Kettificazione (Vedi Istria pagina 277.) Unicuit/ue suum. II primo a disegnare in piccolo una carta topogra-lica di questo Distretto non sono stato io; e slata persona di cui m' onora 1' amicizia, e la cui delicatezza s'offenderebbe s'io nominassi: pero ad altri non a me il merito deli' invenzione. Io nel delineare lo schizzo di Carta antica mi valsi interamente della Carta dell'amico, anzi non feci 'che spogliarla di alcune traccie o indica-zioni moderne e sostituirvi indicazioni di quelle antiche vie, fortalizi, abitati, sepolcri ecc. ecc. dei quali ho po-tuto scoprire indizi non dubbi. Albona, dicembre 1848. Tomaso Luciam. Ouesta rettificazione sia prova che il mondo non peggiora, e che ancora vi sono persone che ricusano t altrui, e persone che pensano potersi fare cosa vera-mente bella, senza mandare per le stampe il proprio nome. Dell' Agro Peteiiate. L'agro pttenate offrirebbe meno difficolta di qua-Iunque altro istriano se della antica condizione politica di Pedena si avessero notizie piu precise. La presenza di un Vescovo farebbe supporre condizione di comune libero con duumviri aila testa, perche soltanto in siffatti comuni* si posero vescovi; ma ne gli avanzi di Pedena, ne le lapidi danno prova, dacche queste sono pochissime, senza che vi si faccia menzione di civili magistrature o di cariche. Una bfensi accenna la tribu cui era ascritto 1' onorato, e sarebbe questo indizio d' esercizio di citta-dinanza romana, quindi di comune libero romano, ma una lapida e si poca cosa da non potersene fare grande calcolo, per dedurre le condizioni. Nel parlamento deli' 804 comparisce anche Pedena, ma non si ravvisa se fra le castella, come Montona e Pinguente o fra le citta; sembra che Tolomeo faccia di lei menzione allorquando parla di una citta mediterranea deli' Istria e che nelle stampe e nei Codici che si hanno, viene detta Pucinum, cosi letto forse dagli amanuensi cui questo nome era piu noto che quello di Pedena. Noi propendiamo a crederla citta, sebbene piccola, traendone argomento dalla condizione di citta episcopale fino dal quinto secolo. II Vescovo Bonifazio Cecotti del secolo passato ripete una tradizione preziosa, cioe che in tempi antichissimi, Albona e tutte le chiese al monte Maggiore ed al Ouarnero, compreso Fiume, fossero sog-gette al Vescovo di Pedena, cioe, come noi intendiamo, fossero abbinate a questo Vescovato, poste tutte sotto lo stesso pastore. E questa tradizione non pensiamo che indicasse assolutamente una precedenza di rango di Pedena sopra Albona, piuttosto sarebbe da ascriversi ad altre cause che la storia a noi tace e che non e facile di svelare. Forse abbinata Albona a Pedena fino dal primo instituirsi del Vescovato, mancata nel VII od VIII secolo la serie dei Vescovi di Pedena, Pedena con Albona fu soggetta a Pola, e nel ridarsi i pastori a Pedena, Albona rimase a Pola. Forse (ed e assai piti ve-rosimile), donati per liberalita dei Re, e specialmente di Ugo nel 929, aila Chiesa di Pola i luoghi di Fiume, Cosgliaco, Villanova, Susgnevizze, Pas, Castua, Veprinaz e Moschenizze, col dominio barohale passd anche la giurisdizione ecclesiastica nei Vescovi di Pola ed anche di Albona che rimaneva fra queste baronie e 1' agro po-lense. Per le quali sottrazioni di comuni abbinate, Pedena rimase ali' agro proprio, a quell' agro che sembra avere formato propriamente la Contea d' Istria, od almeno fu il nucleo di quel corpo politico che, fatto piu ampio, ne conservo lungo tempo fl nome. Propensi a ritenere Pedena vera citta, quantunque di piccole dimensioni, 1' agro suo si vedrebbe facilmente ed uniformemente scompartito se le notizie di chiesa che abbiamo sono attendibili. Imperciocche P agro proprio della citta sarebbe stato di 6548jugeri austriaci, pari a circa 15000 jugeri romani, ed il rimanente sarebbe stato agro giurisdizionale formante un pago del quale Gallignana sarebbe stato il capo luogo. Gallignana diffatti conservo nome di citta ed Arcipretura, con clero, con canonici; nella campagna v' erano preti minori che divennero poi parrochi nel significato odierno, e queste parrochie sembrano essere state dieci, come appunto solevasi