AJfJf© TI. « npodlstria, afidi 3« gennaio ISSO UT. 8. L'integrità di un giornate consiste nell' attenersi, co» costatila ed energia, al vero, all' equità, alla moderatela. ANNIVERSARIO 30 Gennaio 1601 — Muore a Firenze Scipione Ammirato — (F. Illustrazione). V D 3 T R a & negli scrittori antichi greci e latini ( V. il N° 17 dell'anno V e seguenti). 8l. I LIBURNI E I GIAPIDI SI RIBELLANO a cesare 1) (a. 35 a. C.)J [Dione Cassio Cocceiano (v. c. 155-230 d. C.): Istoria romana, 2) XLIX, 34. Ed. L. Dindorf, Lipsia 1863]. Frattanto 3) Cesare, poiché Sesto 4) fu morto e le cose dell' Africa voleano essere ordinate, si recò in Sicilia per tragittare indi colà; ma qui sendo costretto a indugiarsi per cagione d'una burrasca non passò più dall'altra parte. Perocché i Salassi e i Taurisci i Liburui e i Giapidi già da antico non erano a' Romani punto propensi, anzi non pagavano i tributi e invadendo di quand' in quando i paesi limitrofi danneggiavanli : adesso poi, profittando dell' assenza di lui si rivoltarono apertamente. Però tornò egli indietro e fece gli altri preparativi contro di loro, quando 5) . . . 1) Ottaviano Augusto. V. nota al N.° 67. — 2) Vi lavorò attorno 22 anni: in 80 11. discorreva dalla fondazione di Roma fino al 229 d. C. Restano interi i 37-54, degli altri framm. — 3) Mentre Antonio amoreggiava con Cleopatra. —4) Pompeo. - 5) Quando soldati malcontenti gli si ribellarono, ed ei dovette per il momento sospendere i preparativi, che, ridotti all' ordine i ribelli, riprende nel N. seg. 82. CONTINUA [Lo stesso: XLIX, 35]. Ora impose a taluni generali di soggiogare quegli altri popoli, ei stesso marciò contro i Giapidi. E quegli al di qua dei monti, abitanti non lungi dal mare, sottomise facilmente, ma gli altri d'in sulle vette de' monti e dall' altra parte dei medesimi domò non senza fatica. 83. IL TRIONFO. (a. 29 a. C. ») ). [Lo stesso: LI, 21]. Il primo giorno festeggiò il trionfo e dei Pannoni e dei Dalmati, della Giapidia e dei popoli a questi limitrofi, uonchè di alcune popolazioni de' Celti e de' Galli. Ir- APPENDICE. 1) Mese di sestile poi agosto da lui. 84. PANNONI E NORICI INVADONO L'lSTE\IA (a. 16 a. C.) [Lo stesso: L1V, 20]. E i Pannoni assiem co' Norici si riversarono siili' Istria ; ma da Silio 1) e suoi legati malconci, ben tosto si arresero e a' Norici furon cagione di pari servitù. 1) P. Silio Neva console, poi luogotenente di Spagna. 83. DALL'ITALIA PER L'iSTRIA JN DALMAZIA [Antonino Augusto (v. 188-217, regnò dal 211 d. C.): Itinerario 1) citile Provincie pag. 129. Ed. G. Parthey e M. Pinder, Berlino 1848]. Similmente da Aquilea per l'Istria (per terra) a Salona . . . miglia 2) 199 così 3) alla fonte del Timavo 4) miglia 12 (V. la Lettera da Venezia nel N. prec.) Lettera Crittografica del signor Abate ALBERTO FORTIS Socio dell'Istituto delle Scienze di Bologna, Membro delle Accademie Reali di Bordeaui, di Siena, di Lunden nella Scania, della Società de' Curiosi della Natura di Berlino, e delle Agronomiche d'Udine, di Spalato di Rovigo ecc. Al signor Abate D. GIROLAMO CARLI Segretario della Reale e Imp. Accademia di Mantova, e Membro di molte altre Società dotte. Poich'ella mostra di leggere senza noja le mie lettere, che forse ponno unicamente servire a prevenirla della fisica costituzione di Paesi montuosi pe' quali sarà molto facile che debba viaggiare, onde appagar la sua dotta curiosità, io le comunicherò colla presente le poche osservazioni da me fatte ne' giorni passati in un tratto di monti ch'ella dovrà traversare, se mai le sarà d'uopo di fare il viaggio da questa parte a Vienna. I monti di Trieste,: come anche quelli di Capodistria, d'Isola e di Pirano, sono com- posti principalmente di pietra arenaria quarzosa, intersecata da venature di cristallizzazioni di spato calcario striato, e talvolta inquinata alla superficie d'ocra marziale. Questa sorta di pietra potrebbe ridursi al Quadrum del Wallerio, spec. 84., è disposta a letti di varie grossezze e di varia inclinazione ; né di raro accade che fra essi trovinsi degli strati d'indole, e natura differentissima, composti di corpi marini detriti, de' quali corpi vestigi certi di raro veggonsi nella pietra arenaria. Cinque miglia incirca lontano da Trieste cessano i monti arenarj, e succedono ad essi i calcarei. Esaminando il luogo preciso del passaggio dall'uno all'altro impasto, mi parve di vedere chiaramente che i monti calcarei sono di data molto anteriore ai cretacei, i quali ad essi trovansi appoggiati, e non certamente per intima originaria primitiva coesione aderenti. 