Associazione trimestrale Cor. 0.75 Stati dell'Unione postale Corone 1.50 Pagamenti antecipati. I manoscritti non si restituiscono. Redazione ed Amministrazione: Scrittoio della Tipografia Cobol & Priora. —--x Il giornale si pubblica tutte le Domeniche nelle ore antimeridiane. Prezzo delle inserzioni per ogni riga di testo cent. 10 Comunicati cent. 20. Un numero separato ceni. lì. Popoli e Governi I^a Russia, il popolo russo, si rivolta e si scuote. A Lodz prima, a Varsavia, a Libau, a Sebastopoli, a Odessa è avvenuto un immane macello, fin presso Pietroburgo il movimento rivoluzionario è scoppiato. Il popolo più non crede al piccolo padre, i soldati, in più luoghi, si rifiutano di puntar l'arme contro i disperati fratelli. jO libertà, dev' esser bello niorjre col nome tuo su le labbra ; ma fosse 1' ultimo sangue, questo, e non più ne debba venir sparso per te! La questione marocchina, che tenne in sospeso, come una grave minaccia, gli europei amanti della pace, par che s'avvii a soluzione ragionevole. Francia e Germania rimisero il giudizio a una conferenza internazionale. In Italia, alla Camera, si approvarono i nuovi crediti per la Marina. Non solo, ma il Governo respinse sia l'inchiesta voluta da Sacchi, come puramente la nomina d'una commissione di studio, proposta dal Sonnino. Il popolo può dormir tranquillo ! Si approvò poscia il bilancio del fondo d' emigrazione. Si convalidò l'elezione di quella buona lana di Santoliquido ; ma i reazionari vollero mostrarsi stigma-tizzatori severi delle pressioni elettorali governative — governo Giolitti — avvenute nel Collegio di Piazza Armerina. E 1' Estrema sinistra, appoggiando la loro domanda d'inchiesta, s'augurò di averli compagni anche in altre occasioni.... La Commissione eletta dagli Uffici della Camera deliberò di sospendere fino a novembre la convenzione tra Governo e ferrovie meridionali. E sembra che anche il Governo, dopo ciò, stia per arrendersi alle ragioni propugnate, nell'interesse del paese, da taluni sovversivi. In Austria, la Camera di Vienna approva il bilancio provvisorio. Respinge la proposta Schonerer per la separazione dell' Austria dall' Ungheria. Accoglie una mozione di Daszinski, con la quale si invita il Governo a trattare umanamente i profughi russi e a non ledere il diritto d'asilo: Bene! La questione universitaria italiana, ancora una volta minaccia di andare insoluta, causa le rivalità fra i tedeschi e gli slavi : ma attendiamo gli eventi. Il colpevole è sempre lui Anche dall' arsenale del Lloyd a Trieste si licenzia buon numero di operai per motivi in apparenza differenti da quelli che originarono i licenziamenti dall' arsenale di Pola ; ma in realtà dipendenti da uno stesso volere. Al Lloyd mancano i lavori, cosi che sono collocati in riposo anche quelli operai che per 15 anni prestarono l'opera loro. In riposo, perchè la società deliberò di assegnare a quella brava gente una pensione vitalizia. Mancano i lavori, mentre la società abbisogna di una più moderna e numerosa flotta per prendere quello sviluppo, indispensabile al consolidarsi delle sue condizioni economiche, come pure al benessere del commercio. Ma a Vienna sono preoccupati nel procurar di far tacere per ora la nostra questione universitaria; lassù si giuoca sulle nostre sorti, si bistrattano i nostri diritti, si vuol ridere di noi, quindi il lavoro che si compie è tale da non permettere il saggio svolgersi di quelli argomenti, che dovrebbero aver per mira il benessere dei commerci, dal quale dipende la ricchezza del paese. Il contratto fra il Governo ed il Lloyd si dice sia in via di maturazione, ma in mezzo a certe coscienze marcite nell' ingiustizia, no, anche i più sani prodotti non possono maturare bene. Questa la causa che impedisce alla società lloydiana di mettere in cantiere nuovi piroscafi per conto suo : questa la causa che getta sul lastrico operai e povere famiglie.... ed il colpevole ? Il colpevole è sempre lui. SOCIETÀ DI MUTUO SOCCORSO Quest' oggi gli affigliati della società operaia di mutuo soccorso sono chiamati dopo un anno a congresso. L' ordine del giorno non presenta alcuna speciale importanza, e, eccettuata la proposta di riforma del § 27 dello statuto, gli altri tre punti hanno per oggetto la discussione delle semplici formalità legali e nulla più; ed anzi, ormai per vecchia consuetudine, 10 stesso congresso è una semplice formalità. Ormai è a tutti noto che 11 bilancio viene approvato senza di scussiono e si sa che la stragrande maggioranza dei soci non elegge i membri componenti la direzione, ma semplicemente si accontenta di approvare l'elezione dei presentati dal comitato elettivo, sempre ligio alle volontà della presidenza in funzione. Sarebbe ora che i soci si scuotessero una volta dall'apatia e comprendessero che la società non ha il solo ed