per formare il territorio delle Pievi. E notiamo siccome cosa che giova per altri comuni ecclesiastici, PArciprete, i Canonici non portavano distintivo alcuno fuori di chiesa; dei distintivi di chiesa ignoriamo se ne avessero. E veniamo altresi a rilevare che presso al duomo vi era cappelletta, pero distinta sotto 1' invoca- zione di S. Giovanni Battista, la quale venne sterrata in tempi a noi vicini nei qunli tante cose si cangiarono. Forse le tradizioni non sono del tutto cessate sulla pri-mazia che 1'Arciprete di Gallignana aveva sugli altri parrochi, sui diritti che aveva la chiesa matrice di Gallignana sulle parrocchie campestri. Per le quali cose noi conchiuderemo, due soli essere stati i comuni ecclesiastici nell' Agro Petenate — la chiesa episcopale di Pedena corrispondente ali' agro ed al comune cittadino di Pedena, con Vescovo, con Capitolo Cattedrale; con fonte battesimale originario, pre-cipuo la chiesa di Gallignana suburbana, plebanale, che abbracciava tutto intero l'agro rimanente di Pedena con Arciprete, con fonte battesimale, con clero rurale, per cui, secondo la nomenclatura antica, si poteva dire che il Vescovo aveva sotto di se una chiesa, ed una parrocchia. E da qui venne che Gallignana ebbe nome e fama di citta, perche era capo luogo di pago, indi capo luogo delle chiese rurali, le quali noi pensiamo essere state convertite in parrocchie moderne appena nel secolo XV, o poco dopo. La quale costituzione ecclesiastioa di Pedena, che altra volta pensammo non essere stato piu che un Core-piscopato, ci da la chiave per comprendere il Vescovato di Cittanova. Sappiamo di questo che oltre Buje non vi furono capitoli antichi, od Arcipreture; Buje sarebbe stata la parrocchia (cioe in senso antico iicentro di tutta la parte rustica) di tutta la chiesa Emoniense. Ancora dei Comuni ecciesiastici. (Continuazione — Vedi numero Noi pensiamo che niuna diocesi pili facilmente della Parentina possa dare notizie certe deli'antica divisio-ne in pievi per certa carta che esiste (od esisteva fino a tempi recenti) nella quale slavano enumerate le chiese tutte col rango di ciascheduna e colle cappelle che ne dipendevano, ed era del secolo XIII, quindi di tempo prossimo alla bolla di Alessandro III. Sebbene senza 1' aiuto di quella carta ci proveremo a dire qualcosa. L' enumerazione delle chiese nella diocesi parentina fu fatta secondo posizione materiale, essa esprime il giro della diocesi cominciando da Torre, correndo lungo il Ouieto, poi verso il confine di Pedena e di Pola (vesco-vati) e ritornando per Orsera. Secondo questa enumerazione si possono riconoscere le antiche pievi; pregando chi possedesse copia della carta che abbiamo accennata, di volervi supplire le cappelle che spettavano a ciascheduna pieve, le quali segnerebbero 1'estensione del territorio di ciascheduna. S. Maria de Turre, e che si disse anche de Turre nova, e il luogo di Torre; il titolo di S. Maria non e della parrocchiale la quale e nuova, ma ben potrebbe essere di qualche chiesa prossima, con cimitero, in luogo circondato da rovine. Nigriniano ora non esiste che in rovine, il luogo ha oggidi nome di Gradina ed e compreso nella frazione comunale di Castellier. S. Maria de Campo e nota, ed e fra Nigriniano e Visinada, il titolo dura tuttora. Rosarium dovrebbe collocarsi fra Visinada e Mon-tona, e vi ha localita in quella parte che conserva il nome di Rosariol. Montona, Zumesco che seguono sono note. Monto-na dovrebbe essere stato capitolo anche a quei tempi; le sue cappelle che piu di altre chiese devono essere state su ampio terreno, segnerebbero 1'agro antico, del quale rimanere devono traccie nei diritti. del capitolo di Montona alla nomina dei parrochi. Ignoriamo ove sia Hebor che iri altre copie leg-giamo Nebor, e Valta, scritto anche Walta; certo furono tra Zumesco e Vermo ; Valta potrebbe essere errore di copiatura da Padua, se pure non fu Vasto. Fra le ba-ronie che i vescovi di Parenzo diedero ai conti d' Istria vi fu una di nome Vastignano. Vermo e noto, cosi i due Pisini che si veggono forinare una sol chiesa, della quale ultima chiesa s' a-ereseono in noi i sospetti che avesse