'ogni sorta contro l'ex ministro André. E tante ne disse che il Governo repubblicano ritirò l'appoggio al progetto, e la sessione parlamentare fu tosto chiusa. Coloro cui dovevasi concedere amnistia, fruiranno invece della grazia che il presidente della Repubblica su proposta del Governo, ha poi accordato. Carità cristiana Un giovane monaco redentorista, chiamato a Vienna al letto di morte d'un povero fabbro, vecchio, trova nella stanza una donna di circa sessanta anni e le domanda se sia la moglie del malato. Alla risposta che essa è la donna di casa, il monaco inveisce contro di lei, usando parole da trivio, espressioni tali, che nessuno mai si sogna di gettar in viso neppure ad una donna, che dell'amore suo faccia libero commercio. E il tribunale trovò naturale di condannare quel frate. Che meraviglia per un simile fatto, che meraviglia che un prete, uso a In Russia v'è sempre grande fermento. A Mosca il governatore Schuwalow rimase vittima d'un attentato. Lo Czar è più indeciso che mai : io \OgliolTO detronizzare i reazionari — li ha cosi poco soddisfatti poverini ! — ; non lo vogliono i ribelli per le opposte e più vere ragioni. In luogo di Muravieff, ammalato, plenipotenziario per le trattative di pace col Giappone riuscì nominato il de Witte. I>a guerra, intanto, volge sempre male pe' russi. Linievitch, un passo alla volta, si ritira. I giapponesi occuparono l'isola di Sakaline. In Italia la Commissione della Giunta del bilancio, all' unanimità, non ritenne favorevole allo stato il progetto delle liquidazioni ferroviarie come proposto dal Governo. Ed ora la Giunta discute tal conclusione. "CTn.a, sentenza Lunedi p. p. il tribunale di Trieste ha pronunciato una sentenza di condanna a 50 corone di multa contro un nostro concittadino per aver 4 anni fa spedito una cartolina^postale da Venezia a Trieste coli' aggiunta «Italia Irredenta». Non vogliamo occuparci per ora del valore della sentenza, perchè non essendo questa ancora passata in giudicato non possiamo discutere in merito senza incorrere in un seques;ro. Rileveremo soltanto che i giudici per non deviare da quel tradizionalismo loro imposto dalla suprema giudicatura pronunciarono sentenza di colpa, ma nel commisurare la pena furono molto clementi e fecero largo uso del diritto loro concesso di mitigare la pena sotto il limite stabilito dal Codice (si consideri che la pena comminata è di 6 mesi di arresto). Ciò è un indizio, che i tempi si vanno mutando e che al rigorismo appassionato e tendenziosamente politico di altri tempi subentrano la ragione ed il diritto oggettivo. Hanno compreso che l'aggiunta «Italia irredenta» al nome di Trieste non costituisce quella grave perturbazione della pubblica tranquillità altre volte tanto temuta e che malgrado ciò l'Austria continua a sussistere nella sua integrità. E che i tempi si sieno mutati ne fa prova il fatto che la circolare di arresto emessa contro 1' accusato rimase lettera morta per ben tre anni, senza che la Polizia di Trieste si accorgesse che entro i confini dell' impero a. u. esistesse un sì... fiero cospiratore e congiurato da far tremare il trono. Contro la sentenza fu elevata querela di nullità e speriamo che la Corte di cassazione libera da certi pregiudizi assolverà il nostro concittadino ed allora ne riparleremo in merito.. Il procedere della Polizia di Trieste e la sentenza del tribunale sono un calmante per il patriottismo troppo spinto e per lo zelo intenso di qualche impiegato politico... anche della nostra città, considerar oneste: relazioni tra uomo e donna sol quelle basate sulla fede del matrimonio debitamente registrata e firmata, qual meraviglia, ripeto, che un prete non fappia comprendere quanto vi è di mezzo tra l'amore di strada e il matrimonio legittimo? Ammesso pure ehe le relazioni tra il fabbro e la sua donna di casa non sieno state in perfetto accordo colle tassative dispostimi della legge, chi vorrà scagliare 4a prima pietra su quella donna, cli| avendo sacrificato la sua vita alla cura di un povero