III. ANNO. Sabato 12 Agosto 1848. M 45- 46. Societa dei Triestini. Sull' atto presentato alla Commissione Munjcipale, per riguardo alla protesta fatta dai deputati di Trieste nella Dieta di Francoforte, inserito nel N. 37 deli' Istria, o-iunse la seguente risposta, di cui dassi copia. N. 5229. Si restituisce alla Spettabile Societa espo-nenle con osservare che siccome non fu chiamata la Commissione Municipale provvisoria dalle autorita superiori a prendere parte in tutto cid che risguarda la Dieta di Francoforte, dessa per deliberazione dd. 28 luglio p. p-..-trovs» di doversi astenere dal prendere ingerenza nell' argomento. Dall'1. R. Magistrato pol. econ. Triesle li 3 agosto 1848. (firmato) Tommaslui. Sui Dazio Vini. Un anonimo ci indirizza per la posta il seguente viglietto. Signor Mtedattore ! II suo foglio C Istria N. 43-44 dice parlando del Dazio sui Vino in Trieste : " Dal che ne venne una diminuzione di rendita di „ annui fni. 215,000 diminuzione che non puo andare a „ carico del Tesoro imperiale, perche esso percepisce in „ via d' accordo „ (?) II Dazio Accise venne diminuito a Vienna in una certa proporzione maggiore a carico del Civico ed altra minore a carico deli' Imperiale Tesoro, come si vede nella Gazzetta di Vienna deli' epoca su accennata; la stes-ša proporzione dovrebbe avere quindi luogo qui e non sarebbe difficile ad Arilmetico chiunque di stabilire nella stessa proporzione quanto delli fiorini 215,000 spettanti forse al Comune e quanto ali'Erario. Trieste 8 agosto 1848. Un Triestino. Ed un altro Triestino che vide questo viglietto ci dice, che il Dazio Consumo in. Vienna venne diminuito dali' Imperatore il quale poteva disporre dei pubblici dazi tanto nella parte che influiva nel tesoro imperiale, quanto anche nella parte che venne data in percezione dei Comuni; perche i dazi secondo il diritto di allora erano tutti di ragione imperiale; la sola percezione poteva essere data ai comuni od ai privati essendo pub-bliche imposte; il Dazio Consumo di Trieste aH'incontro venne ribassato dal Comune di Trieste il quale non ha disponibilita delle percezioni deli' Erario, quindi fu ribassato soltanto nella parte che riguardava il Comune. L'aversuale promessa aH'Erario Imperiale dal Comune di Trieste lu di 350,000 fiorini annui, sui prezzo di annua arrenda del dazio vino e dazio carni che nel 1829 erano di annui fiorini 725,250; nell'aprile 1848, in cui 1' annua somma di percezione era di fni. 832,400 si puo dire che il ribasso di annui fni. 215,000 sia stato fatto anche sulla porzione deli' Erario Imperiale, mentre questa porzione rimase immutata dal 1829 in poi e si accrebbe la porzione deli' Erario Civico da 375,250 fiorini annui fino ai 482,400 fiorini ? E per otlenere un ribasso dali' Erario in via bonaria non sembra che le circostanze odierne sieno le piu propizie per farlo risol-vere a rinunciare danaro. Sulla nazionalita del popoio di Trieste. (Continuazione — Vedi il niim. anteced.) La Chiesa cattolica conservo nel rito la lingua Ia-tina; ci accade di assistere qualche volta a battesimi nei quali la formola saeramentale venne pronunciata in tede-sco, ma ritenemmo essere cio avvenuto, senza espresso assenso della chiesa. Gli inni nelle chiese sono italiani, sono slavi, sono tedesehi; la scolaresca cantava esclusi-vamente in tedesco, ora anche in italiano. I Vescovi parlarono al popoio sempre in italiano, in italiano soltanto furono le omelie che non si stampa-rono in latino. La Curia usava 1' italiano nel dare lo stato perso-nale del Clero, poi adotto il latino, nella corrispondenza uso il latino, 1'italiano, il tedesco, lo slavo. Delle altre religioni, i greci usano la liturgia in greco che non e ne 1'antico, ne il moderno; gli illirici lo slavo antico; nella confessione auricolare vi e qualche difficolta per quelli che italianizzarono. Quelli della Con- fessione auguslana usano in tutlo il tedesco, quelli della Confessione elvetica P italiano, il romanzo, il francese, il tedesco. Gli israeliti nel rito usano 1' ebraico, dal per-gamo 1' italiano. Le Scuole ebbero altra lingua fino a tempi di Giuseppe II, si suppose che per apprendere il tedesco la lingua d'istruzione sia la tedesca; pure lo stesso Giuseppe II ordinava due scuole italiane, mentre una era la tedesca, disposizione che cedette aila foga dei tempi. E da queste scuole sorti quella massa di popolo della campagna e della citta che e ignara del leggere e dello scri-vere, del tedesco, e di altro ancora, per cui ne venne la mala farna in cui siamo, spregiati da quei medesimi che ci educarono a questo modo, e noi paghiamo le spese del sistema che, sia detto a nostro onore, non e nostro. Pure vi fu tempo, breve assai, in cui altrimenti si procedette, ed il fatto mostro allora che questo popolo era atto al pari di ogni altro e meglio, a porsi sulla via della coltura. Delle Scuole assai cose potremmo dire, ma sarebbe argomento di apposito articolo, che se a Dio piace, daremo. Le Scuole tenute dalla Comunita Greca Orientale usano esclusivamente la lingua greca come lingua di istruzione; le Scuole illiriche usano la serblica, pero anche l'italiana; le Scuole evangeliche la tedesca; il Gin-nasio la tedesca, PAccademia 1'italiana; la Scuola agia-ria P italiana e la slava, le Scuole private alcune la tedesca, altre 1'italiana; gli asili, le čase deit poveri, la Scuola d' arti 1' italiana. La lingua dei giornali fu italiana; si tento nel secolo passato e nel presente di pubblicare giornali tede-schi, ma la cosa manco; un solo giornale tedesco prospera, quello del Lloyd e non durerebbe se la potente societa non gliene avesse fornito lo spaccio fuori di Trieste. La lingua dei pubblici divertimenti e 1' italiana, si tento nel secolo passato e nel presente di aprire teatro tedesco, ma i tentativi mancarono. La lingua degli affissi e 1' italiana. La lingua dotta e P italiana; diremmo volentieri qual-cosa di una Societa che ha nome da Minerva; ma tale e il silenzio che la copre, che ne apprendiamo la durata da articolo nel quale si volle detrarre ai Triestini. I Triestini quand'anche mai sia stato loro insegnato 1'ita-liaiso nelle Scuole, quand' anche educati in Germania non iscrissero cose dotte che in italiano; qualcuno tento di farlo, e leggemmo perfino poesie tedesche