novi tednik Slovencev videmske pokrajine ČEDAD / CIVIDALE • Ul. B. De Rubeis 20 • Tel. (0432) 731190 • Poštni predal / casella postale 92 Poštnina plačana v gotovini / abb. postale gruppo I bis/70% • Tednik / settimanale • Cena 1000 lir št. 41 (448) • Čedad, četrtek, 10. novembra 1988 ZA ZVEZO SLOVENSKIH IZSELJENCEV FURLANIJE-JULIJSKE KRAJINE Po 8. kongresu v Mendozi državna konferenca v Rimu Kot smo že poročali je bil v soboto in nedeljo v Argentini, v mestu Mendoza, 8. kongres Zveze slovenskih izseljencev Furlanije-Julijske krajine. Tema kongresa, ki so se ga udeležili delegati iz vseh držav, kjer je Zveza organizirano prisotna, predstavniki njenega vodstva ter predsednik Gorske skupnosti Nadiš-kih dolin Giuseppe Chiabudini in predsednik Slovenske kultur-no-gospodarske zveze Klavdij Palčič, je bila: Zveza slovenskih izseljencev kot sredstvo rasti za celotno slovensko narodno skupnost v Italiji. Ko pa se predstavniki Zveze vrnejo iz Argentine ne bojo imeli kaj dosti časa za počitek. Takoj se bodo namreč morali lotiti dela za pripravo na drugo vsedr- žavno konferenco o emigraciji, ki bo konec tega ali v začetku prihodnjega meseca v Rimu. Konferenca o problematiki izseljenstva, na kateri naj bi se oblikovale smernice bodoče politike Italije do svojih emigrantov, je namreč velike važnosti za vso našo skupnost. Tokrat bodo prisotni tudi predstavniki Zveze slovenskih izseljencev — pred trinajstimi leti, na prvi konferenci niso bili zastopani —, ki bodo lahko osvetlili specifične kulturne in jezikovne specifičnosti naše skupnosti in njenih izseljencev. Zahtevo po specifični obravnavi manjšinskega kulturnojezi-kovnega vprašanja v okviru italijanskega emigrantskega ko-zmosa je v ožjem odboru za pri- pravo rimske konference postavil slovenski senator Stojan Spetič. Le-ta se je udeležil vseh celinskih predkonferenc, ki so že bile v New Yorku za Severno Ameriko, v Buenos Airesu za Latinsko Ameriko, v Strasbourgu za Evropo in pred kratkim v Sydneyu v Avstraliji in je imel torej možnost se seznaniti s problemi, težavami in pričakovanji tudi slovenskih emigrantov iz naše dežele. Seveda je treba pri tem poudariti, da povsod v svetu v taki ali drugačni obliki prihaja do izraza v okviru emigrantske stvarnosti problematika kulturnih in jezikovnih značilnosti. Pravzaprav se postavlja vedno bolj odločno v ospredje vprašanje lastnih korenin. MOZIONE VOTATA DALL’ASSEMBLEA DELLA COMUNITÀ’ MONTANA Un altro passetto in avanti Riguarda corsi di dialetto e cultura slovena nella scuola pubblica L'assemblea generale della Comunità montana Valli del Natiso-ne sembrava avviata verso una sonnolenta conclusione mercoledì 26 ottobre quando invece è stato approvato un importante ordine del giorno, presentato da Giuseppe Marinig, Claudio Adami e Lucio Paolo Canalaz del PSI. L'oggetto Istituzione di corsi integrativi di lingua locale -dialetto sloveno — e della cultura tipica delle Valli del Natisone nelle scuole materne, elementari e medie esistenti nell'ambito delio Comunità montana in altri tempi avrebbe scatenato il finimondo. Invece è stato approvato all'unanimità. Come ha commentato il presidente Giuseppe Chiabudini prima della votazione il dibattito è stato Profondo e civile. Le posizioni dei singoli oratori non erano univoche, ma alla fine, come detto, l'ordine del giorno è stato approvato all'unanimità. Il prof. Marinig, a nome dei proponenti, ha brevemente illustrato la proposta e non ha accettato la richiesta del consigliere Giuseppe Chiuch DC -che aveva cercato di far rinviare la trattazione dell'argomento. Bo-nini — indipendente — e Carlig PSI hanno fatto rilevare come molta acqua sia passata sotto i ponti dell'intolleranza e oggi si deve pensare ad utilizzare il dialetto sloveno per apprendere la lingua slovena ed usarla efficacemente anche nei rapporti commerciali. Anche Blasetig PCI si è dichiarato d’accordo sulla proposta, salvo restando il fatto che il parlamento deve rispondere, attraverso una giusta legge di tutela, alle richieste della nostra comunità e garantirle anche l'istruzione in lingua slovena. Ad una soluzione razionale del problema si è dichiarato favorevole anche Paussa PSDI—. Romano Specogna — DC nel dichiarare che il suo gruppo avrebbe votato a favore dell’ordine del giorno affermava che questa proposta va nella stessa dire- zione in cui si muove la DC. La Comunità montana Valli del Natisone con questo atto preme sull’acceleratore per trovare finalmente la giusta strada dello sviluppo sociale, culturale ed economico. L'attività in tutti i settori porterà certamente a risultati concreti. In precedenza l'assemblea aveva approvato il conto consuntivo '87, il programma per l’attuazione della legge regionale 35 del 1987 e ratificato alcune delibere del consiglio direttivo. Qualche interesse avevano presentato le mozioni del PSI sulle strutture culturali e folkloristiche, rinviata per un esame più approfondito alla commissione assembleare, come quella che prevedeva l'istituzione di un laboratorio di ricerche filologiche. Quindi all'unanimità erano state approvate le mozioni sul potenziamento ed estensione della ferrovia Udine-Cividale fino a S. Pietro e l'altra sul potenziamento della strada statale 54 Udine-Civi-dale-Stupizza. DE MICHELIS CHIARISCE LA SUA POSIZIONE E’ area di confine tutto il Triveneto No, le sue parole non sono state mal interpretate. Il vicepresidente del consiglio, il socialista Gianni De Michelis la pensa proprio così. Non solo, con lui è pienamente d’accordo anche il presidente del consiglio De Mita. Così De Michelis, respingendo le accuse di aver ritardato l’iter della legge, in un'intervista al Gazzettino dell'economia "Il Friuli non è San Marino" illustra le sue posizioni sulla legge per le aree di confine. "Vi è un solo contesto dei tre possibili che giustifica l'approvazione di una legge speciale" dice il vicepresidente del consiglio che poi spiega. Il primo è quello di una legge generica per incentivazioni di attività produttive di ricerca, di interventi infrastrutturali genericamente rivolti alla cooperazione internazionale e destinati al Friuli Venezia Giulia. Questa è una posizione indifendibile perchè vorrebbe dire trasformare tutta la regione in una zona franca, in una San Marino. Ed il Friuli Venezia Giulia non presenta più condizioni di sviluppo insuf-ficente , anzi è tra quelle regioni che ha avuto una crescita maggiore negli ultimi anni. La seconda impostazione è quella originaria delle aree di confine, anche questa indifendibile dice De Michelis. La legge dovrebbe essere concentrata sulla Carnia, su Trieste, Gorizia e sulle Valli del Natisone, lungo il confine extracomunitario dunque, per evitare uno sbilanciamento negativo nel 1992. A questa impostazione manca la visione strategica. Allora come dovrebbe essere impostata la legge? "Occorre che, nell'ottica del 1992, si pretenda che la regione Nord-Est, il Triveneto, anche e soprattutto il Friuli Venezia Giulia, si veda assegnata una vera e propria missione di testa di ponte verso il centro Europa e l'Est europeo". In questo modo si realizza un riequilibrio all'interno della Comunità, prosegue De Michelis, creando un asse con il nord della Spagna e scongiurando così il pericolo costituito da due assi forti: Reno-Ro-dano, Parigi-Bonn. In questa direzione va potenziata anche la rete di collegamento. Solo in questo modo la legge per le aree di confine può essere giustificata in sede comunitaria. "Tranquillizzatevi conclude il vicepresidente del consiglio — non c'è assolutamente disparità di vedute tra me ed il presidente del consiglio. Siamo totalmente d'accordo su questa impostazione della legge che ho illustrato". Nuove ombre dunque sulla legge per le aree di confine, presentata ormai più di tre anni fa, inserita per la prima volta nella legge finanziaria del 1986 e sulla quale c'è stato l'impegno di 3 presidenti del consiglio: Craxi, Goria e De Mita. Il testo é già stato approvato nel giugno di quest'anno dalla commissione bilancio della Camera in sede legislativa e successivamente inviato alla commissione bilancio del Senato dove si muove con tale lentezza da sembrare immobile. Va rilevato però che all'indomani delle dichiarazioni di De Michelis a Pordenone, che tanta eco avevano avuto negli ambienti politici ed istituzionali della regione, sono scese in campo tutte le forze politiche della nostra regione, assieme ai rappresentanti degli industriali. Un esercito compatto che non mostra incrinature e che ha difeso con fermezza la legge così come è stata approvata dalla commissione della Camera. Da De Michelis hanno preso le distanze anche gli esponenti del PSI della nostra regione, così come la DC, tranne la posizione più accomodante del ministro Santuz, ha risposto con fermezza al presidente della regione Veneto Bernini, un'altro protagonista (in negativo dal nostro punto di vista) di questa travagliata vicenda. Ci sono state anche delle ulteriori rassicurazioni da parte di De Mita a Biasutti. Certo è che queste ultime dichiarazioni di De Michelis pongono una seria ipoteca sulla legge e sui suoi contenuti. Istituto Gramsci — Friuli Venezia Giulia Sabato 12 novembre alle ore 10 nella sala consiliare a S. Pietro al Natisone Minoranze nazionali ed evoluzione culturale I luoghi dell'identità e dell'interscambio Convegno pubblico ore 10 ore 15 relazioni di Silvano Sau, presidente dell'Unione degli italiani del-l'Istria e di Fiume e di Dušan Udovič, segretario regionale dell'Unione culturale economica slovena comunicazioni di F. Benedetič, G. Cerno, F. Clavora, M. Gilič, M. Košuta, E. Mestrovich, M. Pahor, P. Petricig, A. Petronio, J. Pirjevec, G. Radossi, M. Vidovich, M. Waltrisch JXJRANTE LA CERIMONIA DOMENICA A GRIMACCO No alla medaglia in sloveno Turbata la cerimonia in occasione del 70" della vittoria Un altro gesto di intolleranza a Grimacco che però ha avuto, c°me hanno sottolineato gli or-9ani di informazione locale, an-che un risvolto comico. Anche 9ui domenica scorsa, come dovunque si celebrava il 70° anni-Versario della vittoria. Dopo la messa la gente si è Raccolta accanto al monumento (*°ve il sindaco ing. Fabio Boni-j1/ ha tenuto il discorso celebra- lo. Erano presenti anche il c°nsigliere provinciale Giuseppe Chiuch ed i presidenti proludale e regionale degli ex-combattenti. Nel corso della ce-r*monia doveva essere conse- gnata anche una croce di guerra a Giuseppe Dreosti. Senonchè quando il sindaco, nella seconda parte del suo discorso, ha inizia to a parlare in sloveno c’è stato il fattaccio (per gli studiosi ha un nome preciso: schizoglossia). "Telega tle pa na bomo poslušal" (questo non l’ascolteremo), dichiara Dreosti ed con un gruppetto di persone si allontana protestando e turbando la cerimonia. E la croce di guerra? Giuseppe Dreosti l’ha poi accettata in osteria dalle mani del presidente dell’associazione degli excombattenti. RAZMIŠLJANJE OB NOVEMBRSKIH SVEČANOSTIH V SPOMIN NAŠIH MRTVIH Zakaj obiskujemo grobove Po naših vaseh je že od začetka našega obstoja, naše ekzistence, globoko ukoreninjeno in razširjeno češčenje naših te rajnkih, kult naših martvih. Nekateri naši sosedje so nam celo očitali, da bolj spoštujemo martve, kot žive in niso pretirava- li. Naj tu na skromno povem: za našega bolnega človeka ni bilo denarja za zdravila, ko je bil do kraja stisnjen od bolezni, mu ni