Gianni PENZO DORIA* * Direttore dell'Archivio Generale dell'Univer- sita degli Studi di Padova Universita degli Studi di Padova Via 8 febbraio 1818, 2 - 35122 Padova gianni.penzo@unipd.it II registro di protocollo in Italia agli inizi del XIX secolo: il caso Veneto PENZO DORIA, Gianni, Registry in Italy at the Beginning of the 19th Century: the Veneto Region case study. Atlan-ti, Vol. 20, Trieste 2010, pp. 83-92. Original in Italian, abstract in English, Italian and Slovenian, summary in English The author examines the very beginning of the introduction of the registry in Italy, with particular regards to the first period of dominations in the Veneto region, and the documentation from 1803 to1814. The study will also show the topical importance of the archival tools introduced by Austrian and French administrations, also referring to the recent Italian legislation on digital registry. 1. Per uno studio sui sistemi archivistici tra fine del Settecento e i primi dell'Ottocento cfr. Franco Cagol, I sistemi archivistici che vennero d'Oltralpe: risultati di un primo sondaggio, in Studium 2000. Atti della Conjerenza orga-nizzativa degli archivi delle university italiane (Padova, 5-6 aprile 2001), a cura di Gianni Penzo Doria, Padova 2002, pp. 301-314, an-che per la bibliografia scarsamente frequentata in Italia. Per l'Ottocento "austriaco" seguito al Congresso di Vienna (1815), cfr. lo splendido lavoro di Eurigio Tonetti, Minima burocrati-ca. L'organizzazione del lavoro negli uffici del Governo austriaco nel Veneto, con appendice documentaria e atlante diplomatico, Venezia 2000. Devo qui sdebitarmi per una serie di suggeri-menti e indicazioni biblio-archivistiche con al-cuni colleghi, dimenticandone sicuramente qualcuno, che mi hanno agevolato la scrittura di questo intervento: Aldo Anzanello, Maria Grazia Bevilacqua, Valeria Bosco, Salvatore Consoli, Cristina Covizzi, Concetta Damiani, Andrea Desolei, Francesca Fantini D'Onofrio, Laura Flora, Remigio Pegoraro, Francesco Pio-van, Domenica Porcaro Massafra, Angelo Massafra, Antonella Sannino, Michelina Sessa ed Eugenia Vantaggiato. 2. Per il Mezzogiorno d'Italia, importanti spunti di ricerca si ricavano da Giulio Raimon- 1. Premessa L'autentico sconquasso politico, istituzionale e geografico seguito alla caduta deWancien regime porto a una serie di innovazioni anche per l'apparato burocratico nelltalia settentrionale fra Napoleone e gli Asburgo1. Cio accadde non senza influenze, come vedremo in altra sede, anche nell'Italia centro-meridionale2. L'innovazione archivisticamente piu importante fu senza dub-bio il registro di protocollo, al quale presto si affianco una serie di sistemi di classificazione, successivamente integrata da un sistema di aggregazione dei documenti dapprima annuale e poi a lustro, fino a pervenire a quello che oggi identifichiamo come di base: il fascicolo. 'unita archivistica Registratura, classificazione e fascicolazione saranno i tre ba-luardi, qui descritti ai loro albori che, dopo alcune incertezze struttu-rali della loro fase prodromica, costituiranno la spina dorsale della Amministrazione intesa nel forte significato asburgico3. In questa sede esamineremo, soprattutto attraverso documenti inediti, l'origine e lo sviluppo del registro di protocollo in una parte dell'ex territorio della Serenissima Repubblica di Venezia (in partico-lare lo Stato da terra) nel primo periodo delle dominazioni straniere. Tenteremo quindi di dimostrare come questo strumento di efficacia probatoria e di efficienza organizzativa sia non soltanto an-cora attuale dopo duecento anni, ma anche come sia nato in modo assolutamente rivoluzionario e con molti elementi ante litteram, al punto da essere paragonabile alla riforma dell'amministrazione pub-blica italiana a cavallo tra XX e XXI secolo in ordine all'istituzione del protocollo informatico4. Sara un confronto biunivoco tra realta distanti due secoli, ep-pure cosi sostanzialmente legate a un comune sentire sul protocollo come sistema strategico e quale cuore pulsante per l'ente che lo pone in essere, nonche baluardo di efficacia e trasparenza: in una parola, di democrazia. 