Received: 20l0-l2-05 Original scientific article UDC 27-9:347.96i(45G.34)"16" « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO (16G6 -16G9 CIRCA) Alessandro BOARIN Università Cà Foscari di Venezia, Dipartimento di studi storici, IT-3G123 Venezia, Dorsoduro 3484 e-mail: aboarin@gmail.com SINTESI Il 17 aprile 1606 papa Paolo V emanava l'Interdetto contro la Repubblica di Venezia, nel tentativo di risolvere per questa via il conflitto giurisdizionale che si era aperto con l'ar-resto del canonista vicentino Scipione Saraceni da parte della Serenissima. In questo clima di accesi contrasti politici, che per parte veneta sarà esemplificato dallafigura di fra' Paolo Sarpi, nell'alto Vicentino il notaio Antonello Grotto iniziava a riflettere circa il « negozio di religione », fino a mettere in discussione « l'opinione della tradizione Papale ». Gli atti notarili di Antonello - ed in parte anche quelli di suo fratello Gio. Maria - rappresentano a questo proposito una fonte di incomparabile importanza per capire quanto, come e se il notaio trasfondesse nella propria attività professionale le convinzioni religiose che aveva nel frattempo maturato dentro di sé. Parole chiave: Interdetto, notai, notariato, eresia, alto Vicentino. "TRADING IN FAITH" BY ANTONELLO GROTTO, A VICENZAN NOTARY (1606-1609 APPROXIMATELY) ABSTRACT On April 17, 1606 Pope Paul V issued the Interdict against the Republic of Venice in his attempt to solve this way the jurisdictional conflict that had emerged with the arrest of Vicenzan canonist Scipione Saraceni by the Republic of Venice. In this climate of heated political contrasts, which were on the Venetian side exemplified by the figure of Brother Paolo Sarpi, a notary public from the Upper Vicenza region, Antonello Grotto, started reflecting on the "trading in faith" and came as far as questioning "the opinion of the papal tradition." The notarial acts by Antonello - and, in part, those by his brother Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 Giovanni Maria as well - represent in this respect a source of incomparable value for understanding to what extent, how and if the notary transfused to his professional activity the religious convictions that he had matured in the meantime. Key words: Interdict, notaries public, notary's office, heresy, Upper Vicenza region INTERDETTO Nel Vicentino, l'epoca dell'Interdetto era stata preceduta - e in un certo senso forse persino preannunciata - da una congiuntura climatica percepita come fuori dal comune, straordinaria. Una circostanza che il notaio Lelio Padovan di Santorso - un borgo situato a nord della città capoluogo - aveva deciso di annotare tra le sue carte, cosi da tramandarne il ricordo alle future generazioni. Quanto accaduto tra il 14 ottobre 1604 e il 7 febbraio 1605, « che sono giorni cento e quindesi che fano mesi tre e giorni 25 », doveva essergli sembrato infatti degno di nota, poiché in tutto questo periodo « non piovette, ne nevicô niente, ma fu un tempo sempre sereno e sutto, in modo tale che mancavano l'aque ch'à pena si poteva macinare con una roda sola et in detto tempo si poteva caminar con i piedi asciuti per tutto, essendo la polvere per le strade come sol esser il mese di luglio » (ASVI, 1). Avvenimenti questi di cui il notaio si limitava solo a dare notizia, nell'impossibilità forse di scorgere in essi un significato, un rapporto di causa-effetto che altri avrebbero trovato in Dio o negli uomini1. Certo nessuno poteva sapere allora quanto sarebbe accaduto di li a qualche mese: l'arresto del canonista vicentino Scipione Saraceni, l'avvio della querelle tra Stato e Chiesa e l'emanazione infine dell'Interdetto papale sulla Repubblica veneta2. La controversia che ne era seguita aveva alimentato una vasta pubblicistica e causato il bando di quegli ordini religiosi (teatini, cappuccini, gesuiti) che sostenevano il dovere di ubbidire al « Breve di censure et interdetto » promulgato da papa Paolo V il 17 aprile 16063. Era stato in questo clima di accesa contrapposizione che alcuni avevano iniziato ad « aprir gli occhj circa il negozio di Religione » (Rosio de Porta) e tra gli altri Antonello 1 Si vedano ad esempio le diverse letture date dai contemporanei agli avvenimenti che, nel 1559, avevano interessato molte comunità vicentine oggetto dello studio di Savio, 2009, 227-235. 