pa smela manjkat luč, sveča, kan-dela, ko je umiral. Mu ni nikdar zmanjkala krizantema, roža, luč na grobu. Začetek našega rojstva je bil tudi začetek našega tarpljenja. Se niesmo rodili za življenje, pač pa za tarpljenje, in ker vierjemo na onostranstvo, na življenje na drugem svetu, je bla smart za nas odrešitev. In naši te rajnki, te martvi, prosijo u nebesih Boga, da bi nam šlo na drugem svetu buojš, zatuo molimo za nje in plačujemo svete maše in jih za Vaht obiščemo po grobovih, jim nesemo rože, krizanteme, jim paržae-mo luč. Al je samo to, ki nas pelje na dan vseh martvih na pokopališča, na britofe in grobove naših renj-kih? Ne, ni samo to! Mi smo našim te rancim dužni življenje. Oni so nas učili viero, častiti Boga, ljubiti svojega bližnjega, spoštovati očeta in mater, ljubiti, kar je lepega: naravo (naturo), naš jezik, našo kulturo... Zato in še za stuo drugih reči smo dužni iti na grob naših ranj-kih, jim nest krizantemo, prižgat svečo. Tega pa ne smemo storiti samo iz dolžnosti, samuo zavojo navade, ker tudi drugi delajo ta-kuo, pač pa iz resnične, prave ljubezni do vsega tega, kar so nam dali, do tega, kar so nas učili in za kar pomenijo za našo preteklost in sedanjost. Na britof naših te rajnkih nas beri na strani 4 NEKOČ SO IMELI V TEJ VASI SLOVENSKI MOŠKI PEVSKI ZBOR IDRIJA V Podrobu v Prapotnem odprejo nov mejni prehod druge kategorije V Podrob pridemo iz Prapotne-a navzgor ob reki Idriji ali pa iz entlenarta na Utano, Jagnje, čez hrib na Oborče in spet v dolino. V ta kraj, z znanim gostiščem "Pri Bruni", sovpadajo vasi in zaselki v desnem in levem bregu reke Idrije: Kodarmaci, Budaži, Oborče, Bordoni, Britof, Lig, Kostnjevica in druge. V nedavni preteklosti so imeli v Podrobu, mlad a dober moški pevski zbor "Idrija", ki je prenehal delati zaradi neurejenih "javnih razmer" na tem področju. Razšel se je zaradi nenehnih pritiskov, ki so jih nanj izvajali samo zato, ker je imel v svojem repertoarju pretežno naše domače tradicionalne slovenske pesmi. Z razbitjem zbora "Idrija" v Podrobu je bila našemu beneškemu ljudstvu pod Matajurjem prizadejana velika kulturna krivica. Zbor Idria je imel svoje redne vaje prav v gostišču "Pri Bruni" in njegovi člani, sedaj nekoliko starejši, še dandanes radi prepevajo tiste lepe pesmi, ki so se jih bili naučili nekoč v zboru. Lepo in hvalevredno bi bilo, da bi se zbor "Idrija" ponovno prebudil in zaživel v polnem zagonu V Podrobu je bil že nekoč most čez reko Idrijo. Porušen je bil med hudimi boji v prvi svetovni vojni. Pred tremi leti so zraven starih ruševin zgradili novega, a mejni prehod čezenj bodo odprli šele komaj letos, v petek 11. novembra ob 11. uri. Za prebivalce vse doline in pobočij ob reki Idriji, bo ta nova pot velike važnosti, saj bo povezovala ljudi od naše beneške Stare gore do Liga, Kostanjevice, tja do Kanala in Anhovega v dolini Soče. tega novega mejnega prehoda bomo vsi zelo srečni, še posebno pa na jugoslovanski strani, saj so imeli po zadnji vojni najbližjo možnost prehajanja na našo stran edino preko odročnega in oddaljenega Miščeka in to po neugodni makadamski cesti. Zdaj se bomo lahko pogosteje srečevali. Zato se bomo petkovega slavja v Podrobu udeležili v velikem številu v trdnem upanju, da bi bil ta novi most, ne samo most med državama ampak most miru, prijateljstva in sodelovanja med sosedi, sorodniki in prijatelji. Anton Birtič Del pevskega zbora Idrija z dirigentom A. Birtičem, leta 1969 NEL MUNICIPIO DI SAN PIETRO AL NATISONE Sull’ acqua del P in Comune con un funzionario Un funzionario dell'acquedotto Pojana è intervenuto alla riunione al Comune di S. Pietro al Natisone agitando il ramoscello d’ulivo della pace. Ha esposto dettagliatamente la situazione del consorzio che attualmente utilizza più o meno della metà dell’acqua che avrà a disposizione dopo la captazione dell'Arpit. Il funzionario ha quindi risposto alle serrate domande del capogruppo della Lista Civica, Giuseppe Blasetig, del consigliere Renato Qualizza e degli amministratori. Dal chiarimento è emerso anche che il bisogno da parte del Consorzio della sorgente del-l’Arpit non è più tanto attuale quanto nel passato, perchè sono stati individuati in pianura nuovi pozzi dai quali potersi approvvigionare. Sarebbe evidente anche il vantaggio che il comune di S. Pietro potrebbe ottenere da una gestione diretta del Pojana, non tanto in termini di costi, quanto in termini di gestione. Allora il Comune aderirà al Consorzio? E’ stata ricordata la clausola proposta da un gruppo di consiglieri e caldeggiata dall'assessore Bruna Dorbolò: aderire previo accantonamento del progetto di captazione dell’Ar-pit. Ma a questo punto il progetto c'è, i soldi ci sono e l'impresa di salvare l’Arpit, per evitare tragiche conseguenze ecologiche sul Natisone, diventa più ardua. Per questo si sta mettendo in movimento un nuovo Comitato per la difesa del Natisone con l'adesione di associazioni sportive, ecologiche e culturali. P. P. ATTI DI TEPPISMO Condanna dell’ANPI Nella notte tra il 2 ed il 3 novembre è stato compiuto a Civi-dale un atto vandalico ai danni della sezione dell'ANPI e della CGIL. Dal palazzo che ospita la Società operaia sono state asportate le targhe metalliche indicanti l'ANPI e la Camera del lavoro. Un atto fermemente condannato e che non ha precedenti nella cittadina ducale. Immediata e ferma è stata la reazione del comitato direttivo dell’Associazione nazionale partigiani d'Italia di Cividale che in un ordine del giorno sottolinea come la targa fosse esposta alLesterno della propria sede dal oltre 40 anni e condanna con durezza "l’inqualificabile atto teppistico e provocatorio, rivolto a calpestare i principi democratici sanciti dalla Costituzione repubblicana e dalla convivenza civile ". Su quanto accaduto stanno indagando gli agenti del commissariato di polizia. Gospodarstvenikom Per gii operatori economici Ponovno se žal moramo srečati z zapadlostmi, ki vsekakor predstavljajo določeno finančno breme: E siamo alle solite scadenze, che rappresentano sempre un aggravio finanziario per gli imprenditori: 18. 11. zapade rok plačila dajatev, ki smo jih prejeli z davčno pobotnico, plačila moramo izvršiti na davčni izterjevalnici Scade il termine per il pagamento in esattoria delle eventuali cartelle pervenuteci. 20. 11. plačilo odteglaev IRPEF in INPS za odvisne delavce. Pagamento delle ritenute IRPEF e INPS per i lavoratori dipendenti. 22. 11. zapade rok za obračun in plačilo davka IVA, za podjetja ki imajo mesečno obračunavanje te dajatve (tokrat obračunamo oktober). Liquidazione dell'imposta IVA per i contribuenti mensili (imposta relativa alle operazioni del mese di ottobre). 30. 11. zapade rok plačila predujma na davke iz predvidenega dohodka za leto 1988 (davek IRPEF, IRPEG in ILOR). Scade il termine per il pagamento dell’acconto d'imposta sul reddito previsto per il 1988 (IR-PEG, IRPEF e ILOR). 30. 11. dediči morajo do tega datuma odposlati prijavo in plačati davke za osebe, ki so preminule od 1. februarja do 31. maja 1988. Gli eredi devono presentare la denuncia dei redditi per le persone decedute fra il 1. febbraio e il 31. maggio 1988. Dnevi postajajo krajši a tudi hladnejši, kar pomeni da trka zima na vrata delavnic. Zaradi tega smatramo za umestno, da obvestimo naše gospodarstvenike, ki uporabljajo za ogrevanje svojih delavnic iztrošeno strojno olje, kaj morajo storiti, da ne bodo zašli v težave. V zadnjem obdobju je namreč prišlo do zaostrovanja službe za preprečitev onesnaženja zraka in tako tudi pozabljena zakonska določila zadobivajo novo veljavo. V principu bi morala podjeta oddati iztrošena olja (v to skupino podjetij spadajo tudi mehaniki, ki menjajo olje v avtomobilih) posebnim organizacijam, a možne so tudi izjeme. Podjetniki, ki želijo uporabiti ta odpadni material za ogrevanje morajo zaprositi Ministerstvo za industrijo, trgovino in obrt, da jim izda ustrezno dovoljenje. Prepis prošnje moramo odposlati deželnemu odboru za boj proti onesnaženju pri deželnem ravnateljstvu za higijeno in zdravstvo. V prošnji moramo navesti višino strehe najbližje stavbe. Ministersko dovoljenje je veljavno le šest mesecev to- rej ga moramo obnavljati iz leta v leto. Kdor ne bo upošteval omenjenih predpisov bo lahko kaznovan z globo do 5 milijonov lir a v najhujših primerih s priporom do enega leta. I giorni si stanno accorciando e anche la temperatura diventa sempre più bassa, il che vuol dire che l’inverno sta bussando alle porte delle nostre officine. Per questo riteniamo doveroso avvisare quegli opertori che usano per il riscaldamento delle loro aziende oli minerali esausti come devono comportarsi per non incorrere nelle infrazioni di legge. Precisiamo, che ultimamente notiamo un controllo più severo in merito alle infrazioni in materia di salvaguardia ecologica; in questo modo anche le leggi, che praticamente sono cadute in dimenticanza diventano di nuovo attuali. Come linea di principio gli oli esausti dovrebbero essere consegnati ad aziende specializzate. Rammentiamo che anche i meccanici, che cambiano l'olio nelle automobili raccolgono oli esausti. Esistono però delle deroghe alla consegna e gli operatori possono essere autorizzati a consumare l'olio per il riscaldamento. In questi casi devono inoltrare al Ministero per l'industria, il commercio e \-artigianato richiesta di poter consumare questi materiali; copia della domanda deve essere inviata al Comitato regionale contro l'inquinamento atmosferico (CRIA) presso la Direzione regionale dell'Igiene e Sanità. Nella domanda di concessione dobbiamo indicare l'altezza del camino dal livello dal suolo, la distanza dall’abitato più vicino e l'altezza del tetto dell’abitato più vicino. L'autorizzazione è valida per sei mesi e per questo deve essere rinnovata di anno in anno. Per i trasgressori sono previste ammende fino a 5 milioni di lire o in casi gravi anche l'arresto fino ad un anno. O. K. Acquedotti, Pojana Arpit: un’op Sta tornando prepotentemente alla ribalta la gestione degli acquedotti, o più in generale il sistema di distribuzione dell'acqua potabile nella Slavia Friulana. E si è ricominciato a parlare della captazione della sorgente dell’Arpit da parte del consorzio Pojana. A mio avviso sono due cose separate. Tutti sanno che ogni comune della Slavia gestisce da solo i suoi impianti di distribuzione d'acqua. Questo sistema è certamente il meno efficente, ma fino ad oggi i nostri comuni non ne hanno trovato uno migliore. I problemi collegati alla distribuzione dell'acqua impongono la creazione di consorzi sovracomunali. Quali potrebbero essere le soluzioni? Quelle praticabili a mio avviso in ordine di interesse per i nostri comuni sono: consorzio specifico nell'ambito dellaCo-munità montana, consorzio tra i comuni delle Comunità montane Valli del Natisone e Valli del Torre, consorzio Pojana, consorzio Friuli centrale. II consorzio nell’ambito delle comunità montane (o allargato alle due comunità, anche se questo è più difficile a realizzarsi) è il più auspicabile. Avrebbe le dimensioni giuste per essere gestito, omogeneità di comuni consorziati. Non serve illustrare oltre altri vantaggi perchè evidenti. Eppure di questo si cerca accuratamente di non parlare. La Comunità montana Valli del Natisone, o meglio l'attuale amministrazione, aveva in programma la realizzazione di consorzi (o