scritte da nostri, ma giunti a maturita di mente che permetteva loro di giudicare freddamente dei propri lavori, deposero la penna tedesca. Un tempo scrivevano Iatino, ma venuto questo in disuso, scrissero nella propria lingua. Ouelli di lingua tedesca, di Trieste, prestarono qualcosa nel secolo passato, fecero tentativo al finire del priino de-cennio del secolo presente, poi cedettero il campo; le cose tedesche che coinparvero in Trieste e sono in pic-colo numero, sono di forestieri che poi non fermaronsi fra noi. La Minerva non potč nel 1810 o 1811 venire a capo di pubblicare un Almanacco, per la questione della lingua in cui scriverlo. E.... cosa memorabile a dirsi.... fra i Triestini che da 70 e piu anni non ebbero piu ad apprendere 1' italiano nelle Scuole, nemmeno 1'alfabeto, v'ebbero ingegni di bella farna specialmente fra gli israeliti; imperciocche nel secolo presente brillarono di bella luce il Kohen, il Rossetti, ed altri ancora il cui nome non ripeteremo. E diciamo cio a lode di Trieste, perche Livorno citta che e tutta mercantile, in mezzo a Toscana, nulla da. La Guardia Nazionale, la Guardia Civica usano P i-taliana. La lingua della marina e esclusivamente 1' italiana, del commercio, delli stabilimenti mercantili precipuamente italiana, del mercato italiana, italiana perfino dei casini di diverse nazioni. La lingua di comune contatto e P italiana; quella delle conversazioni private varia, pel naturale convenire di gente della stessa lingua. La lingua che parla il popolo, se non fosse im-brattata da voci straniere, da voci ibride che apprendonsi nelle Scuole, non e dei peggiori dialetti, e ci avvenne di udire qualche parlare in pubbliche radunanze che non ci faceva disonore; cosi fosse sempre lo scrivere; prova questa che la lingua e fra noi pianta uresciuta sponta-nea, senza coltura alcuna, o con coltura troppo tarda, quando gia i rami erano torti e divenuti inflessibili, che e lino-i^tratta da auella del volgo soltanto. La lingua slava fra noi (e molto insistono gli slavi a dire slava questa citta) non s' alzo mai a lingua dotta; i Serblici che hanno non 1' unica ma la piu antica Scuola slava nel lido Orientale deli'Adriatico sono in poco numero; le Scuole slave che furono proposte anche per Trieste non vennero accordate, e se ne incolpava tema che lo slavismo togliesse la mano al germanisino, il popolo di lingua slava la dovette tenere come lingua da trivio, incapace ad essere scritta; se fossero stati sudditi esteri, ne avrebbero avuto 1' uso pieno e libero come al-tri 1' ebbero e 1' hanno. ^jMh^ Lafingua tedesca non flori tra noi come si penso ; i cento mila fiorini annui che si spendono a pro-pagarla non giovarono; la si udi bella ed eloquente dalla bocca di slranieri, nel tempio degli Augustani e degli Elvelici, di rado assai nei templi Cattolici C'1 Fiister che figura in Vienna, era prete di questa Diocesi, fu predi-catore in s. Antonio, ina non e Triestino); e corretta nelle cose comuni; fu barocca in troppe pubblicazioni delle Autorita; pareva quella dei tempi di Giuseppe II; e cio fu colpa del sistema; alcune pubblicazioni italiane furono inferiori aila lingua del volgo. E quanto al durare e cangiarsi delle lingue nelle succedentisi generazioni diremo brevemente il frutto delle nostre osservazioni. II tedesco che adotta questa patria e il piu costante a conservare la linguat; si vid-dero individui che passarono tutta la virilita e la vec-chiaja senza apprendere 1' italiano; lo slavo e piu pie-ghevole, pure nei Serbli si vide molta ritrosia in altri tempi. Le donne sono quelle che mantengono la lingua nelle famiglie, e la tramandano ai figli; e nella citta i matrimoni fra persone di varia lingua non sono schivati; bensi nella campagna tra slavi ed italiani, meno per av-versione di que!lo che per essere gli agricoltori tutti di una slirpe. I figli di stirpi straniere, apprendono bensi tra le pareti la lingua del padre e della madre, ma soltanto * delle cose domestiche, e della religione; per lingua del berichinesmo tanto gradita e facile ai ragazzi adottano la generale. Ed in questi medesimi e rimarcabile, come parlando tedesco usano pensieri e costruzioni ita-liane, quasi fosse italiano vestito in parole d' altra lingua. Coltura migliore, conserva in silfatti la lingua; non pero come lingua da scrivere; per avere cio conviene che vadano in educazione in provincie tedesche. Che se la madre e italiana, la pratica del tedesco e limitata a po-che cose. Le Scuole in cio hanno di elFetto 1' opposto di quanto sembrerebbe Talvolta questa seconda ge-nerazione giunta aH' eta nella quale il sentimento si sviluppa, getta alfa.tto la lingua materna e paterna, talvolta giunge perfino a negarne la conoscenza, od almeno a non volerne far uso. Nella terza generazione se la madre e italiana, la lingua non italiana sparisce del tutto dalla vita, e rimane soltanto per gli affari di profes-sione. Ne di contro si ebbe esempio che persone di lingua italiana stando in Trieste, 1' abbiano abbaridonata, quand' anche 1' educazione avuta nel di fuori o dal di fuori non abbia permesso che coltivassero 1' italiana. E potrebbe dirsi con certezza di evento, che 1' amore ed il bisogno di apprendere le lingue forestiere comune a tutto questo popolo, non giungeranno mai a togliere la lingua comune, fino a che si Iasci Trieste nelle sue naturali condizioni; anche se la lingua comune la si voglia tenuta nella condizione di lingua plebea. Come avviene della lingua cosi succede anche delle razze; la prima generazione che si fissa in Trieste mantiene il tipo della patria nativa; la seconda generazione piega gia alla razza diremo cosi triestina ; spesso la razza tedesca solfre, ed inclina alla tisi; la razza me-ridionale meglio si acclimatizza; la terza mostra gia il tipo triestino; specialmente nelle classi del popolo. Ed e singolare a vedersi come gia la nuova razza abbia tutti i caratteri deli' antica, statura mediana, corporatura for-te, o come il volgo Io dice tressata, carnosa, profili re-golari non eccedenti, angolo della faccia che s' accosta al retto, gravita di movimento unita a forza muscolare. E cosi le abitudini deli' animo (attribuendo noi pochis-simo aH' educazione pubblica) facilita di parola, prontez-za ali' ira che non dura. facilita