DELL’ I. R. liH riBAflU | 1 f l88l-l882 f pnGfificalo ?aI’I’a S'itcs.-ionc affa fine dcff’aimo jf I T 111 E S T i: i, I T STAB. TIPOGR. DI LOD. HERRMANSTORFER <3? isos- ' ' ./i -i . y.* 111 1 ■;................ -— is/X-iif PH0G3EIAMMA DELL’I. R. SCUOLA REALE SUPERIORE IN PIRANO ipuMUcato Sa-Ma ‘3>izc^ione atia fyvne dM' awno -S-^> lB8l - 1882 <|)r-§- T RIESTE ^TAEHL. JlPOGt^. DI poD. J Dümmlor: U«ber dio südöstlichen Märchen. Archiv, für k. ö. G. V. 10 pag. 17. Se non che i lamenti degl’ Istriani per gl’ insopportabili aggravi, causati da un tal sistema, giunsero a tale da indurre 1’ imperatore a mandare due missi dominici, i quali convocarono un’ assemblea provinciale (placito) al fiume Risano (804) alla presenza del patriarca Fortunato di Grado, di cinque vescovi, di molte altre rispettabili persone (primates) e del popolo. I 172 notabili (liomines capitanei) delle cittä e delle castella della provincia, scelti dall’ adunanza, fecero testimonianza de’ diritti antichi della chiesa e deli’ imperatore e d’ altri lagni contro 1’ attivata amministrazione feudale.1 Ma ciö non valse a far mu-tare le condizioni delle cose; e benclife il duca Giovanni venisse deposto, tuttavia le forme feudali perdurarono anche sotto i successori di Carlo; e se noi troviamo oltre agli scavini ed ai gastaldi, i vicari, i tribuni ed i locopositi, dobbiamo ritenere che, dopo la deposizione del duca, ritornassero in parte le vecchie autoritä. amministrative riconfermate anche da Lodovico il pio, ma non mai che fossero soddisfatti i desideri degl’ Istriani; perch& le citti\ furono private aft'atto de’ loro territori, che pas-sarono a vassalli della corona. Dopo la deposizione del marchese Balderico, avvenuta perche non aveva saputo difendere le frontiere orientali dagli Slavi, 1’ imperatore Lodovico divise il territorio della marca del Friuli in quattro parti, da cui cbbero origine le marche di Verona, del Friuli, della Carniola (Creina Marche) c dell’Istria (824). Quest’ ultima comprendeva, oltre 1’ Istria, i territori della Carniola interna e media con Möttling e Tschernembl e quelli della parte orioutale fino al Neiring2. Sotto gli ultimi Carolingi di Germania la nostra provincia rimase in certe relazioni di dipendenza dalla Baviera: ma col-l’indebolirsi della potenza carolingica, 1’Istria passö sotto il dominio di Berengario, duca del Friuli; il quäle, approfittando delle tristi condizioni in cui si trovava la Germania, aveva saputo impadronirsi della corona d’ Italia. Che il re Berengario disponesse dcgli aflari della provincia, risulterebbe dai provvedimenti da lui presi per allontanare i pe- 1 Codice diplomatioo ist.-Hegol: Städtoverfassung Italiens. V. 1 pftg. 235. 2 Kronos: Goscliiolito Oostorroiolis V. 1 png. 339. Quosti territori for-raavano la marca Vindica che rimase di solito unita al marchesato d’Istria. ricoli delle invasioni ungheresi, clie si succedevano nel Friuli; e da una donazione fatta al vescovo Taurino di Trieste di alcuni castelli di Vermo nell’ agro parentino \ Ucciso Berengario a Verona (924), la corona d’ Italia passö ad Ugo di Provenza, il quäle k importante per la donazione fatta al vescovo Radaldo di Trieste di Sipar ed Umago ehe furono uniti al detto vesco-vato (929). 2 Sotto il dominio di questo re, i Veneziani tentarono d’ ob-bligare le citta marittiine a pagare dei tributi. E questi tentativi indussero il marcliese Vintero, cui venne data 1’amministrazione della provincia, a reprimere la potenza della repubblica. Durante questa guerra, i Veneziani, sotto il loro doge Pietro Candiano, resero tributaria la cittä di Giustinopoli e eostrinsero Vintero a fare la pace e promettere loro, insieme coi vescovi, eoi magistrati delle cittä e delle castella, sicurezza sl in terra clie in mare, e rispetto de’ loro possedimenti e di quelli del patriarca di Grado da loro protetto. Questo trattato non deve farei credere ehe i Veneziani, fin da questo tempo, avessero un dominio sull’ Istria, ma bensl a renderci manifesto come nel paese vigesse il diritto feudale, secondo il quäle erano permessi tali trattati separati delle cittä, senza che per nulla venisse lesa la supremazia del principe; e tale diritto le cittä. lo esercitarono, come vedremo, anche in appresso. Dopo 1' abdicazione del re Ugo, succedette nell’ Italia Lo-tario, il quäle continuö 1’ opera del padre, eoncedendo nel 948 alla cittä di Trieste delle franchigie e donando nello stesso anno al vescovo Giovanni la cittä per se e suoi successori con pieno diritto di giudicare sopra tutti i sudditi 3. Queste donazioni fatte ai vescovi devono fermare un po’ la nostra attenzione in quanto esse si ripetono nei secoli sue-cessivi. Non era un semplice capriccio religioso quello dei re e 1 Bonomo: Sopva le monete di Trieste pag. III. 2 Codice dipl. ist. 3 Codice dipl. ist. — Non devesi perf) riteneve ehe Trieste cessasso d’ esser parto del marchesnto, poich& i vescovi di questa cittA partecipauo anche piti tardi agli affari provinciali, come vediamo nel 991 al placito tonuto a' fiume Quieto. deg-1’ imperatori di arriccbire le chiese episeopali e le potenti abbazie, rna era atto eminentemente politico, ehe noi troviamo nel resto della Germania e deli’ Italia e ehe risale senza dubbio ad epoca assai remota. Giä Costantino, per avere il clero favo-revole, gli conferisce non solo molte immunitä, ma riconosce ne’ veseovi persino eerti diritti di giudicatura ; ed i re longo-bardi tentano pure di avere i veseovi amici contro i potenti vassalli. Piti di tutti poi Carlo Magno, per assicurare il suo sistema amministrativo, rieorse molto di spesso all’appoggio della chiesa; laonde vediamo anche nelle nostre vicinanze largamente rimunerati i patriarchi Paolino di Aquileia e Fortunato di Grado. Se noi passiamo a considerare i re d’ Italia, questi, trovandosi sopra un trono vacillante, perche di continuo minacciato dai potenti vassalli, dovevano senza dubbio eercare amici nei vescovi, perche conservativi e contrari all’ ingrandimento de’ vassalli laici. Quindi politica de’ re d’ Italia e de’ successivi imperatori fu sempre quella di conferire immunitä e privilegi al clero, per avere in questo un forte sostegno contro i potenti signori laici1. Questo principio politico valse auche nella nostra provincia, nella quäle potente doveva essere 1’ influenza de’ vescovi, come risulta chiaro dal trattato di pace conchiuso da Vintero eoi Veneziani, ove vediamo alcuui vescovi firmare la pace come al-trettanti corpi giuridici, rimpetto al marchese ed alle cittä. Se noi osserviamo quella quantitä di documenti, risguardanti i privilegi e le immunitä concedute ai vescovi, vediamo che questi ottennero diritti dai quali venne limitata la giurisdizione dei conti e degli altri funzionari imperiali. S’ intende da che non tutti i vescovi ottennero gli stessi privilegi; ma tuttavia grande si fu la loro influenza nella cittä di residenza e nella diocesi, essendo in diritto ed in dovere di portarea conoscenza dell’im-peratore 1’ ingiustizia ed i sorprusi de’ magistrati imperiali, alla cui elezione prendevano parte insieme eoi maggiorenti. Oltre al marchese, ai vescovi ed ai conti, dovremo considerare le cittä, le quali tentano di raggiungere le loro antiche 1 Ilogel op. cit. V. II pag. 70. — Swidft „Studion zur Küstenlandieclien Gosoliichte im Mittelalter“. Lavoro nel programma deli’ i. v. scuola roale superiore di Trieste. 1876-77. liberta municipali, opponendosi al feudalismo chc si andava sempre piü rassodando ne’ territori della campagna. Questi quattro fattori meritano speciale attenzione per comprendere lo svolgimento storieo deli’Istria anche sotto gl’imperatori tedesehi, quando questi s’ impadroniscono della provincia assoggettandola ali’ impero. Per comprendere perö meglio le circostanze ehe contribui-rono a far diventare 1’ Istria provincia di Germania, šara neces-sario dare uno sguardo generale al succedersi degli avvenimenti storici in questo paese. MARCHESI D’IS TRI A dal 952— 1112. Colla morte di Lodovico il ragazzo, avvenuta il 20 Ag-osto 911, s’ estinse la dinastia de’ Carolingi di Germania. I principi tedeschi si staccarono del tutto dalla monarchia ereditaria, chc continuava tra i Franchi occidentali, ed elessero a Forchheim a loro re Corrado di Franconia. La monarcliia diventö adunque elettiva. Ma questi re eletti erano troppo deboli per sostenersi contro i potenti duchi, ehe si consideravano loro pari, laonde ne derivarono continue lotte interne, ehe mantennero a lango viva la discordia in Germania. Tanto Corrado, quanto il suo successore Enrico di Sassonia, dovettero con accanite guerre sostenere il loro potere contro i principi, fra i quali potenti erano specialmente quelli di Baviera, che non cessavano di nominarsi signori delle marche, benchö queste fossero passate ad altri. Le depredazioni pero continue degli Ungari impedirono ai re d’ avere lihera mano contro i principi e di pensare ali’ Italia, ovc si succedevano re indipen-denti dalla Germania. Ottone I (936—973), successore d’ Enrico, stirnandosi legit-timo erede di Carlo Magno, pensö di ristabilire l’autoritä. imperiale coli’ unire alla Germania i paesi ehe s’ erano staccati e col conferire i grandi ducati a membri della sua famiglia. Uno dei primi atti del suo governo fu contro i (igli del duca Arnolfo di Baviera, i quali, seg'uendo 1' esempio del padre, non volevano riconoscere 1’ autoritä d’ Ottone. Questi li privö del ducato, cui diedo al duca Bertoldo assieme alla Carinzia; e dopo la morte di Bertoldu lo diede in feudp a suo fratello Enrico. L’ impera-torc, avendo cosi ordinati gli affari della Baviera, ehe gli stava maggiorrnente a cuore per 1’ influenza ehe doveva esereitare (juesto paese sopra una gran parte deli’ Italia superiore, rivolse le sue eure alla penisola, ove regnava il massimo disordine.* Dopo la morte di Lotario, Berengario d’Ivrea s’era impa-dronito della corona lombarda e voleva costringere Adelaide, vedova di Lotario, a maritarsi eol figlio suo Adalberto per assi-eurare con questo matrimonio il regno d’Italia alla sua casa. Ma Adelaide 11011 volle acconscntire; e vedendosi niinacciata, chiamö in aiuto Ottone (t)51); il quäle, approfittando ben volen-tieri di questo invito per estendere il suo dominio sulla penisola, vi uiandö subito suo tiglio Liudolfo e suo fratello Enrico. Al principio di Settembre passö egli stesso i confini coli’ esercito principale. Berengario 11011 oppose resistenza, 111a fuggi da Pavia. Dopo questo esito felice, Ottonc pensö di sposare Adelaide, perche colla mano di lei avrebbe reso vieppiü validi i suoi di-ritti siill' Italia, e mandö suo fratello Enrico con un scelto drappello per accompagnarla alle feste di Pavia. Liudolfo mal-contento di questo matrimonio, abbandonö 1’ Italia e ritornö in Germania per ribellarsi al padre. Nclla primavera deli' anno seguente ritornö in Germania anche 1’ imperatore e convocö una dieta ad Augusta (952), alla quäle si presentarono Berengario ed Adalberto. In questa venne loro conferito il regno d’ Italia; e furono infeudati collo scettro, subito dopo aver prestato giuramento di vassallairgio all’ imperatore. L’ antico ducata del Friuli e la marca di Verona vennero separati dali’ Italia e conferiti al dnea Enrico di Baviera. U Istria renne cos/ a formare parte del regno ijermanico} La separazione del ducato del Friuli dali’ Italia ebbe luogo forse 11011 per 1’ amore che portava 1’ imperatore a suo fratello, 111a perche assicurava alla Germania i passi piu importanti delle Alpi, e lasciava libera cosi la strada ad Ottone per sccndere in Italia e sedare i movimenti rivoltosi di Berengario e degli altri vassalli. 1 Perz pag. 621 . . . Murca VorononBis ot Aquiloiensis excipitur, quao Ileinrico, fratri rogi», coniniittitur. La prova clic anclio 1’ Istrin vonisse unita alln Baviera, 1’ abbiamo da documonti postoriori. Durante la guerra di Ottone contro il figlio Lmdblfo, gli Ungberesi ripeterono le loro invasioni depredando orribilmente anche il FrMi ed il territötfö di Trieste. Berengario approfittö di qüesto scompiglio in cui si trovava la Germania, tentando di liberärsi dal dovere di vassallo e d’ impadronirsi forse anche delle marche. Laonde il duca Enrico si portö nel Friuli per reprimere 1’ insurrezione delle marche, preše Aquileia, si vendico barbaramente del patriarca Bnghelberto ed occupb il territorio del v esc o 70 di Trieste, credendoli complici di Berengario e degli Ungheresi (955).1 Pocbi mesi piti tardi Ottone, assieurata la quiete intenla, rivolse tutte le sue forze contro i terribili nemici e li sconfisse completamente nella battaglia al Lechfeld, ponendo fine cosl al continuo pericolo, a cui era esposta la Germania. Non molto dopo questa spl'eiididä vittoria mori Enrico (nov. 955), duca di Baviera e marchese d’ istria, ed il dueato colla Carantania e le marche, venne conferito al figlio Enrico il litigioso. Nell’ Italia il malcontento generale contro Berengario in-dusse Ottone a varcare nel 961 le Alpi con uh i»otente esercito. L’ esercito di Berengario si sciolse; ed Ottone si fece incoronare re d’ Italia a Milano insieme con sua moglie Adelaide. Da questa ineoronazione ebbe origine 1’ unione personale della Germania coli’ ttalia. Per risolvere alcune questioni si tenne nel 967 un concilio a Roma, ed in questo si decise la contesa sorta tra il patriarca di Äquileia e quello di Grado pel diritto metropolitano sull’Istria. Gifi tra Carlo Magno cd il papa Gregorio vi fu dubbio se il diritto metropolitano appartenesse al patriarca di Aquileia od a quello di Grado. Interessata in quest’ alfare si era la repubblica di Venezia, le cui mire erano quelle di opporsi costantemente alle tendenze degl’ imperatori o di sottrarre i vescovi istriaui dalla giurisdizione de’ patriarebi di Aquileia, per timore die anebe la laguna cadesse in mano di un clero devoto agl’ imperatori. 11 papa e 1’ imperatore di comune accordo stabilirono di decidere questa contesa ecclesiastica; e la repubblica vi rnandö gli ambasciatori Giovanni Contarini ed il diacono Giovanni Ve- 1 öioaobrecht (öusoliiclite der doutsclicn Knioovzoit V. 1 pag. 393) pono quest’ avvenimento nel 955 ; Ireneo della Crooo nol 948. niero, accioechfe ottenessero la conferma 0. V. 1. 1’ impero1; od al vescovo di P ar en z o vennero confermate le donazioni fatte dagli antecessori di Ottone II, cioi; Montona, Visinada (Rosarium), Cästeldier, Torre, Cervera, Pisino o la giurisdizione episcopale sopra Rovigno.2 Quollo clio indusse Ottoue al trattato ed alla lega con Venezia fu certamente ilpensiero di adoperare la flotta veneziana nella sua guerra contro i Saraceni deli’ Italia inferiore, che pen-sava di riprendere, malgrado la sconfitta del 982. Perö, questa sua intenzione, come quella di combattere 1’ Islamismo, non andö efifettuata; p e reli e il partito d’Ottone a Venezia fu scacciato dalla cittsl dal partito 'greco, e tutti i tentativi deli’ imperatore per costringere i Vencziani alla resa riuscirono inutili, essendochfe essi raantennero sempre libera comunicazione per mare. L’ imperatore mori senza aver potuto ottenere nulla, mentre Venezia ne guadagnö. Sotto Ottone III scoppiö di bel nuovo il malcontcnto de’ principi contro 1’ autorita imperiale ; e nel 985 si venne ad un pacificamento: Enrico il litigioso riebbe la Baviera, ed Enrico il giovane ottenne in cambio la Carinzia colle marche della Carniola, di Verona e d’ Istria.3 Questi due principi vissero concordi fino all’ anno 989, in cui mori Enrico di Carinzia, la quäle provincia in seguito a ciö passö di nuovo alla Ha vi era e con questa rimase congiunto anche il inarchesato d’ Istria fino al 995. ln quest’ anno 1' Istria e la Carinzia vennero definitivamente disgiunte dalla Baviera e eonferite ad Ottone di Franconta, ehe • Stumpf op. cit. pag. 74. 