11 masso enorme che forma l'ossatura continua de' monti calcarei detti, il Carso di Trieste, e si dirama poi a destra verso l'Istria e la Croazia, a sinistra verso il Friuli, mostra d'aver sofferto corrosioni, ed interruzioni vastissime dalla parte che guarda il mare, ed a cui sono appoggiati i monti minori, d'indole arenaria, per opera d'una molto posteriore inondazione, e deposizione d'acque torbide. Couibiuazioui ed apparenze affatto simili io ho osservato in molli luòghi a Tergeste . . a Ningoó) . . a Parenzo .... a Pola...... (Tragitto del seno a ladro 6) . . . . a Blandona 8) . . . ad Arausa 9). . . . a Pretorio 10) . . . a Tragurio 11) . . . a Salona..... miglia 12 miglia 28 ^miglia 18 miglia 31 liburuico fino stadi 7) 450) miglia 20 miglia miglia miglia miglia 20 30 16 12.12) 1) GÌ' itinerari erano di due maniere: gli annotati 0 scritti, dove s'indicavano i nomi e le distanze de' luoghi, che doveansi toccare per viaggio, senz'altre osservazioni: così quello di Antonino (M. Aurelio Bassiano Caracalla) ; e i dipinti, primo rozzo tentativo di abbozzare carte postali, di cui ci resta un saggio nella cosiddetta Tavola Peutingeriana. E gli uni e gli altri spettano al IV sec. d. C.; questo attribuito ad Antonino venne cominciato forse 0 pubblicato la prima volta sotto il regno di lui, poi sempre meglio compiuto per giunte. — 2) V. N. 35 A nota 5. — 3) Ripartite. — 4) Porto Timavo. — 5) Vicino a Montoua (secondo Mannert), Grisignanafsec. Reichard), Porto di Omago (sec. Wal< keuaer), Castel-Venere (sec. Lapie). — 6) Zara vecchia. — 7) V. N. 4 nota 3 0 N. seg. nota 2. —8) Torre Biline. — 9)Vissovaz. — 10) Rogosnizza. — 11J 'l'rau. —12) Insieme miglia 199 com'è detto a principio. Avete l'idea di questo itinerario. — Delle distanze da Aquilea ci sono altrove altre indicazioni: (a p, 57-58) "Da Roma a Milano .... miglia 433 quindi ad Aquilea . miglia 270* (a p. 59) "(Da Rimini per via diretta a Ravenna . . . miglia 33 di qui si naviga sette mari*) fino ad Aliino quindi a Concordia**) miglia 31 ad Aquilea . . . miglia 31)" d' Italia, e segnatamente nelle più interne valli dell'Apenuiuo longitudinale, sempre calcario nelle sue sommità. Gli strati calcarei del Carso sono di pasta forte marmorea, e in pieno analoghi alla pietra Apennina, I-striana, Dalmatina, riducibile al Calcarias solidus particulis impalpabilibus. Wall. 41. 1. I loro componenti sono principalmente una terra calcaria indurata varia nel colore, ma generalmente traente al bianco, nella quale l'occhio nudo non distingue parti di figura determinata, l'armato altro 11011 iscopre che minuti atoinetti irregolari, resi lucenti dallo spato calcario cristallizzato, che li ha compeuetrati, e rottami assai grossi e palpabili di corpi marini. Questi appartengono ora alla numerosa classe di que' testacei de' quali nou peranche conosciamo gli originali, ora a varie specie di corpi marini conosciuti; fra i primi è d'uopo annoverare le immensamente propagate leuti-colari, che formano il totale impasto di vastissimi strati, da'quali principalmente trag-gonsi le pietre da lavoro peli'uso di Trieste, e che s'estendono pell'alta Istria Veneta sino ad Alboua, come anche gli Ortocerati da me descritti e figurati nel I. voi. del Viaggio ili Dalmazia (*) : fra i secondi coutansi varj bivalvi (*) Tav. VII del I. Vol. Fig. XII, XII. e XIV. ed anche Saggio delle Ostervationi sopra Cherso ed Otero Tav. 1. a (a p. 130) *Da Aquilea per IaLiburnia a Siscia***) . . . miglia 213 cosi alla fonte del Timarof) miglia 12 ad Avesicaft) • • miglia 12" (a p. 131) "Pure da Aquilea a Lanriacoftt) • • miglia 272 così a Via Beloio*f) . miglia 30 a Larice**t) . . . miglia 24" (a p. 133^ "Pure da Aquilea per la più breve a Veldidena***f) . miglia 215 così a Tricesimo . . . miglia 30 a Giulio Carnicof*) miglia 30" (a p. 134) "Pure da Aquilea a Bologna . . . miglia 217 così __fece.» (Note alla nota 12.a del N." 85). *) ? — **) V. N. 45 nota 2. — ***) Sissek. — t) V. sopra nota 4. — ft) Basavisa (secondo Walckenaer), Šessana (sec. Reichard), Opicina (sec. Lapie). -- ttt) E"«-— *t) Al fiume Isonzo (sec. Mannert), Poiala (sec. Reichard), vicino Ausua (sec. Lapie). — **f) Ladra all' Isonzo. — ***t) Wilden, Wilten, Welten. — f •) Zo-glio (sec. Mannert), Villa d'Invilino (sec. Lapie). (Continua) IL PRINCIPE DI NAPOLI*) Il principino La 11 anni. Vittorio Emanuele nacque a Napoli l* 11 novembre 186». La sua nascita fu uua festa per il popolo più allegro di questa allegra Italia, e lo resse al fonte battesimale il rappresentante di Napoli, il conte Capitelli, figlio degno di un patriotta illustre. L'infanzia di Vittorio Emanuele è stata come quella di tutti gli altri bambini. Una I bella balia di San Leucio lo nutrì, una go-vernante inglese lo prese ad educare sotto la direzione dell'augusta madre. Sua maestà la Regina che ha sempre conservato tanta gratitudine per Miss Arbesser sua governante, non poteva fare per suo figlio scelta migliore di quella di Mistress Lee. Vittorio Emanuele a quattro anni parlava l'inglese come un baby del Regno unito, assai bene il francese e naturalmente anche l'italiano. Si son dette molte cose inesatte sulla salute del giovane principe. Ha cominciato difatti a camminare molto tardi perchè le sue piccole gambe erauo debolissime. Stava disteso in terra sopra un tappeto, nel giardino del Quirinale, ed un bel cane di Terranova era suo compagno e guardiano. Uua cura ricostituente molto bene intesa, i bagni di mare e l'esercizio, hanno fatto sì che ora il principe è svelto e robusto come tutti gli altri fanciulli della sua età, fa la ginnastica, cammina (») Dall'Illustrazione Italiana del 4 corr. Riproduzioni autorizzate. comuni, e