Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 75 — 25 settem. 76 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. i si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte, il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I V integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVEKSAKIO — 28 Giugno 323 a. C. — Muore Diogene — (V. Illustrazione.) IL MERCATO DEI BOZZOLI Il 15 corr. s'aperse il mercato dei bozzoli, e fino ad ora l'affluenza della merce fu anzi che no meschina. La causa principale di questa scarsezza è da attribuirsi alla stravaganza della temperatura, che colse i baco-lini nel loro primo sviluppo, di modo che parecchie partite subirono dei danni. In secondo luogo, il minor numero d' allevatori a paragone d'altri anni, sia per l'incertezza dell' esito, sia per il prezzo, che particolarmente l'anno scorso era basso oltremodo, sia anche nella previsione d'un influenza atmosferica maligna, fatto riflesso al notabile ritardo dell' aure primaverili ed al conseguente lento e scarso sviluppo del gelso. L'anno scorso il mercato s'apriva qui il 13 del corrente mese, e a tutto 22 la quantità portata al mercato sommava a H. 23515 (pari a Chil. 14309) divisa in rimi si presentino stanziati intorno al bacino adriatico, sono i seguenti : Veneti o Eneti sulla costa inferiore: Pelasgi alle foci del Po e lungo i lidi occidentali fino all' Arsa, e sovrapposti a questi gli Umbro-Etruschi e i Grecanici, sparsi in colonie nella parte inferiore d'Italia, detta da essi Magna Grae-cia: Liburni su gran parte delle isole e buon tratto dei lidi sinuosi del Quarnaro, dall' Arsa fino al Tizio o Drilone ; Illirici per ultimo dal confine liburnico fin presso agli Acrocerauni. Qual cognazione avessero tra loro questi popoli, se eBsi fossero o no per gran parte rami dello stesso tronco pelasgico, non è bene accertato dalla storia. E certo bensì che nessuna delle dette schiatte potè prevalere in modo da signoreggiare interamente e per lungo tempo il mare Adriatico, e meno ancora da attirare a sè le altre e unificarle in una medesima civiltà. Esse rimasero come popoli disgiunti fino alla grand' opera del genio latino che riuscì a raccoglierle; a fonderle, a romanizzarle in tutto il senso della parola. Ciò per altro in diverso modo. Sulla costa occidentale e veneto-Istriana, tra popoli pelasgi, umbro-etrusci, grecanici, la fusione riuscì più presto e con meno di resistenza di quello che sulla opposta tra liburnici e illirici, d'indole più fiera e più tenaci della propria autonomia. Anzi vi fu tempo in cui i due popoli, a certo intervallo, parvero farsi essi medesimi centro delle stirpi dell' Adriatico, e aspirarvi ad assoluta egemonia. E primi i Liburni, popolo marinaresco, sparpagliato su buona parte delle isole che da loro ebbero nome di libur-niche, diffuso sulla costa più portuosa e fermato in sicuri stabilimenti (Dyracchium e forse Ancona) e in quella Selleria, la odierna Corfù, che fu sempre la chiave di tutto il golfo. Ma non riuscirono che per breve tempo, lino a quando cioè la fortuna loro dovette cedere all' Adria etrusca e al genio marineresco dei greci coloni, che li cacciarono dalla Magna Grecia e perfino da Corcira, sovra ogni altro possedimento importante. (Continua) Il premio della Luogotenenza In seguito alla grassazione del IO corr. avvenuta presso S. Vincenti, della quale i nostri lettori hanno già attinto notizie particolareggiate dai fogli quotidiani, il sig. Luogotenente, colla Notificazione del 12, prometteva un premio di cinquecento fiorini "a qua-„ lunque privato che scoprisse e denunciasse „ alle autorità i colpevoli o che portasse a „ cognizione delle autorità circostanze, le qua-„ li conducessero allo scuotimento degli „ autori.. Simile fatta di eccitatorie, che mai si possono approvare, si rendono pur troppo utili tra quelle popolazioni, per fortuna rare, ove la barbarie non venne ancora stenebrata dai raggi della civiltà, ove frequenti si succedono i reati senza che la giustizia possa colpire i rei; ma