al lagno ed alla cen-sura, pertinacia nel pensamento che talvolta scende aH'ostinazione, renitenza ali'intrigo, niuna avidita di ric-chezze; le quali doti tirano loro addosso la taccia di poverta che i forestieri lor danno (senza accorgersi di farne con cio elogio e di dare accusa a chi li rimpro-vera) poca fidanza in loro medesimi, troppa facilita in credere le meraviglie ed i pregi delle cose e delle persone d' altri luoghi. Ed i peccati di quelli che detrag-gono ai Triestini, negando loro doti d' animo e di spirito, vengono puniti nei figli loro, divenuti intera-mente Triestini. Delle razze umane succede come delle piante; venute da paesi lontani, snelle, rigogliose non appena gettano radici fra noi che prendono il colore, la forma di quelle che sono indigene, le cure il dispendio per volerle come altrove sono opera perduta; miglior frutto se ne avrebbe adottando quella cura che al nostro terreno, al nostro clima e adatta. In questi mesi teste decorsi, si videro comparire articoli nei quali si tocco della nazionalita di Trieste, articoli dettati in certo tuono, come questi novelli scrit-tori narrassero al popolo di Trieste cose alle quali mai abbia dato pensiero, come noi avessimo atteso che il sole s' alzasse da tutt' altra parte che dai nostri monti, e diedero a dovizia di ignorante a tutto cio che e triestino. Questi tali somigliarono a fanciulli che udita e frantesa una cosa, la vollero tosto predicare siccome vangelo; e percio udimmo chiedere se gli attuali viventi discendessero per figliuolanza da quel li che vivevano centocinquant' anni sono, quasi potressimo anche noi igno-rare che nelle sostanze e nei titoli di famiglie private si succede per successione di sangue, e per adozione e che quest'ordine di aggregazione sia anche delle famiglie di popoli; udimmo dire che la lingua non costituiva nazionalita di stirpe, udimmo poi tali pensieri di geografia politica, di geografia etnica, di geografia fisica, da mo-strare chiaramente a versi. avuto in mente ben altro che debito di verita, ben altro che desiderio di giovare a questo popolo, e di promuovere i pubblici interessi. Ed anzi a tale udimmo giungere le aberrazioni della mente, che quelli medesimi i quali ricusavano di aggregarsi a questa famiglia, che ne calpestavano il nome, 1'assunsero poi unicamente per esercitare prevalenza sugli spregiati. Ma le foghe repentine cedono al tranquiflo ragionare, e 1' improvviso irrompere di dottrine occasionali mostra la tendenza in inezzo alle risate di quelli che guardati siccome ignoranti, hanno da lungo, e pria che nascessero passioni di prevalenza, avversione di soggezione in chi non dia diritto ne debito, presa conoscenza delle cose. La nazionalita e sacra quanto la religione; I'uomo puo ri-nunziare a questa; non puo fare altrettanto di quella, senza esporsi al famigerato = ance jo soi florenten. L'attaccarla e sacrilegio, il volerla avvilita e oscu-rantismo; chi non ha lingua non ha idee. Noi pensiamo doversi rispettare la nazionalita di cadauno, lodiarno molto i greci, gli illirici che in mezzo a noi la conservano e la promuovono e ne fanno mezzo di nobilitare la mente, di migliorare il cuore; ma piu li lodiamo perche amore di giustizia e liberta li persuadono a vedere nelle altre nazioni altrettanto buon dritto, ne vogliono toglierlo. Se la lingua italiana non fosse nella citta lingua della maggior parte del popolo, chi e leale Austriaco dovrebbe desiderare che lo fosse. 11 pensiero di formare stati secondo il principio fisiocratico, secondo principio genetico e pensiero dei tempi modernissimi che dovra cedere di rimpetto aH'esempio dei secoli; gli stati si composero sempre dietro convenienze, ed in cio fare non dovrebbe togliersi alli singoli paesi e regioni, se non il diritto, almeno la voce. Questo Stato dAustria che da lungo dura, mostrd come singoli Stati diversi possano unirsi in vincolo comune pel proprio benessere, senza rinun-ciare ad ogni reggimento di se medesimi in cio ehe non e di benessere comune, ma di benessere speciale. II sistema di fusione fe' nascere il partito dei fusionari, e quello che dei eonfusionari che vi cooperano; le fusioni hanno perd limiti. Ouesta spiaggia deli'Adriatico della quale e dive-nuto centro Trieste ha in mano il dominio deli'Adriati-tico, il dominio mercantile; questo Litorale e Litorale Austriaco; il fonderlo tutto in lingua tedesca, e impossibile; lo spezzarlo per farne tedesca una piccolissima parte superiore, e quanto pregiudicare gli interessi deli' Impero, come quest' angolo cangiera faccia, il rimanente si alie-nera sempre piu, e cerchera altrove le sue sorti; non si eomanda al movimento delle nazioni che e in loro liberta. L' esperienza ha mostrato come Trieste abbia sempre conservato il suo colore, e come nel Maržo, tutta la spiaggia Orientale deli'Adriatico stette ai destini di Trieste; non stara piu, se la lingua venisse tolta a Trieste, se altra indole dovesse prendere; se col Litorale intero non dovesse avere comuni i mezzi di salire a miglior progresso e civilta. Ouesta citta fu sempre e dovra essere, perche pro-speri, provincia di transizione fra quelle aH'Adriatico, al Mediterraneo, colle altre interne; la transizione non puo cercarsi fuori di Trieste senza pregiudizio di questa e deli'Impero; se in essa cessasse questa] naturale posizione decaderebbe, le sue condizioni ritornerebbero quali erano nel 1797, e nonostante sarebbe impossibile a farle perdere il colore, sarebbe certo di vederla posta in quel!a infirna condizione di civilta, che ci viene rin-facciata da quei medesimi che la vorrebbero cosi ridotta. Certamente vi ha in Trieste numero di popolazione che e di lingua tedesca; la conservi, che cio e neces-sario in paesi di transizione, che cio e necessario in un porto di mare; siccome e necessaria la conoscenza del francese, deli'inglese, dello slavo; ma da questa necessita pubblica non ne viene una necessita privata che tutti gli individui si costringano ad adottare siccome lingua propria, quella che non e di loro famiglia; quella liberta che hanno i tedeschi di Trieste, i greci, gli illi-rici, gli armeni, gli inglesi, 1' abbiano anche gli altri. E tutte queste cose dissimo pel sospetto che il rimprovero fatto al Sig. G. Hagenauer sia partito da qualcuno