2. L'istituzione del registro di protocollo all'Universita degli Studi di Padova (1805) Prima della fine della seconda presenza austriaca negli ex terri- tori veneti5, con nota 18 ottobre 1805, n. 22815/1553 il Generale Governo di Venezia6 ordino l'istituzione del registro di protocollo all'Universita degli Studi di Padova, allora Regia Universitär All'oggetto che presso la Regia Universitä di Padova sia istitu-ito al principio del nuovo anno scolastico un regolare registro di tutti gli esibiti, ricorsi, decreti, e simili, che alla medesima appartengono, e sui quali i pro-rettori e sindaci devono infor-mare o prendere qualche risoluzione, e perche all'occorrenza si possano trovare con facilitä gli atti predetti, il Generale Governo incarica i pro-rettori e sindaci della Regia Universitä di disporre affinche all'apertura dello Studio sia tenuto un registro ossia protocollo secondo l'esemplare che si trasmette, nel quale dovranno essere registrati in trassunto tutti gli atti, sui quali i pro-rettori devono dare una disposizione qualunque, che dovrä essere notata nel detto protocollo colla data del giorno in cui sarä stata presa. Si avvertono poi i pro-rettori che sopra ogni esibito che loro perviene dovrä essere sull'esi-bito stesso notato il giorno, in cui sarä pervenuto, ed il numero progressivo, sotto il quale l'esibito viene registrato sul protocollo. Finalmente ogni minuta di qualunque carta, relazione o consulta, che sorte dalla cancelleria della Regia Universitä, dovrä essere firmata di loro proprio pugno e conservata negli atti, riponendola nel fascicolo al quale appartiene. Ben inteso che gli atti relativi a ciascun affare devono rimanere insieme uniti affinche possa facilmente vedersi l'origine, il progresso e la fine di ciascun affare. Non dovendosi far un diverso regi-stro, ossia protocollo per la Facoltä legista e la Facoltä artista, gl'affari relativi a ciascuna di esse dovranno registrarsi indi-stintamente col numero progressivo del protocollo stesso7. Il Generale Governo mando anche un allegato, riportante sei finche per distribuire gli elementi della registratura8: a) numero progressivo dell'esibito, e da chi prodotto b) giorno della presentazione c) estratto dell'esibito d) deliberazione e) giorno della seguita spedizione f) numero del fascicolo Si tratta di un modello redatto giornalmente su fogli sciolti, poi rilegati a registro, che verrä adottato in molte amministrazioni destinatarie di queste Istruzioni guberniali, come ad esempio il Magi-strato civico di Trento, che presenta un registro del tutto simile fin dal 18229. Ma si tratta anche, forse non occorre rimarcarlo, di un provve-dimento di straordinario acume archivistico e di autentico rigore me-todologico. In esso, infatti, si riscontrano tutti gli elementi del protocollo informatico e, in nuce, l'iter procedimentale: numero di protocollo (numeroprogressivo), data di registrazione (ilgiorno, in cui sarä pervenuto - giorno della presentazione), corrispondente (da chi prodotto) e l'oggetto (registrati in trassunto tutti gli atti - estratto dell'esibito), nonche la data dell'atto finale o comunque del provvedimento preso (disposizione qualunque, che dovrä essere annotata nel detto protocollo colla data del giorno in cui sarä presa - deliberazione), un accen-no alla spedizione (giorno della seguita spedizione) e, infine, la richie-sta organizzazione in unitä archivistiche (numero del fascicolo)^'0. PENZO DORIA, Gianni, Il registre di protocollo in Italia agli inizi del XIX se-colo: il caso Veneto. Atlanti, Vol. 20, Trieste 2010, pp. 83-92. L 'autore esamina gli albori dell'introduzione del registro di protocollo in Italia, con partico-lare riferimento alprimo periodo delle domi-nazioni straniere nel Veneto, con documenti inediti relativi agli anni 1803-1814. Lo studio mostra anche la straordinaria attualitä degli strumenti archivistici introdotti dagli austriaci e dai francesi, anche in riferimento alla recente normativa italiana sul protocollo informatico. PENZO DORIA, Gianni, Registraturno gradivo v Italiji iz začetka 19. stoletja: študija o gradivu iz Benetk. Atlanti, Zv. 20, Trst 2010, str. 83-92. Avtor proučuje primere registraturnega gradiva prav iz začetka nastanka tega gradiva v DI, LAmministrazione delle Comunitä locali del Regno di Napoli: cenni di storia istituzionale, in Soprintendenza archivistica per il Lazio. Gli ar-chivi storici comunali. Lezioni di archivistica, "Rivista storica del Lazio", 6(1998), n. 8, pp. 5384; Domenica PoRCARo Massafra, Le vicende degli archivi comunali nel secolo XIX, in II Mez-zogiorno preunitario. Economia, societä e istitu-zioni, a cura di Angelo Massafra, Bari 1988, pp. 779-795. A onor del vero, tutta la parte del volume curato da Angelo Massafra dedicata alle istituzioni napoletane e alle fonti documentarie (pp. 603-795) merita una citazione particolare; Eugenia Vantaggiato, La classificazione negli archivi comunali del Regno di Napoli, "Archivi per la storia", 16(2003), n. 2, pp. 155-169. Per la Sicilia borbonica, cfr. Grazia Fallico, Fonti d'archivio per la storia dei