2 Quosto documento i importante per i rapporti giuridioi del vescovato, ottonondo con ciö il vescovo la giudicatura sugli afftiri de’sudditied il diritto d’ invitarli a giudizio modiante il suo nvvocato...................Inbcmufl ut iiuUuh- molestai'o temptet neque ad ulla placita hominibus supra terram eiusdom Parentinao ecclosiae rosidotitibus, qui ab opiscopo reclamationem liabent, sine ftdvocato opiecopi contrnriotntem faoiant nec invitc ducantur, nisi ante prae-Hentiam praosulis siuc logali iudicio, sed liccat eidem praesuli suisque succes-soribus quiete . . . ITo trovato quosto brano dpi documento porretto in un lavoro dol programma doll’ i. r. Franz-Josoph Gymnasium: Die Immunitäta-privilegion der Kaiser aus dem säebsiseben Ilauso für italienische Bisthümer. Wion 1881. 3 Giosebrecht op. cit. V. I. pag. ,r)9f>. aveva dovuto antecedentemente riuunziare al ducato in favore d;’ Enrico ii giovane (985), mentre la .Baviera rimase sotto il dominio del figlio d’ Enrico il litigioso d’ egual 1101110. Sembra ehe quest’ Enrico esercitasse poteri ducali anche ueir Istria; e ciö risulterebbe da nn documento riportato dal Rubeis, secondo il quäle il papa Sergio IV avrebbe pregato il du ca Enrico ad eccitare il patriarca a desistere dall’infestare la chiesa di Parenzo ne’ suoi possedimenti.1 Che i duchi di Baviera volessero esercitare i loro diritti di supremazia feudale anche Sulla Carinzia e sn 11’Istria, obbligando il duca ed il marchesc a comparire n 11a. dieta dcl paese, si puö ritenerlo, tanto piii che vediamo questo diritto estendersi anche sulla marca austriaca, la quäle fu sciolta da ngni vincolo nella dieta di Ratisbona, (1156); raa siamo persuasi che questi diritti della Baviera fossero molto vaghi, poiche giä alla metä del secolo undecimo si trova nell’ Istria nn marchese indipendente anche dalla Carinzia. Se nella sunnominata dieta di Ratisbona compa-risce il marchese d’ Istria, ciö dobbiamo attribuirlo soltanto ad una formalitä necessaria per rammemorare in tanta solennitä. un’ antica consuetudine, che col succedcrsi degli anni andö affatto perduta.2 Ad Enrico di Baviera, eletto imperatore, rimase fedele il duca Ottone di Carinzia fino alla morte ; c 1’ esercito del duca combatte piti volte cont.ro Arduino d’ Ivrea che s’ era impadronito della corona d’ Italia.3 La comparsa di un certo Variento qual conto d! Istria du-rante il dominio de’ principi della Carinzia ei fa supporre che 1’ Istria venisse data in amministrazione ad un conte dai duchi i quali, per la loro lontananza e per le continue implicazioni negli affari di Germania, non potevano occuparsi direttamente della provincia. Nell’ anno 990 trovjamo questo Variento qual conte d’Istria. Egli era marito di una donna discendente dalle due potenti easo * Rubeis op. cit. pflg- 487 dcprecassot Henricum, qui oo tempore ducatum tenebat Baiuvariorum ut supradictum patriarcani moueret, ut ab infestationo Parentinae Ecclesiao reoederet . . . 2 Cfr. Hirsch: .Tahrbttclior dos deutsohon Roielm unter Ueinrioh II pag. 19 e 178. 3 Hirsch op. cit. pag. 241. di Serupt-Ebersberg ed Eppenstein e figlio di Azzo (AdalbertoP), ehe nel 967 comparisce nella provincia come avvocato del pa-triarca Rodoaldo di Aquileia.1 Lo stesso Variento era anche conte del Friuli.2 Essendo adunque in possesso di due contee, importante dev’ essere stata la sua posizione nell’ Istria, ove lo vediamo presiedere un placito nel 991, in cui decide una lite sorta per decime tra il vescovo di Parenzo e Berta da Mon-telino.3 Durante l’amministrazione deli’Istria del conte Variento sotto la giurisdizione del marchese Ottone di Carinzia, abbiamo delle importanti relazioni con Venezia degl’ imperatori Ottone III ed Enrico II, le quali risguardano la nostra provincia e ei fanno conoscere a (|«al grado di potenza fosse šalita la repubblica sotto il doge Pietro Orseolo II. Fino a questo tempo le navi veneziane erano costrette a pagare dei tributi ai Croati, ai cosl detti Narentani, per poter navigare liberamente il mare Adriatico. Pietro Orseolo svincolö Venezia non solo da questo tributo, ma conquistö anclie le isole di Cherso, Veglia, Ossero e la costa della Dalmazia, facendosi dappertutto prestaro omaggio.i E sebbene il pom-poso titolo di duca della Dalmazia fosse stato inventato posteriormente, non puossi pure disconoscere il predominio di Venezia su tutto 1’Adriatico e sulla costa deli’Istria stessa, quantunque questa continuasse a far parte del marchesato e dell’im-pero. I tributi che pagavano lecitta della costa istriana a Venezia ed i giuramenti di fedeltü, fatti al doge Pietro Orseolo dal popolo di Parenzo e Pola in occasione del suo viaggio per la Dalmazia, ci fanno eonsiderare che i vicini territori deli’ impero trattassero i loro affari da se e eolle proprie forze per tutelare non solo i loro interessi eommerciali, ma anche la propria sicurezza; tanto piti che vedevano gli stessi imperatori favorire la repubblica. Difatti il vescovo di Belluno si rifiuta di consegnare Eraclea ai Veneziani e tutte le minacce dell’imperatore non valsero a farlo 1 Tangl : Ueber die Eppensteiner Archiv für oostorr. Gesell. Y. II. pag. 241. 2 Czoornig : Das Land Görz und Gradišča pag. 478. 3 Kandlor : Notizio storiche di Montona pag. 132. 4 Cappelletti op. eit. pag. 300. desistere dal suo deliberato; anzi si unl al vescovo di Treviso ; ed il doge dovette ben presto accorgersi di avere contro di lui anche le marche di Verona ed Istria; per cui proibl ogni com-mercio con questi territori ed ordinö, ehe nessun veneziano po-tesse nž eomperare nö vendere in questi paesi.1 Le marche sentirono ben presto le conseguenze di questa misura, perchfe cominciarono mancare loro le cose di prima necessita. Pregarono il doge per la pace, ma egli non volle acconsentire, essendo sua intenzione di conviucerle del loro torto e di piegarle al suo volere con una deeisione deli’ imperatore. Ed infatti vi riuscl, allorquando Ottone III, venuto a Venezia (998), eonfermö gli antiehi trattati deli’ itnpero colla repubblica e riconobbe come legittimi i beni posseduti da clnese, monasteri e fainiglie veneziane ne’ territori imperiali. L’ imperatore Enrico II eonfermö egli pure tutti questi trattati nel 16 Novembre 1002 a Ratisbona, dove il doge Pietro Orseolo II aveva mandato in quel torno di tempo i suoi ambasciatori per stringere amicizia coli’imperatore e rinno-vare le antiche convenzioni de’ Veneziani coi dominatori del regno italieo.2 Abbench^ la potenza veneta andasse continuamente ed a grandi passi progredendo, il margraviato d’ Istria continuava tuttavia a rimanere sotto la giurisdizione doi duchi di Carinzia, ove ad Ottone di Francoma (1004) era succeduto suo figlio Cor-rado che morendo lasciö qual suo successore un minorenne inetto ad amministrare il paese (1012). La minorita del duca, il bisogno d’una buona amministrazionc e la riconoscenza pe’ servigi prestati indussero 1’ imperatore Enrico IT a conterire il ducato ad Adalberone della ricca famiglia degli Eppenstein, ehe possedeva molti beni su ambedue le sponde del fiume Mur. II conferimento del ducato ad uno degli Eppenstein ci prova in quanta stima tenesse 1’ imperatore questa potente famiglia; perchö la Carinzia non era soltanto importante per la sua esten-sione, ma anche per la sua posizione, essendo confinante col-1’ Ungheria, colla Dalmazia, col mare e coli’ Italia. 1 Hirsch op. cit. pag. 171 o Cappollotti id. 2 Cappelletti op. cit. pag. 320. — II Hirsch op. cit. riporta parto del documonto tratto dal Dandolo. Muratori XII. Adalberone eomparisce 110’ singoli documenti come duca di Carinzia e mavchese d’ Istria, e come possessore delle marche di Verona e della Carniola.1 Egli accompagnö Corrado nella sua prima spedizione in Italia, ove 1’ imperatore non volle saperne n& di amicizia, 116 di alleanza coi Veneziani; ma pensö invece di trarre profitto dalla lotta sorta tra il patriarca di Grado e quello di Aquileia per eseguire i suoi disegni contro la repub-blica.2 II patriarcato di Aquileia continuava a godere i favori degl’ iraperatori di Germania, i quali con donazioni ne aumen-tarono il potere territoriale. Cosl vediamo Enrico II donare nel 1012 al patriarca Pedena e Pisino,3 mentre Ottone III aveva donato al patriarca Giovanni la met& del castello di Salcano e della villa di Gorizia col territorio tra i fiumi Vippaco ed Isonzo, lasciaudo 1’ altra meta al conte Variento. CJuesti territori rima-sero seinpre sotto la supremazia territoriale del duca di Carinzia e ciö risulta cliiaro dal placito di Verona, tenuto da Ottone di Carinzia (1002), dove fu sciolto il dubbio sorto sulla validitä di tali donazioni nel Friuli.4 Corrado II adunque, sicuro deli’ appoggio de’ duchi di Carinzia e del patriarca, disegnö di fare del patriarcato un baluardo contro la repubblica di Venezia, assicurandogli prima di tutto il diritto metropolitano sull’ Istria col tentare di abbattere il patriarcato di Grado, potente istrumento nelle mani della repubblica. Difatti Corrado riuscl in un sinodo, tenuto a Roma in sua presenza dal papa Giovanni XIX, di togliere a Grado il patriarcato e di far decvetare ehe la chiesa di Grado fosse dipendente da quella di Aquileia.5 11 patriarca Popone, forte di questa de-cisione, approfittando della fuga del patriarca di Grado nell’ Istria, preše astutamente la citfc\, privando le chiese ed i monasteri delle loro reliquie e de’ loro tesori. La repubblica perö insistette tanto presso il pontefice, finebö nel 1029 fu convocato un altro 1 Murutori. Antiq. Estons. Cap. XI. — id. Antiq. ital. T. I pag. 169. 2 Cappolletti op. oit. pag. 844. s Stumpf op. cit. pag. 128. 4 Czoernig op. cit. pag. 478. 6 Cappelletti op. cit. pag. 344 — Ireneo dolla Croce Y. III pag. 11 e geg. sinodo, nel quäle furono riconosciuti i diritti metropolitani di Grado sopra 1’ Istria e la Venezia marittiffia. La lotta fra i due patriarcati durö in seguito fino ali’ anno 1180, in cui venne de-cisa in favore de’ patriarchi di Aquileia, che continuavano ad essere sempre nelle grazie d egi’ imperatori. Reduce dali’incoronazione a Roma, Corrado tennc nel 1027 a Verona un placito generale o corte di giustizia. Quivi, fra gli altri molti, erano presenti il patriarca Popone ed Adalberone, duca di Carinzia, marchese di Verona ed Istria. ln questo il duca chiamö a giudizio, innanzi a Corrado, Popone e mediante il suo avvocato Vecellino, ehe secondo gli studi del Tangi k quello stesso Variento ehe abbiamo incontrato nell’ Istria,1 fece istanza all’imperatore che il patriarca fosse obbligato a pagare sopra tutte le corti, i castelli, le ville, i comuni liberi e servi e sopra tutto ciö ehe possedeva la sua chiesa, il fodero (fodrum), ossia il mantenimento delle truppe ed altre angarie ehe erano donite al suo ducato. 11 patriarca si difese mediante il suo avvocato Valperto, il quäle prov<'> con testimoni, n on aver la chiesa di Aquileia mai pagato, ne dover pagare ad aleuno le gravezze pretese dal duca. Sentite le due parti, il consesso giudicö che la chiesa di Aquileia ed i suo patriarchi fossero nel loro stato padroni liberi.2 Non deve destarci meraviglia se 1’ imperatore decise la questione in favore del patriarca, minacciando persino il duca della multa di cento lire in oro, nel caso che in seguito esigesse dai beni e dai sudditi del patriarcato 1’ approvigionamento pel suo esercito: questa decisione ci prova anzi ehe 1’ imperatore era sempre fedele alla sua politica, di assicurarsi cio6 il favore del patriarca per sostenersi pili facilmente in Italia. 1 II Tangi op. cit. pag. 241 Bontione clio Vocellino sin lo stoaso Vorieuto o dice cho noi lo tvoviamo in ima donazione dol 1028. Egli si presenterebbe ripetutamonte coi nomi di Werilien, Werihennt, Wariont, Wezellin o Weri-gand. Suo figlio Azzo compavisce nol 1028 coine 1’ ultimo tostiraonio in un docuinento ; ma di lui non abbiamo nessun’ altra notizia; o non e quindi possibile decidero se Lodovico, obo si trova nel 1056 qual conte del Friuli, sia flglio o nipote di Wariento o con quosto parente. La suppoBiziono del Tangl avrebbe valoro in quanto olio, so anclio oomparisco in quosto placito un altro tostimonio col nomo di Vavionto, puro Valporto ö il voro avvocato del patriarca. Cfr. il Czoornig (op. eit. png. 478), il quäle soHtiono il contrario. 2 Rubeis op. cit. pag. 501. Con questa risoluzione il patriarca venne pošto sotto la plenipotenza iminediata dell’impero. Egli non aveva quinci in-nauzi che da adempiere i doveri d’ un vassallo della corona, mentre era il solo signore feudale di tutti i vassalli ehe si tro-vavano nel suo territorio. Dopo questo plaeito, l’imperatore ritornö in Germania, ove nel giorno 11 Settembre 1028 confeii al patriarca il diritto di coniare moneta.1 Com’ ei fu colmato di doni e di privilegi dali’ imperatore, cosi per soccorrere alla in i ser ia della sua ehiesa suffraganea di Cittanova nell’Istria, coli’assenso deli’imperatore, largl a questa la villa di S. Lorenzo in Daila con tutto il territorio, diritti e regioni ch’ egli aveva (1038); ed al monastero di S. Maria donö Isola. Fece inoltre costruire la basilica di Aquileia e la consacrö nel 1031, assistito dai Cardinali Giovanni e Dodone e dai vescovi di Pola, Cittanova, Pedena e Trieste.2 Qnesti fatti ci provano cbe Popone continuava ad esercitare le funzioni di metropolita nell’ Istria, malgrado la decisione del sinodo del 1029 ; dimodochžs il papa Leone IX fu costretto a riconfermare a Grado i suoi antichi diritti (1053).3 II duca Adalberonc, marchese d’Istria, perdette dopo pochi anni la grazia imperiale; e nel 1035 fu privato del ducato e delle marche, compresavi anebe 1’ Istria. II tutto fu conferito a Corrado di Franconia, figlio del gia duca Corrado, sotto il quäle il margraviato d’Istria rimase fino alla sua morte (1039).4 Dopo quest’ anno sembra cbe la Carinzia e 1’ Istria passas-sero per qualcbe tempo sotto la diretta amministrazione dell’ im- ' Kubois op. cit. pag. 505-6. 2 Codice dipl. ist. — Rubois, op. cit. pag. 517. 8 Minotto : Acta ot Diplomata cx R. Tabulario Veneto. pag. 3. Docu-monto dol 1058. 4 Portz Tora. VI1T. Hermanni Aug. Clironioon pag. 122. Arno 1035 .... Adalbero, dux Carantaniae et Histriao, amissa imperatoris gratia ducato quoque privatus est. — id. pag. 22. Aimo 1036 . . . Conradus patruelis imporatoris, patris suo ducatum in Carautauo ed in Histria quem Adalboro habuerat ab impo-ratore recopuit. peratore Enrico III; ed infatti la prima rimase fino al 1047, nel qual anno fu conferita a Guelfo coute di Svevia, mentre la seconda dal 1039—1058 venne retta da marchesi indipendenti dalla Carinzia, ma dipendenti direttamente dali’ imperatore. Non ci £ possibile riconoscere i nomi e le date precise; soltanto nel 1058 circa incontriamo un marchese di nonie Voldarico (Volrico). Fino a questo tempo abbiamo peraltro de’ documenti, ehe possono forse comprovare la diretta dipendenza deli’ Istria dali’ impe-ratore. Nel 1040 il re Enrico conferma alla cliiosa di Trieste i privilegi concessi a questa dai preeedenti re ed imperatori ; nello stesso anno il re conferma al vescovo di Parenzo le dona-zioni fatte dai suoi antecessori. In questi documenti non si fa menzione del marchese. Inoltre, da un altro documento cbe e pure del 1040, rilevasi ehe, o non vi era od era assente il marchese; percbe una qucstione per decime sorta tra il mona-stero di S. Miclielc al Leme ed il vescovo Enghelmaro di Pa-renzo venne decisa innanzi alla corte in favore del monastero.1 Dal 1058—1070 troviamo nel nostro margraviato il marchese Volrico I della casa Weimar—Örlamünde. Egli era nato da Azzica, figlia cd erede del conte Vecellino, la quäle si era maritata con Popone I della casa Örlamünde. Questo marchese risiedeva nella provineia, forse a Pola; e presso lui si rifugiö Salomone re d’ Ungheria, il quäle mori a Pola come risulta dali’ iscrizione trovata sulla pietra ehe copriva la sua tomba.2 Le relazioni della casa Orlamttnde con quella degli Arpadi devono essere State buone, poichfe vediamo il nostro Volrico sposarsi a Sofia, figlia di Bela I e sorella di Ladislao, dalla quäle ebbe tre figli: Popone II, Volrico II e Burcardo. Noi incontriamo questo marchese in una donazione della villa Strengi (Sdrcgna ?) fatta dali’ imperatore Enrico IV al patriarca;3 in un’ altra fatta ai vescovi di Frisinga di aleuni i Codice dipl. ist. doc. dol 1040. — II Rubois pag. 500 suppone cho 1’ Istri«, oontinuftsso ad ulibidire ai duchi di Carinzia : Diserto liaec testantuv Monumenta, Mavoham Istriam liis tomporibus ducibus Carinthiae paruisso. a Notizio storiclio di Pola pag. 222. 