di Trieste che vorrebbe il mondo formato a modo suo. II Sig. G. Hagenauer allorquando disse d' essere de-putato di citta italiana, manifesto chiaramente di essere vero Austriaco, e Triestino, preferendo il benessere deli' Impero, di questo Litorale da Duino a Cattaro, e di questa citta, a viste parziali; si mostro liberale sapendo valutare gli interessi della famiglia umana nei contatti naturali per queste regioni. Pensieri sull' Emporio di Trieste che si avevano nel 1727. Oggidi che le menti si occupano della ricomposizione di Stati, secondo elementi diversi da quelli dei secoli passati, e che si pensa ai futuri destini di Trieste, ed alle speranze che si hanno da Germania, non riescira discaro di leggere cio che Casimiro Donadoni sperava di Trieste nel 1727. „ S' alla ferma poi, e sicura introdutione d' un Commercio Maritimo per principio infalibile si deue scielger luoco proprio, e comodo, dal di cui centro sortischino le linee del trafico per tutto il statto, con quella mag- gior, e piu facile proportione, & eg aglianza che sia pos-sibile, ben degna d' un tanto Monarcha, e statta la Resolutione di portarsi a vedere col proprio occhio la situa-tione de suoi Porti Marittimi deli'A: I: posti su le riue deli'Adriatico, per stabilir col sublime suo intendimento il Principal Emporio al trafico, da communicarsi per tutti i stati Austriaci, della Germania iusta le sue Sourane in-tentioni, e ben concepute idee, e cosi reccider quella multiplice disparita d' opinioni, di pareri, e di sentiinenti, che da tempo hanno sin hora combatuto tra essi con diuersita di fini, d' interessi, e di riguardi, e forse anco fomentati, & incaloriti da chi non vorebbe veder in modo alcuno volentieri quest' introdutione, 6 almeno allonta-narla tanto, che da essa non si potessero conseguire quell' effetti, che sa, e deue produre un vero Commercio reale, con certezza poi di mancar insensibilmente da se stessa, contro al buon seruitio di Cesare, utile, e comodo de suoi statti, e sudditi. „ Suposta dunque questa certezza, che 1'Augustis-simo Monarcha habbia voluto di propria presenza vedere i Porti, e lochi deli' A. I. su le riue deli' Adriatico per la piu propria introdutione del Commercio, non meno che di stabilire la marina militare, con quel feruoroso zelo, che ogni fedel suddito deue indrizzare al buon seruitio del suo Sourano Signore, non sara difficile dimonstrare, che verun loco, e Porto de littorali deli'A. I. al mare Adriatico, e piu comodo, conferente, e proprio, anzi il solo, & unico per introdure il Commercio, & anche pian-tarui la Marina militare, che la Citta di Trieste, verita che non puo andar mendicando approuatione maggiore, che 1' infalibile occular inspeltione, & il sublime intendimento di Cesare stesso, e di tanti suoi illuminati Ministri, che P hauerano oaseruata, cosi che quella penna, che con debolezza ha preso 1' assunto, non potra non cono-scere veridica, e lontana da ogni amore, da ogni odio, e d' ogni interesse, nella difesa della Citta, e Porto di Trieste, ad esclusione d' ogni altro delli Suddetti Littorali Austriaci. „ E necessario primieramente suentar i fantasmi concepiti da taluni, che s' hauerebbe potuto stabilire, e formare un commodo porto nel villaggio di Ceruignano in Friuli, & altri anco con poco buon consiglio, e minor cognitione si sono lasciati persuadere a propore il villaggio di San Giouanni di Duino. Ouanto a Ceruignano; e vero, che per il medemo passa il Fiume Ausa, che si scarica nell' Anfora, canale salso proueniente dal mare, in cui pure va a perdersi 1' aqua Tissa, che passa per il villaggio di Terzo, & anco e vero, che il detto canale delPAn-fora, con 1'accenate aque deli'Ausa, e della Tissa dal mare sino a Ceruignano per il corso di 18 miglia Ita-liane, e capace per il suo fondo di riceuere bastimenti, pero di mezza portata solamente, ma non maggiori essendo pure locho tutto piano, facile a riceuer ampliatio-ne dali' industria, a cui sta vicina la distruta Aquilea, per cui score anco altra picciola aqua, che medemamente s'unisce aH'Anfora suddetta. M' ali'incontro e da consi-derarsi, che nel corso delli 18 miglia da Ceruignano al mare la riuiera posta a ponente e di Dominio Veneto, distinta con i nomi di Pradiziol, Bosco diNadeo, Fiume Malisana, Bosco del Sauorgnano sino al Fiume di S. Gior-gio; Cosi aH' imbocatura del mare dalla parte di Leuante tutto vicina, e la Citta di Grado Veneta, e dalla parte di Ponente un poco piu lontana giace la fortezza di Ma-rano pur Veneta. E da rifflettersi anco che Ceruignano sia un piciolo, e misero villaggio, tutto fangoso, che talvolta e soggetto ad inondationi, d' aria mai sana, e con pochi abitatori, siche per render comodi tutti questi in-comodi vi si richiederebbe una spesa sopra grande; Maggiore sarebbe la dificolta per la strada, che sortisce dal detto villaggio per introdursine ne statti Austriaci, quale oltre P essere lontana di piu leghe, e cosi fangosamente profonda, che ne' tempi non solo inuernali, ma estiui piouosi, e impossibile praticarla con carri senza un diš-pendiosissimo ristauro, & accomodamento, per non esserui ne pietre, ne boschi al bisogno, accrescendosi le difficolta nel transito, per la piu frequentata, e meglior strada, perche vi si trapone un buon trato di paese Veneto con diuersi Villaggi, che sono Sazilletto, Preteulez, Ca-uenzan, e Campo longo, per mezzo de' quali s' ha il pas-saggio, che non verebbe permesso, senza recognitione de datij, che sono destrutori del commercio; E quando pur si volesse lasciar questa piu breue stada, & appren-dersi alla piu lunga tutta di statto Imperiale Austriaco, per Terzo, Villa Visentina, Ruda, Villes sino a Gradišča non e esplicabile quanto sia pessima, fangosa, & impra-ticabile tutta, senza interuallo di qualche bonta; Ma se tutte, tutte queste somme difficolta che pur si potrebbero superar dali' opera umana, coi volere, e con 1' opulenza delPErrario d'un Monarcha come s'incontrassero, resta-rebbe del tutto insuperabile il principal ostacolo, che viene fraposto dal mare stesso, quale con la forza de venti australi funestissimi a quelle riue, che vengono batute di fronte dalla furia di spauenteuoli caualloni deli' onde, j e resa cosi bassa 1' aqua dalle seche, e da scani d' arena per piu miglia d' estensione, che