2 Copia del breve papale è conservata in BBVI, 1. 3 « Adi 16 maggio prossimo passato a un'ora di notte circa, d'ordine degli Ill.mi Signori Rettori li R.R. Capuzzini, et poco dopo li R.R. Gesuiti et li R.R. Padri Teatini di detto ordine accompagnati di tal ordine da alquanti soldati infino alli Confini del Stado, di questi Ill.mi Sig.ri Veneziani ». BBVI, 2. Due giorni più tardi, e quindi il 18 maggio, il notaio Andrea Corneati si recava presso il convento dei Cappuccini di Schio per redigerne l'inventario dei beni. I frati a quel tempo dovevano evidentemente già aver abbandonato lo Stato veneto. ASVI, 2, alla data. Alessandro BOARIN a NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 Grotto, discendente da una famiglia di notai di Piovene, nell'alto Vicentino. A intrapren-dere per primo l'attività notarile - grazie alla quale i Grotto avevano potuto assumere un ruolo di primo piano all'interno della comunità piovenese - era stato un Francesco, che aveva rogato tra il 1537 ed il 1548 (ASVI, 3). Qualche anno più tardi, era toccato ai fra-telli Sebastiano e Stefano, che di Francesco erano forse i nipoti, continuare nel solco che questi aveva tracciato e la cosa si era ripetuta con due dei figli di Stefano: Antonello e Gio. Maria. Avviato dal padre agli studi notarili4, Antonello aveva iniziato infatti a rogare nel 1603. Il suo primo atto - il testamento di un tale a Zuampaolo quondam messer Zuangia-como di benincha di fabri cittadino di Vicenza » - lo aveva redatto nella vicina Santorso5, dove si era trasferito a seguito del suo matrimonio con Taddea del fu Bortolamio Vitella. All'epoca, doveva avere almeno 25 anni, poiché le leggi veneziane non consentivano l'esercizio dell'attività notarile al di sotto di questa età (Lavarda, 1998, 113). Ne aveva forse qualcuno in più, se si tiene presente che a Vicenza l'età media in cui gli uomini prendevano moglie era proprio intorno ai venticinque anni (Grubb, 1999, 26) e che Antonello risulta sposato almeno a partire dal 15966. Morta la moglie, aveva continuato a risiedere stabilmente a Santorso insieme alle due piccole figlie7, almeno fino a quando non si era sposato in seconde nozze con Anna del fu Zuan Francesco Liba di Schio. A partire dal 1606, la sua presenza a Santorso diventa infatti meno costante, mentre iniziano le registrazioni di atti notarili rogati a Schio a in contrà della piazza nel'habitatione di me nodaro infrascritto »8, in breve distanza quindi dalla casa dove era nata e cresciuta la moglie Anna (Melchiorri, 1876, 42, n. 1). La famiglia della giovane era allora una tra le più in vista della prospera comunità scledense: uno Zuan Domenico Liba, forse lo zio, a partire dal 1544 viene ricordato infatti più volte tra gli uomini eletti alle cariche comunali, ricoprendo l'incarico di degano nel 1544 e nel 1556, di governatore nel 1577 e di sindaco nel 1552, nel 1568 e nel 15829. Zuan Francesco Liba, il padre di Anna, si era dedicato invece alla mercatura dei panni10 mentre sua figlia Bartolomea aveva contribuito a fondare nel 1596 il convento delle di-messe di Schio11. La condizione sociale della famiglia è intuibile inoltre dalla dote che Anna aveva ricevuto al momento delle nozze, pari a a ducati cento e quaranta corenti, val ducati settantadoi in tanti denari numerati et ducati sesantaotto in tanti beni mobili e 4 Sul ceto notarile vicentino, si vedano i lavori di Bisazza, 1993, 3-33 e Lavarda, 2002, 101-102. 