INNO XII Capodistria, 1 Gennajo 1878 N. 1 DELL' ISTRIA Esce il 1° ed il 16 d'ogni mese. ASSOCIAZIONE per un anno fior. 3; semestre e qua-rimestre in proporzione. — Gli abbonamenti si ricevono presso i Redazione. Articoli comunicati d'interesse generale si stampano gratuitamente. — Lettere e denaro franco alla Redazione. — Un numero separato soldi 15. — Pagamenti anticipati. Effemeridi della città di Trieste e del suo Territorio L'accoglienza favorevole, che s'ebbe presso nostri comprovinciali questi pazienti ed eruditi avori dell' abate Angiolo Marsich, i quali rac-ttlgono in modo stringato e chiaro parecchi junti importanti della storia municipale istriana, l'induce a pubblicare quest'anno l'Effemeridi di Trieste, la cui storia ragguardevole è legata i quella dell' intera provincia. In pari tempo tendiamo qui pubblicamente allo studioso autore per questo suo nuovo lavoro, che si compiacque inviarci, i maggiori e migliori atti di grazia. Gennajo 1, 1655, — La chiesa della Madonna del Mare, situata fuori della Porta di Cavana, è consunta dal fuoco. - 1, III, 274. i 1788. — L'ina per. Giuseppe II conferma al por-tofranco triestino i privilegi accordatigli dai suoi predecessori. - 2, 27. & 1421. —Il civico consiglio nomina sei consiglieri, perchè assistano il D.r Agostino Osola nella rinnovazione dello statuto. - 1, II, 207. , 1237. — Gerardo vescovo d'Emonia (Cittanova), vicario del patriarca d'Aquileia, consacra la chiesa dei Santi Martiri presso Trieste. - 3, Vili. 751. 5, 1555. — Il civico consiglio delibera di assistere il vescovo contro certe monache del convento di S. Benedetto, le quali rifiutavansi di riconoscere Suor Celestina Bascio quale loro nuova abbadessa. - 1, III, 95. 6, 1499.--Erasmo Brasca, capitano della città, giura nel- la casa di Boncino Belli ai giudici ed al civico consiglio di rispettare lo statuto locale. — 4, l 1741. — Il vescovo di Lubiana consacra don Giuseppe Antonio dei conti Petazzi a vescovo di Trieste sua patria. - 3, Vili. 713. 8. 1809. — Pompeo conte Brigido, governatore di Trieste sua patria, viene insignito^ della gran croce di san Leopoldo. — 7, n. 15. 9. 1745. — L'imper. Maria Teresa conferma al por- tofranco di Trieste i privilegi concessi da Carlo VI. - 2, 3. 10 1366 Ser Andrea Loredan da Venezia prende possesso della podestaria di Trieste e ci stà fino li 12 luglio. - 4. 11. 1473. — Il vescovo Goppo investe Gian' Antonio del fu ser Andrea de Giroldo da Capodistria del feudo di Calisedo presso Leine nella persona di don Giovanni Zarotti, canonico-arcidia-cono, suo procuratore. - 5. 12. 1803. — Si scatena burrasca tale che affonda in porto otto navigli e ne rende altri undici malconci. - 5. 13. J727. — Il vescovo Luca Sertorio bar. Delmestri dà fuori le sue costituzioni per il capitolo della cattedrale. - 5. 14. 1830. — Il vescovo Antonio Leonardis passa agli eterni riposi. - 3, Vili, 715. 15. 1524. — Il civico consiglio proibisce a que' del contado ogni caccia, vieta loro persino 1' uccisione delle bestie feroci. - 6. CORRISPOOEEZE Pisino, li 23 Dicembre Chi scrive un articolo spera di far cosa opportuna. Taluni hanno la facilità di scriver bene, e non riesci-rebbero di scriver male, lo volessero anche a bella posta. Altri scrivono come lor viene la fantasia, ma prima di compiere, sorpresi da difficoltà non prevedute, arrocchiano per farla finita. Alcuni poi se ne tengono, e non lasciano la fattura fuor di mano, prima di averla ben ripassata colla lima. Io non ho la pazienza di questi, nè la facilità de' primi, e per ciò faccio come capita. Così riguardo alle poche righe che scrissi nelP ultimo numero della Provincia, mi tocca rassegnarmi per aver dato a un verbo usitatissimo una desinenza ridicola; trovo però di non lasciar passare senza un po' di spiegazione la raccomandazione fatta pello studio delle opere del Trezza. Intendeva che bisogna studiare gli scritti del Trezza, perchè in essi troviamo esposti sinteticamente in modo meraviglioso i risultati e le tendenze dello grandi scoperte moderne circa la scienza dei fenomeni e la meditazione filosofica del problema della vita; vi troviamo lo schema dell'educazione scientifica del cervello. Le opere di molti sommi, anche testé defunti, hanno fatto il loro tempo ; e se resteranno modelli di stile, di alti concetti poetici e morali, attaccati però al concetto della vita e del mondo dietro i principj della speculazione medioevale, non approdano peli'intelletto scientifico delle cose e quindi sotto a questo riguardo non fanno più per noi ; e se ci bauno condotto fino ad un certo punto della via, ora per proseguirla abbisogniamo d'altre guide. Taluno per aver leggicchiato qualche articolo di giornale od anche annasato qualche opera, s'immagina di essere già a conoscenza dei principj scientifici che ora prevalgono, e cbe quindi gli sia superfluo l'approfondire più oltre. Adagio. La persuasione superficiale può appagare l'individuo, ma non approda e non reca progresso di sorta; ci vuole la convinzione intima delle cose affinchè i fatti non stiano in contraddizione col pensiero. Se comprendiamo il bisogno di elevarsi al livello dei tempi, se arriviamo ad abbozzarci un concetto del progresso e d' intravvedere la vicenda delle cose umane per entro un mondo reale, fa d'uopo di studiare e studiare molto, ed acquistarne la convenzione scientifica. Nella nostra Provincia non sarebbe di troppo il pretendere che vi siano cinquanta, ed ammesse le più svantaggiose oscillazioni, sempre trenta persone di ottima educazione generale ed approfondite in una coltura speciale qualunque, come legge, medicina, chimica, fisica