turbinati esotici, ma però conosciuti. I contorni di Coruial danno uua specie d'O-stracite anomia conservata quasi nel suo stato naturale, ma non peranche nota in istato naturale ai Conchiliologi. Gli strati di pietra Ortoceratitica sono i più vastameuti estesi, e i più moltiplicati nel Carso di Trieste; essa si può nominare Calcar ius solidus, petrificatis nautili orthocerae deperditi scatens, polituram non respuens. Fra questi, alternandoli, trovasi un'e-gualmente solida pietra calcaria, che fendesi in lamine, e serve ai medesimi usi che l'ardesia o schisto argilloso tegolaie, quantunque di natura specificamente diversa. Generalmente è di colore biancastro sudicio, di grana impalpabile, di frattura angolare, di tritura bianca: Lapis calcarius scissilis, tegularis, frattura angulari, solida, tritura alba, polituram non respuens. La grossezza di questa pietra tegolare è molto varia; così lo è anche l'indole, e la qualità. Essa degenera bene spesso iu pietra suilla, e per varj gradi di colore giunge ad un nero intenso; la superficie esposta alle ingiurie dell'aria diviene pell'ordinario cenerognola, nel qual stato conviene collo schistu-cinereus fuscus del Dacosta 170. 9., che per farlo beu conoscere dovea forse anche aggiun-gnervi il qualificativo di calcarius. La varietà più comune di questa pietra suilla è Calcarius e monta a cavallo con molta passione, ed il nostro Paolocci ha voluto appunto disegnare il ritratto del principe quando monta il suo cavallino arabo, nel giardino del Quirinale. Mistress Lee non ha insegnato solamente le lingue al suo reale allievo. Egli sa quanto sanno i fanciuli ben educati della sua età e molte cose di più. Ha una memoria prodigiosa e una delle sue letture favorite è quella della parte statistica dell'almanacco di Gotha. Ritiene tutto e fa poi subire agli ufficiali di casa reale una specie d'esame involontario, domandando per esempio ad uno quanti uomini ha sotto le armi la repubblica di Venezuela, ad un altro iu quauti collegi elettorali si divide il Regno Unito. Un giorno, l'ultimo del carnevale scorso, il pricipino ha assistito ad una rappresentazione data dalla Gemma Cuniberto a beneficio degli Asili infantili di Roma. Vittorio Emanuele parlando con alcuni che avevauo avuto l'onore di essere invitati nel suo palco, sapeva a puntino quanti allievi v' erano nelle scuole municipali di Roma, quanti negli asili infantili e nelle scuole di Napoli. Ed a Napoli, diceva, ve ne dovrebbero essere tanti di più, perchè la popolazione e quasi doppia di quella di Roma. Non è stato fatto torpediniere per capriccio, ma perchè aveva manifestato una viva passione di imparare il meccanismo e 1' uso delle torpedini, cose ch'egli or sa perfettameute come qualunque altro dell' equipaggio della Caracciolo. L'estate del 1878, quando era con Sua Maestà la Regina a Venezia, un ufficiale di marina napoletano era incaricato di andare tutti i giorni a prenderlo con una piccola imbarcazione a vapore, e portarlo a fare un giro nella laguna dandogli nello stesso tempo una specie di lezione sulla torpedine e sopra altri arnesi di guerra. Una mattina, invece dell'ufficiale napoletano, ammalato o impedito, ne fu mandato un altro che, poveretto, credeva di aver che fare con un bambino qualunque. Sicché, a certe domande sulla torpedine o sul siluro, rispose come si risponde a un ragazzo curioso di cose che non capisce. Il principino rinnovò le domande e n'ebbe press'a poco eguali risposte. Allora, serio serio, con queir accigliatura che rammenta tanto il cipiglio benevolo del nonno, disse: — Scusi..... o lei non si ricorda di queste cose o non mi vuol rispondere perchè mi ha preso per un bambino.... L'ufficiale, potete immaginarvelo come restasse. Nella rirista navale passata dal Re a Napoli nel novembre del 1878 il principino sul ponte di comando della nave dove era suo padre e sua madre, non lasciò un momento l'ammiraglio Di Monale e il comandante Mantese, domandando loro il numero de' cannoni, degli uomini di equipaggio, le dimensioni e la velocità di ciascuna nave. Non le ha mai probabilmente dimenticate. All' esercito di terra vuol bene come all'armata di mare. Il più severo de'castighi che possa essergli inflitto è l'ordine alla guardia del Quirinale di non rendergli gli onori militari quando esce od entra iu palazzo. Non si è ricorsi a questo castigo che una sola volta, credo per punire un atto di vivacità. Del resto questa suscettibilità, se denota amor proprio, non denota orgoglio. Anzi il principino è affabilissimo con tutti, perfino con i più umili servitori. I suoi passatempi consistono nella scherma, nella ginnastica, nell'equitazione. Fa collezione d'insetti e s'intende di philloxera poco meno del professore Targioni Tozzetti. Poi ci sono le feste straordinarie, prin-cipalissima fra le quali l'albero di Natale, che negli anni passati si inalzava al Quirinale sotto la direzione stessa della Regina. V' è la lezione di ballo alla quale, duraute il carnevale sono invitati i piccoli amici del principe, i bambini Villamarina, i bambini Sforza Cesarmi, i bambini e bambine Caetaui di Teano, i bambini d'Oncieu de la Batie, le bambine Gianotti. Dopo la lezione questi quindici o venti ballerini, il più grande dei quali fra i dieci e gli undici anni, hanno permesso di ballare per conto loro a stion di violino. Vittorio Emanuele fa dejeuner con il re e la regina ed è ora ammesso quasi sempre al circolo intimo del dopo pranzo. Adora sua madre, e vuol molto bene a suo padre per il quale ha uu grande rispetto. Ama moltissimo, — 1' ho già detto, — lo studio di qualunque cosa nou «a. Per un solo !