Soldi IO al numero. L'arretrato soldi 20 L'Associazione è anticipata: annua o semestrale — Franco a domicilio. L'annua, 9 ott. 75 — 25 settem. 76 importa fior. 3 e s. 20 ; La semestrale in proporzione. Fuori idem. Il provento va a beneficio dell'Asilo d'infanzia I CRONACA CAPODISTRIANA BIMENSILE. si pubblica ai 9 ed ai 25 Per le inserzioni d'interesse privato il prezzo è da pattuirsi. Non si restituiscono i manoscritti. Le lettere non affrancate vengono respinte, e le anonime distrutte, il sig. Giorgio de Favento è l'amministratore I V integrità di un giornale consiste nell' attenersi, con costanza ed energia, al vero, all' equità, alla moderatezza. ANNIVERSARIO 10 Luglio 1557 Muore (». 11. Ramusio (V. Illustrazione.) Alcuni brevi cenni storici sul giornalismo (Fine. V. i N. 18, 20, 23 dell'anno I; 1,8 e 12 del II) I lunghi intervalli decorsi tra un brano e l'altro di questi cenni, devono certo aver trovato presso i nostri lettori la meritata giustificazione, perchè essi avranno saputo arguire la svariata lettura bisognevole e la difficoltà di procurarsi le fonti necessarie da cui attingere; e per questo ultimo motivo ci riteniamo dispensati dal chiedere venia se riuscirono incompleti e forse non bene ordinati. Ne diamo oggi la fine come meglio ci torna possibile. 1 giornali italiani dello scorcio del secolo passato, da noi ricordati l'ultima volta, furono i primi liberali ad aprir battaglia ; ma essendo i tempi ancora tenebrosi, le fucilate si facevano rade e lo scoppio era debolissimo, udibile solo dagli orecchi più sottili. Tali periodici erano, come abbiamo detto, il Giornale dei Letterati (tanto quello di Venezia che quello di Roma); L'Osservatore del Gozzi; Il Caffè dei Verri. Da quei tempi fino al 48, tra quelli che batterono la medesima via, non può ommettersi il Conciliatore, di cui Pellico scriveva a Foscolo (17 ott. 1818): "Ti mando le copie finora uscite del Concitatore .... — G. R. è Rasori — G. D. rR. è Romagnosi — L. D B. Breme — B. ^Borsieri — Crisostomo è Berchet — G. P. „è Giuseppe Pecchio — Cristoforo Colombo II „è il fratello di Peccbio. — Vi son io; v'e „il professor Ressi —• S. S. è Sismondi di "Ginevra ecc.,,................. Non va dimenticata, tra i principali usciti prima del 48, la Biblioteca italiana fondata a Milano dall' Austria allo scopo di cattivarsi 1' opinione degli italiani. Foscolo, a cui n'era stata offerta la redazione, la sdegnò ; l'accettarono Monti, Giordani e il medico Giuseppe Acerbi. Motteggiato il fiero Niccolini perchè quel giornale gli aveva tributate lodi, minacciò _APPENDICE._ IL CABECÌLLA NOVELLA STORICA DI FILIPPO LAICUS pubblicata isXV Alte und Neue Welt*) tradotta da GIOVANNI de F. CAPITOLO I. Una caccia singolare Una delle poche strade che uniscono la Francia alla Spagna, e che è carreggiabile, conduce al meriggio di Bajona verso la fortezza Vittoria. Essa attraversa i luoghi più silvestri dei Pirenei; non v'ha nessuna traccia di coltura, ed infatti di nulla s'avvantaggerebbe chi se ne volesse occupare, poiché boscaglie e cespugli ne coprono le pendici ed i dorsi, dei quali alcuni terminano in cime perpetuamente nevose. Sopra questi monti s'arrampicano capre e pecore: la ricchezza del paese. Il pastore, quantunque coperto di cenci, *) Il periodico "Alte rad Nene Welt,, si pubblica in Einsielden (Svizzera). Offre utile ed amena lettura, ed è illustrato. Escono ogni anno 16 fascicoli, ciascuno al prezzo di 50 cent. i di "fiaccar l'osso del collo,, agli ironici congratulatori. Seguirono l'Indicatore del Bertolotti ; il Bicoglitore di Battaglia; il Politecnico del Cattaneo; il Gondoliere del Carrer; La Favilla (Valussi Dall'Ongaro, Somma, Gazzoletti, Tommaseo, Solitro ed altri) ; L'Archeografo Triestino del D.r Rossetti ; il Vaglio del Gamba ; Le Letture di Famiglia (triestine) del D.r Formiggini ; il Caffè Pedrocclii; La Gazzetta Veneta del Locatelli. — In Piemonte meritano ricordo per lo scopo avuto: Le Letture popolari ; Le Letture di Famiglia; L'emporio ; il Messager torinese dell' audace Brofferio ; il Subalpino benché di breve durata; le Appendici del Romani nella Gazzetta Ufficiale. — Negli Stati Pontificii, il Felsineo-, il Giornale Arcadico acquoso e sonnolente. — A Firenze la celebre Antologia istituita da G. P. Viesseux che aveva per scrittori i migiiori ingegni di tutta Italia ; la Guida dell' educatore di Lam-bruschini; la Bivista di Firenze del Montazio; l'Appendice dell' Archivio storico di Gino Capponi. — A Napoli il Progresso (Troya, Rocco, Dayala, Liberatore, Cusani, Centofanti, Tommaseo ed altri). — A Palermo il Lucifero di Benedetto Castiglia, critico acerbissimo anche del Manzoni, ecc. ecc. fino al Bisorgimento di Cavour ed al Crepuscolo dei lombardi. Questo fu un arido e incompleto catalogo ; ma tale e non altro il lettore intelligente se lo avrà già atteso sapendo, che a fornire una rassegna storico-critica occorrerebbero viaggi, lunghi carteggi e ricerche nelle biblioteche, e che quindi il risultato sarebbe non artico-lucci ma fascicoli. Una storia del giornalismo italiano fu divisata da Gugliemo Stefani, colto da morte prematuramente. Lo stesso pensiero, per quanto ne sappiamo, lo manifestò Enrico Montazio nel tessere la biografia di Bianchi Giovini ("Galleria dei contemporanei italiani,, 1862) e l'avvocato Angelo Mazzoleni ("Il Popolo riesce pittoresco; egli se ne sta nell'orgoglioso atteggiamento di un libero Basco, appoggiato ad un olmo o ad un lauro, offrendo nella sua indigenza e indolenza il tipo di quella superba nazione, che nel colmo della grandezza dettava leggi ai due mondi. Profondo è il silenzio di quei solitarii burroni e rotto soltanto dal mormorio di qualche torrente, che gonfiato dagli scioglimenti delle nevi si scava un letto tra pareti di granito, precipitando poscia nella valle, o dal grido rauco di qualche uccello di rapina che cala sulla preda. Lunghesso la strada peraltro c' è un po' di vita. Passato il confine spagnuolo, si trovano tratto tratto delle tavèrne, ma pel forestiere abituato agli alberghi civili, esse sono ostelli strani, sempre disgustosi, e talvolta spaventevoli: sono piccole Haciendasdi aspetto lurido, circondate da orticelli, e da campi, che se non P aratro, fanno risovvenire almeno il seminatore. Sulla soglia siede 1' oste sopra un tronco d'albero nemmeno squadrato, fumando una pipa di legno o un sigaretto di carta, col medesimo fare di un grande di Spagna che avesse ottenuto la facoltà di passeg- italiano,, 1873). Abbiamo consultato i cataloghi dei principali editori, e finora non ci è nota alcuna pubblicazione di simile genere. Ed ora a chiusa dei nostri cenni, ricorderemo brevemente anche i più importanti giornali che videro la luce tra l'Isonzo ed il Quarnaro, oltre i tre già menzionati, cioè la Favilla, Le Letture di Famiglia e L'Archeografo Triestino. Il Matusalem dei giornali italiani viventi è 1' Osservatore Triestino, comparso pei la prima volta il 3 luglio 1784; e qui ci viene il destro di citare gli altri giornali italiani viventi di più vecchia data cioè : La Gazzetta di Genova (fondata nel 1797) ; il Corriere delle dame di Lodi (f. 1806) ; il Corriere mercantile di Genova (f. 1825) ; il Giornale Arcadico di Roma (f. 1832) ; La Gazzetta dei Teatri di Milano (1838); Lo Gazzetta medica italiana di Milano (1840); La Gazzetta di Ferrara e L' opinione fondate nel 1847 ecc. ecc. Prima dell' Osservatore Triestiuo, si pubblicò a Gorizia dal 1774 al 1776 la Gazzetta Goriziana, quindi vi comparvero dal 1781 al 1788 le Notizie