5 ASVI, 4, alla data 28.10.1603. 6 La notizia si ricava dalla procura rogata dal padre Steffano e conservata in ASVI, 5, alla data 10.7.1596. 7 Le due figlie sono attestate da ASVI, 6, alla data 21.2.1607. 8 ASVI, 4, alla data 22.11.1606. 9 Maraschin, 1877, 20-24. L'estimo di Zuan Domenico Liba, << justo la sua polizza produta ali estimadori de lanno 1573 » è conservato in ACSC, 1 e ACSC, 2. 10 BCS, 1, 23. Sull'industria e il commercio dei panni nel Vicentino, tra Cinque e Seicento, rinvio a Vianello, 2004. 11 BBVI, 3, alla voce. A lei la madre, nel suo testamento del 20.4.1610 avrebbe lasciato 3 ducati in ragione di legato. Altri 3 ducati sarebbero stati assegnati all'altra figlia Lucia, moglie di Zuane Baretta, « comandando ad Anna altra sua figlia moglie di messer Antonello grotto sia tacita, e contenta ne possi pretender altro come quella, che ha havuto ducati quaranta della dote di detta sua madre ». ASVI, 7, alla data. Sull'argomento dote-eredità, si veda Povolo, 1994, 41-73. Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 drapamenti »12: una dotazione di tutto rispetto, se si considera che la media per il periodo si collocava nella zona di Schio intorno alle 694 lire, vale a dire più o meno 108 ducati13. Quando Antonello Grotto l'aveva presa in moglie, Anna doveva avere circa vent'anni14. Ne avrebbe trascorsi altri quindici al fianco del marito, finendo per condividerne il tra-vagliato percorso religioso. Era stato a lei, oltre che « al suo Padre vecchio d'anni 92 ed ad altri parenti ed amici » (Rosio de Porta, 1774, 299) che l'uomo aveva confidato infatti le riflessioni che lo avevano accompagnato fino a quel momento, con il risultato che tutti loro « restorno disingannati circa all'opinione della tradizione Papale » (Rosio de Porta, 1774, 299). Frutto di una elaborazione pressoché individuale, non mutuata da un sistema organico di credenze, la crisi religiosa maturata dal notaio vicentino - e da quanti erano stati poi fatti partecipi dei suoi esiti - non rappresentava in fondo un fenomeno nuovo. Dottrine espresse « da individui che non si riconoscevano più in un' ecclesia ma in un'immaginaria società ... non determinata su base sociale, bensi potenzialmente estesa a tutti i ceti » (Bar-bierato, 2006, 16-17) erano in circolazione già da secoli a Vicenza. Certo, non si trattava qui della riproposizione di quei circoli che - poco più di sessant'anni prima - si erano riuniti intorno al nobile Alessandro Trissino e all'intellettuale calvinista Fulvio Pellegrino Morato (Olivieri, 1992, 330 e seg; Formenton, 1864, 589-596). Anni in cui la città berica appariva ai rettori « molto infetta di queste nove opinioni contra l'honor de Dio, contro la fede et religione christiana » e le più delicate questioni dogmatiche erano discusse « publicamente per le piazze [...] con non picciolo scandalo del populo » (Firpo, 2009, 20). Varcate le mura cittadine, le « nove opinioni » avevano trovato terreno fertile fra la popolazione rurale dell'alto Vicentino, presso cui aveva riscosso molta fortuna un movi-mento ereticale ancora poco documentato, denominato degli Angelicati « per estirpar i quali molto si affaticó il Venerabile P. Antonio Pagani Minor Osservante » (Maccà, 1814, 22)15. Altre fonti fanno riferimento, per la zona di Arzignano e di Schio, ad una setta dei Donatisti e dei Ribattezzatori (Cantù, 1866, 227) senza precisarne tuttavia lo specifico credo religioso e la penetrazione nella popolazione locale. Sarebbe toccato alla vitto-ria dell'imperatore sui principi protestanti della lega di Smalcada - oltre che all'allarme crescente per la confusa aspirazione di queste conventicole ad un rinnovamento della società - di convincere infine le autorità venete a non permettere « che uno pomo marzo guastasse li altri che sono boni »16. 