deleghe dei comuni alla comunità) di gestione di numerosi settori: acqua, strade, illuminazione ed altri. Perchè non si è fatto niente? Mah! Un'osservazione va però fatta: tutte le volte che è stata abbozzata l'idea di un progetto serio immediatamente ne spuntano altri più "larghi" più importanti, più belli, più realizzabili. Così, guarda caso, tutto rimane come prima. Un esempio valga per tutti: i rifiuti vengono raccolti in moltissimi comuni da una cooperativa di un'altra comunità! (per fortuna poi lo fanno anche bene). Esaminata la soluzione migliore che dovrebbe essere fatta (e immaginando che non se ne farà niente) rimangono le altre due. Il consorzio Pojana è un consorzio vicino al nostro territorio, addirittura passa per due comuni della Comunità montana delle Valli del Natisone. Quindi c'è la contiguità, problemi non uguali ma facilmente comprensibili dai consorziati. Ha una struttura tecnica che eventualmente potrebbe essere potenziata con tecnici e operai che dovrebbero operare sul territorio della comunità. Il Consorzio Friuli centrale è talmente grande che i nostri comuni al suo interno scomparirebbero, ha viceversa una grossa struttura tecnica ed organizzativa. Da ultimo l'Arpit. Oggi viene reclamata a gran voce la sua utilizzazione da parte del Pojana. Lasciando da parte se sia ragionevole captare questa fonte o meno (visto che troppo spesso si fanno azioni non molto ragionevoli), rimane il fatto che se nel Pojana ci fossero tutti i nostri comuni si potrebbe discutere da pari a pari e ricercare la soluzione più valida. F. Bonini La fontana al centro del paese a Osgnetto ZAČEL JE IZHAJATI MED VOJNO KOT GLASILO 32. DIVIZIJE IX. KORPUSA — 4. IN ZADNJA ŠTEVILKA JE NASTALA V VASI DUGE Matajur: 45 let od tega prva številka Kapitulacija Italije 8. septembra 1943 je tudi na ozemlju Beneške Slovenije in Rezije razpihala tlečo iskro odpora proti nacifašizmu in novemu nemškemu okupatorju. Pod vplivom vala narodnoosvobodilnega gibanja na širšem področju Primorske, so tudi na ozemlju Benečije začele spontano nastajati prve partizanske enote, ki so jih sestavljali skoraj izključno domači fantje, povratniki iz italijanske vojske in mlajši, nekaj pa je bilo med njimi tudi že preizkušenih slovenskih partizanov, ki so se že pred kapitulacijo Italije borili na desnem bregu Soče. Med prvimi so nastale šentlenartska četa, klodiška četa, ki je hitro pre-rastla v bataljon, nadiška četa, samostojni četi na območju Platišče-Tipana v Zahodni Benečiji in samostojna četa v Mužcu v Terski dolini in še druge. Do začetka novembrske ofenzive na območju Kolovrata in Matajurja so se čete v Benečiji organizirale v tri bataljone. 25. septembra istega leta je, kot prva večja slovenska partizanska enota, prišla iz Brd v Šentlenart 1. Soška brigada pod vodstvom legendarnega komandanta Vladimira Kne-ževiča-Volodje, ki so mu domači v Šentlenartu dali vzdevek "generale partigiano". Vse to dogajanje je zelo lepo opisal v svoji knjigi "Pod Matajurjem" beneški prvoborec Jožko Oš-njak. Na pobudo Viktorja Vidmarja V ta čas pada pa še en dogodek, ki je uradno zabeležen z datumom 7. november in ki pomeni izid prve (od štirih) številk glasila 32. divizije IX. korpusa "Matajur". "Matajur" je sicer začel nastajati v propagandnem odseku štaba 1. Soške (poznejše 17. Gregorčičeve brigade), že med rojevanjem pa je postal glasilo 32. divizije “Goriš- ke", ki je potem v novembrski ofenzivi na Matajurju dobila dokončno številko 30. divizija NOV. Vodja propagandnega odseka je bil takrat Viktor Vidmar, ki je tudi dal v soglasju s štabi pobudo za izdajanje glasila. V odseku je bilo od 7 do 8 članov, v glavnem pribežnikov iz italijanskih taborišč in kakšen domačin iz Brd, ni pa bilo med njimi nobenega beneškega borca, kar je do neke mere, vsaj za tisti prvi čas, tudi razumljivo. Propagandne odseke je takrat imela vsaka večja partizanska enota od brigad in odredov navzgor. Čeprav so se ukvarjali s propadnim delovanjem med borci in v manjši meri tudi na terenu, so se po potrebi udeleževali tudi posameznih vojaških akcij. Običajno so imeli stroj za tipkanje, ročni ploski ciklostil, nekaj zaloge papirja, matric in tiskarskega črnila. Vso to kramo so prenašali na ramah in v nahrbtnikih na vseh pohodih, zraven pa še puško in sprotno hrano. Vsakdo v kolektivu je imel svojo zadolžitev: eni so se ukvarjali s pisanjem, drugi s tehniko (tipkanje, ciklostil, tehnično risanje-ilustracije) itd. Med postanki v vaseh, so propagandisti prirejali tudi zborovanja za domačine, takoimenovane "mitinge". Tudi pripravljanje posameznih številk je potekalo največkrat v kmečkih hišah, neredko pa tudi kar v gozdovih, ko so se v neposredni bližini oglašale puške in so regljale strojnice. A povrnimo se k "Matajurju" in krajem, kjer so posamezne številke bile narejene. Pri tem opozarjam, da v ohranjenih izvodih kraji zaradi konspiracije niso navedeni in da so vsi zabeleženi podatki rezultat osebnih spominov in naknadnih raziskovanj med še živečimi takratnimi ustvarjalci 'Mata- PRESENTAZIONE DEL LIBRO MARTEDE 15 A S. PIETRO I “Materiali” di Baudouin De Courtenay vedono la luce E' fresca di stampa una bella ed elegante pubblicazione dell'Editoriale stampa triestina -ZTT, curata da Liliana Spinozzi Monai, "Materiali per la dialettologia e l'etnografia slava meridionale IV, di J. Baudouin De Cortenay". Sul nostro giornale il lavoro è già stato recensito da Paolo Petricig nel numero del 20 ottobre. Ora ci torniamo per dare notizia della presentazione del libro che avrà luogo martedì, 15 novembre alle ore 20 presso la sala consiliare di S. Pietro al Natisone. Sarà questa un’occasione importante per approfondire la conoscenza dello studioso e linguista russo Baudouin De Courtenay che giunse nel distretto di "S. Pietro degli Schiavi" nell’estate del 1873. Qui, prima di proseguire per le Valli del Torre e Resia, raccolse dei testi popolari, visitando una quarantina di centri abitati. Ora a più di un secolo di distanza questi testi sono stati pubblicati per la prima volta a cura della prof. Monai. Alla presentazione dell'opera, organizzata dalla casa editrice EST-ZTT e dal Centro Studi Nediža che ha collaborato alla pubblicazione, parteciperà naturalmente l'autrice. Sarà presente anche il professor Milko Matičetov, autore del commento folklorico, un contributo notevole che aiuta a comprendere meglio i testi che rivestono importanza sia dal MATERIALI IV Testi p4>)Kilari limkka tmediiu m fi» ter» r prozi m Wjh, rati otti la fai Amnoiu? zbrlM* r \ttdiikik doUnait »dim irtajm Jan Baudouin De Cortenay punto di vista dialettologico che dal quello etnografico. Il libro è articolato in tre parti: nella prima Liliana Spinozzi Monai present Baudouin De Courtenay, la sua ricerca, il posto che occupa nella linguistica ed anche i criteri ispiratori del libro; nella seconda parte vengono riportati i testi del cosiddetto "corpus" natisoniano; nella terza c’è il commento folklorico di Matičetov. Quella di martedì a S. Pietro sarà dunque un'occasione importante anche perchè assieme agli autori sarà possibile approfondire alcuni aspetti legati all'evoluzione del dialetto sloveno delle nostre valli. L'appuntamento per tutti è dunque martedì prossimo alle 20 a S. Pietro. jurja". Zato so možne tudi kakšne netočnosti. Prva številka, ki nosi datum 7. nov., je začela nastajati v briški vasici Gonjače, kjer so po vojni postavili razgledni stolp-spome-nik, s katerega se odpira pogled daleč na beneško stran in na Matajur. Pripravljati so jo začeli (takrat še nisem bil član prop. odseka 32. divizije Goriške to sem postal šele z drugo številko) po povratku 1. Soške brigade s propagandnega pohoda v Šentlenart. Ker pa se je divizija sredi oktobra premaknila proti Kolovratu, so jo verjetno končali nekje na tej poti, morda v Zapotoku ali še višje na severu. Tudi dan izida ni povsem zanesljiv, saj je verjetno, da so z datumom 7. nov. hoteli počastiti obletnico Oktobrske revolucije, kar bi se dalo sklepati po uvodnem članku. Druga številka po novembrski ofenzivi pod Matajurjem in Kolovratom Druga številka nosi datum 8. december in je torej bila natisnjena po že končani novembrski ofenzivi pod Matajurjem in Kolovratom in zato gotovo na levem bregu Soče, kamor se je umaknila glavnina partizanskih sil. Mislim, da je to bilo v Tolminskih Ravnah in v Čadrgu, kjer se je takrat za-državal propagandni odsek v neki veliki kmečki hiši. V pregledu vojaških dogodkov pa dogajanje med samo novembrsko ofenzivo ni navedeno, je pa ta ofenziva zadala mladim in takrat še neizkušenim partizanskim enotam težke udarce tudi z izgubo večjega števila poveljniških kadrov. Bolj ali povsem zanesljiv je podatek o kraju nastanka 3. številke, ki nosi datum 1. januar 1944. Napisana in urejena je bila na Šentviški planoti delno v Ponikvah in delno v Praprotu, natisnje- na pa v podzemni partizanski tehniki "Porezen" v bregu nekje na pol poti med Želinom in Cerknim, kamor sva jo nesla tiskat skupno s članom prop. odseka tovarišem Boštjančičem. Takrat nam je namreč v odseku zmanjkalo papirja. Ta številka je bila edina, ki je bila natisnjena na boljšem papirju in na ciklostilnem rotorju in ne v prenosni divizijski tehniki, zato je tudi njen izgled lepši, pa tudi obseg je večji. Po povratku iz tehnike "Porezen" na Šentviško planoto nisma našla tam več nobenega naše enote, ki so se med tem v pripravah na znameniti februarski pohod XXX. Divizije v Beneško Slovenijo, premaknile na Banjško planoto, štabi in propaganda pa v Čepovan. Težko obremenjena celotne naklade "Matajurja" v nahrbtnikih sva se podala za njimi, na Banjški planoti razdelila vsaj polovico naklade, drugo polovico pa odnesla v Čepovan in jo razdelila tam. "Matajur" smo pripravljali tudi v vasi Duge Najpomembnejša pa je, vsaj za moj občutek, 4. in obenem tudi zadnja številka tega prvega vojaškega "Matajurja". To pa zato, ker je nastajala v samem osrčju Beneške Slovenije, točneje v zaselku Duge med Gorenjim Tarbijem in Oblico v kmečki sobi družine po domače Dugar, med napornim pohodom vseh treh brigad divizije, ki so prekrižarile vso Benečijo do njenih skrajinih furlanskih robov, številka ima datum 3. ali 5. marec (številka je na ohranjem izvirniku težko razvidna), kar pomeni, da je do konca bila natisnjena že po končanem pohodu in povratku na levi breg Soče in torej zelo verjetno v Čepovanu ali celo na Lokvah. Nesporno pa je, da je pretežni del sestavkov zanjo bil napisan V SOBOTO 19. NOVEMBRA ZANIMIV POSVET V ČEDADU Šola, dejavnik sožitja Referati strokovnjakov in zastopnikov manjšin Sožitje je vrednota, ki jo vsi zagovarjamo, verjetno pa vsi premalo delamo zato, da se uveljavi, da postane stalnica v naših medsebojnih odnosih. Sožitje namreč temelji na medsebojnem poznavanju, predpostavlja voljo in potrebo po stalnemu odpiranju, po zasledovanju dialoga, ki pa ostane le prazna beseda, če se ne opira na medsebojno spoštovanje. Sožitje ni nekaj kar lahko enkrat za vselej doše-žemo, pač pa nekaj kar stalno gradimo in gojimo, pri čemer pa morata sodelovati obe strani. V tem procesu ima nenadomestljivo vlogo šola in to predvsem na jezikovno mešanih področjih, kjer je odločujoči dejavnik pri zbliževanju narodov. Taka in podobna vprašanja bodo predmet raprave na posvetu 'Šola in sožitje ", ki ga prirejata v Čedadu kulturno društvo Ivan Trinko in Zavod za slovensko izobraževanje. Posvet bo v soboto 19. novembra v Avditoriju srednje šole De Rubeis in se začne ob 15. uri. Udeležili se ga bodo s svojimi referati: Fabio Chiocchetti — Ladinski kulturni inštitut, Vigo di Fassa; Teodor Domej — Slovenski znanstveni inštitut, Celovec; Franz Lanthaller — profesor višje srednje šole v Meranu; Nelida Milani — Pedagoška fakulteta, Pulj; Albina Nečak Luk — Univerza E. Kardelj, Ljubljana; Silvana Schiavi Fachin — Univerza v Vidmu; Pavel Stranj — Slovenski raziskovalni inštitut, Trst. PRIREJA GA NARODNA IN ŠTUDIJSKA KNJIŽNICA Tečaj o ar S podporo Dežele Furlanije-Juljiske krajine se bo odvijal v Trstu tečaj o arhivistiki, ki ga letos drugič prireja Narodna in študijska knjižnica. Tečaj predvideva 9 predavanj in se bo zaključil v sredo 23. novembra. Vsa srečanja bodo potekala v popoldanskih urah od 14. do 18. v Gregorčičevi dvorani v Trstu. Namen tečaja je, da počasi prodre v zavest potreba po skrb- med samim pohodom in morda le sklepno vojno poročilo po njegovem zaključku. V tej številki je objavljen tudi moj daljši spis z opisom pohoda, ki sem ga zdaj po tolikih letih spet z zanimanjem prebral in obujal spomine na takratno dogajane. 