lavoratore, spinta, da simpatia disinteressata gli fa ancora il pieno sacrificio del suo amore mantenendosi poi a lui fedele si nò alia morte? Un frate lo fece ! Non può, un frate educato tra i quattro muri d'un freddo chiostro, (love principi e sentimenti non trovano eco, non può logicamente comprendere che quella donna può essere molto più ojiesta, nel vero ed assoluto senso della parola, che molte altre, appartenenti ad un uomo per atto sancito dal codice. Non lo può comprendere, perchè non conosce la vita, perchè non sa che la differenza tra vizio e virtù non sta solo nella osservanza o meno di certe assurde prescrizioni canoniche. Sentimenti e principi, ch'abbiano la loro radice nel cuore, vanno sempre rispettati. Sarà pur peccato l'amor fuori del matrimonio, ma non perciò sarà desso amore men vero e sincero. Ed è proprio negli strati più bassi dell' umana società che abbiamo occasione di ammirare certi esempi di sacrificio e di completa ed assoluta dedizione, basata su affetto pienamente disinteressato, ben più apprezzabile che non un contratto di mero interesse, che lega due corpi e tien disgiunte eternamente le anime. Sarà condannabile il concubinato ina si tenga pur anco debito conto delle condizioni morali e materiali in cui tanta gente si trova, si pensi a tante leggi impossibili e a certe intolleranze indegne del tempo che corre. Dal sentimento giustificato di compassione, dai principi di umana tolleranza, allo sprezzo vigliacco ed insolente, espresso dal labbro di uh sacerdote cristiano, quanto ci corre ! Oh ! esempio di Gesù maestro, infinitamente misericordioso, predicante la sublime dottrina del perdono ! Eccola in pratica dai tuoi stessi ministri. Gys. con quell' altro, mentre il barone guardava dalla finestra per vedere, se per caso la gente si fosse fermata ad udire la sua bella voce. Conchiusi i fatti suoi, il Quarantotto prese le sue carte e con un forte Buon giorno infilò l'uscio per andarsene. Tre passi aveva fatto e dietro di lui il barone si mise a gridare : — Si ricordi, signor Quarantotto, che quando si entra o si esce da un i. e r. ufficio creanza vuole che si saluti. — — Ed io ho salutato. — — Nossignore. — — Sissignore. Domandi agli altri impiegati. — — E' vero, signor Kregau, che ha salutato. — — No (risponde forte il Kregau). Un sorriso di compiacenza sfiora le seducenti labbra del signor Weis-senbach. — Ma è solo quello lì in questa stanza? Domandi anche agli altri signori. — — E' vero, signor Zucca, che ha salutato. — — Sì, ma molto a piano (risponde l'interpellato con un filo di voce da moribondo). — Non è-vero, non à salutato — saltò su a dire il Barone, mentre il Quarantotto, convinto questa volta d' aver da fare con un provocatore, senza rispondere abbandonò la stanza. * * * Non c' è male : un vero barone. Poliziotto e provocatore. Le nostre congratulazioni, signor Weissenbach, le nostre congratulazioni. È FATALE La colonna allegra Una lezione di galateo dell' ineffabile barone. Debolezza degli organi acustici?!... Così domandavamo a noi stessi all' udire la narrazione di un - certo fatterello, in cui il nostro ottimo amico, col quale dalla settimana scorsa siamo entrati in corrispondenza epistolare, fa poco su, poco giù la parte del brillante. E non crediate, castissimi lettori, che noi esageriamo, per attirare viemmeglio 1' attenzione vostra. Con certe cose non si può scherzare, per quanto i vincoli dell'amicizia possano in certe contingenze assicurarci l'impunità: le cesoie del signor barone tagliano bene e non gli costano denari, mentre una ristampa del giornale, il tipografo ce la fa pagare. Noi vi narreremo il fatto meglio che potremo, ed i commenti li farete voi stessi: sperabilmente non vi mostrerete parziali, trattandosi di un barone. Il signor Lino Quarantotto s'era recato giorni sono per ragioni d'ufficio dal capitano distrettuale, di cui presentemente è facente funzione il barone. Entrando nella stanza, salutò col solito Buon giorno ed attese che i funzionari, il barone e quell' altro