12 ASVI, 4, alla data 29.8.1606. 13 Lavarda, 1998, 368. Il cambio da lira a ducato è calcolato sul rapporto di sei lire e quattro soldi per ducato. Ivi, 74. 14 Cantù, 1831, 237, afferma infatti che nel 1620 Anna Liba aveva « sette lustri ». L'età in cui le donne vicentine si sposavano, secondo Grubb, 1999, 29, si situava in media intorno ai vent'anni. 15 Sulla interessante figura di frà Antonio Pagani e la sua influenza nella vita religiosa vicentina della controriforma, rimando a Vecchi, 1962, 6-14. 16 Questo sarebbe stato il consiglio che Francesco Contarini, inviato della Repubblica di Venezia a Bruges, avrebbe ricevuto dal legato papale nel 1540. Prosperi, 1996, 53 e 88. Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 HAERESIS OPERA Attore sociale (Faggion, 2008, 536) implicato in innumerevoli ambiti professionali (la « convicinia », il livello, il testamento), Antonello Grotto doveva senz'altro aver sentito parlare delle vicende e delle condanne, delle persecuzioni e le amare abiure che avevano interessato un tempo il movimento riformato vicentino. Forse per questo, almeno nei rogiti che andava componendo, aveva preferito la dissimulazione e la prudenza. Nessun indizio che permetta di cogliere e fissare il suo passaggio all'eterodossia si trova infatti nei suoi atti notarili con la sola, possibile eccezione di una « convicinia » da lui rogata a Piovene il 13 giugno 1606. Motivo ed argomento dell'assemblea popolare erano state le continue intemperanze che i frati dell'eremo di Monte Summano17 andavano compiendo ai danni della comunitá. Da qualche tempo infatti non soltanto i frati ricusavano contro ogni consuetudine di dir messa nella parrocchiale di Piovene al tempo della quaresima18 ma si facevano altresi lecito di continuare a pascolare e far legna in quei terreni che proprio per questo servizio religioso il comune aveva concesso loro. Una questione importante, dunque, che il notaio introduceva in questi termini: « Essendo cresuto talmente la grandezza di fratti de monte sumano che non ricordan-dosi di molti benefitij che di tempo in tempo le ha sempre fatto, e tuttavia fa il nostro Comun di Piovene sono venuti a termine tale che sono talvolta insoportabile, et sono ancho di tanto ardire, che sprezzando la raggion, et la giustizia confidandosi nella loro potentia ricusano di voler piu dire la messa nella chiesa di santo stefano nel tempo della quaresima secondo l'obbligo del nostro instrumento [...] la qual oltragiá di detti fratti non procede da altro se non perché da certo tempo in quá si sono fatti richi e comodi con haver comperati molti beni » (ASVI, 4). Difficile dire quanto, nel clima arroventato dell'Interdetto ed in ció che andava lentamente maturando a livello personale, il notaio considerasse retorico e convenzionale tutto questo. In fondo, i frati « richi e comodi », oggetto della riprovazione popolare, non erano poi molto diversi dal papa e dalla Chiesa di Roma, lontani ormai da quei principi evangelici che costituivano l'essenza stessa del cristianesimo. Un'analogia che non doveva certo essere sfuggita ad Antonello, cui la redazione dell'atto notarile avrebbe dato dunque modo di esprimere una posizione sua propria, al riparo della volontá espressa dall'assemblea comunitaria. Poco piu che una suggestione, a ben guardare, poiché negli altri suoi rogiti il notaio manteneva inalterate le forme ed i modi che ne avevano carat-terizzato l'avvio professionale. E il caso dei tre testamenti che Antonello Grotto stilava tra il 1603 e il 160819, nei quali la commendatio a Dio e alla Vergine Maria - e, nei primi 17 Sull'eremo si veda Zironda, 2000, 3-57. 