-tudio ha quasi avversione, quello della musica, come tutti i maschi di casa Savoja. Un generale aiutante di campo di Sua Maestà accompagnava un giorno il piccolo Vittorio Emanuele a spasso nel parco di Villa Ludovisi. Il principino discorreva col generale quando ad un tratto, vista una larga pozzanghera, andò a mettervi i piedi. Il generale gli domandò perchè cosi senza ragione faceva ciò che poteva nuocere alla sua salute. — Vede, — rispose Vittorio Emanuele, — prima di pranzo ho la lezione di musica, pollici grosso, ch'io n'ho apportato, ne contiene cinque stratificazioni assai distinguibili, nella sezione perpendicolare al di fuori II fissilis, laminis tenuibus, particulis xmpulpa-bilibus, unicolor, nigrescens, foetidissimus, scriptura alba. Ve n'è pelò sovente di quella, che si fende in lamine più grosse, ed è com- j color della pietra è grigio scuro anziché nero, posta di particole granulate; Lapis suillus\n la sua tessitura granulosa ; stropicciata puzza particulis granulatis. Cronstedt 23. La più j fortemente, nella frattura è rozza. Io la direi curiosa varietà dello schisto calcario suillo di Cornial si è quella che nelle divisioni delle sue lamine offerisce altrettanti strati orizzontali di gusci delle sopraccennate anomie, mi- quindi : Calcareus fossilis, tegularis, solidus, testis anomiae griphio'ideae ùeperditae scatens, testura granulata, colore griseo nigre-scente, tritura fusca, foetidissimus. 1 com-uutamente striati, e conservanti ancora in 1 ponenti medesimi di questi vaij schisti cai-parte la primitiva loro lucentezza. Le ostra-jcarei sui Ili, se le anomie di quest'ultimo citi che vi stanno prese e compresse, di se n'eccettuino, formano alcune stratificazioni figura suborbicolare, quasi tutte della medesima ' di pietra forte calcarea nerastra, grosse da grandezza, non eccedente pell'ordinario quella d'uno zecchino, sono minutissimamente striate, per modo che più di cento canaletti diretti dal giuglimo alla circonferenza ho potuto in un esemplare numerare coli'occhio armato; hanno anche qualche numero di fascie, delle quali ho potuto contare sino a dodici, e che mantengono vestigi riconoscibili, ad onta dello stato di compressione in cui si trovano, di rostro curvo, e molto prominente: Petrificatum conchae, anomiae uryphioideae, orbicularis, compressae, minutissime striatae, fasciatae, rostro prominulo, recto, aut subrecurvo. La pietra suilla no contiene tanta quantità che la superfizie delle sne lamine se ne trova mio fino a due piedi; questa pietra essendo più compatta e di particole per conseguenza più aderenti, e difficilmente separabili, puzza meno degli schisti sopraddescritti quando è stroppicciata; ma tramanda poi anch'essa la graveolenza bituminosa quando sia percossa colla punta d'un martello, o colla mazza in qualche angolo ; essa è suscettibile di pulimento ma un po' grosso ; si rompe sotto alle percosse in ischeggie simili a quelle delle salci, modo di frattura che da' Litografi, come ella sa, è assomigliato a quello dei guschi dei bivalvi: Calcareus, solidus, nigrescens foetidus, particulis impalpabilibus, putrefactis orthocerae minus scatens, fractura testacea, tritura affatto coperta. Un esemplare nou più che due' fusca, polituram admittens. (Continua) s se mi veggono i piedi bagnati mi eambiano gli stivaletti ed io risparmio dieci minuti di esercizi sul pianoforte. Il generale, m'immagino, avrà durato fatica a star serio. Tanto più che si può avere ottimi principii senza saper suonare le variazioni di Thalberg nè la Rapsodie hongroise di Liszt. TRIESTE ALL'ISTRIA Una eletta di cittadini triestini, con a capo 1' illustrissimo sig. Podestà, si sono costituiti in Comitato di beneficenza per soccorrere gl'indigenti e di quella città e della nostra provincia ; ed hanno pubblicato il seguente fervoroso appello, che registriamo nella Cronaca di Capodistria a ricordo della novella attestazione di affetto fraterno. Concittadini ! Alla torrida stagione che adustando i campi arse le messi, tenne dietro altra stagione infausta, apportatrice di turbini e di geli. Nel contado del nostro territorio ed in quello della vicina Istria falliva ogni risorsa all'agricoltore, e nella operosa Trieste rimase sospesa per lungo tratto di tempo, la consueta attività' di lavoro. Da ciò, una gran parte di quella popolazione, che trae il proprio sostentamento dalle giornaliere fatiche, geme ora depressa sotto l'incubo della penuria, e si trova sul pendio di quel dirupo che conduce alla voragine della miseria. E però i generosi triestini che sanno stendere la mano liberale anche agli infortuni di remote contrade, uou poterono