Arino lf Capodistriri, 5 maggio 1942-XX N. 17 Credere e Vincere QUINDICINALE DEL FASCIO DI COMBATTIMENTO „NAZARIO SAURO" FEDERAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO DELL' ISTRIA I CADUTI PER LÀ PATRIA SONO PRESENTI ALDO TI VENDICHEREMO! Quando sei giunto nella tua Capodistria, o Aldo, ho sentito un nodo stringermi la gola: quel nodo di tristezza che m'aveva legato il cuore sin dal giorno in cui corse veloce la notizia che la teppaglia comunista ti aveva rapito, quel nodo di tristezza che mi legò e mi lasciò stupito e commosso quando una più triste notizia mi giunse, quella della tua morte. « Macché morte! Non parliamo con parole così povere e nude di te; parliamo piuttosto di sacrifìcio, sì di sacrificio sublime, consacrato alla Patria e consumato sull'ara martoriata degli eroi. Non sei morto per me! Ti sento troppo vicino a me. Aldo, per poter convincermi che tu non sorridi più delle nostre gaie giornate giovanili; non posso pensare di non udire più il tuo sorriso giocondo, di non vedere più il tuo viso franco e gioviale, di non sentire più la tua voce. Tu eri sempre allegro, d'una al- legria sincera che faceva sfumare ogni tristezza umana, che allontanava ogni pensiero grave da chi ti stava vicino. Sentivi in tutta la sua grandissima bellezza questa nostra vita: mai avremmo pensato noi che li fummo accanto, che avremmo dovuto troppo presto chinare il capo dinanzi alla tua salma gloriosa. Mai potevamo dire che un giorno non saresti venuto più accanto a noi, a portarci il sorriso spensierato della tua giovinezza. Oggi mi sento quasi umiliato innanzi a te. Tu giaci composto nel sonno immortale degli eroi della Patria perchè hai osato gridare in faccia ai tuoi assassini la tua fede nell'Italia fascista. Noi ed io che abbiamo vissuto accanto a te per tanto tempo, oggi non possiamo consolarci di averti perduto che promettendo di vendicarti. Quando sono entrato nel Sacrario dei Caduti in cui la tua salma si unisce alla gloria dei tanti eroi nostrali, (piando il mio braccio si è levato alto verso di te, quando il pianto mi bagnò le ciglia, allora mi è sembrato di vederli sorridere ancora una volta. E in quest'illusione il mio braccio restava levato, il mio sguardo ti fissava, la mia bocca ripeteva verso di te che non era vero della tua morte. II silenzio sacro del tempio dei Caduti mi riportò al crudo travaglio presente: ma ancora non mi posso convincere che tu non sia più tra noi. Ho guardato sopra l'altare del Sacrario, forse per vederti sorridere da lassù, da quel cielo dei vittoriosi che li ha accolto in quest'aprile di guerra; sulla bandiera immensa che copre la parete fio visto brillare il tuo nome con qualche altra parola. Quelle parole che io stavo ripetendo nel cuore dal giorno ferale della tua improvvisa dipartita! Aldo Dobrilla presente! Ti vendicheremo. Così parlano le madri Italiane La mamma del martire Aldo Dobrilla, all' annuncio della morte del figlio, emulando la parola gloriosa della madre dì Sauro, ha saputo esclamare : „Sono orgogliosa del mio Aldo" / I solenni funerali di ALDO DOBRILLA La camera ardente nel Sacrario dei Caduti La salma è stata portata a spalla dagli squadristi e lungo il percorso del corteo, le giovani italiane hanno ricoperto la strada di fiori. Dopo la benedizione impartita dal clero nella Cattedrale, il corteo è proseguito per il camposanto dove, prima che le spoglie del Martire venissero tumulate, il Federale cons. naz. Bena-gli, ha chiamato ad alta voce: Martire della Rivoluzione Aldo Dobrilla! Un poderoso «Presente» ha fatto eco all'appello, quindi i moschettieri della GIL hanno sparato una salve, mentre gli squadristi deponevano nel loculo la salma benedetta dell'Eroe fascista. Prima che la tomba si chiudesse per sempre gli squadristi ad una voce gridarono: «Aldo ti vendicheremo». E sarà vendicato. In forma