18 Sulla Quaresima quale momento centrale della liturgia cristiana, rimando a Bossy, 2001, 60-62. 19 Ivi, rispettivamente alla data 28.10.1603 (testamento di « Zuampaolo quondam messer Zuangiacomo di benincha di fabri cittadino di Vicenza »), alla data 16.3.1607 (testamento « della magnifica signora Giulia figlia quondam il Magnifico signor Livio sesso et per quanto lei dice per fedde e parola data presente il prette, e testimoni moglie del Magnifico Signor Iseppo quondam Domino Claudio bonagente ») ed alla data Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 due casi, anche « á tutta la corte del ciello » - rappresenta un elemento comune (Lavarda, 1998, 112-113; Megna, 1981, 189-190), a dispetto della crisi religiosa sopravvenuta nel frattempo. Piu esplicito, a questo riguardo, si sarebbe rivelato suo fratello Gio. Maria che, rogando nel 1612 le ultime volontá di un tale « Bortholamio di Grisolfi da Schio »20 avrebbe abbandonato del tutto la commendatio tripartita per una semplice invocazione « al Nostro Signor Jesu Christo »21. E giá stato notato a questo proposito come la mancata inclusione di Maria e dei santi nelle formule testamentarie costituisca un indizio di una inclinazione filoriformata del no-taio o, se il documento e olografo, dello stesso testatore. L'espressione presente negli atti di ultima volontá non corrisponderebbe dunque per forza alle piu intime convinzioni del cliente, che di solito accettava senza contestazioni le scelte abituali del notaio. Viceversa l'adozione del modello convenzionale non significava necessariamente un chiaro indice di ortodossia da parte di chi rogava: « erano ineccepibili, ad esempio [...] le formule solitamente usate dal notaio Girolamo Porto, costretto all'abiura nel 1553 e infine, nel 1575, giu-stiziato come eretico relapso e impenitente » (Ambrosini, 1991, 24-29). La dissimulazione di cui il Porto aveva dato prova nei suoi rogiti non era dunque valsa da ultimo ad evitargli la persecuzione e la condanna da parte delle autoritá ecclesiastiche vicentine e la cosa si sarebbe ripetuta con lo stesso Antonello Grotto, i cui rogiti terminano all'improvviso dopo il 24 marzo 1609 (ASVI, 4). In quei primi, gelidi mesi dell'anno22 il notaio aveva dovuto rispondere infatti dell'accusa di eterodossia avanzata contro di lui dalla curia vescovile di Vicenza. « Longa prigionia e torture »23 ne avrebbero scandito il successivo cammino verso l'abiura e la liberazione, l'angoscia per la debolezza di cui aveva dato prova e la decisione di lasciare per sempre lo stato veneto, che con il venir meno della stagione dell'Interdetto gli sembrava ormai una nuova Babilonia (Rosio de Porta, 1774, 299). Negli atti notarili, la sua permanenza in patria e attestata per l'ultima volta da un documento rogato dal notaio Lelio Padovan di Santorso: era il 18 gennaio 1613 e si trattava, significativamente, di un atto di vendita (ASVI, 6). Era partito con la moglie e i figli24, diretto - come altri filoriformati vicentini (Quadrio, 1755, 156) - dalle parti di Sondrio (Rosio de Porta, 1774, 300), in quello che era allora il « Libero Stato delle Tre Leghe » dei Grigioni. Nessuno di loro avrebbe piu fatto ritorno (Rosio de Porta, 1774, 300). 13.4.1608 (testamento di « Zuan'Antonio quondam Isepo Danzo campanaro da Schio »). 20 Sulla famiglia, una delle più notabili di Schio, che aveva contato tra i suoi membri l'umanista Bernardino, rimando a Ghiotto, 1982, 74-75. 21 ASVI, 8, alla data 28.4.1612. 22 Un inverno « freddissimo e lungo » lo definirá Castellini, 1822, 150. 