3 Stumpf op, cit. anno 10G0 pag. 215. beni intorno Pirano e Cittanova (Pyriam et Niwemburg) pel chiostro di S. Andrea fondato dal vescovo Elleuliardo ; 1 in una terza del 1063 fatta al vescovo di Bressanone de’ monti Ottales e Stainherch presse Idria; 2 in una quarta con cui il marchese Volrico riceve dali’ imperatore 20 mami intorno Pinguente e Bagnuol;3 e finalmente in un altra fatta pure dali’imperatore al suddetto Ellenhardo di Frisinga per insihuazione del la regina Berta e dello stesso- Volrico, colla quäle il vescovo ottenne le ville di Covedo, Lonche, Ospo, Rosariol, Truscolo (Trusche) Cisterna (Sterna) e S. Pietro di Montrin presso Buie, nonch^ altre possessioni del fisco regio.4 L’ imperatore teneva in grande stima il nostro Volrico e lo chiamava il suo piü valoroso conte. Egli' possedeva inoltre la marca della Carniola.5 fe naturale il i'itenere che i duchi di Carinzia tentassero d’impedirc laformazione d’un marchesato indipendente nell’Istria, teniendo di perdere la provincia; per la qual cosa, dopo la morte di Volrico, questa passa a Marquardo degli Eppenstein, senza riguardo ai figli del marchese defunto. Marquardo compa-risce come conte di Gorizia e sembra ehe abbia avuto in isposa una figlia di Variento, conte del Friuli, e che per tal matrimonio abbia ereditato la contea di Gorizia ed i beni allodiali del Friuli; mentre la contea di questo paese venne conferita ad un eerto Lodovico. Quando Marquardo ebbe ottenuto il ducato di Carinzia, la contea di Gorizia passö a suo figlio Enrico, il quäle ebbe anche 1’ avvocazia sopra la chiesa di Aquileia. Dopo la morte di Marquardo, al suo primogenito Leopoldo toccö la Carinzia, ad Enrico venne conferito il margraviato d’ Istria.6 E sembra che questo marchese tenesse unita ali’ Istria anche la Carniola, come 1’ aveva posseduto Volrico. 1 Stumpf op. cit. pag. 217. 8 Stumpf op. cit. pag. 218. 3 Stumpf op. cit. pag. 220. 4 Codice dipl. ist Lounca, Ozpe, Razari, Truscolo, Steina, Sancte Petri in pago Istria in marca Oudalrici marchionis sitas dodimus.............. — De Franceschi. Note storiche pag. 98. 5 Secondo lo Stumpf op. cit. pag. 218 Volrico comparisce qual conte della Carniola e marchese gifi nel 1058. II relativo documento trovasi nel-1’ Archiv für Heimatkunde von Schumi Laibach. 1882. I Band. I. Bogen. 6 Czoernig op. cit. psg. 484-90. L’ importanza della casa (legli Eppenstein risulta chiara dali’essere questi imparentati coli’imperatore; laonde dopo il conferimento della Carinzia e deli’ Istria, gli Eppenstein rimasero legati ad Enrico IV per interesse e per gratitudine, non ricono-scendo per trent’ anni di seguito altra politica clie quella del- 1’ imperatore, il quäle ricompensö questa fcdelta concedendo al terzogenito Olrico 1’ importante abbazia di S. Gallo. L’ imperatore perö, avviluppato nella lotta deli’ investitura col pontefice Gregorio VII, cercö di procacciarsi ancora degli altri amici; e nessuno gli premeva maggiormente quanto il pa-triarca di Aquileia Sigeardo, conte di Plaien (1068—1077), come quegli che custodiva i passi delle Alpi pii’i importanti per di-scendere in Italia. Mentre adunque Enrico si tratteneva in Italia per essere assolto dal pontefice dalla scomunica, svincolö il patriarca dal potere de’ duchi di Carinzia — quantunque nominale — coli’ assenso dello stesso Leopoldo; e nel 3 Aprile 1077 a Pavia conferl al patriarca la contea del Friuli, la villa Lucenico e tutto ciö che possedeva il conte Lodovico con tuttc le regalie, comprese, s’ intende, anche quelle de’ vescovi del-1’ Istria. Con ciö venne assicurata la supremazia territoriale del patriarca, che giä dal 1027 col diploma di Corrado puö essere considerato come principe immediato dell’ impero. Nel 11 Giugno dello stesso anno a Norimberga, 1’imperatore conferl inoltre al patriarca la marca della Carniola e la contea d’ Istria.1 Nel documento dell’ imperatore Enrico IV per 1’ acquisto de’ beni fatti dalla chiesa di Frisinga si parla del cnntone (pago-gau) d’Istria nella marca del marchese Volrico; e nel 1077 viene adoperata 1’ cspressione contea (comitatus), il cui possesso come abbiamo veduto, venne assegnato al patriarca di Aquileia. Questi adunque ebbe la contea e non il marchesato, come alcuni asserirono erroneamente, il quäle senza dubbio continuö a rima-nere alla casa degli Eppenstein. Essendosi il nuovo patriarca Enrico dichiarato partigiano del pontefice, 1’ imperator^ gli tolse la marca della Carniola e 1 Rubeis op. cit. pag. 535. — Codioe dipl. ist comitatum Istriae tradimus ac porpetua tuo- moria dicamus. la contea d’ Istria che passarono tutte e due ad Enrico degli Eppenstein. Dell’ attivita del marchese Enrico poco sappiamo; soltanto da Valvassor risulta eh’egii feee guerra, allcato col fratello Leopoldo, contro Zolesmyr re di Dalmazia, ehe senza dubbio šara il re croato Demetrio Zvonimiro, il quäle per sostenersi nel suo dominio si pose nel 1075 sotto la protezione del papa Gregorio VII, da cui ricevette le insegne regie, eolle quali si fece incoronare ad Alt-Solina. Essendo adunque un partigiano del papa, puö darsi ehe fosse stato instigato ad assaltare il regno d’ Enrico VI nella parte sud-est. Ottenuto Enrico il dueato di Carinzia (1090), il marchesato d’ Istria passft ad un certo Popone. Popone era figlio piu vecchio-del marchese Volrico della c asa OrlamUnde. E probabilmente quello stesso che Fröhlich serittore delle cose di Carinzia e Stiria, chiama Poppo Starchand. Egli era sposato con Riccarda, figlia del conte Enghelberto I di Sponheim-Lavanthal. In qn documento del chios^ro di S. Paolo in Carinzia deli’ anno 1093 comparisce come suocero dello stesso Enghelberto. II Rubeis quindi k in errore dicendo che, subito dopo il marchese Enrico, preudesse possesso del margraviato dMstria il conte Enghelberto di Sponheim;1 mentre 1’ottenne appena nel 1112, quantunque Popone avesse trefigli: Popone II, ehe nel 1141 comparisce come conte della Carniola, Ulrico III e Sigeardo, che abbracciö la vita ecclesiastica; e due figlie: Sofia, moglie del conte Bertoldo II d’Andechs, e Luitgarda. moglie del conte Bertoldo di Bogen.2 Popone ^bbe soltanto 1’ Istria; mentre la Carniola venne dali’ imperatore restituita alla chiesa di Aquileia (1093) ; ed alla giurisdizione metropolitana de’ patriarchi fu assoggettato dapprima il vescovato di Parenzo (1081), nel 1082 il vescovato di Trieste e nel 1093 ebbero il diritto di eleggere liberamente il vescovo di Pola.8 II che ci prova come gl’imperatori continuassero a • Kubeis op. cit. pag. 555. 2 Tnngl op. cit. V. XII pag. 95. 3 Stumpf op. cit. doc. 1081 pag. 23. — id. doc. 1082. ■— id. doc. 1093 pag. Sf44. favorire i diritti metropolitani del patriaroa di Aquileia in con-fronto a quelli del patriarca di Grado. A Popone successe come marchese il fratello Burcardo, terzo figlio di Volrico I finora sconosciuto, e poscia Volrico II, cognato di Enghelberto II di Sponheim-Lavanthal.1 Volrico II ei si presenta in an interessante documento del 1112, con cui il marchese, il conte, i vescovi e gli altri rtiag-giorenti convengono coi provinciali in leggi risguardanti la giu-dicatura ed in altre cose tendenti a mantencre 1’ ordine e 1’onore deli’ intiera provincia.2 Importante si e ancora h; donazione fatta da questo marchese e da sua moglie Adelaide a favore della chiesa di Aquileia. Essi regalarono alla suddetta chiesa le loro baronie, ad eccezione di Ronz nel carso di Pinguente (forse 1’ o-dierno Raciavaz), dei castelli di Cernogrado e Belligrado presso Rozzo, di Calisedo e delle peschiere di Leme, ehe furono dati ai baroni Marquardo, Adalberto ed Adalberto il minore. Le altre baronie sono: Pinguente, Colmo, Baniol (Bogliuno), Vragna, Letai, S. Martino (presso Buje), Brisintina, (Grisignanä), Casti-g-lione (presso Buie), le ville Cortalba „inter latinos“ (forse Berdo di Cej)ich), Cuculo (monte Cucco presso Buie, oppure Zuccoli di Castelvenere), Mimiliano (Momiano), Cisterna (Sterna), Pietra Alba (Piera bianca presso Covedo), Druine o Dravuie (Draguch?), Matecinigla (Marcenigla), Covedel (Codoglie), Castan (Castagna), S. Pietro (di Montrin) coi monasteri di S. Pietro e S. Michele.3 Fecero inoltre altre donazioni nella Carniola alla chiesa di Bressanone.'1 A Volrico II morto senza figli succedette Enghelberto II degli Sponheim, senza riguardo ai figli di Popone. II marchesato 1 II nostro marchese Burcurdo compariseo come tostimouio assieme ooi piii distinti principi deli’impero in un documento del 1101 riportato da Francesco Schumi nell’ Archivio por la storin p a tri a (Archiv für Heimatkunde. Laibach I Band I Bogen, I. Jänner 1882). Testimoni .... comos palatinus Seifridus, Fridoricus dux Alomanniae, Burcardus marc.hio Ilistriae, Heinricua filiua Welponis, Hartamannus comes Alemanniao ot alii optimates regni quamplures......... 2 Codice dipl. ist. anno 1112. 3 Codice dipl. ist. anno 1102. — De Franceschi op. cit. pag. i)(i. •* Ankershofon-Regosta pag. 71. passö cosl a questa famiglia, la quäle acquistö nel 1122 anche il ducato di Carinzia. Secoiido adunque lc indagini storiche del Tangi e dell’An-kershofen riccamente documentate, giä nel 1112 trovavasi qual marchese d’ Istria Enghelberto degli Sponheim, asserzione con-traria alle ricerche del Kandier, il quäle sostiene ehe gli Sponheim giungessero al marcliesato appena nel 1127.1 ] Tangi. op. c. pag. 122. — AnlcerHhofen op. c. pftg. 82. — Kandlor „L’ Istria“ anno I. pag. 31. L’ISTRIA SOTTO GLI SPONHEIM Ej GLI ANDECHS-MERAN 1112—1209. Neli’anno 1112 si presentano nella nostra provincia due (lignita importanti: la contea cd il marchesato. La prima diventö ereditaria ne’ conti di Gorizia; il secondo nella famiglia degli Sponheim. Per ispiegare la formazione della contea si sono fatte varie argomentazioni basate meglio sopra supposizioni ehe sull’ indi-cazione dei documenti, senza pensare allo svolgimento naturale del sistema amministrativo franco; laonde trovo opportuno di accennare ad alcune considerazioni ehe potrebbero forse servire a meglio comprenderne lo sviluppo. La divisione cantonale, ch’ era stata la base fondamentale deli’ organismo dello stato ul tempo de’ Carolingi, andö succes-sivamente sciogliendosi, perdendo nel corso di qitesto tempo la sua importanza politica. Causa ne furono in parte le immunita concesse ai vescovi, essendosi dichiarato incompatibile ehe questi dovessero essere assoggettati ad un principe laico; in parte la circostanza ehe molti cantoni passarono nelle mani dello stesso signore territoriale, il quäle coli’ andare del tempo, per interessi risguardanti il servizio militare deli’ impero, unl in un tutto, chiamato ducato, le contee ed i territori con immunitä. II duca, quäle incaricato imperiale, intimava ai conti, ai territori con immunitči ed agli altri domini baronali di prendere le armi o stava perciö, in rapporto militare, al di sopra de’ conti, senza pero estendere la sna giurisdizione nelle contee o ne’ territori immuni, ne’ quali ai conti ed ai vesoovi spettava il diritto di giudicatura. Nolla nostra provincia parecclii sono i comitati clie diven-tarono possedimenti de’ vescovi in forza delle concesse immunita; e troviamo Trieste, Parenzo, Aquileia, Pola e Cittanova, ne’ eui documenti viene espressa sempre chiaramente la formola: ut nullus Di per Trieste, «lipi. 1077 per 1' Istria, por la Carniola e pol Friuli. 3 Bergmann: Uobor Friaul und dio Herzogu von Kärnten. Archiv für Ost. G. V. III. pag. 247. stata creata appena nel 1112 per soddisfare alle esigenze d’un certo Enghelberto; soltanto in questo tempo essa si presenta piü distinta nella sua estensione comprendendo territori nel centro della provincia. II eonte Enghelberto non k certamente della casa dogli Eppenstein, coine aleuni asserirono; perehč di questa famiglia non erano superstiti che Enrico di Carin/,ia e Volrico patriarca di Aquiloia; ne della casa degli Ortemburg in cui, secondo gli studi del Tangi, non trovasi nessun menibro di questo uomc. 1 Io ritengo invece ehe questo Enghelberto sia della casa de’ conti Lurn di Gorizia. Questa supposizione non sarebbe tanto arrischiata, se si pensi ehe gia nel 1102 troviamo Enrico do Guriza a conte d’Istria, il quäle, secondo il Czoernig, era zio di Mainardo f c d’ Enghelberto I ehe compariscono in un documento riportato dal Rubeis.2 A convalidarla maggiormente servirebbe ancora il fatto ehe i conti di Gorizia possedevano gia territori nell’ Istria, in seguito ad ima donazione fatta dal marehese Volrico a Mainardo L. (Hoc enim Meginhardo dedimus Ronz . . . cum suiis pertinentiis — Raciavaz?). La comparsa successiva di membri di questa famiglia nel possedimento della contea, come sarebbero Enghelberto 1 (1112), Enrico, che troviamo sottoseritto in un documento di Pola del 1145, Enghelberto 11 (1106) e Mainardo II nel 1175, fa crcdere adnnque ehe i conti di Gorizia ne fossero i possessori fin dal 1112, i quali se no assicurarono il possedi-mento pel matrimonio di Enghelberto III con Matilde d’Andechs, 1 Tangi. op. cit. V. 12 pag. 122. 2 Rubeis op. cit. pag. 554-5. In nomino Sanctae et fndividuae Trinitatis. Ego quideni Voldoricus l)oi gratia Aquileiensis Ecclesiae Patriarcha.......................... Ecclesiae S. Johannis de Tymavo, quao sub regiinine Abbatis Holinionsis ost, quaedam benoflcia eontuli, et pro dote tradidi . . . Hoo orgo consocrando altare Sanctao Crucis in eadom Eeclosia, plobem Mai’cilianam pro dimidio ac deinceps Monaohis ibidem soi'vientibuB maneipo. Insuper deeein Mangos, quos a Maynardo de Guviza pro beneficio fratris sui Engel . . . . a mo tibi traditos aceepi in loco, qui Ortuvin dioitur, oidem Ecclesiao super Sanoti .loliannis altaro trado. Decern quoque Mansos, quos a marchione Enylielberto pro sacrilegio, quod fideles sui per incendium Ecelosiae in Carniola connniserant, recepi, similitor Sancto Jobanui tribuo in looo, qui dicitur Oradisca. — Da questo documento si vodo 1’esistenza di questo Engbelborto di Gorizia; eomo pure risulta ebiaro una dolle condizioni di paco imposto al marobese Engbel-berto degli Sponheim. contessa di Pisino, la quäle citta si presenta per la prima volta volta come nucleo della contea nel 1183.1 E naturale poi il ritenere che i singoli conti andassero successivamentc aumentando il proprio territorio con donazioni, con eompere, con permute e con altri mezzi tanto a danno delle chiese c de’ monasteri, quanto a qncllo del marchese stesso, il quäle si trovava per lo piii lontano dalla provincia; e che questi territori, congiunti ai beni allodiali, servissero ad accrescere il loro potere cd a renderlo ereditario.2 Quando il marcliesato passö ad Enghelberto degli Sponheim (1112-1122), il patriarca Volrico, ricordando la donazione del comitato d’ 1 stria fa'tta al suo antecessore Sigeardo, ])retese d’im-padronirsi di tutta la provincia e s’ uni a suo fratello Enrico, duca di Carinzia, contro il suddetto marchese. Essendo le due marche d’ Istria e Carniola confinanti, si puö bene pensare alle frequenti ruberie ch’ ebbero luogo durante questa guerra; ma non sara stato certamente tutto quell’ apparecchio di alleati dipinto dallo storico Megisero, cd i dioci mami dati dal marchese Enghelberto al patriarca non furono per le spese della guerra, ma per ricompensare il danno della cliiesa abbrueiata nella Carniola.3 II marchese Enghelberto II lo troviamo rammentato in una donazione fatta all’ abbazia di R. Paolo del luogo Glödnitz nella valle del Gurk. Doveva essere una persona ragguardevole, giac-che lo vediamo piii volte occupato negli affari di Germania; ed 6 probabilmente quello stesso Enghelberto che cooperö al concordato di Worms, col quäle fu posta fine alla lotta dell’ in-vestitura.4 Egli si ritirö in un chiostro, abdicando in favore 1 Codice dipl. ist. 2 Codico dipl. ist. ftimo 1183 — Questioni tra il vescovo di Pareuzo od il conto Mainardo. 