solenne si sono svolti i funerali del Martire fascista Aldo Dobrilla, assassinato, oltre frontiera, da bande comuniste, sulle quali non tarderà a far seniire il suo peso sterminatore la forza delle armi del-delF Asse. Tutta Capodistria ha partecipato alle esequie tributate al Martire ventenne le cui spogliò vennero raccolte nel Sacrario dei Caduti Fascisti trasformato in camera ardente. Alle 15 si è formato il corteo funebre preceduto da oltre cinquanta ghirlande, tra le quali quelle del Prefetto dell'Istria Eccellenza Berti, del Federale cons. naz. Benagli, del Fascio di Capodistria, di molti Fasci istriani, dei patenti ed altre. Il commosso tributo di omaggio del popolo La salma viene portata al Duomo dagli squadristi La Celebrazione del 21 Aprile Il Fascio aveva disposto per la celebrazione del Natale di Roma la adunata di fascisti, dopolavoristi e cittadini nel teatro dell'OND. Dopo il saluto al Duce il Segretario politico iniziò la distribuzione dei libretti di pensione di invalidità e vecchiaia. Raccomandava poi a tuttti di togliere dal proprio letto qualche cuscino o qualche materasso per dare lana ai nostri fratelli che difendono la Patria in armi. Il gerarca presentò quindi lo squadrista Capitano d'aviazione Mario Albano reduce dall'Africa Settentrionale che si disse lieto di aver avuto il gradito incarico di celebrare la storica data. L'oratore brevemente accennò alla forte unione esistente tra i camerati delle forze armate e quelli del fronte interno. Ogni fascista, ogni cittadino in questo momento deve sacrificare tutto per dimostrare al nemico forte ed agguerrito come sanno combattere i soldati italiani e come il nostro popolo sa sacrificare tutto per obbedire all'ordine del Duce. Cominciò poi lo spettacolo organizzato dal Dopolavoro. Il maestro Concili diresse con la solita passione e competenza tanto la parte corale quanto quella d'arte varia; ap-plauditissimi tutti i giovani esecutori. Nel mentre il coro stava ultimando il suo programma col trascinante inno «Vincere» ed il Segretario politico chiudeva la manifestazione Lana ai soldati ! col saluto al Duce, imprevisto e graditissimo giunse il Cons. Naz. Nicola Renagli Segretario Federale dell'Istria accompagnato dal vicefede-ìale dott. Apollonio, dal Segretario provinciale dell'OND e dalla Fiduciaria prov. dei Fasci femminili dell'Istria. Il Federale salì tosto sul palcoscenico ove venne salutato entusiasticamente da tutti i presenti. Un martellante «Duce! Duce!» accolse il gerarca che illustrò l'opera che il Partito svolge in seno alle masse lavoratrici. Il Segretario Federale dopo il suo improvvisato, dinamico discorso, ordinò il saluto al Re Imperatore e al Duce e l'entusiasmo della folla per il forte discorso del gerarca fu dimostrato con un altissimo «A Noi !». I familiari e le Autorità seguono il feretro La cerimonia religiosa nella Cattedrale Il grande mutilato Giorgio Cobolli rientra (dalla prigionìa nella sua Capodistria Giorgio è tornato: Capodistria lo ha accolto con tutto il suo cuore affettuoso, lieta di avere finalmente tra le sue braccia il grande mutilato, degno continuatore delle tradizioni di gloria della città di Sauro. Giorgio è stato per mesi e mesi in prigionia nell'Egitto ove ha potuto sperimentare l'inumano trattamento che viene inflitto ai nostri prigionieri feriti; forse mai si potrà comprendere quante furono le sofferenze che i nostri valorosi hanno sopportato. Giorgio ci ha raccontato della sua vita passata con la mente chiara dell'eroe, ci ha parlato dell'Italia come la sentono laggiù nella prigionia dura i camerati feriti, ci ha detto dello spirito pieno di entusiastico amore per il Fascismo che vive in ogni cuore italiano costretto a vivere nei ceppi dei campi di concentramento britannici. I nostri feriti — ci ha detto Gior- gio pur essendo privi delle gambe, pur