ecc. per essere autorevoli in un ramo dello scibile, e in pari tempo atti a giudicare con verità e pensare fortemente, ed infine abbiano l'esercizio e la prontezza di esporsi colla parola al pubblico. Non sarebbe nep-pur pretesa smodata che in ogni nostra cittadella vi fossero cinque sopra mille le persone di proposito, dilettanti di cose scientifiche e letterarie, però di sano criterio; alle quali! aderirebbero altre molte per attinenze e per relazioni varie, ed allora ben si costituirebbe la tanto desiata opinione pubblica indipendente ed assennata, basata siili'intelligenza, dalla quale soltanto potrà dipendere il decoro della provincia, di confronto alle altre in condizioni più favorevoli, e la sua materiale prosperità. pmrm mi Abbiamo ricevuto sotto fascia col timbro postalo di Capodistria il numero di un giornale clericale, fili ora a noi ignoto, e che si pubblica in una provincia vicina. Ed eccone il motivo : esso contiene una corrispondenza di un anonimo di Capodistria tutta contro di noi, per le opinioni manifestate (vedi N° 23 della Provincia) siili' elezione del deputato per la città di Capodistria, avvenuta il 15 del Novembre. Anche V Adria (vedi N°276) quantunque alla sfuggita, ci dà una frecciata. Rileviamo questi fatti a vantaggio nostro, e non per iscansare le offese che ci vengono fatte, che nou cu- riamo. Le nostre opinioni furono dunque combattute da Supplemento del giornale ufficiale, 1' Osservatore Trie stino, e da un giornale clericale ! Un corrispondente del "Cittadino, (N. 303; meglio informato di noi, è in grado di manifes-tare la sua opinione sull' affare della garanzia chiesta alla nostra provincia dall' Istituto di credito per un prestito di fior. 250,000 agli armatori di Lussinpiccolo. Le ragioni espresse a sostegno della sua opinione, a parer nostro, sonc assai giuste, e senz'altro, rebus Me stantibus, noi dichiariamo di accettarle, sostenendo che lo State e non la Provincia, debba venir in ajuto all'industria marittima dei nostri comprovinciali. 1 Ecco l'articolo del Cittadino: La Domanda di garanzia degli armatori di lussinpiccolo DINANZI ALLA DIETA ISTRIANA Nel N.° 24 di quest'anno del giornale di Capodistria, La Provincia, si legge, che l'oggetto più importante che la dieta istriana sarà chiamata a pertrattan nella imminente sua convocazione, si è la garanzia chc la provincia dovrebbe prestare agli armatori di Lussinpiccolo per un'operazione di credito di fior. 250.000. Per quanto sia difficile di pronunciare un giudizic sopra tale questione senza conoscere in dettaglio le ragioni e gli argomenti che si lasciano addurre in favore e contro la medesima, pure si possono a priori azzardare alcune considerazioni che non dovrebbero essere del tutto postergate da coloro che sono chiamati a studiare e risolvere la questione. Vuol essere premesso che i fondi ed il credito della provincia non dovrebbero venir mai impiegati che pei favorire interessi prettamente provinciali, interessi che hanno per obbiettivo la generalità della provincia. Gli armatori di Lussinpiccolo costituiscono un ceto importantissimo, rappresentando essi buona parte della marina mercantile austriaca. Si andrebbe pertanto grandemente errati se si volesse ritenere, che lo stato economico di quegli armatori sia da considerarsi quale un affare d'interesse privato. La marina mercantile è uno dei fattori più importanti del movimento industriale e commerciale di un paese, e per ciò vuol esssere specialmente protetta e favorita. Ad onta di ciò però non possiamo punto convenire che le sorti degli armatori di Lussinpiccolo interessino tanto da vicino la provincia nostra da indurla ad impiegare a loro favore il proprio credito. La marina mercantile di Lussinpiccolo interessa direttamente il commercio di tutta la monarchia austriaca, essendo chè si è principalmente per essa se l'Austria esercita un non indifferente traffico per mare. Egli è così, che gli armatori di Lussinpiccolo concorrendo a formare in gran parte la marina mercantile austriaca, favoriscono direttamente gli interessi generali della monarchia. L'Istria può andar bensì superba di possedere Lus-ipiccolo co' suoi vasti cantieri e cogli innumerevoli «i bastimenti che in tutte le direzioni solcano i mari i lontani, ma i vantaggi che ad essa ne ridondano uo quasi impercettibili. Non havvi alcun interesse ge-iraìe istriano che trovasse uno stabile incremento nella arina mercantile di Lussinpiccolo, talché se, tìngendo l'impossibile ipotesi, la marina mercantile di quell' aporio decadesse del tutto dallo stato di attuale sua aridezza, la catastrofe rifletterebbe poco assai sugli iteressì economici dell'Istria. Persino i punti di sfogo lunediato del movimento industriale di Lussinpiccolo, li quali si riversa necessariamente l'utile materiale ke fluisce dal medesimo, sono Fiume e Trieste, quindi nori dell'Istria amministrativa. Se adunque gli armatori di Lussinpiccolo per cir-Wtanze dipendenti dalla crisi mondiale che gravita sui »mmerci, hanno momentaneamente bisogno di un ere-io straordinario, non è certamente la provincia chiamata a fornirglielo, ma sibbene lo stato, essendoché i grandi interessi che per essi vengono alimentati siano lustriaci e, pur troppo, niente affatto istriani. Meraviglia pertanto come il ministero, che pur mostra di far calcolo della marina mercantile, abbia potuto negare un relativamente insignificante prestito di fior. 250.000 agli armatori di Lussinpiccolo e rimetterli all'uopo alla provincia, quando dovrebbe pur sapere che gli interessi che essi rappresentano non sono istriani ma prettamente austriaci. Eiteniamo perciò che