23 Sulla tortura quale momento « nel quale il reo, forte dell'autoritá che gli viene dalla presunzione che lui sappia, dichiara che quello che pensa il giudice è vero », rimando a Sbriccoli, 1991, 26 e seg. 24 Alle figlie ricordate in ASVI, 6, alla data 21.2.1607, sono da aggiungersi almeno altri due figli maschi, nati dal matrimonio di Antonello con Anna di Zuan Francesco Liba. Nelle ultime pagine del registro notarile di Antonello Grotto si trovano infatti le seguenti registrazioni: « 1606 Adi 2 febraro nacque Stefano mio figliolo in di de giovedi circa le hore 22 compare fu misser Zuandomenego figliolo de misser Zuanne Marosticha da Schio « e di seguito « 1608 Due ore avanti il di il di di S. Giovanni Evangelista nacque Gioani mio figliolo fù compare misser Zuanpietro Rosato da S. Orso ». ASVI, 4. Sulla tendenza dei memorialisti veneti a tralasciare le registrazioni relative alle figlie femmine, rimando a GRUBB, 1999, 98-99. Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 "TRGOVINA Z RELIGIJO" ANTONELLA GROTTA, VICENTINSKEGA NOTARJA (pribl. 1606-1609) Alessandro BOARIN Universita Ca Foscari di Venezia, Dipartimento di studi storici, IT-30123 Venezia, Dorsoduro 3484 e-mail: aboarin@gmail.com POVZETEK Notarski viri se od drugega dokumentarnega materiala značilno razlikujejo po tem, da so manj izpostavljeni kontaminaciji, ki neizogibno zaznamuje pravdne fonde. Pri preverjanju trditev, ki so se razširile o Antonellu Grottu, vicentinskem privržencu reformacije z začetka 17. stoletja, češ da podpira heterodoksijo, se je uporaba notarskih listin izkazala za posebno dragoceno. Odkritje, da je bil Antonello notar in da nekateri njegovi notarski spisi vsebujejo znake verskega preobrata, ki ga je spoznal zaradi interdikta, nam je namreč omogočila odškrniti vrata prej nepredstavljivim pogledom na njegov primer. S pomočjo notarskih listin in redkih novic, ki jih rokopisni viri in tisk navajajo o njem, smo tako poskušali rekonstruirati gospodarsko, družbeno in politično stvarnost, ki ji je notar pripadal, da bi bolje razumeli njegovo pretvarjanje in njegove besede ter morda bistvo njegovega notranjega nemira. Kar je bilo mogoče storiti do mere, kolikor so dokumentarni viri dovoljevali. Kljub mejam, ki so v pomanjkanju pravdne ali kakršnekoli druge zgodovinske dokumentacije neizogibne, se je skozi raziskavo izrisala osebnost, ki jo prepoznamo kot trpečo, zaskrbljeno, živo navkljub obrobju vicentinske province, kjer se je odvijal velik del njenih zgod in nezgod. Ključne besede: interdikt, notarji, notariat, herezija, zgornjevicentinska regija FONTI E BIBLIOGRAFIA ACSC, 1 - Archivio Storico del Comune di Schio, Estimo 1573-1579, b. 20, c. 118 verso. ACSC, 2 - Estimo 1579-1582, b. 21. ASVI, 1 - Archivio di Stato di Vicenza, Notarile, Lelio Padovan, b. 1161. ASVI, 2 - Notarile, Andrea Corneati, b. 9306. ASVI, 3 - Notarile, Francesco Grotto, b. 314. ASVI, 4 - Notarile, Antonello Grotto, b. 814. ASVI, 5 - Notarile, Steffano Grotto, b. 8320 bis. ASVI, 6 - Notarile, Lelio Padovan, b. 1162. ASVI, 7 - Notarile, Andrea Corneati, b. 9310. ASVI, 8 - Notarile, Gio. Maria Grotto, b. 814. Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 BBVI, 1 - Biblioteca Bertoliana di Vicenza, Memoria d'alcuni particolari succeduti nel Monastero di S. Tomaso l'anno dell'Interdetto 1606, ms. 1810. BBVI, 2 - Memorie di Gio. Maria Pigatti, in Raccolta di Cronache vicentine donata dal Co. Giovanni Mocenigo juniore, vol. 1, ms. 2852, c.ta 128. BBVI, 3 - Da Schio, G., Persone memorabili in Vicenza, ms. 3392. BCS, 1 - Biblioteca Civica di Schio, Quaderni di Alessandro Dalla Cà, b. 11 (brossura). Ambrosini, F. (1991): Ortodossia cattolica e tracce di eterodossia nei testamenti venezi-ani del Cinquecento, in Archivio Veneto, s. 5, v. 171, Venezia. Barbierato, F. (2006): Politici e ateisti. Percorsi della miscredenza a Venezia fra Sei e Settecento, Milano, Unicopli. Bisazza, G. (1993): Notai tristi e notai sufficienti. Il ceto notarile di Vicenza tra Cinque e Seicento, in Società e Storia, n. 59, Milano, Franco Angeli. Bossy, J. (2001): L'Occidente cristiano. 