listarsi dall' offrirla soccorevole a quelli infelici la cui sventura prossima e straziante destava il palpito della pietà. Quasi insofferenti dell' indugio che necessariamente si frappose alla costituzione del comitato di beneficenza che ho il bene di presentarvi nelle magnanime persone sottoindicate, essi diedero impulso a una gara spontanea d'offerte, che mise a disposizione di me, qual capo del comune, vistosi mezzi di soccorso. Io li chiamo benemeriti della nostra città, il popolo tutto li benedica ! Astretto da speciali prescrizioni ho compiuto la distribuzione di minor parte degli offerti soccorsi, e ne commisi 1' ulteriore assegnamento al comitato stesso. Còmpito di questo è oramai d'intendere tutti i suoi conati, onde aumentare quanto più gli sarà fattibile questi mezzi, per modo che gli ajuti sieno molteplici, efficaci, e consentanei alla stringeuza dei bisogni proprii, e di quelli dell' Istria, nostra geniale vicina. A conseguire questo scopo il comitato di beneficenza sarà per accogliere con grato sentimento ogni benché minima offerta, che potrà essere versata a qualunque dei membri, e si farà inoltre promotore di pubblici trattenimenti, affinchè chi vi prenda parte provi l'ineffabile sentimento di contribuire col proprio gaudio a tergere le lagrime dell' inedia. A voi diletti concittadini io non rivolgo parole d' incitamento, poiché sono sicurissimo che accorderete al comitato, tutto il vostro appoggio e tutta la vostra adesione, chè se a voi mi diressi, lo feci soltanto per darvi avviso della filantropica impresa e per far spuntare agli sventurati l'iride della speranza. Il podestà Riccardo Dr. Bazzoni Barone Giuseppe de Morpurgo vice - presidente Commedatore Carlo Dr. Porenta vice - presidente Seguono i nomi di 69 membri del comitato. Modo di scoprire la fucsina nei vini. L'ognor crescente uso che si va facendo della fucsina, (cloridrato di rosanilina) per colorare i vini, spinge i chimici dal canto loro a studiare i mezzi più facili ed alla portata di. tutti con cui svelare la presenza di detta so- ! stanza lentamente venefica. Il più semplice fra tutti, è quello ultimamente insegnato dal Dr. Leopoldo Weigert nell'articolo della Weinlaube N. 50; poiché, anche per coloro che sono digiuni d'ogni notizia chimica, esso è di facile attuazione. La fucsina, che spesso altro non è che un residuo di fabbrica, contiene proporzioni abbastanza elevate d'acido arsenioso ; quindi l'uso di un vino così tinto è senza dubbio as-sai dannoso alla salute. I medici hanno constatato che dietro l'uso di vino colorato con fucsina, si verificano disturbi nella escrezione renale. Vi hanno adunque fondati motivi per allarmare il pubblico onde si ponga termine a queste pratiche assai dannose alla pubblica salute, e che screditando i vini diminuirebbe la esterna ed interna consumazione. II Dr. Weigert premette che per scoprire nettamente la fucsina, bisogna prima di tutto levare la materia colorante del vino stesso coli'aggiunta di acetato di piombo (combinazione alcoolina di aceto e piombo) e così si avrà un precipitato di colore grigio, verde e bleu, ad eccezione del colore rosa rosso della fucsina. Per riconoscere quello della fucsina si versa nel vino sospetto dell'alcool amilico, si agita per qualche istante e poi si lascia in riposo ; intanto 1' alcool amilico si porta alla superficie e se il vino non contiene fucsina si presenta incolore, altrimenti colorato in rosso. A questo scopo il Dr. Weigert adopera j un tubo d'assaggio, nel quale versa quattro volumi di vino, due di acetato di piombo e da ultimo un volume di alcool amilico, quindi agita fortemente il liquido poi lo lascia in quiete per 15 minuti. Quando la reazione è finita, 1' alcool amilico si porta alla superficie, mantenendosi di color rosso se v' entra fucsina, se no incolore. Mentre dalla parte incolora della soluzione si abbassa un precipitato di colore grigio. La sensibilità di una tale reazione è grandissima, e può servire a rintracciare quantità infinitissima di fucsina. PARENZO, gennaio 1880. Luigi Yascon direttore della Stazione enologica. PIMS8IIBII ( V. il N.ro 1 dell' anno VI e seg.) La donna può contaminare sé stessa con uno sguardo. Da uno sguardo si può conoscere la donna capace delle più licenziose azioni; per esso ella diventa vile all'occhio osservatore quanto la più libertina delle femmine. 1 maomettani provvedono spesso al proprio onore mandando velate le loro donne. — Non si vuol dimostrare troppo agli uomini l'amore; lo suppongono dovuto ai loro meriti, e ti pagheranno con disprezzo. — Se ti senti condannata ad amare, subiscine la pena senza mostrarne il dolore ; le tue lacrime avranno la potenza di attenuarlo. — Alla donua vana P amore dell' uomo serve di poetico passatempo. — Dicono che dopo la morte non vi sieno distinzioni. Basta visitare un cimitero per convincersi del contrario. Vi è sì 1' obblio senza distinzione per tutti coloro che non conobbero la via del salire; e questi credo i più riveriti, perchè non profanati dalle meschinità dei viventi.