unico scopo di fornire medicinali e dare un sussidio più o meno cor-rispodente in caso di malattia. Questo non era il solo scopo neppure all'epoca della fondazione, che le società di mutuo soccoro in allora erano un sodalizio di operai, che si affermavano una classe libera ed indipendente e che volevano con le loro forze aiutarsi nei casi di bisogno senza ricorrere alla pubblica carità od all'ospedale dei poveri e si univano per avere nell'unione la necessaria fòrza per contrapporsi alla prepotenza di quanti non vivessero del lavoro e fossero nemici dei lavoratori. La fondazione delle casse di mutuo soccorso in allora era un passo decisivo verso la conquista della libertà ed indipendenza dell' operaio e preveniva in questo riguardo la legislazione dello stato. Coli' istituzione obbligatoria imposta più tardi delle casse distrettuali per ammalati e delle assicurazioni contro le disgrazie accidentali, le società di mutuo soccorso perdettero la loro importanza e non furono più necessarie ed anzi dallo stato semplicemente tollerate. Nelle città maggiori si comprese tosto il pericolo a cui andavano incontro queste care associazioni ed i soci se ne interessarono moltissimo e v' introdussero tutte quelle riforme necessarie suggerite dal tempo. Ed allora le casse di mutuo soccorso aprirono sezioni d'assicurazione per i colpiti dalle disgrazie, d'assicurazione per la vecchiaia ed invalidità, d'assicurazione per i disoccupati, conferirono stipendi per la frequentazione di corsi di perfezionamento, e vi aggiunsero banche di credito agricolo ed industriale ecc. Nelle piccole città di provincia invece le società di mutuo soccorso non fecero alcun progresso e rimasero allo stato primitivo cioè una cassa di sussidi in caso di malattia. La causa di tale regresso è da ricercarsi principalmente nell' apatia degli operai, i quali credono di aver fatto tutto il loro dovere versando il loro canone settimanale, e non stimano punto necessario d'interessarsi di più della loro società. 11 loro disinteressamento per tale'società va tan-t'oltre, che affidano la dirigenza del loro sodalizio non a persone del loro ceto, ma quasi esclusivamente a persone che colla società nulla dovrebbero avere di comune: a persone che per la loro posizione sociale sono superiori ai lavoratori e per le loro condizioni economiche non hanno punto bisogno della società; quindi non sanno nè possono sapere quali e quanti sieno i bisogni della classe lavoratrice. E così la direzione del sodalizio cade nelle mani dei maggiori capitalisti e il più delle volte nemici naturali dei lavoratori. La società di mutuo soccorso capodistriana in questo riguardo è pari a molte consorelle dell'Istria. Dei 328 soci effettivi neppur uno è chiamato a formar parte della direzione, mentre tutte le altre cariche sociali sono tenute dai soci onorari, cioè da qùelli per cui la cassa non fu fondata. Vorremmo in oggi fare un appello ai lavoratori ed eccitarli a curarsi maggiormente della loro società ed in ispecial modo a non tollerare che operai siano diretti e rappresentati da persone estranee alla loro classe. E ciò vorremmo non già per eccitare all'odio di classe ma per vedere rispettato il principio: «Ognuno al suo posto» e per sapere risollevate le sorti delle nostre società operaie. Abbiamo detto,; «vorremmo fare un appello» se ormai non fosse troppo tardi e già spinte le cose secondo l'antica consuetudine. --^---- Asili per F infanzia - Loro importanza per la società - Asili infantili comunali e clericali L' asilo d'infanzia è il luogo ove vengono radunati i figli del povero per toglierli dall'abbandono incitisi trovano, per la trascuranza e il disagio dalle famiglie; o, altrimenti e modernamente.. < scuola in cui si intrattengono durante il giorno bambini d'ambo i sessi, di condizione anche civile, somministrando loro, occorrendo, parte degli alimenti e del vestire, iniziandoli nel sapere e infondendo loro i principi di una buona educazione. La società attualmente provvede ad una tale istituzione, la quale può dirsi una delle opere più sante e morali che onorino il secolo presente, e la cui influenza sul benessere morale e fisico delle classi meno agiate è grandissima, tanto da riguardarsi come uno dei principali fattori del miglioramento sociale. Non vi è popolo civile, non vi è città che non abbia scuole infantili informate ai migliori sistemi educativi. E sembrava- che anche a Capodistria per iniziativa del Comune a-vesse a sorgere un asilo infantile che raccogliesse durante il giorno i figli del popolo, avezzi purtroppo per mancanza di simili istituti a correre le strade per assorbire goccia a goccia i germi della mala vita che conducono molte volte alla delinquenza. Ond' è che con un sentimento di soddisfazione generale fu approvata l'i-dea umanitaria dal Municipio; e che