5. junija 1944. leta začne spet izhajati "Matajur" Divizijski "Matajur" je s to številko prenehal izhajati 5. junija 1944, pa je izšla prva številka drugega "Matajurja ", ki ga je začel izdajati Odsek za informacije in propagando pri okrožnem odboru Osvobodilne fronte za Zapadno Primorsko. Ta "Matajur" je bil dvojezičen, slovenski in italijanski, in je imel od 4. številke dalje podnaslov "Beneški tednik - Settimanale della Carnia”, od 11. številke dalje pa podnaslov "Beneški tednik - Settimanale del Veneto Sloveno". Tiskala ga je civilna tehnika "Matajur" v zaselku Močile pod Zapotokom in nato v zaselku Senik, prav tako v bližini Zapotoka nad staro mejno rečico Idrijo. Tako prvi vojaški, kot drugi civilni "Matajur ", lahko imamo za predhodnika današnjega "Novega Matajurja", čeprav je divizijski "Matajur" bil namenjen prvenstveno borcem v raznih enotah 30. divizije in le obrobno tudi terenu oziroma ljudem v Beneški Sloveniji. Vsi, ki smo pri njem sodelovali in z njim v tistih težkih časih prekrižali beneške doline in hribe in prihajali v stik z ljudmi in občudovali njihovo vstajajoče narodno prebujanje, nosimo v sebi nepozabne spomine in tudi zadoščenje, da smo sicer skromno pa vendarle prispevali k temu prebujanju, katerega častni nosilec je bil v povojnih letih in je danes "Novi Matajur . j0^e Koren nem zbiranju in arhiviranju gradiva, ki priča o preteklosti in sedanjosti Slovencev v Italiji. S tečajem pa želi Narodna in študijska knjižnica razširiti informacijo in osnove arhistike med širok krog uporabnikov: knjižnice, inštitute, šole, društva, organizacije, raziskovalce, kulturne delavce, gospodarstvenike. Za dodatne informacije se lahko obrnete na NŠK ali pa na KD Trinko. E ora l’arte dei giovani in mostra "Arte giovane, Mlada umetnost", questo il titolo di una nuova mostra che verrà inaugurata sabato 12 novembre presso la Beneška galerija di S. Pietro al Natisone che così ancora una volta apre le sue porte a giovani artisti, mostrandosi quindi sensibile a ciò che di nuovo emerge nel mondo dell'arte a livello locale ed i cui portatori sono i giovani, spesso i più "temerari" nella ricerca di nuove forme espressive. Al pubblico ed alla critica verranno proposte le opere di sei giovani artisti, provenienti da varie Accademie di Belle Arti, della Benecia e del Goriziano per un confronto delle ultime tendenze dell'arte contemporanea. Espongono Antonella Bertagnìn, Michela Gubana, Luca Suelzu, Aldo Fabbro, Vasco Petricig e Paolo Turco. La mostra verrà ianugurata sabato 12 novembre alle ore 18. Alla vernice porterà il suo saluto il cav. Giuseppe Paus-sa, presidente dell'Azienda autonoma di soggiorno e turismo di Cividale e delle Valli del Natisone. A presentare la mostra sarà Francesco Amato, scrittore e critico d'arte. La mostra, organizzata dall'Associazione artisti della Benecia e dalla cooperativa Lipa di S. Pietro, rimarrà aperta al pubblico fino al 24 novembre (orario: 10.30-12.30.; 17-19 escluso la domenica). POMENLJIVA SVEČANOST V NEDELJO 6. NOVEMBRA V ŠPIETARSKI VASI Ob 45. obletnici Kuosta počastila svoje mrtve RAZMIŠLJANJE OB NOVEMBRSKIH SVEČANOSTIH Zakaj obiskujemo grobove in častimo naše mrtve? nadaljevanje s prve strani Liepa sončna jesenska nedelja je parpejala u Kuosto več ljudi iz doline, tudi take, ki jih ni bluo že puno cajta u tej gorski vasi špietarskega komuna. Pa nieso paršli gor samuo zavojo liepega sončnega dne, pač pa z namienom, da z vasnjani poča-ste njih nadužne žrtve, vitime in se spomnijo tistega strašnega 9. novembra 1943. ko so nacifašisti požgali vas. Cerimonija se je prejšnjo nedeljo začela ob 11. uri pred mo-numentam padlih u parvi in drugi uejski. Sv. mašo je daroval mons. Paskual Gujon, famoštar iz Matajurja. Vsa vas je bla okrašena z bandierami. Pred ka-pelo-monument so parnesli svoje gonfalone kombatentistične organizacije, med njimi sta bila tudi gonfalona špietarskega komuna in sekcije ANPI iz Nediš-kih dolin. Med mašo je imeu gospod Gujon prav lepo pridigo proti uejski, ki jo čjejo te bogati, te buozi pa muorjo tarpiet in prenašat nje konsegvence, kot se je zgodilo u vasi Kuosta pred 45. lieti. Po sv. maši sta govorila predsednik ANPI za Nediške doline, prof. Paolo Manzini in špietarski šindak, prof. Firmino Marinig. Manzini se je spomnil tistih strašnih vojnih cajtov, ko je tudi njega, mladega fanta, potisnil vihar v razburkane valove raz-dejajoče 'vojne povodnje in bu-raške". Povedal je, da so ljudje v teh krajih pomagali partizanom, zato so jo drago plačjali. Pohva-lu je skarbnost, delavnost in en-tuziazem Kuoščanu za obnovitev svoje vasi, a njih trošti, njih upanja in pričakovanja nieso ble uresničene, realizane. Po uejski so muorli s trebuham za kruham po svjetu, od koder se jih puno ni vič varnilo. "Če bi v Rimu sparjeli in spoštovali tiste artikulne od košti-tuciona, ki se nas, posebno nas, od blizu tičejo, bi bluo tle buojš življenje za vse nas in more bit bi se še varnili na svoje domove, tisti ki so ostali po svietu.'' je še med drugim dejal Manzini. Šindak Marinig se v svojem govoru ni dotaknu Rezistence, je biu pa vsedno zanimiv, inte-rešant. Vneto se je zavzeu za mir in sodelovanje, kolaboracion med narodi, med nacionami in deželami. Sklicujoč se na besede gospoda Gujona, je tudi on ob-sodu uejske, ki ne parnašajo nič dobrega, pač pa sovraštvo, rušenje, razvaline (rovine), kot se je zgodilo pred 45. leti v Kosti. Besede Manzina in Mariniča so številni prisotni pozdravili s prisrčnim ploskanjem. ne sme peljati niti strah, da jih ujezimo in užalimo, če jih ne počastimo in zatuo ne bojo molili za nas Boga v nebesih. Na vsaki poti, posebno pa do britoia, naj nas pelje ljubezen do bližnjega takuo bomo najlepše počastili spomin naših očetov in mater, sestri in bratov, prijateljev in znancev. Ljubezen je življenje, je vse. Sovraštvo pelje v pogubo, u far-damanost! Tudi o tem bi morali misliti, kadar gremo na grobove naših dragih ranjkih. In prej ko zaključim tele moje razmišljanje o življenju in smarti, bi rad dodal neko, zame pomembno ugotovitev, ki se tiče vseh nas, beneških Slovencev. Kljub temu, da smo bili že v preteklosti smatrani za največje častilo martvih, nisem še nikoli videl tako napolnjenih britofov, pokopališč, kakor v zadnjih letih. Moja ugotovitev in sklep je ta: ljudje, ki so doma in drugi, ki za- vojo kruha morajo živeti daleč od naše zemje, so zastopili, da gremo namanj, h kraju. U zavesti al pa u podzavesti čutijo strah, da nam bo odzvonila zadnja ura. Živih, ki bi jim pomagali, jih ni, zato živi z martvimi izpričujejo na britofih našo enotno skupnost. Na vsakem pogrebu je več ljudi. Še nikdar niso tako beneški Slovenci občutili, da kadar umre en naš mož, žena, umre en kos naše skupnosti, zmanjka košček našega človeškega mozaika, ki bo pustil votlino, brez nadomestila, ker se pri nas redko rodijo otroci. Ob takšnih priložnostih, zavestno ali podzavestno, stiskajo svoj narodnostni in človeški in narodnostno obrambni krog! Naj se častijo martvi, kakor smo jih do sedaj, ampak človeško bi bilo, če bi ljudje verovali v življenje in pomagali tistim, ki delajo za vstajenje naše zemlje. Parvo življenje, potem smart. Brez življenja ni smarti. Petar Matajurac Pred spomenikom v špietarski vasi Kuosta Ci sono appena concluse le cerimonie d'occasione per il 70° anniversario della vittoria italiana sull'Austria del 1918. Le cerimonie si sono ripetute nei paesi e nelle città ed i giornali non hanno risparmiato carta ed inchiostro per esaltare quella vittoria e per suggerire una memoria eroica dei soldati che hanno combattuto quella guerra. Nella memoria storica tutti sono diventati eroi, magari umili, anche se furono in grandissima parte eroi per forza. Infatti fu soprattutto il mondo contadino, il più estraneo alle scelte politiche e per propria natura il più alieno alla guerra, a sobbarcarsi il peso maggiore di tanto massacro, al quale non c’era scampo. Degli oltre cinque milioni di uomini chiamati alle armi in Italia nel corso della guerra, più di 800 mila (il 16%!) furono i denunciati ai tribunali militari; in parte renitenti alla leva. 400 mila furono denunciati per reati compiuti sotto le armi: ammutinamento, autolesionismo, insubordinazione, diserzione. E gli altri, i combattenti fedeli? Gli altri combatterono, per la maggior parte, perchè costretti a SETTANTANNI FA FINIVA LA PRIMA GUERRA MONDIALE Guerra, germe malefico Un tragico bilancio di 8 milioni di morti e 6 milioni di mutilati combattere, perchè chi disobbediva di fronte al nemico veniva punito con la fucilazione. Perfino la prigionia veniva accolta come una liberazione. Perfino quelli che nel periodo della neutralità fino al maggio 1915 avevano parteggiato per la guerra o chi ci era andato volontario, vedeva ora le cose in modo diverso. La guerra non era più il momento eroico tanto sognato per coprirsi di gloria, ma nei casi più comuni, una penosa lotta quotidiana contro la fame ed il freddo, contro la sporcizia ed i pidocchi. Il tragico intermezzo erano i massacri provocati dalle artiglierie e dagli assalti alla baionetta. Le cronache delle cerimonie commemorative riportano discorsi in cui l'idea della pace è unita a quella della guerra, quasi come se fossero due facce di un'unica me- daglia, quasi che la pace non possa essere la condizione naturale in cui l'essere umano vive ed opera. Quello delle cerimonie è un messaggio ambiguo, attraverso il quale o si è eroi e vincitori (sempre per il valore e meriti propri) o si è eroi lo stesso ma sconfitti (per l'avversa fortuna). Un messaggio che altrettanto ambiguamente accompagna la memoria di chi è stato ucciso (desiderando disperatamente la vita) all'esibizione delle armi e degli eserciti. * • * La guerra di cui si ricordano i settant'anni si concluse con la disfatta dell’impero germanico, dopo il cedimento di tutti i suoi alleati (Bulgaria, Turchia e Austria) stremati dal lungo conflitto. L'armistizio era stato chiesto dalla Germania il 4-5 ottobre 1918 dopo più di quattro anni di guerra. Venne firmato ITI novembre 1918. C'era voluto un mese perchè il presidente degli USA, Wilson, facesse capire che con quella firma l'impero germanico sarebbe stato cancellato. Lo storico