1400-1700, Torino, Einaudi. Cantù, C. (1831): Storia della città e della diocesi di Como, volume secondo. Cantù, C. (1866): Gli Eretici d'Italia. Discorsi storici, volume terzo, Torino, Unione Tipografico-Editrice, Castellini, S. (1822): Storia della città di Vicenza, Libro XVIII, Vicenza, Per Francesco Vendramini [poi] tipografia Parise. Faggion, L. (2008): Il notaio, la società e la mediazione in età moderna nelle storiografie francese e italiana: un confronto, Acta Histriae, 16, Capodistria, 536. Firpo, M. (2009): Riforma protestante ed eresie nell'Italia del Cinquecento, Roma-Bari, Laterza. Formenton, F. (1864): Memorie storiche della città di Vicenza dalla sua origine fino al presente, Vicenza. Ghiotto, E. (1982): Note di genealogia sulla famiglia Grisolfi, in "Numero Unico", Schio, Menin. Grubb, J. (1999): La Famiglia, la Roba e la Religione nel Rinascimento. Il caso Veneto, Vicenza, Neri Pozza Editore. Lavarda, S., (1998): L'anima a Dio e il corpo alla terra. Scelte testamentarie nella ter-raferma veneta (1575-1631), Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, 113. Lavarda, S. (2002): L'incivile, disonesta e sordida vita. Storia di un notaio del Seicento, Sommacampagna, Verona, Cierre Edizioni. Maccà, G. (1814): Storia del Territorio Vicentino. Che contiene la storia del Vicariato di Schio, e delle ville al medesimo soggette. Tomo XI, Caldogno, Presso Gio. Battista Menegatti. Maraschin, P. (1877): Serie de' signori, vicari, arcipreti, sindici, governatori ecc. della terra di Schio da' primi tempi sino a quelli del Regno Italico, Schio, 20-24. Megna, L. (1981): Vita religiosa e pietà di popolo in una comunità rurale vicentina d'ancien régime: Lisiera e centri limitrofi nell'età moderna, in Povolo, C. (ed): Lisi-era. Immagini, documenti e problemi per la storia e cultura di una comunità veneta. Strutture, congiunture, episodi. Vol. I. Vicenza, Parrocchia di Lisiera. Alessandro BOARIN « NEGOZIO DI RELIGIONE » DI ANTONELLO GROTTO, NOTAIO VICENTINO ..., 107-116 Melchiorri, G. (1876): Memorie sopra la terra di Schio, Schio, Tipografia Tipografia L. Marin. Olivieri, A. (1992): Riforma ed eresia a Vicenza nel Cinquecento, Roma, Herder Editrice e Librería. Povolo, C. (1994): Ereditá anticipata o esclusione per causa di dote? Un caso di pluralismo giuridico nel Friuli del primo '500, in Accatti, L., Cattaruzza, M., Verzar-Bass, M. (ed.), Padre e figlia, Torino, Rosemberg e Sellier. Prosperi, A. (1996): Tribunali della coscienza. Inquisitori, confessori, missionari, Torino, Einaudi. Quadrio, F. S. (1755): Dissertazioni critico-storiche intorno alla Rezia di qua dalle Alpi, oggi detta Valtellina, volume secondo, Milano, Nella stamperia della societá palatina. Rosio de Porta, P. D. (1774): Historia Reformationis ecclesiarum raeticarum, tomi se-cundi pars prior, Curiae Raetorum et Lindaviae, 299. Savio, A. (2009): Di fronte al soprannaturale: apparizioni, miracoli e misteri nell'estate del 1559. Acta Histriae, 17, 1-2. Capodistria, 227-235. Sbriccoli, M. (1991): « Tormentum idest torquere mentem ». Processo inquisitorio e interrogatorio per tortura nell'Italia comunale, in Viguer, J. M. e Paravicini Bagliani, A. (ed.), La parola all'accusato, Palermo, Sellerio. Vecchi, A. (1962): Correnti religiose nel Sei-Settecento veneto, Venezia-Roma, Istituto per la collaborazione culturale. Vianello, F. (2004): Seta fine e panni grossi. Manifatture e commerci nel Vicentino. 1570-1700, Milano, Franco Angeli. Zironda, R. (2000): Santa Maria di Monte Summano. Storia del culto e della tradizione mariana a Piovene Rocchette, Piovene Rocchette, Parrocchia di Santo Stefano Protomartire.