dovevasi sperabilmente rendere il fatto compiuto, lo si arguiva dalla sovvenzione di 700 Corone, ricevute dalla Giunta Provinciale dell'Istria in data 10 decembre 1904, appunto per l'istituzione di un Asilo infantile comunale. Ma furono speranze vane, speranze di ottimisti. Fino ad ora nulla fu fatto e il popolo langue : .nulla fu pensato e per le strade si rincorrono i ragazzi importunando i passanti e vivono nel-abbandono completo, dimenticati da tutti e domandano il soldino per appagare il vizio del fumare e se non lo ricevono si accontentano per ora di raccogliere i resti delle sigarette che trovano fra la polvere e lo sterco. Nulla fu fatto ed i vizi crescono a vista d'occhio: la degenerazione s'insinua gradatamente fra il popolo, e soltanto fra il popolo, infelice e derelitto, perchè non può approfittare di quelle istituzioni che sono privilegio delle persone agiate. E si va di male in peggio: l'ignoranza prende sovranamente l'impero e con essa l'abiezione, il clericalismo più furibondo e più intransigente. L'educazione è necessaria, l'educazione del cuore. E fino a tanto che non si penserà seriamente a concedere al povero popolo i suoi diritti, a non lasciarlo in balia di sè stesso, o di chi ha tutto il vantaggio di averlo devoto per le proprie mire losche e disoneste, fino a tanto 11011 si avrà bene : l'odio di classe crescerà sempre più. Il Municipio sembra aver dimesso l'idea di fondare un asilo per l'infànzia. Perchè ? La solita storia, le selite scuse: la mancanza dei locali. Ma queste miserie intanto servono a qualcuno, vigilante. Uditeci lettori. Da fonte degna di fede abbiamo rilevato come qualmente il Nobile Collegio di S.ta Chiara, diretto dalle Dimesse, in barba alle vigenti leggi scolastiche accogliesse delie bambine di sotto ai sei anni di età e siamo in grado di asserire che ne accolgono ancora, specialmente la festa. Che le nobili dimesse la facciano in barba alla legge passi, ma che vi siano dei genitori tanto inumani da rinchiudere per ore e ore le loro bambine in un collegio ad intorpidirsi l'intelligenza con le preghiere o con l'istruzione forzata, è una cosa che oltrepassa i confini dell' umarità. E sfidiamo qualunque a darci torto. Abbiamo pure rilevato che da parte dell' Autorità scolastica fu inviato alla direzione del collegio una nota che proibiva, pena l'immediata chiusura della scuola, di accogliere bambine di sotto ai sei anni di età, e che diceva che per queste vi sono i conservatoti infantili. E perciò la direzione del collegio ha fatto già le pratiche opportune per aprire ancora nel prossimo anno sco lastico un asilo infantile. Ecco chi ha saputo approfittare dell' incuria del Municipio, ecco in che modo noi a-vrenio la disgrazia di avere un asilo infantile clericale. Ma se è vero che non vi è un male se contemporaneamente non può servire a qualche cosa di buono, osiamo sperare che da questa scuola di esempi il Municipio, da vigile custode degli interessi della città, penserà al modo migliore di rimediare in parte alla trascuranza di prima, istituendo quanto prima possibile un asilo infantile comunale. E noi siamo certi che il popolo farà buon viso ad una simile istituzione e che i poveri bambini abbandonati troveranno nell' a-more dei maestri e nell' educazione il confòrto necessario a perseverare nella via del bene. Ciarle Settimanali — Ila dormito bene, cavaliere, la notte scorsa? — Che le pare del tempo ; avremo ancora pioggia? — Ha guadagnato lei la tombola? - Verranno o no oggi i rovignesi?... Ma dove va?... Perchè scappa così spaurito? — - Sfido io; con tutte queste domande che mi lanciano a bruciapelo, non so dove dare il capo.... Mi ànno preso per un barometro, per un oracolo?... Ah, adesso mi ricordo? Si, si è così ; non vogliono che cominci come l'altra volta, vero ?... Ma non era bisogno mica che ricorressero a tali mezzi, sanno. Oggi non ò proprio nulla da raccontare, e se 11011 trovano loro qualcosa, ò paura che le nostre ciarle finiranno male, come sono cominciate.... — Oh, oh, cavaliere, di nuovo insolenze? Badi bene, sa; chè noi siamo capaci di farla pentire. — Eli, poi, sanno che sono intrattabili? Non si può dire una parola senza che se l'abbiano a male.... Ma che ò fatto, di che sono colpevole che d'alcuni giorni non fanno altro che tormentarmi, che cercano ogni più piccolo appiglio per prendersi befte di me ? Sì che faccio di tutto per accontentarle.... — Ecco, saremo franche. Poco fa, prima ch'entrasse lei, si decise di farle un processo in tutte le regole per l'ardire che à avuto domenica scorsa e altre volte di burlarsi di noi cosi igno-miniosamente. A pena entrato, temendo, come bene lei indovinò, che cominciasse e non finisce più, l'abbiamo accolto con tutte quelle domande. Adesso è in nostre mani ed è inutile ogni resistenza. Si sieda là sul banco