3 II documonto riportato dal Rubeis ci pvova che la guerra obbo luogo contro lo stesso marchese Enghelberto degli Sponheim e non contro Enghol-borto degli Ortenburg, pel quäle aleuni suppongono fosse stata eroata lä contea. — Tangl op. c. pag. 122. •* Pertz. Mon. ö. T. IV pag. 76. Haoc omnia acta sunt consensu ot consilio prineipum, quoruni nomina subscriptn sunt . . . fra gli altri: Marchio Engholbertus. de’ suoi figli Volrico I cd Enghelbcrto III; il primo ricevette il ducato di Carinzia, il secondo il margraviato d’ Istria; die, dopo la morte di questo marchese (1173P), passö agli Andechs-Meran. Sotto il dominio degli Sponheim osservasi nella provincia una vita pili libera ne’ coinuni, i quali cercano di renders.i indi-pendenti dal potere marchesale, da quello dcl conto c da quello dei vescovi. Dal primo non era molto diffioile, in quanto il marchese era incapaoe di reggere la provincia, perche «la essa lontano ; devesi inoltre supporre che lasciasse ai connmi di prov-vedcrc ai propri interessi cui egli non poteva tutelare. Per comprendere poi come i conti, e specialmente i conti vescovi, andassero p erd endo della loro autorita a vantaggio de’ comuni, bisogna ritornare alla formazione di questa stessa autorita vescovile. II vescovo difatti, colle immunitä e colle donazioni, estese la sua giurisdizione sopra quei territori che formavano 1’ antico comitato franco ; ed in questo distretto csercitava la giudicatura civile e penale, avendo grande influenza siül’ elezione de’ funzio-nari delle citta, ove nessun ordine poteva venire emesso senza H’ approvazione del vescovo, il quäle non tralasciö di nominarsi anche conte. 1 Se noi consideriamo il privilegio concesso al vescovo di Paren/,o, troviamo distinte le tre parti del comitato, cioe: la citta, il distretto della citta cd il comitato che formö poscia la diocesi. Questc condizioni si possono riflettere su Trieste e Pola, mentre Pedcna e Cittanova erano meno importanti. f vescovi di Pola avevano estesi domini nella citta e nel distretto, e la loro giurisdizione si estendeva probabilmente oltre 1’ Arsa ed il monte Maggiore: tra le altre terre ebbero Castua, Veprinaz, Moschienizze e Fiume.2 Nelle citti\, dove il vescovo aveva la sede, 1’elemento comunale dapprincipio si accrebbe per l’affluenza degli arimanni della campagna,3 i quali si rifugiarono nella citta sotto la protezione de’ vescovi per schivarc 1’ autoritä de’ signori baronali. E naturale che le citta cercassero di sciogliersi dai lacci 1 Bonomo op. uit. pag. 12. 2 Notizie storiche di Poln pag. 29. 3 I libori nun hoho divorsi dagli arimanni-\Voar\ noll’ osorcito — lleor- männer — Vodi Hegel op. e. V. II ptig. 395. Noi li troviamo in un docu- mento del Codioe dipl. ist. dcl 1017. feudali del vescovo e di estendere il loro territorio per raggiungere 1’ antica „civitased erano spinte a cio dal desiderio della pristina legislazione, dali’esercizio del commercio c deli’ industria e dalle corporazioni cbe si trovavano nell’ interno della cittä, e cbe costituivano uti torte elemento borghese. Questa lotta dev’ es-sere stata lenta, se si pensa elie a Paren/.o appena nel 1297 il popolo con alla testa il podesta veneto assali il palazzo vescovile e cacciö il vescovo ehe pretendeva un dominio laico silila citta e s lil territorio urbano.1 Tuttavia le forme coStituzionali delle citta dovettero snccessivamente mutarsi: al pošto de’ franebi scatini subentrarono i giudici, ed in litogo del vicario dol conte vescovo, del bunjravio e del gastaldo il podesta,2 Di queste lotte delle citta contro le autorita preiioste alla provincia seppe approfittare Venezia cbe cercava di tirare a se il commercio, la navigazione esclusiva di tutto 1' Adriatico e di umiliare le allrc cittA soggette ad una potenza estranea. Questa repubblica, come abbiamo veduto, s’era fatta prestare dalle citta alla costa iedelta ed obbedienza, e le aveva indotte al paga-meiito d’ un tributo col pretesto di tenere sicuro il mare dalle piraterie. Le citta pero animate da quello spirito d' indipendenza, da eni erano spinte a togliere dalle mani del marebese e de’ conti il potere per concentrarlo nel comune, mal tolleravano d’ essere tributarie alla repubblica e tentarono ])iii volte di svin-colarsene. Uno di (juesti tentativi indusse Venezia a rinnovare sollecitamente i patti di fedeltä nel 1145 con Capodistria, Isola e Pola, le quali promettono di armare una galera, quando i Veneziani ne armassero da 15 a 100 e di andare alla ditesa di 1 Giorrmlo „1’ Istria“ Anno V. pag. 94. 2 Nel tnittato di Giustinopoli con Venezia troviamo einque scavini (977). Nei seguenti documenti abbinmo inveco i giudici: Parenzo 1114 — dne. Trieste 1115 — due. Parenzo 1118. — uno. Capodistria 1135 — uno. Trieste 1165 — uno. „ 1171 — uno. A podestik ebbo Trieste nel 1150 Enrico di Gorizia ? — Pirano nel 1192 il podesti Arnolfo. — Capodistria nel 1186 il podesti Almerico. — Tedi i doc. di questi nuni nel Codice dipl. ist. Venezia sopra Ragusa ed Ancona. Venezia promette lovo in cambio libero conimercio escnte da dazi. Pola dona di piü al doge un palazzo in H. Maria del monaetero, chiedendo a lui promessa di aiutare la cittä in ogni evcnto.1 Seinbra perö che Pola per la prima rimanesse poco tedelc a questi patti; perche dopo poclii anui si dä, assieme con altre cittä deli’ Istria, alla pirateria in uuione alle cittä di Rimini ed Ancona. Cio' 11011 fu ehe un alt.ro tentativo fatto dalle cittä istriane colla speranza di riuscire finalniente a liberarsi dal tributo che dovevano pagare alla repubblica. Ma Venezia tu pronta ad armare cinquanta galere, (lulle quali diede il comando a Domenico Morosini, figlio del doge, ed a Marino Gradenigo, che si portarono contro Pola, la strinsero d’assedio e Ta ridussero alle strette in guisa che dovette arrendersi e capitolarc. I cittadini furono costretti a rinnovare i giuramenti di t'edeltä alla repubblica, ad assoggettarsi al pagamento d’ un annuo tributo in olio per la chiesa di S. Marco, a teuere purgato il mare da’ ladroni lungo la costa da Medolino fino a Rovigno ed a somministrare una galeva arrnata, ogni quäl volta i Veneziani ponessero in arini una flotta che oltrepassasse il numero di venticinque navi. Questo patto fu giurato dal vescovo in uuione de’ maggiorenti della cittä.2 La flotta veneziana costrinse pure le altre cittä <1 prestare eguali promissioni. Rovigno giura 11011 solo fedcltä, 111a promette cinque romanati annui per la costruzionc di S. Marco e di rite-nere salvi e sicuri tutti i Veneziani che si trovassero nel territorio della cittä.3 Parenzo promette di pagare annualmente quindici libre d’ olio per la stessa cliicsa e di dare al doge 20 arieti, obbligandosi di coneorrere collc sne navi nel caso d’ una guerra marittinia sino a Zara ed Ancona.4 Umago ta lo stesso, promet-tendo di dare ogni anno duc romanati. Cittanova promette pure 20 libre d’ olio jicr la chiesa di S. Marco.5 1 Notizio storiche Ji Pola. Doc. armo H45 pag. 272. — Minotto op. c. pag. 5. 2 Notizio storioho ili Pola. üoc. anno 114!) pag. 275. — Minotto op. e. pag. H. s Codico dipl. ist anno 1150. » *» n Con questi patti Venezia costrinse alla fedelta ad ali’ ob-bedienza tutte le citta marittirae deli'Istria; ed i dogi della repubblica non trascurarono di chiamarsi da qui innanzi duces totim llistriae1 senza riguardo ai diritti del vero principe della provincia ehe eontinuava ad essere il marchese. Le citta provarono ben presto le conseguenze di questi patti, quando il doge Vitale Michiele 11 intimo guerra (1171) ali’ imperatore Manuele ed uscl dali’ Adriatico con una squadra di 100 galere e 20 navi venete e 10 d’Istriani e Dalmati.2 Essendo adunque frequenti le guerre di Venezia, le citta del-1’ Istria, malcontente deli’ aggravio di questo loro prestazioni alla repubblica, aspettavano an’ occasione favorevole per libe-rarsene. Perci«, scoppiata la guerra tra Venezia, Genova e Pisa, Pola per la prima si beffa della repubblica e si lascia prendere dai Pisani (1193); per lo ehe il doge Enrico Dandolo spedl tosto una llotta sotto il comando di Giovanni Morosini, ehe prende la citta, ne fa atterrare le mnra dalla parte verso il mare e costringe gli abitanti alla rinnovazione degli antichi patti.8 Venezia in questa guisa non solo abbatte le citta istriane, ma tenta di reprimere qualsiasi altro principato che potesse eventualinente minacciare i suoi interessi. Difatti, quando il patriarca di Aqtiileia Pellegrino ebbe ottenuto dal pontefice la piena giurisdizione ecclesiastica sopra IH vescovati, fra i quali Pola, Trieste con Capodistria, Parenzo, Pedena e Cittanova,4 c quando, coli’ appoggio di suo padre Enrico, duca di Oarinzia, e di suo fratcllo Enghelberto, marchese d' Tstria, ebbe aumentato di molto lo splendore del patriarcato, i conti di Gorizia, ehe tendevano sempre ad estendere i loro territori a danno de’ patriarchi, ed i Vencziani, chc vedcvano in lui un fortc oppositore alle loro aspirazioni nell’ Istria, dove il patriarca era considerato da tutti i vescovi come loro metropolita, mentre essi sostenevano i diritti di Grado, fecero il possibile per impedirne 1’ ingrandimento. 1 Dandolo-Muratori XII pag 284. Navagoro Muratori XXIY pag. 973. 2 Do Franccschi op. c. pag 108. •1 Cosca: Relazioni tra Triosto o Yonozia pag. 35. — Do Franoesohi op. c. pag. 112. * Czoornig op. c. pag. 271. J conti riuscirono n fari o prigioniero E tuttavia, per opera del vescovo di Trieste, il patriarca Pcllegrino venne to ato mcsso in liberta ed in compenso ricevette da Enghelberto, conte d’ Istria, molti niansi ncl Carso, nella Carinzia cd il castro di Mosburgo.1 Ma queste lotte ehe si ripeterpno anclie in appresso servirono tutte a vantaggio di Venezia, la quäle fu larga di minacce verso il successore di Pcllegrino, Volrico II (1102), sotto pretesto ehe il patriarca non cessava nuii d’ importunare colla gente del Friuli il Trevigiano ed il territorio del patriarca di Orado. I Veneziani lo feccro prigioniero e lo condussero a Venezia, dove lo costrinsero a diventare tributario alla repubblica colla promessa di dare annualmente al giovedi grasso un toro, dodici porci e dodici pani.2 Sebbene fossero stati pifi tardi (1180) assieurati i diritti metropolitani del patriarca sull’Istria, tuttavia Venezia conobbe ben presto di non poter temere questo principato, nem-meno quando venne allargato col marchesato della provincia. Vedesi adunque ebiaramente ehe Venezia non tralascia punto di approlittare di tutte le occasioni ehe le si presentano, per conservarsi sempre libera la strada al dominio delle citta deli’ Istria, coli’ indebolire la potenza del patriarca, unico principe ehe le potesse nuocere. Durante il corso di questi avvenimenti il marchesato passft alla casa degli Andeclin-Meran, diniinuito perö della parte sud-est della Carniola (Innere Unter-Krain), ehe era rimasta congiunta all’ Tstria sotto gli Sponheim; e sotto i marchesi successivi degli Andechs vi fu soltanto un' unione personale ncl senso che questi avevano in feudo gli estesi possedimenti della chiesa di Frisinga; ond’ e ehe Mottling, quantunque si trovi nella Carniola, viene sovente considerato quäl parte del marchesato. Gli Andcchs-Meran erano principi inunediati deli’ impero, eonti di Diessen c Plasscnburg.11 Nel 1180 fu croato per Rer-toldo IV il pomposo titolo di duca di Dalmazia. e Croazia al quäle sembra abbiano rinunziato per riguardo al bano ungarico 1 Coronini. Cronicon üorit. png. 185. 2 Rubeis op. cit. pag 591. s Per hi »tona dogli Aniloclin mi roho sorvito in gran pnrto deli’ opera deli’ Oefele : Geschichte der Grafen von Andechs, che e ritonuta la raigliore per la quantitil de’ docuineuti che vi sono citati. di quei paesi, riservandosi soltanto quello di Meran. Questo lionic viene adoperato in luogo di Dalmazia e Croazia e sc lo trova con dift’erenti forme: Mcranum, Merania, Meirania, Marania, Mai-rania, Moravia, Moravium. Viene adoperato in unione colla Croazia e Dalmazia in un’ annotazione protocollare del 1366,1 dove si parla di feudi che Ugo di Dnino ricevette dal patriarca di Aquileia „in Meran sive in Croatia;“ nella continuazione della cronaca. di Ilodolfo di Hohenems, e nelle fonti del paese in cui una parte della Dalmatia viene chiamata Maronia sotto un „dux Marionorum“.2 Tutti questi nomi significano regione marittiina; e lo stesso concetto lo troviamo nel nomc Morlacca, un tratto di eosta ai confini della Croazia e della Dalmazia circa da Carlo-pago fino a Zara. 11 principe Bertoldo II (f 1151) tu quegli che facilitö 1’in-grandimento della sua casa col matrimonio di Sofia, figlia di Popone marchese d’Istria e di Riccarda di Sponheim. Alla morte del marchese Popone e del fratello Volrico, il margraviato avrehbe dovuto passare a’ figli del prirno, ma I’ ebhe invece, come abbiamo veduto, suo cognato Enghclberto, i cui discendenti lo tennero lino all’anno 1173, nel quäle il margraviato passo a Bertoldo 111 d’Andechs (1173-1187). Prima di ottenere 1’ Istria, Bertoldo III accrebbe di molto la potenzä di sua famiglia, coli’ ereditare una serie di territori in Baviera, all' Inn, al Danubio, nella Carinzia e nella Carniola; dimodoche (livento uno de’ principi pifi potenti deli’ impero. Egli accompagm') 1’ imperatore Lotario in Italia e presc parte alla crociata di Corrado III. Si adoperö molto per 1’elezione di Fe-derico Barbarossa, cui dimoströ costantemente fedelta, prendendo parte alla prima, alla seconda, alla quinta ed alla sesta delle spedizioni in Italia.:i L’ imperatore lo retribui generosamente col conferirgli (1173) 1’Istria, importante principato immediato dell’ impero; e per sapere quanta fiducia cgli godesse, basti 1' cssere stato da questo mandato a trattare importantissimi affari dell’ impero nel concjlio di S. Jean de Löne (1162) ed in quello di Costanza (1183). 1 Thesaurus Eool. Aquil. p<1 Bianclii pag. 4,r)8. 2 Oofele op. o. pag. 72. »1 II n il Dell’ attivitä di questo marchese nell’ interno (]ella provincia nulla abbiamo d’importante e poche sono le notizie risguardanti gli altri domini baronali, se si eccettuino la conlerma fatta da Yolrieo II, patriarca di Aquileia, delle donazioni fatte da’ suoi predecessori al monastero di S. Maria, al quäle apparteneva Isola, e quella deli’ imperatore Federieo al veseovo di Torcello di alcuni beni nell’Istria. Durante il govorno di questo marchese abbiamo aneora da ricordare cbe il eoniune di Capodistria costi-tuisce la dote per il vescovato (1186), per eni, dopo la morte del veseovo Bernardo di Triestc, stava per rivivere in qnesta cittft la serie de’ veseovi.1 Bertoldo IV (1187-1204) segul le pedate del padre, rima-nendo fedele ali’ imperatore e prendendo parte attiva agli affari di Germania. Noi lo vediamo gia nel 1180 in [talia col re Enrico, figlio di Federico. 11 nostro marchese si presenta splen-didamente nella crociata del Barbarossa (1189), nella quäle venne nominato gonfaloniere del terzo corpo deli’ esercito, cb’ era formato in gran parte di suoi. Risplendette per valore in tutta la sorte di combattimenti coi Bisantini e coi Turchi: riuscl a tutto costo ad impadronirsi d’ un passo difeso dalla canaglia greca cbe turbava di contimio le opera/,ioni deli’esercito de’ crociati; protesse i crociati all’ascesa d’un monte presso Laodi-cea nel sultanato d’ Iconio, rattenendo valorosamente i Turchi ; occupö la cittä di Berroe abbandonata dai G reci; combatte con poca soldatesca insieme al veseovo di Passavia contro un nnmero niaggiore d’ indigeni; e finalmontc partecipö anche ali’ assedio di S. Giovanni d’ Acri.2 Non solo ogli si distinse in questi ed in altri combattimenti, ma aneora nelle negoziazioni col principe della Serbia, dove fu mandato dali’ imperatore per ottenere un esercito ausiliare, col quäle fece un trattatto, in cui promise perfino