del cane, terminassero di parlare. Numerosi nemici assalgono il fru-Quando finalmente il secondo si degnò di volgersi dalla parte dove stava aspettando il Quarantotto e questi gli espose il motivo della sua venuta, il barone con prosopopea olimpica: — «Si ricordi», disse, «signor Quarantotto, che quando si entra in un i. e r. ufficio creanza vuole che si saluti». — «Si ricordi, signor barone, che io ho salutato» risponde il Quarantotto. E no che non ha salutato LA COLONNA DELL'AGRICOLTORE Contro gli insetti dannosi al frumento nei granai. e sì che hi) salutato varie volte e con diversi toni di voce dall' uno e dall' altro ripetuti, si convinse il Quarantotto d' aver da fare con un sordo. Anche sordo ! E' il colmo delle sciagure ! Il Quarantotto parlò quindi d'affari mento nei granai. Fra gli insetti ve n'ha parecchi che spesso portano a perdite gravi: il brucus granarius, il sitophilus gra-narius — la famosa calandra o punteruolo —, la trugosita mauritanica o struggigrano, la butalis cerealella — la notissima alucita o tignuola —, per non nominare che i principali. Giova contro questi nemici l'impiego del solfuro di carbonio. Per piccole partite si può mettere il grano in casse e spargevi da 15 a 20 grammi di solfuro per metro cubo d' ambiente ; per partite maggiori si adoperano 30-35 grammi di solfuro per quintale di grano, è si copre il mucchio con coperte inumidite. Il costo del solfuro è di circa corone 1 — 1.20 il chilogrammo. Ma si badi che i vapori di solfuro di carbonio sono venefici e estremamente infiammabili: onde occorrono delle precauzioni per evitar disgrazie. * Prezzi de' prodotti agricoli del ca- podistriano su '1 mercato di Trieste. Nella decorsa settimana s'ebbero le seguenti medie e variazioni: Patate: media Cor. 7 il q. Pomidoro: da cor. 9 a 12 il q. — media 10. Fagiuoli: da corone 10 a 16 il q. Pesche: in media a 70 cor. circa il q. - Massimo C. 1.20 (.Pesche Veronesi). Apre la storia il suo gran libro e vi scrive non lunghe epopee gloriose, ma brevi parole soltanto, che pur nel loro assieme indicano ben più di una epopea, più che una ingente rivoluzione di sangue : la lotta immane fra vecchi pregiudizi e tenaci violenze radicate quasi nella coscienza dell' u-man genere, ed il pensiero moderno evoluto. Scrive la storia: «La Francia approvò la legge della separazione della chiesa dallo stato». Ormai è definitivamente spezzata la catena della schiavitù; libertà d'azione reciproca, ma non tutela gravosa e continuatamente imposta anche negli atti del libero vivere civile ; non più violentamento delle coscienze liberamente perpetrato in mille modi con la colpevole partecipazione della potestà suprema dello stato. Non più il pensiero si debba inchinare riverente al dogma, e sia punito quando voglia liberarsi nel libero spazio; non più la scienza sia astretta nelle pastoie che ancor tentano di impedire il suo fatžtle andare, non più il prete, con mire sommamente egoistiche abbia a dettar leggi, tenendo a se vincolata la coscienza d'un popolo tutto. E fu aspra la lotta, e forse ancor aspra si manifesterà in altro modo, purché il nemico non cederà facilmente le sue forti posizioni, non abbasserà tranquillo le armi, inchinandosi di fronte all'alito vivificante, che trionfa. La ai fonti arride la vittoria, e le tenebre per quanto dense pur sieno, devono cedere al fine alla luce, che niuna forza può trattenere. E' fatale. Oa,po d-i stria, Liberalismo a scartamento ridotto. Da un giornale di preti apprendiamo che un nostro concittadino ricevette il titolo di fornitore d'olio della corte papale e, in tale occasione, elargì 50 corone a favore del circolo S. Giusto e S. Nazario. La prima parte della strana novella rappresenta un fatto che potrebbe forse passare nella semplice cronaca, con un congratulazioni vicino; qualora noi ci occupassimo di onorificenze pretesche ; la seconda parte però sembra giungere appunto per illustrare l'accaduto, e noi ci vediam costretti a narrare e dir la nostra in proposito. Il suddetto