Comuni di Sicilia, in Soprintendenza archivistica per la Sicilia, Gli archivi non statali in Sicilia, Palermo, 1994, pp. 9-19; Giuseppina Giordano, Per l'or-dinamento degli archivi comunali. Note sull'evo-luzione delle magistrature municipali in Sicilia, ibidem, pp. 21-26; Cittä capovalli nell'Ottocento borbonico, a cura di C. Torrisi, Caltanisetta-Roma 1995 (Nuova Biblioteca Critica, 15); Ga-etano Calabrese, I Borbone in Sicilia (17341860), a cura di E. Iachello, Catania, Giuseppe Maimone Editore, 1998,pp. 282 e ss.; Id, Archivio storico del Comune di Troina. Inven-tario, Societä di Storia patria per la Sicilia Orientale, Catania, 2000, interessante soprat-tutto per la storia istituzionale, pp. 13-25; Id., I titolari di classificazione e la nuova organizzazione degli archivi in Sicilia nella prima metä dell'Ottocento, "Archivi per la storia", 16(2003), n. 2, pp. 129-153. 3. Adof Brenneke, Archivkunde: ein Beitrag zur Geschichte und Theories des europäischen Archivwesens, Leipzig 1953; ovvero, Id., Archivistica: contributo alla teoria ed alla storia archivistica europea. Testo redatto ed integrato da Wolfgang Leesch sulla base degli appunti presi alle lezioni Italiji in s posebnim pogledom na dobo t.im. dominacije v beneški regiji, saj proučuje dokumentacijo iz let od 1803 do 1814. Iz študije lahko razločno (u)vidimo in spoznamo pomembnost arhivskih orodij, ki jih je uvedla avstrijska in francoska uprava v primerjavi s sedanjo italijansko, ki se kaže tudi na digitalni izvedbi. SUMMARY Starting from the analysis of documents from 1803 to 1814, the au-thor examines the introduction of the registry in the government pro-visions of the Austrian General Government and the prefects and sub-prefects of the Napoleonic Italy, particularly in the Veneto region administrations for the first part of the dominations. We face a very topical scenario, whose extraordinary importance emerges from a comparison with the Italian legislation on digital registry from 1998 to 2000. When reappraising thepreciseness and the effectiveness tenutedall'Autore edagli scritti lasciati dalmede-simo, Milano 1968. 4. Mi riferisco in particolare al DPR 20 ottobre 1998, n. 428, Regolamento recante norme per la gestione del protocollo informatico da parte delle amministrazioni pubbliche (GU 14.12.1998, n. 291), abrogato dall'art. 77 del DPR 28 dicem-bre 2000, n. 445, Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di docu-mentazione amministrativa (GU 20.02.2001, n. 42, SO 30L). Sul tema segnalo, inter alia, tre interventi di Linda Giuva, Gli strumenti archi-vistici per la gestione dei documenti: la registra-zione di protocollo, la classificazione, i piani di conservazione, "RAS", 59(1999), n. 1-3, pp. 128-139; Had., Il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di docu-mentazione amministrativa, "RAS", 60(2000), n. 3, pp. 620-631; Had., Caratteri dell'attuale fase di applicazione e sviluppo dei sistemi di ge-stione informatica dei documenti (protocollo informatico) e prospettive future per la professione archivistica, in Cartesio. Atti della e Confe-renza organizzativa degli archivi delle universitä italiane (Padova, 8 e 9 giugno 2006), a cura di Gianni Penzo Doria, Padova 2006, pp. 1937. 5. Dopo la sconfitta di Austerlitz (2 dicembre 1805), l'Austria fu costretta a firmare la pace a Presburgo (26 dicembre 1805), in virtu della quale il Veneto, il Friuli, l'Istria e la Dalmazia passarono alla Francia. L'aggregazione degli ex stati veneti al Regno d'Italia napoleonico (detto anche Regno italico per distinguerlo da quello sabaudo) fu ordinata con decreto 30 marzo 1806, con il quale si decise l'annessione ufficia-le dei nuovi territori a partire dal 1° maggio 1806: cfr. Decreto 9 aprile 1806, n. 56, Decreto ch'estende agli Stati Veneti gli Statuti Costituzio-nali, la Costituzione di Lione, il Codice Napoleone, il Concordato, il Decreto 8 giugno sull'orga-nizzazione del clero secolare e regolare, il Decreto 8 giugno sull'Amministrazione pubblica e sulla t Ye n C i^fiiulL a/^nnt^;^ Jt/nn^tv čirint, cr.i re^f/rirr ■ f^/l^Ag e .'cu s^fiiJt i L i '^'n^ati ^JtPtm^ r/^r^rmt r'L-, .^ren^tT^, i^uft/t/it riJü/Kyftn^^^ t .^t^rtAz Jd IL' /'re Piir<• ' em J^ti/iOi r/^eriera/^^t V«»; < ^irifftL,, t ^f. Ci Jti^., , i/ntw mJa: . ^ hu'lU Jticnee /nrilc/it jf Ai^y^tf/e^t^^nf,^ ^tfsrst^^ef^^ ^tr^-^rt^t/iriiič in /nt.tyun/^ hiiUß/t tiäi ■■i'-t'j jßo-^^ätfri. nt-i ^ejfe M^/nie/Zo tpflt^fieiilt^ '^d.i^Tt>rn€> in ct^ j'uf^j'/iUa^.sH-^i... ^ft ufA-cr/ano ^»t / Aro-.(i&ri) 'ckn ^e^TA. fji/f/f^e/ie .