dello Società Agraria. A Capodistria durante il Regno d'Italia, il Prefetto Calafati pubblicava settimanalmente 11 Foglio Periodico istriano che era uua raccolta delle notizie politiche estratte dai varii giornali. Carlo Favetti e Michele Fachinetti (m. 1852) durante i diffìcili anni 1850-51 pubblicarono 1' uno a Gorizia il Giornale di Gorizia e l'altro a Trieste il Popolano dell' Istria. Adesso a Trieste ci sono trenta giornali, dei quali cinque quotidiani ; a Gorizia sette, e di questi quattro escono due volte alla settimana; e Capodistria e Rovigno hanno ciascuna due periodici bimensili. Termineremo questo povero catalogo col riportare la seguente statistica : in Italia (Regno) alla fine del 1874 vi erano 396 giorna-nali politici; 110 artistico-letterarii; 87 indugiare coperto nelle sale del palazzo reale a Madrid : così superbo brilla il suo occhio, così orgoglioso e pieno d'innata maestà è ogni suo movimento. Egli non è in caso d'imbandire altro che sale ed aglio ; tutto il resto portano già seco i carrettieri ed i numerosi mulattieri; e la stanza che dà loro si è un angolo di pavimento, ove stendere la propria coperta per passarvi la notte. Ma ai tempi del nostro racconto, lì della vita ce n' era. Signoreggiava allora in quelle taverne un movimento romoreggiante dai primi albori fino a tarda notte ; vi spesseggiavano le uniformi francesi del primo impero; le Haciendas erano state mutate in corpi di guardia; in ognuno di questi stava acquartierata una compagnia, e quelli che non potevano trovar posto dentro, si accampavano al di fuori in certe capanne poco solide, che avevano pareti di terra e tetto di fronda. Per questa strada 1' esercito francese era già entrato in Spagna da parecchi anni sotto Murat, per fondare un regno napoleonico invece di quello dei Borboni ; ma gli Spagnuoli, lacerati dal cozzo dei partiti delle diverse striali e commerciali; 82 scientifici ; 59 agricoli; 44 religiosi;- 31 amministrativi; 30 umoristici; 22 teatrali; 17 educativi, pedagogici e didascalici; 11 giuridici; 6 di medicina; 6 illustrati; e 5 musicali, così ripartiti; Piemonte 117; Liguria 43; Lombardia 152: Veneto 79; Emilia 78; Umbria 6; Marche 20 ; Roma 62 ; Toscana 126 ; Napoletano 136 ; Sicilia 76; e Sardegna 11. IL MERCATO DEI BOZZOLI (Ti) Le nostre previsioni sul mercato dei bozzoli, di cui tenemmo parola nell'ultimo numero, si sono avverate; ed oggi possiamo registrare oltre il doppio della quantità pesata a tutto il 22 del mese passato. La nostrana di bozzolo giallo tenne sempre il primo posto, e di questa dal 22 giugno a tutto il 6 corrente ne furono pesati Chil. 6008, che assieme ai 5674 da noi già registrati, formano un totale di Chil. 11682. La giapponese mista figura nel periodo stesso in Chil. 499, che uniti alla quantità accennata in precedenza danuo un assieme di Chil. 1119. In complesso il peso è di Chil. 12801. Seguendo il sistema di confronto della nostra prima relazione, scorgiamo dai registri dell'anno passato che la quantità totale pesata ammontava a ii 29552, i quali paragonati ai Chilog: 12801 di quest'anno, pari a 0), e di colonie tedesche (40,000), di Greci, di Ebrei, di Zingari . . . , 23,881 2.526,000 d) Nel litorale (che comprende il Friuli goriziano, Trieste, suo territorio, e l'Istria) con miscuglio di Slavi (190,000) e di altri popoli, Tedeschi (12,000), Greci (2500), Ebrei (3200), Albanesi (300), Zingari (100) „ 7,962 404,000 e) Ai quali si devono aggiungere gli Italiani sparsi in Dalmazia „ 16,000 Area totale 66,432 7,178,000 La famigiia Jugo-Slava, divisa nelle due principali tribù di Serbi e Sloveni, formanti parte del gruppo etnografico che fu detto illirico, è la più preponderante sulla costa orientale. — 11 primo ramo, dei Serbi, vanta senza dubbio maggior civiltà e coltura intellettuale fra tutti i rami dello stesso ceppo. L'intiera famiglia va così divisa: a) Nel Litorale........pop. 190,000 b) In Dalmazia con minuzzoli di al- tri popoli greci, albanesi e con miscuglio di famiglie italiane sparse nelle città di costa (a-rea 12,750 chilom. q.) . . . . „ 416,OCO c) Ai quali si devono aggiungere gli Sloveni del Friuli.....