gli armatori di Lussinpiccolo invece di rivolgersi alla dieta istriana per la voluta garanzia, avrebbero dovuto, e con pieno diritto, rivolgersi al parlamento di Vienna, il quale, trattandosi di sorreggere la marina mercantile austriaca, avrebbe trovato ben il mezzo di rendere il ministero pieghevole alle giuste esigenze di questo impoitaute fattore del pubblico benessere. Per noi la provincia non potrebbe col proprio credito favorire il ceto degli armatori di Lussinpiccolo senta oltrepassare la cerchia degli interessi provinciali, e senza costituire un precedente ehe più di una volta potrebbe metterla in grave imbarazzo. Con ciò non abbiamo voluto che semplicemente accennare una questione che merita essere profondamente studiata — una questione, diremo, di principio, la soluzione della quale potrebbe essere normativa in casi avvenire, essendoché sia indubitato che statuito un precedente nei sensi della proposta di Lussinpiccolo, le occasioni di ricorrere al credito provinciale si ripeterebbero più facilmente. ■ JLawà #Q!M)[panerà© DEI NUOVI LIBRI FONDIAEII Crediamo di far cosa utile col dare la maggiore diffusione, pubblicandola anche in questo periodico, alla seguente circolare della Giunta provinciale: N. 4956 Circolare! Progredendo nella Provincia i lavori d'impianto dei nuovi Libri fondiari, così che per alcuni comuni censuarì venne testé aperto il nuovo libro fondiario, la Giunta provinciale ritiene conveniente di richiamare la particolare attenzione di codesta Spettabile Podestaria sopra il seeoudo stadio della relativa procedura, quello, cioè, che ha per oggetto il procedimento per la definitiva regolazione dei libri fondiari, ed è contemplato dalla legge dell'Impero 25 Luglio 1871 (B. L. I. puntata XXXVII. N.° 96). Secondo questa legge, tosto compiuto per l'intero circondario d'un Giudizio, o per una parte del circondario (comune censuario), il progetto del nuovo libro fondiario, compilato a termini delle prescrizioni della legge generale sni libri fondiari, 25 Luglio 1871. N.° 75, e della rispettiva legge provinciale 11. Marzo 1875, N.° 13, l'I. R. Tribunale d'Appello pubblica un editto, col quale fissa il giorno, in cui questo progetto sarà da trattarsi come libro fondiario, ed avvia in pari tempo la procedura per la regolazione dello stesso. Dal detto giorno in poi non possono acquistarsi, limitarsi, trasferirsi ad altri od estinguersi nuovi diritti tavolali di proprietà di pegno o di altro genere sopra beni immobili inscritti nel libro fondiario, che mediante inscrizione nel nuovo libro fondiario. Nell'editto stesso poi vengono diffidati a produrre entro un termine determinato le relative insinuazioni tutti coloro, che in base ad un diritto acquistato prima dell' aprimento del nuovo libro, pretendessero una modificazione delle inscrizioni in quelle contenute, risguar-danti diritti di proprietà o possesso, o che avessero acquistato sopra gì' immoblii inscritti nel libro fondale dei diritti di pegno, di servitù e d'altro genere, atti all'inscrizione tavolare, o che non fossero già inscritti. Il termine edittale non è prorogabile, e contro la trascorrenza del medesimo non ha luogo la restituzione in intero, od altro rimedio legale. Conseguenza legale poi della trascorrenza del termine, si è la perdita del diritto di far valere le pretese, che intendevansi d'insinuare, in confronto ai terzi, i quali in buona fede hanno acquistato qualche diritto tavolare in base alle iscrizioni contenute nel nuovo libro fondiario, e non impugnate. Trascorso il termine prefisso da questo primo editto, ed esaurito le relative pertrattazioni, segue poi la pubblicazione di altra diffida a tutti coloro, che si credessero lesi nei loro diritti per la sussistenza di una inscrizione, o per l'ordine di priorità della stessa, di produrre, entro un dato tempo le loro opposizioni, sotto comminatoria che in caso contrario le iscrizioni, otterrebbero l'efficacia legale d'iscrizioni tavolari. Anche il termine di quest'editto non è prorogabile, uè ammette restituzione in intiero, od altro rimedio legale. La pubblicazione degli editti segue per tre volte a congrui intervalli nella gazzetta provinciale, e mediante notificazione nei comuni, liei quali si trovano i fondi, cui si riferisce la relativa trattazione ufficiosa. Omesse le altre prescrizioni di dettaglio, queste sono le norme principali della legge 25 Luglio 1871. Interessa perciò non poco che le medesime siano non solo scrupolosamente osservate da codesta Spettabile Podesteria, per ciò che concerne il patrimonio comunale, riguardo al quale non si ometterà per conseguenza di fare in tempo utile le volute insinuazioni, ma che siano altresì, colla maggiore estensione divulgate nel Comune, affinchè dall' ignoranza delle leggi non ne avvenga un danno irreparabile agli stessi privati. Con riferimento quindi, alla disposizione del § 23 della legge succitata, secondo la quale, oltre alla pubblicazione degli editti, è raccomandato, che le parti sieno per quanto è possibile anche in altro modo istruite dell' importanza della procedura da attivarsi secondo la legge prefata, s'invita codesta Spettabile Podestaria a prendere atto della presente circolare nell'esercizio delle proprie incombenze ufficiose rispetto al patrimonio ed ai beni comunali, ed alla sostanza stabile degli altri Instituti comunali, ed a dare comunicazione della medesima alla Rappresentanza comunale nella prossima sua convocazione. Nello stesso tempo sarà poi sua cura di procurare alla detta Circolare, nel modo che riterrà più acconcio, la massima divulgazione anche nel Comune, nell'interesse generale