{,rti e/ffwri, t/jtT-t-^ y^-iä'Cff^i/e jr/^j^, nr/ai. (/ß/i>rf!e /n fiuVA-, r/i et! i/ .'rf/Sii. luntju.!! (r Cern^ri/is^- cAt /äffe ^iiiA^ tf/ert^irmn/n. /pro^ro^Tiofi^ rrmtintrt ' e^nrAe ^tr^-'A.jl^et/mf.Miii ■if^itfj'f /orh ^intJ, I/c A, ßi^TUt ^/ae/^ojn Civtri^mf^y f^co/i;, ^/^rf rt/Afyvt a. cjnJi^ituL. ^r Jlii . fig. 1 - Istituzione del registre di protocollo dell'Universitä degli Studi di Padova (1805) of the provisions of the 19th century, the conclusion is simple but not expected: the future needs our past, undoubtedly preserved in the archival documents. fig. 2 - Prima pagina del registre di protocollo dell'Universita degli Studi di Padova (1805) L'Ateneo patavino segui alla lettera la disposizione governati-va, con l'eccezione dell'organizzazione per fascicoli, tanto che per anni prevarra il modello conservativo della corrispondenza in ordine cronologico per anno o, piu raramente, per quinquennio. L'ultimo e straordinario elemento di novita riguarda la gestio-ne ante litteram delle aree organizzative omogenee11. Alla data, infat-ti, non esisteva una sola universita all'interno dello Studium, ma due: VUniversitas iuristarum e XUniversitas artistarum, ciascuna delle qua-li con propri ordinamenti, pro-rettori e sindaci12. Il Governo, infatti, volle mantenere l'unitarieta delle registrazioni di protocollo per l'ate-neo (Non dovendosi far un diverso registro, ossia protocollo per la Facol^-tä legista e la Facolta artista, gl'affari relativi a ciascuna di esse dovranno registrarsi indistintamente col numero progressivo del protocollo stesso). Come abbiamo detto, si tratta per l'ateneo di una delle ultime disposizioni austriache sulla burocrazia visto che, poche settimane piu tardi, l'ingresso di Eugenio Beauharnais a Padova (dicembre 1805) interrompera la presenza dell'aquila bicipite, pronta pero a divisione del territorio del Regno, il Decreto 5 marzo sul Sistema monetario (Bollettino delle leggi del Regno d'ltalia, 1806, n. 11). Va qui ri-cordato che il Decreto 8 giugno 1805, n. 46, Decreto dell'amministrazionepubblica e sul com-parto territoriale del Regno, (Bollettino delle leggi del Regno d'ltalia, 1805, n. 8), aveva suddiviso il territorio del Regno in dipartimenti, distretti, cantoni e comuni, come una delle tante delle riorganizzazioni geopolitiche che avver-ranno per quei territori fino all'annessione al Regno d'ltalia sabaudo del 1866. Per uno degli esempi di storia istituzionale della Marca gioio-sa, cfr. Archivio municipale moderno di Coneglia-no. Inventario della sezione B (1797-1866), a cura di Gianni Penzo Doria, Conegliano 1993. 6. Alvise ZoRZi, Venezia austriaca, Roma-Bari 1985; Michele Gottardi, L'Austria a Venezia. Societä e istituzioni nella prima dominazione austriaca 1798-1806, Milano 1993. 7. Archivio dell'Universita degli Studi di Padova (= Aunipd), Archivio dell'Ottocento, Atti delRettorato, b. 3, "1805-1806" [fig. 1]. 8. Ibidem [fig. 2]. 9. Franco Cagol, L'organizzazione dei carteggi per materia in area trentina tra XVIII e XIXseco-lo: teoria eprassi degli usi cancellereschi di matrice asburgica, "Archivi per la storia", 16(2003), n. 2, pp. 39-71, che riprende, ampliandolo, il saggio del 2002 (cfr. supra nota 1) e che descrive nel dettaglio il registro del Magistrato civico di Trento (p. 61), riportandone anche un'immagi-ne (p. 70). Per un'interessante digressione sui sistemi di classificazione "italici" e austriaci, cfr. Brunella Brunelli, Gli usi d'ufficio bavaresi e italici in area trentina (1806-1813), "Archivi per la storia", 16(2003), n. 2, pp. 73-106. 10. Sul protocollo e sul protocollo informatico in Italia cfr. Antonio Romiti, Leprincipali sen-tenze sul protocollo delle pubbliche amministra-zioni. Casistica, commento e note sentenza per sentenza, Viareggio 1995; Id., Le disposizioni sul protocollo informatico: alcune osservazioni sulle valenze archivistiche, in Thesis 99. Atti della 2a Conferenza organizzativa degli archivi delle uni-versitä italiane (11-12 novembre 1999), a cura di Gianni Penzo Doria, Padova 2001, pp. 345359; Gianni Penzo Doria, Profili archivistici del protocollo informatico, "Archivi & Computer", 15(2005), n. 1, pp. 91-109. 