  • ;■ i hontimf * > PERSONALE INSEGNANTE DIRETTORE Cav. Dr. Locati Francesco, membro clell’Eccelso Consiglio Scolastico provinciale deli’ Istria. Insegnö Fisica nei corsi III.0 e IV.0 — ore 6. DOCENTI EFFETTIVI. Borri Luigi Prof., insegnö geografia nei corsi I.°, III.0, IV.0 e storia in III.0, IV.0, VI.0, e VII.0 — ore 17. Bruinatti Antonio Prof., insegnö matematica in V.° e VI.0 corso, fisica in VI.0 e VII.0 — ore 18. Katalinič Dr. Domenico Prof., insegnö italiano nei corsi I.0, V.° e VI.0 e tedesco in I.° — ore 15. Morteani Luigi, insegnö italiano nei corsi III.0, IV.0 — tedesco in IV.0 — geografia in II.0 — storia in II.0 e V.0 — ore 17. Nicolich Emanuele Prof., insegm') storia naturale in I.° e V.° — chimica in IV.0, V.0 e VI.0 — ore 15. Perko Ferdinamlo Prof., insegnö disegno a mano libera dal II.0 al VII.0 corso — calligrafia in I.0 e II.0 — ore 24. Petronio Pietro Prof., insegnö matematica e geometria descrit-tiva in VII.0 — disegno geometrico a mano in 1° — ore 14. Ravalico Nicolö, ha insegnato italiano in VII.0 — tedesco in V.° — francese in V.°, VI.0 e VII.0 — ore 15. Spadaro Don Nicolo Prof., insegnö religione in tutti i corsi — italiano in II.0 — ore 14. Stefani Attilio Prof., insegnö aritmetica in I.°, II.0 e III.0 corso ; — storia naturale in II.0, VI.0 e VIL0 — ore 17. Supancicli Dr. Michele Prof., insegnö matematica in IV.0 corso — geometria deserittiva in V.0 e VI.0 — disegno geome-trico in II.0, III.0, IV.0 — ginnastica — ore 25. SUPPLENTE. Zaccaria Pietro, insegnö tedesco nei corsi II.°, III.0, VI.0 e VII.0 — ore 14. C A PIC L A S S E. In I.° corso . Prof. Nicolich Emanuele „ II.0 „ . „ Don Nicolo Spadaro * UL0 n • Borri Luigi „ IV.° „ . „ Dr. Michele Supancicli » V.0 „ . „ Morteani Luigi , VJ.° „ . „ Bruni alti Antonio „ VII.0 „ . „ Petronio Pietro PIANO DIDATTICO. RELIGION E. I-IV Classe, in ogni Classe 2 ore per settimana. — V-Vll ore 1 per classe. Met k d’ insegnamento. I.° Corso. Dal Catechismo maggiore le cose assolutamente necessarie a sapersi. Sviluppo delle stesse nella fede, speranza, caritJt e giustizia cristiana, con esempi tratti dalla sacra scrittnra. 11.0 „ Generaliti\ intorno al culto cattolico: dei sacraraenti e cerimonie relative: delle feste e delle cose sacre. 111.0 „ La storia sacra del veccbio e nuovo testamento fino alla morte degli Apostoli. Geografia lisica e storica della Palestina. IV.0 „ La storia ecclesiastica. La Chiesa in relazione con la civiltä. greca e latina, col sacro romano impero e coi siugoli principi con particolare ritiesso all’etä degli scolari. V.° „ Dogmatica generale. Della Religione: fonti: divina missione: la chiesa cattolica 1’unica vera. VI.0 Corso. Dogmatica speciale. Di Dio Uno e Trino. Le crea- zione — il peceato originale — il Redentore. Della grazia — dei Sacramcnti — un’ altra vita — il giudizio universale. VII.0 „ Morale. Concetto e distinzione. Fondamenti di mo- raliti\ — del male e del bene. Dei doveri di tutti gli uoniini — e degli uomini secondo le loro rela-zioni su questa terra. Idea della perfezione e via da seguirsi per raggiungerla. LINGUA IT A LIA N A. A. Programina generale. a) JSdle classi inferiori. Pronunzia corretta. Serivere senza errori ortografici. Leggere in modo perfettamentc intelligibile e adatto al senso. Conoscere perfettamentc le flessioni, ed a suf-fieienza la sintassi. Esprimere i proprii pensieri a voce ed in iscritto ■ con proprieta lessicale e correttezza grammaticale. b) Nelk classi superiori. Su argomenti non cstranei alla cerchia delle proprie idee e cognizioni eomporre dei lavori, non solo scevri d’errori di lingua, ma con online e stile convenienti al soggetto. Da continua ed attenta lettura attingere cognizioni fondate sulle scritture piii importanti della letteratura italiana. Mediante lo studio di buoni esempii apprenderc a distinguere i varii generi di poesia c di prosa. Degli autori classici conoscere i casi della vita, il contenuto delle opere principali e, per quanto si puo, il pošto ehe loro spetta nello sviltippo della letteratura. ^. Progranima speciale. Clusse I. 4 ore settimanali. Esereizii sulle Hessioni. Rica-pitulazione sulle parti del discorso (cbe cosa s’ intende per sostantivo, aggettivo ecc.). Proposizione semplice coi suoi amplia-menti; osservazioni sulla congruenza, sull’uso delle voci verbali ehe haniio luogo nella proposizione semplice, sul valore delle principali preposizioni. — Letture di componimeuti facili con riguardo prima al modo di leggere, poi ali’ iritelligenza delle cose lette; quindi spiegazioni, dialoglii cogli allievi, riproduzioni orali. Imparare a mente e recitare alcune poesie di contenuto perfettamente chiaro agli allievi. — Comporre per iscritto sem-plici narrazioni e brevi descrizioni di oggetti noti. — In questa classe e nelle altre tre inferiori ogni mese due oompiti dome-stici ed un lavoro in iscuola. Classe II. 3—4 ore settimanali. Continuazione degli esercizii sulic flessioni, specialmente stille piCt difficili. — Spiegazioni pili minute sull’uso dei nomi predicativi, sul genus Verbi; la proposizione composta nella sna forma piti ovvia (b certo ehe sai; spero ehe venga; fors’ anclie mi rallegro ehe sia venuto) e le proposizioni coonlinate Tempi e modi nella proposizione dipen-dente collegata alla principale mediante la congiunzione elie; congiunzioni coordinanti. Nozioni ulteriori sull’ uso delle prepo-sizioni, deli’ infinito ecc. — Del resto come nella prima elasse ; quali componimenti in iseritto si possono proporre anclie ver-sioni in prosa di poesie d’ argomento narrativo e deserittivo. Classe III. 3—4 ore settimanali. La proposizione composta con tutte le sue varietk; distinzione fra le singole proposizioni dipendenti od accessorie; riduzione della proposizione composta mediante le forme verbali (infinito, participio, gerundio) e di due o pili principali mediante 1’ orazione indiretta (assertiva o interrogativa). Uso di tempi e modi nelle varie proposizioni accessorie e delle congiunzioni in esse adoperate. — Durante la lettura chiamare 1’ attenzione sul succedersi e concatenarsi dei pensieri. Brevi notizie biograficlie su quegli autori, ehe ricorrono nella lettura. Imparare a mente poesie d’ argomento sempre piü elevato. Componimenti di vario genere, dei quali aleuni stieno in relazione colle altre materie d’ insegnamento, anzitutto con la storia e geografia, piü particolarmente colla storia naturale. Classe IV. 4 ore settimanali. Ricapitolazione sistematica di tutto 1’ insegnamento grammaticale. Durante la lettura osserva-zioni sulla formazione delle parole e sul significato delle desi-nenze derivative. Teoria dello stile epistolare. Si avviino oltre ciö gli scolari a comporre adeguatamente colla dovuta chiarezza, brevith, e precisione le scritturc che piü di frequente ricorrono nelle varie facende della vita civile. E poichö e probabile ehe il libro di lettura non conterra modelli di cotali seritture, tocca al maestro di dare a viva voce gl’insegnamenti ehe facciano all’ uopo. Le piü importanti nozioni concerncnti la pootica e la metrica. Classe V. 3 ore settimanali. Lettura di ampii frammenti 0 di scritture intere in verso ed in prosa, atte a rappresentare 1 varii generi. Spiegazioni, fondate sugli esempii, delle forme precipne proprie a ciascun genere di poesia, massime alla lirica, c del vario stile, a cui si acconcia la prosa secondo la varietä della materia trattata, che 6 quanto dire insegnamenti pratici di poetica e di rettorica. Esercizii di recitazione. — Componi-raenti di ordine piü elevato su argomenti letterarii o di altre discipline che s’insegnano nella scuola. In questa classe si principia, e nelle seguenti si continua ad addestrare i giovani a giusta e chiara disposizione della materia; a tal uopo si fanno accurate analisi di ottime scritture, s’ indica all’ allievo il modo che deve tcnere nei proprii lavori, si sottopongono i lavori pre-sentati ad un ragionato esame e giudizio. — In questa classe e nelle seguenti 6—7 lavori per iscritto, e quasi tutti do-mestici. Classe VT. e VII. in ciascuna 3 orc settimanali. Lettura ordinata cronologicamente di lunghi frammenti o d’ intere scritture (almeno una o due opere drammaticlie) de’ migliori autori, accompagnate da tutte le delucidazioni necessarie. D’ ogni autore la biografia, badando non solo ai casi esterni della vita, ma altresi alle opere principali da lui composte ed alla relazione in cui egli stä coi predecessori, coi contemporanei, coi posteri. Riassumere ncll’ultimo semestre quanto si k letto ed esposto, cosi da dare un’ idea generale, ma chiara, dello sviluppo della letteratura. — Componimenti colle norme indicate nella classe quinta, ma con riguardo all’ intelligenza crescente degli allievi cosl rispetto agli argomenti come al grado d’ indipendenza da concedersi ed esigersi. — Nella VII. gli allievi si esercitino di trattare a viva voce di argomenti noti loro per ogni rispetto. Discorsi non improvvisati e nemmeno imparati a mente, ma di cui la materia sia tutta, e la forma in parte, bene meditata c ponderata. LINGUA TED ESC A. Meta d' insegnammto per la scuola reale inferiore. — Cogni-zione deli’ intera teoria dellc forme grammaticali c delle regole piü importanti (lella sintassi, sufflciente prontezza ncl tradurre dal tedesco nell’ italiano o viceversa entro i limiti della materia trattata in iscuola. Meta d’ insegnamento per la scuola reale superiore. — Perfetta cognizione ed intendimento della teoria delle forme grammaticali e della sintassi; prontezza nel tradurre dal tedesco nell’ilaliano e dall’italiano nel tedesco; sufficiente speditezza nell’uso verbale della lingua tcdesca; qualche esercizio nell’ elaborate temi tedescbi liberi non troppo difficili; nozioni di maggior rilievo sulla storia della letteratura tedesca e cognizione delle piü eminenti opere letterarie del secolo XVIII e XIX. I. Classe., 5 ore in settimana. — Le regole della pronuncia e del retto leggere; il genere e le forme del sostantivo; 1’ ag-gettivo qualificativo, possessivo e dimostrativo; comparazione degli aggettivi ; conjugazione dei verbi ausiliari; conjugazione del verbo debole ; formazione dei tempi composti; elementi di ortografia; costruzione della proposizione semplice; frequenti esercizii di scrivere sotto dettatura; traduzione a voce ed in iscritto di proposizioni semplici dal tedesco in italiano e viceversa. Brevi temi domestici secondo il bisogno; ogni 15 giorni un tema in iscuola. II. Classe, 4 ore in settimana. — Contiuuazione della teoria delle forme; le parti infiessibili del discorso; la proposizione ampMcata; della forma negativa e della forma interrogativa della conjugazione; continuo aumento della copia di vocabili; traduzioni ed esercizi ncllo scrivere come nella I. Classe. Brevi temi domestici, uno in iscuola ogni 15 giorni. III. Classe, ore 4 in settimana. — Ripetizione e completamento della teoria delle forme grammaticali; i verbi forti, irregolari ed impersonali; le congiunzioni; teoria dei casi; traduzioni a voce ed in iscritto dal tedesco nell’ italiano e viceversa; lettura di squarci pifi facili in prosa ed in poesia contenuti nel libro di lettura; tentare a riprodurre verbalmente i brani letti; imparare a memoria brevi pezzi di lettura; aumento della copia di vocabili e frasi con riguardo ai verbi pertrattati. Temi domestici come nella II. Classe; ogni mese un tema in iscuola. IV. Classe, ore 3 in settimana. — Teoria dei modi e dei tempi; elementi della formazione e composizione dei vocabili; comparazione dei medesimi e delle loro famiglie con viguardo al loro significato; traduzioni verbali ed in iscritto dal tedesco e viceversa; lettura di brani poetici e prosaici nel libro di lettura; riproduzione verbale come nclla III. Classe; imparare a memoria brevi pezzi di lettura o piccole poesie. Ogni 15 giorni un tema domestico alquanto lungo; ogni 4 settimane uno in iscuola. V. Classe, 3 ore in settimana. — Ripetizione e completamento della sintassi; teoria deli’ interpunzione; esercizii nel tradurre a voce ed in iscritto; le regole della prosodia e metrica; lettura di capolavori possibilmente completi della letteratura tedesca con speciale riguardo della prosa con brevi cenni biografici intorno ai relativi autori; imparare a memoria brevi brani di lettura; aumento continuo della copia di vocabili e frasi; piccoli esercizi nel parlare attenendosi alla materia letta. Ogni 15 giorni un lavoro domestico di maggior estensione (2-3 pagine); ogni 4 settimane un lavoro in iscuola. VI. Classe, 3 ore in settimana. — Recapitulazione deli’ inse-gnamento grammaticale; proposizioni composte ed elitticlie; proposizioni secondarie, loro abbreviamento; locuzione indiretta; il periodo; esercizii stilistici; lettura di maggiori frammenti della prosa deserittiva e didascalica come pure di capolavori della poesia epica, lirica e didattica accompagnata da brevi cenni biografici sui relativi autori; esercizii nel parlare in relazionc alla lettura. Temi di casa e di scuola come nella V. Classe. In via di esperimento si serve 1’ insegnamento della lingua tedesca. VII. Classe, 3 ore in settimana. — Breve riassunto delle parti pili importanti deli’insegnamento grammaticale; lettura di capolavori piti lunglii di prosa rettorica, riflessiva o filosofico-storica come pure di poesia drammatica, e pcrmcttendolo le circostanze, d’un dramma classico intero, colle nozioni biografiche relative agli autori; facili componimenti tedesebi e lettere preparate in iscuola; esercizii nel parlare. Temi scolastici e domestici come nella V. Classe. L’ insegnamento si serve occasionalmcnte della lingua tedesca. LINGUA F R A N C E S E Meta d’ insegnamento. — Retta pronuncia; sicurezza nella teovia delle forme c perfetta conosccnza della sintasi; prontezza nel tradurre in italiano le opere men difficili francesi, ccme pure nel volgere dali’ italiano in francese brani facili di prosa. V. Classe, 3 ore in settimana. — Regole della pronuncia e del leggere eompresa la teoria degli aceenti; teoria delle parti flessibili del discorso, compresi i verbi irregolari ehe piü f'requentemente occorrono; rcgole sintattiche necessarie all’intel-ligenza dei piü facili componimenti in prosa; esercizii di traduzione dal francese in italiano e vicevcrsa; esercizii nello scrivere sotto dettatura semplici periodi francesi relativi alle cose spiegate o lette. Ogni 15 giorni la traduzione di pifi proposizioni italianc nel francese qual tema di casa. Nel II. semestre lettura di racconti facili in prosa. VI. Claese, 3 ore in settimana. — Riepilogo e completa-mento della materia spiegata l’annö antecedente; teoria dei verbi irregolari distinti in gruppi secoiido i varii mutamenti fonetici; parti inflessibili dei discorso; nozioni generali sulla formazione dei voeabili; sintassi dclle varie parti dei discorso; uso degli ausigliarii; teoria dei tempi e dei modi; reggimento dei verbo. Esercizii di traduzione e dettatura; lettura di brani scelti in prosa cd in verso. Ogni 15 giorni una traduzione di maggior estensione dal-1’ italiano nel francese qual tema di casa. VII. Classe, 3 ore in settimana. — Completamento della sintassi; regole sui partecipii; il periodo e le proposizioni elittiche. Ogni mese come tema di casa una traduzione dall’ italiano in francese e come tema di scuola uno d’ ugual natura ovvero la traduzione di un brano difficile di francese in italiano; lettura di brani di prosa descrittiva c didattica come pure frammenti dclla poesia cpica o didattica. Tcntativi di riprodurre verbalmente in lingua francese le cose lette. GEOGRAFIA E STORIA. Meta d’ insegnamento per la scuola reale inferiore — Cognizione generale della natura della superficie terrestre c degli stati politici con particolare considerazione dclla monarchia austro-ungarica. Conoscenza dei pivi eminenti personaggi ed avvenimenti mitici e storici. Meta per l’ intera scuola reale. — Cognizione dei rapporti topiči e dei piü importanti fenomeni fisici sulla superficie terrestre. Etnografia e geografia di tutti i paesi della terra con speciale riguardo alla monarchia austro-ungarica. — Cognizione degli avvenimenti