sovietico E.V. Tarle annota su quella giornata: Già la sera del 10 novembre si era saputo a Parigi che il governo aveva ordinato di sparare 101 salve di cannone non appena fosse giunta la notizia che i tedeschi avevano firmato l'armistizio. Quando ITI novembre 1918, poco dopo le 11, eccheggiò la prima salva, secondo testimoni oculari, i passanti si fermarono come pietrificati, si tolsero il capello e molti piansero. Il giorno precedente, alle otto di mattina, l'imperatore Guglielmo II si presentò fuggiasco alla frontiera olandese. Lo seguì il principe ereditario. In Germaia era scoppiata la rivoluzione: il modello era quello della Russia dell'anno precedente. Non era tuttavia Guglielmo II l'unico responsabile della grande carneficina alla quale parteciparono tutte le maggiori potenze mondiali e decine di stati minori. Era invece, insieme al suo governo ed alle gerarchie militari, il più sicuro di una rapida vittoria, per mezzo di un piano strategico che appariva perfetto. Perciò il 4 agosto 1914 l'imperatore esortava l'esaltata popolazione di Berlino ad accorrere nelle chiese, non tanto per chiedere l'aiuto divino quanto a ringraziare per la vittoria ormai certa. Assieme a lui ebbero pari responsabilità tutti i potenti di quel tempo, i quali avrebbero potuto, volendo, fermare la guerra prima che divampasse l'incendio fatale. Ma la prima guerra mondiale fu una guerra capitalistica nel senso più classico del termine. Più ancora della seconda che nel folle disegno di Hitler aveva una spinta ideologica. La prima guerra mondiale fu una guerra voluta indistintamente da tutti: per ciascuno dei contendenti c'erano aree di dominio, di potere e di ricchezza da mettere in movimento e da redistribuire a proprio vantaggio: territori, mercati, flotte, colonie, ecc. E nel momento in cui si poteva ancora evitare l'incendio balzarono in primo piano disastrosi equivoci e sospetti e tragici atteggiamenti di prestigio. Ne furono esempi l'ultimatum dell'Austria alla Serbia, la mobilitazione in Russia, l'ultimatum germanico, l'ambiguità dell'Inghilterra che non fece capire il proprio atteggiamento. E così via. • • • Quale il bilancio della guerra? La guerra ebbe il tragico bilancio di 8 milioni di morti e dispersi e di 6 milioni di mutilati gravi fra le sei maggiori potenze europee, Germania, Russia, Austria, Francia, Italia ed Inghilterra. A ciò si aggiungano le perdite di tutti gli altri paesi in querra, lo sterminio del 65% degli armeni da parte dei turchi, le perdite fra la popolazione civile per i bombardamenti, i combattimenti e la fame. Produsse enormi ricchezze ai profittatori ed agli speculatori dell'industria e della finanza, i cosidetti "pescica-ni". Dalla guerra presero poi origine tutta una serie di fenomeni sociali e politici che agitarono a lungo la scena europea. E la stessa pace, che Wilson avrebbe voluto fondare sul principio delle libere nazioni, non fece che incapsulare provvisoriamente i germi malefici. Ventanni dopo essi torneranno ad agire con virulenza ancora più micidiale. Paolo Petricig Predsednik ANPI Manzini Fotografija nam kaže moment zbranosti na britofu Sv. Štoblanka Soldati in trincea Si raccolgono i feriti dopo un attacco ANCHE UN’OCCHIATA ALLE PROCESSIONI PIU’RICHIESTE DA ENTI PUBBLICI E PRIVATI PUÒ’ FARE DA PUNGOLO Vuoi un posto È ora che anche gli Enti pubblici di lavoro accettabile? Studia! in Benecia prendano di petto la questione della bassa scolarizzazione LE PROFESSIONI PIÙ RICHIESTE DALLE AZIENDE PRIVATE IN REGIONE Professioni 1987 1988 Numero % Numero % Rappresentanti, viaggiatori, mediatori, assistenti di vendita ed assimilati 151 36,8 170 41,4 Informatori medico-scientifici 28 6,8 44 10,7 Impiegati amministrativi con mansioni direttive e di concetto 27 6,6 33 8,0 Ingegneri 19 4,6 29 7,1 Periti industriali, chimici e d'arte 26 6,3 26 6,3 Tecnici mansioni esecutive 7 1,7 20 4,9 Direttori e managers 28 6,8 20 4,9 Analisti e programmatori di calcolatori elettronici e macchine contabili 14 3,4 19 4,6 Tecnici con mansioni direttive e di concetto 5 1,2 8 1,9 Commessi e banconieri 5 1,2 5 1,2 Consulenti fiscali, aziendali e del lavoro 15 3,7 5 1,2 Contabili, economi e cassieri 12 2,9 5 1,2 Biologi, zoologi, naturalisti 0 0 5 1,2 Impiegati con mansioni esecutive 3 ,7 4 1,0 Matematici, statistici, attuari, economi e sociologi 9 2,2 2 ,5 Avvocati, procuratori legali 0 0 1 ,2 Autisti 0 0 1 ,2 Fisici e chimici 0 0 1 ,2 Elettricisti, elettrotecnici, radiotecnici ed assimilati 1 ,2 1 ,2 Operai metalmeccanici 12 2,9 1 ,2 Domestici 0 0 1 ,2 Le prime 21 professioni 362 88,3 401 97,6 Non specificate 48 11,7 10 2,4 TOTALE 410 100,0 411 100,0 NUMERO DI POSTI DI LAVORO OFFERTI NELLA REGIONE NEL 1987 E 1988 (SEI MESI) Attività economica 1“ trimestre % sul totale 1987 1988 1987 1988 Industrie alimentari e tabacco 396 357 2,7 2,2 Ind. tessili, abbigl. e calzat 340 739 2,3 4,5 Industrie metalmeccaniche 297 652 2,0 4,0 Industrie chimiche 265 278 1,8 1,7 Altre industrie manifatturiere (1) 1005 1382 6,8 8,4 Industria delle costruzioni 248 551 1,7 3,4 Commercio ingrosso e minuto 4141 6689 27,9 40,9 Credito e assicurazione 679 250 4,6 1,5 Servizi 387 438 2,6 2,7 Altre (2) 7092 5030 47,8 30,7 TOTALE 14850 16366 100 100 (1) Altre industrie manifatturiere: mobilio e legno; materiali da costruzione; carta e poligrafiche; altre manifatture (gomma, giocattoli, oro, plastica ecc.); beni di consumo; beni strumentali. (2) Altre: agricoltura, industrie estrattive, industria elettrica e gas, industria generica, trasporti e comunicazioni, publica amministrazione, altre municipalizzate, azienda generica, non indicato. NUMERO DI POSTI DI LAVORO OFFERTI IN REGIONE Totale di richieste ........................................................... 19.552 Richiesto titolo studio laurea.................................................... 236 Richiesto titolo studio diploma................................................. 1.736 Richiesta conoscenza lingua inglese .............................................. 194 Richiesta conoscenza lingua tedesca .............................................. 213 Richiesta conoscenza sloveno-srbocroato .......................................... 117 LE PROFESSIONI PIÙ RICHIESTE DALLE AZIENDE PRIVATE IN ITALIA Professioni 1987 1988 Numero % Numero % Rappresentanti,viaggiatori, mediatori, assistenti di vendita e assimilati 10957 33,3 9197 30,6 Impiegati amministrativi con mansioni direttive e di concetto 4173 12,7 3969 13,2 Analisti e programmatori di calcolatori elettronici e macchine contabili 3118 9,5 3210 10,7 Informatori medico-scientifici 1608 4,9 1934 6,4 Direttori, managers 2157 6,6 1880 6,3 Tecnici con mansioni direttive e di concetto.... 1070 3,3 1258 4,2 Ingegneri 1309 4,0 1114 3,7 Periti ind., chimici, d'arte e assimilati 1172 3,6 1052 3,5 Tecnici con mansioni esecutive 712 2,2 846 2,8 Disegnatori tecnici e cartografi 1022 3,1 807 2,7 Contabili, economi, cassieri 719 2,2 697 2,3 Operai metalmeccanici 424 1,3 581 1,9 Impiegati con mansioni esecutive 218 ,7 429 1,4 Consulenti fiscali, aziendali e del lavoro 607 1,8 401 1,3 Elettricisti, elettrotecnici, radiotecnici e assimilati 482 1,5 325 1,1 Geometri e periti edili 265 ,8 252 ,8 Indossatori 6 ,0 210 ,7 Fisici e chimici 195 ,6 209 ,7 Commessi e banconieri 156 ,5 181 ,6 Operatori EDP 53 ,2 133 ,4 Matematici, statistici, attuari, economisti e sociologi 218 ,7 132 ,4 Biologi, zoologi e naturalisti 20 ,1 60 ,2 Tipografi, legatori, compositori, fotografi addetti a lavoro poligrafico 40 ,1 56 ,2 Avvocati, procuratori legali 77 ,2 55 ,2 Esercenti di negozio 39 ,1 45 ,1 Autisti 38 ,1 44 ,1 Cuochi di alberghi, pubblici esercizi ed assimilati 83 ,3 43 ,1 Architetti 21 ,1 42 ,1 Titolari di uffici postali, telegrafici ed assimilati 84 ,3 40 ,1 Medici 77 ,2 39 ,1 Infermieri ed assimilati 23 ,1 35 ,1 Capimastri, muratori, imbianchini, conduttori di macchine edili ed assimilati 64 ,2 33 ,1 Scrittori, giornalisti e pubblicisti 31 ,1 32 ,1 Falegnami, mobilieri, carpentieri, tornitori segatori ed assimilati 43 ,1 29 ,1 Domestici 11 ,0 24 ,1 Tecnici sanitari 4 ,0 23 ,1 Orchestrali, artisti, pittori, scultori, tecnici di spettacolo e assimilati 60 ,2 23 ,1 Bibliotecari, impiegati archivio e assimilati 4 ,0 23 ,1 Piloti 0 0 20 ,1 Baristi ed assimilati 44 ,1 19 ,1 Interpreti e traduttori 3 ,0 17 ,1 Idraulici, conduttori impianti termici 16 ,0 16 ,1 Sarti, maglieristi, cappellai, tappezzieri ed assimilati 15 ,0 15 ,0 Camerieri di alberghi e pubblici esercizi 57 ,2 13 ,0 Addetti lavorazioni chimiche 3 ,0 12 ,0 Agronomi, periti agrari e forestali 5 ,0 12 ,0 Dattilografi e stenografi 72 ,2 12 ,0 Carabinieri, agenti polizia, guardia finanza, vigili fuoco 0 0 10 ,0 Professori ed insegnanti 36 ,1 9 ,0 Portieri di abitazione 8 ,0 8 ,0 Prime 50 professioni 31619 96,1 29626 98,6 Altre 1267 3,9 408 1,4 TOTALE 32886 100 30034 100 La garanzia per Una propria classe dirigente Tutti sono consci della difficoltà in cui si trovano le famiglie ed i giovani quando devono scegliere la scuola da frequentare. Qui di seguito cercheremo di dare alcune informazioni che permettano di districarsi nel mare di sollecitazioni che ognuno ha. Premessa: già oggi chi desidera trovare un posto di lavoro accettabile deve studiare. Per il futuro la situazione sarà ancora più accentuata. Dall'ultima indagine fatta dal-l'ISTAT Istituto statistico , emerge che nel 1987 in Italia un capofamiglia analfabeta ha determinato un reddito di un milione trecentomila, uno con la licenza elementare un milione novecentomila mentre uno laureato tre milioni e trecentomila. Per il futuro le differenze saranno ancora più vistose. Ancora: da uno studio della Regione risulta che nel secondo trimestre ’88 le offerte di lavoro nel settore pubblico riguardavano il 90% persone con almeno un diploma e solo il restante 10% senza! Dunque una constatazione: si deve studiare anche dopo la terza media. Quale scuola scegliere è un pò più difficile dire. Va però tenuto presente che in generale non è la specializzazione della scuola che vincola (cioè tutte le scuole serie danno similari opportunità) quanto il livello che si riesce a raggiungere (diploma, laurea). Una digressione: sarà anche ora che i nostri enti publici (e in special modo le comunità montane) prendano di petto il problema della bassa scolarizzazione che, per quanto concerne le scuole superiori e le università, è ancora prerogativa della nostra zona. Si devono dare incentivi concreti (cioè borse di studio consistenti) agli studenti perchè possano affrontare serenamente un lungo periodo di studi. Non ci si può nascondere dietro un dito affermando che ci sono altri enti che sono preposti a ciò: è sufficente guardare la realtà. Dallo studio che ogni trimestre la Regione realizza sul mercato del lavoro abbiamo estrapolato alcuni dati (i dati sono ottenuti sulla base di offerte di lavoro). FB Le discussioni di ordine politico, sociale, economico sono importanti in quanto possono sviluppare e determinare scelte legate a cambiamenti e a ristrutturazioni. Tuttavia possono anche essere fini a se stesse, atte ad affinare sterili dialettiche metafisiche, lontane dai problemi reali che non servono a nessuno. Stiamo attenti che la politica può anche rappresentare fini problematiche, collegate alla razionalizzazione sofistica, inconcludente sul Piano