degli accusati e mediti bene prima di rispondere. I giudici saranno severi, ma giusti. — M'inchino alla forza e non fiato più.... Ma, di grazia; se vogliono tenere un dibattimento nelle forme prescritte dalla legge, ci sarà anche un pubblico accusatore. Si può conoscere?... Già, credo d'indovinarlo: è lei, vero, signorina Nora? — Si, è proprio lei; e siccome non vogliamo che poi ci possa accusare di parzialità e di aver già fatto il nostro giudizio prima di sentir le sue scuse, le diamo il diritto di scegliersi nn difensore fra noi, naturalmente lasciando eia parte me, che presiederò, e queste due signore che faranno da giudici. Le rimanenti saranno i giurati. — Io le sono proprio grato della sua bontà.... signor presidente; ma, ma credo meglio per me che mi difenda da solo, perchè ò ragioni da sospettare che.... mi comprendono, vero ? — Bene, faccia come crede. Dò subito la parola al Pubblico Ministero, perchè l'atte d'accusa lei già lo conosce e perchè le sue generalità ci sono note purtroppo.... — Protesto contro questo purtroppo.... — Silenzio; adesso non à diritto di parlare, nè di fare la minima osservazione. — Io accuso il cavaliere di S. Marco d'essersi dimenticato le leggi della cavalleria più elementari di fronte a delle signore. Lo accuso d'essersi burlato di loro in diverse occasioni nella maniera più insolente. Lo accuso specialmente d' averle tratte in inganno con una storiella ridicola per poi approfittare della loro bontà per scopi suoi speciali.... Di tutto questo 10 lo accuso e aggiungo come aggravante la premeditazione. Mi rivolgo a queste signore affinchè vogliono ben meditare su quanto ò detto e condannare l'accusato con una severissima sentenza, perchè non si ripetano simili cose e perchè il cavaliere non meni vanto della sua oltracotan-za. Ho detto. — La parola all'accusato. - Di fronte all'accusa che con mio sommo dolore e con un senso di disinganno e di disillusione, ò inteso portar dinanzi a voi, giuste signore, che cosa ò da dire per mia discolpa?... Se io fòssi al vostro posto, o donne che fungete da giurati e se avessi inteso cose 'tali da miei compagni contro un uomo, sarei il primo a dare 11 mio voto affinchè sia fatta giustizia e condannato severamente il colpevole.... Ma oggi colpevoli non ce ne sono; oggi ànno voluto con la forza o di sorpresa condurre dinanzi a voi un innocente, che piuttosto di sedere su questo banco d'infamia dovrebbe essere al posto della signorina Nora.... pardon del Pubblico Ministero.... — Raccomando all'accusato di 11011 cercar scappatoie e di tenersi strettamente alla sua difesa, sènza metter in dubbio la giustizia di questo alto tribunale.... — Non cercherò di confutare i singoli capi d'accusa-, ma tutto il suo insieme invece; e mi sarà facile perchè essa è cosi mostruosa che cade da sè, quasi senza bisogno di prove contrarie, sono solo qui dinanzi a voi, o giuste signore; sono solo, non ò un amico che possa dimostrare la mia vita onorata condotta fino ad oggi; ma il coraggio per difendermi non mi manca, perchè mi sento il innocente, perchè nella mia innocenza a punto troverò la forza per commo-vere il cuore dei miei "giudici.... — Senta : comincierà si o no una buona volta a dir -qualcosa di concreto ?.... — Anch'io mi unisco alle parole del signor presidente e metto in guardia la giuria a non abbadare alle ciarle senza senso dell'accusato Signor mio, qui ci vogliono prove, ci vogliono fatti che possano convincere i giudici di quanto dice.... Non faccia il santo adesso, 11011 creda di poter abbindolarci con due belle parole dette là con fuoco, con rettorica da comizio.... La conosciamo bene, sappiamo che, presa una via, non ci sono uomini, nè donne purtroppo, che possano costringerla ad abbandonarla. Ma oggi non le riescirà.... Sa cosa? Io le dò un consiglio : confessi la sua colpa, domandi perdono, si mostri pentito e forse i giudici, nella loro magnanimità, terranno conto del suo pentimento e applicheranno la condanna con clemenza.... Se crede invece di passarla liscia, s'inganna, e io domanderò una sentenza rigorosissima. — 11 Publico Ministero è quanto mai severo contro di me, e non so proprio trovarne la ragione.... lo vedo che i signori giurati purtroppo si lasceranno convincere della mia colpa, se non erano già convinti prima che cominciasse il dibattimento.... Ma non mi perdo di coraggio e sono sicuro che le mie parole faranno loro veder la cosa da un altro punto di vista, tanto più che conosco la bontà dei loro cuori gentili e so che le loro anime.... — Insomma, non divaghi, non divaghi : altrimenti le toglierò la parola e daremo il nostro giudizio anche senza difesa.... 