non pono imbocar i PAnfora accenata, se non piccoli legni, e questi anco con il flusso piu spicato del mare medemo, onde ben si comprende che chi ha concepita una tal propositione, ha mancato delle necessarie cognitioni, e lumi, o pure con qualche line non plausibile ha cercato diuertir P opera- j tioni ne lochi piii proprij, e cosi attender dal corso del tempo il benefitio di veder arenata ne suoi pnncipij quest' intrapressa. „ L' istesse difficolta, e massime P inuincibile de scani, e seche del mare, incontra il Porto di San Gio-uanni di Duino, che consiste in una fiumara di breue lunghezza, form ta dali' aque del Fiume Recca, che dopo il corso sotteraneo di 25 e piu miglia, sboca dali' alpe-stre, e sassoso monte su cui e situato il Villaggio di delto San Giouanni, e prende il nome di Timauo, fatto celebre piu dali'applausi di Virgilio, che dalle proprie qua-lila, e prerogatiue, qual villaggio si vede quasi spopo-lato per P influenza d' un' aria pestilentiale, che sortisce dalli sottoposti estesi paludi, e marassi. „ Escluse queste due situationi di Ceruignano, e S. Giouanni di Duino, incapaci di riceuere da qualsisia in-dustria umana le qualita, & i comodi, che si ricercano ad un loco proprio per P introduzione d' un Reale Commercio, nel restante delle riuiere Austriache nell' A. I. non puono venire in consideratione, che la Citta, e Porto di Trieste, Fiume, Buccari, e Porto Re, della quali uno per principale Emporio del Trafico, e respetiuamente anco della marina militare si possa stabilire; E benche sia certo, che la visione locale deli'Augustissimo Sourano, coi di lui sublime intendiinento hauera compreso la dif-ferenza delle situationi, e le circostanze necessarie alle medeme, per conseguir il fine glorioso delle Sue Impe-riali intentioni, senza lasciar pili sospender le Clemen-tissime Sue Resolutioni dalla diuersita de pareri sugeriti forse d' amore, o d' odio, o dali' interesse de priuati ri-guardi, non sara stimato ardire, ma umile zelo il dimo-strare quelle particolarita, che non si sono presentate subito ali'occhio, per le quali anco al buon seruitio Cesareo conuiene, che la Citta e Porto di Trieste siano pre-scielti al stabilimento di tal Emporio. „ L' euidenza di;questa verita, meglio non potra comparire che. con raggione de contrari; La Citta di Trieste, e estesa e grande con la comodita di sei Porte nel suo circuito; Onella di Fiume e ristretta per meno della meta, con una sol Porta praticabile, oltre un' altra inu-tile, di comodo priuato a di cui arbitrij sta sottoposta; La Citta di Trieste in conseguenza della sua grandezza maggiore, ha maggior numero di Nobilta, d'habitatori, e d' Operaij, ha piu quantita d' abitationi, di inagazzeni, e di spatij d' errigerne per dar loco ali' introdutione d' o-gni arte, manifatura, e stanza agPArtefici slessi. Quella di Fiume in riguardo alia sua ristretezza non li ha, ne puo nel suo circuito hauere. La Citta di Trieste, e per il proprio territorio, e per la vicinanza de statti Austriaci, che d'intorno la circondano, e per la comodita del fer-tile vicino Friuli Imperiale, che puo trasmettere per mare ogni prouisione, ha, e puo hauere abbondantemente tutto cio e bisogneuole al vito umano, & ali' uso deli' animati di condotta. Ouella di Fiume e per 1' angustie del suo sterile, & alpestre territorio, e per esser cliiusa di fronte, e da fianchi nella massima ,'parte dal statto Veneto, e per non haver alle spalle altro che diruppi, e Boschi impraticabili, e con pocha popolatione e questa barbara, et incolta, non e possibile possi hauer sufficienza di pro-visioni senza molta spesa, e pericolo, massime in occa-sione di concorso per il trafico. Le Citta di Trieste, e suo Porto si interiore, che esteriore puono esser ben diffesi dalla Fortezza, e respetiuamente dalle proprie torri, che tutto vicine dominano li Porti suddetti a ca-valieri, non meno che dalla batteria erretta, che chiude il Porto interiore; Ouella di Fiume non ha talli diffese, ne in riguardo alla Fortezza, che appena scopre il mare, e che per se stessa non e di consequenza, ne di troppa resistenza, ne in riguardo a se medesima, che non ha altro, ch' un piciolo bastione, rispeto al mare, anche inu-tile, perche non ha Porto da diffendere, ma solo una spiaggia anperta, a riserua deli' angusta fiumara, che da ricetto a picioli barcollami, posta ancho in fianco del Bastione suddetto dal quale nella massima parte non puo esjere dominata per fraporsi la Citta stessa. La Citta di Trieste tutto e, se contigue e vicine ha estese, e piani esteriori, e particularmente fuori della Porta di Riborgo verso Tramontana, molto piu ampli, che la Citta stessa, nelli quali si puono erigere fabriche, magazeni, e fon-dachi d' ogni sorte, e cosi accrescerla in doppio tutta sotto P istesse diffese, che riescirebbe in forma di meza-luna, al mare, dal qualc ogni parte potrebbe goder il di lui comodo approssimandosi alla terra stessa con i naui- gli per la profondita deH'aqua; Ouella di Fiume non vi ha che poco spatio di terra ristreta, dalla parte verso il conuento delli Padri Capucini imediate alla spiaggia ap-perta del mare bassa, e di poch' aqua. La Citta di Trieste ha dupplicali Porti, Pinteriore subito alle mura della Citta attacato, tutto d' intorno chiuso, con aqna nell' istes-so reflusso di 12 a 14 piedi capace di 7 in 8 naui di portata, oltre il comodo a legni minori; 1'esteriore am-plissimo, sufficiente ad armate numerosissime per la di lui ampiezza, e per 1' altezza del fondo, da starui con ogni sicurezza, non solo la ferinezza del tenitore alt'ancora, ma per hauer la facilita di legarsi in terra alle co-lone per tal fine poste sul molo del muro (cosi detto) nouo, appresso il quale pono hauer il benefitio d' auici-narsi per dar ponte in terra, come se ne e vista P espe-rienza con Naui di primo rango; Ouesto Porto esteriore in riguardo alla sua natural situatione, e di figura ouale, e per renderlo sicuro dalli sconuoglimenti del mare, che li pono apportar i Venti di Ponente, e di Garbino, o di Liberhio a quali solamente e sottoposto, basta che sopra 1' antiche vestiggia, che occularmente si vedono, e che s' ha da memorie, sia stata opera de Romani venghi rislaurato il molo, che dalla punta di campo Murzo, oue sta il nuovo Lazzaretto, va & congiongersi coll' Isoleta detta del Zucho, che ricerca poca spesa, sopra la qual Isoleta, come piu volte, e statto ricordato, e facile erriger un regolato Forte, che con altro di fronte sopra la punta detta di Musiella ser-uirebbero a custodire la bocha del Porto, & anco a d i f— fender il Porto medemo da insulti esterni, & e rimarca-bile, che in questo Porto esteriore tal quale hora e, mai s' addura un caso solo, che habbia perito alcun basti-mento non solo a ricordo d' huomini, ma da secoli. Ouella di Fiume non ha, nt-pur un minimo di questi comodi, e di queste sicurezze; Essa non ha Porto interiore, a riserua d' un angusta fiumara di quatro, in cinque piedi d' aqua capace solo di barcolaini minori ch' anco riesce di scabrosa entrata per i scani d' arena, vengono formati dal corso di detta fiumara aH' imbocatura d' essa. La medema non ha Porto esteriore di sorte alcuna, essendo tutta spiaggia aperta, e bassa, con poch' aqua, per il spatio di piu di mezzo miglio, dalla qual distanza viene impedito a Bastimenti d' assieurarsi con goihene in terra, e quello che riesce piu riinarcabile, questa e totalinente borascosa, batuta quasi da tutti i piu impetuosi Venti, tanto Seltentrionali, che Ponentali, &AuslraIi, che e iin-possibile a Bastimenti tralenersi, venendo necessitati per la loro saluezza cercar ricouero nelli deserti, e perico-losi ricetacoli (che Porti non pono per veruna circostan-za, ne qualita noininarsi) di Martinschiza, Giurcoua, e Preluca posti a piedi d' aspro monte esposti a venti di fuo-ri, che al Greco, lontani respetiuamente quatro in cinque miglia da Fiume stesso, nella gi:irisditione di Buccari, nelli quali anche il piu delle volte, o per la qualita de nauigli, o per la pocha aqua, che s' incontra ne punti del riflusso, non gli e permesso entrare, ma bisogna scorino a saluarsi, se il tempo lo concede in Porto Re distante dieci in dodici miglia, altrimente si riducono in stato di rinouare i funesti esempi visti nella nostra eta di dar a trauerso, e perdersi, come e notoriamente acca-duto ad una Tartana Maltese, ad una Marcilliana, & ad un Vascello, oltre altri antichi fuori della memoria nostra. La Citta di Trieste e situata nel centro dei littorali Au-! striaci; Spande le sue merci per Lubiana, con strada un terzo piu breue di Fiume, e percio con minor spesa di condotte, come P ha esperimentato a graue suo danno la Cesarea priuilleggiata Compagnia Orientale, nel breue tempo della sua absenza da Trieste suddetto; Con la breuita della strada vi concore il comodo d' esser piu estesa, e piu facile, & il benefitio della frequenza maggiore di popolati vilaggi; Come spande per Lubiana, cosi spande con breuita maggiore, anzi senza parita di Fiume, per Gorizia, statto di Gradišča, e di tutto il Friuli, e mede-mamente per il mare; Con lT istesso comodo s'introduce senza pericolo, con breue transito, e sicuro nel Po, A: ripartisce le merci nelli Ducati di Mantoua, e Milano, non senza 1'utile di hauerne 1' esito nel Ferrarese, e nel Bolognese, & altri lochi posti alle riue di detto Fiume. Le merci poi, che s' introducono in Lubiana, Goritia, e Gradišča, si dillatano non solo per tutti i stati Austriaci, e nelli statti deli' Itnperio come P esperienza lo dimo-stra, ma per tutta la Crouatia, & Ungheria con si comodi de cariaggi, che non puo farsi a dritura per questi Regni da Fiume, da cui le slrade e poco sicure per li medemi, senza tocar con lungo, e piu dispendioso giro Lubiana, a gran faticha permettono il passaggio a ca-ualli anco poco carichi per la loro asprezza, & in riguardo de boschi foltissimi, e monti inacessibili, senza incotrar per il corso d' un giorno popolatione. Ouella di Fiume e posta quasi sopra gl' estremi delli accenati littorali Austriaci, confinante con distanza della sola Fiumara, che li bagna il piede, al Regno di Croatia, e respetiuamente, non molto lontana da confini Turchi della Dalmatia, e Bosnia; Essa non ha altra communicatione, che con Lubiana, per strada piu lunga, dispendiosa, difficile, & incomoda di Trieste come sopra fu accenato; Con Goritia, Gradišča, & il Friuli non vi; puo cader pcn-siero in contrario, et il inedemo con li nominati statti d' Italia, da quali e distante tre volte piu che Trieste, con una navigatione pericolossamente, tanto in riguardo del tempestoso, e funesto Golfo del Ouarnero, 6 sia con piu proprio nome Carnero, appellato dall'anlichi, per le straggi, che fa della carne uinana, nelle sue tempeste, e ne Iaberinthi de scogli, che in se raccoglie, quanto per il transito totale di tutto P Adriatico inanzi di venire aH' imbocatura del Po. Dalli Porti di Trieste puo far leuata, e porsi alla vela ogni sorte di naviglio, quasi con tutti i venti per hauer amplo Golfo di mare tutto apperto, e libero da scani, da scogli, e da isole, e di prender il suo corso per P Adriatico alla scale destinate, senza la necessita di transitar stretti angusti, e perico-losi; Dalla spiaggia di Fiume (e P istesso da Porto Re, e Buccari) non puono scioglier i Bastimenti, che con venti di Leuante, e di Greco, tanto a causa delle sua situazione, quanto per il pericolo grande nel transitar il stretto meno di tre miglia tra la Punta Nera di terra ferma, e P Isola di Cherso tutto Dominio Veneto, 6 pure P altro stretto assai piu pericoloso, che si apre tra la detta Isola di Cherso, che resta al Nort, e P Isola de Vegia, che resta al Sud, e cosi pure per Ia quantita di scogli, e grandi, e picioli a pelo d'aqua, che sono se-minati in quel tempestoso Golfo, lungo 70. e 80. miglia innanzi d' entrar nel mare apperto dovendo star molto circonspetti i nauiganti in questo transito, anche in riguardo deli' impeto eccesiuo di detli Venti Leuante, e Greco, che sorpassano di molti gradi questi stessi venti, che dominano nelle riue del Golfo di Trieste, oue e il mare apperto non circonualato da Monti, come e il Golfo di Fiume chiuso d' ogn' intorno da balze eleuate, & as-prissime, quali impedendo il corso disteso di detti Venti, causano voluoli, e tempeste fiere nell' aria, e nel mare. Dalli Porti di Trieste sciolti i nauigli, per 1' occorenze che puono soprauenire dali' incoslanza del mare, pono hauer subito il benefitio di comodi, e sicurissimi Porti in distanza quasi continua 1'uno dali'altro di cinque, a