operativo, ma estremamente interessanti su quello intelet-tuale linguistico. E' un pericolo molto diffuso per abili politici che fanno leva sul nulla per interpretare la realtà. Anche nella nostra regione, sia al centro che in periferia, si è spesso parlato di problemi ecolo-fjici senza conoscerne l’intima struttura, di turismo, senza nessuna analisi approfondita di politica per le zone emarginate dove il degrado demografico, economico G politico sembrava conseguenza di qualcosa di indeterminato. Le soluzioni proposte a questo punto risultano irrealizzabili per la Mancanza di una precisa chiarificazione di termini e per le varie contraddizioni che interagiscono nel dibattito. E’ sembrato spesso che i vari relatori parlassero più per soddisfare le loro esigenze culturali che per indagare sulle crisi e per cercare delle soluzioni. Consideriamo la Benecia e tutte le parole che si sono spese per risolvere l'emarginazione in cui si trova e scopriamo che molte soluzioni proposte erano irrealizzabili e le altre non davano e non potevano offrire nulla di concreto. E’ più di dieci anni che se ne parla e ben poco è cambiato. Si è creata la Comunità montana, i vari enti di sviluppo, le diverse zone industriali, tuttavia questa terra rappresenta sempre un punto negativo per tutta la regione. Ci saranno dei motivi che non permettono la soluzione di tutti questi problemi. Le Valli sono povere di materiale umano, dovuto ad uno spopolamento selvaggio che è incominciato subito dopo la guerra e purtroppo è continuato ancora. L'uomo, con la sua capacità creativa, la sua intelligenza, la sua fantasia, è considerato, anche in economia, un fattore primario che va potenziato e valorizzato, se veramente vogliamo cambiare la società. E’ necessario, in un territorio, favorire la presenza umana, sia da un punto di vista quantitativo, ma soprattutto qualitativo, in quanto non sono tanto le braccia che producono ricchezza, quanto l'intelligenza che crea condizioni nuove, frutto di ricerche e di esperienze d'avanguardia. I vari enti preposti alla guida di una comunità devono intervenire sul tessuto umano, per non lasciare che le persone maggior- mente capaci abbandonino gli studi per un posto di lavoro, e proseguano invece il loro cammino culturale ai massimi livelli universitari. Una società per sopravvivere e per crescere, in situazioni molto complesse come la nostra deve poter contare su tutti i suoi componenti, favorire i più capaci per creare una classe dirigente in grado di operare la trasformazione necessaria per il benessere dei suoi cittadini. La Comunità montana delle Valli del Natisone, se vuole porre fine alla situazione di degrado nella quale si trova, deve intervenire in tempi brevi, proponendo borse di studio consistenti per i suoi studenti più meritevoli, onde avviarli agli studi univeri-tari e alle varie specializzazioni anche all'estero, per poter contare sulla propria gente non solo come maestranze operative, ma soprattutto dirigenziali. Dicevamo che i tempi stringono, in quanto la nostra regione, un tempo emarginata come zona di confine, sta diventando un centro interessante, un punto nevralgico fra l’economia dell'est e dell'ovest. Il famoso '92 sarà poi un'altra tappa importante e per quel periodo non possiamo trovarci impreparati; è necessario dare risposte chiare e operanti che siano elaborate da noi e dai nostri tecnici e dirigenti. Sono problemi che la Comunità non si era mai posta, in quanto sembrava prioritario offrire lavoro alla nostra gente, dare le braccia a chi preparato e serio veniva da lontano. Ricordiamoci, e la storia lo insegna, che una comunità che per la sua sopravvivenza si deve appoggiare a forze esterne, prima o poi è destinata o a scomparire o a trasformarsi, rinnegando completamente le sue origini. E’ la legge inesorabile del mercato, che premia i migliori e allontana i meno capaci, allineandoli nella marea insignificante di coloro che sono sempre costretti a subire il peso degli avvenimenti. n p SCHEDA STORICA 19 - La morte nera Lancaster ^.Cambridge anzica Thorn DAO 0Londra Brema BristoKs agdeburgo V\CoIo ruaes LlegpwFrancofo ♦ Norim Bordeaux Milano* EARN^0'033 /«Genova Firenze oSaragozza Costantinopo Barcello (Valencia Siviglia a Almeria | Regioni risparmiate dalla peste * Città risparmiate dalla peste gg M inimata ur A S. Maria indulgenze e mercati Pellegrinaggi al santuario di Castelmonte In tema di Madonne è forse curioso ricordare la discussione sulla titolarietà di S. Maria del Monte: quello dell'Assunzione o quello della Natività della Madonna?. Le due festività sono piuttosto vicine, la prima il 15 agosto, la seconda ì’8 settembre. La questione non è stata risolta forse perchè la Vergine di Castelmonte non ha un titolo determinato. I pellegrinaggi maggiori avvenivano nelle due date, ma quella dell’8 settembre ebbe il primato. Essa fu legata al mercato di S. Maria del Monte che si teneva in Cividale: era uno dei quattro mercati della città che potevano cadere anche di festa, come da ordinan- za del Gastaldo. Fu il patriarca Bertrando a stabilire che "il mercato di S. Maria del Monte, cioè del mese di settembre, si tenga per l'avvenire nel borgo del Ponte della città, e propriamente nel campo del tiro delle balestre... e che il mercato duri per tre giorni seguenti inclusi e siano mercati liberi e franchi." Dal punto di vista spirituale, nel 1247 papa Innocenzo IV aveva attribuito varie indulgenze al Santuario. Cent'anni dopo ad Avignone dodici vescovi concessero 40 giorni di indulgenza ai pellegrini che si fossero recati a venerare la Vergine e ciò venne confermato dal patriarca Bertrando. Processione di flagellanti CRONACHE FEUDALI - TERZA PARTE Le trame del patriarca Nel secolo XIV, detto anche Trecento, avvennero in tutta Europa, in Italia e in Friuli importanti trasformazioni sociali. Per quanto possa sembrare strano, ebbe una parte rilevante in tutto questo un ... insetto, la pulce. Viaggiando nella tiepida pelliccia degli animali, soprattutto dei topi, la pulce portò nella popolazione il bacillo della peste. L’epidemia, scoppiata in Cina, nel 1348 venne portata dalle navi genovesi in Italia ed in tutto il Mediterraneo. Era una malattia terribile, dolorosa e schifosa, mortale in quasi tutti i casi. Era la Morte Nera e la gente pensava che si diffondesse attraverso l'aria. Ravvisava i segni dell'arrivo del morbo nell'appa-rire di segni celesti come eclissi, macchie solari, comete. La scienza consigliava di fuggire dai luoghi raggiunti dalla peste. Maghi e streghe consigliavano talismani ed amuleti oppure scongiuri, quali polveri di ragno, di vipera, di scorpione. La Chiesa organizzava messe, processioni e pellegrinaggi, dove però il rischio di contagio aumentava. .T. i _ ■ Il campanile con l’orologio di una città tedesca Le strade della peste La peste del 1348 provocò un vero e proprio crollo della popolazione. In Europa morirono 30 milioni di persone, circa un terzo di tutta la popolazione. Venezia perse metà della popolazione: 50-60 mila persone su 110 mila. Ci vollero poi 170 anni perchè tornasse al numero precedente, nonostante la città fosse all'avanguardia nella lotta contro la peste. La peste tornava a ondate di 9-12 anni, mentre le guerre continuavano quasi senza tregua. In Europa sparirono paesi interi: in Germania il 40% dei villaggi, in Inghilterra il 25%. La diminuizione della popolazione provocò la penuria delle braccia nei possedimenti feudali e le rendite dei nobili si assottigliarono. Molti campi seminativi vennero ridotti a pascoli e si diffusero nuovi sistemi di produzione del reddito: l'affitto e la mezzadria. Con l'affitto il contadino pagava una somma di denaro e si teneva il prodotto, con la mezzadria divideva il prodotto con il padrone. Lavorando di più, il contadino produceva di più ed il suo reddito aumentava. In molti casi nuovi padroni delle terre erano i signori delle città, i quali le avevano comprate dai nobili. Era un modo nuovo di produrre ricchezza, visto che nelle città le braccia per lavorare erano ancora più rare, per quanto molta gente vi giungesse dalle campagne: in città la peste aveva colpito più duramente. Nelle città si introdusse la misurazione della giornata lavorativa con il suono di una campana. Prima era determinata dal sorgere e dal tramontare del sole. Poi la campana non bastò e si inventò l'orologio, che ogni città poneva sul campanile. L'ansia di arricchire indurì lo sfruttamento degli operai addetti alle attività artigianali e quello dei contadini, mediante nuove tasse e tributi. All'accen-tuarsi dello sfruttamento seguirono numerose rivolte in Francia, in Inghilterra, in Italia. A Firenze (dove veniva coniato il fiorino d'oro, il dollaro di quei tempi!), nel 1378 vi fu la rivolta dei Ciompi, cioè degli operai dell'arte della lana: erano circa diecimila operai impiegati nei 279 laboratori tessili della città. M. P. Il nuovo eletto da Roma, Giovanni fratello del marchese di Moravia, vescovo di Boemia... venne finalmente a Udine e fu ricevuto con liete accoglienze. Venne ad ostilità con Federico Savorgnano, perchè, voleva governare da tiranno e cominciò a perseguitare i suoi amici. Il patriarca Giovanni estorse rilevanti somme dalla cassa civica, tolse le cariche ai contrari; teneva in corte donne impudiche, buffoni e nutriva gran quantità di cani e di uccelli invece dei poveri; danari pur anco truffò a vari cittadini barandoli al gioco a cui invitavali in castello. Vi chiamò anche Nicolò Manin, ricchissimo, amico del Savorgnano, lo cacciò in prigione e minacciò di tortura se non pagasse grosso riscatto. Il popolo accorse tumultando e il patriar- ca impaurito lo rilasciò, fuggendo a stento nel castello di Soffumbergo, indi in Cividale. Assente il patriarca, ritornò in Udine Federico, che rimesso venne nelle sue cariche ed onori. Cospirarono perciò in Cividale gli amici con il patriarca Giovanni e vennero in Udine fingendo di voler vedere la giostra ch'ivi tenevasi nelFultimo giorno del carnovale: e il Savorgnano gl'invitò ed accolse alla cena e al ballo nel proprio palazzo. Nel domani (16 febbraio 1389) lo assalirono di buon mattino nella cappella di S. Stefano, mentre nulla sospettando ascoltava la messa accompagnato da sue soli domestici. da "Udine e la sua provincia" di G.D. Ciconi. Calamità ed in tutto il Alla durezza della vita comune si aggiunsero nel Medioevo terribili calamità naturali, quali alluvioni, terremoti, epidemie. Imperversarono varie volte in ogni secolo. Ecco ciò che accadde nel 1348, anno dell'assassinio del patriarca Bertrando. Il terremoto (25 gennaio 1348) All'hora dei vespri la terra gravemente si scosse. Agli empiti di tanto moto diroccò il castello di Flagogna rimanendo oppressa da quella rovina Santa di Toppo, signora di esso coi suoi famigliari. Quello di S. Daniele fece la medesima caduta morendovi sotto tutti quelli che si trovavano dentro. Parte del castello di Udine e del Palagio Patriarchale anche precipitò e molte altre fabbriche (edifici) della città. A Pordenone la terza scossa fu orribilmente rovinosa, cadde la porta in Sacile, rovinarono due torri del castello di Ragogna e morirono più genti, in rovina il castello di Tolnino e quello di Rovistagno. In Gemono la metà e più delle case sono rovinate e cadenti e fesso (spaccato) e aperto il campanile della Chiesa