0 mangiare questa minestra o saltar dalla finestra.... — Sanno cosa? Io preferisco saltar dalla finestra, anzi dalla porta, e ine la batto!!.... Servitor loro. Il cavaliere. < : LA COLONNA DELL'AGRICOLTORE Nel vigneto. «Piero mio, la va male quest' anno : anche da voi la peronospora, co' le pioggie continue che la favorirono e impedirono od ostacolarono i trattamenti, ha mangiato mezz' uva e più». «La peronospora ! ? — Ma la me fazi el piazer, no la stia contar fro-tole! Chi ga mai visto la peronospora a far sti malani sui grapoli ! E in sta maniera? — La vardi ! qua glie deve esser qualcossa de novo ! no la me volarà sostignir che questa la xe peronospora» ! «Eppure in questo grappolo, proprio in questo che mi venite mostran-oo, io.non vedo altro che peronospora: e la si presenta come quella delle foglie. 0 non la vedete la muffa bianca che esce qua dall' inserzione del chicco su '1 suo pedicello, o che copre i cappucci non ancora caduti de' fiori? — E' proprio simile a quella che si vede su la pagina inferiore delle foglie.... Ma camminiamo un po' nella vigna... ecco qua — se mi mostravate almeno codesto ! -, vi è pur qui peronospora, ma ha un aspetto alquanto diverso dalla prima. Non si vede la muffa, i chicchi presentano queste macchie livide nel loro interno e se ne spezzate alcuno in corrispondenza della macchia i tessuti son disorganizzati e v'appariscono di color rugginoso. Qualche chicco si raggrinza oramai, poi andrà disseccando e cadrà a terra. In quest'altro grappolo è attaccata invece la rachide — guardate com' è appassita e come i chicchi son rimasti piccoli o nemmeno han potuto formarsi, e dal primo all'ultimo disseccarono. E' sempre la peronospora eh' è causa del malanno ; non andate mulinando che si tratti d'altro. E continuate la cura, malgrado sia perso gran parte del prodotto, per salvar le foglie e le gemme eh'han da preparar 1' uva per l'anno venturo. Può esser utile al caso vostro l'uso d' una di queste poltiglie : I. Acqua di calce litri 100 Solfato di rame grammi 850 (non adoperante due chili, mi raccomando !) II. Acqua di calce litri 100 Solfato di rame grammi 750 Cloruro ammonico gram. 125 III. Acqua di calce litri 100 Solfato di rame grammi 750 Permanganato potassico gr. 40. Quest' ultima ha pure azione contro l'oidio, la vecchia crittogama della vite, della quale la vostra uva vedo che è tutt'altro che immune». «, Acqua di calce'», ma Lei la me salt a fora con zerti termini novi, anca parlando de cosse che dovaria esser vecie !» «Ah ! E' vero. Era a compare Na-zario, non a voi, che spiegavo come si faccia a preparar l'acqua di calce.... Spegnete della calce lentamente, come fanno i muratori, e poi versatele sopra, nel tino, quant' acqua esso vi tiene; agitate e lasciate deporre. L' acqua limpida che rimane di sopra è appunto acqua di calce. Per preparar la poltiglia la leverete in un altro recipiente. E' chiaro? «Si, ma che '1 me scriva ancora quei nomi de sostanzie che '1 ga dito de doprar... cloruro ammonico... per...» «Permanganato potassico, e vi scriverò anche le dosi. E l'indirizzo d' un droghiere grossista dove potrete acquistarle meglio che altrove. dno Barella. La guarigione del carbonchio nei bovini. •Leggiamo nella «Rivista» N.ro 12 — periodico quindicinale, organo della R. Scuola enologica e del Comizio a-grario di Conegliano — un articolo importante del signor Duilio Scara-bellotto dal quale si rileva come il siero anticarbonChioso curativo di Sciavo, direttore dell'istituto d'igiene di Siena, guarisce — miracolosamente, direbbe un buon figliuol della chiesa, il carbonchio nei bovini. Questa è invero una buona notizia. Giova ripetere..... Ancora a' coltivatori di frumento. Mietano un cinque o sei giorni avanti l'epoca abituale, mietano cioè allorquando l'essiccamento della paglia è quasi completo, ma la spiga è eretta ancora, il seme 11011 può schiacciarsi con la semplice pressione delle dita, pur essendo intaccabile con l'unghia. Poscia trebbino tardi, condizione essenzialissima questa, perchè il frumento completar possa la sua maturazione nelle biche. E così avranno, se non sempre un vero aumento di peso, certo un aumento dovuto alle diminuite perdite alle quali si va incontro mietendo il grano già secco, sia pe' grani cadenti sul campo, sia pel danno che arrecano gli uccelli — uccelli però, se lo ricordino, i quali non risparmiano le biche mal fatte. Avranno anche e sempre un grano di miglior aspetto, più bianco, più rigonfio. x. * * * Prezzi de' prodotti agricoli del capodistriano su '1 mercato di Trieste. Nella decorsa settimana s'ebbero le seguenti medie e variazioni : Patate: da corone 8 a 9. Fagiuoli: 12 corone in media. Pomidoro: 14-20 corone — media 18 corone il q. (Pomidoro Ravenna, in quantitativi non rilevanti). Pesche: 48-60 corone. (Pesche di S. Nazario). Pere: circa 40 corone in media. (Pere di S. Piero). Oa,pod.istria, Ai cittadini di Rovigno, clic oggi giungeranno nella nostra città a ricambiare la visita fatta loro dal