„ 30,000 d) Montenegro.........„ 125,000 Da Dubovizza fino agli Acrocerauni sta la famiglia tracica degli Albanesi o Schipetari, che formano certamente la nazione più distinta e meglio caratterizzata dell' Adriatico, discendenti dai prischi Illirii, e che per fisici lineamenti, per costumi e morali tendenze, nonché per lingua si annodano ai Greci. Dovrebbero essere la casta guerriera messa a difesa degli altri popoli dell' Adriatico se il Turco non fosse arrivato a sedurre questo popolo europeo di vecchia data. Con poco miscuglio di Ottomani contano La famiglia degli ottomani adunque è senza confronto la meno numerosa e vive serrata intorno a Scutari........ 731,000 1,200,000 20.000 Couclnsioni. Da quanto fu detto in brevi parole, è facile innanzi tutto dedurre qual fosse, quale sia, quale potrà essere l'importanza commerciale del nostro golfo. — Aperto, come fu detto, nel centro della zona temperata che separa due climi, il boreale e l'australe, e per conseguenza due grandi regioni di prodotti distinti. addentrato assai fra terra collo sviluppo migliore di coste, e infine circondato da popoli marinereschi e intraprendenti, nonché poi (quel che più conta) signoreggiato da Roma e Venezia, non poteva non essere veicolo ai più estesi commerci e alla civiltà più operosa. Al che si aggiunga ch'esso era sulla strada che metteva direttamente all' Oriente e ai porti di Siria e di Egitto empori allora di tutti i commerci d'Asia. — E che sia così, la storia lo prova ad evidenza, chè su questi lidi si succedettero le città regine del commercio, sì che dalle rovine dell'una pareva di necessità sorgerne altra a ricettare i destini dell'Adriatico. Così alla pelasgica Spina sottentrò Adria etnisca, a questa le illirie Scodra e Salona sulla riva opposta, per poi cedere tutte insieme art Aquileja, scalo del commercio centrale dell' Europa. Caduta questa, ecco mostrarsi Venezia, nella quale Aquileja rinacque più bella e più potente. Che se ad essa le sorti si fecero malvagie, Trieste ne colse subito in parte l'eredità. Trieste, oscuro luogo cent'anni fa, ed oggi uno degli scali più frequentati del Mediterraneo. Se 1' Adriatico fu tanto per lo addietro, forse più ancora lo sarà nell' avvenire a giudicare dai fatti che o già si compiono, o si compiranno senza dubbio, sia alle sue spiagge, sia altrove. — E il primo di questi si è il taglio dell' istmo |di Suez ; perchè io stimo che ciò che è naturale, giusto e voluto da quasi tutti, deve ridursi a fatto. Si lasci adunque che un governo civile si rassodi in Egitto, si componga la Siria, si migliori la navigazione dell' Eufrate, e mediante il canale di Suez il Mediterraneo si congiunga all'Oceano Indiano, e allora 1'A-driatico, sulla strada più breve che mena ad oriente, vedrà rifluire quell' antico commercio, che, disalveato in gran parte da tre secoli e mezzo, ritornerà a metter capo ad Ancona, a Trieste, a Venezia. — Un altro fatto, che si sta compiendo in vista si può dire dell' Adriatico, si è il movimento impresso ai popoli romani, slavi, greci, che formano il redivivo oriente e che tutti aspirano a novella vita e civiltà incipiente, sì in alcuni e ancora involuta, ma serbata ai più belli eventi. E questo fatto altresì accrescerà importanza ai nostri lidi : chè i popoli civili hall nuovi bisogni da soddisfare, e supremo fra questi quello di mettersi in