Maggiore. A Venzone il campanile si fesse per mezzo e più case rovinarono. Ad Aqui-leia diroccò il maggior edificio della Chiesa. A Villaco nemmeno una casa intatta e da una fessura in forma di croce che si produsse nella piazza maggiore sgorgò prima sangue e poi acqua in gran copia. Intorno al fiume Gaglia più di cinquanta ville (paesi) sono rovinate e coperte da due monti e quasi tutte le genti perite. Nella Carnia perirono più di mille persone. Si estese il prodigio per tutta l'Italia, e per gran parte della Germania. La peste Al terremoto successe la pestilenza, che fu universale a tutta Europa, ma così particolare in Friuli, che rimase quasi privo d'habitanti. Perivano irreparabilmente in tre giorni. La mancanza de gli agricoltori e le intemperie dell'aria cagionò che seguisse una notabile carestia, che continuò due anni seguenti. La sepoltura del morti di peste TUTTOSPORT VSE O ŠPORTU I risultati 1. CATEGORIA Valnatisone - Gemonese 1-2 2. CATEGORIA Audace - Olimpia 1-0 Tarcentina - Savognese 4-1 3. CATEGORIA Alta Valtorre - Ciseriis 1-0 Rangers - Pulfero 1-1 UNDER 18 Puliero - Reanese 0-1 Azzurra - Valnatisone sosp GIOVANISSIMI Valnatisone - Azzurra 2-1 ESORDIENTI Audace - Com. Faedis 0-0 Azzurra - Valnatisone 0-2 Walter Petrlclg - Savognese Prossimo turno 1. CATEGORIA Julia - Valnatisone 2. CATEGORIA Savognese - Tricesimo; Reane- se - Audace 3. CATEGORIA Bearzi - Alta Valtorrei riposa il Rullerò UNDER 18 Valnatisone - Riviera; Rizzi -Pulfero GIOVANISSIMI Riposa la Valnatisone ESORDIENTI Valnatisone - S. Gottardo/B; Cividalese - Audace Le classifiche 1. CATEGORIA Gemonese 11; Flumignano, Serenissima 10; Cividalese, Pro Faga-gna, Julia, S. Daniele 8; Percoto 7; Lauzacco, Fortituto, S. Sergio 6; Valnatisone, Ponziana, Maianese, Spilimbergo 5; Sangiorgina 4. 2. CATEGORIA Tricesimo, Gaglianese 10; Audace, Reanese, Tarcentina 9; Corno, Buonacquisto, Forti & Liberi, Arte-niese 8; Donatello 7; Pro Osoppo, Torreanese 6; Savognese, Bressa 4;01impia, Buttrio 3. 3. CATEGORIA - Girone D Treppo Grande, Riviera 10; Pro Tomezzo 9; Rizzi 8; S. Gottardo 7; Alta Valtorre, Atletica Buiese, Ni-mis 6; Chiavris, Colugna 5; Bearzi, Pro Venzone, Ciseriis 4; L'Arcobaleno 0, 3. CATEGORIA - Girone E Comunale Faedis 10; Azzurra 9; Rangers 8; Puliero, Savorgnanese 7; Stella Azzurra, Celtic, S. Rocco 5; Fulgor 4; Atletico Udine Est, Man-zano, Asso, Ancona 3. UNDER 18 Virtus Tolmezzo 11; Julia 9; Reanese, Ragogna 8; Rizzi, Ciconicco, Pro Osoppo, Buonacquisto 5; Valnatisone, Chiavris, Mereto Don Bosco, Riviera 4; Olimpia 3; Azzurra, Pulfero 2 Ragogna, Chiavris, Reanese, Pro Osoppo, Rizzi hanno riposato. Mereto e Riviera una partita in meno, GIOVANISSIMI Serenissima, Buonacquisto 13, Nimis, Paviese/A 10; Manzanese, Gaglianese 9; Valnatisone 8; Torreanese 7; Olimpia 5; Fortissimi, Azzurra 4; Cussignacco 3; Fulgor 1; Com. Faedis, Savorgnanese/B 0. Savorgnanese/B, Olimpia, Nimis, Manzanese, Paviese/A, Azzurra hanno riposato. ESORDIENTI Gaglianese 11; S. Gottardo/B, Buonacquisto 7; Valnatisone, Manzanese 6; Cividalese 5; Com. Faedis 3; Audace, Azzurra 2. S. Gottardo/B, Gaglianese e Valnatisone devono riposare. N.B. Le classifiche delie giovanili sono aggiornate alia settimana precedente. VITTORIA PER L'AUDACE. BUON PARI DEL PULFERO, BRUTTE SCONFITTE DI VALNATISONE E SAVOGNESE All’Alta Valtorre il derby Purtroppo è durata solo una settimana la giusta marcia della Valnatisone nel campionato di prima categoria. Dopo la vittoria ottenuta a Udine contro la Sangiorgina si sperava di vedere qualcosa di meglio negli incontri casalinghi, invece la Valnatisone ha ottenuto la terza sconfitta. Autore della rete del momentaneo vantaggio azzurro il centrocampista De Marco, il quale è stato convocato nella rappresentativa regionale. L'Audace in zona "Cesarini" con Alberto Paravan ottiene un importante successo contro la "scorbutica" formazione dell'Olimpia, che ha ammainato bandiera all'ultimo istante della gara. Con Polisportiva Grimacco Ogni lunedì e mercoledì alle ore 20.00 presso la palestra di Liessa Corso di ginnastica presciistica e di mantenimento con il prof. Franco Rudi Inizio lunedì 14 novembre Ti aspettiamo! questo risultato la classifica per gli uomini di Chiuch si fà più consona alle reali possibilità della formazione che è salita al secondo posto. Se l'Audace sorride, la Savognese in edizione trasferta ' piange''. Ma stavolta il passivo non è tennistico, inoltre la formazione allenata da Podorieszach ha dovuto fare a meno di Bordon espulso, giocando parte della gara in dieci. Buon per i padroni di casa della Tarcentina che hanno avuto la fortuna di far entrare in campo il numero 13 Rusconi che alla fine del primo tempo ha segnato due reti in cinque minuti sbloccando il risultato. L'Alta Valtorre di Del Medico si aggiudica meritatamente il "derby valligiano" con i cugini di Ciseriis con il minimo scarto. Questo successo rilancia la formazione verso i quartieri alti della classifica. Il Pulfero impegnato nella difficile trasferta di Udine con i Rangers è passato in vantaggio per primo con una rete di Ipnotico, ma una manciata di minuti più tardi i padroni di casa si portavano in parità. Domenica prossima la squadra dì Birtig riposa. Negli Under 18 il Pulfero sconfitto ai misura dalla seconda della classe la Reanese, mentre la Valnatisone ha fatto un viaggio a vuoto in quel di Premariacco in quanto la gara è stata sospesa al 20° per un infortunio dell'arbitro. I Giovanissimi vincono l'incon- tro con l'Azzurra grazie ai gol di Pierigh e Sturam. Gli Esordienti dell'Audace pareggiano mentre quelli della Valnatisone vincono a Premariacco con reti di Mottes e Specogna. Sabato a S. Pietro la penultima gara fra Valnatisone e S. Gottardo/B prima del turno di riposo. Esordienti Valnatisone - accosciati da sinistra a destra: Bergnach, Bordon, Bertolutti, Domeniš, Coren, Cornelio, Moreale, Sartori, Birtig, Crisetig, Onesti. In piedi: Golop, Qualizza, Moratti, Mottes, Specogna, Manzini, Petricig, Coceano, Lancerotto, Selenscig TRE SQUADRE AL VIA LA PROSSIMA STAGIONE: DILETTANTI, ALLIEVI ED ESORDIENTI Al Veloclub targo ai giovami t Giovanni Cappanera è da ventanni saldamente "in sella" nel direttivo del Veloclub Cividale-Valnatisone. E' stato membro nella commissione regionale cicloturismo per due stagioni. Sono sei anni che è consigliere regionale della Federazione ciclistica italiana. Per due anni è stato segretario, poi ha assunto la carica di vicepresidente del Veloclub. Quindi ininterrottamente da 16 anni fino ad oggi è alla presidenza del sodalizio cividalese. Anche da queste scarne informazioni risulta evidente che si tratta di una persona che ha profuso molta energia ed ha dato molto del suo tempo libero per la valorizzazione e la diffusione del ciclismo nelle Valli del Natisone e nel Cividalese. Ci pare strano che nessuno abbia mai pensato di dargli un riconoscimento per i 20 anni spesi a favore dello sport su due ruote. Per il Veloclub Cividale-Val-natisone come è andata l'annata appena conclusa? Il 1988 è stata una stagione che senz'altro può essere degnamente ricordata anche se non ha raggiunto forse quei risultati a cui il Veloclub era abituato in questi ultimi anni. E" chiaro che per ogni società sportiva ci sono anche le annate che possiamo definire di transizione. La grossa novità di quest'anno per il Veloclub è stata che per la prima volta è subentrato a supporto dell'attività del sodalizio uno sponsor d'eccezione. Le maglie della società infatti quest'anno portavano oltre all'ormai tradizionale scritta Veloclub Cividale-Valnatisone anche il marchio Geatti Zanussi Grandi Impianti. Geatti è il nome del rappresentante di zona per Udine e Gorizia della Zanussi. L'attività, come dicevo, è stata sufficientemente positiva. Se guardiamo un'attimino gli Esordienti, vediamo che per la prima volta dopo diversi anni con questa categoria di giovani il Veloclub è tornato alla ribalta. Dobbiamo qui rendere merito all'equipe che ha lavorato attorno a questa squadra e che è composta dal direttore sportivo Pietro Graffigh, dal preparatore atletico Mario Quarina e dal dottor Edi Cudicio. Siamo riusciti ad amalgamare una squadretta che è partita forse con poche pretese, ma che è riuscita ad ottenere risultati impensabili all'inizio di stagione. In effetti si è sfiorato il colpaccio della vittoria del campionato regionale con Fabrizio Petricig proprio di San Pietro al Natisone. Questi si è infatti piazzato al secondo posto. Poi abbiamo ottenuto due bei piazzamenti, due belle vittorie con Lucio Scuor di Siacco di Po-voletto il quale ha ottenuto inoltre numerosi altri piazzamenti nei primi dieci. Buoni piazzamenti hanno ottenuto ancora gli altri componenti la squadra Luca Du-riavig che è di Azzida, Stefano Cantoni, Federico Specogna ancora di S. Pietro, Roberto Flocco, Paolo Oballa ed ancora con Fabrizio Petricig. E' questo un gruppo di ragazzi che nel 1989 vedremo nella categoria allievi. Sono già al lavoro per quanto riguarda la preparazione atletica. Sotto la regia anche per il 1989 del direttore sportivo Graffigh, coadiuvato sempre dall’equipe del prof. Quarina e del dott. Cudicio, ci auguriamo che possano ottenere qualche buon risultato. Hai parlato dei giovani. Avete in programma qualche nuova iniziativa per il rilancio ciclistico a livello giovanile nel cividalese e nelle Valli? Sì, dopo diversi anni il Velo-club ha partecipato con una squadra di esordienti ed ha ottenuto anche qualche successo. Ora gli Esordienti passeranno di categoria, diventando tutti allievi. E' logico che il Veloclub non può lasciarsi dietro un vuoto e deve lavorare per mantenere sempre salde le basi con la zona di pertinenza del Veloclub stesso e cioè il Cividalese e le Valli del Natisone. Infatti è ormai in fase di allestimento un programma promozionale a favore di quei ragazzini di 12-13 anni che intendono iniziare l'attività. Per il 1989 infatti riteniamo opportuno ripresentarci sulle scene ciclistiche regionali con una squadra di sette-otto elemen- cm VALHA Ifc. Fabrizio Petricig, 2° class, campionato regionale ti, pronti a rinverdire quei risultati che i loro colleghi ci hanno dato negli anni scorsi. Per la prossima stagione qua-l'è lo sponsor che vi sosterrà? Anche per il 1989 lo sponsor che ci sarà vicino sarà la Geatti Zanussi Grandi Impianti. Inoltre avremo anche il supporto della Benotto, la ditta di biciclette di Padova, e ciò grazie all'intervento dell'amico Mattana. Oltre a queste sponsorizzazioni ci sarà senz’altro qualche altra novità. A livello dilettantistico in modo particolare gli sponsor non sono mai a sufficienza. Rivolgiamo perciò alle forze economiche locali anche da queste colonne un'invito a sostenere il nostro sodalizio. Desidero ricordare che fin ad ora i sostegni ci sono venuti solamente da fuori. Organizzerete la prossima stagione il giro delle Valli del Natisone? Ritengo che la prima edizione del giro delle Valli del Natisone, che ha visto al via quest'anno una settantina di elementi provenienti da diverse provincie del Triveneto, senz'altro avrà una sua continuità. L’iniziativa è stata giudicata positivamente anche dagli atleti e dai tecnici. Si tratta infatti di una gara che va a ricalcare quei percorsi particolarmente difficili che fanno bello il ciclismo, percorsi dove effettivamente si vedono le reali capacità