Corpo Musicale Capodistriano, porgiamo un saluto fraterno. Valga questa visita e questo saluto a confermare viemmeglio la solidarietà fra tutti gli italiani dell'Istria, ad unire in un solo gruppo le molteplici forze disperse e discordi : gli uni agli altri stringano la mano amichevolmente e pensino alle critiche condizioni presenti : soltanto così la causa nostra potrà prosperare a vantaggio di tutti. Seduta della rappresentanza comunale. La nostra rappresentanza comunale tenne mercoledì 28 m. c. la sua VIII sedura pubblica. Nelle comunicazioni il popestà avv. Belli ricorda la morte del primo cittadino di Gorizia ed accenna al lutto cui prese parte il Municipio ; parla delle disposizioni prese per l'esercizio della centrale elettrica, della concessione dei locali di S. Chiara per l'ultima sessione dietale, dell' omologazione della Giunta provinciale ai contratti di vendita dei fondi comunali alla Società del Teatro e rispettivamente di cessione al signor Paolo Pizzarello; s'intrattiene a lungo sul riordinamento sanitario del civico o-spitale e su la formazione di un fondo, iniziato con una cospicua oblazione da parte del signor Bortolo Sardotsch, contro la piaga dell'accattonaggio. Comincia quindi lo scontro regolare di cassa avvenuto addì 13 m. c. la nomina di Giovanni Biagini a impiegato di cancelleria e la ricostituzione del corpo delle guardie campestri. Assunta la presidenza del consigliere anziano ing. Calogiorgio, non si approvò la cessione dell'azienda di caccia nel nostro comune al signor Germano Pader per l'importo di Cor. 200.00 annue ma si deliberò di officiare l'autorità politica dimettere la caccia all'asta. Ripresa la presidenza dal podestà si nega al capitano signor G. Ferrari la domanda di acquisto della casa del Civico Ospitale in via F. Trevisani e si respinge il ricorso dei consorti signori De Franceschi d'Umagoj contro il decreto di rimborso di spese di demolizione del loro stabile crollato in calle Tacco. Vengono approvati, riferta del comitato di finanza, i conti consuntivi del comune di Lazzaretto e del Civico ospitale per l'anno 1902-1903, ed i resoconti della civica fondazione ginnasiale per l'anno 1902-1903 e quelli del civico Monte di Pietà e dell'Asilo di Carità per gli annui 1896-1901. Da ultimo si dà voto favorevole riguardo la rinnovazione della licenza del caffè Minerva ad altra persona, e sfavorevole rispetto l'apertura di un nuovo spaccio di vini e liquori. Tutti i nodi vengono al pettine.... Così par che sogghignasse un'anima trista ponendosi in agguato l'altra sera, a' Bertocchi, con un nodoso bastone, ad attendere il piccolo oggetto delle sue basse vendette.... Tutti i nodi vengono al pettine, e verranno anche per te, don Giuseppe Kocir, amministratore parrocchiale di Lazzaretto; qui in terra verranno, chè la giustizia divina, tu, prete, ben sai come serva soltanto ad abbindolare la povera gente. 11 fatto, il nudo fatto di cronaca nera, è questo, o lettori : Giovedì, verso le ventuna, una allegra comitiva di fanciulli s' era data convegno, un po' fuor del villaggio di Bertocchi, per festeggiar San Piero, come di solito ogni anno, co' fuochi di quattro paglie secche. Ciò, o i lieti canti de' bimbi, non garbava, pare, a don Giuseppe Kocir, il parroco. Senza la veste nera, scoperto il capo, ei si fa innanzi minaccioso: in mano un nodoso bastone. Grida, piglia pe '1 braccio un piccioletto di nove anni, con un colpo lo atterra, ed altre otto volte lo colpisce co '1 legno.... Accorre gente. La prudenza dei villici evita guai peggiori. Il padre, lestamente, carica il bimbo, livido, pesto e sanguinante, sopra un carro : va a Capodistria in cerca del dottore. E il dottore riscontra su '1 misero corpo nove o dieci tra colpi e ferite. Medica, rilascia un'attestato: il fanciullo ne avrà per alquanti giorni. La mattina seguente Andrea Ber-toch, il padre, move querela al prete. Oggi si vocifera in villaggio che il ministro di dio si vanti di così bella azione: non vorremmo crederlo, per rispetto alla coscienza umana. Ma dobbiamo credere intanto che don Giuseppe Kocir abbia agito non già in un momento di collera, ma, l'abbiam detto freddamente mirando una vendetta. Già la sera innanzi, que' bimbi s'eran trovati nell'istesso sito; e il prete, quel brutto giovedì, fu visto andare ad aspettarli, dicesi, camminando carponi, e dicesi ancora che un tale abbia osservato al degno reverendo eli' era provvisto d' un troppo grosso bastone. ila non su questo noi ci fermeremo. Convien piuttosto indagare perchè il prete abbia colpito soltanto il Piero Bertoch e 11011 altri che gli passarono primi oppili' assieme davanti Convien indagare perchè il medesimo ministro di dio, qualche domenica fa, su la strada, dinanzi la chiesa di Lazzaretto, abbia ripetutamente levato di testa il berretto, con altrettanto