principali della storia esterna ed interna dei popoli piü importanti a seconda della loro connessione pramma-tica con speciale riguardo dello sviluppo storico deli’ Austria-Ungheria. J. Classe, 3 ore in settiniana. — Le forme principali della parte solida e liquida della terra, loro distribuzione e divisione; i confini politici dclle parti terrestri c descrizionc sinottica della superficie terrestre secondo la sua qualitä, naturale e divisione politica e ciö intuitivamente coli’ uso della carta geografica. — Elementi fondamentali della geografia matematica e fisica inquan-toebö siano indispensabili pell’ intendimento dei piü semplici fenomeni e possano csserc trattati in modo intuitivo. II. Classe, 4 ore in settimana. — A. Geografia, 2 ore. — Geografia speciale dell’Africa c dcll’Asia in riguardo fisico e topografico cd in relazionc alle circostanze climatiehe specialniente nel loro nesso colla vegetazione. — Geografia ed etnografia con riflesso all’ origine, ali’ oceupazione, alla vita commerciale e allo stato di coltura dei popoli in generale. — Prospetto della forma del suolo, dei territori fluviali, c dei paesi europei. — Geografia specialo dei paesi deli’Europa occideutale e meridionale nel modo accennato. B. Storia, 2 ore. — Storia deli’ evo antico e specialmente dei Greci e Romani con particolare rilievo della materia mitica e biografica. III. Classe, 4 ore in settimana. — A. Geografia, 2 ore. — Geografia speciale (legli stati rimanenti d’ Europa con eccezione della Monarchia austro-ungarica, nel modo sopra indicato. B. Storia, 2 ore. — Storia del medio evo con continua riflessione ai momenti della storia patria. IV. Classe, 4 ore in settimana. — A. Geografia, 2 ore. — Geografia speciale deli’America, deli’ Australia e della Monarchia austro-ungarica con riguardo ai rapporti costituzionali del-1’ Impero. B. Storia, 2 ore. — Prospetto storico deli’evo moderno con pertrattazione dettagliata della storia austriaca. Osservazione l.a — In tutte le classi viene praticato il disegno di carte, parte in forma di abbozzi di singoli oggetti fatti a mano libera e valendosi della memoria, parte con rappresenta-zioni scematiche, parte quali carte geografichc nella forma pivi semplice eseguite dietro la rete dei gradi. Osservazione 2.n — Nclle classi V. VI e VII, la geografia non compare piii come oggetto speciale, ma e unita all’insegna-mento storico, dove entra quäle ripetizione e completamento deli’istruzione impartita ncllo classi inferiori, in occasioni otfertc da qualsiasi Incidente e principalmente come base alla spiegazione dei fatti storici. V. Classe, 3 ore in settimana. — Storia deli’ evo antico particolarmentc dei Greci c Romani c con speciale rilievo dei momenti della storia della coltura c con continuo riguardo alla geografia. VI. Classe, 3 ore in settimana. — Storia del medio evo o deli’evo moderno sino alla pace di Westfalia trattata in egual modo o con speciale riguardo alla Monarchia austro-ungarica. VII. Classe, 3 ore in settimana. — Storia deli’ evo moderuo dalla pace di Westfalia in poi coli’ istesso metodo. — Breve prospetto della statistica deli’Austria-Ungheria con speciale riguardo ai rapporti costituzionali. M A T E M A T I C A. Meta d’ insegnamento. — Cognizione fondata e sicura appro-priazione della raatematica elementare. I. Classe, 3 ore in settimana. — Sistema dccadico dei numeri; 1c quattro prime operazione fondamentali con numeri astratti c con numeri incomplessi con e senza frazioni decimali; spiegazione del sistema metrico di misura e peso ; principi della divisibilita dei numeri; massimo comune divisore e minimo comune multiplo ; frazioni ordinarie; riduzione dcllc frazioni ordinarie in frazioni decimali e viceversa; calcolo con numeri complessi. II. Classe, 3 ore in settimana. — Moltiplicazione e divisione abbreviata; calcoli con frazioni decimali periodiche ed incomplete con riguardo alle abbreviazioni neeessarie; il piü importante della dottrina sulle misure e sni pesi, sulic valute e sulle monete; riduzione di misure, pesi c monete: calcolo conelusiouale (riduzione ali’ unita) applicato a problemi semplici e composti; teoria dei rapporti e delle proporzioni, loro applicazioni; regola del tre, regola di catcna, calcolo del percento, deli’ interesse semplice, dello sconto e della seadenza; i conti di societä e riparto, il calcolo del valore medio e delle allegazioni. III. Classe, 3 ore in settimana- — Le quattro operazioni fondamentali con quantitä algebriclie semplici e composte; innal-zamento di quantitä algebriclie semplici e composte come pure di numeri decadici alla seconda c terza potenza; estrazione della radice quadrata e cubica dei numeri decadici; continuazione degli esercizi nel calcolo con numeri particolari onde ripetere la materia insegnata nelle classi precedenti con speciale applica-zione ai problemi di conteggio occorrenti nei rapporti della vita commerciale ; calcolo deli’ interesse composto. IV. Classe, 4 ore in settimana, — Aritmetica generale — Spiegazione scientifica delle prime quattro operazioni algebriclie ; teoremi fondamentali sulla divisibilita dei numeri ; teoria del massimo comune divisore c del minimo multiplo colla sua appli-cazione a quantita composte; teoria delle frazioni ordinarie trasformazione di frazioni comuni in frazioni decimali e viceversa; insegnamento dettagliato e fondato del calcolo con frazioni decimali c particolarmente della moltiplicazione e divisione ab-breviata; teoria dei rapporti c delle proporzioni colle loro appli-cazioni; equazioni del primo grado cou una c pili incognite con applicazione a problemi d' importanza pratica. V. Classe, 5 ore in settimana. — A. Aritmetica generale. — Frazioni continue; equazioni indeterminate del primo grado; teoria delle potenze e delle quantitä composte come pure 1’ estra-zione della seconda e terza radice da quantitä, algebricbe com-postc c da numeri decadici; teoria dei logaritmi e loro relazione colla dottrina delle potenze; il sistema dei logaritmi di Brigg; costruzione ed uso delle ta vole logaritmiehe; equazioni del secondo grado ad una incognita. B. Planimetria trattata dal lato puramente scientifico. — Concetti fondamcntali della geometria; la linea retta, gli angoli, loro speeie e misurazione; linee parallele; il triangolo e le sne proprietä fondamentali; congruenza dei poligoni; poligoni rego-lari; pertrattazione dettagliatta del quadrilatero. — Segmenti proporzionali e somiglianza delle figure, cio6: somiglianza dei triangoli o proprietä del triangolo, clie ne derivano; somiglianza dei poligoni. — Superficie di figure rettiliuee, loro trasformazione e divisione. — La teoria del cercliio, poligoni regolari inscritti e circoscritti al cercliio; ciclometria. VI. Classe, 5 ore in settimana. — A. Aritmetica generale: Progressioni aritmetiche e geometriche; applicazioni al calcolo deli’ interessc composto e delle rendite; teoria delle combinazioni; teorema binomiale per esponienti iutieri c positivi; soluzione di quelle equazioni di grado superiore,| ehe si possono ridurre a equazioni quadraticbe; equazioni del secondo grado con piü incognite; equazioni esponenziali. — Esercizi continuati nell’ uso delle tavole logaritmiehe; soluzione di aleuni dei piü seinplici casi di equazioni diofantiche del 2° grado a due incognite. B. Geometria. — 1.° Goniometria: Concetto delle funzioni goniometricbe; rclazioni reciproche delle funzioni dello stesso angolo e di diversi angoli ehe trovansi vicendevolmente in un determinato rapporto, nonche di angoli semplici e di tali ehe di semplici si compongono ; uso delle tavole logaritmiehe. •— Aleuni problemi di equazioni goniometriclie — 2.° Trigonometria piana: Teoremi prineipali per la risoluzione del triangolo rettangolo e sviluppo speciale dei rispettivi casi prineipali; applicazione alla risoluzione dei triangoli isosceli e dei poligoni regolari. — Teoremi prineipali per la risoluzione dei triangoli obliquangoli; applicazione ad aleuni casi combinati ed a problemi della ciclo-metria e della geometria pratica. — 3.° Stereometria: I teoremi pili importanti relativamente alla posizione vicendevole delle linee rette nello spazio fra loro c rispettivamente ad un piano, ed intorno alla reciproca posizione di piani fra di loro ; proprietä fondamentale deli’ angolo solido in generale e deli’ angolo triedro in partieolare; congruenza e simmetria. — Divisione dei corpi; proprietä, fondamentali e congruenza dei prismi in generale e particolarmente del parallelopipedo, nonelie delle piramidi. — Calcolo della superficie e del volurne dei prismi, delle piramidi, del tronco piramidale e del prismatoide. — Somiglianza delle piramidi e dei poliedri; i poliedri regolari. — Proprietä fondamentali del cilindro, del cono, della sfera; calcolo del volume di questi corpi e della superficie del cilindro e del cono e del cono tronco retto e della sfera; aleuni problemi intorno al calcolo della superficie ed el volume di corpi di rotazione. VII. Classe, 5 ore in settimana. — A. Aritmetica generale: Teoremi fondamentali del calcolo di probabilitä; soluzione di aleuni problemi sul calcolo deli’ assicurazione della vita. — De-composiziotoe di quantitä immaginarie nella loro parte reale ed immaginaria, il colcolo del modulo c deli’ argomento e la rap-presentazione grafica di quantitä eomplesse. B. Geometria. — 1.° Elementi della geometria analiticapiana: Quäle introduzione alcuncliö intorno ali’ applicazione deli’ algebra alla geometria. -- Spiegazione dei sistemi di coordinate piti usati; trasformazionc delle coordinate; pertrattazione analistica della retta, del cercliio della parabola, deli’ elisse e deli’ iporbole: ognuna di queste curve viene trattata particolarmente prendendo per base la sna speciale proprietä fondamentale e si ristringe 1’ insegnamento a quello proprietä importanti di queste curve, ehe si riferiscono ai foclii, tangenti e uormali e citi sempre in relazione ad un sistema di coordinate ortoganali. Quadratura della parabola e deli’ elisse. — Equazione polare del cercliio e di ognuna delle coniche ammettendo per polo il foco c per asse polare 1’asse principale. — 2.° Trigonometria sferica: A modo d’ introduzione si spiegano le piü importanti proprieta fouda-mentali del triangolo sferico (il triangolo polare). — Formule fondamentali e pertrattazione dei casi principali risguardanti la risoluzione del triangolo sferico rettangolo e dei triangoli obli-quangoli; area del triangolo sferico. — Applicazione della tri-gonometria sferica alla stereometria ed alla risoluzione di alcuni problemi elamentari della geografia matematica quali sarebbe il disegno delle diverse specie delle carte geograficlie terrestri e marittime ovvero anche alla risoluzione di alcuni dei pifi sem-plici ])roblemi deli’ astronomia sferica. Ripetizione di tutta la materia deli’ insegnamento aritmetico e geometrico delle classi superiori e ciö di preferenza in modo pratico colla risoluzione di problemi d’ esercizio. STÖRIA NATURALE. Meta d’ insegnamento per la smola reale inferiore. — Cogni-zione delle forme piü importanti del mondo organico ed inor-ganico fondate sull’ osservazione e sopra esercizi nel distinguere queste forme 1’ una dali’ altra. Meta d'insegnamento per la scuola reale completa. — Prospetto sistematico dei gruppi di animali e di piante basato sulla cono-scenza dei piü importanti fatti desunti dalla loro anatomia, fisiologia e morfologia; cognizione delle forme e proprieti\ dei minerali di maggior iinportanza come pure dei fatti piü salienti della geologia. I. Classe, 3 ore in settimana. -- Istruzione intuitiva e ciož nel 1° Semestre: animali vertebrati, a preferenza mammiferi ed nccelli; una scclta o])j)ort,una di forme appartenenti alle altre classi. — II.0 Semestre: animali invertebrati, a preferenza artico-lati con speciale riguardo agli insetti; alcune forme piü note ed importanti dei mollusclii c dei raggiati. II. Classe, 3 ore in settimana. — Islruzione intuitiva e cioe nel I.° Semestre: Mineralogia. — Osservazioni c deserizioue d' un numero limitato di specie di minerali senza speciale riguardo alla sistematica; a tempo opportuno dimostrazione delle forme piü comuni delle roccie. — II.0 Semestre: Botanica. — Osservazioni e descrizione d’ una certa quantitü di fanerogame di ordini diverse; successivo inviamento al comprendimento di alcune famiglie naturali, considerazione di alcune forme di crit-togame. V. Classe, 3 ore in settimana — Zoologien II piü importante intorno all’ anatomia deli’ uomo ed alle funzioni dei suoi organi; pertrattazione delle classi dei vertebrati e dei gruppi piü eminenti degli animali iuvertebrati con riflesso ai rapporti anatomici, morfologici ed embriologici pero con ommissione di ogni dettaglio non necessario. VI. Classe, 2 ore in settimana. —Botanica: Considerazione dei gruppi dei regno vegetale nel loro ordine naturale con ri-guardo alla loro anatomia e morfologia nonchö alle funzioni vitali della pianta in generale; dovrassi sviluppare il carattere delle principali famiglie delle piaute ommettendo ogni dettaglio sistematico non necessario. VII. Classe, 3 ore in settimana. — 1. Semestre: Mineralogia. — Breve esposizione della cristallografia indi pertrattazione dei minerali piü importanti con riguardo ai loro rapporti fisici, cliimici ovvero in altro modo istruttivi dietro un determinato sistema, perö con ommissione di tutte le forme rare ovvero non accessibili all’ osservazione degli scolari — II. Semestre: Klementi di Geologia. — Esposizione breve e compendiosa dei cambiamenti fisici e chimic in grande in base ad esempi adattati; le roccie piü comuni ed i rapporti piü essenziali dcll’ arcbitettonica, pos-sibilmente con illustrazione sopra esempi locali; breve descrizione delle epoche geologiche con frequenti confronti delle forme di animali e di piante fossili colle forme viventi con accenni occa-sionali ai rapporti di discendenza degli organismi. FISICA. Meta d’insegnamento per la se.uola reale inferiore. — Cognizioni dei piü importanti fenomeni naturali die si ])ossono diuiostrare mediante 1’ esperimento, e delle loro leggi con riguardo a qualclie pratica applicazione. Meta d' insegnamento per la scuola reale completa. — Intcndi-mento dei fenomeni naturali di maggior rilievo ottenuto in via deli’ esperimento c deli’ osservazione con applicazione del calcolo inquantoclie vi bastano le cognizioni della matematica elementare. III. Classe, 3 ore in settimana. — Proprietä generale clei corpi: estensione, impenetrabilitk, divisibilitži (molecola), porositk, gravitči (peso assoluto, il piü importante intorno alla forza di gravitii, alla gravitazione ed alla pressione atmosferica). Proprietä particölari: stato d’aggregazione, eoesione, ade-sione, elasticitä. — Calorko: cambiamento di volume, termometri propagazione del calorico per contatto, calorico specifico, capaeitä, di calorico, cangiamento dello stato d’ aggregazione, calorico latente e libero, breve esposizione del piü importante intorno all’ irradiazione del calorico. — Magnetismo : calamita naturale, calamita artificiale, azione d’ una calamita sopra un altra, ma-gnetizzazione per induzione e con strofinamento ; il magnetismo terrestre, declinazinazione, bussola. — Elettricita: a) Elettricita di strofinamento: stato elettrico, elettrizzazione mediante comu-nicazione ed influenza, .elettroscopio, apparati condesatori elet-troforo, macchina elettrica semplice. — b) Galvanismo: pile ad un liquido (a due liquidi si spiegberh, soltanto quella pila, di cui eventnalmente viene fatto uso negli esperimenti), effetti caloritici della corrente galvanica, spiegazione del processo elettrolitico (decomposizione deli’ acqua, galvanoplastica); eflfetti magnetici della corrente (regola d’Ampere), elettro-calamite, esperimenti fondamentali sull’ induzione elettro-dinamica c ma-gneto elettrica ; deduzione esperimentale dclle leggi fondamentali della termoelettricitL IV. Classe, 3 oro in settimana. — Meccanica: Moto retti-lineo, parallelogramma