essendo ciechi, pur essendo tremendame-.te feriti in ogni parte del corpo vengono fatti dormire a terra, non hanno nemmeno il conforto di sentirsi sorretti dalle cure amorevoli dei medici: vengono curati come si curano non gli uomini ma le bestie. I medici inglesi sperimentano sui nostri feriti le loro nuove medicine: e i valorosi sopportano sofferenze e dolori certi di dare in tal modo il loro contributo sicuro alla Vittoria finale della Patria. Ma Giorgio non vuole parlarci solamente di queste tristezze: egli è il solito buontempone, l'allegro e gioviale amico di tutti di un tempo; non sente forse in tutta la sua grandezza la tremenda mutilazione che lo ha colpito perchè sorride sempre felice di aver in tal modo contribuito alla grandezza della Patria fascista. Siamo stati accanto a lui per delle ore e mai abbiamo sentito nella sua voce una seppur minima venatura di tristezza: egli che ci da coraggio, che c'incora, che ci incita ad amare di quanto amore possiamo questa nostra bella Italia. Chi resta qualche istante presso di lui sente realmente che cosa possa significare l'eroismo, sente che quell'eroismo trascende i confini della retorica dei soliti magnifica tori dei fatti mirabili degli altri, sente che cosa vuol dire la dedizione completa all'idea della Patria. Al suo arrivo in Patria Giorgio Cobolli ha inviato al Presidente dell'Associazione mutilati ed invalidi di guerra, Ecc. Carlo Delcroix, un telegramma rivolgendo al grande mutilato il suo saluto particolare assieme a quello dei suoi soldati ciechi di Libia. Le parole con cui Carlo Delcroix ha risposto a Giorgio Cobolli sono da sè stesse un poema di gloria e non hanno bisogno di commento e di apprezzamento. Le diamo nella loro integrità affinchè tutti i fascisti possano vedere come e di quanto amore la Patria deve circondare chi le ha dato persino la luce. Ecco il telegramma dell'Eccellenza Carlo Delcroix: „Tenente Cobolli. Accogli insieme ai tuoi compagni di oscurità e di gloria il mio più affettuoso saluto. In te, figlio della petrosa e generosa Istria, i mutilati d'Italia avranno uno dei loro alfieri. — Carlo Delcroix». Le Camicie nere e i cittadini della città di Sauro salutano alla voce Giorgio Cobolli, nuovo eroico assertore della fede della nostra gente nei destini immortali della Patria. rende omaggio ai Caduti L'affettuoso e commosso saluto del Partito Nel pomeriggio di sabato, alle 15.30, le Camicie Nere della città di Sauro, hanno accolto con fremente commozione il grande mutilato Giorgio Co-bolli che ha voluto recarsi a rendere omaggio al sacrario dei Caduti per la guerra e per la Rivoluzione. Giorgio Cobolli accompagnato dal segretario politico, dalla fidanzata e dalla sorella è giunto davanti alla Casa del Fascio, dove erano ad attenderlo tutte le autorità cittadine assieme al vicefederale dott. Casa-grandi, che rappresentava il Segretario federale dell' Istria. Il dott. Ca-sagrandi è andato incontro al grande mutilato, mentre veniva dato l'attenti ai giovani della „Gil" e ai fascisti schierati davanti alla Casa Littoria, e gli ha rivolto parole di fede portando il saluto commosso di tutto il Fascismo istriano che in Giorgio ravvisa la fiaccola annientatrice della fede nell' Italia che anima la gente della nostra provincia Alla fine delle sue parole ha voluto abbracciare il grande mutilato, dicendo di abbracciare in lui tutti gli eroi della nostra guerra Subito dopo il segretario politico grida un forte eja alala all' indirizzo di Giorgio Co-bolli e aggiunge: «Camerata e amico Cobolli, dopo quanto ti disse il rappresentante del Federale nulla mi resta da aggiungere. Permetti che con questo mio abbraccio ti esprima tutto 1' amore che nutre per te il Fascismo capodistriano". Grande austerità ha conferito alla cerimonia il momento in cui il grande mutilato concittadino ha ordinato a tutti