— I biografi, volendo penetrare nelle grandi anime di coloro cui vogliono esaltare, avviliscono la costoro grandezza con le loro ideucce meschine. Secondo questi sembrerebbe che i genii non mirassero ad altro che a pubblicare i loro lavori, quasiché essi lavori non fossero per sè stessi bastante soddisfazione, ma se aspettassero una più piena dagli applausi del pubblico. — L'uomo che ama la donna, diviene ridicolo in faccia ai più. Se sa nutrire l'amore senza farlo apparire non lo sente veramente.— Chi ha cuor nobile, facendo un presente all'amico, sente soddisfazione se veda di avergli fatto cosa grata, e prova di un sentimento che tiene della riconoscenza; mentre l'uomo di basso sentire per il più lieve dono crede di aver comperato la persona regalata. — Per non incorrere in casi che potrebbero farci arrossire, dobbiamo trattare gli altri con la stessa delicatezza con che desideriamo essere trattati noi stessi. — Quanto più l'uomo di cuore si trova nell' infortunio, tanto meno ci si raccomanda, e tanto più egli ha bisogno d' essere trattato con delicatezza. — Le virtù che si possiedono naturalmente, non le si sentono e quindi non se ne può menar vanto. La salute non si sente. Quello che si vanta non si possiede. — Per l'amicizia la gentilezza è un sentimento che si raffina sempre più ; per chi non è amico, la è una convenzione che si modella a seconda delle circostanze. — La memoria è dote di tutti gli animali, tanto è vero che il più stupido di essi è ara-maestrevole. Ma il raziocinio è dote esclusiva dell' uomo, colla quale egli approfondisce i misteri della natura. Il pappagallo ripete sem-dre le parole che ha mandato a memoria, tornino o no a proposito. Con ciò non voglio negare che non vi sieno degli uomini che non la cedono al pappagallo, perchè non voglio negare i fatti che diedero occasione alla presente osservazione. — Il maledire i propri concittadini è un torto disonesto che si fa loro, il quale ridonda a nostro disdoro. Il non onorarli se meritevoli. è un tradimento che si fa alla patria, perchè dalle virtù dei cittadini la patria viene onorata. Il disconoscere i pregi è effetto di invidia; l'esagerarli per ispirito di partito è un dar nel ridicolo. — Il credere altri incapaci d'uguagliarci di abilità, è presunzione che permette altrui di misurare con passione il nostro valore. Vivere con la persuasione che ognuno è necessario al compimento del tutto, è la fede necessaria per sollevarsi da molte afflizioni di spirito. — Se l'uomo ragiona ispirato dalle circostanze che lo attorniano è sovente per gli altri incoerente; se per massime stabilite, è incoerente a sè stesso. — (Continua) Illustrazione dell' anniversario Scipione Ammirato nacque a Lecce nel 1531. Il padre lo voleva giurisperito ; ma a mezzo fctudio trionfò la sua inclinazione per le belle lettere. Da Venezia, dove s'era recato per tempo appena ottenuto un canonicato, e dove s'era stretto in amicizia coi più insigni, potente inimicizia di marito geloso lo indusse a partire in cerca di quiete alla volta di Roma ; ma anche là, per rivalità suscitate tra' suoi protettori dal suo ricercato servigio, divenuto essendogli pericoloso il soggiorno, tornò a Napoli. In questa città poi, trasportato dal suo bollente temperamento, schiaffeggiò sulla pubblica via un ecclesiastico che gli aveva detto villania: nel tafferuglio lama ignota lo ferì alle spalle. Guarito rimpatriò; e poco dopo, passate altre minori peripezie, si recò a Firenze, ottenne la protezione dei Medici, e alla fine potè vivere tranquillo ed applicarsi. Scrisse le Storie fiorentine-, i Discorsi sopra gli Annali di Tacito (tradotti in diverse lingue); Genealogie delle famiglie napoletane e fiorentine ; tre volumi di Opuscoli (orazioni, biografie) ; Lettere ; e altre cose di minore importanza. A Lecce fondò l'Accademia dei Trasformati. La Società Filarmonica si è in questi giorni ricomposta in buono stato, e nuovi soci sono venuti ad afforzarla. Le sue sorti — oltre che alla buona volontà di coloro che, compresi della di lei importanza e della difficoltà tutta speciale ai casi nostri di organare divertimenti {difficoltà che era stata appunto il fomite delle diserzioni), rimasero fermi al loro dovere di cittadini — restano ora affidate all'intelligenza ed allo zelo dei nuovi direttori, cioè dei signori Avvocato Gambini, Guido Zetto e Giovanni Brutti. E noi, allietati dal felice evento, le facciamo augurio di lunga e prospera resistenza. Assise litorane. — A Trieste verranno riaperte il primo di marzo p. v. alle 9 del mattino; a Rovigno il due; a Gorizia il tre. Giurati istriani all'Assise triestina per Vanno 1880. Di Capodistria: Antonio Bensich, poss. e commerc.; Marco Cadamuro Magante, poss.; Giovanni Depangher, poss. e industr. ; Aut. marchese Gravisi, poss.; Dr. Pietro de Madonizza, poss. ; Ferdinando Percolt, id. ; Gregorio conte Totto, id. — Di Muggia: Stefano Juriscovich, poss.; Bernardo Vallou, id. — Di Pirano : Accorsio Corsi, poss.; Nicolò Davanzo, id.; Giorgio Fragiacomo, id.; Domenico Vatta, id.; Antonio Viezzoli, id. — Di Zaule : Antonio Crisanaz, id. Monumento a Vittorio Emanuele a Roma. — La Lombardia;: La commissione parlamentare pel monumento a Vittorio