dieci miglia, essendo subito il primo nella Valle di Muggia, alla punta di Stramar, poi alla valle della punta gros-sa, alla Terra d' Isola, alle Rose, nella Valle di Pirano, & al molo di Pirano stesso, nel Porto d'Umago, in quelIo di Cittanoua, & del Quieto, nel Porto di Parenzo, di Or-sera, di Fasana, delli Brioni, di Veruda, & nel Reale di Pola tutti nel corso di cento miglia, comodi, sicuri, e certi da conceder la leuata con ogni vento a bastimenti, che in essi si ricouerassero. e cosi successiuamente per tutte le riuiere della Dalmatia, e deli' Albania frequenti di Porti securi, e liberi, quali comodi di Porti, seruono tanto per partir da Trieste, quanto per venir al medemo. Dalle spiaggie di Fiume, volendo partire i Bastimenti non trouano Porto di sicurezza. II Porto di Preluca alle ra-dici deli' orido monte maggiore e funeslo a molti legni per le sue tempeste. II Porto di Fianona lontano circa 30 miglia e un sepolcro di Bastimenti. Quello di Rabaz piu volte senz' aqua per grossi nauigli, & anco per mediocri; Ouello de!l'Arsa o sia Pisacho di pochissimo fando nell' imbocatura, in somma tutto il corso del Golfo del Car-nero lungo 70 in 80 miglia sino al mare e aperto, senza Porti sufficienti a dar ricouero a nauigli, e senza como-dita di leuarsi a piacimento da medemi, in caso vi po-tessero entrare fNe meno 1'Isole di Cherso, Veglia, Arbe, OSsero, situale in quel Golfo di Dominio Veneto (come sono tutti li Porti sopranominati, a riserua di Preluca) ne si altri deserti, & inhabitali scogli seminati per quel mare hanno loco di saluezza, per i nauiganti, e pero ben fre-quenti si sentono miserabili naufraggi, come non ha molti anni lo prouo naue Inglese andata a trauerso d' uno di detti scogli; oue si perse con tutto 1' equipaggio, e la mercantia, esempi, che non si sono veduti da secolinelli mari di Trieste; Se poi si dasse il caso di qualche at-tentato nemico, che volesse irnpedir il Commercio per detto Fiume a man salua, & senza quasi rimedio lo potrebbe eseguire, con la custodia delli due accenati streti, per li quali con tutta facilita si leuarebbe il transito. „ Da queste evidenze dunque, che con fondamento di verita non puono hauer replica in contrario, si deue concludere, che per introdure un Reale Commercio nelli stati deli'Augustissimo Sourano, e d' indi piu a dentro nella Germania, non vi e loco piu proprio, pili comodo, e piu conferente, anzi 1'unico, e solo per ogni cicon-stanza, e qualila, che la Citta di Trieste, e suoi Porti, in riguardo al buon seruitio Cesareo, comodo de sudditi, & utile de traficanti, non ostante tutti i sentimenti oposti di tal uni, o senza cognitione di quelli requisiti, che si ri-cercano alla nauigantione, ali' introdutione d' un trafico Reale, & allo stabilimento d' un Emporio maritimo, o senza notizia della situatione de Paesi, delle riuiere, de Porti, della natura de Golfi, e de mari, del corso delle strade, delle communicationi, e della qualita de Venti, o pure spinti da una partiale, e non fondata inclinatione, quando non sia 1' amore del proprio interesse, 6 altro priuato, se non fosse publico, riguardo, che puo con non troppa difficolta, essere preuertito, anco da un mediocre intendi-mento. „ Non meno per il Commercio obliga la raggione a presciegler Trieste, ed i suoi Porti, ma anco per stabilir in questo fisso per la marina militare. Gia di sopra e stato dimostrato, e 1' occhio vede, 1' estesa del piano che la Citta tiene subito vicino alle proprie mura, con-tiguo al squero nouo, che da se tutto si cominunica col mare, e che questo sia di fondo abbondantemente suffi-ciente per riceuere qualsisia Naue di rango, quando ven-ghi gettata ali'aqua, con poco scalo da prepararsi dali'arte, quali piani, non ha ne Fiume, ne Buccari, ne Porto Re, e Fiume particolarmente non ha, ne puo hauere modo da stabilir un fermo scola per varar, o sia getar ali' aqua i nauigli per hauer la spiaggia bassa e di poch' aqua alla lunghezza di circa mezo iniglio e quand' anche con immensita di spesa si potesse dali' industria approntar il scalo di tal lunghezza, questo per una parte non potrebbe resistere ali' impeto della marea spinta da furiosi venti, e dali' altra si renderebbe inutile per la gran difficolta, e pericolo che sourastarebbe alla naue per vararla per si lungo corso, qualita principale, e piu considerabile, che si deue hauere ne squeri, perche i Bastimenti, che si fabricano, non corono disastro maggiore che nel vararli, cosi che se li viene per momento im-pedito il veloce, & interrotto corso, da che comminciano ad esser mossi dal cantiere, o che prendono nel corso medemo qualche pendenza, o qualche sinistro si rendono del tutto inutili, con perdita totale della gran spesa falta, e quello che del pari rimarca con la perdita del tempo. „ Ne occore allegare, che nel ristretto squero di Fiume si sia fabricata qualche naue, e che questa sia statta getata ali' aqua senza nocumento, per che quanto al fabricar naui, in ogni loco, che sia squero, ne puono essere fabricale, ma questi accidenti mai stabilirano in sostanza un squero Reale, fermo, e continuo con tutti quei requisiti che si ricercano a farlo tale; E quanto al varar i Bastimenti di portata fabricati in Fiume; si sa. ben quanta difficolta, quante spese, e quanti pericoli si sieno incontrati, e ne puo far fede Gio: Colombo nella fabrica non molti anni sono della naue Carlo Šesto data poi alla Compagnia Orientale, per varar la quale, benche fosse di grandezza meno che mediocre, vi bisognarono spese insoportabili, e vi occorsero pericoli grandissimi, di restar inutile, esempio che ha fatto abbandonare a molti il pensiero di fabricar naui in quel squero. „ Si deue in consideratione, che il piano sopra in-dicato contiguo alla Citta di Trieste, per unir, & aggiun-ger al nuouo squero Cesareo gia stabilito, e cosi esteso, che puo riuscir simile ali' ampiezza ali' istesso celebre squero, 6 cosi detto Arsenale di Venetia, e di parti-colar riflesso, che detto piano sia di terreno mole, e che si rende con tutta facilita alla zappa, potendosi dillatar aggeuolmente, & in larghezza, & in profondita i picioli canali, che attualmente seruono alle saline, che occupa- no, quel piano, & apprirne de noui, per i quali s' intro-duca 1' aqua del mare, a comodo, e benefitio