11. DPR 445/2000, cit., art. 50, comma 4. Le aree organizzative omogenee (AOO), secondo la Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri 28 ottobre 1999, Gestione informatica dei flussi documentali nellepubbliche amministrazio-ni (GU 11.12.1999, n. 290), § 5, si tratta di "settori dell'amministrazione che, per tipologia di mandato istituzionale, di funzione amministra-tiva perseguita, di obiettivi e di attivita svolta, presentino esigenze di gestione della documen- tazione tendenzialmente omogenee", cioe di un insieme di risorse umane e strumentali dotate di propri organi di governo e gestione per adempiere a determinate funzioni primarie. Nelle universita, ad esempio, si configurano come AOO le facolta, i dipartimenti, i centri, etc. 12. Cfr. Giuseppe CiOMO, L'archivio antico delta Universitä di Padova, "Nuovo archivio vene-to", 6(1893), p. II, pp. 377-460, stampato, con dedica al Magnifico Rettore Carlo Francesco Ferraris, anche a Venezia, coi tipi dei fratelli Visentini, 1893; Lucia RossETTi, L'archivio antico dett'Universitä di Padova, in Camillo Se-MENZATo, L'Universitä di Padova, it Palazzo det Bo. Arte e storia, Padova 1979, pp. 151-174 e so-prattutto i saggi bene documentati e ricchi di bibliografia di Maria Cecilia Ghetti, Struttura e organizzazione dett'Universitä di Padova datta metä det '700 at 1797, "Quaderni per la storia dell'Universita di Padova", 16(1983), pp. 71102; Had., Struttura e organizzazione deit'Uni-versitä di Padova dat 1798 at 1817, "Quaderni per la storia dell'Universita di Padova", 17(1984), pp. 133-182. 13. Per un puntuale inquadramento cfr. I^'Uni-versitä di Padova. Otto secoti di storia, a cura di Piero Del Negro, Padova 2001 e, in particola-re, Maria Cecilia Ghetti, Dat 1797 at 1866, pp. 73-89. Rimangono ancora validi Augusto Sandona, It Regno Lombardo-Veneto 18141859. La costituzione e famministrazione, Mila-no 1912; Marco Meriggi, It Regno Lombardo-Veneto, Torino 1987; Carlo Zaghi, L'ltalia di Napoteone, Torino 1989. Per l'attivita del Governo Generate a Venezia (1° ottobre 1798 - 25 gennaio 1806) cfr. Andrea Da MosTo, L'Archi-vio di Stato di Venezia. Indice generate, storico, descrittivo edanatitico, Roma 1940, tomo II, pp. 34-35. 14. Archivio municipate moderno di Conegtia-no..., cit., b. 86, Municipatitä Cottatbrigo-Sara-no, 1806-1808, fasc. 1, parte relativa a "I. Am-ministrazione comunale". 15. L'art. 97, 1° comma, della Costituzione reci-ta: "I pubblici uffici sono organizzati secondo disposizioni di legge, in modo che siano assicu-rati il buon andamento e l'imparzialita dell'am-ministrazione". 16. Archivio municipate moderno di Conegtia-no..., cit., pp. 40-41. 17. AuNiPD, Archivio dett'Ottocento, Atti det R^ettorato, b. 8, "1808-1809"; cfr. Gianni Pen-zo Doria, Profiti archivistici..., cit., in partico-lare pp. 105-106 e Le raccomandazioni di Aurora, a cura del Gruppo di lavoro interistituzionale Aurora, Padova 2009 (Instrumenta archivi Studii Patavini, n. 4), in partico-lare pp. 23-26. riprendere l'attivita neanche un decennio piu tardi con il Regno Lombardo-Veneto (1814-1848)13. 3. I richiami al corretto utilizzo del protocollo (1803, 1807 e 1810) Il vero capolavoro di attualita archivistica e attribuibile al vice-prefetto del Dipartimento del Tagliamento, Zacchiroli, il quale, con a Circolare 21 luglio 1807, n. 717/718, diretta alla Municipalita di Conegliano (Treviso), lamentandosi della mancanza del registro di protocollo, scrisse: Il protocollo e indispensabile ad una ben regolata ammini-strazione; senza di esso gli affari non possono avere un anda-mento regolare, e gravemente se ne risente il pubblico servi-zio. Con molta sorpresa ha osservato il signor cavalier Prefetto, che quasi tutte le Municipalita del Distretto mancano di un si prezioso, e necessario registro. A togliere un tale gravissimo inconveniente, v'invito, o si-gnori, a incaricare qualcuno dei vostri membri a recarsi al piu sollecitamente possibile a questa Vice Prefettura, onde rileva-re la modula, sulla quale dovra essere formato il vostro proto-collo. D'ordine mio comunicherete un simile invito a tutte le Municipalitu del vostro Cantone, spero che nessuna ricusera di spedir prontamente al mio uffizio per l'indicato effetto, at-tendo un cenno di riscontro. Godo di protestarvi la mia distinta stima14. Nella circolare vice-prefettizia in parola, l'attribuzione al pro-tocollo del soddisfacimento del buon andamento e dell'imparzialita dell'amministrazione sono in armonia con quanto verra previsto dal 1° comma dell'art. 97 della Costituzione ita iana (1948)15. In effetti, nel riordinare gli archivi delle varie municipalita del Cantone di Conegliano prima di una delle tante riorganizzazioni territoriali napoleoniche con le conseguenti aggregazioni di archivi, gli impiegati attenti avevano annotato nelle camicie di molti fascicoli: "Senza protocollo perche non era ancora posto in attivazione" oppu-re "Atti non protocollizzati perche all'epoca non era attivato"16. Un altro importante documento sul protocollo e di poco serio-re. Con Circolare 24 ottobre 1810, n. 3047, il Direttore generale della pubblica istruzione del Regno d'Italia, con