nell'Istria, non trovando esse giustificazione nè nella frequenza dei reati nè nella loro impunità, riescono di sfregio ai civili costumi degli Istriani, nei quali è ingenito l'amore per l'onestà con tutti i suoi doveri, tra cui è compreso anche quello di denunciare i malfattori, il quale e la ricerca clandestina delle mosse dell'invasore della patria sono pel privato i due unici spionaggi onorevoli. Quale falso concetto mai non si avranno formato i lontani dell' Istria (chè V Osservatore Triestino quale foglio ufficiale dell' emporio corre le poste ed i mari del globo,) dopo di avere letto quella Notificazione? Infatti promettere un premio a chi (fatta eccezione degli organi di pubblica sicurezza) denuncerà i colpevoli o svelerà circostanze atte a farli scoprire, è asserire implicitamente che senza la promessa del premio sarebbe vano l'attendersi denunce da parte della popolazione; e questa asserzione, lo diciamo con grande compiacenza, è del tutto fallace, poiché in Istria "qualunque privato,, che abbia il più piccolo sentore di un,, misfatto lo partecipa alle autorità, e prova ne sia che nelle rarissime emergenze la legge ha potuto avere sempre il suo corso. Quindi deve essere lecito il dichiarare la Notificazione un brutto anacronismo, e logico il ripromettersi che non venga ripetuto. Non mancarono anche in tale circostanza le solite esagerazioni del fatto e chi da questo trasse argomento di lunghi articoli sulla pubblica sicurezza in Istria (nominando così il tutto per la piccolissima partej nei quali si redarguiva il governo per la poca vigilanza e lo si eccitava a spiegare quella medesima energia che adopera quando un mo-scherino acquista per lui le proporzioni dell' elefante che chiamano distacco. Ma chi ama attenersi alla verità non può negare che in Istria nessuno muove lagno sulla pubblica sicurezza, e deve convenire con noi che essa fu turbata in via di eccezione e soltanto in quella breve cerchia, per cui non è certo opera saggia il dipingere sui diarii la nostra provincia come un paese in cui scampati dal trombone s'incappa nel pugnale. Rinforzo di gendarmeria a Dignano, e un po' di perspicace osservazione delle abitudini di que'cotali che già in ogni luogo la pubblica voce suole dinotare con sufficiente aggiustatezza: ecco quello che basta per garantire quel piccolo territorio, e per rendere inoperosi i calami degli esageratori, affinchè non s'accresca l'immeritato detrimento della provincia nostra, non ultima tra le civili. LETTERE SULL'ISTRIA pubblicate da un tedesco nel 1800 (Cont. V. il N. precedente) Sembra che le donne non abbiano la minima cognizione di ciò che non fa parte della sfera della loro casa. Una di esse, vecchia e ricca, non cessava di chiedermi chi fosse l'Imperatore di Germania, chi il Re d' Ungheria, in quali relazioni stessero queste due dignità, e dove giacesse Vienna . . . I divertimenti degli agiati si limitano per la maggior parte a godere le loro case di campagna; alla caccia che in nessun luogo dell' Istria è riservata, per cui questa Provincia dà eccellenti veltri ed una quantità di selvag-giume ; ed a piccole gite sul mare lungo la costa, spesso fino a Trieste. Chi va a Venezia, specialmente nel carnovale, ne parla poi per un anno intero, nella credenza di avere veduto tutto quello che sul globo è degno di essere veduto. Le barche che servono ai divertimenti sono assai pulite e di solito provvedute di musica, la quale in giornata serena e calma s'accorda in una incantevole armonia coi remi che battono, per così dire, a tempo di musica, e coli'eco sommesso dei promontori. Se giungono dei forestieri nelle villeggiature istriane essi vengono accolti con grande ospitalità, e si trattano assai bene; ma per lo più la conversazione versa sui pregi degli Italiani in confronto delle altre nazioni. Comunemente elogiano i loro maestri di pittura e di architettura, mostrando quadri e rami: del progresso nelle altre arti, tranne la poesia, qui si hanno poche cognizioni, e nessuna del progresso delle altre nazioni. Se il