signore, B. S., concittadino di stima per molte e molte ragioni, dicendosi ed essendo creduto liberale, venne a far parte del partito predominante della città nostra. E che la maggioranza, noi stessi compresi, lo abbia veduto con simpatia occupare le cariche più onorifiche, non c' è alcuno che l'ignori. — Proprietario di un deposito d'olio, per dar maggior incremento alla sua industria credette opportuno di presentare la sua merce in un elegante chioschetto, di fattura capodistriana, all' ultima esposizione regionale di Udine. Ricevette gli elogi della commissione e se ne ebbe i primi onori. Dicono che in tale occasione, cessata la mostra, egli abbia fatto dono del chioschetto alla chiesa di Riese, affinchè fosse adoperato come confessionale e dicono ancora che egli abbia offerto un quantitativo rilevante di olio ai poveri del paesetto, a mani del parroco o di chi per lui. Senza voler affermare i particolari di questa storiella, che è tale e quale ci venne riportata, ci facciam garanti del fatto in sostanza e ad esso possiam con certezza attribuire il ricevimento da parte del sunnominato sig. B. S. delle onorificenze papali. — In occasione, lo ànno detto i più per lenire P accaduto, il commercio è internazionale e il più delle volte bisogna chiuderci un occhio; difatto la cosa è molto comoda e potrebbe darsi 1' abbia fatto così anche il signore in parola e, se non avessimo una certa ripugnanza, potremmo farlo anche noi, che commerciamo in . . . sciocchezze, accettando il cavalierato da parte p. e. del signor Weissenbach; poi, se ci avesse a rimanere qualche soldo, lo potremmo dedicare allo stesso affinchè faccia acquisto di una lente migliore o di un apparato a-custico ! Ma ritorniamo al nostro argomento. Il signor B. S. à ricevuto l'onori ficenza e, in segno di gratitudine, à devoluto una somma in favore di una società clericale. Padronissimo il sig. B. S. di far da papalino, ma padronissimi anche noi di chiamarlo per quello che è veramente. Che, se egli fosse liberale, non avrebbe offerto il chioschetto ad una chiesa, ma ne avrebbe fatto qualche cosa di meglio. E se avesse reputato che P onorificenza papale s'imponeva per lo sviluppo della sua industria, poteva prendersela puranco, e noi avremmo pensato in quel caso ad opportunismo di mestiere. Ma non basta : il signor B. S. è andato oltre: Ricevuta un'onorificenza papale, ancora una volta benefica i preti ! L'à compreso egli stesso che avrebbe offeso la «Lega Nazionale», offeso il «Ginnasio di Pisino» offrendo a favore di questi l'importo. L'à compreso egli stesso quanto poco queste nostre care istituzioni si possono conciliare coi circoli dei beati. E così da oggi il signor B. S. si è dato candidamente a conoscere ; diciamo candidamente perchè siamo disposti a sperare che tino ad ora egli abbia cercato di battere le due vie diverse, abbia servito nello stesso tempo a due partiti, senza accorgersi d'essere nella più grande delle contraddizioni. Le nostre parole, confidiamo, ani-messo che egli regga a leggerci, ancor più le parole de' suoi amici, lo potranno convincere che se Dio e liberali possono darsi la mano, 11011 lo possono già liberalismo e clericalismo. Il nostro motto è patria, popolo, progresso, la nostra fède una sola ! Siamo il partito liberale fatto giovane e che respinge dalle sue file chi serve una setta nemica al progresso e al nostro ideale di patria ! Vigliacca aggressione. Che molti ufficiali dell' i. r. esercito più volte ed in diverse città si siano distinti per atti tutt' altro che civili verso i pacifici cittadini, che 11011 si curano per nulla della loro presenza, è una verità generalmente troppo nota, perchè possa recar meraviglia il fatto avvenuto lunedi u. d. nella via San-torio Santorio, dove l'ufficiale, che momentaneamente è qui di guarnigione, ebbe campo di far mostra del suo eroismo da don Chisciotte e della sua natura, per la quale un contadino di Sdregna resta sempre contadino. Ecco il fatto. Lunedi u. d. verso le 4 del pomeriggio i signori G. M. ed A. Z. salivano