i presenti il saluto al Re Imperatore e al Duce. Dopo le parole del vicefederale il segretario politico ha presentato tutte le autorità convenute. Quindi Giorgio Cobolli si è portato al Sacrario dei Caduti scortato da due marinaretti che reggevano una L' estremo saluto delle fiamme e dei grande corona d' alloro : nel sacrario ha sostato qualche momento immobile nel saluto. Si è portato quindi al Sacrario dell' Eroe adriatico ove è stato ricevuto dalla vedova, dalla sorella e dalla figlia del Martire. Anche nel Sacrario di Nazario Sauro, Giorgio Cobolli si è fermato a lungo in devoto raccoglimento deponendovi una corona d'alloro. Mentre il grande mutilato stava dirigendosi verso la piazza del Pretorio per rendere omaggio ai Caduti della guerra mondiale le organizzazioni della „GiI" e i fascisti si sono schierati lungo tutta la piazza ed hanno salutato con l'attenti l'arrivo di Giorgio Cobolli. Deposta anche sulla lapide dei Caduti una corona d' alloro, dopo aver ricevuto il saluto e l'abbraccio del vicepresidente della sezione di Capodistria dei Mutilati e Invalidi di guerra, Giorgio Cobolli ha ordinato il saluto al Re e al Ducè, cui hanno risposto due forti gridi di fede. Alla Casa del Fascio prima della cerimonia ai sacrari dei Caduti sono stati offerti al grande mutilato degli omaggi da parte del Fascio femminile e delle organizzazioni maschili e femminili del Littorio. Dopo 1' o-maggio ai vari sacrari, Giorgio Co-bolli è stato fraternamente ricevuto al Fascio dove si è intrattenuto qualche tempo. Neil' occasione sono stati inviati all'Ecc. Carlo Delcroix i seguenti telegrammi da parte del grande mutilato, dal Federale, del vicepresidente della sezione mutilati, del Commissario prefettizio : „ Carlo Delcroix, Roma. Giunto nella mia Capodistria nel rendere omaggio gloriosi Caduti Patria e Rivoluzione invio deferente saluto mìo capo. - Giorgio Cobolli". „CarIo Delcroix, Roma. Camicie Nere e popolazione tutta della città di Sauro hanno accolto con orgoglio e commozione il grande mutilato Giorgio Cobolli, continuatore gagliardetti al martire Aldo Dobrilla (Fotografie di L. Pizzarettoy delle gloriose tradizioni della terra istriana. - Segretario Federale, Podestà, Vicepresidente sezione mutilati" IL VICESEGRETARIO DEL 11 A CAPODISTRIA Martedì alle 20 è giunto improvvisamente a Capodistria il Vicesegretario del Partito dott. Mario Farnesi, accompagnato dal cons. naz. Nicola Benagli, Segretario federale dell'Istria^ Al suo arrivo 1' alto gerarca è stato ricevuto dal segretario politico, dagli squadristi, e dai collaboratori del Fascio. 11 Vicesegretario del Partito ha visirato la sede del Fascio di Combattimento „N. Sauro", compiacendosi per l'attività che nella stessa sr svolge. Il dott. Farnesi ha voluto compiacersi anche con le donne fasciste per la continua cura e attività che svolgono in favore dei gloriosi feriti di guerra e dei camerati in armi. 11 segretario politico ha pregato poi il Vicesegretario del Partito di voler assistere a una manifestazione della Centuria corale della „GIL", che rappresenterà la provincia dell' Istria nel concorso nazionale per centurie corali della „GIL". Il dott Farnesi elogiando i giovani della „GIL" disse che il Duce nel suo diuturno lavoro dedica molte ore ai giovani dell'Italia fascista perchè sa che essi sono coloro che sapranno continuare le tradizioni di quelli che hanno dato tutta la loro passione alla Patria e al Fascismo ed ha indicato come esempio luminoso il grande mutilato tenente Giorgio Cobolli, che stava al suo fianco, il quale alla Patria ha dato più della vita, poiché le ha dato la luce. Ordinato il saluto al Duce, il dott. Farnesi si congedò dalle Autorità e lasciò Capodistria. Direttore responsabile il Segretario Politico Bruno Boico Redattore capo Fulvio Apollonio Arti Grafiche Renato Pecchiari Capodistria