e doti atletiche del corridore. Oltretutto il giro ci permette di muoverci in una zona che è praticamente sconosciuta al grande turismo. In questo senso anche la nostra società da un'aiuto a meglio far conoscere queste zone, per molti versi ancora da scoprire. Nell'1988 la gara era riservata alla categoria dilettanti di seconda serie, quest'anno molto probabilmente vedremo al via invece i dilettanti di prima e seconda serie, quindi i corridori ormai alle soglie del ciclismo professionistico, pronti a fare il balzo. Paolo Caffi Giovanni Cappanera (a destra) premia il dott. Cudicio Ponoči pomazali spomenik padlim v Topolovem Samo jene in druge sort mar-ho vinar ji ne puste martvih par mieru. In če so ljudje tajšni mar-hovinarji, ali se jih še lahko imenuje ljudje? Ne, obedna politična ideja ne more opravičit njih umazanega diela, še manj pa kristjanstvo, ki je zgrajeno na usmiljenu, na odpuščanju in ljubezni! Te občutke smo imeli, ko smo stopili pred spomenik-monu-ment padlih partizanov na topo-lovškem britofu, ki so ga zmeraj tisti neznanci pomazal ponoči v petak 28. otuberja. Polagali smo vence, kranjceli-ne spomenikom padlih partizanov. Bli smo v delegacijah ANPI iz Vidma in Nediških dolin, Zveze Borcev iz Tolmina, ki jih je vodil predsednik Franc Rutar, bili so predstavniki jugoslovanskega konzulata iz Trsta, predstavniki slovenskih organizacij Benečije in pevci — Kobariški oktet in videli smo oskrun- stvo na spomeniku padlim v Topolovem. Ne, niso bili domačini. Nasprotno. Domačini so poskrbeli za očistiti oskruštvo, kar se je očistit moglo. Tisto večer so pomazali tudi tablo pod vasjo na kateri je napis: Topolove. Bogokletno in marhovinarsko dielo so vidli vsi Topolovci šele na Vaht. "Nieso oskrunili samuo monumenta padlih, oskrunili so ves britof in užalili vse tiste, ki v njem počivajo venčno življenje" so komental Topolovci. Ob polaganju vencev sta ostro obsodila umazano kriminalno dejanje novih nacifašistov Predan Izidor -Dorič in Federico Vincenti, predsednik videmskega in deželnega odbora ANPI. Na kompetentne organe je bila vložena pritožba, denuncia, oblasti so povedale, da so na sle- di kriminalcev. Zagotovile so, da bojo storile vse, da krivce izsledijo, odkrijejo in jih izročijo pravici. Da bi se to le enkrat zgodilo, vsi teško pričakujemo. Za nas nieso takuo important imena ne pridnih mazačev, pač pa imena tistih, ki jih plačujejo in pošiljajo v delinkvenco. Tudi imena mandatarjev bi bluo trieba odkrit! Ko smo šli u sriedo 2. novembra počastit spomin 6.000 italijanskih sudatov, ki so podkopa-ni od te parve uejske v okostnici (ossario) Sv. Antona nad Kobaridom, smo se spet spomnili na Topoluove. Gor v Kobaridu skarbijo za čistost, čednost grobov. Imajo celuo človieka, ki je vse lieto plačan, de za tuo skar-bi. Ne smemo pozabiti, da so hodili z nami po Benečiji polagati vence po grobovih padlih partizanov avtentični in demokratični Italijani. In ne samuo to: njih je velika zasluga, merit, če so bli postavljeni spomeniki padlim partizanom po Benečiji. Pod vsakim spomenikom počivajo tudi italijanski partizani. Vsa demokratična Italija obsoja vandalsko dielo, ki je bluo te dni opravljeno v Topolovem. Pa za zaključek še tuole: mazanje tabel, minatorskih in partizanskih monumentov po vaseh garmiškega komuna je rezultat določene oltrancistične politike, ki je vsiljena od ljudi, ki parha-jajo bazgat od zuna. Ti reacio-narni krogi, ki se večkrat skrivajo pod skudo kročjato, so znani ljudem in oblastem. Kajšan bi jim muoru reč, da naj ne napenjajo preveč nit čene se utrga. Tudi nestrpnost, intoleranca ob spomeniku padlim v Klodiču, ko je v nedeljo 6. novembra šin-dak Bonini spregovoril v našem slovenskem dialektu, je rezultat te politike. Dorič SOVODNJE Sovodnje - Hrastov je Se je rodila Cecilia Minena an puna ku na burica, taka je Cecilia. Čičica, ki je zaries liepa, se je rodila v čedajskem špi-talu v soboto 5. novemberja. Nje srečna mama je Daniela Chiuch iz Hrastovjega, srečan tata pa Luca Blasutig iz Cedrona, mala družin-ca pa živi v Sauodnjem. Za tole rojstvo se ne vesele samuo tata an mama pa tudi none Rina an Silvia nono Natale, bisno-ne komara Ninetta, Antonia an Celesta, "strici" an vsi parjatelji. Liepi Ceciliji, ki smo jo pru teš-kuo vsi čakal, želmo puno sreče an veseja. Danieli an Luku pa če-titamo. Čestitkam se pridružujejo vsi parjatelji "od 1. popudan ". Sovodnje - Seuce Še na čičica v naši vasi V torak 8. novemberja je v čedajskem špitalu zagledala luč sveta Sara. Liepa čičica je parnesla puno puno veseja mami Paoli Pauletig -Matijacovi iz Seuca, tatu Mauriziu Crisnaro - Krančinu iz Sovodnjega pru takuo vsi žlahti an parjate-ljam. Muormo poviedat pa še no rieč: v Sauodniji smo vsi veseli, zak že Buog vie, ki liet se ni godilo, kar se je godilo sada: v štierih dneh sta se v naši vasi rodila dva otroka: Sara an Cecilia. Mauriziu an Paoli čestitamo, mali Sari želmo puno veseja an sreče v življenju. GRMEK Liesa — Ruonae Zadnjič smo bli že napisal veselo novico, da sta se poročila Mario novi matajur Odgovorni urednik: JOLE NAMOR Fotostavek: ZTT-EST Izdaja in tiska k J 3S1TU* Trst / Trieste Settimanale - Tednik Reg. Tribunale di Trieste n. 450 Naročnina - Abbonamento Letna za Italijo 20.000 lir Poštni tekoči račun za Italijo Conto corrente postale Novi Matajur Čedad - Cividale 18726331 Za SFRJ - Žiro račun 51420 - 603 - 31593 «ADIT» 61000 Ljubljana Kardeljeva 8/II nad. Tel. 223023 letna naročnina 6.000 din posamezni izvod 200 din OGLASI: 1 modulo 34 mm x 1 col Komercialni L. 15.000 + IVA 19% Dreszach-Kocajnarju z Lies an Giovanna Sturam iz Ruonca. Sada so nam parnesli parjatelji, ki so novi-čam parpravli liep purton pred Marjovo gostilno na Liesah, tudi fotografijo. Posneta je bila ker se jo je par narmanj čaku. Mario an Giovanna, še ankrat vam voščimo vse dobre na vaši skupni pot. Kanalac Zapustila nas je Milja Južulinova Po kratki boliezni je umarla u čedajskem špitalu Emilia Canalaz-Južulinova po domače. Imiela je 73 liet. Rajnka Milja je bla nadložna že od rojstva, pa to jo ni ustavlo par dielu. Dielala je z vsemi svojimi močmi, a posebno je imiela rada žvino in se je vičkrat veselo pohvalila, da ima narbuj lepuo rejene krave. Nje pogreb je biu na Liesah u sriedo 2. novemberja popudan. ŠPETER Barnas Zapustila nas je Amalia Hitro an nepričakovano je na svojim duomu umarla v sriedo 2. novembra naša vasnjanka Amalia Costaperaria-Spehuonjina. Imiela je 74. liet. Za njo jočejo sinuovi Angelo an Giorgio, nevieste, navuodi, sestra an vsa druga žlahta. Pogreb ranj-ke Amalie je biu v barnaški cier-kvi v petak 4. novemeberja. Puno judi ji je šlo dajat zadnji pozdrav. Ažla Maria Maieta ni vič med nam Na njega duomu v Ažli je na naglim umaru Mario Venturini, buj poznan ko Maieta. Imeu je samuo 69 liet. Njega pogreb je biu v nediejo 6. novemberja zjutra. Okuole žalostne družine se je stisnila vsa vas an puno parjatelju. PODBONESEC Log Žalostna iz naše vasi V čedajskem Spitale je umaru malo dni odtuod naš vasnjan Giuseppe Marseu. Dočaku je biu lepo starost: 83 liet. Pogreb ranjkega Bepa je biu v Briščah v saboto 5. novemberja popudan. Puno judi ga je kupe z žalostno družino spremljalo k zadnjemu počitku. ČEDAD — DREKA Pretargano življenje Zapustu je tuole življenje, ki ga očitno ni mu vic prenašat Marco Trinco Mehelinu. Imeu je samuo 35 liet an glih na njega rojstni dan, 4. novemberja, si je uzeu življenje. Njega starši so bli iz dreške vasi Brieg, Marco pa je že vic liet ži-veu v Čedadu, kjer je biu puno poznan. Pogreb nesrečnega puoba je biu v torak 8. novemberja v Čedadu. Naj v mieru počiva. Kdo ga Bil je partizan na Matajurju Bil je major stare jugoslovanske vojske. Meseca novembra 1943 je bil partizan na Matajurju. Preživel je hudo nemško ofenzivo, ko je na tem našim hribu padlo 36 partizanov. Zatekel se je bil v Marsin, kjer ga je domači duhovnik, don Valentin Birtič, več dni skrival pred sovražnikom in mu prav gotovo rešil življenje. Potem mu je preskrbel civilno obleko in kolo, da se je odpeljal proti Gorici, kjer je imel sorodnike. Ob slovesu je major poklonil gospodu Birtiču sliko z naslovom. Pisal se je Rudolf Pirš. Stanoval je v Ljubljani VII. Vodnikova cesta 80. Ta slika je danes, po 45. letih, po naključju prišla na dan. Če je gospod major Pirš še živ, naj piše na naše uredništvo, ali pa na naslov: mons. Valentino Birtig, Capitolo di Cividale del Friuli — Udine. Radi bi se srečali in pogovorili z njim po tolikem času. To lahko storijo tudi njegovi sorodniki ali znanci. Ob tej priložnosti prosimo za sodelovanje vse slovenske časopise v Italiji in v Sloveniji. Hvala! Urniki miedihu v Nediških dolinah DREKA doh. Lucio Quargnolo Kras: v torak od 14.15 do 14.45 v petak od 15.30 do 16.00 Debenje: v petak ob 13.30 Pacuh: v petak od 14.00 do 14.30 Trinko: v torak od 14.45 do 15.15 v petak od 15.00 do 15.30 GARMAK doh. Lucio Quargnolo Hlocje: v torak od 16.00 do 17.00 v sriedo od 11.00 do 12.00 v petak od 16.00 do 17.00 doh. Rosalba Donati Hlocje: v pandiejak od 11.30 do 12.30 v sriedo od 15.00 do 16.00 v soboto od 10.30 do 11.30 Lombaj: v sredo od 16.15 do 17.00 PODBUNIESAC doh. Vincenzo Petracca Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, četartak an petak od 9.00 do 12.00 v soboto od 10.00 do 12.00 doh. Giovanna Plozzer Podbuniesac: v pandiejak, torak, sriedo, petak an saboto od 8.00 do 9.30 v četartak od 17.30 do 19.00 SOVODNJE doh. Pietro Pellegrini Sovodnje: od pandiejka do petka od 10. do 12. ŠPIETAR doh. Edi Cudicio Špietar: v pandiejak, sriedo, četartak an petak od 8.00 do 10.30 v torek od 8.00 do 10.30 in od 16.00 do 18.00 v soboto od 8.00 do 10.00 doh. Pietro Pellegrini Špietar: v pandiejak in sredo od 8.45 do 9.45 v petak od 17. do 18 SRIEDNJE doh. Lucio Quargnolo Sriednje: v pandiejak od 10.30 do 11.30 v sriedo od 14.00 do 15.00 v saboto od 10.00 do 11.00 Gor. Tarbi v pandiejak od 12.00 do 12.30 v sriedo od 15.15 do 15.45 Oblica: v sriedo od 15.45 do 16.15 doh. Rosalba Donati Sriednje: v torek ob 11.30 v petek ob 13.30 Gor. Tarbi: v torek ob 12.00 v petek ob 14.00 Oblica: v torek ob 12.20 SV. LIENART doh. Lucio Quargnolo Gor. Miersa: v pandiejak od 16.00 do 18.00 v torak od 10.00 do 12.00 v sriedo od 16.30 do 17.30 v četartak od 10.00 do 12.00 v petak od 10.00 do 12.00 v saboto od 11.00 do 12.00 doh. Rosalba Donati Škrutove: v pandiejak in torek od 9.00 do 11.00 v četartak od 17.00 do 18.30 v petak od 11.00 do 12.30 v soboto od 8.30 do 10.00 Dežurne lekarne Farmacie di turno OD 12. DO 18. NOVEMBRA Čedad (Fornasaro) tel. 731264 Manzan (Brusutti) tel. 752032 Podbonesec tel,726150 Ob nediejah in praznikah so odparte samuo zjutra, za ostali čas in za ponoč se more klicat samuo, če ričeta ima napisano »urgente«. 4. decembra praznik Sv. Barbare Moment praznika Sv. Barbare lan v Hlodlču Kot vsake leto bojo tudi letos beneški bivši rudarji praznovali njih pomočnico an svečenico Sv. Barbaro. Praznik bo v nedieljo 4. decembra an kot je že tradicija ga organizira sekcija bivših rudarjev Zveze slovenskih izseljencev. Program praznovanja predvideva krajšo svečanost v Hlodiču ob 9. uri. Potle bo ob 11. uri maša v Špetru. Nato bo svečanost pred spomenikom rudarju. Sledilo bo kosilo v Galjanu v gostilni "Al fogolar". Za se vpisat se je trieba obarnit na sedež Zveze (Ul. IX agosto) ali pa na Patronat INAC (Ul. Manzoni, 25) v Čedadu najbuj pozno do 2. decembra.