dei privati. Vorrà infine codesta Spettabile Podestaria riferire entro giorni 30 sull'adempimento di quest'incarico. Dalla Giunta provinciale dell'Istria Faremo, 29 Novembre 1877 Il Vice-Capitano provinciale D.r Amoroso m.p. NOTIZIE La Dieta provinciale fu aperta il giorno 27 p. p. alle ore 11 a. m. con le formalità di uso. Nell'elezione suppletoria del corpo elettorale del grande possesso, eh' ebbe luogo il giorno 27 in Parenzo, riuscì eletto l'onorevole D.r Antonio Barsan, podestà di Pola, con voti 41 su 41 votanti. La Dieta provinciale nella soduta del 29 p.p. ha respinto con voti 13 contro 11, la proposta relativa alla garanzia chiesta al fondo provinciale dall' Istituto di Credito per un prestito agli armatori di Lusinpiccolo. Colla morte del D.r Cristoforo Belli medico comunale di Capodistria, essendo rimasto vacante presso l'i. r. consiglio sanitario provinciale in Trieste, il posto di membro ordinario nominato dalla giunta provinciale, questa con conchiuso del 15 dicembre p. p., vi ha nominato il sig. D.r Pietro Millevoi, medico di Albona. Nella seduta ordinaria del R. Istituto veneto di scienze, lettere ed arti dei 16 dicembre p.p., il socio prof. C. Combi, nostro egregio concittadino, lesse — sulla rivendicazione dell'Istria agli studi italiani. — 11 suo discorso, ragionato, erudito, opportuno, brillante, fu ascoltato con particolare interesse e dai membri del dotto consesso e dal pubblico. Subito che sarà stampato negli Atti, non mancheremo di dame particolareggiata informazione ai nostri lettori. Nella stessa seduta il prof. Rossetti diede una chiara spiegazione del telefono e del suo modo di agire, e quindi ne fece l'esperimento pratico, che è riescito a piena soddisfazione e meraviglia di tutti gli astanti. Leggiamo con piacere nella Rivista Illustrata set-timatiale, diretta da F. Garbini, che fra i melodrammi promessi nella corrente stagione di carnovale al teatro Dal Verme di Milano, si darà anche una tragedia li- rica nuovissima, in quatro atti, dell'egregio nostro con-cittadiuo, Alberto Giovannini, dal titolo Adele di ìilol-fìnga. Auguriamo a questo novello lavoro del bravo maestro e compositore le sorti più propizie. L'illustre storico Ferdinando Gregorovins indirizzava all'abate Iacopo Cavalli, all'autore della Storia di Trieste, la seguente lettera: Monaco, 7 ottobre 1877 Pregiatissimo Signore, La ringrazio assai del dono di cu Ella gentilmente mi onorò, trasmettendomi la sua Storia di Trieste, raccontata ai giovanetti. I giovanetti non solo, ma pure gli uomini maturi si sentiranno obbligati verso l'autore, il quale a forza di studi serii ha saputo illustrare così bene quella città bella quanto importante. Provo un piacere singolare di leggere storie municipali, ed è per me cosa naturale ; perciò sono lieto di poter collocare il suo libro nella mia biblioteca. Fui a Trieste, pur troppo, una sola volta nel 1852. Se mai passassi per costì di nuovo, sarei contento di fare la di Lei cono-J scenza personale, come quella del signor Attilio Hortis e di altri uomini studiosi e dotti, che onorano la loro patria. Aggradisca l'attestato della mia sincera stima e considerazione. Ferdinando Gregorovius Al pregiatissimo Signore Signor Iacopo Cavalli — Trieste S. M. il Re d'Italia nominò Commendatore dell' ordine della Corona d'Italiani! cavaliere Giuseppe Mu-ratti, direttore della Banca Commerciale di Trieste. La Società di Mutuo Soccorso fra gl'istruttori d' Italia ha deliberato, in una sua recente adunanza, di porre nella galleria superiore del Cimitero Monumentale di Milano un busto in marmo d'Ignazio Cantù. Il busto verrebbe inaugurato il 30 aprile dell'anno corrente, che è appunto il I anniversario della morte del chiarissimo ed operoso cultore delle belle lettere, il quale destò tanta e così schietta simpatia. Cose locali Il dottor Achille Savorgnani, medico di questo Comune, fu nominato dal Consiglio Cittadino, referente sanitario comunale. Un generoso anonimo inviò al Municipio l'importo di fior 25, da distribuirsi ai poveri della città nell'occasione delle feste natalizie. La limitazione del sale assegnata nel decorso 1877 fu di quintali 77990.46 di sale bianco; di quintali 8665.60 di sale grigio; ma in causa delle pioggie frequenti furono raccolti soltanto quintali 72828.29, che diedero un importo di fior. 57786.41. --«-<>-<- Ciò che vi è in i panello Si frumento Si ignora l'origine del frumento, base della nostra nutrizione. Questa preziosa graminacea cresce sponta- neamente in molti siti dell'Asia, e la storia non ha fatto conoscere in qual maniera essa siasi propagata. I popoli antichi, nella loro riconoscenza, la consideravano come un dono speciale di qualche divinità protettrice dell'agricoltura: ecco come nacque il culto di Cerere, la dea delle messi. Poiché il frumento ci fornisce il pane quotidiano, merita che noi cerchiamo di sapere ciò che esso richiede dalla terra per crescere e ciò che contengono le sue granella. Tutti conoscono le granella del frumento, tutti le hanno vedute, ma forse senza prestar loro quell'attenzione che pur sarebbe desiderabile. Tagliate in due una di queste granella ed osservatela con una buona leute. Distinguerete facilmente nella parte inferiore l'embrione destinato a riprodurre la pianta e potrete rilevare che l'involucro coriaceo del grano penetra per mezzo della incavatura longitudinale sino nell' interno della massa farinacea. Questo involucro e l'embrione vengono separati dalla farina per mezzo del buratto. Non si contano meno di 28 specie di frumento che ricevono, al pari delle loro varietà, nomi diversi a seconda dei luoghi dove si