comunicazione con altri popoli per lo scambio non meno delle idee che delle produzioni. E a ciò serve il mare, il quale dissociando i popoli rozzi, stringe invece i civili ; e a ciò pur serve tuttoché mette al mare, che è quanto dire marinerie e strade per cui le industrie dell'interno, e le imprese della navigazione consociano le forze. Ciò posto, l'altra conclusione è semplice e naturale, quella cioè accennata fin da principio, di meritarsi operosamente l'avvenire. E questa sapiente operosità deve spiegarsi in tutto che spetta a vita marittima. Le doti a tal uopo non mancano nei litorani delle due coste, nati e cresciuti a mare, educati fin dalla prima età a conoscerlo, a vincerlo, di svegliata intelligenza, d'animo coraggiosi. Nè certo fra loro si stanno ultimi gl' Istriani, coin' è prova Lussino, che, or son cinquant' anni, poco più che villaggio peschereccio, vanta in oggi ben 150 navi di lungo corso, ed altre 100 di cabotaggio tra piccolo e grande. Tanto potè la forza dell' associazione. Che resta adunque ai litorani, e in ispecialità all' Istria, alla quale intendo rivòlgerò la schietta parola ? Corre da sè la risposta : non lasciare inerti le proprie forze, educare i figli alla navigazione, rinvigorirne così la fibra ed il sentire, farsi incontro al destino segnatole dal mare che l'abbraccia ; e soprattutto associare gl' imprendimenti. 11 mare le tornerà così fonte di ricchezza e, come ognuno ama casa sua e il nido che lo ha veduto crescere, i figli verseranno i fatti guadagni a coltivare ed abbellire questi poggi, tanto favoriti da natura. Abbiamo adunque noi Istriani l'occhio al mare, se rinnovar vogliamo almeno in parte i prodigi delle republiche italiane, le quali dal mare appunto trassero glorie e dovizie, e non invece rimpiangere un giorno, ingiustamente, che altri sia venuto in casa nostra a torci ciò ch'era nostro. Prof. Antonio Coi3. Giuocatori (li scacchi alla cieca. Gira ora l'Italia un polacco, il sig. Ladislao Maczuski, il quale giuoca a mente 4 partite di scacchi a un tempo. La sera del 31 maggio decorso per esempio, trovandosi egli a Ferrara ospite dell' avv. Zuftì, presidente di quel Circolo scacchistico, vinse, durante una seduta di tre ore, quattro di quei valenti giuocatori. Lo Zuffi era l'intermedario. Ed ebbi ino cenno fortuito da Ferrara in data del 12 giugno, che il Maczuski si sarebbe recato tra pochi giorni a Trieste ; ma, arguendo dal silenzio di quei giornali, dobbiamo ritenere che ancora non vi sia giunto o che abbia cambiato l'itene-rario. Intorno a tale prerogativa invidiabile ci ricordiamo di avere letto nei periodici scacchistici varie notizie interessanti degli ultimi tempi : chi sa poi quanti ne furono gli sconosciuti privilegiati dall' invenzione del giuoco in poi, se, come asserisce il dotto oiientalista Forbes, esso esisteva dai tre ai quattro mila anni prima dell'era volgare. La più antica notizia di giuoco di scacchi alla cieca, almeno per noi, è quella data da Giovanni Villani (m. 1348) che racconta nel libro VII c. 12 : "Ne'tempi che il re Carlo (D'Anjou, 1266) „fu coronato in Roma ecc. ecc. venne in Firen- ze uno Saracino ch'aveva nome Buzzecca, »ed era il migliore maestro di giucare a scacchi, e in su '1 palagio del popolo dinanzi al »conte Guido Novello giucò a un ora a tre »scacchieri co'migliori maestri di scacchi di »Firenze, con gli due a mente e coli'uno a „veduta, e gli due giuochi vinse e l'uno fece „tavola; la qual cosa fu tenuta grande maraviglia." Nel 1858 destava ammirazione mondiale il giovine americano Paolo Morphy, che giuo-cava alla cieca otto partite contemporaneamente, contro valenti giuocatori, e le vinceva quasi tutte. Il vecchio tedesco Harrwitz volle cimentarsi nello stesso anno a Parigi di fare altrettanto, e