del moto, parallelogramma delle forze, decomposizione delle forze con riguardo a casi speciali, ehe nell’ insegnamento si presentano, definizione della forza quäle prodotto della massa e deli’ accelerazione, moto nella caduta libera, ampliamento della dottrina della gravitä, centro di gravitii, la leva ed il giogo della bilancia, pendolo semplice; moto centrale, moto di projezione, forza centrifuga. Impedimenti al moto. — Dimostrazione esperimentale di rapporti statici nelle macchine seniplici. — Dimostrazione esperimentale delle leggi idrostaticbe fondamentali, principio d’ Archimede, peso specifico, densitä relativa, areometri a scala. — Celerita di efflusso, pressione di reazione (ruota di Segner). — Esperimento di Torricelli, barometri, legge di Mariotte, maccliina pneumatica, tensione dei vapori, maccliina a vapore. Acustica: Origine del suono, elementi della dottrina delle ondulazioni, celeritü. di propagazione, riflessione; origine dei toni musicali in generale, misura per 1’altezza del tono, scala diato-nica, produzione dei toni con corde, verglie, lamino e canne, risonanza, organo della voce e deli’ udito. Ottica (geometrica): propagazione rettilinea della luce, ombre, fotometri, leggi di riflessione, riflessione negli specchi, rifrazione della luce, dispersione; lenti, dimostrazione o costru-zione delle imagini della lento biconvessa e biconcava; camera oseura, occbio, condizioni della visionc distinta, occhiali, la visione binoeulare e stereoscopica, limito della visibilit;\, microscopio semplice e composto, microscopio solare, cannocchiali diottrici. — Rappresentazione oggettiva dello spettro solare, linee di Fraunhofer. Calorico raggiante: divisionc dello spettro in riguardo al-1’ estensione dei raggi ealorifici, luminosi e cbimici, corpi dia-termani ed atermani, riflessione del calorico negli spcccbi. VI. Classe, 3 ore in seltimana —Introduzione: Deflnizione e metodo della tisica; complctamento della materin esposta nelle classi inferiori intorno alle proprieta generali, molecola, atomo; stati di aggregazione, coesione, adesiono, elastieita e tenacita, Meccanica: Statica del punto materiale e di sistemi rigidi con due e pito punti d’ applicazione, momento statico, ccntro di gravitit, coppia di forze. Leggi della stabilitii, condizione del-1’ eqjuilibrio d’ un corpo grave su d’ un piano inclinato sotto 1’ influenza deli’ attrito ; coefflciente deli’ attrito. — Dinamica del punto materiale, lavoro meccanico, forza viva; moto di oscillazione d’ un punto materiale, moto curvilineo, forza centrifuga, moto di proiezione. — Dinamica di sistemi rigidi; i teoremi piu facili del centro di gravitft., i teoremi piü generali del mo-mento d’ inerzia. — Pendolo fisieo; le maechine semplici, dimostrazione del principio del moto virtuale p. e. alla leva ed al piano inclinato, applicazione del medesimo alla bilancia deciniale 1 fenomeni di maggior rilievo, obe derivano dalla rotazione terrestre (stiacciamento, divorsita. della gravita, flusso o riflusso). — Compressibilita dei liquidi, tensione alla superficie e fenomeni eapillari (spiegazione mediante costruzione geometrica). — Pres-sione idrostatica, spinta, condizioni di stabilitk (metacentro), areometri a scala, celeritk di efflusso. — Pressione dell’aria, barometri, legge di Mariotte e Gay-Lussac e fenomeni relativi; teoria dinamica sulla natura dei gas. Altimetria barometrica; perdita di peso dei corpi nell’ aria. Efflusso dei gas, diffusione. Dottrina delle ondtdazioni: Moto ondulatorio longitudinale e trasversale, principio Huyghens, i teoremi piü eomuni della riflessione, rifrazione ed interferenza. Acustica: Produzione del suono, determinazione deli’ altezza dei toni, scala diatonica, legge della vibrazione delle corde, verghe, lamine e delle colonne d’ aria (deduzione della relocitk di propagazione da toni prodotti da canne), riflessione ed interferenza del suono, toni di combinazione, colorito del suono, organo della voce e deli' udito. Vil. Classe, 4 ore in settimana. — Magnetismo: Concetto del magnetismo, i poli della calamita, constituzione d’ una cala-mita, momento magnetieo d’ una verga, intensita orizzontale del magnetismo terrestre, apparato di Weber, variabilitk del magnetismo terrestre. Elettricitä: Produzione deli’ elettricitk, legge di Coulomb, influenza apparati di condensazione, pile costanti, leggi elettro-liticbe, unita cliimica della eorrente, legge di Olim, unitk di resistenza di Siemens, proporzionalitk deli’ azione cliimica e ma-gnetica: unitk elettro-magnctica della eorrente di Weber, bussola delle tangenti di Weber, teoria del magnetismo di Ampere. — Induzione magneto-elettrica ed elettro-dinamica. Leggi principali dei fenomeni diamagnetici e della termo-elettricitk. Le piü importanti applicazioni tecnicbe sul campo deli’ elettricitk e del magnetismo. Ottica: a) Otticageometrica: Propagazione rettilinea della luce, fotometria, riflessioni in specchi piani e sferici, sestante (goniometrio di riflessione), rifrazione della luce nel prisma e nelle lenti, costruzione e calcolo delle imagini prodotte da lenti. Dispersione della luce, linee di Fraunhofer, analisi spettrale. — L’ occliio, i microscopi ed i cannocchiali. b) Ottica Ji sira: Spiegazione dei metodi per la misurazione della celeritk di propagazione, relazione della velocitk di pro- pagazione in dne mezzi alla rifrazione giusta 1’ ipotesi di Newton e Huyghens. Leggi generali deli’interferenza della luee: espe-rimento di Fresnel, prisma d’interferenza, spettro di reticoli. Polarizzazione della luce per riflessione (Nörremberg), per rifrazione semplice (prisma di Nicol); rifrazione doppia, polarizzazione per doppia rifrazione, deviazione del piano di polarizzazione, saceharimetro. — Fluorescenza, fosforescenza, effetti cliimici della luce. Dottrina del calorico: termometri, coefficiente di dilatazione, eorrezioni della temperatura, termometro ad aria : quantitä del calorico, unith. di calorico, capacita di calorico. — Cambiamento dello stato d’ aggregazione, proprietči di vapori saturi in con-fronto coi vapori soprariscaldati, dctcrminazione della densitä dei vapori ; applicazione della legge di Mariotte a vapori non saturi (soprariscaldati), igrometria, macchina a vapore. — Pro-pagazione del calorico per contatto (esperimenti di Desprez), irradiazione del calorico. Qualcbe esposizione intorno ali’ es-senza della teoria meccanica del calorico. Astronomia: Moto giornaliero della sfera celeste, azimut ed altezza, angolo orario e declinazione. — Moto progressivo della terra, ascensione retta e declinazione, longitudine e latitndine; fenomeni, ehe vengono spiegati colla combinazione del moto progressivo e rotatorio della terra, precessione degli equinozi, caleddario: moto della luna. — Generalizzazione dellc leggi della gravita terrestre, moto planetario, coniete, stelle fisse (aberrazione). C H I M I C A Meta d’ inmjnamento: Intendimento ottenuto in via speri-mentale dei processi ehe producono cambiainenti della materia, delle condizioni sotto le quali avvengono, e delle leggi ehe se-guono. Nozioni generali sugli elementi cliimici e sulle loro com-binazioni con ispeciale riguardo alla loro presenza ed importanza nella natura come pure alla loro applicazione industriale. IV. Classe, 3 ore in settimana. Parte proparatoria. — Ri-vista dei piii importanti fenomeni e processi fisico-cliimici. — Caratteristica succinta degli elementi c delle diverse specie di combinazioni clie ne nascono. V. Classe. 3 ore in settimana. Chimica speciale, I. parte: Chiinica anorganica. VI. Classe, 3 ore in settimana. Chiinica speciale, II. parte: Chimica delle combinazioni del carbonio. (Chiinica organica.) — Teoremi della chimica generale ; costituzione delle combinazioni chimiche. — Ad esercizii pratici (nel laboratorio) possono venire ammessi soltanto scolari provetti delle ultime dne classi della scuola reale superiore e eiö fuori delle ore obbligate d’ inse-gnamento. GEOMETRI A E DISEGNO GEOMETRI CO E GEOMETRIA DESCRITTIVA Meta d’insegnamento per le classi della scuola reale inferiore: cognizione dei teoremi piu importanti e delle loro applicazioni nella dottrina della costruzione geometrica ; destrezza nel disegno lineare. ' Meta d’ insegnamento per la scuola reale completa: Cognizione dei principali teoremi e problemi della teoria delle projezioni cd abilitä sicura nell’ applicarli alla teoria delle ombrc ed alla rappresentazione di semplici oggetti tecnici. II. Classe, 3 ore in settimana. a) Geometria: Elementi della planimetria sino al calcolo della superficie. b) Disegno geo-metrico: Esercizii nell’ uso dcgli strumenti dol disegno lineare ; esercizii nel disegno di costruzioni relative alla materia d’insegnamento, pertrattata nella planimetria e con riguardo alle semplici forme ornamentali. III. Classe, 3 ore in settimana. a) Geometria : figure equi-valenti e loro trasformazione; calcolo delle superficie con appli-cazione della materia deli’ insegnamento matematico pertrattato nella III. Classe; applicazione delle operazioni algebriche fon-damentali alla soluzione di semplici problemi planimetrici. b) Disegno geometrico: Gli esercizi di costruzione della II. Classe si continuano c si conmpletano con riguardo alla materia di geometria insegnata e vi si aggiungono applicazioni d’ ornamento relative a casi ed esempi della pratica tecnica. IV. Classe, 3 ore in settimana. a) Geometria: Elementi di stercometria; posizione reciproca di rette e piani con riflesso ai bisogni deli’ insegnamento della geometria descrittiva, prisma, piramide, cilindro, cono e sfera; determinazione della superficie e del volume di questi corpi. b) Disegno geometrico: Spiegazione e eostruzione delle coniche, sviluppo elementare delle principali loro proprietä ed applicažione delle medesime alle costruzioni delle tangenti. Rappresentazione del punto, della retta e dei connmi corpi geometrici, come pure dei semplici oggetti tecnici mediante due projezioni ortogonali e ciö in base a semplice in-tuizione ed in connessione alla rispettiva materia deli’ istruzione stereometrica. V. Classe, 3 ore in settimana. Ripotizione dei teoremi piü importanti relativamente alla reciproca posizione delle rette e dei piani. — Pertrattazione dei problemi elementari della geometria descrittiva sulla projezione ortoganale con riflesso alla determinazione deli’ ombra portata di lineo limitate e di figure piane supponendo specialmente raggi parallelli. VI. Classe, 3 ore in settimana. Projezione ortoganale di piramidi e prismi, intersezioni piane c reti di questi corpi, determinazione delle ombre. — 11 piü importante intorno alla rappresentazione delle ourve. — Rappresentazione delle superficie cilindriche, conichc e di rotazione, limitando queste ultimc alle curve di 2. ordine; sezioni piane e piani tangenti come pure esempi semplici deli’ intersezione reciproca di queste superficie. — La determinazione del contorno deli’ ombra propria e deli’ ombra portata. VII. Classe, 3 ore in settimana. Completamento della materia d’ insegnamento c d’ esercizio della V. c VI. Classe rela-tivamente ai problemi di contatto cd alle costruzioni dollo ombre, elementi della prospettiva lineare ed applicažione dei medesimi al disegno prospettico di corpi geometrici e di semplici oggetti tecnici. — Ripetizione delle parti piü importanti deli’ intiera materia. DISEGNO A MANO LIBERA (secondo 1’ ordinanza ministeriale del 9 agosto 1873 N. 6708, D.) Meta d’ insegnamento. Abilita ncl percepire c rapprasentare oggetti tecnici dietro le leggi della prospettiva; destrezza ncl diseguo ornamentale cd intendimento del medesimo in riguardo allo stile: rappresentazioue corretta delle forme del viso uma- 110. In generale: intendimento delle forme ed educazione del buon gusto. Primo grado d’insegnamento. I. Classe, 6 ore in settimana. II. Classe, 4 ore in settimana. Insegnamento intuitivo; si dise-gnano a mano libera forme geometriclie piane diet.ro disegni eseguiti dal maestro in tabella ed accompagnati da spiegazioni uecessarie all’intendimento, cioö: linee rette e curve, angoli, triangoli, poligoni, cerelii, ellissi, cotnbinazioni di queste Sgnrc. — L’ornament,o geometrico; elementi deli’ornamento piano. — Disegno a mano libera di forme geomctriche piane e nello spazio secondo le norme della prospettiva, eseguito sopra adat-tati modelli di filo di ferro e di legno nel seguente online: linea retta e curva, poligoni, cerclii, eorpi stereometrici e loro combinazioni: semplici oggetti tecnici. — Nella I. Classe gli esercizi di disegno trattano delle forme geometriclie piane, del-1’ ornamento geometrico e finalmente degli elementi deli’ ornato piano. — La parte teoretica deli’ insegnamento, la teoria delle forme deve perö venir ulteriormente continuata e si finisce colla spiegazione dei corpi (stereometria). Durante queste spiegazioni si deve evitare qualsiasi esercizio di disegno; gli occorrenti concetti vengono sviluppati con idonei mezzi intuitivi. — Nella II. Classe 1’ istruzione incomincia colla spiegazione dei principi fondamentali della prospettiva facendo uso dei relativi apparati; il disegno dietro modelli iii filo di ferro ed in legno segne nel modo prescritto. — II disegno deli’ ornamento piano dietro esem-plari in tabella deve succedere in modo progressivo (elementare) ai primi esercizi.di disegno dietro modelli di legno. — Gli scolari divisi in due gruppi, devono venire occupati alter-nativamento nel disegno dietro modelli e in quello d’ ornato piano. Secondo grado d’ insegnamento. III. c IV. Classe, 4 ore in settimana. Esercizi nel disegno ornamentale dietro disegni fatti dal maestro in tabella, poi dietro esemplari in colori e poli-cromi; lo scolare & in tale occasione in modo debito da istrnire intorno allo stile deli’ ornato. — Studi dietro ornamenti plastici, come pure dietro idonei esemplari ornamentali di maggior dif-ficolta, introducendo pure occasionalmente nella sfera degli esercizi la figura umaua ed animale. — Esercizi di disegno a me- moria e continuazione della rappvesentazione di oggetti tecnici nella prospettiva. Terzo grado d’ insegnamento. V. Claese, 4 ore. VI. Classe, 2 ore. Vil*. Classe, 4 ore in settimana. Si pertrattano le propor-zioni del viso e del capo umano e se ne fanno i relativi esercizii a contorno dietro i disegni del maestro in tabella. Studi di viso e testa dietro adattati modelli di gesso. — Continuazione degli esercizi nel disegno ornamentale e libera riproduzione degli oggetti di disegno dalla memoria a seconda del disponibile tempo e della capacitä delo scolare. — Nell’esecuzione dei disegni si deve rivolgere speciale attenzione onde ottenere con-torni corretti, poi deve venirc istruito lo scolare intorno alle principali maniere di rappresentazione ed in ispecie gli deve venir insegnato il maneggio del pennello. — Con giusto apprez-zamento del principio, essere il disegno uno dei piti potenti mezzi di coltura, si deve prcndere in ispeciale considerazione (su tutti i gradi deli’insegnamento e specialmente nell’esegui-mento del disegno) 1’ iudividualitži dello scolare c la sua capacitä. C A L L I G R A F I A Meta d’ insegnamento: Appropriazione d’ una scrittura leggi-bile e di bell’ aspetto. — I., II. ed eventualmente III. Classe un ora in settimana. Scrittura corrente italiana e tedesca; ca-rattere rotondo. G I N N A S T I C A Meta: Graduato rinvigorimento e conveniento coltura del corpo allo scopo di aquistare agilitä nei movimenti. Consolida-mento della salute o della freschezza dello spirito, eccitamento e sviluppo della forza volitiva, della perseveranza e del senti-mento per 1’ ordine (secondo 1’ Ordinanza Ministeriale 20 Set-tembre 1875 N. 14258). PROSPETTO DELLE O RE D’ IN S E G N A M E N T O Materie d’inseguamento C o r s i Somma I H 1 III IV v I VI Vil Religione 2 2 2 2 1 1 1 11 Italiano 4 3 4 3 3 3 3 23 Tedesco 5 4 4 3 3 3 3 25 Francese — — — — 3 3 3 9 Geografia 3 2 2 2 — — — 9 Storia — 2 2 2 3 3 3 15 Matematica 3 3 3 4 5 5 5 28 Storia naturale . ... t 3 3 — — 3 2 3 14 Fisica — — 3 3 — 4 4 14 China ica — — — 3 3 3 — 9 Geometria (e descrittiva) . — 3 3 3 3 3 3 18 Disegno a mano .... 