coltivano. Ma nel commercio non se ne distinguono ordinariamente che tre specie, corrispondenti a differenze notevoli di composizione: i grani teneri o bianchi che producono farine di bella qualità; i grani semi-duri, che danno una maggior quantità di farina e bei tritelli; infine i grani duri rimarchevoli per la loro apparenza cornea. Questi sono i più preziosi di tutti, perchè si conservano facilmente e danno un prodotto maggiore di farina. Si ricercano per la confezione delle paste, vermicelli, maccheroni, ecc., per la ricchezza loro in glutine, sostanza azotata molto importante. Il frumento costituisce il nutrimento favorito degli uomini in tutti i paesi dove è possibile di regolarmente coltivarlo. Se si traccia su di un mappamondo delle linee indicanti, per ciascun emisfero, il limite dei paesi dove si coltiva il frumento su larga scala, si vede che per l'emisfero australe la produzione comincia verso il 25° grado di latitudine per finire al 47.0 Questa zona non comprende che l'Australia meridionale con la Nuova Islanda, il capo di Buona Speranza e la parte più stretta dell' America del Sud. Nel nostro emisfero la coltivazione comincia, in Egitto ed in Arabia, verso il 10° grado di latitudine, e rimonta rapidamente per tutti gli altri paesi verso il 30Q parallelo, abbassandosi fino al 26° in California e rimontando al 32° nel Nord-ovest dell' Africa. Il limite boreale di coltivazioue in America ed in Asia si trova verso il 48° grado, ma esso sale rapidamente in Europa ed arriva in Norvegia al 64. parallelo. Questa deviazione verso il nord è dovuta al notevole raddolcimento della temperatura per la corrente d' acqua calda che il mare spinge dall'equatore al polo sotto il nome di Gulf Stream, e la cui influenza, congiunta a quella dei venti della corrente equatoriale, modifica singolarmente il clima dell' Europa occidentale. Bisogna infatti, perchè la coltivazione di una pianta sia possibile, che le temperature estreme dell' inverno o dell'estate non possano ucciderla, e che durante il suo sviluppo essa riceva una determinata quantità di calore. Sonvi varietà di frumento che possono resistere a freddi di 20 gradi purché la terra sia coperta di uno strato protettore di neve. Sotto il clima di Parigi, la coltivazioue del frumento dal seminerio alla mietitura, richiede 160 giorni. Ora, la temperatura media durante questo periodo essendo di 13° 4. moltiplicando il numero dei gradi pel numero dei giorni, si trova che la maturazione del frumento richiede 2144 gradi di calore. A Tuornero (America) la pianta raggiunge la sua perfezione in 92 giorni, ma la temperatura media essendo di 24 gradi, si ha per risultato finale 2220 gradi di calore. La concordanza del calcolo operato in condizioni cosi differenti dimostra chiaramente come lo sviluppo di un vegetale è sottoposto a leggi matematiche. L'orzo si contenta, per maturare, di 1800 gradi; perciò lo si può coltivare fino al 70° parallelo nella penisola scandinava : ci vogliono da 2600 a 2900 gradi al gran turco ; 2900 alla vite ; da 2800 a 3000 alla patata. Non si deve dedurre da questi calcoli che ogni clima, il quale possa dare ad una pianta il numero voluto di gradi di calore, sia favorevole al suo sviluppo ed alla maturazione dei suoi frutti. La costanza del clima può impedire l'evoluzione riproduttrice che esige una temperatura superiore a quella della germinazione e della cresciuta. Nei limiti dello zona favorevole lo sviluppo ed il miglioramento della coltivazione dei cereali può d' ordinario servire di misura del progresso dell' agricoltura di un paese. In Francia, cinquant' anni fa, i 4,500,000 ettari impiegati nella coltivazione del frumento producevano 45,000,000 di ettolitri, il che dà un prodotto di 10 ettolitri, per ettare. Oggi sopra 6,500,000 ettari si raccolgono circa 110 milioni di ettolitri e si ottiene per conseguenza un prodotto medio per tutta la Francia di 16 ettolitri per ettare. Questo progresso è au-cora poca cosa paragonato a quello che si ha ragione di aspettare, perchè in certe regioni favorite dalla natura del suolo, e sopratutto dallo spirito di intrapresa e di miglioramento, il raccolto netto per ettare è portato a 40 e 50 ettolitri. Avrete senza dubbio osservato nella estremità la più sottile del granello di frumento un ciuffetto di peli ruvidi e compatti. Questi peli contengono sovente alcune piccole spore o germi microscopici di funghi parassiti, causa della carie del frumento. Questi germi introducono nel seme di fresco formato certe specie di radici che riproducono un fungo nerastro, la moltiplicazione del quale distrugge intieramente le spighe col-pite. Esaminata al microscropio la materia bianca che riempie il grano di frumento, appare formata di grandi cellule ripiena di piccoli granuli oblunghi di diversa dimensione: questi granuli costituiscono 1' amido. Immediatamente al disotto della corteccia ohe formerà la crusca si distingue una membrana, di cui le cellule racchiudono assieme a certi sali minerali una specie di fermento che darebbe al pane un colore bigio ed un gusto poco aggradevole. Questa membrana è eliminata assieme alla crusca ed ai tritelli (crusca grossolana e fina). Ma nei molini ordinari non si ritira che il 70 per cento di farina bianca di prima qualità. Mediante un setaccio meccanico perfezionato si giunse a separare dai tritelli le pellicole dannose, e si guadagna così il 10 per cento di farina adatta alla fabbricazione del pane di prima qualità. Il tessuto proprio delle cellule è formato principalmente di glutine, e ne / contiene tanto più quanto più si avvicina al centro. Il glutine dà al