la via Santorio Santorio, tranquillamente discorrendo tra di loro, quando improvvisamente si sentirono sospinti l'uno di quà e l'altro di là dall'ufficiale, che, sebbene quella via sia abbastanza larga, volle passare per forza in mezzo a loro. Teneva la spada, con la mano sull'elsa, all'altezza della spalla e nel passare colpi tanto fortemente sulla clavicola il signor A. Z., che il percosso emise un grido di dolore accompagnato dalle parole: «Che mal che 'Ime ga fato /» A ciò l'ufficiale si volse e con prepotenza gli domandò che cosa a-veva detto. « El me ga fato mal su la spala» replicò l'altro ed il signor G. M. aggiunse: -No xe questo el modo de trafar. Non aveva ancora finito di parlare che l'ufficiale fatto due passi indietro, come un baleno, estrasse la spada dal fodero e gli menò attraverso il petto una piattonata tanto forte, da fracassargli una bottiglia di marsala che fortunatamente teneva sotto il braccio. I due restarono li sorpresi, mentre il coraggioso figlio di Marte si allontanò imprecando. Riavutisi si recarono al locale giudizio distrettuale a muovere denuncia contro il mascalzone che li aggredì tanto vigliaccamente. Il congresso della Società Operaia. Domenica. 9 del corr. mese ebbe luogo in seconda convocazione, nella sala maggiore del palazzo Tacco, l'assemblea generale della Società operaia. Data lettura del protocollo dell'anteriore congresso da parte del segretario signor Pietro Manzini, il presidente D.r Pietro Madonizza passa alle comunicazioni ufficiose ed alla relazione virtuale svila gestione del-Vanno 1904. Ricorda l'esito brillantissimo della gita sociale alla volta di Parenzo, gita che oltre agli ottimi risultati morali, fruttò alla II Sezione un rilevante quanto inaspettato importo e l'elargizioni della sig.a Maria ved. Cobol e del capitano B. Cobol e figlio in memoria del signor Giorgio Cobol. Ripassa diffusamente tutto il movimento dei soci durante l'annata decorsa e presenta la relazione del medico sociale. Viene differita, essendo i presenti in numero illegale, la discussione sulla proposta della direzione e per la riforma dell'art. 27 dello statuto. Si passa alla lettura dei resoconti per l'anno 1904; l'assemblea li approva all'unanimità dopo aver constatato la considerevole somma che passa al fondo di riserva. Giunti al IV punto dell'ordine del giorno riesce eletto a presidente il signor Pietro de Madonizza ; vengono quindi chiamati a far parte della direzione i signori Almerigogna Antonio di Antonio, Domenico de Favento, Giuseppe Gravisi-Barbabianca, Pietro Guccione, Pietro Longo e Giuliano Tessari. A consiglieri vengono eletti i signori Benedetto Lonzar, Giovanni Majer, Pietro Mamolo, Edoardo Mi-chelich, Attilio Pieri, Giorgio Pela-schiar, Giovanni Scocchi, Ruggero Tagliapietra, Leonardo Venuti e Vit torio Vascotto; a revisori i signori Pietro Debellich, Giovanni Martissa-Carbonajo e Paolo Pizzarello. Dette dal presidente le solite parole di ringraziamento e fatta l'abituale promessa, dopo breve discussione su la raccomandazione del signor Giuseppe Gravisi-Barbabianca di togliere l'uso di accompagnare la salma dei consoci con la bandiera sociale 0 di provvedervi altrimenti con un'accompagnamento più dignitoso, viene chiuso il congresso. * * * Lunedì, radunatasi la direzione perla distribuzione delle cariche, venne nominato il signor avv. Pietro Longo a vicepresidente, il signor Domenico de Favento a segretario, il signor Giuliano Tessari a cassiere e a ragioniere il signor Pietro Guccione. * * * Questo l'esito del congresso; esito che ci attendevamo senz'altro, data l'apatia di tutti i soci in generale. Quello però che non venne fatto quest' anno, speriamo vorrà avvenire nei prossimi, e noi ci auguriamo sinceramente che a quanti oggi si prendono direttamente cura del sodalizio vadano aggiunti degli altri, delle forze giovani, degli operai intelligenti i quali, all' unico scopo che ha in oggi la direzione di conservare e di aumentare i fondi di riserva aggiungano anche quello di migliorare