sede a Milano, infat-ti si lamentava - nella prima parte della missiva intestata al Reggente dell'Ateneo patavino - della scarsa attenzione alla gestione dei docu-menti, rimarcando che: Hssendo quasi generalmente andata in desuetudine l'utilissima pratica per l'addietro inculcata di apporre a tergo de' rapporti un breve compendio delle cose che contengono, di comprendere un solo affare in cadauno di essi, di citare i numeri di protocollo e le date, io non posso dispensarmi dal pregarla di non ommettere nel suo carteg-gio con questa Direzione generale la pratica suddetta che tanto importa pel buon ordine e per la regolarita della corrispondenza17. Anche in questo caso, il richiamo ante titteram all'art. 97 della Costituzione italiana e piuttosto evidente (tanto importapet buon ordine e per ta regotarita deHa corrispondenza), assieme alla corretta re- dazione dell'oggetto (un breve compendia) e ai puntuali riferimenti al precedente della pratica (citare i numeri diprotocollo e le date). Fa presa anche la dichiarazione che, a distanza di qualche anno, I'utilissima pratica di redigere l'oggetto sul verso del documento sia ormai caduta in disuso. Che direbbe della sciatteria dilagante negli apparati amministrativi contemporanei il barone Giovanni Scopoli, firmatario della circolare in parola? A dimostrazione che il problema era sentito, perche l'attenzio-ne alla corretta gestione dei documenti era molto a ta, sia per i fran-cesi che per gli austriaci, ci soccorre un altro documento di qualche anno precedente. Si tratta della Circolare 16 aprile 1803, n. 285/40 del Regio capitano provinciale di Treviso, Giorgio Cittadella, il quale scrisse che: Affinche non si moltiplichino le corrispondenze senza ne-cessita e che queste giungano con quell'ordine, ed uniformita che si conviene al miglior vantaggio del Pubblico Reale Servi-zio, questo Regio Capitaniato e devenuto ad incaricare ogni Rappresentanza di questa Citta, e Provincia. I. Di non riscontrare la Ricevuta di qualsiasi ordine Capi-taniale, quando non venga nello stesso espressamente ingiun-to di farlo. II. Di scrivere sempre le Relazioni in Colonna, come si accostuma dalle minori colle Superiori Rappresentanze. III. Di citare in ogni risposta la Data del Decreto Capita-niale al quale si riferisce: il Numero che porta in calce, non che la Rubrica che vi segue. IV. Di annotarvi a tergo in poche parole il cosl detto oc-chietto ossia argomento della Relazione, o Supplica contrasse-gnandovi gli allegati che vi andassero uniti. Si attendono tali prescrizioni esattamente eseguite, onde riportino il dovuto effetto degli indicati oggetti18. Dunque, tassonomia (con quell'ordine) e normalizzazione (uni-jormita) furono due tra i principi ispiratori di questa circolare dal tenore di semplificazione amministrativa, che detto anche i compor-tamenti organizzativi e diplomatistici (scrivere sempre le relazioni in colonna, come si accostuma...), senza dimenticare un richiamo all'og-getto da attergare (il cosi duetto occhietto). Ma i continui richiami non si esauriscono qui. Spesso sul mar-gine superiore del documento viene aggiunto a stampa una sorta di cartiglio sotto forma di memento. E, ad esempio, il caso della Circolare 25 ottobre 1806, n. 1833, del Regio Procuratore del Diparti-mento della Brenta alla Municipalita di Padova: "Il buon ordine del-la corrispondenza esige, che il carteggio, riferisca il numero, riguardi un solo oggetto e porti a tergo l'estratto"19. Pressoche identiche locuzioni si rinvengono nella nota 28 lu-glio 1806, n. 4612 del prefetto del Dipartimento del Tagliamento alla Municipalita di Conegliano: "Il riscontro deve riferire il numero e riguardare un solo oggetto"20, ma anche nella nota 30 aprile 1808 del prefetto del Dipartimento della Brenta all'Universita degli Studi di Padova: "La corrispondenza deve richiamare l'oggetto cui si riferisce, e non i soli numeri"21, e, infine, nella nota 27 giugno 1814, n. 498 del podesta di Chioggia al proprio ragioniere comunale: "Il ri-scontro citi il numero, e riguardi un solo oggetto"22. 18. ArCHIYIO MUNICIPALE MODERNO DI CoNE-GLIANO (= AMMC), sez. B (1797-1866), b. 25, fasc. 1 a). 19. Archiyio di Stato di Padoya, Atti Comu-nali Riservati -1806-1809, b. 3. 20. Archiyio municipale moderno di Cone-gliano, sez. B (1797-1866), b. 44, fasc. 5. 21. Aunipd, Archivio dell'Ottacenta, Atti del Rettorato, b. 7, "1807-1808"; cfr. Le raccomanda-zioni di Aurora cit., in particolare pp. 23-26. 