Emanuele II, deliberò di aprire un concorso internazionale lasciando libera la scelta e le coudizioni della località dove va collocato il monumento. Lo stato spenderà quanto nella sottoscrizione nazionale manchi a raggiungere la cifra di nove milioni. Il Giurì si comporrà di delegati del governo, rappresentanti i grandi Corp artistici dell' Europa e di delegati da nominars dagli stessi concorrenti. A Gorizia si è costituita in questi giorni una nuova società nominata , Associazione goriziana di canto, drammatica e ginnastica." Le auguriamo lunga prosperità. E leggiamo nell' Isonzo-, L'associazione goriziana di musica, drammatica e canto tenne domeuica la sua prima radunanza generale. La seduta fu presieduta dal signor avvocato Francesco Dr. Versegnassi, membro del Comitato iniziatore, il quale, dopo aver constatato che il numero de' soci, che ave- divisa in cinque parti con 291 terzina. Ne erano stampati due soli frammenti: Il primo amore e la Eleria. Dal maggio 78 al dicembre 79 vi furono sette attentati alla vita di sovrani: 11 maggio 78: Hoedel attentò alla vita dell'Imperatore di Germania — 2 giugno a. s. No-biling a quella dello stesso imperatore — 25 ottobre a. s.: Moncasi a quella di Alfonso re di Spagna — 17 novembre a. s.: Passa-nante a quella del re Umberto — 14 aprile a. s. attentarono alla vita dello Czar a Pietroburgo — 1 dicembre a. s.: dello stesso a Mosca — SO dicembre a. s.: Otero Gonzales a quella di Alfonso re di Spagna. Pei vecchi attori drammatici. — (Dal Monitore dei Teatri). A Bologna si sta studiando il progetto per convertire il palazzo di S. Michele in una casa di riposo pei vecchi attori drammatici, con annesso convitto pei figli degli artisti. Più di veuti compagnie drammatiche hanno già aderito di contribuire mensilmente, e tutte insieme darebbero una somma di circa 800 lire al mese: le contribuzioni di alcuni signori della città, i regali che farebbero all'istituzione il Municipio e forse il Ministero della pubblica istruzione, il favore infine col quale è stata accolta dalla cittadinanza e dall'arte la filantropica proposta dell' artista Adriano Pagani, fanno sperare che il progetto possa essere presto eseguito. Seacchi. — Avvertiamo quelli tra i nostri lettori che volessero iniziarsi nel dilettevole ed utile giuoco, e che non si fossero ancora preuotatialla eccellente Guida Elementare — editrice la "Nuova Rivista degli Scacchi« di Livorno; via Vittorio Emanuele, N. 35; L. 3 per coloro che si sottoscrivono prima della pubblicazione, e L. 5 per gli altri — essere ancora tempo di farlo, poiché la Guida non può uscire così presto come era desiderio dei signori dilettanti livornesi, compilatori della "Rivista,. Questo ritardo gioverà peraltro a rendere esattissima 1' edizione. — Nel quarto concorso internazionale dei problemi del Detroit Free Press, il sig. Nicolò Sardotsch di Trieste riportò " il premio speciale pel migliore problema iu 3 mosse „. vano dichiarato di accedere alla nuova sb«ietà, La Rivista di Livorno, lieta di tale vittoria, era di molto maggiore a quello indicato dagli ; pubblica il problema vincitore, dichiarandolo statuti, come pure che quello de' soci presenti "un piccolo capolavoro,. Noi, non avendo dia-sorpassava il numero stabilito per le radu- grammi, lo presentiamo in cifra per chi volesse nanzegenerali,rammenlavacome,ayendo cessa- provarsi a scioglierlo. Badi chi avesse a mano 4o improvvisamente d'esistere la Società goriziana di ginnastica, un comitato di cittadini goriziani avesse preso l'iniziativa, onde dar vita ad una nuova società. Compilati i statuti vennero presentati all'autorità politica per la approvazione e questa certificava iu data 28 decembre a. d. l'esistenza legale dell'Associazione goriziana di musica, drammatica e ginnastica. Si passò poscia alla lettura e discussione degli statuti, i quali vennero approvati ad unanimità, senza alcun cambiamento, e venne pure deliberato a voti unanimi che la direzione, che verrà eletta, abbia l'incarico di trattare col procuratore della cessata Società di ginnastica e coi soci comproprietarii dei -rispettivi locali ed abbia piena facoltà anche di conchiudere coi medesimi quei convegni che riterrebbe opportuni, onde le singole squadre che si formeranno possano incominciare i loro esercizii senza dilazione alcuna. La nuova direzione riesci composta dei seguenti signori: Verzegnassi Dr. Francesco, presidente — Covacig Giovanni, presidente-sostituto — Sep-penbofer Carlo, segretario — Venuti Giuseppe, cassiere — Villat Antonio — Perditsch Carlo. Vescovo di Veglia fu nominato il canonico Dr. Francesco Ferrettich. Notizia letteraria. — Al cav. Prospero Viani, preside del t: liceo Galvani di Bologna, fu dato alla fine di rinvenire l'Appressamento della morte; di Giacomo Leopardi (e proprio 1' originale), cantica giovanile inedita; il fascicolo di dicembre 79 della Nuova Rivista sopra menzionata, che la stampa dtd problema è sbagliata. S'attenga a quello che esponiamo qui, e che ei siamo procurati dal gentile autore. Eccolo: B. R c 7: P d 3: T e 4; C f 8; D g 6— M. P b 7, 4. 