in ogni guisa il benessere morale e materiale dei nostri lavoratori. Esami di maturità. Gli esami di maturità si tennero al locale ginnasio nei giorni di martedì, mercoledì giovedì e venerdì sotto la presidenza dell'ispettore scolastico Dott. Swida. Furono dichiarati maturi con distinzione: Crivellari C. e Spiteri 1). A. ; semplicemente maturi: Babau S., Colombis F., Cossetto E., Davanzo A., Fattoi- A., Furlan G., Gerosa A., Lion G., Martinolich U., Nadalini G., Premuda S., Schor A., Urbanaz G., Ventini R., Zelco M., Zetto R. ; 5 candidasi furono rimessi a due mesi ed 1 ad un anno. Pirano Collaudo dell'impianto a gas. Gli ingegneri D.r C. Coglievina, ispettore industriale e cav. E. Sospisio, direttore dell'officina del gas a Trieste, dopo alcuni giorni di diligente lavoro, coadiuvati dai loro assistenti ingegneri D.r Abeatici e Padoa, hanno compiuti i loro lavori di collaudo dell'impianto ed hanno emesso il loro definitivo parere. Da questo risulta constatato che l'impresa prof. D.r Ugo Stracke ha corrisposto pienamente, anzi con generosa larghezza, agli obblighi assunti verso il comune. Basti dire che una lampada la quale giusta contratto, con un consumo di 60 litri di gas all'ora, doveva dare la luce di 25 candele, dà invece oggi una luce di 42 candele. Altrettanto dicasi di una lampada da 50 candele contrattuali, che dà invece la luce di 74 candele e di una lampada da 100 candele contrattuali che dà intatto la luce di 181 candele. La forza calorifica è del pari superiore a quella fissata in contratto. I periti hanno constatato che per produrre un metro cubo di gas si consumano 0.928 Chilog. di coke; trattasi — come si vede — di una piccola spesa di produzione, che permette la fornitura di bella luce 0 di forte mezzo calorifero a buon mercato. Sì, a buon mercato, perchè un metro cubo di gas per illuminazione costa 28 centesimi, il che vuol dire che una lampada da 42 candele costa centesimi 1 V2 all'ora, una da 74, centesimi 3 all'ora ed una da 181 candele circa 5 centesimi all' ora. Come mezzo calorifico poi il gas costa la metà, cioè 14 centesimi per metro cubo, sottostando a questo trattamento di favore anche l'illuminazione della cucina rispettivamente dell'officina od altro locale che sia. II comune di Pirano ha fatto un ottimo affare con riflesso anche alla sua cointeressanza nell'impresa; il prof. D.r Stracke si è fatto onore coli'aver fornito 1111 ottimo impianto o coli' aver corrisposto ad esuberanza agli obblighi contrattuali. A ragione quindi i periti arbitri concludono con 1111 atto di lode al suddetto professore e con la proposta che il comune voglia rilasciargli analogo certificato di perfetta e soddisfacente esecuzione dell'opera. Le domande d'installazioni private sono numerosissime ciò che concorre anche a provare che la cittadinanza è soddisfatta del nuovo impianto d'illuminazione. Isola, Sarebbe supremamente ridicolo, ed inutile poi anche, entrar in serena polemica coli' ineffabile corrispondente isolano dell'«Amico» ; lo si può fare appena con persone civili e dotate di sana ragione Quell' individuo inqualificabile invece ha la testa turbata dallo strepitoso (?) successo delle passate elezioni comunali ; il pensiero ch'egli, duce indegno d'anime cristiane, arrivato ad eliminare dalla rappresentanza cittadina ogni elemento più colto ed intelligente — fatta eccezione dell'amico dottore, al quale porgiamo congratulazioni cor- dialissime per il degno posto accettato tra sì nobile consesso — potrà, indisturbato, guidare a suo talento i fili del nostro casotto, seconda edizione della bottega clericomaniaca, tale pensiero, ripeto, gli fa dimenticar la veste che porta e gli insegnamenti del suo maestro Gesù, per inveire tutt' altro che cristianamente contro tutti, che a lui, riverenti, non s'inchinano. E nel narrare dello spiacevolissimo incidente avvenuto per opera di alcuni insani dopo il comizio tenutosi l'altra domenica avrebbe dovuto esser ben più oggettivo; com'è sì bene informato di tante minuzie, avrebbe pur dovuto