per una volta vi riuscì (17 die.) Nel 1859 comparve a Parigi il giovane ungherese Kolisch : giuocava egli pure alla cieca con successo brillante ma inferiore a quello di Morphy: il Kolisch fu poi il vincitore del torneo di Parigi (1867). Nello stesso anno il sig. Lumbly cieco nato, giuocò nel Club di Southampton (Inghilterra, 38.000 ab.) tre partite simultanee : vinse l'una, perdette l'altra ed impattò la terza. Un'accademia non meno interessante di quelle finora citate, diede il sig. Rosenthal a Parigi (28 gennaio a. c. Sala Lemardelay), in cui giuocò coli temporaneamente trenta partite contro altrettanti giuocatori, passando di scacchiera in scacchiera senza sostare più di un minuto per mossa, come s'era fatto obbligo. Fu molto applaudito, specialmente quando annunciò ad uno degli avversari il matto in tre mosse e ad un altro in cinque. Vinse venticinque partite, tre ne impattò, e due perdette. Ogni qual volta potremo raccogliere notizie di simile genere, ci faremo un dovere di pubblicarle, essendo qui numerosi i dilettanti dell'importante giuoco. Illustrazione dell'anniversario Giovanni Battista Tìamusio fa il celebre cosmografo del secolo XVI. Nacque a Venezia e morì ottuagenario a Padova il 10 luglio 1557. In età ancora giovane, inviato dalla Repubblica in Francia, in Svizzera ed a Roma, ebbe condotta saggia ed accorta che gli procacciò alta lode. Godette la benevolenza di re Luigi XII (il padre del popolo), il quale lo violentò dolcemente, ma invano, perchè rimanesse presso di lui. Quando ritornò a Venezia, la ricompensa dei suoi meriti fu l'importantissimo ufficio di segretario del Consiglio dei Dieci, che mantenne fino a che il peso degli anni lo costrinse a vita riposata. L'opera principale e molto voluminosa di questo uomo, versatisi ino nella geografia, viaggiatore, addottrinato nelle lingue e indefesso carteggiante, porta il titolo di Navigazione e Viaggi, opera che ancora oggigiorno non ha perduta tutta la sua importanza, e che mai potrà esserle scornata la relativa. Dello stesso si colo, ma poco noto, è il cosmografo e cartografo istriano Pietro Coppo d'Isola (m. poco dopo il 1550). C'è di lui un manoscritto De cosmografia et Geografia lasciato (come si legge nel suo testamento giacente nell'archivio d'Isola) "al Monastier de S. Maria de Grazie eh' è traPoveja e Malamoco„ — Un Portolano dell'Adriatico, stampato con una carta geografica a Venezia 1528, ripubblicato dall' "Archeografo triestino» vol. III della I serie — Del sito dell'Istria (Venezia 1540) con una carta geografica — De toto orl>e libri quatuor, manoscritto veduto "ma alla sfuggita presso persona privata, dall' abate Morelli (bibliotecario di S. Marco) come ne parla nelle note alla "Lettera rarissima di Crisfoforo Colombo» (Bassano 1810). l 'i Pietro Coppo parlano il Goina, lo Zeno, il Manzioli, ed il Carli. Nomina. — A dirigere questo Capitanato distrettuale venne nominato il sig. Cav. Francesco Reya de Castelletto, già console generale a Venezia. La tombola di beneficenza. Se potè essere giuocata nel giorno indetto (29 p. p.) e per intero, il merito spetta all'eccelsa atmosfera che non ha trovato di permetter la trasformazione delle nubi in gocce. Tutti i premii entrarono in borsette sgonfie, sicché anche questa volta la dea bendata si manifestò (caso non frequente) saggia ed equa. Furono vendute 3495 cartelle a 20 s. l'una, cioè s'introitarono fior. 699 ; detratte quindi le spese di fior. 350. 91 (premii, tasse, stampe ecc.) la somma netta divisa tra il civico Ospedale e l'Asilo d'infanzia ammontò a fior. 348. 