3; Cc 8; P c 5; D c 2 R d 5; T d 4; P e 5; A f 7; P f 3; C h 6, — Muove il Bianco e matta iu tre mosse. — Nel prossimo N.° pubblicheremmo i nomi dei solutori ; in ogni modo ci sarà la soluzione. Teatro Sociale. — A disimpegno del consueto assunto di cronisti, dobbiamo riferire intorno alla compagnia drammatica diretta da Marco Piazza, che dalla sera dei 13 corr. agisce nel nostro teatrino: saremo brevi e schietti come sempre. La compagnia nou è affiatata — rare del resto sono le compagnie affiatate; ne sono ostacolo insuperabile i frequentissimi seioglimenti, poiché al teatro nazionale mancano ancora le condizioni onde l'arte possa pr osperare : i legislatori non sanno ancora valutare l'importanza della scena — non è affiatata, abbiamo detto, ma in compenso recita con grande cura $ e col suo contegno lodevole, e sulla scena e fuori, si è ben presto procacciata la generale simpatia. Anche la decorazione, che ha la sua importanza, giovando essa a mantenere illuso lo spettatore, corrisponde : viene apprestata e mutata con intelligente deligenza. Buono pure il vestiario, tanto il sociale quanto 1' eroico; e abbastanza sommesso fa il còmpito suo quell' essere sconosciuto, dimenticato, ma tanto affaticatole che deve starsene nascosto sotto il cupolino Alcuni peraltro hanno -certo difettino assai dannoso per l'illusione; faauo cioè, la rassegna dei palchetti: è un difettino cagionato dalla non giusta proporzione di luce tra attori e pubblico, non potendosi questa moderare a telone alzato, come a' usa ove fiammeggia il gas. Procurino di togliersi questo neo. Ed ora veniamo a brevi cenni personali di quegli artisti che più spiccano. La sig.a Clotilde Rossi — Villa è uua prima attrice molto accurata, e che mostra graude intelligenza : nelle controscene di cornice la vorremmo più attenta. Vezzosissima troviamo la sig.ua Elisa Zan-gheri, prima attrice giovane la quale quantunque molto giovane, ha già la sicurezza di attrice provetta. Al piacere di applaudirla nuovamente dopo tre anni, per noi si aggiunge ora quello di verificare quanto sia progredita nella difficile arte, e a quale altezza accenni di giungere in breve. Con singolare scioltezza e precisione fa il dover suo la sig.a Laura Ve-stri, generica primaria. Sta a capo degli attori il Piazza : basti di lui ricordare che fu uno dei tre che nell' ultimo concorso drammatico ottennero "la menzione onorevole,. Altra colonna della compagnia si è il Checchi, caratterista da noi goduto già altra volta, padre della povera Amalia morta a Parigi due anni or souo. Eccellente generico, e certo futuro primo attore, il sig Lodovico Pagliarini. Di scuola corretta e simpatico, il sig. brillante Villa. Giovane intelligentissimo il sig. Italo De Giuli, primo attore giovane, che si è dato all' arte con tutto l'affetto. Non indegno di nota, per la sua diligenza il sig. Giovanni Benedetti, generico da parrucca. Nel prossimo N.° ripigliererno. LIBRI RECENTI Sull assistenza dei malati in famiglia. — Consigli alle donne italiane, di Ruggero Torelli, prof, di patologia chirurgica nella Università di Perugia. Sermoni di, Tulio Massarani (Firenze, F. Le Mouniei). Pubblico rlugrazlamento. La sottoscritta porge i più vivi ringraziamenti a tutti quei cortesi che vollero rendere gli estremi onori al suo compianto Mai-ito. Capodistria, gennaio 1880. Margherita ved. Covacich. Trapassati nel mese di Decembre 1879 1 Valentino Schrott d'anni 22, caporale, da Ratschen (Stirisi). — 4 G. S. (carcerato) d'anni 22 da Basuvizza (Trieste) — 5 Antonia Mirica moglie di Andrea d'anni 52. — 6 Antonio Rasman di Pietro d' anni iW. — 8 Luca Gustincich d'anni 57 da Nachle (Sesana). — 9 Antonio Depangher d'anni 62. — 10 Giulia Ved. Sardotsch, nata Albertini, d'anni 52. — 11 Maria Bartolemei, moglie di Nicolò, nata de Madonizza d'anni 70; Santa Filippi di Antonio d'anni 8. — 13 Giov. Batt. Pividor fu Leonardo d'anni 70. — 14 Antonia Bensich Ved. Giov. Mari», d'anni 84 da Puzzole (Istria). — 16 Nicotina Micron!, moglie di Nicolò, nata Zetto d'anni 44. — 18 A. Z. (carcerato) d'anni 21 da Polesnik (Dalmazia). — 21 Giov. Mario Spaventi fu Grsgorio d'anni 52 — 22 Maria Genzo Vedova Domenico d'anni 81. — 23 Giuseppe Bertoch fu Giovanni d'anni 5) da Bertochi (Istria). 24 T. U. (carcerato) d'anni 27 da Predovje (Dalmazia). 25 N. T. (carcerato) d'anni 25 da Ivosevič (Dalmazia); Nicolò Corte di Matteo d'anni 27; Marco Stoch d'anni 86. — 27 N. 0. (carcerato) d'anni 45 da Ikon (Dalmazia). — 29 Simon Salvagno di anni 77. — 30 S. B. (cancerato) d'anni 51 da San Pietro della Brazza (Dalmazia). Più 13 fanciulli sotto i 7 anni. Corriere dell' Amministrazione (dal 6 a tutto il 22 gennaio corr.) Albona. Società del Casino (V anno) — Muggia. Antonio Negri (VI anno) — Rovigno. D.r Luigi Barsan (idem) — Seghetto. Deputato G. B. de Franceschi (idem) — Trieste. Francesco Michela Werk, i. r. consigliere prov. (idem,). Emendamenti (V. il N. prec.) Nell'imeneo dei contributori : Conti fratelli Totto, 5; Contessa Maria Totto (Trieste) 2 — Nel Corriere: Trieste. Pasquale Bob. Rossetti (V e VI anno) CAPODISTRIA, Tipografia di Carlo Priora. Domenico Manzoni Edit. e Redat. reipousabil«