capitolo e congregazione di clero. Arecio e ignoto a noi, ma potrebbe essere San Giovanni di Sterna; Visinat e Visignano. Antignanaenota, e questa era deli'arciprete di Parenzo. Non sappiamo se sia caso che di queste tre pievi non si dica cum cappellis suis, ne perche delle tre successivi si dica cum ecclesiis suis. Coridico e noto, cosi le altre fino a Medilano ed a quella di S. Giusto. Vi ha luogo di Medilano presso Montona che cor-risponderebbe a San Vitale, ma non e di questo luogo che parla la Bolla d'Alessandro, perche ne fa menzione dopo Valle e prima di Rovigno. Contermine a Valle su quello di Dignano vi hanno rovine e memorie del luogo di Midian che da carte del medio tempo si sa essere stato chiamato Medelanum', pero questo luogo che fu uno di quelli che si unirono per formare Dignano, era nella diocesi di Pola; se non si voglia supporre che fosse ge-mino, siccome era di altri luoghi, e 1'uno d'essi fosse nella diocesi Parentina, 1'altro nella Polense; S. Giusto era a Levante di Orsera. Notiamo poi che ad una sola di queste chiese viene dato il titolo di Canonica, a quella di Rovigno, non gia perche altre congregazioni di Canonici non vi fossero, ma perche Rovigno era Capitolo, come direramo oggidi, Concattedrale. Pero diremo che tutte queste chiese non erano in tempi antichi battesimali, sebbene fossero detle forse anche allora plebi. Abbiamo diploma di un Vescovo di Trieste del 1082 nel quale si riconosce che Isola sia pieve, ma as-solutamente ricusa il fonte baltesimale, e vuole che i neofiti vengano recati al battistero di Capodistria. Nella stessa bolla si accennano i monasteri di San Michele di Sottoterra, S. Barbara presso Rosario, S. Mi-chele di Pisino, S. Petroniila di due Castelli, S. Michele di Valle. S. Michele di Sottoterra fu baronia secolare, gli ab-bati furono baroni, e sembra quindi fondata piattosto per atto di liberalita o di principe o di Vescovo. Le altre abbazie darebbero ragione di loro presenza nella condizione ecclesiastica dei Comuni ove si trovano. Sorpas- sando Parenzo, Ji cui non si parla nella Bolla di Ales-sandro , sorpassando Rovigno del quale altravolta dissirao trasferitola dignita di chiesa dalla prossima Cissa; le altre Ab-bazie corrisponderebbero a comuni ecclesiastici di maggior rango che non pievanie, S. Barbara sarebbe di Montona, S. Petronilla di due Castelli, S. Michele di Valle, chieie che tutte ebbero capitolo. Fa sorpresa non trovarsi Abbazia a S. Lorenzo, ma la tradizione vi supplisce, ed una chiesa da Monaci esiste ancor presso quel castello, intorno a cui vi e oggidi ciinitero. S. Michele di Pisino darebbe appoggio alla credenza che la chiesa di Pisino fosse in rango maggiore che non di semplice pievania; che avesse battistero da tempi antichi, che avesse congregazione di Clero, e perfino core-piscopo, al quale succedettero i Prepositi; dei quali sappiamo che furono tenuti in conto tale, da confonderli con Vescovi e da poggiar. loro P amministrazione della diocesi di Pedena. Ai nomi della Bolla di Alessandro contrapporremo quelli del diploma di Ottone delPanno 983, anteriore per 180 e piu anni a quello d' Alessandro, i nomi dei Castelli dati alla chiesa di Parenzo, e sono: Montona Rosarium Nigrignanum Turris de Nona Turris de Cervara Castrum 1'isinum Medelanum. Rubinum, in quanto fu donato alla chiesa di Parenzo, cioe a dire i luoghi di due castelli e di valle; dei primi sette luoghi si dice che furono donati dal Re Ugo che regno dal 926 al 945, verosimilmente nel 929 in cui fu donato Umago ai Vescovi di Trieste; ed e certo che nel diploma di Ottone si ripeterono le parole del diploma di Ugo. Montona, Rosario, Nigrignano, Torre Cervera sono indicate nel diploma in quella stessa serie nella quale si trovano naturalmente collocate. Pisino e e intitolato Castello, e dalle investiture feudali fatte ai Conti d' Istria sapendosi che molti altri luoghi erano dei Vescovi intorno Pisino, conviene che fossero compresi sotto nome Castello di Pisino, e sarebbero quanti stavano nella diocesi di Parenzo entro i confini della Conr fea degli ultimi tempi. Sarebbe mai questo 1'agro della chiesa battesimale di Pisino? P