pane di frumento la proprietà di levare, cioè di rinchiudere nella sua massa una quantità di piccoli globuli d'acido carbonico che si sprigionano durante la fermentazione. È la sostanza bigia, elastica, tenace, quella che resta attaccata alle mani se si impasta della farina sotto uno zampillo d'acqua che esporta l'amido. Essa è ricca in azoto, ed è alla sua presenza che il pane deve il suo più grande valore nutritivo dal punto di vista dello sviluppo e della riparazione degli organi. Il glutine contiene inoltre materie grasse, fosfati e zolfo. Se si sottopone all'analisi un chicco di frumento naturale colla sua corteccia, eccone in media i risultati: Acqua.........14 O Materia grasse.......12 Materie azotate (glutine e albumina) 14 6 Dextrina.........7 2 Amido . . .......59 7 Cellulosa.........17 Sali minerali.......16 100 0 Ma mentre il frumento tenero, ad esempio, della Provenza non contiene talvolta che il 10 per cento di materie azotate, la loro proporzione sale a più del 21 per cento in certi frumenti di Polonia. Notiamo anche che certi grani nuovissimi contengono una proporzione di glutine al disopra della media. Non avete mai chiesto a voi stessi come il gambo così debole del frumento, quello che poi chiamerete pagliei quando sarà secco e separato dai grani, non si rompa al menomo soffio di vento sotto il peso enorme della spica? Tagliate un gambo fra due nodi; tagliate uno stelo ripieno di erbu. selvatica avente lo stesso diametro; rompete con uuo sforzo lo stelo ripieno, poi collo stesso sforzo cercate di rompere lo stelo di frumento, il quale, come sapete, entro è vuoto, e troverete che questo presenta una resistenza di molto superiore. Esaminate al microscopio la sua tessitura, e tosto comprenderete che, pur facendo un'economia di materia, lasciando vuoto lo stelo dei cereali, la natura ha dato loro, per la disposizione dei loro tessuti, una forza di resistenza straordinaria. Tutto il cerchio esterno dell' anello che presenta una sezione di stelo appare formato dall'intrecciarsi di fascetti fibrosi che si stendono in tutta la sua lunghezza, ed è in virtù della loro resistenza che esso si piega, s'iuclina, senza rompersi sotto il peso della spica. Cercarono tuttavia un'altra spiegazione e si credette di trovarla nella composizione chimica*del gambo. Se si analizzano le suo ceneri, si constata che esse contengono il 74 per cento di silice, corpo molto duro, di cui la pietra focaia è una varietà. Tutte le canne danno-ceneri ricche di silice almeno quanto la paglia di frumento. Certi bambous.no lasciano depositare negli internodi loro, masse trasparenti • analoghe all'opale. Ma, ammesso che la paglia contenga un equivalente del silice e del.quarzo, non ne segue ch'essa debba a questo minerale la sua forza di resistenza.-Se la silice fosse destinata, a rinforzare lo stelo, la si troverebbe concentrata come nelle parte inguainante delle, foglie che proteggono appunto parte dello stelo stesso. Ora l'analisi dimostra che l'orlo, l'estremità, lembo o por- zione sviluppata delle foglie di frumento è più ricca in silice che gli steli: le ceneri delle foglie inferiori ne forniscono il 75 per cento. Se le foglie prendono troppo sviluppo, esse fanno sopportare allo stelo un peso sproporzionato alle sue forze e il frumento si alletta; ma l'allettamento non è punto dovuto alla mancanza di silice, poiché l'analisi, in questo caso, ne troverebbe un eccesso nella pianta tutta intera. È adunque unicamente alla tessitura speciale della parte esterna del suo stelo che il frumento deve la sua straordinaria resistenza. Poiché noi parliamo della silice nei suoi rapporti col frumento, chiediamo alla scienza la spiegazione della sua presenzat della sua accumulazione e dei suoi movimenti nelle diverse parti della pianta; dopo di che sottometteiemo allo stesso studio i sali minerali che l'analisi vi trova concentrati, specialmente sotto la forma di fosfati. (Continua) ORAZIO POSTALE ISTRIANO La corsa celere Trieste-Pisino e la staffetta Trieste-Pola furono modificate come segue a datare dal 15 mese decorso, cioè: 1. Corsa celere (Diligenza) con cui vengono trasportati oggetti di postalettere, gruppi ed altri articoli di Diligenza, nonché viaggiatori: Andata Partenza da Trieste giornalm. alle 10.30 matt. Arrivo a Pisino giornalm. alle 10.20 sera. Ritorno Partenza da Pisino giornalm. alle 4 mattina. Arrivo a Trieste giornalm. alle 3.25 pom. 2. Staffetta, servibile soltanto pegli oggetti di postalettere: Andata Partenza da Trieste giornalm. alle 1040 sera. Arrivo a Pisino giornalm. alle 10 matt. Partenza da Pisino giornalm. alle 11.45 sera. Arrivo a Pola giornalm. alle 5.40 matt. Ritorno Partenza da Pola giornalm. alle 10.30 matt. Arrivo a Pisino giornalm. alle 4.45 pom. Partenza da Pisino giornalm. alle 5 pom. Arrivo a Trieste giornalm. alle 3.40 matt. L'impostazione degli oggetti da spedirsi colle suindicate corse verrà chiusa dal 15rcorr. mese in poi: A. Per la corsa celere (Diligenza) a) Presso il locale ufficio centrale di posta: Corrispondenze non racc> mandate alle 10.15 ant. Corrispondenze raccomandate alle 10 ant. Gruppi ed altri articoli di Diligenza alle 10 ant. b) presso il locale ufficio filiale di posta al Tergesteo: Corrispondenze non raccomandate alle 9.45 ant. Corrispondenze racomandate alle 9.30 ant. Gruppi ed altri articoli di Diligenza 9.30 ant.