forestiere, che credono veda e oda tutto ciò per la prima volta, ha la gentilezza di mostrare interesse, egli sale subito in grande stima, e allora la conversazione s'accalora sempre più: si risveglia la prisca altezza veneziana, e si fa palese la viva affezione per lo Stato caduto, che la maggior parte de' suoi sudditi si suole ancora rappresentare nella stessa relazione di grandezza e potenza col resto d' Europa, nella quale si trovava nel secolo decimoquarto o decimoquinto .... Quali luoghi di pubblico convegno servono nell' inverno, non essendovi teatri, le caffetterie, dove peraltro non si giuoca a bigliardo ma soltanto alle carte, e dove concorrono gì' Istriani se sono stanchi di raccontarsi le loro avventure; ma non si stancano così facilmente. In questo frattempo leggono anche i loro sonetti, giacche ogni italiano è poeta, almeno una volta nella sua vita, oppure criticano quelli che si vedono affissi alle pareti della caffetteria, stampati a lettere cubitali, e che per lo più cantano la gloria ed i meriti dei loro Magistrati, e sono parti di abbati oziosi. Il caffè lo prendono tutti quasi sempre nero, e v'inzuppano una specie di biscotto con olio, che chiamano pan genovese o savoiardo. In generale sembra che l'Istria difetti assai di vacche, malgrado le belle pasture che sono nei seni e sui declivi; non vi si trova nè burro nè latte, e quasi tutti i loro cibi li condiscono con olio e cacio. Sono poi attaccati all' eccesso al caffè ed al rosolio, probabilmente per scemare 1' effetto dei detti condimenti. Essendo il vino assai a buon mercato, ne beve ogni classe di cittadini, e talvolta fino all'ebbrezza. Questo abuso di bevande spiritose può essere la cagione che molti Istriani, i quali per natnra hanno avversione per qualunque movimento del corpo, sieno anzi tempo affetti dalla podagra, e non di rado anche zoppi. I popolani di Pirano si dilettano nei giorni festivi di giuocare alle borelle, giuoco di palle, in cui vince colui che avvicina di più la sua palla a quella che fu gettata per la prima, e che tiene luogo del giuoco dei birilli affatto sconosciuto); al giuoco della mora, in cui due alzano ad un tempo alcune dita della mano destra, e vogliono contemporaneamente indovinare il numero di tutte le dita alzate. Questi due giuochi sono quasi 1' unico divertimento del popolo. Nel porto grande dinanzi Pirano vi sono diverse osterie (e tra queste v' era anche la mia) che traggono il loro sostentamento dai viaggiatori e dai marinai delle barche che partendo da Trieste per Venezia sono costrette dai venti contrari di rifuggiarsi a Pirano .... onde evitare peraltro tali incomodità (cioè le regole sanitarie) sogliono prontamente i barcaiuoli gettare l'ancora nel porto grande fuori di Pirano senza entrare in città . . . , una di queste barche conduceva a Venezia un soldato dalmatino in ferri, reo di omicidio, il quale però era venuto in terra insieme con degli altri per prendere acqua. Era- uu vecchio colla barba grigia e di fisouomia aperta; e colla maggior disinvoltura ci parlò del suo delitto............. Tra le altre barche approdò anche una Manzèra, ossia barca di bovi, che veniva dalle coste della Dalmazia. Essendo possibile che anche questi animali sieno infetti dalla peste, devono reggere ad una prova di acqua, prima di porre piede nel loro paradiso, cioè nei bei pascoli lungo le spiagge. Si tira quindi a terra, da questa moderna arca di Noè, un bove dopo l'altro su pel bordo e pei flutti mediante una corda assicurata alle corna. Appena usciti da questo bagno precipitoso e inaspettato, prorompono ad una voce in un buoi, ciò che potrebbe forse essere una traduzione del favorito carme: wir wandelten durch Wasserfluthen (noi solcammo le onde del mare) e separati restano per tre giorni al pascolo .............. Questa barca era di una grandezza con-sidererevole onteneva sessanta animali . . . Gl'Istriani si considerano nati marinai, ed i loro piccoli navigli sono assai ricercati... (Da Cittanova). Dopo otto giorni soffiò finalmente vento favorevole. Ad un' ora dopo la mezza notte c' imbarcammo, e fra i dolci canti degli usignuoli scorremmo dolcemente e pian piano sulle onde fiammeggianti verso l'alto mare. Quale spettacolo! Al di soprale stelle splendenti di una luce mai più veduta, Orion maestoso, Sirio, le Plejadi; al di sotto milioni d'insetti lucenti, le lucciuole del mare: fuoco ed acqua uniti! Qual differenza da quei mondi a questi insetti !........ Con verità non peranco sentita mi stavano nella mente gli epigrammi di Goethe sull' Italia............ Il sole aveva indorato 1' orizzonte, e la scena si era cangiata. Le coste colle loro isole e città spuntavano dal velo dell'alba; coperte di porpora brillavano a sinistra Isola, Pirano, Umago, a destra e dinanzi avevamo l'immenso mare .... (Continua) Illustrazione dell'anniversario Diogene, la cui morte oggi ricordiamo, è peri lettori nostri una vecchia conoscenza: lo hanno imparato a conoscere alla grossa ancora nel primo libro di lettura, quando sprone allo studio era la ciambella ; perciò l'imbattersi ora nuovamente nel simpatico uomo sarà certo per essi cosa gradita. Vi furono cinque Diogene: Diogene d'Apollonia (città di Creta) filosofo ionico nato 500 anni a. C. ; Diogene Babilonese, filosofo stoico, che fioriva due secoli a. C. ; Diogene Laerzio, storico di filosofia ed epicureo, vissuto ai tempi di Severo e Caracalla (II sec. d. C.); Diogene Imperatore d'Oriente del 1000; e Diogene il cinico o Diogene propriamente detto, che è quello di cui parliamo, nato a Sinope, figlio a un cambista di moneta, che aiutava nella sua gioventù. Ma essendosi verificata dell' alterazione nelle monete, il padre venne imprigionato, e Diogene scappò in Atene, ove si fece seguace del filosofo Antistene, il fondatore della scuola cinica (qualunque piacere corporeo un male positivo), che da principio lo voleva scacciare a forza minacciandolo col bastone. Avendogli peraltro Diogene con somma quiete risposto: " Tu non hai un bastone duro a sufficienza pel mio corpo fino a che continui a dire cose meritevoli d' ascolto, si placò Antistene, ed anzi gli accordò la sua amicizia. In seguito Diogene divenne cinico all'eccesso; egli disprezzava con ostentazione l'agiatezza e le consuetudini sociali. Avvolto in un ampio mantello, che alla notte sulla nuda terra gli serviva di letto e di coperta, munito di una bisaccia, in cui teneva i libri e poco cibo, egli viveva stendendo la mano, e fu veduto stenderla anche alle statue: interrogato, rispondeva : "per avvezzarmi ai rifiuti. „ Infiniti sono gli aneddoti e le stravaganze che di lui si raccontano; ma dobbiamo abbreviare. Veleggiando Diogene, già innanzi cogli anni, alla volta dell' isola Egina (25 chilometri S. E. da Atene) venne catturato dai pirati che lo vendettero schiavo a Creta: fu comperato da un ricco di Corinto, il quale, fiutato quale uomo si nascodesse sotto quella ruvida corteccia, gli allogò l'educazione, dei figli. Diogene li ammaestrò nell' equitazione, nella caccia, nella ginnastica; li abituò a camminare scalzi, a portare la testa rasa, a bere soltanto acqua, a non ciarlare; ed insegnò loro le massime dei migliori scrittori: quei ragazzi gli portavano grande affezione. Fu trovato cadavere nell'anno 323 a. <'., in cui mori Alessandro il grande; e secondo alcuni anche nello stesso mese e giorno, vale a dire ai 28 giugno. Visse novanta anni. Ci scrivono da Umago : Il 30 maggio p. p. si tributarono qui solenni funerali a Marco Franceschi, vittima a 49 anni di fiero malore che ebbe vittoria dopo tre mesi di lotta angosciosa. La sua morte diede dolore a tutti gl'istriani, molti dei quali perdettero in lui un amico leale ed affezionato, moltissimi uu conoscente simpatico. Marco Franceschi era uu veterano della legione "Bandiera e Moro.