22. Archiyio moderno del Comune di Chioggia (= AMCC), Serie Atti, "Municipalita", Tit. VI "Consiglio", b. 55, 1814 (II), [fig. ti riscontrc cili il numeTOi e rigunrdi un _ y jotooggrtto. Chioggia A -^1814. IL POVESTA DELLA COMVNE fig. 3 - Nota 27 giugno 1814, n. 498 del podesta di Chioggia (particolare) Si tratta, in buona sostanza, di una serie di istruzioni passive, indipendenti dal contenuto dell'atto, che ripetutamente contengono richiami alla buona amministrazione e, conseguentemente, alla cor-retta tenuta del protocollo. 4. Le "istruzioni guberniali" e il regolamento del Podesta di Chioggia (1814) In adempimento alle disposizioni sull'organizzazione interna delle municipalita, diramate dalla sede di Padova dal Governo Generale con Circolare 26 maggio 1814, n. 12525, il Podesta di Chioggia, a far data dal 1° luglio 1814, emano il lungo e articolato Regolamento esecutivo delle Istruzioni Guberniali sulla organizzazione interna della municipalita., il quale, tra l'altro, prevedeva che: [...] 2° Tutti gli argomenti su cui avra da occuparsi la municipalita procedono dietro la loro insinuazione al Protocollo Generale, quale insinuazione si fa o da Decreti ed ordinanze su-periori, o da petizioni, o da rapporti, o da comunicazioni di offizi, o da rimostranze ossia memorie delle sezioni. 3° Non si puo omettere la inscrizione nel Protocollo dell'estratto preciso di tutti gli affari che vengono prodotti e proposti alla municipalita, ne si puo lasciare qual si sia emer-genza senza una qualunque risoluzione. Il Protocolista al pri-mo di ogni mese presenta al Podesta l'elenco dei esibiti prodotti avanti il giorno 20 del mese antecedente, e tutt'ora senza evasione, per dipendere dai suoi ordini. 4° Gli Esibiti vengono descritti in Protocollo di giorno in giorno, e con l'ordine della loro presentazione. Sono marcati con la data della loro insinuazione, e il numero progressivo loro corrispondente nel Protocollo. Si nota sui medesimi la Sezione a cui appartengono ed il titolo che ad essi si riferisce. 5° Il Protocollista fa passare alle Sezioni di giorno in giorno gli Esibiti che le riguardano e che pervennero nel giorno antecedente: ma consegna per urgenza e sul momento quelle che importano una istantanea ed immediata provvidenza. [...] 12° Spicciati gli affari, le carte vengono passate in Archi-vio. L'Archivio e tenuto per Sezion e per oggetti. Nei og-getti si riuniscono in un solo fasciculo le carte che si riferisco-no alla stessa posizione. 20° Sara data copia delle Governative istruzioni, e del präsente regolamento alle Sezioni municipali, al Segretario mu-nicipale, al Ragioniere, ed al Protocollista per la respettiva loro osservanza fig. 4 - Regolamento esecutivo delle Istruzioni Guberniali (1814) Pur in difetto del principio di provenienza allora ancora scono-sciuto, e qui riassunta e applicata parte della teoria tedesca sulla Registratur e sulle prime intuizioni di Jakob von Rammingen, poi rias- 23. Ibidem [fig. 4]. 24. Si tratta, in part per materia dello He , della ripresa del modello us- und Staatsarchiv orga-■izzazione embrionale conte-di Jakob von Rammingen, r undjren Gebäwen (Gebauten, Heidelberg, 1571 e Id., nizzato nella tec nuta nei libretti Von der Registrat den) und Regime Summarisches Bericht was es mit einer Künstlichen und vollkommenen Registratur fur eine Gestalt, Heidelberg, 1571, per i quali rinvio a Brenneke, Archivistica..., cit., pp. 70-71 e 198199 e a Cagol, I sistemi archivistici..., cit., in particolare pp. 302-303. 25. Luigi Fumi, L'Archivio di Stato in Milano al 31 dicembre 1908. Notizie eproposte, "Archivio Storico Lombardo", 36(1908), pp. 198-242 e l'importante saggio di Marco Bologna, Il metodo peroniano degli "usi d'uffizio": note sull'or-dinamento per materia dal XVIII al XX secolo, "Archivio Storico Lombardo", 123(1997), pp. 233-280. Sempre illuminanti le pagine di Elio Lodolini, Storia dell'archivistica italiana. Dal mon^o antico a^^a metä del secol^o XX, Milano 2008 (5^ ed.), in particolare pp. 127-164. 26. E il caso, ad esempio, della Circolare 25 giugno 1814, n. 4928 del vice-prefetto di Cone-gliano: AMMC, sez. B (1797-1866), b. 129, 1814, fasc. 4, "Prospetto generale de' titoli per l'archivio" e la trascrizione riportata in Archivio municipale moderno di Conegliano..., cit., pp. XXVI-XXVIII, in particolare il § 3.2, Un tito-lario non app^icato: le sezioni del 1814e nota 67. Sui titolari del Lombardo-Veneto, con agganci al periodo precedente, cfr. Eurigio Tonetti, Strutture d'archivio e classificazione degli atti ne-gli uffici del Governo austriaco del Veneto (18161848). Spunti da una ricerca in corso, "Archivi per la storia", 16(2003), n. 2, pp. 119-127. 