sapere che l'azione villana, rivolta contro un prete innocente, venne aspramente stigmatizzata ben subito dagli stessi socialisti, perchè consci del fatto che violenze insane 11011 vanno mai approvate. — Pretendere da lui che faccia neppur cenno di 1111 tanto sarebbe enorme ; — ci è troppo facile il comprenderlo. Non fa mestieri difendere i nostri socialisti da tutte quelle eruttazioni vigliacche e villane, indegne espressioni d'una persona che — a torto però — si presume civile ; a questo pensino caso mai gli attaccati. Isola nostra si appresta molto bene a godere il frutto delle notturne gite del nostro reverendissimo; gli amici del suo cuore, paternamente da lui educati — vedi significato negativo della educazione — hanno dato il cafcio dell' asino (qui la parola «asino» calza perfettamente) a tutti i migliori e ben pensanti, a cittadini, che non mai guidati da idee settarie, ma perfettamente disinteressate per anni ed anni contribuirono con le loro forze modeste al bene del nostro paese. Sta bene, monsignore; oggi voi a-vete buon giuoco; ma dovete ben conoscere come sia pericoloso affidare ad un bambino 1111 giuocatolo inadatto alla sua intelligenza; e, per quanto a malincuore, dovrete pur convenire che la massa, per ignorante che sia, arriva col tempo — non abbiamo furia — a riconoscere le egoistiche mene della vostra scuola e la santità dei vostri ideali. Oggi avete da registrare una vittoria ; 11011 inorgoglitevi però; verrà il domani, quando 1' uomo, fatto appieno cosciente, scuoterà la catena che lo trattiene e portato — sia pur lentamente — alla conoscenza della luce e del vero, si domanderà conto del vostro agire passato. Sia pur invadente lo spirito malefico che colla sua fetida bava infesta le nostre belle contrade, cadano pur le città nostre nelle settarie mani dei clericomaniaci ; a noi resta la consolazione di poter constatare — ed affermarlo possiamo apertamente — che il vostro potere, o ineffàbili, è basato unicamente sull'ignoranza dei vostri consenzienti. Il pregiudizio, la superstizione, e, ' se pur vogliamo, in questa felicissima Austria, un po' anche le baionette sono per voi; oggi; domani non serviranno neppur gli appelli disperati rivolti alla imperiale e puranco reale polizia, per salvaguardare la vostra traballante bottega ; il domani appartiene a noi, ne abbiamo la coscienza. E tanto, che vi auguriamo, reverendissimo, lunga vita, almeno fino a poter constatare come la vipera oh! 11011 dubitatene punto — arriverà a mordere il ciarlatano. E ve lo auguriamo di cuore, siatene persuaso. Gys. Echi elettorali. La barca è lì li per naufragare e nessuno vuol prendere in mano il timone per ricondurla a salvamento fra le braccia tremollanti di monsignore, che vede andare miseramente in fumo l'opera sua, che prevede lo staccilo completo delle sue mire ambiziose. Il signor Giovanni Benvenutti, l'attuale podestà, ha rassegnato le sue dimisssioni da rappresentante e così pure Marco Carbon-cich fu Marco e degli altri due, che li sostituirono, Antonio Stolta fu Antonio si è anche dimesso ed è ili procintò di farlo il secondo, il signor Enrico Ravasini. A proposito del «Chi cerca trova» del povero Naso! non c'è che dire, le hanno proprio trovate le beffe. E si cerca sempre; si cerca col lanternino un podestà, e e questo non si può trovare. Oh! santissimi dei, che ne sarà di monsignore? Poveretto, tutti lo abbandonano e non c'è mica il caso di uscirne: 0 si trova un podestà o non lo si trova, ed allora? Ma che cosa fa Tor/o ! Non sarebbe un degno podestà? Non parliamo, per non scoprire altari, di un certo fatterello di una certa carta de zinque, ma del resto Torzo c' è sempre ed al caso, in mancanza di altri, potrebbe anche essere la marionetta di monsignore. Oppure si apra un concorso al posto di podestà di Isola e si troverà forse un cane che accetterà. Non le pare monsignore? Sicuro, sicuro. Is/f-U.grgria, Tergiversazioni d' un i. r. commissario distrettuale e una supplica con 300 Corone di bollo. — Un nuovo fatto. Ci