6 4 4 4 4 2 4 28 Calligrafia 1 1 — — — — — 2 Ginnastica 2 2 2 2s 2 2 2 14 Somma . • . 29 29 29 31 33 34 34 219 ELEN CO DEI LIBRI DI TESTO DOTTRINA RELIGIOSA. I Corso — Catechismo maggiore. II )) — P. Cimadomo — Catechismo del culto cattolico. III t) Schuster — Storia Sacra deli’antico e del Nuovo Testamento. Favento — Geografia di terra santa. IV » — Martin — parte IV. Storia della Chiesa. V V — Wappler — „ I. VI )) — » - » H. VII » „ - n HI-LINGUA ITALIANA. I e II t Corso — Demattio J. — Grammatica elementare. I n — Libro di lettura per 1c classi dei Ginnasi inferiori parte 1. II » — Idem parte 11. III e IV )) — Demattio J. — Siutassi della lingua italiana. III v — Libro di lettura per i ginnasi inferiori parte III. IV n — Idem parte IV. V n — Carrara — Antologia parto I. VI j) — Idem parte II. ' — Tasso — Gerusalemme liberata. VII r — Dante — Divina commedia. — Carrara — Antologia parte III. LINGUA TEDESCA. I, II e III Corso — Clauss — Nuova Grammatica della lingua tedesca. Ediz. 1877. IV „ — Fritsch M. — Grammatica della lingua tedesca Ediz. 1876 (viene adoperata fino al VII corso). — Claus — Libro di lettura — Antologia Tedcsca parte I. adiz. 1877. V, VI e VII „ — Noö Enrico — Antologia tedesca. LINGUA FRANCESE. V e VI Corso — Alm — Grammatica. — Plöetz — Lectures choisies. VII „ — Filek — Elementarbuch der Französischen Sprache. Wien 1881. — Filek — Französische Chrestomathie. Wien 1881. GEOGRAF IA E STORI A. Klunn — partc I. ediz. IV. Kozenn — Atlante scolastico di geografia fisica e politica — ediz. italiana. Vogel — Atlante di carte mute. Weiter — Storia deli' Evo antico — ediz. 1877. Klunn — Geografia universale, parte III. odiz. IV. » V » » )) Kozenn — Atlante come sopra. Weiter — Storia del medio evo — ediz. 1879. Spruner — Atlante storico geografico. Hannak — Compendio di storia, geografia e stati-stica della Monarchia Austro-Ungarica. Kozenn — Atlante come sopra. Pütz G. — Storia parte III per le clässi inferiori (ediz. anteriore al 1873). Spruner — Atlante comc sopra. I Corso — II „ - III » ~ IV „ - V Corso — Pütz — Storia Universale parte I. Evo antico, peile classi superiori — ediz. 1879. — Trad. Mattei. — Spruner — Atlante come sopra. VI — Pütz — parte II. medio evo, per le classi superiori — ediz. 1879. — Trad. Mattei. VII „ — Plitz — parte III. Evo moderno, per le classi su- periori — ediz, 1879. — Trad. Mattei. — Spruner. — Hannak. M A T E M A T I C A I—IV Corso — Močnik — Trattato di Aritmetica ad uso delle classi inferiori delle scuole medie, ediz. 1877. — Močnik — Elementi di Geometria ad uso delle classi inferiori — ediz. 1877. V—VII „ — Močnik — Manuale di Aritmetica ed Algebra per le classi superiori dcllc scuole medie, ediz. 1878. — Wittstein — Planimetria, Stereomctria e Tri- gonotnetria; traduzione italiana di S. Sca-rizza. — Močnik — Tavole logaritmeticlie-trigonomctri- che; traduzione italiana. GEOMETRI A DESCRITTIVA V, VII e VIII Corso — Per ora seritti del Docente. STORIA NATURALE I Corso — Pokorny — Regno animale — ediz. 1876. II „ — „ — Regno minerale — „ 1877. „ — Regno vegetale — „ 1876. V „ — Scbmarda — Elementi di Zoologia. VI Corso — Bill — Botanica — traduzione Lanza. VII „ — Bonizzi — Mineralogia. — 1877. F I S I C A III e IV Corso — Vlacovicli — Elementi di fisica sperimentale — 1880. VI e VII „ — Ganot — Elementi di fisica. „ — MUncli — Trattato di fisica. C H J M I C A IV e VI Corso — Roscoe — Lezioni di Chimica elementare. DISEGNO A MANO LIBERA Gli esemplari ed i modelli della scuola. T E M I iiella lingua d’insegnamento elaborati jiei tre corsi superiori. v. CORSO. L’ autunno. Gli Spartani alle Termopoli. La concordia fa prosperare le lamiglie e le citttt; la di« scordia le rovina. II carcerato. La vendetta migliore k il perdono delle offese. Le ferrovie. Lodi della vita campestre. Sciaguve clie reca seco la guerra. Quando 1’ emulazione sia virtit e quando degeneri in vizio. Panorama clie si andrebbe svolgendo allo sguardo di uu aeronauta il quäle si)icasse il volo dalla punta meridionale della Sardegna. II Cristianesimo promotore delle scienze e delle arti. Come i giovaui studiosi debbano passare le ferie autunnali. VI. CORSO. -T, 4 , Vita scioperata e morte anticipata. L’ unione i; la forza. II Tancredi del Tasso e il Tancredi della storia. Un campo di battaglia. II danaro d un buon servitore, ma ad un tempo un cattivo padrone. I frutti di una buona educazione. Importanza dello studio delle lingue straniere. — Fra queste quäl’ 6 per voi la pifi utile e percliö ? Pittura e scoltura. Conforto nella sventura e la memoria del bene operato e la speranza di un miglior avvenire. L’ occhio umano considerato sotto il duplice aspetto, fisico e morale. Importanza della stampa. Argomento libero. VII. CORSO. Non e orfano colui, al quäle e morto il padre e la madre, ma colui, il quäle nella sua gioventü, non si e procurata un educazione. Percbi Dante abbia scelto Virgilio e Beatrice a sue guide attraverso i trc regni. „Tristi conscguenze d’una nuova imprudentemente recata.“ Utilitä delle casse di rispannio. „Generi principali di poesia e loro caratteri.“ Quali vantaggi ci procura la conoscenza della trigono-metria ? . Niente piü induce 1' uomo in errore, quanto uno smodato amor proprio. La ])rammatica sanzione e sua importanza per 1’ Austria Che cosa impariamo e guadagniamo collo studio della storia letteraria. „ . . . . coscienza m’ assicura. „La buona compagnia ehe l’uom franclieggia, „Sotto 1’ usbergo del sentirsi pura.“ (Dante Inferno C. XXY1II). Quali leggi di fisica trovano sviluppo nel corpo umano? y. NOTIZIE STATIST10HE Notizie Statistiche C j r s i 5 o Osser- vazioni l n lil VI V IV VII Eh a) Numero degli scolari Iscritti e frequentarono Lasciarono 1’ Istituto du- 15 14 10 11 11 6 4 71 Tutti catolici c di lingua rante 1’ anno 3 — — — 1 — — 4 matt'i'nu ila-liana Privatisti — — — 1 — — — 1 b) Patria Dali’Istri a 15 14 9 10 9 4 3 G4 Di vavi Da Trieste — — 1 — — 1 — 2 distrelti Da Venezia — — — — — — 1 1 Dalla Dalmazia — - — — 2 1 — Š Da Klagenflirt — — — 1 — — — 1 c) Tasse scolastiche Paganti il didattro .... 6 7 3 3 5 5 2 31 Esenti dal pagamento . . 6 6 7 8 5 1 2 35 d) Stipendiati Dal fondo prov. dell’Istria — — 1 — — — 1 2 Con f. 100 an. „ legato Gabrielli di Pirano — — — 1 — — — 1 Con f. G3 an. „ legato Castro di Pirano 1 1 Con f. 105 an. „ fondo dell’ i. r. Finanza — — — 1 — — — 1 Con f. 100 an. e) Stissidiati Dal fondo prov. dell’Istria — — 2 1 — — — 3 Uno con f. 40 Duo con f. 60 f) Risultato delle Classifi-cazioni. Riportarono la I." classe con eminenza 2 — 2 2 3 — 1 10 I.* classe 7 9 6 8 4 2 3 39 II.® classe riparabile — 3 i J 1 1 3 — 9 II.® classe non riparabile 1 1 1 — 1 1 — 5 Ill.a classe 2 — — — 1 — — 3 Non furono classificati — 1 1 ETA DEGLI SCOLARI alla fine dell’anno Classe A N N I Totale 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 I.“ j 3 2 4 2 1 — — — — — 12 II.“ — — 1 G 4 3 14 111.» — — 1 1 1 3 3 1 — — 10 i IV." — — — — 3 5 1 — 1 — 1 n V.“ — — — — — 2 — 3 5 / — 10 VI.» — — — — — — .1 — 3 — 2 G < VII.» i— ♦ 2 1 — 1 4 i AUMENTI ALLE COLLEZIONI B I in, I O T E C A. Bartoli — Storia dclla letteratura ital ia na, v. 4. Dobelli. — Museo popolaro fas. 10. Fonvielle. — Meraviglie del mondo invisibile fas. 4. Badin. — Opuscoli d’ argomento vario 5. Lubin. — Commedia di Dante. Monti. — Trad. Iliade d’ Omero. Pindemonte. — Trad. Odissea d’ Omero. Maffei. — Milton, Paradiso perduto Varese. — Torquato Tasso. Balbo C. — Vita di Dante. Carrer. — Raceonti Ceccbi P. L. — Torquato Tasso, Vita italiana. Guerrieri G. — Fausto puntata priraa. Guglielmetti A. — Marcantonio Colonna. Mascherani. — Poesie. Davila C. — Storia delle guerre civili di Francia, v. S). Virgilio. — Eneide trad. da Anibal Caro. Craik — Costanza vince ignoranza. Gallileo. — Prose sciclte. Gozzi. — L’ Osservatore. Carcano. G. — Daniiauo. Storia di una povera donna. Herr. — Elementi di Geometria Anolitica, trad. dal Prof. Zanotti. Enciclopedia delle Arti ed Industrie disp. 21). Hinterberger F. — Lehrbuch der Chemie. Dubrawski S — Der slavische Interrogativsatz. Filek. — Französische Chrestomathie. Kreuszel I. — Lehrbuch der darstellenden Geometrie. Krones F. — Grundriss der Oesterreichischen Geschichte v. 4. Diez F. — Etymologisches Wörterbuch. Goethe. — Sämmtlichc Werke v. 10. Rogner I. — Arithmetik und Algebra. Vilmar A. F. — Geschichte der deutschen National-Literatur. Mätzner E. — Französische Grammatik. Poggendorff I. C. — Geschichte der Phisik. Wagner K. — Chemische Technologie. Wcisser L. — Bilder-Atlas zur Welt-Geschichte. Humboldt. — Monatschrift für die gesammten Naturwissen-schaftcn disp. G. 1882. Petermann A. — Mittheihmgcn aus Justus Perthes Geographischer Anstalt disp. 6. 1882. Sybcl II. — Historische Zeitschrift — disp. 3. 1882. Kolbe I. — Zeitschrift für das Realschulvvesen —disp. 7.1882. Battaglini G. — Giax-nale di Matematiche — disp. 2. 1882. Demogeot I. — Histoire des Litteratures Meridionales, Italie-Espagne. Demogeot I. — Histoire des Litteratures Septcntrionalcs, Angleterre-Allemagne. DONI. Dali’ Eccclso Ministero : Botanische Zeitschrift 1882. Bericht Uber die Industrie, den Handel und die Verkehrs-vcrhiiltnisse in Niederösterreich während des Jahres 1880. Statistica della navigazione e del commercio marittimo nei porti austriaci per l’anno 1881. Navigazione Austro-Ungarica all’Estero 1881. 8T011IA NATURALE. Leuekart e Nitsche. — Trc grandi tavolc murali zoologichc. Pabst. — Cryptogamen Flora. Cinque preparati microscopici, dono del Prof Attilio Stefani. F I S I C A. Baroscopio. Modello di barometro mctallico di Bourdon. Elemento termo-elettrjco. Camera luoida di Wollaston. Apparato per dimostrare le leggi della riflessione e della rifrazione della luce. Apparato per determinare la declinazione e 1’ inclinazione raagnetica, secondo Nadel. Porta-luce a rifjessione. C H I M I C A. Preparati e reagenti per le lezioni sperimentali. DISEGNO A MANO LTBERA E GEOMETRICO. Storch, 10 Tavole di grande formato c colorite — Iläusol-mann, 400 motivi in 75 tavole. VII. ESAM1 Dl MAT0E1TA Si presentarono all’esarae quattro scolari pubblici di questa scuola. L’esame scritto si face dal giorno 20 al 26 gingno. I temi proposti furono: 1. Per la lingua italiana: Importanza del Danubio per 1’ Austria. 2. Verstaue dal tedesco in italiano: Wilhelm von Humboldt an Schiller — pag. 109. N.° 13. da tradurre per intero. — Nöe Antologia 1880. 3. Versione dali’ italiano in tedesco: Dalla Grammatica Filippi, a pag. 181, il N.° 154, ed a pag 191, la lettera seconda. 4. Per la liugua franpese: Filek, Französische Chrestomathie 1881 ; pag. 164. tradu-zione del N. 157 : Episodes de 1’ histoirc du prince Eug&ue. 5. Per la matematica: „Si vuol estinguere in otto anni un debito di fior. 10000 coi suoi interessi composti al 6%, pagando alla fine di ogni anuo una medesima somma. Trovare questa somma.“ „II volume di una piramide retta a base quadrata sia V= 864 tu. c- c rinclinazione della faccia laterale verso la base a — 71°, 33', 54". Trovare 1’ altezza della piramide e la gran-dezza d’ogni singolo lato.“ „Sia data la retta y — — x + 3 e la parabola y2 ~ 4x; trovare le eoordinate dei loro punti d’ incontro c 1’ angolo sotto il quäle avviene tale intersezione.“ 6. Per la geometria deserittiva: „Sono date le projezioni d’una retta c quelle d’uti punto; costruire le projezioni (li un quadrato, il quäle abbia per centro il punto, e poggia con un lato sulla retta data.“ „Costruire la sezione d’un prisma quadrangolarc qualunque con un piano il quäle sia parallelo all’asse di projezione, e trovare inoltre la vera forma c grandezza della medesima.“ „Costruire le ombre d’una sfera di raggio r = 3. centim., situata sul primo coordinato.“ L’ esatne orale si 6 tenuto nel giorno 12 luglio eolla pre-sidenza deli’ Illustrissimo Sig. cav. Antonio Klodič-Sablatloski I. 11. Ispettore Scolastico Provinciale. Intervennero i membri della Deputazione Comunale per questo Istituto, Signori Pietro Vatta podestti, cav. Carlo de Fu-regoni e Dr. Giuseppe Bubba. Furono dichiarati maturi i candidati che si presentarono : Dcmaj Antonio da Pola. Girometta Eduarde da Venezia. Gladulieh Alberto da Lussinpiccolo. Rizzi Bonomo da Muggia. VIII. 0110 N A C A DELLA SCUOLA. In principio dell’anno fu assunto a supplente per insegnare lingua tcdesca il Sig. Pietro Zaccaria. II supplente Sig. Nicolo Ravalico fu nominato a maestro effettivo (li lingua italiana e francese, col Ministcriale Decr. 4 Agosto N.u 10339, ed assunse le sue funzioni col 1.° Ottobre. Nel giorno 4 Ottobre si e festeggiato 1’onomastico tli S. M. L’Angustissinio »ostro Imperatore, c si e celebrata una inessa nella Chiesa tleli’Istituto seguita dal Te Deurn. Nel giorno 19 Novembre e nel 17 Aprile il Direttore tlietle vacanza, pei due giorni dei quali dispone. Quelle vacanzc in omaggio alle fauste ricorrenze tlegli ononiastici di S. M. L’ Au-gustissima nostra Imperatrice Elisabelta, e tli S. A. I. il Serenis-sitno Principe Ereditario Bodolfo. Nei giorni 27 e 2S giugno, 1’ Illustrissimo sig. cav. Dr. Erncsto Gnad, I. II. Ispettore scolastico prov., fece 1’ ispezione tleli’ Istituto. Deputazione Scolastica, La Deputazione scolastica Municipale per qucst’I. II Istituto t; formata dai Signori: Pietro Vatta Podostü, cav. Carlo de Furegoni, Dr. Giuseppe Bubba. PUBBL1CAZ10NI DELLE AÜTORITÄ Ordinanza Ministeriale C Aprile 1882. N. 5166, colla quäle vicne ordiuato elie nelle nomine a posti di magistero nelle scuole niedie, saru. data la preferenza a quei candidati, che aves- sero fiitto l’anno di pratiea prescritto coli’ Ordinänza Ministeriale 27 Nooembre 1876 N. 18740. Decretö Ministeriale 26 Ottöbre 1881 N. 16464 eol quäle viene prescritta la vacanza nel gioriio dei morti. FONDO DI BENEFICENZA doli’ i. r. SCUOLA BEALE SUPERIORE DI PlRANO 1. Gesti one. INTROITO ESITO fior. s. fior. s. Fondo Cassa alla fine dell’anno seolastico 1880—81 .... Interessi deli e obbli- 163 48 100 25 60 30 Per libri e requisiti di scuola .... Per tasse scolastiche Per sussidi in denaro 29 24 6 96 gazioni .... Dalla Giunta provin-ciale deli’ Istria Dal Mnnicipio di Pi-rano Assieme f. . 59 96 Assieme . . 336 90 • Detratto 1’ esito . 59 96 Restano in cassa . 276 94 2. Patrimonio. Nro. 3 Obbligazioni di stato dell’importo nominale complessivo di........................f. 1150.— Avan/.o di cassa alla fine della presente gestione „ 276.94 PIRANO, 29 Luglio 1882. Ila COMXTATO SPADAKO - 1’. PETRONIO — Dr. SUPANCICH Vieto Dr. LOCATI Direttore Visto o tvovato a dovere A. STEFANI — E. NICOUCH A V V I S O L’ iscrizione (legli scolari šara nei giorni 30 Settembre, 1 e 2 Ottolbre p. v. dalle 8 alle 11 antim. e dalle 2 alle 4 pom. Tutti gli scolari che per la prirna volta vengono iscritti, pagano la tassa di fior. 2.10 all’atto deli’iscrizione. Gli scolari ehe vengono da pubbliclie scuole popolari devono presentare il certificato preseritto dali’ Ordinanza Ministeriale 7 Aprile 1878. Gli Esami di riparazione devono essere fatti per il 5 Ottobre. DAIalaA DIRE2IXONE deti’ cJmp. cRecj. Scnofa cRcafc- Sw.pt’: io«e PIRANO, 31 Luglio 1882. II Diretlore Dr. L O C A T I. INDICE fi'eJjtiict c »uc tilaaioni cotla §nmawia wi^li anni 952—1209 pag. NOTIZIE DELLA SCUOLA X, Saisonale itiiea-ncm-te.............................................pag. II. $iauo dida Hico.......................................................n III. Stenco 3ii -Ci&ti Si testo............................................... IV. cTcuvi tceiaotvci...................................................,, V. SZoti&ii otatistlahi.......................................... . . „ VI. Golita ioni..........................................................M VII. {ica*iotti 2«Wa ČlivtorUa....................................... „ X. ^otiSo 3i doeneticmaa................................................ „ XI. £U>«iio (.............................................. . 3 49 51 74 78 80 82 85 87 88 89 90 M*