veramente grande di tutto il squero, & deli'operari in esso, quali specialitd, che la prouida natura ha concesso a Trieste, non le hanno, ne pono hauere in riguardo alla loro si-tuatione, ne Fiume, ne Buccari, ne Porto Re. „ Dimostrata la situatione locale per stabilimento d' un squero Reale, che non puo dali' occiiio stesso posta esser in dubbio la di lui esistenza, conuitfne passare alla fabrica delle naui, & a requisiti, che si ricercano per la medema; Pare che le naui sin hora fabricate nel nouo squero Cesareo di Trieste non habbino sortito tutta la perfetione, e percio dali' imperiti si pretende dedur in argumento, che il loco sia improprio, incomodo, e man-cante delle cose bisogneuoli, ma la conseguenza e vi-tiosa; La situatione poco o nulla puo conferire per se stessa alla peritia deli'arte, per construire una naue; e pero non e ragioneuole attribuire la colpa al sito; Ne meno 1' arte a credenza de piu prudenti ha mancato alla perfetione delle fabriche successe, bensi tutti i dilfetti si vedono scaturire da due cause, alle quali quando. non vi si porti il rimedio, in qualunque loco si fabrichi il fa-bricato hauera sempre delle notabili iinperfetioni; L'una delle cause, e la qualila de legnami non staggionati, e 1' altra, che il lauoro delle naui si e fatto a Cielo aper-to, sogientando i legni, aH' aria, a pioggie, a venti, & al sole, dalli quali riceuono giornalmente diuerse impres-sioni; Corre constante, e comune il sentimento de periti, che gia mai possa sortire perfetta una naue fabricata.con legni stagionati nelle conserue per piu anni, e che se una naue fabricata con tali legni stagionati si conseruera per 25 e 30 anni, e sara in tutte le sue parti polita} e proportionata, un' altra di legname non staggionato, in cinque, 6 sei in circa hauera il suo fine, e sara sempre rozza, e senza proportione; Verita ch'e stata conosciuta dalla Republica Veneta con 1' occasione deli' ultima guerra col Turco, per la quale solecitainente ordino la fabrica di dieci in dodici naui di linea con legni non stagionati, quali hora gia sono del tutto inutili; e pero volen-do supplire alla mancanza di queste per restar armata nelli accidenti, che gli potessero occorere, scoperta nelli Canali del loro Arsenale una grosissima conserua di legni, gia scordati per il corso di moltissiini anni da che erano riposti, da quali fa attualmente fabricar altre naui, che porta la farna siano per riuscire di mirabile perfet-tione. „ Hora a cercar un loco, e sito proprio per hauer una conserua da staggionar i legni per molti anni, che sia d' aqua in altezza proportionata, di fondo paludoso, chiuso, non aggitato da Venti, e borasche, certo tale non si trouera mai nelle spiagge di Fiume, ne nelli mari pro-fondi, tempestosi, e duri di Buccari, e Porto Re, bensi in Trieste tanto nelli Canali fatti, e da farsi nell' acce-nato piano, quanto in altro sito a detto piano vicino, for-mato naturalmente da un piu di mezzo circolo, che puo essere . facilmente rinchiuso, oltre altro sito, alla riua del squero vecchio dalla stessa natura rinchiuso, & altro co-modissimo nel seno formato dal mare vicino al Lazza- retto, nelli quali si pono tenir in conserua a migliara, e migliara gl' arbori. „ L' altro requisito necessario alla perfetione delle fabriche, e che le naui, che ne squeri si vogliono construire con i Lauoratori, & operari restino diffesi dali' in-giurie de tempi, e del sole con coperti sostenuti da pro-portionati colonati, e volti a similitudine del squero di Venetia, e d' altri Reali, quali ripari si pono bensi erri-gere in Fiume, Buccari, e Porto *Be per quanto concedo mentre solamente la strettezza, angustie de loro siti, ma pero con euidenza occulare mai potrano essere di quel comodo, di quella facilita, e di quell' ampiezza, che per-mette la grand' estensione de siti Triestini. „ Per prouedere alla conserua i legni, e respetiua-mente alla fabrica delle Naui, ne pono dare li Boschi gia reuisti, e segnati, senza parita con minor difficolta, e dispendio di condotta di quelli di Fiume, e de nomi-nati Buccari, e Porto Re, e verso i quali le strade per 1' asprezza sono di difficilissima per non dir impossibile carregiatura, cosi pono soministrar al Porto di Trieste per mare abbondanza di legnami tutti quei Paesi per i . quali hanno il suo lungo corso da una parte il fiume Lisonzo, e dali' altre il Vipaco, che si congiungono as-sieme sopra Gradišča, e quelli stessi legni, che puono essere in Fiume, Buccari, Porto Be, & altri lochi di quella riuiera pono essere transportati a Trieste, per che se 1' Olanda, 1' Inghilterra, & la Spagna stessa con lunga, e dispendiosa nauigatione fano trasportar sino dalla Nor-uegia i legni necessarij alle fabriche, con non compara-I bile facilita si pono far condure da detti lochi a Trieste, anzi con quest'esempio si puono hauere tutti i legnami, che pono dare le riuiere delPAbruzzo, & altre del Be-gno di Napoli poste aH'Adriatico. j^k „ Delli restanti requisiti al coredo (kile Naui, & alla loro conslrutione come sono i cordaml, le ferarezze, le telle, le pegole, & i catrami, non ha pHncipio di dubbio, che Trieste ne puo esser prouista meg|io assai, e con piu facilita, e meno spesa che Fiume, molto piu poi* che Buccari, c Porto Re; Per i cordami, e telle ha siti spatiosi da introdure Ia manifatura, e seruirsi ae caneui t non solo del vicino Cragno, Gorizia, Gradišča, e Friuli, ma di tutta la Romagna, e particolarmente delli piu per-fetti del Bolognese, Ferrarese, e Mantouano. Per le fer-rarezze le vicine miniere della Carinthia, e del Cragno, ne danno oltre il bisogno; Per le pegole, e catrami ne tramanda Ia Vallona, se ne cauano da Venetia, &Anco-na portate colla deli' Olanda, dalla quale se ne haurebbe a dritura con introdutione del Commercio, anzi di que-ste si potrebbe stabilire Ia fabbrica, come a giorni nostri si era con frutto, e bona riuscita intrapresa, onde per tutti questi fortissimi motiui sara ragioneuole la con-clusione, ch' anco per stabilir un squero Reale, in tutte le sue estensioni, qualita, e circonstanze tanto per la fabrica delle Naui, quanto per il comodo deli' habitationi, viueri, e prouisioni deli' artefici, & operari non vi sia meglior loco, che la Citta di Trieste nei Iittorali Austriaci. (Sara contimia/o)