*) c) nelle cassette esposte pella città i Corrispondenze non raccomandate alle 8.45 ant. *) Si raccomanda però in ogni modo di preferire possibilmente l'ufficio centrale di posta JB. Per la staffetta a) presso il localo ufficio centrale di posta: ^Corrispondenze non raccomandate alle 10 pom. Corrispondenze raccomandate alle 9 pom. b) presso il locale ufficio filiale di posta al Tergesteo: Corrispondenze non raccomandate alle IO pom. Corrispondenze raccomandate alle 9 pom. c) nelle cassette esposte pella città : Corrispondenze non raccomandate alle 8.15 pom. Bibliografia Canti popolari istriani, raccolti a Rovigno ed annotati da Antonio Ive. — Roma, Torino, Firenze, — Etmano Loescher, 1877. È certo, che la vera fisonomia del sentimento popolare si rileva più che in ogni altra cosa, nei canti, i quali, come il gorgheggio degli uccelli, sgorgano dalla natura intima e dalla fantasia inavvertita. Oggidì i canti popolari, quasi fiori esalanti odore di schietta poesia, vengono cercati e raccolti con grande studio ed amore, e si leggono sempre con diletto le poesie popolari delle genti nordiche, e delle orientali, tradotte dai nostri poeti, come pure quelle delle provincie italiane, tra cui le più gentili sono le toscane e le venete, lodate specialmente per la giusta misura del metro e per la gentile decenza, mai trascendente nelle scurrilità carnascialesche. I canti popolari dell' Istria, che ha raccolti il signor Ive, nostro comprovinciale, sebbene dovrebbero essere appellati canti rovignesi, perchè nel dialetto di Rovigno, sono conosciuti in molte altre parti dell' Istria, e possono essere collocati fra i più interessanti d'Italia, tanto son essi gentili e poetici, e nello stesso tempo saggio pre- j zioso del senso veramente estetico del popolo di | Rovigno. Come poi il signor Ive siasiposto alla non facile impresa della raccolta, ce lo dice egli stesso colle seguenti parole, che leggonsi preposte al suo nuovo lavoro : Già fino dal 1846, un cultore benemerito degli studii archeologici e storici richiamava l'attenzione dei dotti sopra i dialetti, che si riscontrano nelle diverse città dell' Istria. (1) D'allora in poi parecchi valentuomini si diedero a molteplici e non sempre infruttuose ricerche. A qualcuno venne in mente di mettere insieme buona quantità di materiale, da potervi costruire un bello e solido edificio; altri pensò di compilare dizionarii, di stendere versioni di testi italiani nelle varie parlate della provincia; altri ancora si mise a pubblicare saggi dei prodotti della fantasia del popolo istriano ; (2) ma tutti 1) V. l'istria, a. I, n. 57-58, p. 232. 2) Voglio alludere, in ispecie ai Saggi di proverbii e Canti popolarti rovignesi, pubblicati nella strenna L' Aurora, Rovigno a. I e II ("p. 160-168, 153-158); all'altro bellissimo saggio, edito dal prof. Carlo de Combi, Porta Orientale, a. 1859, ed ai diversi altri, sparsi qua e là, nei varii almanacchi e periodici della provinc». questi si arrestano a dei semplici tentativi, a delle sposizioni frammentarie, e nulla più fecero. Una raccolta critica, più o meno compiuta, di Canti Popolari de' singoli luoghi, non è stata, che io mi sappia, mai prima d'ora tentata. Fu appena quattro anni fa che l'illustre Mus-safia mi esortò a raccogliere i canti, i proverbii, le tradizioni, leggende e novelline del mio paese, avendomene, fino all'evidenza, dimostrata 1' importanza filologica, etnologica e storica. M'accinsi di buona voglia a questa impresa, a cui, per ragion de' miei studii, mi sentiva pur anco attratto; però non accade ch'io dica, in-coùtrai per via non lievi difficoltà. Tuttavolta, con un po' di buona volontà e mercè qualche ajuto di persona benevola, sono riuscito a raccogliere nella sola mia patria, Rovigno, circa 600 canti, suppergiù, altrettanti proverbii; ma mi rincresce a dirlo, non ho potuto raggranellare che una sola cinquantina di fiabe. Un egual numero di canti ho pure messo assieme da Di-gnano, e un centinajo circa ne ho raccolti a Ga-lesano ed a Valle, i quali tutti mi riservo di pubblicarli in altra occasione. Per ora mi limito a rendere di pubblica ragione, nella Collezione presente, i canti della mia città natale, dacché un tanto mi ottenne la squisita cortesia del sul-lodato mio Maestro, della qual cosa, come anche del raro zelo, eli' egli pose nel giovarmi di consiglio e di ajuto, ragion vuole che io glie ne renda qui le grazie, che per me si possano maggiori. Parmi necessario poi, ch'io dia alcune spiegazioni intorno alla classificazione, ordinamento e trascrizione, che ho pensato di tenere per il mio materiale. In primo luogo dirò, che ho serbato la disposizione, già adottata da altri, di dividere cioè canti secondo l'argomento. Per i confronti mi sono limitato, in generale, ai canti delle regioni neo-latine ; solo qualche rara volta mi sono permesso dei riscontri a quelli di altre regioni. Tutti questi riscontri li ho fatti seguire alle dichiarazioni, di natura puramente lessicale, che ho apposto appiè d'ogni canto. — E qui una parola di scusa per questa disposizione, che io non riconosco come la più opportuna e conforme al metodo della scienza. Confesso che, se avessi da pubblicar ora una simile raccolta, terrei un metodo ben diverso; disporrei altrimenti e le dichiarazioni e le varianti, le quali tutte aumenterei di molto. — Questa confessione, che io fo qui, coram multis testibus, mi serva, in qualche guisa, di difesa da soverchie censure. Ed ora passo a parlare della via, da me seguita nella trascrizione dei canti. Come ne' canti delle altre provincie, così anche in quelli di Rovigno, se ne danno alcuni guasti, e frammentar». Questi mi sono stimato in debito di riprodurli, quali li area uditi dalla bocca del popolo, come pure ho creduto opportuno, per ritrarne più fedelmente la pronuncia, di adoperare, in genere, segni grafici di valore noto. Pei alcuni casi soltanto devo dare degli schiarimenti. 