gentili maniere, a un altro figlio dell' Andrea Bertoch. La storia è lunga, ma è bene che il pubblico la sappia. «Il fondo della chiesa quest' anno m'ha lasciato un civanzo, di sette corone», vantava in un crocchio di villici, qualche anno fa, don Giuseppe Kocir. «Ma sòr parroco, l'anno scorso che ero io camerlengo, non ricorda che verificammo un civanzo di oltre cento corone ?» gli osserva Andrea Bertoch di rimando. E fra i due s'impegna una disputa vivace..... Il maestro Giuseppe Bertoch, figlio di Andrea, suonava l'organo in chiesa. Un giorno, in casa del parroco, alla presenza degli ottimi amici di questo il canonico Bonifacio e don Visentini, sembra che il maestro abbia espresso il desiderio d' aver per compenso, a fin d'anno, dal fondo della chiesa, un po' più de' dodici fiorini consueti. E qualcuno sostiene che i reverendi facessero buone promesse. A fin d' anno il parroco rifiuta anche i dodici fiorini, protestando, pare, per alcune assenze del maestro suonatore. Nasce una causa. Don Bonifacio non interviene — è vecliio, poveretto! —, don Visentini fa lo gnorri — lui è ingenuo più che un agnello. Il maestro perde la lite. Ma don Kocir, in appresso, manda al Bertoch dodici fiorini. — Uno sprazzo di luce nella coscienza sporca? — Durò poco ad ogni modo. Più tardi un tale Bordon da' Po-beglii sparse la voce che il maestro Bertoch fu visto un giorno ubbriaco all' ostoria. Il maestro querela; vince. Ma Bordon ricorre ; il prete s'adopera in favor suo — gode alte promesse e il giudizio n' esce capovolto. Una sera, dopo ancora, il maestro, tornando da casa Benardon, al passaggio deve aver disturbato i pennuti abitanti d' un pollaio. Giorni appresso, un tale di Decani mormora si tratti d'un tentato furto. E il Bertoch chiede alla legge tutela del suo onore. L' altro è confesso, ma reca una lettera del prete Kocir il qual si dichiara propalatore della cosa..... E vien fuori da altre parti che don Kocir narrò del furto al consiglici' Schaffenhauer e al maestro Doniinko, membri del Consiglio scolastico distrettuale..... Il Bertoch muove querela al prete e cita codesti signori a testimoni. Intanto il Consiglio scolastico distrettuale delibera di trasferire il maestro Bertoch in non sappiam quale lontano paese..... Poi, per intromissione dell'oli. Bennati, il decreto è sospeso; in seguito a istanza di molti comunisti in favore del maestro, il decreto è revocato. Pro bono pacis, si consiglia al maestro il perdono. Oh la gratitudine di don Kocir ! Oggi avrà luogo la gita di gala organizzata dalla Direzione della Società Filarmonica popolare di Rovigno in restituzione alla visita fatta al Corpo Musicale Capodistriano nell'anno 1899. L'arrivo avverrà ad ore 16 e ad ore 18.30 svolgerà nella piazza del Duomo un concerto col seguente programma: 1. Giorgieri, Inno all'Istria. 2. Peitler, Sinfonia orientale. 3. Reltiep, Valzer. 4. Thomas, Fantasia sull' opera «Mignon». 5. Leon-cavallo, Romanza e Coro dell' opera «I Pagliacci». 6. Boito, Potpourri sull'opera «Mefistofole». 7. Marcia finale. — La partenza seguirà ad ore 20.30. Un'indecenza che dovrebbe assolutamente scomparire si offre allo sguardo dei numerosi concittadini e forestieri che frequentano la via Santorio nel piazzale G. D. Tacco, occupato permanentemente da un'infinità di ingombri, di proproprietà privata. E noi ci rivolgiamo a chi ha la sorveglianza diretta su l'ordine pub- blico e che noi, altre volte, abbiamo veduto sopprimere energicamente quanto di indecoroso si presenta pelle vie della nostra città affinchè tosto voglia por un termine a questo sconcio che non comprendiamo perchè così a lungo tollerato. Il pontile della Sanità. Ci consta che la N. S. C. di Navigazione a vapore ha deciso di demolire il pontile di legno situato dinanzi all'edificio della Sanità, esssendo chè il Governo Marittimo, contro la promessa fattale, non volle contribuire alle spese di riparazione che si erano rese indispensabili. Nell'atto di rinuncia però, la Società si riserva il diritto di rifabbricare il pontile appena che le sembrasse opportuno ai propri interessi. IMZ-u-grgla, L'Autorità politica non sa niente... — Da Scilla a Cariddi. — Fedeli alla promessa, continuiamo nella relazione sulla Cassa distrettuale per ammalati in Muggia (vedi «Egida» dd. 25 m. d.), relazione che interesserà non poco chi ha un bricciolo di cuore e chi sente un po' di compassione per la classe lavoratrice, che qui viene fatta segno alle più inaudite vessazioni ed alle più illegali pretese da chi detta cassa dirige e da chi con più umanità dovrebbe sorvegliarla. E anzicchè spigolare la collana dei tristi fatti che fino qui abbiamo potuto raccogliere, e che a suo tempo verremo narrando, ci limiteremo piuttosto a narrare oggettivamente con quali arti, indegne del secolo ventesimo, viene turlupinata la classe