sapranno grado i nostri pazienti lettori, anche se, entrando nei minimi particolari che di primo acchito sembrano di poca importanza e che invece collo svolgersi dell' azione mostreranno la loro parte funesta e di quanto interesse sieno per chi con retta coscienza voglia giudicare una giusta causa dell' operaio oppresso, tradito da tutti, abbandonato perfino dai suoi, li condurremo per le file oscure di questo tenebroso labirinto, guidati solo dalla luce della verità e della giustizia. Nè mai pubblicheremo alcun fatto che 11011 sia documentato, e coni' è nostro costume, cercheremo più che mai di dare una chiara e veridica esposizione di esso. Completiamo quindi la relazione del penultimo numero: L'i. e r. commissario barone de Weissenbach ha cercato ogni mezzo, ha escogitato tutto pur di dare una risposta sibillina, una di quelle tante risposte burocratiche che non vogliono dir nulla e che pur esprimono tante cose, 11011 foss'altro la compassione che inspirano di 11011 conoscere le condizioni sociali d'oggi giorno e di essere molto inferiore che corrono. Notiamo intanto che la domanda fatta con tutte le regole 11011 ebbe che una risposta a voce, che sotto ogni riguardo si può considerare, anche da un popolano, illegale. Peggio che in Russia, il nobile barone la fece da inquisitore sabato 1 ni. c., allorché con inaudito coraggio domandò ai delegati degli operai che erano venuti per la risposta, a che partito appartengano. E all' osservazione fatta dal signor G. C. eh' erano liberi da qualunque partito e che poi la questione del partito non aveva a che fare colla cassa ammalati, l'egregio funzionario, rappresentante la legge, osò osservare come mai operai, che 11011 appartengono alla federazione dei lavoratori-lavoratrici di Muggia, si sieno azzardati a chiedere d'avere la cassa nelle loro mani, e come mai senza la cooperazione e da parte di questa federazione abbiano fatto una tale domanda. Ma crede forse il signor barone che per ottenere giustizia bisogna appartenere alla federazione di Muggia? E proseguendo, il nobile commissario osservò, che molti affigliati ricorrono ad altri medici, ciò che costituisce uno schiaffo morale al medico sociale. Ma come mai operai possono avere fiducia in un medico, che antigie-nista, vuol far gocciare del collirio negli occhi con un «fulminante» avvolto nella tela; in un medico che rifiutò di medicare lo Stener, affetto d'infangiuite, cui il ritardo di un solo giorno sarebbe costata la vita ; in un medico che nega le medicine, sospensori, sovvenzioni agli ammalati? E da qui il floribus finanziario. Ma il signor G. C. con quella calma che gli è abituale, provvisto del rispettivo statuto, lesse il paragrafo, che permette qualora non si ha fiducia nel medico, di ricorrere acl altri, — quando è così è ben naturale che 11011 si può dare uno schiaffo morale ad un medico — e con ciò vedendo il funzionario la mala parata conchiuse come già pubblicato che ripresentassero la domanda, regolamente munita da 1111 bollo di una Corona per ognuno dei oOO firmatari ed appena allora si penserà d' inoltrarla alla Luogotenenza. E che la Cassa abbisogni d'una seria ed umana amministrazione, lo dimostra il fatto seguente, avvenuto ai 4 del 111. e. dopo le 11 antimeridiane, ora in cui il dottor Martinelli era già partito per Trieste a prestar il solito servizio all'Igea. U11 operaio addetto ai lavori del- l' impressa Faccanoni, tale Pascalotti Silvio, riportò una ferita lacero al polso, grave anzi che no. Si mandò invano pel medico della cassa, come invano si attese il dottor Deluca, anche lui assente. Si dovette allora chiamare il medico Carabaich, che per fortuna era a Muggia, il quale prestò all' ammalato le cure opportune nient'altro che per coscienza medica, essendo anch' egli come il dottor Deluca tenuto espressamente per contratto a non prestare servizio ad alcuna cassa, che 11011 sia per 1' 11110 quella di Trieste, per l'altro il Comune. Non fa bisogno di commenti. 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