1° Indico con ei quel suono, che non è nè vero dittongo, nè vocale scempia, ma un misto risultante da e ed i, così però che i prevalga ; è insomma quel suono, che l'Ascoli, Archivio glottologico italiano, I, 443, n°. rappresenta con èi od anche e — Così del pari, riproduco con ou il volume composto di o ed u, dove il primo elemento non è ancora del tutto spento, ed il secondo si fa appena sentire. 2° Il rov. non raddoppia quasi mai le consonanti all'infuori dello s. Questo ss il popolo 10 usa, oltrecchè per l'italiano z e za, anche per il c e 66. Ugual valore ha per me q, che scrivo in molti casi, massime là dove la sorda del vernacolo corrisponde ad un e di fase anteriore. — 11 qual g a sua volta, se è iniziale, e si trova a stare dinanzi ad un i, assume in bocca del rov. una pronuncia analoga a quella dello § (c) fiorentino. Così, per es., scriv. gii, pron. šjil (cielo); Qjira pron. šjira (ciera), ecc. 3° Ad esprimere un'altra sorda, che sta fra lo š e 1 sibillante italiana, si è adoperato, come s'usa per il venez. lo x. 4°: Il nesso it. s + eh venendo dal popolo reso con due suoni distinti, di s cioè e di c, s* è procurato di rappresentarlo con i due elementi, frapponendovi un' ; così si suole scrivere s'eito (schietto;) s'davo (schiavo), ecc. 5° Lo z, da ultimo, va pronunciato, a un dipresso, come lo s debole italiano. Aggiungerò qui, sebbene ciò renda quasi superfluo, come il popolo talvolta proferisca la stessa parola in modi differenti. Le ragioni di questa diversità di pronuncia sono note a tutti; come tutti sanno, perchè il volgo, anche il più rozzo, quando canta, si allontani dalle forme vernacole, le abbandoni del tutto, per assumerne delle altre più nobili, anzi addirittura prettamente toscane. Ad agevolare l'intelligenza dei canti, stimai acconcio premettere dei brevi cenni intorno alle origini e primitive vicende del luogo, dove i canti furono raccolti, ed uno studio sul voca-bolismo del dialetto, in cui questi mi vennero dettati. Le notizie storiche le devo all'ottimo mio amico, dottor Benussi, che mi fu largo di non pochi sussidii. — A lui sieno rese qui pubblicamente grazie senza numero. Così del pari mi e grato testimoniare la mia più sentita riconoscen- za all' esimio amico e mio primo maestro, l'abate Antonio Sponza, valente cultore dei buoni studii ed amatore ardentissimo del patrio dialetto, il quale, oltre a fornirmi buona parte de' canti, mi ha validamente ajutato in questa impresa. A tutti quegli altri alla fine, che hanno, più o meno, contribuito a questo, per sè tenue lavoro, mi fo un dovere d'attestare qui la mia più sincera gratitudine. Tre mesi in Oriente di G. Marcotti. Firenze, tip. della Gazzetta d'Italia. L'autore ha raccolto in un elegante volume ciò che di più importante e caratteristico aveva scritto dal Teatro della guerra come corrispondente del Fanfulla, e vi ha aggiunto molte cose, coordinando il tutto in una serie di capitoli. Egli passa successivamente in rivista quel Piemonte orientale, ch'egli chiama il paese in questione, le Alpi Giulie, Agram e la Croazia, la Sava da Sissek a Belgrado. Descrive quindi il Danubio alle Porte di ferro; e da abbondanti particolari sui costumi della Valacchia, sulla politica e l'esercito della Rumenia, sull'esercito russo, sui volontari russi, sulle ambulanze, sni corrispondenti di guerra ecc. Se in questo libro del Marcotti sono trattate questioni politiche d'importanza, vi abbondano pure gli aneddoti curiosi. Lo stile lontano da ogni affettazione, è un'attrattiva di più per quelli che desiderano letture piacevoli e istruttive. Pubblicazioni Il periodico Mente, e Cuore, che tratta di'seienze, lettere e cose scolastiche, entra oggi nel quinto anuo di sua esistenza. — L'abbuonamento annuo è di fior. 4 ; per gli studenti fior. 2. Per numeri di prova o per ab-buonarsi rivolgersi al Dirigente la scuola di Corsìa Stadion in Trieste, sig. Odoardo Weis. Bollettino Generale, ovvero Riassunto degli Annunzi Legali del Regno, Aste, Appalti, ecc., di tutte le Provincie d'Italia. — Esce due volte la settimana, nei giorni più opportuni per la materia che pubblica. — L'abbonamento si fa ai seguenti prezzi: Un anno L. 18. — Un semestre L. 9. — Un trimestre L. 5. — Dal primo numero a tutto dicembre 1878 L. 20. — Direzione in Milano, via S. Andrea, n. 15. Ricevuto il prezzo d'associazione dai signori: Bartolomei Nicolò — II e III quad. a. p : — Baseggio Giorgio --III quad. a p; —Belli ved. L. Ili quad. a, p; — Bratti Andrea — II e III quad. a. p; — Brutti Francesco — II e III quad. a. p; — Babuder Giacomo II e III quad. a. p ; — Cobol Giorgio -- III quad. a. p.; — Del Bello Dr. Nicolò -- III quad. a. p,; — Pavento Don Giovanni — III qnad. a p.; — Gallo Dr. Augusto a. p.; — Coverlizza Carlo — III quad, a. p. ; — Ku-hacevich Maria a. p; — Lion Dr. Zaccaria, II e III quad. a. p.; — Manzini Dr. Giovanni a. p.; — Marinaz Domenico a. p.; — Derin Francesco a. p.; — Rozzo Pietro II e III quad. a. p.; — Tomasich Andrea II e III a p. ; — Totto fratelli — II e III quad. a. p.; — Vicich Francesco — II e III quad. a. p.; — Venuti Leonardo — III quad. a p.; — Società Caffè della Loggia — Ili quad. a. p.; — Franco Pietro, a. p.; — Baseggio Pietro — a. p. ; — tutti da Capodistria. — Petronio Fr. fu Gìoy. — Pirano — a. p.; — I. R. Spedizione della Gazzetta — Trieste — II e III quad, a. p.; — Casino di Società — Pisino — a. c.; — Casino di Lettura — Volosca — a. c.; — Antonio Sirotich — Sovignacco — a. p.; — Casino di Società Privata — Montona a. c.; — Emanuele Pacovich parroco — Caroiba — I e II quad. a. c. —