„ Salii della Lo««,'ia. — Il concerto dato la sera del 17 corr., dall'orchestra della Società filarmonica nella sala della Loggia, riuscì egregiamente e per 1' esecuzione dei pezzi suonati e per la scelta dei medesimi, che non potevano essere di gusto migliore. Infatti il bravo maestro Montanari volle questa volta farci udire qualche cosa anche della Messa funebre del Verdi, concertando per orchestra uno dei pezzi più salienti della stessa, e nell' unisono ad ottava di due clarini seppe tradurre con effetto il pensiero musicale dell' Agnus Dei, che il grande compo- sitore scriveva colla medesima distanza di tuono per due voci di donna. Agli altri pezzi d'assieme non poteva mancare 1'effetto mercè 1' accurata esecuzione dell' orchestra, composta di elementi nei quali all' intelligenza musicale si unisce anche la passione ed il sentimento. Nè va taciuto del maestro Czazka, il quale in una fantasia sopra motivi della Sonnambula si mostrò quel valente violinista, di cui aveva dato splendide prove in altri con-J certi. Altra fantasia sopra motivi dell' istessa ' opera, eseguita col clarino dal maestro Montanari, confermò una volta di più, che egli oltreché dirigere e concertare ottimamente i pezzi d'orchestra, sa anche maneggiare quel-l'istrumento, per sua natura difettoso, in modo da far dimenticare eh' è un clarino che viene suonato ; tanto sono delicati i suoni che ne cava e tanta la maestria con cui vola dalle note più basse alle più acute. Al piano sedette per questi ultimi pezzi l'egregio prof. Persoglia, accompagnando sì l'uno che l'altro coii quella valentia che gli è tutta propria e di cui altra volta diede saggi in pezzi di maggior levatura per l'istrumento da lui suonato. Peccato che l'uditorio fosse, in causa della stagione alquanto scarso, ma il plauso unanime dei pochi accorsi, dovuto in massima parte a mani gentili, che in quella sera battevano palma a palma, compensò ad esuberanza la scarsità del numero, che non sarà di certo lamentato in stagione più propizia a siffatti convegni. P P. Varamento. — L' altroieri mattina alle ore 11 e mezzo il Bark "Filadelfia,, costruito nel cantiere Poli, di forme leggiadre, scese in mare salutato dagli applausi e dagli au-gurii del numeroso popolo e dalla banda cittadina. Appartiene ai sig.i Giuseppe Tonetti di Fianona ed Enrico Fonda di Pirano; ed ha la capacità di mille tonnellate. Lo capitanerà il sig. Francesco Poldrugo di Fianona. Esposizione didattica dell' Istria. (Dalla Relazione ufficiale testé pubblicata). Meritarono la nota lodevole con distinzione: La scuola popolare maschile in Parenzo per lavori di composizioni linguistiche, aritmetici, calligrafici, di disegno lineare. — Lascuolapo-polare femminile in Parenzo per lavori di ricamo a colori in bianco sulla carta forata, e per lavori di reti in bianco. — La scuola femminile popolare in Portole per lavori di ricamo in bianco di maglie con trafori, di maglie con rilievo. — La scuola popolare maschile in Portole per la calligrafia italiana. — La scuola popolare maschile in Rovigno per la calligrafia. — La V classe della scuola popolare femminile di Rovigno nel diseguo, in tutti i lavori femminili ad ago ed in ricamo. — La scuola femminile di Umago per lavori a rete, all'uncinetto e maglia. — La stazione enologica di Parenzo per il complesso degli oggetti esposti. — La scuola di disegno della società operaja triestina per un ricco complesso di disegni di macchina, e — La casa di pena in Capodistria per il disegno, lavori stilistici, e calligrafie. — La scuola di disegno a mano libera ed architettonica del sig. Girolamo Corner pittore, per un complesso di disegni degli allievi. — Il sig. Orbanich, maestro di pratica nell' i. r. Istituto Magistrale in Capodistria, per un registro ad uso delle scuole popolari, e per un manoscritto intitolato : Eitratto dell' uomo saggio. — Il signor Vascotto i. r. maestro nella casa di pena in Capodistria, per una grammatichetta della lingua italiana. — La signora Domenica Pilato di Parenzo per lavori di ricamo, a maglia, all' uncinetto. Notaio, colla sede a Capodistria, venne nominato il sig. Dr. Lodovico Artusi. Filossera. — (Dal Cittadino di Savona presso Genova^). Un grave flagello ci sovrasta. La filossera, questo fatale insetto per le viti sta a poche miglia dal