operaia affigliata a questa cassa già troppo nota, e con quali tergiversazioni si crede di poter stancare 1' abusata pazienza degli operai, che purtroppo vinti ma non domi, cercheranno con ogni mezzo legale una riparazione alle ingiustizie sofferte, dovessero magari, costretti, smascherare pubblicamente la losca trama e portare la questione al comune giudizio del Parlamento, E per venire al fatto, dobbiamo riferirci alla domanda d'urgenza presentata 9 settimane or sono, colla quale gli operai domandavano di poter da sè stessi, giusta lo statuto, dirigere quella cassa, alla quale da anni pagano i loro contributi, senza avere neppure la più pallida idea sulle condizioni finanziarie della stessa. Ancora quando 1' operaio (i. Stir-bocli si era recato dall' aggiunto capitanale a Capodistria a far delle lagnanze, e casualmente gli aveva domandato conto della domanda in questione, il funzionario rispose di aver inteso qualche cosa ma di non aver visto nulla. Ma più grande fu la meraviglia dei due operai, recatisi dall' aggiunto capitanale a Capodistria lunedì 26 m. c. in nome di tutti gli aggregati a chiedere che cosa fosse avvenuto della domanda fatta secondo la legge e lo statuto e firmata oltre che dagli operai, dai padroni e dalla stessa Direzione dello Stabilimento tecnico triestino, la quale, consapevole dei mali trattamenti, non esitò punto di dare il suo consenso alle logiche domande degli operai. L'i. e r. funzionario cadde dalle nuvole, dicendo di non aver affatto contezza dei voleri degli affigliati ; ma avendogli rammentata il sig. G. C. l'epoca d'impostazione della domanda e avendogli anche esibito la rispettiva ricevuta, se ne convinse e cominciò a tergiversare in un modo suo particolare, osservando che il medico Martinelli aveva ordini precisi di comportarsi così e di essere estremamente severo verso gli affigliati, che le condizioni finanziarie erano in floribus.... e di questo passo sciorinò una parlantina tendente a ciarla da bere grossa ai due mandatari. I quali risposero che la questione, per tagliarla corta, era di poter avere o no la cassa nelle proprie mani conforme alla statuto, ed essendo stata fatta la domanda a termine di legge e perciò lo pregavano eli riferire lì su due piedi un bel sì o un brutto no, nel qual caso poi avrebbero ben saputo dove rivolgersi. Il funzionario, preso alle strette, conchiuse che doveva infor- marsi da quella stessa amministrazione che a suo dire era ottima, e che appena sabato 1 luglio a. c. alla sua venuta a Muggia dalle 9 '/r11 avrebbe potuto dare una risposta definitiva (naturalmente concretata con quella stessa amministrazione che gli operai non vogliono riconoscere). E aspettando la desiata risposta, domandiamo all'autorità competente, se non fosse stato meglio fare una inchiesta fra gli stessi operai ? Sempre pronti ; arrivederci a domenica. * * * All' ultimo momento ci giunge la risposta del bar. Weissenbach, reggente il locale Capitanato, alla domanda degli operai di Muggia. Essa suona presso a poco così : la domanda deve essere ripresentata al Capitanato munita regolarmente di un bollo da una corona per ognuno dei 300 firmatari ed appena allora si penserà-di inoltrarla alla Luogotenenza. Pro „Egida" In segno di protesta contro i sobillatori di cento incoscienti ci pervennero a favore dell' «Egida» i seguenti importi: Lino Quarantotto Cor. 1.— da M. L. Trieste Cor. 1.— Stabòjmento Vinicio iisyseppe Cobol Capodistria Prezzi per Ettolitro in Città a Trieste Vino nero da pasto Vino Bianco » Cor. 40 „ 40 Cor. 64 „ 64 Prezzi per Bottiglia in città a Trieste Refosco dolce Moscato dolce C. 1.60 C. 1.60 C. 2.— C. 2.— Franco «lomicilio. indirizzi raccomandati Orel e Youch — Capodistria Stoffe da uomo e donna, coltrinaggi, tappeti, camicie, colli, cravatte e busti. Articoli minuti e guarnizioni. Italo Marzari — Capodistria Assume nel suo lavoratorio di oreficeria qualsiasi lavoro a prezzi di assoluta concorrenza. Benedetto Lonzar — Capodistria Grandioso assortimento in chincaglierie, oggetti di cancelleria e requisiti scolastici. Prezzi modicissimi. Drogheria E. Michelich — Capodistria Vernici colorate per pavimenti — Colori a vernice (Smalti) Di primissima qualità. AVETE DA FARE UN BEL RECALO? visitate i negozi della OREFICERIA TRIESTINA VITTORIO PEI Via Malcanton \. 4-5. Telefono 1034. La Lega JTazionale ha grande bisogno eli essere aiutala nella sua cpera eli carila civile. Achille Piacentini redattore responsabile. Capodistria, Tip. Cobol & Priora. Parere del Sig. Dott. R. DE BARACZ, Docente di chirurgia all' Università di LEOPOLI. Signor J. Serravallo — Trieste. Mi rallegro di comunicarle che il Vino di China ferruginoso Serravallo, si dimostrò di eccellente azione nelle convalescenze dope operazioni chirurgiche. Leopoli, 15 Novembre 1903. Dott. R. de Baracz