09. Nel pomeriggio dello stesso giorno venne qui per mare la banda cittadina d' Isola con molti cittadini, a restituire la visita fattale poco tempo innanzi dalla nostra, seguita pure da numerosa cittadinanza. La banda isolana, quantunque istituita di recente, fece già buon progresso sotto la direzione del sig. maestro Giraldi e presieduta dal premuroso sig. Antonio Delise : suonò frammischiata alla nostra, e tributò omaggio al Municipio ed all' illustris. sig. Podestà. Vi furono ritrovi lietissimi, calorose strette di mano e brindisi. Al momento della partenza poi le reciproche attestazioni di fratellanza raggiunsero il colmo, e fecero sorgere in tutti il vivo desiderio che, approfittando della breve distanza, frequenti si ripetano simili feste tanto utili perchè ap-portune a stringere vieppiù i vincoli già esistenti, e che trovano ribadimento nelle patrie tradizioni e nelle comuni speranze. Monte Civico. — Sovvenzioni verso pegno nel II trimestre 1876: Introito nel mese di Aprile fior. 1681; in maggio fior. 1680. 50; in giugno fior. 2177; insieme fior. 5538. 50. — Esito : nel mese di aprile fior. 1596; in maggio fior. 1756 ; in giugno fior. 1368. 50; insieme fior. 4720. 50. Monte M. I*. Grisoni. — Sovvenzioni verso pegno nel II trimestre 1876: Introito nel mese di aprile fior. 2689. 30; in maggio fior. 2332.50; in giuguo fior. 3047.50; insieme fior. 8069. 30. — Esito nel mese di aprile fi. 2384.50; in maggio fio. 2085.50; in giugno fior. 2713.80; insieme fior. 7183.80. L'inventore della macchina per cucire fu Elia Howe, nato a Cambridge-Port nel Massaschusetts (Stati Uniti), città fondata nel 1630, che ora conta 25.000 ab. La immaginò nel 1841. Howe morì nel 67, dopo di avere guadagnato un milioue e mezzo di dollari e la croce della Legione d'onore conferitagli da Napoleone III. L' origine dei francobolli data dal 16 agosto 1653. In quell' anno un sig. de Ve-layer organò a Parigi, col permesso del governo, uua posta privata per la città, annunciando nel suddetto giorno che chi voleva spedire una lettera da un quartiere all'altro dovera applicarvi il bollo (portante l'augusta faccia di Luigi XIV e che si vendeva in date botteghe) per accertare il pagamento della tassa. Bollettino statistico municipale di Giugno Anagrafe — Nati lBattezzati) 33; maschi 15: femmine 18; Trapassati 22; maschi 14 ( dei quali 9 carcerati); femmine 3; fanciulli 3; fanciulle 2 ; Matrimonii 8. — Polizia. Arresti per schiamazzi notturni 2; per ubbriacchezza 1 ; accattonaggio 1; vagabondaggio 1; insulti e minaccio 2; minaccie alla vita 1; ferimento 1; Denunzie-, per apertura di esercizi pubblici oltre 1' ora prescritta 2 ; in linea sanitaria 3; per ferimento 1; per minaccie 1; per clandestino mercato e macellazione 3; Sfrattati 8; Usciti dall'imp. reg. carcere 10: 2 istriani, 5 triestini, 2 dalmati, 1 della Carniola. - licenze: per tenere concerti istrumentali 4; per apertura di pubblici esercizi oltre l'ora prescritta 1 ; per porto d'armi 1 ; d'industria (osteria) 1 ; vendita terraglie 1; Insi-nua/.ioui di possidenti per vendere vino al minuto 14; Ett. 554. L. 79; prezzo al L. soldi 24-28. — Certificati per spedizione di vino '1(51; Ett. 258. L. 52 dee. 4; di pesce salato —; recip. — ; (peso lordo). — Animali macellati: bovi 71 del peso di Chil. 13976 con Chil. 78 di sego; vacche 9, del peso di Chil. 1248 con Chil. 78 di sego ; vitelli 40 ; agnelli 273 ; castrati 70. Corriere dell' Amministrazione (dal 22 p. p. a tutto il 6 corr.) Dignano. Giuseppe Genzo (II seni, del II an.) ; Tommaso Sottocorona (il II anno); Giovanni Vidalli (idem) — Legnago. Giuseppe nob. Venier (idem) — Petrovia. D. Giovanni Pecchiar (II sem. del Hanno) — Pigino. Casino di Società (il II anno) — Pola D.r Antonio Barsan (idem) — Rovigno. Alvise Ri-smondo (idem) — Trieste. Ing. Francesco Ricci (idem) — Visinada. Giorgio de Fachinetti (II sem. del II anno). ______________— II "Qiustiiiopoli,, continua l'orario