nostro confine. Cagnes e Veme nei pressi di Nizza ne sono di già invasi. Sappiamo che il nostro Comizio agrario prende misure onde eccitare i snidaci a mettere in guardia i loro amministrati perchè non accettino, proveniente dalla Francia, alcuna pianta viva, barbatella o terrici che possono portare germi di filossera. liibri nuovi. — Alcune lettere inedite di Pietro Metastasio. Attilio Hortis. Trieste, Tipografia del Lloyd. Versi. Michele Buono. Trieste. Tipografia del Lloyd. Sorvegliatiti e Sorvegliati, appunti di fisiologia sociale presi dat vero. Dr. P. Locatelli, ispettore di pubblica sicurezza. Milano, Gaetano Brigola libraio-editore. L' individuo e lo stato nel rapporto economico e civile. Saggio di Raffaele Mariano. Milano, Treves. Annuario scientifico industriale (anno XII). Milano, Treves. Economia dei popoli e degli stati. Fedele Lampertico. Milano, Treves. vol. I Introduzione ; voi. II il Lavoro ; vol. Ili la Proprietà. Le nuove istituzioni economiche nel secolo XIX. Alberto Errerà. Milano, Treves. Il terzo rinascimento, corso di letteratura italiana. Giuseppe Guerzoni. Verona, Lipsia, Padova. Drucker e Tedeschi. Trapassati nel mese di ma«rprio 1 B. 0. d' anni 24 (carcerato) da Zara ; Giovanni Simcich di Giov. di m. 8; Valentino Lonzar d' anni 75. — 2 Caterina Toss di Nicolò di m. 2. — 3 Emilia Mateicich fu Antonio d'auni 15. — fi L. Z. d' anni 21 (carc.) da Zara. — 9 Antonio Valentich di Giovanni d'anni 6. — IO C. K. d'anni 39 (carc.) da Zara. — Il Antonio Cocever d' anni 81. — 13 P. L. d' anni 29 (carc.) da Treviso ; Michele Marcoliu d'anni 54. — 15 Maria Percauz d'anni 33; Maria Pelaschiari di Giov. Batt. d'anni 2; Pietro Vattovaz di Gabriele di m. 2. — 17 Nicolina Filipputi di Antonio d'anni lem. 6 : Romano Romano di Pietro di g. 9; D. D. d'anni 27 (carc.) da Zara. — 19 Pietro Filipputi di Giov. Bat.t. d'anni 26. — 20 Antonio Pozaccai di Nicolò d'anni 1 m. 10. — 21 Domenico Giursi di Domenico d'anni 4 m. 6. — 22 Elena Foffac di Giovanni di m. 4. — 23 P. M. d'anni 43 (carc.) da Sitnic - Zara. — 24 N. V. d'anni 26 (carc.) da Mosei - Zara; Maria Vattovaz di Andrea di in. 3 ; G.|C. d' anni 29 (carc.) da Candelo - Novara ; Giovanna Grison d'auni 24 da Decani. — 25 Natale Ban di Giacomo d'anni 1 m. 6; Giuseppe Cosmaz d'anni 71. — 29 G. I. d'anni 28 (carc.) da Raste-vic - Zara ; N. K. d' anni 55 (carc.) da Kurtole - Cat-taro - Dalmazia. — 30 N. Just di Luigi (nato morto). — 31 Lucia Marsich di Andrea d'anni 1 ; Federico Cossich d'anni 74; Antonio Appolonio d'an. «ti. Matrimoniì celebrati nel mese di Jlajrgio 10 Nazario Urbanaz - Catterina Pavento. — 13 Giovanni Corte - Filomena Steffè ; Nicolò Poli - Rosa Va-8con. — 15 Enrico Biscoutini - Elisabetta Lion. — 21 Giacomo Besek - Orsola Cecconi; Biagio Flego-Catterina Dellavalle. — 27 Giuseppe Fabiani - Paolina Martissa. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 corr.) Castelnuovo. Cav. Antonio de Vico (il II anno) — Gallipoli d' Italia. Cav. Pietro Dr. Franco (idem) — Padova Giuseppe Pavan (II sem. del II anno) — Trieste. Maria ved. del Cav. Godigna(il lì anno) ; Maria contessa Totto (idem) - Vienna. Antonio Sandriui (idem). NEL GIORNO 29 GIUGNO PROSS. VENT. alle ore 6 pomeridiane sarà tenuta una TOMBOLA di BENEFICENZA IN CAPODISTRIA il cni netto ricavato andrà diviso per giusta metà tra il Civico Ospedale e 1* Asilo di carità per l'infanzia I premi stabiliti sono: Quaderna , . . . 1. 20 Cinquina. . . . „ 30 I. Tombola . . „ lOO II. „ .... 50 II prezzo di ogni Cartella è di soldi 20 I Registri delle cartelle si terranno aperti dal 4 Giugno fino al giorno della Tornitola nei posti che verranno stabiliti. — Cartelle con numeri doppi, od altrimenti sbagliate, nou hanno diritto a vincita e saranno respinte, restando libero ad ognuno di esaminarle all' atto dell' acquisto. In caso di pioggia la Tombola sarà trasportata a'la. prossima Domenica. DAL MUNICIPIO DI CAPODISTRIA, il 21 Maggio 1876 Il Podestà Pietro Matlouizza II "Hiustinojioli„ continua l'orario «lei 3 Giugno (V. il N. prec.)