27. Archivi delle vice-prefetture di Chioggia (1807-1816) e di San Donä (poi di Portogruaro) (1808-1916). Inventario, a cura di Piero Scarpa, Venezia 1987 e Archivio comunale di Portogruaro. Inventario (1797-1918), I: (1797-1897), a cura di Franco Rossi, Venezia 1995, soprat-tutto per la parte inerente al passaggio dal tito-lario d'archivio austriaco al titolario Astengo (Ministero dell'Interno, Circolare 1° marzo 1897, n. 17100) e, in particolare per le Sezioni, pp. 41-42. Per l'organizzazione archivistica in R^iparti (1815-1817), per la Municipalita di Chioggia cfr. AMCC, Serie Atti, Tit. IX "Normali", b. 69 (1815). 28. Sergio Barizza, Il Comune ^i Venez^ia 1806-1946: l'istituzione, il territorio. Guida-i^ve^ta^rio de^^'A^rchivio w^u^nicipa^e, Venezia 1987. 29. Eugenio Casanova, Archivistica, Siena 1928 (2» ed.), p. 138. 30. Legge 7 agosto 1990, n. 241, Nuove norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi (GU 18.08.1990, n. 192), soprattutto con le modificazioni introdotte dalla legge 69/2009 e dal D.Lgs. 150/2009. 31. DPR 428/1998, art. 12, comma 1, poi ripre-so dal DPR 445/2000, art. 61, comma 1. sunte dal Brenneke24. Iniziarono cosi i primi ordinamenti per materia, che in Italia avrebbero attecchito soprattutto nell'azione di Luca Pe- roni25. A partire dal 1814, infatti, gli archivi municipali verranno or-ganizzati (pur per un periodo limitato) per Sezioni, corrispondenti alle materie di competenza dei Savi, quest'ultimi una sorta di giunta municipale. Si tratta, in buona sostanza, di un modello di organizza-zione documentale, per cosi dire "per competenze istituzionali" (e non per funzioni). Questo fondamentale passaggio di storia degli archivi e di sto-ria degli strumenti archivistici meriterebbe di essere studiato in ma-niera piü approfondita, visto che sara ripreso a macchia di leopardo dalle municipalita venete, sempre attraverso le indicazioni delle ri-spettive prefetture come, ad esempio a Conegliano26, Portogruaro27, Venezia28 e nell'appena citata Chioggia. La parte piü importante del Regolamento in esame verra magi-stralmente riassunta nell'aforisma di Casanova sul protocollo: "Nulla vi sfugge; tutto vi si dispone in ordine per essere trattato e risolto, tutto vi si conclude. E lo schema della storia dell'ente"29. In effetti, la cura e l'importanza che venne riconosciuta sia al protocollo che al protocollista deve fare riflettere. Innanzitutto, ogni documento doveva essere registrato a protocollo (Tutti gli argomenti su cui avrä da occuparsi la municipalitä procedono dietro la loro insi-nuazione al Protocoll^o Generale), indicando con diligenza l'oggetto dei documenti in arrivo e in partenza (Non si puo omettere la inscri-zione nel Protocoll^o dell'estratto precise di tutti gli affari che vengono prodotti eproposti alla municipalitä), rimarcando la fedele cronologia delle registrazioni (Gli Esibiti vengono descritti in Pretecell^e di giorno in giorno, e con l'ordine della loropresentazione), assieme a un barlume di classificazione e di smistamento di competenza (Si nota sui mede-simi la Sezione a cui appartengono ed il titolo che ad essi si riferisce). Infine, sempre al protocollista e demandato il compito del rispetto dei termini per le risposte, che oggi definiremmo "termini procedimentali"30. Tuttavia la splendida modernita di queste disposizioni insiste sul ruolo del protocollista, che interagisce direttamente con il vertice politico (IlProtocolista al primo di ogni mesepresenta alPod^estä l'elen-co dei esibiti prodotti avanti il giorno 20 del mese antecedente, e tutt'ora senza evasione, per dipendere diai suoi ordini) e che rientra a buon tito-lo tra la dirigenza della municipalita, da informare per gli adempi-menti del caso (Sarä data copia delle Governative istruzioni, e delpre-sente regolamento alle Sezioni municipali, al Segretario municipale, al R^agioniere, ed al Protocollista per la respettiva loro osservanza). Potremmo azzardare nel dire che il protocollista degli inizi del XIX secolo e in posizione di staff, cosi come quasi due secoli piü tar-di lo vorra il legislatore italiano: "Il servizio per la tenuta del proto-collo informatico, della gestione dei flussi documentali e degli archi-vi e posto alle dirette dipendenze della stessa area organizzativa omogenea"31. In conclusione, si tratta di un formidabile intervento di modernita, che traccia indelebilmente il solco di una tradizione archivi- stica che va ripresa con nuovo vigore nella riforma dell'amministra-zione pubblica, attingendo a piene mani agli esempi appena descritti e ad altri ancora, visto che le innovazioni del futuro hanno sempre radici nel nostro passato, con i documenti archivistici a loro testimo-nianza incontrovertibile.